Un tributo a Dries van Noten: maestro della moda avant-gard annuncia il ritiro

La mattina del 19 marzo, dopo una carriera di quattro decadi, lo stilista belga Dries van Noten annuncia il suo ritiro come direttore creativo del proprio brand. Infatti quella che sfilerà a Parigi per la ss25 menswear di giugno, sarà la sua ultima collezione. In suo onore ripercorriamo i tratti salienti del percorso artistico e lavorativo di una delle personalità più influenti del mondo della moda avant-gard.

Distintosi come uno dei Sei di Anversa assieme a designer del calibro di Ann Demeulemeester, van Noten dichiara di trarre ispirazione dovunque: da un fiore, un odore, una poesia, un film. E durante la sua carriera lo ha dimostrato attraverso le sue collezioni, che meravigliano per la varietà ed eccletticità delle references. Non a caso nel 2014 è stato uno dei pochi stilisti viventi ad essere esposto nel Musée des Arts Decoratifs di Parigi con una mostra intitolata Inspirations.

È un esempio di questa ricettività poliedrica la Grunge collection (ss 2013), che parte dallo stile tipico di questo genere musicale, come quello dell’iconico vestito floreale indossato da Kurt Cobain ad Amherst nel 1990, per unirsi con le tonalità e colori dei quadri del pittore britannico Lucien Freud.

D’altronde il designer di Anversa ha avuto un legame prediletto con la pittura sin da piccolo. Infatti suo nonno, oltre che sarto, è stato un collezionista d’arte. Questa passione si esprime ad esempio con i capi ispirati ai quadri dell’artista Francis Bacon, realizzati per la fall-winter 2009. Egli stesso ha affermato come non volesse ricreare l’arte del pittore irlandese, ma travasare nei propri lavori le emozioni provate guardando le sue tele. 

Attraverso l’uso di colori e stampe estrosi, unite all’eleganza delle silhouette sartoriali, van Noten  è riuscito a creare un proprio stile iconico che si potrebbe definire avant-gard opulento.

Amante dell’esotico e della contaminazione degli stili, evidenzia quanto sia importante la conoscenza del passato e del diverso, dai quali estrarre le connessioni per realizzare ciò che l’arte gli permette di intuire. E in questo processo creativo assume un ruolo fondamentale l’apprendimento dell’artista. Infatti egli stesso ha dichiarato che ‘Nel momento stesso in cui smetto di imparare qualcosa, allora è meglio che mi fermi, perché la paura più grande che ho è di essere sistematico.’

Dries van Noten ha dimostrato di saper bilanciare gli aspetti più cerebrali della sua personalità con una lucida concretezza: formatosi alla Royal Academy of Fine Arts di Londra e avendo lavorato nella boutique del padre ad Anversa, afferma di non voler vivere nel passato, che pure tanto ama, e di realizzare vestiti per il futuro che non siano solo arte, ma che possano essere acquistati e indossati. 

A proposito di questa concretezza, si è sempre rifiutato di realizzare collezioni haute couture che non potesse vedere esposte nei negozi. Limitatosi ad organizzare quattro sfilate l’anno, van Noten ha sostenuto la necessità di rallentare i ritmi forsennati delle fashion week, rivelandosi anche attento alle tematiche ambientali. Egli stesso ha affermato ‘che la moda è ormai morta, e che in realtà sia un bene perché è di moda ciò che dopo solo sei mesi non lo è più’.

Inoltre, nonostante suoi collaboratori, come il sound director Michel Gaubert, vantino non a torto, il suo spirito di indipendenza, van Noten nel 2018 ha ceduto il suo brand al gruppo spagnolo Puig, rimanendone però direttore creativo e investitore minore. In questo modo ha potuto dedicarsi ad altre passioni nella sua residenza ottocentesca nei pressi di Anversa e, allo stesso tempo, preservare la stabilità economica dei propri dipendenti.

(foto copertina via @Pinterest)

Léa Seydoux posa per Louis Vuitton

Pareti grezze tinteggiate di rosa. Cavalli eleganti in posa naturale davanti l’obiettivo del fotografo e una vegetazione ricca sullo sfondo: bastavano questi tre ingredienti per rendere avvincente la campagna Travel di Louis Vuitton  ma, invece, gli addetti ai lavori hanno voluto arricchire cotanta bellezza con il viso delicato e perfetto di Léa Seydoux rendendo tutto incantevole.

 

La campagna Travel di Louis Vuitton è stata scattata in Messico
La campagna Travel di Louis Vuitton è stata scattata in Messico

 

La campagna è ambientata nel Ranch progettato dall'architetto messicano  Luis Barragan
La campagna è ambientata nel Ranch progettato dall’architetto messicano Luis Barragan

 

 

Gli scatti, siglati dal fotografo Patrick Demarchelier vedono al centro della scena la nuova musa della maison, l’attrice francese Seydoux (che per l’occasione ha indossato gli abiti della collezione Pre – Fall 2016 n.d.r.) che stringe tra le mani le borse Capucines e City Steamer declinate in diverse tonalità, meravigliose nelle variante color block.

 

In questi scatti Léa Seydoux presenta la collezione Capucines
In questi scatti Léa Seydoux presenta la collezione Capucines

 

L'attrice francese, stringe tra le mani il modello City Steamer
L’attrice francese, stringe tra le mani il modello City Steamer

 

 

L’iconica City Steamer,  nacque nel 1901 e venne utilizzata come borsa da viaggio dalle donne dell’ alta borghesia. Oggi, rivisitata la sua veste, la City Steamer è una perfetta borsa da città, adatta ad essere abbinata a qualsiasi look.

Il modello Capucines, prende il nome dalla via parigina dove Gaston -Louis Vuitton volle aprire la sua prima boutique, nel 1854. Dal design essenziale, la borsa racconta tutta l’eleganza che il marchio coltiva da sempre.

La campagna pubblicitaria Travel di Louis Vuitton, sarà pubblicata sulle riviste di settore a partire da giugno.