Pratica che ti passa. Le 5 interessanti novità da non perdere per gli appassionati di yoga

Sempre più italiani si approcciano all’antica disciplina scegliendola come propria filosofia di vita. Per questo motivo D-Art sceglie di portarvi alla scoperta delle ultime tendenze e curiosità inerenti lo yoga.



A qualche giorno dalla conclusione dello Yoga Festival Milano 2015, edizione particolarmente significativa, trattandosi di quella decennale, si è sancito un punto sulla situazione dei praticanti della disciplina in Italia. E’ una comunità che cresce giorno dopo giorno, fatta di persone affascinate dal suo valore millenario, intente a trovare il proprio equilibrio interiore attraverso la filosofia.
Nello spazio di circa 4500 mq, presso il Superstudio di via Tortona, sono state ospitate oltre 80 scuole di yoga e vari espositori, 5 sale per le pratiche, 2 sale conferenze, un ristoro biologico e una sezione speciale per i più piccoli.
Un’occasione per scoprire tutte le novità per gli yogi, molte delle quali ancora in fase di startup.
Ed ecco che D-Art va alla ricerca delle 5 più innovative curiosità, dentro e fuori dal festival, per garantire ai propri lettori la possibilità di essere al passo con i trend anche in fatto di benessere psicofisico.


1. Approdato nel 2012 a Milano, grazie a Antonio Spera, il Bikram yoga a caldo si pratica in pochissime altre città. Presso il suo centro, che ha sede in via Spontini, si svolgono anche laboratori di hatha yoga, hot flow e workshop di aggiornamento e perfezionamento periodici. Le lezioni durano 60 e 90 minuti e si sviluppano attraverso 26 āsana, vale a dire posture, e 2 particolari esercizi di respirazione a 40 gradi. Ogni sistema del corpo umano insieme agli organi interni lavora profondamente. Di lezione in lezione si impara a concentrare la mente sulle proprie capacità di resistenza, a controllare il respiro e a acquistare consapevolezza del collegamento tra mente e corpo perfezionando forza e flessibilità. Il Bikram prende il nome dal suo ideatore Bikram Choudhury, pluripremiato campione internazionale di yoga e mentore di molte celebrities hollywoodiane, conosciuto dallo stesso Spera nel 2010. Una pratica che può essere svolta dai 9 ai 99 anni, che può ridurre i sintomi di molte malattie croniche ed è un’ottima attività di prevenzione.


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2. E’ proprio nella programmazione annuale dei workshop di Spera Bikram Yoga che si incrocia l’insegnante statunitense Benjamin Sears, ideatore di LuxYoga, uno spazio aperto a tutti gli appassionati, nel cuore della Provenza, che mixa una full immersion nella disciplina a una vacanza nel segno del luxury. Aperto nel 2007, la villa che lo ospita vede lo svolgimento di classi giornaliere e consente ai propri ospiti di essere coccolati dallo chef residente intento a preparare solo pasti con prodotti bio. Al termine di ogni classe viene offerto un drink ayurvedico da gustare prima di tuffarsi in piscina. Gli ospiti, inoltre, possono usufruire di massaggi sul patio con una splendida vista sul Mediterraneo e gustare selezionati vini rossi locali. Escursioni e lezioni di cucina non mancano per completare il confronto con gli altri yogi, provenienti da ogni parte del mondo. Un modo per incrementare la pratica, massimizzare il proprio potenziale e ricevere nozioni extra rendendo LuxYoga un’esperienza unica nel suo genere e impossibile altrove.


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3. Lusso e esclusività personalizzata anche per My Ginny, il servizio “à porter“ di ginnastica femminile a corpo libero, fortemente ispirata dallo yoga, atta a modellare la figura di ogni donna. Partendo anche dai principi della ginnastica Vedres, della danza, del pilates e della ginnastica posturale, si riescono a creare piccole coreografie mirate all’allungamento, stiramento, scioglimento degli accumuli di grasso, rassodamento e benessere della schiena e cervicale. A idearla è la poliedrica trainer Costanza Sibio che, con l’utilizzo di un tamburello scandisce il ritmo da seguire durante le lezioni che sono sempre diverse e mai annoianti. Le possibilità di svolgimento sono tante e tutte personalizzate, da sole, a casa o a lavoro, la Sibi vi raggiungerà ovunque vogliate per consentirvi di essere in forma e di rilassare lo spirito e il corpo.





4. Dal personal trainer al personal food coach, specializzato in consigli per coloro che vogliono affiancare alla pratica yoga uno stile alimentare in linea. Dopo essersi formata sulla tematica, Gioia Camillo, già food blogger e chef vegana di Bacche di Gioia, è in grado di dare suggerimenti personalizzati su come nutrirsi evitando tutto ciò che è tossico per l’organismo. In quattro settimane, tempo idoneo per sviluppare un nuovo stile di vita a tavola, attraverso chiacchierate informali e consulenza illimitata, porta i suoi assistiti alla scoperta della loro essenza e dei loro desideri, nel segno dell’armoniosità del proprio organismo.


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5. Ma chi sono e che volto hanno i maestri che diffondono la disciplina nel nostro Paese? E’ l’arcano che viene svelato da Georgia Nuzzo, fotografa ufficiale della Federazione Mediterranea Yoga dal 2008, per la quale realizza reportage fotografici.
“Equilibri Yoga” è la sua ultima personale nella quale si focalizza su ritratti di 16 maestri in āsana.
Presentata proprio allo Yoga Festival questi ultimi sono colti in differenti posizioni che lasciano captare la personale determinazione spirituale. Un connubio di forza fisica e mentale che sancisce la perfezione raggiunta da chi svolge la pratica da anni. La naturalezza dei loro movimenti supera, per chi osserva i magici scatti su sfondo nero, la reale difficoltà.
Negli eleganti ritratti ritroviamo i maestri: Jacopo Ceccarelli, Perumal Koshy, , Willy Van Lysebeth, Roberto Miletti, Antonio Nuzzo, Walter Ruta, Gualtiero Vannucci, Piero Vivarelli, Jayadev Jac e Barbara Woehler.



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Nomi noti settorialmente ai quali si aggiungono quelli meno conosciuti ma ugualmente appassionati e coinvolgenti. Secondo le statistiche , infatti, nel 2016 si prevede un incremento di praticanti e insegnanti intenti a approcciarsi alla disciplina nelle sue varianti classiche e in quelle sperimentali, pronti a alimentare un mercato satellite fortemente in crescita.

Addio a Krizia

Si è spenta nella sua abitazione di Milano, all’età di 90 anni, Mariuccia Mandelli, in arte Krizia. A dare la notizia dell’improvviso malore, fatale alla celebre designer, il cda di M.K.K. spa.

Nata a Bergamo il 31 gennaio del 1935, Krizia si affermò ben presto divenendo protagonista indiscussa della moda italiana. Il caschetto scuro, il sorriso ironico e lo sguardo curioso, impossibile non conoscere Mariuccia Mandelli: quel nome scelto dall’ultimo Dialogo di Platone, perfetto per designare la sua moda concettuale e architettonica. Mariuccia Mandelli era figlia di un’Italia abituata a lavorare sodo e a fare sacrifici: un’attitudine per il taglio e cucito coltivata con grande disciplina, sullo sfondo del dopoguerra e con un padre intento a dissipare il patrimonio familiare per i suoi vizi; poi gli studi in Svizzera e quella cattedra come insegnante a cui la giovane rinunciò in nome della moda, per aprire un laboratorio a Milano, con l’amica Flora Dolci. Linee pulite ed essenziali caratterizzarono quei primi capi sperimentali.

Nel 1957 la giovane designer si distinse nell’ambito di un’esposizione al SAMIA (Salone mercato internazionale dell’abbigliamento), attirando l’attenzione anche di Elsa Robiola, celebre firma del giornalismo di moda italiano. Nel 1964 presentò una sua collezione a Palazzo Pitti, a Firenze, ottenendo il premio “Critica della moda”. Se inizialmente Mariuccia Mandelli vendeva le sue creazioni ai negozi, fu grazie all’obiettivo di Elsa Haerter, fotografa della rivista Grazia, che il suo nome cominciò a girare nei negozi più importanti. Le sue collezioni degli anni Sessanta prediligono i contrasti, come il bianco e nero optical, e la minigonna, che in Italia fu sdoganata anche grazie a lei, sulla scia di Mary Quant.





Dopo le nozze con Aldo Pinto, celebrate in Giamaica nel 1965, crea la collezione Kriziamaglia, e nel 1971 si aggiudica il premio “Tiberio d’oro” grazie ad un paio di hot pants ad alto tasso di sensualità.

Da lì la conquista del mercato internazionale con il suo brand: Krizia propone uno stile eccentrico ma sofisticato, specchio dello stile degli anni Ottanta. I materiali innovativi, come il sughero, la gomma e l’anguilla, e le forme insolite delle sue creazioni le valgono il soprannome di “Crazy Krizia”, assegnatole dalla stampa americana. Acclamata dai mercati esteri, amata tra le altre da Marella Agnelli e Lady Diana, la consacrazione avviene con un ritratto firmato Andy Warhol: Mariuccia Mandelli brilla nel firmamento della moda mondiale, dimostrando doti imprenditoriali notevoli, oltre ad un talento senza pari. Negli anni Ottanta il suo prêt-à-porter è salutato con clamore, mentre la stilista firma una linea uomo che ottenne grande successo; indimenticabili le maglie con gli animali, mentre nel 1980 arriva la prima fragranza firmata Krizia. Nel 1986 la stilista ottiene la massima onorificenza italiana, divenendo Commendatore della Repubblica Italiana, unica donna accanto a nomi del calibro di Giorgio Armani, Gianfranco Ferré, Valentino Garavani e Gianni Versace.

Gli anni Novanta la vedono indagata nel maxi processo Mani Pulite, con l’accusa di aver pagato delle tangenti, ma segue la piena assoluzione nel 1998. Recenti le collaborazioni della designer con Alber Elbaz, Jean-Paul Knott, Giambattista Valli, mentre nel 2014 il marchio fu rilevato dal gruppo cinese Shenzhen Marisfrolg Fashion. La stilista si è spenta improvvisamente nella serata di ieri nella sua abitazione milanese, accanto al marito Aldo Pinto. A gennaio avrebbe compiuto 91 anni. Dichiaratasi sempre di sinistra, Mariuccia Mandelli auspicava l’avvento di una generazione di giovani talenti e -schietta come sempre- non perdeva occasione per evidenziare la mancanza di umiltà che caratterizzava diversi addetti ai lavori. Con lei scompare un tassello fondamentale della moda italiana.

China Machado: la bellezza che ruppe tutti gli schemi

Zigomi pronunciati e labbra a cuore, un volto dall’espressività altera si mixa ad una sensualità felina, che fa capolino, quasi come una forza primordiale, dalle crinoline dei lunghi abiti in taffettà: China Machado è uno dei personaggi più interessanti del fashion biz.

Una vita in cui il destino ha messo più volte lo zampino, una lunga carriera come modella, iniziata un po’ per caso, una bellezza che ha stravolto i canoni vigenti all’epoca, sfidando le cortine fumogene dettate dal razzismo: China Machado è fashion editor, mannequin, icona di stile e produttrice televisiva.

Una lunga e sfolgorante carriera con un mentore d’eccezione, Richard Avedon, China Machado è stata la prima modella asiatica ad apparire su un magazine di moda. Correva l’anno 1959 e la splendida mannequin, scoperta dall’inossidabile Diana Vreeland, compariva nella sua maestosa bellezza sulla cover del numero di febbraio di Harper’s Bazaar.

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China Machado per Harper’s Bazaar, Novembre 1962, foto di Melvin Sokolsky
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China Machado è nata a Shanghai nel 1928
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China Machado in un abito Ben Zuckerman per Harper’s Bazaar, New York, 6 novembre 1958. Foto di Richard Avedon

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China Machado è stata musa storica di Richard Avedon


All’anagrafe Noelie Dasouza Machado, la modella è nata a Shanghai nel 1928. Sangue misto nelle vene, tra Sud-Est asiatico, India e Portogallo, China Machado è cresciuta parlando alla perfezione quattro lingue: l’inglese, il francese, il cinese e il portoghese.

Un’infanzia segnata in modo indelebile dalla guerra ma anche dalla povertà e dalla malattia: a sette anni rischiò la vita per complicazioni derivanti da un’infezione multipla, tra tifo, febbre paratifoide e meningite. Era il 1937 e si racconta che, mentre il prete stava per somministrarle l’estrema unzione, i giapponesi bombardarono l’ospedale di Shanghai dove la piccola era ricoverata. “La combattente che è in me venne fuori”, ha dichiarato più volte l’icona di stile ripensando a quel periodo della sua infanzia.

Superata la quarantena e recuperata la salute, la giovane trascorse i suoi primi 16 anni di vita a Shanghai; poi iniziò a viaggiare con la famiglia, tra Argentina, Spagna e Perù, prima di stabilirsi in Europa.

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La mannequin è stata la prima modella asiatica ad ottenere la cover di un magazine di moda
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China Machado in pigiama palazzo Galitzine, foto di Richard Avedon, 1965
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China Machado ritratta da Avedon a La Pagode d’Or, Parigi, gennaio 1959
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China Machado, foto di Richard Avedon per Harper’s Bazaar, Parigi, agosto 1961

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China Machado per Harper’s Bazaar, foto di Frank Horvat, Roma, 1962


All’età di 19 anni China Machado conobbe Luis Miguel Dominguín, torero di grande fascino. Con lui si trasferì a Roma, dove prese parte a numerose pellicole cinematografiche. La bellezza esotica di China mieteva i primi consensi ma i modelli di riferimento a cui la giovane si ispirava erano donne occidentali, come Rita Hayworth, Vivien Leigh e Ava Gardner. Sarà proprio quest’ultima, femme fatale dalla personalità esplosiva, a rubarle l’amore di Dominguín. Al termine di quella relazione la giovane si trasferì a Parigi, dove la sua vita cambiò per sempre.

La sfrontata bellezza di China Machado ruppe il sistema di vero e proprio apartheid che caratterizzava la moda degli anni Cinquanta. Lei, che non aveva mai fatto alcun pensiero sul mondo fashion, venne notata durante un party e si ritrovò letteralmente catapultata sulla passerella di una maison storica del calibro di Givenchy. In soli due anni la modella -che cambiò in quel periodo il proprio nome in China- calcò le passerelle più prestigiose, da Dior a Valentino, da Balenciaga fino a Pierre Cardin. Elegante e sensuale, divenne musa di Hubert de Givenchy, per cui lavorò tre anni, conseguendo un primato storico: fu infatti la mannequin più pagata d’Europa, con guadagni che sfioravano i mille dollari giornalieri. Protagonista dei party più esclusivi, a cui presenziava accompagnandosi ad artisti del calibro di Pablo Picasso ed Andy Warhol, nel 1957 sposò l’attore Martin LaSalle da cui divorzierà nel 1965, dopo aver dato alla luce due bambine. La coppia si stabilì a New York City e fu qui che, nel 1958, avvenne l’incontro decisivo per la carriera di China. Tramite la fashion editor Diana Vreeland la modella ebbe modo di incontrare Richard Avedon. Col grande fotografo nacque subito una grande amicizia ma anche un sodalizio artistico che produsse risultati di portata storica.

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Musa di Hubert de Givenchy, China Machado calcò le passerelle più importanti, da Dior a Balenciaga
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La mannequin in uno scatto del 1961
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New York, Harper’s Bazaar, 1964, foto di Jeanloup Sieff
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China Machado per Harper’s Bazaar, styling di Diana Vreeland e foto di Richard Avedon

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China Machado e Alberto Moravia, foto di Frank Horvat per Harper’s Bazaar, Roma, 1961


Definita da Avedon “la donna più bella del mondo”, per vedere pubblicate le foto che immortalavano la sua musa dalla bellezza esotica, Avedon dovette superare le barriere razziali e il bigottismo imperante, per cui era inconcepibile vedere in copertina una modella asiatica. La Hearst, casa editrice di Harper’s Bazaar, temeva che quelle foto avrebbero causato la disdetta di molti degli abbonamenti alla celebre rivista di moda. L’editore dell’epoca, Robert F. MacLeod, disse a chiare all’incredulo Avedon che quelle foto non potevano essere pubblicate perché la ragazza non era bianca. Ma è pur vero che non si diventa leggende per caso: Avedon si dimostrò inossidabile nella sua battaglia a favore della bellezza, arrivando a minacciare la storica casa editrice di rinunciare al contratto come fotografo di Harper’s Bazaar. Alla fine Avedon la spuntò e salutò orgogliosamente l’uscita del numero di febbraio del 1959: la bellezza aveva vinto. Ma forse la portata storica di quella battaglia non era ancora del tutto chiara, all’epoca. Il successo di China Machado aprì la porta alle modelle di colore, da Iman a Naomi Campbell, da Jourdan Dunn a Sessilee Lopez.

China Machado in Guy LaRoche
China Machado in Guy LaRoche
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All’anagrafe Noelie Dasouza Machado, la modella cambiò il proprio nome in China quando iniziò a sfilare
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La bellezza esotica di China Machado immortalata da Peter Basch in uno scatto risalente agli anni Cinquanta
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China Machado in un abito Patrick de Barentzen, foto di Richard Avedon
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China Machado è tornata a posare come modella, firmando un contratto con la IMG alla veneranda età di 80 anni

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L’icona di stile ha lavorato per ben 11 anni come fashion editor di Harper’s Bazaar


Nonostante il suo incredibile successo China Machado non si dichiarò mai entusiasta del lavoro di modella, e -incredibile ma vero- lei, dal viso così perfetto, non si ritenne mai particolarmente bella, come ha più volte dichiarato in numerose interviste. La collaborazione tra la modella e Avedon durò tre anni, successivamente ai quali China Machado fu assunta -ironia della sorte- dallo stesso Harper’s Bazaar come Senior Fashion Editor, per poi assumere l’incarico di Fashion Director. Dal 1962 l’ex modella lavorò per 11 anni nella redazione dello storico magazine. Come fashion editor il suo era un approccio alla moda istintivo e spontaneo. Convinta per sua stessa ammissione di non avere -a differenza delle sue colleghe- un senso innato per lo stile, China Machado prediligeva comfort e sobrietà, indossando spesso pantaloni.

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China Machado ritratta da Bruce Weber per Vogue Italia luglio 2015
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China Machado ritratta da Richard Rutledge
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Contraria alla chirurgia estetica, China Machado appare ancora oggi bellissima e naturale
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Ironica e dalla grande personalità, China Machado ha lavorato anche come costume designer e produttrice televisiva

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China Machado fotografata da Glen Luchford per V Magazine, 2010


Nel 1989 l’icona di stile China Machado venne celebrata con l’inserimento nella celebre International Best Dressed List, creata nel 1940 da Eleanor Lambert. La modella ebbe due figlie dall’attore Martin LeSalle, Blanche ed Emmanuelle. Rumour vociferano di una sua liaison con William Holden. Attualmente la modella vive a Long Island col suo nuovo marito Riccardo Rosa.: nel corso della sua lunga carriera ha lavorato anche come costume designer e produttrice televisiva e ha cresciuto le sue due figlie come madre single. Dopo aver ultimato la sua autobiografia è stata immortalata in tempi recenti da Bruce Weber per W Magazine: è così che, a oltre mezzo secolo dal suo ritiro dalle passerelle, China Machado è tornata a posare come modella, con un contratto firmato con la celebre agenzia IMG alla veneranda età di 80 anni. Il passare del tempo non ha cambiato i suoi zigomi, le labbra e gli occhi felini sono sempre gli stessi, come anche l’autoironia. E a chi le chiede quali siano i suoi segreti di bellezza, lei risponde, spiazzando gli increduli interlocutori: “Non ho mai fatto una dieta, non ho mai fatto ginnastica, mangio come un maiale e bevo- soprattutto vodka. E fumo, anche.” Perché la personalità è glamour.


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Lo stile di Caroline Vreeland

Baptiste Giabiconi: il volto più amato da Karl Lagerfeld

Quando si parla di muse vengono alla mente figure di donne eteree e straordinarie, dalla Beatrice dantesca alla Laura di petrarchiana memoria, da Lee Miller, indimenticabile musa di Picasso e Man Ray, fino alla celebre Elena Ivanovna Diakonova, conosciuta come Gala, che ispirò Paul Eluard e Salvador Dalí: tutte donne eccezionali, ispiratrici di opere altrettanto uniche. Ma cosa succede quando a vestire i panni della musa ispiratrice è un lui? È il caso di Baptiste Giabiconi, modello originario di Marsiglia amatissimo da Karl Lagerfeld.

Presenza fissa delle sfilate Chanel, ha chiuso il défilé romano di Chanel Métiers d’Art presentandosi sottobraccio a Kaiser Karl: classe 1989, quella di Baptiste Giabiconi è la parabola di un ragazzo che dal lavoro di operario in fabbrica si è ritrovato catapultato sulle passerelle.

Bellezza efebica e fascino ambiguo, Baptiste ha lavorato per anni in una fabbrica di elicotteri nel sud della Francia; un talent scout non meglio identificato ne avrebbe poi scoperto la grande fotogenia. Da lì la fama ci ha messo poco ad arrivare: dopo aver firmato un contratto con la prestigiosa Dna Model Management di New York, Giabiconi è divenuto il volto della campagna pubblicitaria di Frankie Morello. Dal 2008 il modello è entrato nelle grazie di Karl Lagerfeld, che ne ha fatto la propria musa iconica.

Baptiste Giabiconi è la musa maschile di Karl Lagerfeld
Classe 1989 e un fascino giocato sull'ambiguità
Classe 1989 e un fascino giocato sull’ambiguità

Baptiste Giacobini fotografato da Karl Lagerfeld
Baptiste Giabiconi fotografato da Karl Lagerfeld per Purple Magazine


Viso angelico e sguardo di ghiaccio, Baptiste Giabiconi ha fatto dell’ambiguità la sua forza: elegante e fascinoso anche quando posa in tacchi a spillo per Lagerfeld o quando sfila in turbante come novello Lawrence d’Arabia.

Dopo aver preso parte ad un cortometraggio diretto proprio da Lagerfeld, accanto a Lara Stone, e dopo essere stato protagonista dello spot del Magnum Algida, per la regia dello stesso Lagerfeld, Giabiconi ha segnato un traguardo, essendo stato il primo modello uomo ad apparire nudo sul calendario Pirelli. L’edizione in questione è quella del 2011, firmata ancora una volta da Lagerfeld. Qui Baptiste posa come in déshabillé a metà tra un satiro e un dio, per scatti ispirati alla mitologia greca, accanto a nomi del calibro di Bianca Balti ed Elisa Sednaoui.

Pirelli 2011 con scatti di Karl Lagerfeld
Pirelli 2011 con scatti di Karl Lagerfeld

In passerella per Chanel Haute-Couture Primavera/Estate 2012
In passerella per Chanel Haute-Couture Primavera/Estate 2012


Il giovanissimo modello ha anche tentato, seppur con discutibile successo, la carriera discografica, incidendo nel 2010 il singolo «Showtime», prima di fare ritorno nel mondo della moda, a lui più congeniale. Torace scolpito, lo vediamo immortalarsi da buon Narciso in diversi selfie a torso nudo, che posta prontamente sui social network, a partire da Instagram, dove è seguito da oltre un milione di followers. Un tatuaggio con la scritta «Simplicité», monito per ricordarsi sempre delle proprie origini, si dice che Giabiconi sia stato boyfriend di Katy Perry, icona dalla femminilità esplosiva: stuoli di ragazzine impazziscono per lui, e la stessa Naomi Campbell ha dichiarato la sua ammirazione per il modello, che a suo dire non avrebbe nemmeno l’ombra di un difetto. Ma la virilità è un’altra cosa, ça va sans dire.


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Lo stile di Caroline Vreeland

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Stando alla genetica lo stile dovrebbe scorrerle nelle vene: Caroline Vreeland, socialite, cantante ed icona di stile, è la nipote della mitica Diana Vreeland. La celebre fashion editor non è stata solo una figura importante del fashion biz, ma il nome che, dagli anni Quaranta ai Sessanta, con la sua impronta ironica, irriverente e personalissima ha rivoluzionato il corso della moda mondiale, fungendo da spartiacque tra l’antico e il moderno.

Divenuta famosa per la sua rubrica su Harper’s Bazaar intitolata “Why don’t you…?”, dalla quale dispensava consigli deliziosamente sui generis, fino al suo ruolo di direttrice di Vogue America, chi ha avuto come nonna un personaggio del calibro di Diana Vreeland non può non sentire tutto il peso che tale eredità inevitabilmente comporta.

Guardando Caroline Vreeland, viso angelico e fisico prorompente, la prima parola che viene in mente è personalità. Perché la bionda cantautrice e modella, balzata alle cronache degli ultimi anni anche per il suo stile, di personalità ne ha da vendere. E se essere figli, o, in questo caso, “nipoti di”, può essere un’arma a doppio taglio, nel caso della giovane Vreeland proprio il carattere e la grinta hanno fatto la differenza.

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Curve da capogiro e grinta da vendere, la bombshell americana si contraddistingue per uno stile moderno e all’avanguardia, che attinge spesso e volentieri dal guardaroba maschile. Cantante apprezzata, prima ancora che icona fashion, Caroline Vreeland predilige il total black e un mood aggressivo. Come lei stessa ha dichiarato più volte, da adolescente ha avvertito la pressione derivatale dal cognome ma anche dal suo fisico esplosivo: grande sensualità, il décolleté generoso e la notevole fotogenia le hanno aperto le porte della moda, con un contratto come modella stipulato con la celebre Next Agency.

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Caroline lavora anche come attrice e talent scout e definisce sua nonna la donna più chic mai esistita. Presenza fissa nei front-row delle settimane della moda, apprezzata anche da Carine Roitfeld, Caroline Vreeland nel 2013 è stata protagonista di American Idol. Spontanea e curiosa, ha dichiarato di sentirsi a proprio agio anche struccata. Perché la personalità è glamour.


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Chanel Métiers d’Art: una parigina a Roma

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Una Parigi nebbiosa e fumante, intrisa di mistero e charme, persa nelle sue strade, tra atmosfere gotiche e dettagli che profumano di antico. Una donna stretta in un elegante paletot cammina a passi svelti tra le brasserie, inoltrandosi in quelle strade piene di bistrot. Una sigaretta le fuma in bocca, mentre indugia nei pressi della boulangerie, prima di proseguire la sua corsa sui tacchi a stiletto fino alla stazione della metro. Non siamo nella capitale francese, ma nella Roma firmata Chanel. Quasi come in un film, inizia così la sfilata Chanel Métiers d’art Paris-Rome 2016: in una Parigi ricostruita con certosina precisione, sfila all’interno degli studios di Cinecittà la collezione della storica maison.

Dopo aver sfilato lo scorso anno a New York, Karl Lagerlfed ha scelto la città eterna per presentare la collezione annuale di Chanel Métiers d’Art: una sfilata itinerante incentrata sull’artigianato, per autentici gourmet.

La location scelta da Lagerfeld per la sua #ParisinRome vanta una lunga storia: vero e proprio tempio del cinema, lo storico Teatro 5 fu scelto da Federico Fellini per girarvi i suoi capolavori, da La dolce vita a Otto e mezzo.





Protagonista della collezione è una donna romantica e iperfemminile, stretta in tailleurini in jacquard e lunghi abiti in pizzo, tra silhouette bodycon e dettagli urban. Non mancano accessori evergreen, come le maxi collane in perle, simbolo della maison, ma il mood è arricchito da un tocco aggressive derivato dalla pelle, usata prevalentemente su gonne a tubino. Inedite calze in pizzo esaltano le mise, mentre la gonna ora si porta con crop top.

Colletti austeri, camicie con fiocco, lunghi abiti in chiffon impalpabile, e ancora, tweed e lana bouclé: si alternano sulla passerella nomi del calibro di Lara Stone, Freja Beha Erichsen e Bella Hadid. Citazioni vittoriane nei colli alti mentre la vernice nera di alcuni outfit ci riporta nelle atmosfere intrise di passioni estreme di Godard e Truffaut. Una vera chicca è la borsetta a forma di cinepresa vintage, che si preannuncia già must have della prossima stagione.

Karl Lagerlfed ha pensato proprio a tutto: la sua parigina a Roma unisce alla classe tipicamente francese le suggestioni cinematografiche che hanno fatto grande il cinema italiano.
Un film dentro al film: l’apposito cinema d’antan diviene la location in cui viene proiettato in anteprima “Once and Forever”, l’ultimo cortometraggio firmato Lagerfeld. Protagoniste Kristen Stewart e Géraldine Chaplin, entrambe nei panni di mademoiselle Coco. Le due dive siedono in prima fila in un front row ricco di celebrities che applaude con entusiasmo ogni uscita e proclama Lagerfeld nuovo re di Roma.


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Natale 2015- Guida ai regali per lui

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È arrivato puntuale anche quest’anno il Natale. Si dice che fare un regalo ad una donna sia molto più semplice: è ora di sfatare questo luogo comune, attraverso una selezione ampia e variegata di idee regalo pensate esclusivamente per lui. Originali, sofisticate o casual, romantiche o divertenti, per regali adatti ad ogni tipo di budget: per un Natale 2015 indimenticabile.

Vantano una lunga e antica tradizione e sono i pezzi più glamour dell’intero guardaroba maschile: sono i gemelli da polso, dettaglio mai banale del look maschile. Un regalo per veri intenditori, che può facilmente adattarsi sia ad un budget medio che ad un budget extra lusso.

Ironici e divertenti sono i maglioni a tema natalizio, must have di stagione, che vanno incontro alle esigenze del vostro portafoglio e che ben si prestano anche se il regalo è per un amico o un fratello: perché l’autoironia è la parte più sexy di un uomo.





Dalla cura della persona, col cofanetto firmato Giorgio Armani, all’abbigliamento, declinato in chiave casual e haute couture, fino al vintage: 1stdibs propone pezzi di antiquariato perfetti per impreziosire il suo studio con stile.

Quale migliore dono per brindare insieme al nuovo anno se non una bottiglia di Dom Perignon vintage, risalente al 2006? Un regalo perfetto per le coppie di innamorati che si accingono a trascorrere insieme le festività.

Per appassionati di moda ma anche per amanti della bellezza in generale è perfetto il volume “SIR” di Mario Testino edito da Taschen: una celebrazione dello charme maschile vista dall’obiettivo del celebre fotografo di moda. Per veri gourmet.

Appeal sofisticato nel kit per lucidare le scarpe proposto da Gentlemen’s Hardware o nel set da ufficio firmato Ted Baker. Un’altra idea elegante è regalargli una camicia bianca: capo passepartout del suo guardaroba, perfetto per ogni occasione. Polo Ralph Lauren propone un’ampia varietà di scelta. Regali raffinati e insieme funzionali che lo sorprenderanno.

E se vi piace provocarlo, non perdetevi i boxer a tema natalizio, come quelli di ASOS; per festeggiare il Natale in modo sexy.


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Arriva come ogni anno il Natale e scegliere il regalo giusto può risultare più complicato del previsto. In tempi frenetici come questi, i regali natalizi possono diventare un vero problema: il tempo a disposizione è sempre troppo poco e girare per negozi alla ricerca di ispirazioni non sempre si rivela la scelta più intelligente.

È allora che internet può venire in aiuto: le guide ai regali natalizi possono fornire molteplici spunti per gli indecisi dell’ultim’ora. Per il Natale 2015 tante sono le idee sfiziose per le vostre amiche o la vostra fidanzata, per tutti i gusti e per tutte le tasche.

Vero e proprio must have natalizio sono i maglioni a tema: coloratissimi, originali e caldi, tante sono i brand ad aver proposto il fashion trend: da H&M ad ASOS, tutti sotto i 50 euro, perché è il pensiero che conta.

Per un regalo di classe, i libri a tema fashion non possono mancare: è finalmente il libro fotografico dedicato a Grace Coddington: il volume “Grace: Thirty Years of Fashion at Vogue” celebra il lavoro trentennale della celebre fashion editor britannica. Un’altra proposta degna di nota è “Fashion Designers A-Z” edito da Taschen. Un secolo di moda celebrato attraverso la collezione permanente del Fashion Institute of Technology di New York: capi storici delle maison più famose, da Azzedine Alaïa a Balenciaga, da Chanel ad Alexander McQueen, Yves Saint Laurent e Vivienne Westwood. Il volume in edizione limitata è disponibile in sei edizioni, firmate da nomi del calibro di Akris, Etro, Stella McCartney, Missoni, Prada e Diane von Fürstenberg. Il regalo perfetto per vere fashion victim.





Nasty Gal propone per questo Natale una selezione di capi vintage firmati Chanel: svariate proposte di abbigliamento, pelletteria ed accessori, dalla mitica 2.55 ai tailleurini bon ton tanto cari a mademoiselle Coco. Imperdibile.

Per un regalo sexy, i brand di lingerie più famosi propongono autentiche chicche nelle collezioni dedicate al Natale: da Yamamay tantissime sono le proposte, declinate in diverse nuance cromatiche e in vari modelli.

E perché non farle trovare sotto l’albero il regalo più ambito? Un solitario Tiffany è l’evegreen per eccellenza, anche a Natale.


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Beyoncé per Topshop

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Ormai è ufficiale: Beyoncé firmerà una linea in esclusiva per Topshop. La catena low cost inglese e la regina della musica hanno confermato l’inedita collaborazione, che si preannuncia un riuscito esperimento stilistico.

La cantante si improvvisa designer di una linea dall’appeal sporty-chic che sarà in vendita da aprile 2016, secondo indiscrezioni. Parkwood Topshop Athletic Ltd., questo il nome della linea sportiva disegnata da Beyoncé, sarà molto più che una collezione stagionale: pare infatti che la linea diventerà fissa nei store della catena inglese.

Curve da capogiro e una grande passione per la moda, la bella Beyoncé ci stupirà con il suo sportswear: declinata in top, leggings, sneakers, i capi saranno adatti per molteplici attività sportive, dalla danza alla corsa.

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Disponibile in 25 paesi, Stati Uniti ed Europa inclusi, Topshop non è nuovo a esperimenti di questo tipo: indimenticabile la collezione disegnata da Kate Moss per il brand low cost. Adesso tocca alla ex delle Destiny’s Child conferire un tocco di stile e di femminilità all’abbigliamento sportivo.


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Chanel Once and Forever: il trailer

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Cresce l’attesa per la sfilata della collezione Chanel Métiers d’Art, che sarà presentata domani nella suggestiva location degli studios di Cinecittà, a Roma.

Un omaggio all’Italia, patria del cinema d’autore: la location scelta da monsieur Karl Lagerfeld per presentare la nuova collezione non è casuale. Qui verrà infatti presentato, insieme alla sfilata, anche il nuovo cortometraggio diretto da kaiser Karl, dedicato alla vita di Coco Chanel.

Once and forever vede tra le protagoniste Kristen Stewart e Géraldine Chaplin, che interpretano due attrici chiamate a misurarsi col ruolo dell’indomabile Gabrielle, che cambiò per sempre il corso della moda.


I celebri studios di Cinecittà, che hanno visto nascere capolavori indiscussi del cinema italiano, dal Realismo ai kolossal storici, si aprono per omaggiare il genio creativo di Lagerfeld. Il nuovo corto è stato girato con una tecnica particolare, che vede continui flashback e flashforward. E se già le prime foto del backstage avevano emozionato, il trailer, appena uscito, non è da meno: splendidi i costumi indossati dalle due protagoniste, l’atmosfera Roarin’ Twenties e la grinta sfoderata dalla Stewart. Impressionante la somiglianza di Géraldine Chaplin con la mitica Coco.

L’infallibile estetica del genio di Lagerfeld sforna un altro piccolo capolavoro stilistico. Ora occhi puntati sulla sfilata di domani sera. Roma sarà più che mai caput mundi.


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Pirelli 2016: il carisma è glamour

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Dimenticatevi modelle dai fisici statuari svestite e in pose ammiccanti, come anche effetti speciali e location esclusive: il Calendario Pirelli 2016 segna una nuova era dell’estetica contemporanea, che punta tutto sul carisma di 13 donne straordinarie.

Atmosfere intimiste negli scatti di Annie Leibovitz, firma della 43°edizione del mitico “The Cal”, presentato oggi a Londra. Non nuova a prestare il suo occhio e il suo obiettivo al calendario patinato per eccellenza, la Leibovitz aveva già firmato l’edizione del 2000: anche in quel caso non aveva deluso le aspettative, presentando un lavoro originale e improntato sull’avanguardia artistica. Protagoniste di quell’edizione furono le danzatrici del corpo di ballo del coreografo Mark Morris. Unica modella d’eccezione era la burrosa Laetitia Casta.

L’edizione 2016 del Pirelli, i cui scatti sono stati realizzati lo scorso luglio a New York, vede protagonista indiscussa la personalità, spesso grande incognita in un mondo improntato all’immagine. Le modelle selezionate per l’occasione non sono più top model patinate ma donne che hanno puntato più sulla propria intelligenza che sul fisico, segnando traguardi d’eccellenza nel mondo del lavoro. Una sfida contro i canoni vigenti propinatici quotidianamente dalla pubblicità e dai media, che lascia auspicare l’avvento di un’epoca in cui la bellezza torni ad essere specchio della personalità individuale. Saturi di una perfezione irraggiungibile e spesso plastificata, i nuovi esteti preferiscono rifugiarsi nei porti più sicuri del carisma: o ce l’hai o non ce l’hai, quel quid che rende unici ed affascinanti travalica i canoni imposti dalla società odierna. Bando a ogni concezione del bello che imponga il raggiungimento di determinati standard, “The Cal” 2016 sdogana la bellezza naturale, senza limiti di taglia o anagrafici.





Posano così in un raffinato bianco e nero nomi che non hanno certo bisogno di presentazioni, a partire da Patti Smith, 68 anni, guru della musica New Wave e protagonista indiscussa, sempre fieramente controcorrente, degli anni Settanta; Yoko Ono, oggi 82enne, storica compagna e musa del genio John Lennon; Kathleen Kennedy, 62 anni, produttrice americana nonché socia di Steven Spielberg, Agnes Gund, 77 anni, collezionista d’arte e presidente del MOMA di New York, ritratta insieme alla nipote Sadie in scatti pregni di amore. Posa come una dea Serena Williams: la 33enne regina del tennis viene ritratta come un Atlantide in gonnella, in scatti di rara poesia che esaltano ogni fibra dei muscoli del suo fisico tonico. Posa in déshabillé, indossando solo la consueta ironia e una grande classe, l’attrice comica Amy Schumer: la sua bellezza curvy diviene emblema della nuova bellezza alla base del Pirelli 2016.

Le foto di Annie Leibovitz non smettono di emozionare: la fotografa statunitense riesce a raffigurare l’anima del soggetto che si trova davanti. Il risultato è sorprendente: scatti che trasmettono intatta la forza e il carisma di ognuna delle protagoniste del calendario. Tra queste anche Fran Lebowitz, 64 anni, paladina dei diritti dei fumatori; l’attrice Yao Chen, prima ambasciatrice cinese dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR); la 43enne Ava DuVernay, regista del film candidato agli Oscar del 2015 “Selma-La strada per la libertà”; Mellody Hobson, presidente di Ariel Investments, impegnata in progetti filantropici nella città di Chicago; l’artista iraniana Shirin Neshat e, infine, la diciannovenne Tavi Gevinson, blogger di Style Rookie, secondo Forbes una delle trenta donne under 30 più importanti del mondo dei media.

A rappresentare il mondo della moda la bellissima Natalia Vodianova. Oggi tra le top model più pagate al mondo, la splendida russa, classe 1982, ha un passato da vera Cenerentola del fashion biz: scoperta ancora adolescente mentre vendeva frutta al mercato di Gorkij, grazie alla sua bellezza è riuscita a costruirsi un impero. Rimasta umile e spontanea nonostante il successo che l’ha travolta, la modella è oggi ambasciatrice dell’organizzazione filantropica Naked Heart Russia, da lei fondata.

Inoltre è stato presentato oggi anche il sito web del Calendario Pirelli: www.pirellicalendar.com.
Al suo interno gli appassionati del mitico calendario troveranno chicche in esclusiva, come le foto del backstage dell’ultima edizione, insieme a scatti inediti e materiale d’archivio, per ripercorrere le tappe di quello che, oltre ad un manifesto di pura estetica, è stato anche testimone privilegiato della storia del costume di oltre mezzo secolo, dal 1963 ad oggi.

Niente nudi integrali nel Pirelli 2016: precisa scelta stilistica che rispetta la tradizione già inaugurata dalle edizioni 2002, 2008 e 2013. La donna del 2016 raffigurata dal Calendario più famoso al mondo è una donna vera e genuina, forte della sua unicità sia a livello estetico che a livello professionale: per un neo femminismo.


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