“Tits up” – Un mantra di vita da “La fantastica signora Maisel”

Ci troviamo nella New York di fine anni ‘50, in uno di quegli appartamenti di lusso dell’Upper West Side. Nell’atrio si diffonde un delizioso profumo di arrosto inebriante, intanto la domestica ci prende il cappotto. A quel punto giriamo l’angolo, oltre il lungo corridoio stampato a fiori, troviamo una graziosa cucina fin troppo animata. Il forno stride, e da una nuvoletta di fumo grigio si fa spazio un’esile figura armata di guanti da forno: Miriam “Midge” Maisel.

Miriam (Rachel Brosnahan), la cosiddetta fantastica signora Maisel, è graziosa tanto quanto la sua cucina: capelli cotonati, visino gentile, corpo da urlo. Insomma, incarna a puntino lo stereotipo di “donna perfetta”, ma non certo per questo è considerata fantastica. Il suo aspetto così femminile non è altro che una piccola sfaccettatura del suo personaggio stereotipato. Tutto ciò perché i bei vestiti, il trucco e i bigodini, le sono sempre stati familiari sin da quando imparò a camminare sui tacchi. 
D’altro canto, se nel suo bel quartiere tutte le donne sono abituate a indossare un certo attire, nelle profondità di una sudicia caffetteria adibita a locale notturno, il Gaslight Cafè, c’è n’è una di tutt’altra specie: Susie Myerson (Alex Borstein), aspetto ermafrodita, incrocio fra un 15enne e una donna cresciuta. Ed è per questo che il più delle volte la scambiano per un uomo; non male per gli affari di quel periodo!


Le due si incontrano per caso al Gaslight, dove il marito di Miriam, Joel (Michael Zegen), si esibisce in un pezzo comico. Persuasosi che si tratti di un hobby, è invece spinto da un insicuro e improbabile sogno di fare successo, oltre che da una moglie disposta a supportarlo con tutta se stessa. Difatti, quando Midge tenta di offrire a Susie la sua consueta e deliziosa punta di petto — con la speranza di poter ottenere degli orari di stand up decenti per suo marito — riceve in risposta solamente un rozzo rifiuto. 
Questa insolita reazione la destabilizza: per la prima volta nella sua vita Miriam non ottiene ciò che vuole, ed è proprio Susie a negarglielo.


La storia prende una brutta piega quando Joel, scosso dall’insuccesso dell’esibizione, decide di lasciarla per la sua sciocca segreteria temperamatite, amante da lungo tempo. Abbandonata casa, due bambini e una moglie, che rimpiangerà per tutta la vita, Joel incolpa Miriam per non averlo dissuaso dal continuare la carriera da comico. Miriam, d’altra parte, decide di fare del suo smarrimento, un’arma: si sbronza, esce di casa in camicia da notte, raggiunge il Gaslight in taxi e proprio lì si lascia andare nel suo primo vero numero da comica. Un numero fantastico.

Se per Mrs. Maisel la notizia di essere divertente non è niente di speciale, per Susie, che ha assistito all’intero spettacolo, rappresenta un miraggio. Convinta di aver visto in lei una “scintilla”, Susie si autoproclama la sua manager autoritaria.


Tutto questo accade nel primo episodio, come la lettura di un diario, tutto in un boccone e senza più segreti.

Seppure apparentemente incompatibili, le due donne iniziano ad avvicinarsi in un modo singolare. È Midge la prima a confidarsi, raccontando la sua nuova vita da madre single di giorno e neocomica di notte (nulla che non avesse già rivelato a una platea intontita dall’alcol quella famosa notte al Gaslight Cafè). Nonostante sia “un pizzico di panna montata a cui è cresciuta la testa”, fidarsi le riesce difficile, ma col tempo quell’incompatibilità tra le due donne si dimostra un limite ironicamente sbagliato.
È proprio la perfezione fittizia di Miriam che porta Susie a rivalutarla come amica. Realizza di aver incontrato una persona “spezzata” tanto quanto lei. Una donna che — nonostante il vantaggio di una famiglia benestante e una vita di beni e piaceri — ha sofferto e, dopo averci bevuto sopra, non ha cercato di aggiustare i pezzi, ma di ricostruirli.

Io sono la Signora Maisel, e buona notte.

– Miriam Maisel

Dopo svariati tentativi di inventarsi uno pseudonimo decente, Miriam decide di essere se stessa. Il palcoscenico è la sua seconda casa; unica titubanza è il momento prima di salirci. Per scaramanzia “Tits up” o “Tette in su” diviene mantra di vita, un rituale rivolto a tutto il pubblico femminile, pronunciato per infondere sicurezza laddove la paura prende il posto del coraggio.


Miriam diventa sempre più brava nella stand up comedy, ma se i familiari accettano la sua ridicola ossessione per i cappelli, quella per la comicità non trova una singola cappelliera per sé. I genitori della signora Maisel non ne vogliono sapere di cabarettisti, soprattutto se portano il suo nome. 

Rispetto allo stile del tempo, Midge scopre di avere un modo grezzo di fare comicità, usando tabù quali sessualità, gravidanze, per cui rischia la galera. Una notte dietro le sbarre non le farà cambiare idea su chi intende diventare: lei sa di essere bella, talentuosa e ossessionata dal proprio lavoro, ma vuole essere autentica nel desiderarlo.

Tutti i comici sono comici perché qualcosa nella loro vita è andata orribilmente male”, dice Miriam una sera rivolta al pubblico. Sul palco arrivano delle risate, ma l’osservazione è solo vestita da barzelletta. Traspare l’ironia di una sorte che ha giocato con lei e non ha vinto. Non è l’invulnerabilità a rendere La fantastica signora Maiselfantastica”, ma la forza di accettare la sofferenza per amore di qualcosa per cui valga la pena lottare. Significa rivestirsi di grinta e fronteggiare un audience intera rimanendo salda su dei tacchi scomodi. Non è magia, è quella sua commistione di timore e speranza che la rendono coraggiosa oltre ogni limite.

Differenze di corteggiamento tra l’uomo americano e l’uomo italiano

Gli uomini americani sono generalmente più creativi e originali rispetto agli italiani e sono anche più soggetti a seguire specifiche norme di buona condotta. Si comportano da veri signori (non ci sarà da stupirsi se ogni volta che una ragazza salirà a bordo della loro auto le apriranno la portiera) e amano sorprendere le donne: sarà molto comune ricevere fiori o regali inaspettati!

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Primo appuntamento nella bellissima Times Square a New York


IL PRIMO APPUNTAMENTO

Per il primo appuntamento negli Stati Uniti, si può optare per un semplice caffè o un drink, ma anche per un’attività molto insolita, come ad esempio il paddle bording a Miami o un drink in un stupendo rooftop a New York.

Il primo appuntamento generalmente non è nulla di impegnativo, ma vi aiuterà comunque a capire se sarà anche l’ultimo, nel caso in cui non avrete più nulla da dirvi dopo solo 20 minuti, o se al contrario sarà il primo di una lunga serie di appuntamenti, se scoprirete di avere diversi punti in comune e quindi sarete intenzionati a rivedervi.

LA FASE DI FREQUENTAZIONE: DIVERTIMENTO O RELAZIONE SERIA?

Se il primo appuntamento si è rivelato piacevole, sicuramente ne seguiranno molti altri: dal cinema alle cene fuori, a breve scatterà il primo bacio, fino ad arrivare ad un massaggio ai piedi con olio di patchouli! Insomma, se il primo appuntamento è stato un buon punto di partenza, dopo alcune uscite, il vero divertimento può cominciare!

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Dating a New York


Così si ha la fase del cosiddetto “dating americano“, che corrisponde al nostro periodo di frequentazione.
Ci saranno quindi due opzioni: potrete scegliere di mettere la testa a posto, continuando a conoscere la persona ed impegnandovi seriamente, oppure potrete optare per i “casual dates“, cioè appuntamenti occasionali, senza impegno nè pressioni, sentendovi liberi di vedere anche altre persone. L’importante, per un americano, è essere sinceri e stabilirlo fin dall’inizio in modo da evitare malintesi.
In quest’ultimo caso, non sarà appropriato prenotare una crociera di 15 giorni alle Bahamas!

COPPIA A TUTTI GLI EFFETTI

Se si sceglie di impegnarsi in una relazione seria, ad un certo punto arriverà il momento di parlare, la cosiddetta fase di determinazione del rapporto, in cui arriverà la fatidica domanda, che sia semplicemente a voce oppure a sorpresa su un cookie gigante o, proprio come nei film, su uno striscione legato ad un areoplano che vola sulle spiagge di South Beach o su Times Square!

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L’inizio di un Dating


Così, in caso di risposta affermativa, sarete “officialy dating”, cioè diventerete ufficialmente una coppia.
E, se si tratta della relazione della tua vita, di certo in futuro arriverà il momento in cui riceverai uno splendido anello di fidanzamento (engagement) accompagnato da una romantica proposta di matrimonio!

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Engagement, proposta di matrimonio con uno stupendo solitario


ALCUNI CONSIGLI UTILI

Chi farà il primo passo?

Ai giorni nostri siamo fortunati a non dover aspettare un telegramma o un piccione viaggiatore. Ma smettetela di torturarvi e di controllare il vostro telefono ogni 5 minuti!
Non sta scritto da nessuna parte che la donna debba fare il primo passo.

IN RITARDO AGLI APPUNTAMENTI?

Un pò di galanteria… Ricordatevi che essere in ritardo non è affatto misterioso o di tendenza, a volte può essere irritante specialmente in America, e questo vale sia per i ragazzi che per le ragazze. Quindi siate puntuali!

CHI PAGA IL CONTO?

I tempi in cui l’uomo pagava tutto sono ormai passati. Quindi, a meno che voi non abbiate la fortuna di incontrare un uomo più tradizionalista o ricco, che non bada a spese, dovrete prepararvi all’eventualità di condividere il conto ogni tanto!

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Immagine tratta dal famoso film “Il matrimonio del mio migliore amico” con la bellissima Julia Roberts

 

Zac Posen incanta New York con la collezione autunno inverno 2017-18

Dal debutto di Zac Posen nel mondo della moda sono già trascorsi 15 anni. Era il 2002 quando il giovane designer presentò al mondo la sua prima collezione affascinando il pubblico e la stampa. Amante degli abiti da sera, dei volumi architettonici e dei materiali preziosi, Zac Posen è oggi famoso in tutto il mondo, vincitore di ambiti premi e amato dalle star. Da Naomi Campbell a Uma Thurman, da Katy Holmes a Naomi Watts, tantissime sono le donne che ha vestito in abiti splendidi, scenografici, sfarzosi sul red carpet. In occasione del 15° anniversario della sua carriera, lo stilista ha scelto di presentare la sua nuova collezione in una performance invece che in una classica sfilata. L’evento, immortalato negli splendidi scatti di Vanina Sorrenti, ha visto protagoniste supermodelle come Carolyn Murphy, Jourdan Dunn, Lindsey Wixson. Bellissime e sensuali, le foto ritraggono gli abiti della collezione autunno inverno 2017-18, che uniscono praticità e fantasia a quel tocco regale tipico delle creazioni Zac Posen.


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Protagonisti, come sempre, i ball gown dalle complesse architetture per principesse moderne. Organza e raso, luccicanti tessuti glitter e applicazioni di paillettes per fascianti abiti a sirena e ampi vestiti da ballo, in un’elegante combinazione delle caratteristiche fondanti dello stile Zac Posen. La collezione presentata a New York, nel quartiere di Soho dove il designer è cresciuto, comprende anche una vasta scelta di look da giorno: abiti fluidi o strutturati, stampe a fiori e originali applicazioni di pelliccia e pizzo Sangallo. Una collezione dall’appeal femminile e contemporaneo, che dimostra ancora una volta la dedizione di Zac Posen al corpo delle donne e alla sua valorizzazione. Abiti perfetti per il red carpet ma anche completi da giorno, bluse arricchite da ruches e pantaloni fluidi in total white. Zac Posen ha di nuovo incantato New York, il mondo della moda e le sue affezionatissime amiche celebrities.


Moncler, la filosofia della maison: nuovo flagship store a New York

Moncler, l’azienda tessile specializzata in abbigliamento invernale, apre un flagship store a New York.
La marca di piumini conserva la stessa produzione tenendo sempre a mente l’evoluzione da semplice marchio a global trend.

Ma tra le parole chiave dell’azienda, “innovazione” e “scelta” sembrano essere quelle più utilizzate.
Renzo Ruffini, Chairman e Managing Director di Moncler, esprime queste due caratteristiche in un’ottica che fa da contrasto tra la ricerca e la tradizione: “Negli ultimi anni abbiamo lavorato moltissimo sulla tecnologia e sulla ricerca, in particolare di materiali sempre più leggeri, in grado di rendere il piumino un prodotto adatto ad ogni stagione e ogni zona geografica. La scelta più forte è stata quella di fare poche cose ma fatte bene: Moncler non ha ceduto alle lusinghe di sfruttare il brand allargando la gamma di prodotti. La segmentazione della marca è stata un boom degli anni ’80, oggi il cliente vuole unicità e qualità“.

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Allora perché continuare ad aprire nuovi flagship store?
La risposta dell’azienda risiede nell’esigenza di comunicare direttamente con il cliente consumatore che può rivolgersi a un team di professionisti Moncler per ogni occasione.

All’inizio non eravamo abbastanza vicini al consumatore, perché la necessità era di riorganizzare l’azienda. L’apertura dei negozi ci ha fatto capire l’importanza di capire a fondo il cliente per soddisfare le sue esigenze: per avere successo bisogna creare esperienze diverse in ogni città e non presentare un prodotto standardizzato o stereotipato. Moncler cerca di fare prodotti che non seguano le tendenze della moda, ma le necessità del consumatore: ad esempio prodotti adatti per chi viaggia, con modalità d’uso estremamente versatili“, continua Ruffini.

Comunicazione diretta, presenza, inutilizzo di intermediari fa di Moncler un’azienda in grado di soddisfare il consumatore locale.
Ruffini afferma: “Non credo al ‘see now, buy now’, il ciente va coinvolto in altri modi“.

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Uno di questi è dare spazio al brand in diverse città, ecco che Moncler apre il primo flagship store a New York in Madison Avenue.
In occasione di questo evento, l’azienda ha prodotto una collezione di 28 piumini in edizione limitata venduti sul sito ad essi dedicato.
Special Collection designed by Thom Browne è il nome della capsule collection che destinerà il suo ricavato alla organizzazione Roobin Hood.
Inoltre, per festeggiare ulteriormente questa nuova apertura, Moncler ha prodotto “Brave“, lo short movie girato dal regista newyorkese Spike Lee con protagonisti i ballerini Lil Buck, John Boogz e Damaris Lewis.

Date le direttive del brand, sembrerebbe essere sempre in espansione.
In linea d’onda con questa filosofia della maison, ci sarebbe da chiedersi: “E in Italia?
Ruffini risponde: “Per quanto Milano continui ad essere una piazza importante, le città d’arte, come Venezia e Firenze, stanno crescendo sempre di più“.
Che questa crescita possa essere il pretesto di nuovi punti vendita?

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Raf Simons lascia Parigi: la moda uomo inverno 2017-18 sfilerà a New York

Raf Simons lascia Parigi per New York. Lo stilista belga ha annunciato che la sfilata di moda uomo inverno 2017-18 del suo brand si svolgerà il prossimo febbraio nella Grande Mela. Nonostante non sia stata dichiarata una ragione precisa per questo spostamento, la scelta sembra molto sensata considerando che Simons è stato nominato chief creative officer di Calvin Klein e trascorrerà quindi molto tempo oltreoceano.  È già la seconda volta che il designer si allontana da Parigi: la sua ultima collezione di moda uomo è stata presentata a Firenze lo scorso giugno, in occasione di Pitti Uomo 90. Nome del fashion system da un ventennio, Raf Simons è stato direttore creativo di Jil Sander e poi della maison Dior prima di approdare, lo scorso agosto, al timone della griffe statunitense. Il suo stile minimalista e all’avanguardia sembra perfetto per accostarsi all’amato e a tratti provocatorio Calvin Klein. La collezione moda inverno 2017-18 sarà la prima a segnare l’unione tra il brand e lo stilista ed è una delle più attese della prossima fashion week di New York.


Il fatto che Raf Simons abbia scelto New York per sfilare con il suo marchio omonimo, qualunque sia la ragione di questa decisione, è molto importante per il CFDA (Council of Fashion Designers of America). La Fashion Week: Men’s della Grande Mela, lanciata all’inizio del 2015, non ha ancora raggiunto il livello di pubblico e di prestigio della settimana della moda femminile, né delle rispettive fashion week europee. L’arrivo di Simons potrebbe portare una ventata di novità, insieme all’incontenibile curiosità verso la sua prima collezione per Calvin Klein. «La moda è un business globalizzato, e le differenze tra le capitali del fashion cominciano a svanire – ha spiegato Valerie Steele, direttore e capo curatore del museo al Fashion Institute of Technology di New York – ma lo stereotipo è che New York sia troppo commerciale: Raf aggiungerà il fascino e lo charme europeo alla New York Fashion Week».

BEAUTY – La NYFW detta nuovi canoni di bellezza . Ecco i testimoni della moda in rivoluzione

“Non dimenticate il tema della diversità razziale quando scegliete le modelle per le vostre sfilate”. Dichiarazione chiara e concisa della CFDA , la camera della moda americana , rivolta a tutti gli stilisti all’inizio di settembre, prima dell’avvio della recente fashion week di New York. Affermazione che ha dato sfogo al dibattito , attraverso i mezzi d’informazione e social , sulla predominanza di ragazze bianche, piuttosto omologate nell’aspetto e nell’etnia che calcano le passerelle di moda .


Winnie Harlow , rappresenta l’icona della modella inusuale per eccellenza . E’ stata una delle prime donne a sfilare senza vergogna per la sua “diversità” , che la resa idolo internazionale per il suo coraggio e testimonial del famoso brand Desigual .


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Desigual
Womenswear
Winter 2015 – 2016
Ready To Wear
New York
Generated by  IJG JPEG Library


Anche quest’anno la modella più famosa al mondo con la sindrome di down , Madeline Stuart , ha continuato ad abbattere le barriere con la sua apparizione al FTL MODA spettacolo per Hendrik Vermeulen Couture .


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ANDREW KELLY/REUTERS


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ANDREW KELLY/REUTERS


Shaholly Ayers , amputata appena sotto il gomito sul suo braccio destro , ha sfidato le probabilità , diventando una delle modelle più dinamiche d’America . Shaholly è apparsa in magazine di rilievo come GQ , US Weekly , Glamour.com e più recentemente durante la prestigiosa settimana della moda Mercedes – Benz di New York nel 2015 .


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Jude Hass è diventato il primo modello con la sindrome di down a sfilare per la New York Fashion Week.
L’adolescente texano ha avuto l’onore di aprire la presentazione della collezione della FTL Moda bambini . Il quindicenne ha cominciato a sfilare pochi anni fa , affiancato da un agente di talento specializzato nel rappresentare le persone con diverse disabilità .
“Sempre più persone con la sindrome di Down stanno sensibilizzando i Media e il grande pubblico “, ha affermato la mamma di Jude , Rachel Wolverton . ” E’ incredibile . Non ci sono parole per questo. E’ semplicemente fantastico “.


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Picture of Jude Hass @ NYFW


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Fox4news.com


Infine , uno dei casi più discussi durante la NYFW è la storia di una modella indiana sfigurata in volto dall’acido proprio in India , dove due anni fa ha subito gravi ustioni e ha perso un occhio a causa della folle gelosia del fratellastro e di altri due uomini .
Stiamo parlando della sorridente Reshma Quereshi , 19 anni , che ha aperto lo show FTL Moda accompagnata da applausi , in abito bianco con applicazioni ricamate dal designer indiano Archana Kochhar .
Quereshi non avrebbe mai pensato che sarebbe stato possibile andare all’estero , tanto meno sfilare a New York .
Ora rappresenta il volto di una campagna contro la vendita di sostanze corrosive usate per mutilare migliaia di donne e bambini ogni anno .
“Non riuscivo a credere che stava accadendo a me “, ha detto Quereshi circa il viaggio verso l’America . “In quel momento mi sono sentito estremamente felice”.


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Getty Images


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Quereshi with the actress Sunny Leone
Dailymail.co.uk



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Reuters


Aumentare la diversità in passerella è un obiettivo di FTL Moda : società di produzione che supporta i modelli con disabilità , costretti su sedie a rotelle , stampelle e amputati .
“Penso che questo è un potente strumento “, ha detto la fondatrice di FTL Moda Ilaria Niccolini . ” Penso che si possa fare un cambiamento in meglio , continuando a spingere i confini per aumentare la diversità nel settore moda e dello spettacolo . ”

New York Fashion Week. Collezione funny per Michael Kors

Ad incalzare la sfilata primavera/estate 2017 di Michael Kors ci ha pensato la canzone “Get happy” di Judy Garland.

In effetti, il tema del brano non poteva essere più azzeccato visto che il défilé proposto dalla griffe statunitense è l’emblema della felicità.

La provocazione dello stile rétro si insinua gradevolmente sugli abiti midi con scollatura profonda.

Se il colore è l’anima di questa collezione che si anima di fogge tipicamente vintage, il pattern diventa fulcro di questo progetto creativo. Macro fiori si stagliano generosamente dal fondo rubando la scena ai capi ton sur ton.

Poca ostentazione per la linea di Michael Kors che, a orpelli e artifizi, preferisce la purezza delle linee.

Trench dalla foggia minimale ed abiti crochet aprono un evento che culmina con vesti tempestate di cristalli che illuminano la passerella.

Cintura in vita e sandali plateau sono gli accessori cult di questa collezione.

Adottando il concetto “see now by now” i capi appena presentati a New York saranno venduti in brevissimo tempo nelle boutiques della griffe.

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Fonte immagini vogue.com

Antonio Lopez. New York omaggia l’illustratore di moda

Il New York Times lo definì “un grande illustratore di moda” ma in molti, finirono per dimenticare le sue opere.

New York, con una mostra al Museo del Barrio, rende omaggio al dimenticato Antonio Lopez, il grande illustratore di moda, menzionato da tanti, per aver poggiato la sua carriera su quattro muse che sarebbero diventate in divenire, le Antonio’s Girls e cioè, Jerry Hall, Grace Jones, Pat Cleveland e Jessica Lange.

 

Antonio Lopez (fonte immagine d.repubblica.it)
Antonio Lopez (fonte immagine d.repubblica.it)

 

Oscar de la Renta by Antonio lopez (fonte immagine beatricebrandini.it)
Oscar de la Renta by Antonio lopez (fonte immagine beatricebrandini.it)

 

 

(fonte immagini badinicreateam.blogspot.it)
(fonte immagini badinicreateam.blogspot.it)

 

 

Nato a Utuado (Portorico) l’11 febbraio 1943, all’età di sette anni assieme alla famiglia, si trasferisce a New York.

La passione per la moda, nasce dalla necessità della madre, Maria Luisa Cruz, di tenere il figlio lontano dalla strada. E’ lei, un’abile sarta, ad avvicinare Antonio nel fashion system, chiedendogli di disegnare i fiori che lei stessa avrebbe ricamato.

Assecondando le sue doti artistiche, frequenta la High School of Art and Design e, in seguito, il Fashion Institute of Tecnnology.

 

(fonte immagini badinicreateam.blogspot.it)
(fonte immagini badinicreateam.blogspot.it)

 

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(fonte immagini badinicreateam.blogspot.it)
(fonte immagini badinicreateam.blogspot.it)

 

 

A lui si sono affidate maison come Valentino e Missoni e testate giornalistiche come il New York Times, Vogue, Vanity Fair, Elle e Harper’s Bazaar.

Incontra poi l’art director Juan Eugenio Ramos; tra i due nasce una stretta collaborazione e anche un grande amore. Si batterono a lungo per portare i concetti di razza e genere nella moda, fino a quando Antonio non spirò il 17 marzo del 1987, a causa di un sarcoma di Kaposi sopraggiunto come complicanza all’AIDS di cui era affetto da diversi anni.

 

(fonte immagine verlanga.com)
(fonte immagine verlanga.com)

 

 

In suo onore, furono pubblicati diversi libri tra cui “Antonio Lopez: Fashion, Art, Sex, and Disco” di Roger e Mauricio Padilha (Rizzoli, 2012).

La mostra a lui dedicata, “Antonio Lopez: Future Funk e Fashion“, resterà aperta fino il prossimo 26 novembre 2016.

 

 

 

Fonte cover bangbangbang.com.mx

Beetle House. Apre a NY il bar dedicato a Tim Burton

La scenografia è degna del nome di chi lo ha ispirato. Volti in tumefazione, teschi in bella vista, luce soffusa color purple e rose nere:  l’ambientazione gotica di Beetle House rende totalmente omaggio al geniale maestro Tim Burton.

 

Beetle House è un bar dedicato al regista Tim Burton
Beetle House è un bar dedicato al regista Tim Burton (fonte beetlehousenyc)

 

 

308 east 6th street  New York, NY: questo è l’indirizzo dove potreste degustare ottimi drink e mangiare piatti squisiti in una cornice degna delle migliori pellicole del regista come: “La Fabbrica di Cioccolato” o “Beetlejuice”, fatica cinematografica che ha dato il nome al locale.

Il menu è completamente dedicato ai film di Burton con riferimento, per quanto concerne le proposte, ai titoli o  alle citazioni dalle pellicole da lui create.

 

La scenografia del locale è degna dell'eclettico regista Tim Burton (fonte beetlehousenyc)
La scenografia del locale è degna dell’eclettico regista Tim Burton (fonte beetlehousenyc)

 

 

Un esempio? Il drink Alice’s cup of tea, si ispira al film Alice in Wonderland (2010) diretto dal regista, con protagonista Johnny Deep.

Beetlejuice, cocktail che prevede un mix di Tequila, mirtillo e lime, prende il nome dalla celeberrima pellicola del 1988 che si aggiudicò l’Oscar al miglior trucco del 1989 e che ispirò la serie televisiva animata “In che mondo stai Beetlejuice?”

Dal sito, inoltre, potrete dare un’occhiata all’intero menu e prenotare il vostro tavolo.

New York celebra la cucina italiana

Ci sono cose alle quali non si può rinunciare facilmente, neanche in vacanza: tra queste, al primo posto si trova la cucina italiana. Ci si adatta al letto un po’ scomodo in albergo, a uno spostamento più lungo del previsto, alla calca, al clima così diverso da casa propria, ma a un cattivo abbinamento cibo vino proprio no. E così l’italiano in vacanza all’estero, magari dopo aver provato e anche apprezzato la cucina locale, finisce inevitabilmente per entrare in un ristorante italiano. Ma come trovare quello giusto? A New York ci pensa l’Italy-America Chamber of Commerce (Iacc) che stila la lista dei migliori ristoranti italiani nella Grande Mela. I parametri da valutare sono diversi: l’uso di prodotti genuini DOP o IGP, un ottimo abbinamento cibo vino con bottiglie italiane, l’uso di olio extravergine di oliva 100% made in Italy. Infine, la cortesia e la buona conversazione con i clienti sono un ottimo lasciapassare per ottenere la prestigiosa certificazione “Ospitalità Italiana“.


Quest’anno sono 25 i ristoranti selezionati dall’Italy-America Chamber of Commerce per ottenere il marchio di qualità in una cerimonia ufficiale al Metropolitan Pavillion a Manhattan. “Gli obiettivi del progetto sono quelli di supportare e valorizzare i ristoranti italiani nel mondo, creare un network che consenta la realizzazione di eventi per valorizzare i territori di provenienza dei prodotti tipici, utilizzare la rete RIM per garantire l’autenticità dei marchi DOP e IGP, promuovendo le nostre eccellenze“, ha spiegato il segretario generale Iacc, Federico Tozzi. “Noi come Italy America Chamber of Commerce – ha aggiunto – siamo impegnati 360 giorni all’anno per monitorare e verificare che gli standard ‘Ospitalita’ Italiana’ siano rispettati“.


I ristoranti certificati “Ospitalità Italiana” negli Usa sono oltre 300, portabandiera della cucina italiana nel Paese a stelle e strisce. Come educatori del gusto, proprietari e cuochi di questi ristoranti italiani sentono una vera responsabilità verso i preziosi prodotti e le centenarie ricette che utilizzano e che reinventano in versione contemporanea, senza mai snaturarle. “L’importanza di queste sentinelle del made in Italy in territorio americano e’ notevolissima – ha sottolineato il presidente di Iacc Alberto Milani – poiché svolgono una continua educazione del consumatore Usa al cibo e vino tricolore“.

Mickael Kors Collection: garbo e glamour sfilano a New York

Mickael Kors Collection docet!

Si, perché la collezione autunno/inverno 16-17 presentata a New York è priva di eccessi, di provocazioni. Il marchio lancia una moda portabile sempre, garbata, in perfetto street style.

Il défilé proposto dallo stilista presenta, pertanto, capi comodi ed essenziali. Il maglione tricot old school viene abbinato alla camicia per una mise da vera liceale. La cintura in pelliccia è l’unico vezzo dell’abbinamento.

Il vello dell’animale, in realtà, è riproposto sia in dettagli come i manicotti e il collo degli over coats che con magnifici pattern floreali dal sapore vintage.

Caban doppio petto sono abbinati abilmente ai jeans resi glamour da curiose piume che ritroviamo anche su abiti cocktail total black con scollatura profonda. Minigonne contenute dalla linea a trapezio, aprono la strada a pantaloni scivolati effetto sparkling.

È colourful la palette di colori scelta per animare la collezione: dal mauve al verde vitaminico, dal color cammello  al gold fino alle svariate tonalità del blu.

Essenziali anche gli accessori: tracolle, cinture catena e mocassini declinati nel classico nero e oro e tronchetti animalier, chiudono il progetto creativo di Mickael Kors.

 

(fonte Madame Figaro)
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(fonte Madame Figaro)