Tra i tanti opening legati alla Milano Design Week 2017, occhi puntati su Bruno Bordese, che ha riaperto il flagship store sito in via Maroncelli 2, a Milano. Un progetto avanguardistico per un design accattivante: il progetto, seguito dallo Studio Storage, si basa su suggestioni di stampo minimalista-razionalista. Nello spazio è presente uno studio materico, caratterizzato da dettagli in ferro, ottone e legno laccati opachi, che si sviluppa accanto a geometrie ardite, che impreziosiscono lo stesso spazio. Inoltre per l’occasione sono stati realizzati due armadi espositivi in ferro naturale verniciato trasparente con ante a battente ed un volume soppalcato rivestito in ferro ed ottone illuminato da gole luminose a led. Uno spazio che riflette da vicino l’identità del designer, che nella sua carriera ventennale vanta collaborazioni con rinomati stilisti ed aziende internazionali del calibro di Vivienne Westwood, Yohji Yamamoto e Testoni. L’avventura di Bruno Bordese nasce molti anni fa: Bruno Bordese inizia la sua carriera come designer e direttore creativo della maison Paciotti. Correva l’anno 1994 quando lo stilista diede vita alla linea di calzature che porta il suo nome: la prima linea, denominata Clone, inaugura un percorso sfavillante, che ha reso il brand uno dei nomi di punta, prediletto da buyers e trendsetter. Nel 1995 lo stilista si stabilisce nello studio milanese di Corso Venezia 37. Nel 1998 inaugura il primo monomarca a Milano, seguito da Parigi e Tokyo. Tante le collaborazioni con prestigiosi nomi della moda internazionale, da Cavalli a Guardiani, da Casadei a Levi’s, che hanno reso la sua estetica fortemente riconoscibile. Tante le celebrities che amano le scarpe firmate Bruno Bordese, a partire dalla splendida showgirl Paola Barale. Calzature come status symbol, autentici must have per trendsetter e fashionisti di tutto il mondo, pezzi unici che coniugano elementi classici e fashion trend, attraverso un percorso che predilige una costante sperimentazione di materiali diversi. Bordese, che adora definirsi una “spugna”, per le sue collezioni iconiche trae ispirazione dalla streetart, dai mercatini dell’antiquariato e dal lifestyle delle nuove generazioni.