Una scoperta affascinante è quella fatta al Museo Egizio di Torino: dopo 4 anni di indagini, i risultati di uno studio inglese, appena pubblicati, proverebbero che gli arti presenti al Museo apparterrebbero alla celebre regina Nefertari, la moglie del grande faraone Ramesse II.
I resti mummificati conservati al Museo Egizio di Torino comprendono due arti inferiori, che con estrema probabilità appartengono alla regina del XIII secolo a.C.: a comprovare lo straordinario ritrovamento i risultati di uno studio condotto quattro anni fa da un gruppo internazionale di ricercatori sui reperti conservati in una teca del museo. Lo studio, pubblicato sulla rivista scientifica Plos One, confermerebbe la scoperta.
Quei resti mummificati erano stati trovati nel 1904 da Ernesto Schiaparelli nella tomba QV66 della Valle delle Regine, nei pressi di Luxor. E proprio a Schiaparelli si deve buona parte dei reperti in mostra al Museo Egizio di Torino.
Nata nel 1295 a.C. e morta nel 1255 nel 25° anno di regno di Ramesse II, Nefertari è sempre raffigurata alla stessa altezza del marito, cosa che indica l’alta considerazione nella quale era tenuta. La regina sapeva leggere e scrivere i geroglifici ed era solita inviare anche delle lettere in testo cuneiforme alla moglie del re ittita Hattusili III, per siglare una pace tra donne che poi avrebbero fatto sottoscrivere ai mariti. L’equipe di scienziati che ne ha esaminato i resti, coordinati dall’università britannica di York, ha effettuato analisi chimiche, antropologiche, genetiche e di datazione al radiocarbonio. Gli arti apparterrebbero ad una donna di circa 40 anni, alta un metro e 65.