Zara e Pepsi siglano una capsule collection

Il mix è perfetto. Due colossi (uno della moda e l’altro delle bibite) s’incontrano e nasce una mini capsule collection composta da due capi: un crop top e una t-shirt.

Zara e Pepsi, insieme per creare capi  giovanili, divertenti e dall’allure pop.

 

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(Fonte cover europrosem.com)

 

(Fonte cover europrosem.com)
(Fonte cover europrosem.com)

 

Ispirati allo stile anni 60/70, il top e la t-shirt, sono stati creati accontentando i gusti  delle giovanissime che potranno abbinarli con jeans delavé (come dettano le tendenze attuali), chiodi in pelle (come suggerisce la campagna pubblicitaria di presentazione) o con salopette per un mood anni ’90.

La collezione, sarà disponibile nei punti vendita Zara e sull’e-commerce del marchio spagnolo.

 

 

 

 

Fonte cover  europrosem.com

La moda sbarca al Taormina Film Fest 2016

Che il Taormina Film Fest fosse l’evento cinematografico più glamour dell’estate italiana era già fatto certo: ora anche la moda si trasferisce in Sicilia. Taormina in questi giorni è letteralmente presa d’assalto da celebrities e volti noti del fashion biz: alcuni dei nomi più influenti della moda internazionale sono infatti protagonisti assoluti del 62° Taormina Film Fest.

La kermesse cinematografica che si svolge nella suggestiva location del Teatro Antico ha visto infatti quest’anno come madrina d’eccezione la top model Bianca Balti. Musa prediletta di Dolce & Gabbana, tante erano le campagne pubblicitarie che la avevano già immortalata tra carretti siculi e scorci mozzafiato: ora la bellissima modella sfila sul red carpet siciliano fasciata in un lungo abito a sirena a stampa floreale (firmato Dolce & Gabbana, ça va sans dire). Raggiante, la Balti ha voluto accanto a sé il compagno Matthew McRae, padre della sua secondogenita Mia. La coppia ha incantato fotografi e addetti stampa: affiatati e innamoratissimi, la modella e l’americano sono apparsi in splendida forma.

Protagonisti assoluti della giornata di ieri sono stati invece i gemelli canadesi Dean e Dan Caten, designer del celebre brand DSquared2. Il duo di stilisti è stato insignito del Taormina Fashion Award, conferitogli dall’attrice Premio Oscar Susan Sarandon, protagonista del Taormina Film Fest 2016. Inoltre i designer sono stati paparazzati all’interno del Grand Hotel Timeo, dove hanno brindato insieme alla loro nuova musa, la splendida modella olandese Rianne Ten Haken.

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Susan Sarandon tra i gemelli Dean e Dan Caten, designer di DSquared2


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Dean e Dan Caten con la top model Rianne Ten Haken


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Ancora i due stilisti a spasso per Taormina con Rianne Ten Haken


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Bianca Balti al Taormina Film Fest in Dolce & Gabbana


“Siamo davvero onorati di aver ricevuto questo prestigioso Award e di poter essere ospiti di questo Festival che da sempre seguiamo con grande attenzione”, hanno commentato i fratelli Caten. “La passione è stata sempre dalla nostra parte. Il cinema e la moda hanno da sempre un legame forte, speciale e creano assieme stili di vita, fenomeni di costume e magia. Speriamo con il nostro lavoro e la nostra creatività di poter contribuire a valorizzare questa connessione”. La Perla dello Ionio non è mai stata tanto glamour.

(Tutte le foto sono tratte da Instagram)


(Foto cover: Getty Images)


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Giovanna Battaglia: nozze glamour a Capri

Giovanna Battaglia: nozze glamour a Capri

Si sono celebrate pochi giorni fa le nozze vip di Giovanna Battaglia. La celebre fashion editor si è unita in matrimonio (blindato) ad Oscar Engelbert, magnate svedese. Una location da sogno ed oltre trecento invitati famosi hanno fatto da cornice all’evento dell’anno: il Faro di Punta Carena ha illuminato la cerimonia, conferendole quel tocco di magia degno dei due sposi.

Ex modella, musa storica di Dolce & Gabbana e fashion editor di fama mondiale, Giovanna Battaglia vive dal 2011 a New York e collabora da anni a W Magazine e Vogue Japan (qui un pezzo sul suo stile): irriverente ed ironica come sempre, la bella stylist ha sposato Oscar Engelbert, milionario nato in Svezia, titolare della Oscar Properties Holding AB, che si occupa di ristrutturare dimore di pregio.

Tra gli invitati l’immancabile collega Anna Dello Russo, Dolce & Gabbana, Beatrice Borromeo e Pierre Casiraghi. La sposa ha scelto un abito principesco dal grande impatto scenografico: corpetto aderente e maxi gonna stile meringa; il tutto firmato Sarah Burton per Alexander McQueen. Inoltre la Battaglia non ha lesinato in damigelle di rosa vestite, mentre lo sposo ha scelto un classico smoking scuro.

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Giovanna Battaglia si è sposata lo scorso venerdì a Capri (Foto Facebook)


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Il sontuoso abito da sposa firmato Sarah Burton perr Alexander McQueen (Foto: Facebook)


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Un bellissimo ritratto della sposa (Fonte: Harper’s Bazaar)


Giovanna Battaglia con lo sposo (Fonte: Instagram)
Giovanna Battaglia con lo sposo (Fonte: Instagram)


Lanterne romantiche hanno conferito un’aura suggestiva alla location, in bilico tra le rocce e il mare. Mood mediterraneo per il pre wedding, con un esclusivo dinner party organizzato nella celebre Piazzetta di Capri, dove si sono aperti i festeggiamenti. La magia dei faraglioni ha fatto da sfondo alla cerimonia blindata ed extra lusso: pare infatti che il matrimonio sia costato ben 3 milioni di euro.

Modelle, influencer e nomi di spicco del fashion biz e del jet set internazionale tra gli invitati alle nozze dell’anno. E tanti sono coloro che hanno fatto il loro ingresso in elicottero o jet privato. #oscarandgio è stato l’hashtag ufficiale dell’evento, seguitissimo su tutti i social newtwork. Ci uniamo anche noi agli auguri per gli sposi.

(Fonte cover: Habitually Chic)


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Fashion trend Estate 2016: stile surf

Le tendenze per l’Estate 2016 ci portano in paesaggi esotici, tra tavole da surf e palme. A metà strada tra Los Angeles e la Giamaica, l’ispirazione per i fashion trend della stagione estiva parla chiaro: una full immersion nel colore, per un look da spiaggia. Stampe all over raffiguranti palme e fiori ma anche caleidoscopici giochi cromatici declinati in colori vitaminici: le passerelle sono state inondate da capi coloratissimi e ricchi di brio.

Largo a bikini lavorati in crochet e dettagli fluo. La Giamaica domina la passerella di Tommy Hilfiger: tra righe e suggestioni caraibiche, veniamo proiettati in spiagge da sogno, tra le note di Bob Marley. Libertà e bellezza acqua e sapone, per una surfista che non rinuncia alla propria femminilità e allo stile.

Crop top da indossare con pantaloni a righe, bikini da portare sotto kimoni e mini caftani stampati e, ancora, mini dress con oblò: in passerella da DSquared2 queste sono le principali tendenze. Da Anna Sui sfila una surfista dalle suggestioni tropicali: attorno al collo corone di fiori hawaiane salutano un’estate ricca di charme.

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Gigi Hadid in passerella per Tommy Hilfiger



SFOGLIA LA GALLERY:




Tanti gli stilisti che hanno scelto un mood surf per le collezioni Primavera/Estate 2016, da Carven a Paco Rabanne. Il miniabito diventa quasi una muta da surf, effetto seconda pelle. Tanto colore visto anche da Custo Barcelona e Paul & Joe. Tra grunge e tropican style House of Holland fa sfilare playsuit coloratissime abbinate a calzini sporty-chic, per una donna atletica ed ironica.

Gisele Bundchen provetta surfista


Constance Jablonski per Air France Madame, giugno/luglio 2016
Constance Jablonski per Air France Madame, giugno/luglio 2016


(In copertina: sfilata Tommy Hilfiger)


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Kate Moss: la prima cover della figlia Lila Grace

Uno sguardo innocente, il viso pulito tipico della sua età e lo stesso charme della madre: Lila Grace, figlia di Kate Moss, posa per la prima volta per la cover di un celebre magazine. Lo fa per l’obiettivo di Mario Sorrenti, ex storico della madre nonché firma tra le più autorevoli nella fotografia di moda.

La giovane Lila Grace è stata immortalata per la sua prima copertina accanto alla madre: ad ospitare il fashion shoot è il numero di giugno di Vogue Italia. Scatti intensi e ricchi di amore, che vedono madre e figlia posare insieme, in un bianco e nero patinato. “Love” è il titolo scelto da Sorrenti per l’editoriale di moda.

Nonostante i tredici anni, Lila Grace appare già molto consapevole: perfettamente a suo agio davanti all’obiettivo fotografico, la giovane posa con disinvolta eleganza nelle inedite vesti di cover girl della Bibbia dell’eleganza per eccellenza.

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Lila Grace accanto alla madre Kate Moss fotografate da Mario Sorrenti per Vogue Italia, giugno 2016


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Lila Grace è figlia di Kate Moss e di Jefferson Hack, editore della rivista Dazed & Confused


Classe 2002, la ragazza è nata dall’unione tra Kate Moss e Jefferson Hack, editore della rivista Dazed & Confused. Il suo è solo l’ultimo di una lunga lista di figli di top model che hanno ufficialmente debuttato nel fashion biz: da Lily-Rose Depp, figlia di Johnny Depp e Vanessa Paradis e neo musa di Karl Lagerfeld, a Kaia Gerber, figlia di Cindy Crawford.


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CFDA Award 2016: i vincitori

Il Cfda-Council of fashion designer of America, ha annunciato i vincitori degli Award 2016, durante l’evento organizzato per l’occorrenza, all’Hammerstein Ballroom di New York.

 

Alessandro Michele (fonte collezioni.info)
Alessandro Michele (fonte collezioni.info)

 

 

Per la categoria Womenswear Designer of the Year, trionfa lo stilista statunitense Marc Jacobs, figura di spicco nel fashion biz, grazie ad una gloriosa collaborazione con Louis Vuitton alle spalle ed un presente sulla cresta dell’onda, con l’omonimo marchio.

 

Imran Amed (AFP PHOTO/JUSTIN TALLIS)
Imran Amed (AFP PHOTO/JUSTIN TALLIS)

 

 

Per la categoria Menswear Designer of the Year, vince  Thom Browne, già trionfatore nel 2006 e nel 2013 per la medesima tipologia.

Gli Oscar della moda, hanno premiato, inoltre, Mansur Graviel per gli accessori e Alessandro Michele che ha ricevuto l’ambito riconoscimento International Award.

 

Beyoncé (fonte mic.com)
Beyoncé (fonte mic.com)

 

 

Tre stilisti emergenti, Brandon Maxwell, Paul Andrew e Orley, si sono aggiudicati lo Swarovski  Award, rispettivamente per le categorie: womenswear, menswear ed accessori.

Prevedibile ma super meritato, il premio assegnato alla cantante Beyoncé, ritenuta dalla giuria, icona di stile dell’anno.

 

Donna Karan (fonte richestcelebrities)
Donna Karan (fonte richestcelebrities)

 

 

A Donna Karan è stato assegnato il Founder’s Award in honor of Eleanor Lambert, premio conferito dal CFDA per “contributi unici al mondo della moda e/o meriti speciali nel settore”.

Infine, il Board of Directors’ Tribute è stato riservato a David Bowie e il Media Award in honor of Eugenia Sheppard, a Imran Amed (esperto di moda anglo-canadese di origini indiane e fondatore e direttore del sito Business of Fashion n.d.r.).

 

 

 

Fonte cover mode.newgo

 

 

Fiori d’arancio per Eleonora Carisi

Si sono celebrate pochi giorni fa le nozze più glamour del 2016: la bellissima it girl torinese Eleonora Carisi, fondatrice del blog Jou Jou Villeroy, si è sposata. Il fortunato è Paolo Soffiatti, hair stylist italiano residente a Londra molto apprezzato nel fashion biz internazionale.

Ha scelto Elie Saab, la bella influencer, per il giorno più importante della vita di ogni donna: suggestioni romantiche nel principesco abito da sposa in pizzo con strascico a ruota e profonda scollatura sulla schiena. Il velo corto completa un outfit da sogno. Grinta e allure nei tatuaggi a forma di stella che fanno capolino sotto il pizzo bianco sul décolléte di Eleonora, sposa sofisticata e irriverente.

Rose e peonie, lanterne shabby-chic ed eleganza sontuosa nella location scelta: le splendide sale di Villa Ponti, dimora settecentesca alle porte di Varese, si sono aperte per ospitare l’evento. Tra giardini fioriti ed eleganza rococò si è celebrato un garden party, tra poesie e lettere d’amore scritte di proprio pugno dagli sposi. Un’atmosfera delicata e poetica, in cui nulla era lasciato al caso: dai segnaposto alle decorazioni, tripudio di bon ton ed estetica, per il matrimonio più atteso dai fashion addicted d’Italia (e non solo).

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Eleonora Carisi ha scelto Elie Saab per il principesco abito da sposa con strascico a ruota


Eleonora Carisi con il neo sposo Paolo Soffiatti
Eleonora Carisi con il neo sposo Paolo Soffiatti


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Il bacio tra gli sposi nella cornice settecentesca di Villa Ponti


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Il taglio della torta


L’hashtag #mrandmrssoffiatti ha permesso ai numerosissimi followers di Eleonora di seguire l’evento sui principali social, in primis Instagram e Snapchat. Tra gli invitati influencer, socialite e nomi di spicco della moda contemporanea, da Linda Tol a Tamu McPherson.

Eleonora Carisi non smette di dettare tendenza neanche nel giorno delle sue nozze: la bella blogger (qui un articolo dedicato al suo stile) si riconferma sapiente arbiter elegantiae nel forgiare un’immagine della sposa ideale: l’abito da sposa firmato Elie Saab unisce l’eleganza classica di inizio secolo ad un piglio contemporaneo perfetto per una giovane sposa. Le facciamo tanti auguri.

(Tutte le foto sono tratte da Cosmopolitan)


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Luisa Casati: vivere come un’opera d’arte

Prada si ispira ai robot

A volte ritornano. Si, perché in casa Prada, gli archivi sono una primaria fonte d’ispirazione.

Se nel lontano 2004, la maison lanciava una collezione di portachiavi ispirati al mondo cyber oggi, è giunto il momento di catapultare il mondo cibernetico in una capsule collection irriverente e divertente.

 

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Inaspettata, la collezione ha colto tutti di sorpresa: plauso al team del marchio milanese che ha saputo mantenere il massimo riserbo sui lavori in corso.

Borse tracolla, portachiavi, portamonete, borse a mano, zainetti, shopping bag e “pattine” realizzate in Glace Calf on in pelle saffiano: i robots invadono la griffe.

Dettagli metallici ed omini bizzarri, conferiscono alla collezione quell’allure esuberante che già ha colpito le fashion victims.

 

Alberta Ferretti debutta nell’Alta Moda parigina

La scelta di sfilare per la prima volta durante i giorni della Haute Couture rappresenta un’evoluzione naturale della mia moda. Pur non essendo una collezione di pezzi unici, rispecchia il desiderio e la necessità di creare abiti sempre più esclusivi per soddisfare le necessità delle mie clienti più esigenti”.

 

Alberta Ferretti si ispira al  XVIII secolo per la collezione presentata nel luglio 2015 nell'atelier di Parigi
Alberta Ferretti si ispira al XVIII secolo per la collezione presentata nel luglio 2015 nell’atelier di Parigi (fonte Vogue.it)

 

 

Parola di Alberta Ferretti, entusiasta per la nuova avventura che si appresta a vivere la maison.

La sfilata è prevista per il prossimo 3 luglio nella sede parigina di Alberta Ferretti, al 43 Rue du Faubourg Saint-Honoré.

 

Alberta Ferretti collezione limited edition 2016 (fonte lesfacons)
Alberta Ferretti collezione limited edition 2016 (fonte lesfacons)

 

 

La collezione Alberta Ferretti Limited Edition, nata solamente cinque anni fa e presentata per la prima volta durante Pitti Immagine, risulta più ricca nei dettagli ponendo l’attenzione sulla fusione tra prêt-à-porter e Haute Couture: l’onnipresente animalier, impronta della maison italiana, viene affiancato da sovrapposizioni, tagli laser, laminature in platino e pizzo. Ispirata alla marchesa Luisa Casati, la collezione si veste di un’area estremamente raffinata ed elegante, basata sull’attenzione sartoriale che la maison ha sempre affidato alle creazioni.

 

 

 

Fonte cover glamouriablog.blogspot.com

Luisa Casati: vivere come un’opera d’arte

Certe donne rifuggono con ogni mezzo dagli schemi di un’esistenza banale e riescono nell’arduo compito di forgiare la propria vita secondo i propri parametri e la propria personale gerarchia di valori: la marchesa Casati è stata una figura quasi mitologica, ribelle ad ogni diktat, anticonformista ed iconica. La sua immagine continua ad ispirare intere generazioni, come anche la sua vita, ricca di fasti, onori ma anche ombre e zone grigie: voleva essere un’opera d’arte vivente, Luisa Casati Stampa di Soncino, ed è certamente riuscita nel suo intento, manifesto dichiarato di una vita degna del miglior romanzo decadente.

Considerata l’antesignana del dandismo in gonnella, la Divina Marchesa incarnava alla perfezione il prototipo della dark lady: enigmatica, misteriosa, a tratti inquietante, sempre seducente, amava indugiare sul suo lato oscuro, dai ménage à trois di cui era protagonista, secondo i rumours dell’epoca, accanto a Gabriele D’Annunzio ed Eleonora Duse, a quella sua irresistibile quanto primordiale attrazione per il proibito, che si esprimeva nell’amore per l’occultismo e per il travestimento. Non solo l’adesione alle mode del momento, ma un’esigenza naturale, per lei: il lato torbido di Luisa Amman era estremamente sviluppato e costituirà forse la somma del suo fascino. L’esprit du temps della Belle Époque fa da sfondo alla clamorosa affermazione del suo stile, entrato nel mito.

Luisa Adele Rosa Maria Amman nacque a Milano il 23 gennaio 1881 da una facoltosa famiglia di industriali di origine austriaca: il padre Alberto Amman è un produttore di cotone a cui Umberto I conferisce il titolo comitale, la madre Lucia Bressi era originaria di Vienna. L’infanzia della piccola Luisa, indole timida e fantasia galoppante, trascorre all’insegna della solitudine, tra precettori privati e un amore viscerale per le arti figurative. Rimasta orfana di entrambi i genitori, viene affidata alle cure di uno zio, insieme alla sorella maggiore Francesca. Appena adolescente Ginetta, come viene chiamata affettuosamente, è già la più ricca ereditiera d’Italia. Ma alla ragazza la prospettiva di una vita ordinaria, seppur agiata, appare quasi insostenibile; lei, che era stata iniziata dalla madre alle storie che vedevano protagoniste donne eccentriche come la contessa di Castiglione, Cristina di Belgiojoso, Sarah Bernhardt ed Elisabetta d’Austria, ha già le idee chiare: la sua vita sarà romanzesca. “Bisogna fare la propria vita come si fa un’opera d’arte. Bisogna che la vita di un uomo di intelletto sia opera di lui. La superiorità vera, è tutta qui”: con premesse come queste, c’era da aspettarsi un’esistenza avventurosa.

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La marchesa Luisa Casati in uno scatto realizzato dal barone Adolf De Meyer nel 1913


La marchesa Casati Stampa in uno scatto di Man Ray, 1928
La marchesa Casati Stampa in uno scatto di Man Ray, 1928


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Luisa Adele Rosa Maria Amman nacque a Milano il 23 gennaio 1881


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Il fascino enigmatico e quasi spettrale della marchesa immortalato da Man Ray


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Luisa Casati, foto di Man Ray, 1935


Altezza svettante su un fisico androgino, i grandi occhi verdi spiccano sull’incarnato eburneo e su un sorriso sibillino: la bellezza di Luisa è sui generis rispetto agli standard dell’epoca e reca in sé un tocco noir e un fascino sulfureo. Occhi bistrato neri con pupilla dilatata ad hoc tramite colliri al gusto di belladonna e frangetta irriverente, appare onirica, quasi spettrale nelle foto di Man Ray, medusa dall’allure intramontabile ed icona di stile per antonomasia.

Nel 1900, appena diciannovenne, convola a nozze con il marchese Camillo Casati Stampa di Soncino, che aveva conosciuto durante un ballo a cui presenziava la crème della società milanese. L’anno seguente nasce la loro unica figlia, Cristina, nome scelto in onore della Principessa di Belgiojoso. Ma il matrimonio sta stretto all’animo inquieto della marchesa, che strega col proprio fascino il Vate per eccellenza del Decadentismo, Gabriele D’Annunzio, di cui sarà amante e musa. Il primo incontro tra i due avviene durante una caccia alla volpe organizzata dal marito di Luisa: subito scatta il coup de foudre e i due iniziano una relazione destinata a destare scalpore. Fu proprio Luisa ad ispirare al poeta il personaggio di Isabella Inghirami in “Forse che sì forse che no”. D’Annunzio la soprannomina Coré, come Persefone, la Regina degli Inferi. E difatti l’universo della marchesa non è poi così lontano dalle tetre atmosfere dell’Ade: le testimonianze di chi la conobbe, come anche la descrizione delle sue abitudini e delle sue dimore, ci parlano di una donna dall’immagine quasi diabolica. Capricciosa femme fatale, perennemente in viaggio tra gli eventi del jet set internazionale, la mente persa nei fumi dell’oppio, la megalomania e le ossessioni riguardanti la propria immagine: la divina Marchesa sembrava incarnare alla perfezione l’ideale femminile del Vate, che ne adorava il trucco disfatto e l’ambiguità sessuale. “Adoro i capricci di questa donna. Quando cerco di immergermi nel suo mondo sento il suo profumo e vedo le sfumature del suo trucco disfatto”, queste le parole con cui il poeta descriveva il suo sentimento per lei.

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La marchesa a 18 anni


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Lo stile della Belle Époque nello scatto risalente circa al 1905


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La marchesa a Venezia, ritratta con uno dei suoi giaguari


La Marchesa Luisa Casati in uno scatto di Carl L. T. Reitlinger, 1942
La Marchesa Luisa Casati in uno scatto di Carl L. T. Reitlinger, 1942


Nel 1910 Luisa Casati si trasferì a Venezia, dove acquistò l’abbandonato Palazzo Venier dei Leoni, affacciato sul Canal Grande, oggi sede del museo Peggy Guggenheim. Ed è proprio nei giardini di quella che sarà la sua residenza fino al 1924 che Luisa tocca l’apice della sua mondanità e del suo prestigio. La Serenissima non era mai stata così glamour, tra balli in cui la Marchesa esibisce nelle sue dimore lacchè di colore usati quasi alla stregua di schiavi indigeni, sullo sfondo di una Piazza San Marco usata come pista da ballo: si balla il tango, alla corte di Luisa, ballo che intanto era stato proibito nella Capitale per ordine papale. Intanto il suo matrimonio è da tempo naufragato e nel 1914 arriva la separazione dal Marchese Camillo Casati Stampa.

Mecenate e musa di artisti, la Marchesa vive tra opulenza sfrenata ed eccessi di ogni sorta, a partire dagli animali esotici di cui ama circondarsi: usa boa costrittori come collane e porta al guinzaglio scimmie, pavoni e levrieri, come quello con cui la immortala Giovanni Boldini. Eccentrica e fieramente sopra le righe, non era raro incontrarla per le calli veneziane in piena notte, nuda sotto un ampio mantello di pelliccia, mentre portava al guinzaglio il suo amato ghepardo: è così che la immortala Erté. Stupire è la parola d’ordine, nonché il fil rouge di un’intera esistenza. Jean Cocteau disse di lei: “Aveva saputo crearsi un ‘tipo’ all’estremo. Non si trattava più di piacere o non piacere, o tantomeno di stupire. Si trattava di sbalordire”.

La marchesa in un abito Paul Poiret, circa 1913
La marchesa in un abito Paul Poiret, circa 1913


La marchesa Casati indossa il celebre costume "Queen of the Night" disegnato per lei da Léon Bakst (1922)
La marchesa Casati indossa il celebre costume “Queen of the Night” disegnato per lei da Léon Bakst (1922)


La marchesa con un abito a cascata interamente ricoperto di diamanti, creato per lei da Paul Poiret (anni Dieci)


La marchesa ritratta da Man Ray come l'imperatrice Elisabetta d'Austria (1935)
La marchesa nei panni dell’imperatrice Elisabetta d’Austria, foto di Man Ray (1935)


La marchesa in compagnia degli artisti Paul César Helleu e Giovanni Boldini, Venezia, 1913
La marchesa in compagnia degli artisti Paul César Helleu e Giovanni Boldini, Venezia, 1913


Il suo stile spazia dai fasti della Belle Époque, tra pizzi e broccati, alle suggestioni orientaleggianti di capi unici, creati appositamente per lei dai più grandi couturier dell’epoca: largo a pepli e tuniche plissé, suggestioni maschili, copricapi svettanti alternati a turbanti d’ispirazione Twenties, tripudio di animalier e piume all over, con una predilezione per il black and white e per lunghissimi fili di perle. Poi il gusto per le masquerade: la ritroviamo quindi vestita di piume d’airone, o, ancora, con una coda di pavone in testa e il sangue di un pollo appena sgozzato che le scorre lungo il braccio. Camaleontica, la sua visione della moda è istrionica e teatrale, non solo un vezzo ma uno strumento per dare vita ad una vera e propria catarsi, che le permette di impersonare le donne che tanto aveva amato, come Elisabetta d’Austria, salvo poi calarsi anche nei panni di Arlecchino e Cesare Borgia. La marchesa divenne una delle forze motrici dell’haute couture del Ventesimo secolo ed investì esorbitanti cifre di denaro per acquistare le migliori stoffe e i materiali più pregiati. Paul Poiret, Mariano Fortuny, Jean Patou, Léon Bakst sono solo alcuni dei nomi che la vestirono. Celebre il costume passato alla storia come “Queen of the Night” disegnato per lei da Bakst nel 1922, indossato dalla marchesa ad un ballo in maschera a Parigi: furono necessari oltre tre mesi per completare l’abito, interamente ricoperto da una cascata di diamanti. In un’altra occasione, la marchesa si presentò vestita come il martire cristiano San Sebastiano, con un’armatura in metallo con tanto di frecce che si sarebbe dovuta illuminare, grazie ad un presa elettrica a cui era attaccata. Ma un corto circuito quasi la uccise e fu costretta a lasciare il party a metà serata. Tra i gioielli preferiti dalla Marchesa quelli di René Lalique e Cartier, maison a cui ispirò la celebre pantera.

La marchesa Casati vista da Erté
La marchesa Casati vista da Erté


La marchesa in uno schizzo di Joseph Rous Paget-Fredericks, anni Quaranta
La marchesa in uno schizzo di Joseph Rous Paget-Fredericks, anni Quaranta


La marchesa Luisa Casati ritratta da John Augustus Edwin, 1919
La marchesa Luisa Casati ritratta da John Augustus Edwin, 1919


Giovanni Boldini, Ritratto di Luisa Casati, 1914
Giovanni Boldini, Ritratto di Luisa Casati, 1914


Giovanni Boldini, ritratto di Luisa Casati con levriero, 1914
Giovanni Boldini, ritratto di Luisa Casati con levriero, 1914


Nel 1919 un’epidemia di influenza spagnola le porta via l’amatissima sorella Francesca. Nello stesso anno lei si trasferisce nella Villa San Michele di Capri, inquilina dello psichiatra svedese Axel Munthe. Nel 1923 decide di acquistare una casa a Parigi: è il sontuoso Palais Rose, da lei soprannominato Palais du Rêve, maniero appartenuto a Robert de Montesquiou. Intanto si rende conto con non poco stupore che le sue risorse finanziarie stanno per esaurirsi. Edonista ed incapace di rinunciare alle innumerevoli manie che facevano ormai parte del suo modus vivendi, inizia a collezionare oggetti appartenuti alla Contessa di Castiglione, eroina della sua infanzia. Nel 1924 prende parte a Les Bals du Grand Prix proprio vestita dalla celebre contessa. Nello stesso anno ottiene a Budapest il divorzio dal marito, entrando nella storia, in quanto prima donna divorziata italiana della chiesa cattolica.

La marchesa in uno scatto di Man Ray, 1922
La marchesa in uno scatto di Man Ray, 1922


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Eccentrica e sopra le righe, la marchesa Casati è stata una delle prime vere icone di stile


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Celebre la liaison tra la marchesa e Gabriele D’Annunzio, di cui fu musa


La marchesa con uno dei suoi serpenti al Beaumont Ball, Parigi, anni Venti
La marchesa con uno dei suoi serpenti al Beaumont Ball, Parigi, anni Venti


La marchesa negli anni Venti
La marchesa negli anni Venti


All’età di 50 anni ha accumulato debiti per oltre 25 milioni di dollari: è sull’orlo del baratro, costretta a vendere il Palais con tutti gli arredi, che vengono battuti in un’asta che vede come acquirente anche Coco Chanel. La marchesa decide allora di trasferirsi in Gran Bretagna, dove risiede la figlia Cristina, neo sposa del Conte di Huntingdon e mamma della piccola Moorea. La coppia sostiene Luisa economicamente, ma per la marchesa è già iniziata irrimediabilmente la sua parabola discendente: divenuta la copia sbiadita di se stessa, la nobildonna vaga per le strade di Londra con abiti logori e veletta nera. I cosmetici, parte integrante del suo maquillage, sono ormai troppo costosi, e deve quindi ripiegare sul lucido da scarpe per disegnare il contorno occhi nero, da lei tanto amato.

Il primo giugno del 1957 arriva la morte, a causa di un’emorragia cerebrale. La marchesa viene sepolta al Brompton Cemetery con il suo mantello nero bordato di pelle di leopardo, le immancabili ciglia finte e occhi bistrati, e, ai suoi piedi, l’amato pechinese imbalsamato. La nipote sceglie i versi di Shakespeare per l’epitaffio da incidere sulla lapide. Il commiato dalla donna più iconica del Novecento è affidato alla descrizione di Cleopatra, tratta da “Antonio e Cleopatra”: «L’età non può appassirla, né l’abitudine rendere insipida la sua varietà infinita».

Marisa Berenson nei panni della marchesa Casati al Rothschild Proust Ball, foto di Cecil Beaton, 1971
Marisa Berenson nei panni della marchesa Casati al Rothschild Proust Ball, foto di Cecil Beaton, 1971


Carine Roitfeld truccata come Luisa Casati, foto di Karl Lagerfeld
Carine Roitfeld truccata come Luisa Casati, foto di Karl Lagerfeld


Georgina Chapman come la marchesa Casati, foto di Peter Lindbergh per Harper's Bazaar, marzo 2009
Georgina Chapman come la marchesa Casati, foto di Peter Lindbergh per Harper’s Bazaar, marzo 2009


Tilds Swinton immortalata da Paolo Roversi come la marchesa Casati su Acne Paper, 2010
Tilda Swinton immortalata da Paolo Roversi su Acne Paper, 2010


La marchesa nel corso della sua vita fu anche musa di alcuni esponenti storici del futurismo, come Marinetti, Depero e Boccioni. Inoltre un narcisismo senza precedenti la spinse a commissionare una mole incredibile di opere che la ritraessero: dagli scatti di Man Ray, Cecil Beaton e Adolph de Meyer ai ritratti di Giovanni Boldini, Augustus John, Kees Van Dongen, Romaine Brooks, Ignacio Zuloaga, Drian, Alastair, Giacomo Balla, Catherine Barjansky, Jacob Epstein e Alberto Martini, suo ritrattista ufficiale.

La moda le ha dedicato innumerevoli tributi: già nel 1960 il famoso designer americano Norman Norell presentava una collezione interamente basata sul ritratto della marchesa eseguito dal pittore olandese Kees van Dongen. La collezione in questione venne anche immortalata da Milton H. Greene sulla copertina di Life Magazine. Tom Ford ha definito Luisa Casati come “la prima dandy europea del Ventunesimo secolo”, dedicandole la sua collezione P/E 2004 disegnata per YSL Rive Gauche. Ma, in quella che è stata additata come la peggiore in assoluto delle collezioni dello stilista, tra le modelle mezze nude che si alternano sulla passerella, della marchesa resta solo il make up. Prima ancora, c’era stata la sfilata Dior Haute Couture P/E 1998 in cui, sullo sfondo dell’Opéra Garnier di Parigi, John Galliano si ispirava alle mise sfoggiate dalla Divina Marchesa, tra cui il celebre costume di Cesare Borgia indossato nel lontano 1925. Nel 2010 fu la volta di Karl Lagerfeld, che omaggiò la marchesa con la collezione Chanel Resort. Location scelta: il Lido di Venezia, ça va sans dire. E tante sono le donne del fashion biz ad avere reso omaggio alla figura di Luisa Casati, da Georgina Chapman, ritratta nel 2009 da Peter Lindbergh, con tanto di giaguari al seguito, a Carine Roifeld, fotografata da Lagerfeld per il New Yorker nel 2003, fino a Tilda Swinton, che nel 2010 interpreta la nobildonna in un editoriale ad alto tasso di suggestione firmato Paolo Roversi. Della Divina Marchesa restano gli innumerevoli ritratti che immortalano una donna profondamente sola. “Essere diversa significa essere soli. Non amo ciò che è ordinario. Quindi sono sola”, così diceva lei stessa, dall’alto di un’esistenza vissuta in nome dell’estetismo più sfrenato.


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Buon compleanno, Brooke Shields

Ha incarnato gli anni Ottanta, tra pellicole scandalose e celebri campagne pubblicitarie: enfant prodige della moda e del cinema, Brooke Shields spegne oggi cinquantuno candeline.

Brooke Christa Camille Shields è nata a New York il 31 maggio 1965 in una famiglia che vanta una relazione con la nobiltà italiana. Origini inglesi, italiane e tedesche, il padre di Brooke era Francis Alexander Shields, membro del partito repubblicano, funzionario della casa cosmetica Revlon e fratello di Marina Shields, e la madre Teri Shields (nata Maria Theresia Schmon) era un’ex attrice e poi manager della figlia.

Forse pochi sanno che la nonna paterna della piccola era la principessa Donna Marina Torlonia di Civitella-Cesi, metà italiana e metà americana, sorella di Alessandro Torlonia, V principe di Civitella-Cesi, marito dell’Infanta Beatrice di Spagna (zia del Re Juan Carlos I). Brooke Shields è inoltre cugina di secondo grado dell’attrice Glenn Close.

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Brooke Shields è nata a New York il 31 maggio 1965


Brooke Shields in uno scatto di Patrick Demarchelier, 1983
Brooke Shields in uno scatto di Patrick Demarchelier, 1983


Uno scatto di Francesco Scavullo, 1983
Uno scatto di Francesco Scavullo, 1983


Foto di George Hurrell, 1981
Foto di George Hurrell, 1981


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La carriera di Brooke Shields è iniziata ad appena 11 mesi, e sua madre Teri è stata il suo manager


Da una ricerca compiuta nel 1995 dal genealogista William Addams Reitwiesner si sarebbe accertata la discendenza dell’attrice americana dalle più importanti famiglie italiane, in particolare di Roma e di Genova, tra cui i Grimaldi, i Carafa, i Doria, i Doria Pamphili Landi, i Chigi-Albani e i Torlonia.

L’infanzia della piccola Brookie -soprannome con cui veniva chiamata dalla mamma- è segnata dal divorzio dei genitori ma anche dalla sua incredibile bellezza: con un volto come quello, la strada del cinema e della moda appare quasi scritta nel DNA. La bambina ad appena 11 mesi appare su numerose riviste, immortalata in alcune campagne pubblicitarie. A soli 11 anni è la più giovane modella a firmare un contratto con la celebre agenzia Ford di New York. Tre anni più tardi, non ancora adolescente, è già una star e vanta oltre 300 cover di riviste patinate, tra cui Vogue e Cosmopolitan.


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Brooke Shields posa per i più grandi fotografi del mondo, da Richard Avedon a Francesco Scavullo a Patrick Demarchelier, solo per citarne alcuni. Ma sotto gli abiti e il trucco da diva c’è solo una ragazzina indifesa: quella carriera diventa croce e delizia della giovanissima Brooke, la cui infanzia è segnata dall’ingombrante figura materna, che la inizia al mondo del cinema. Acerba veste i panni di una baby squillo nella controversa pellicola Pretty baby, diretta da Louis Malle (1978), scandalizzando intere generazioni. Torbida figura della notte appena 13enne, l’attrice entra nel mito grazie a quella scabrosa interpretazione. La rivediamo poi in Laguna blu, immersa in un paradiso esotico, quasi un mitologico Eden, in cui scopre i primi turbamenti d’amore accanto al biondissimo Christopher Arkins. È il 1980 e la regia del celebre film, simbolo della generazione nata negli anni Ottanta, è di Randal Kleiser.

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L’attrice in uno scatto del 1983


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La nonna paterna di Brooke Shields era la principessa Marina Torlonia di Civitella-Cesi


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La celebre campagna pubblicitaria per Calvin Klein Jeans, in cui la baby modella dichiarava che tra lei e i suoi jeans non c’era che la nuda pelle


Brooke Shields in "Laguna blu", 1980 (Foto di Michael Ochs Archives/Getty Images)
Brooke Shields in “Laguna blu”, 1980 (Foto di Michael Ochs Archives/Getty Images)


Musa di numerosi stilisti, da Valentino a Versace a Calvin Klein, indimenticabile è la campagna pubblicitaria per quest’ultimo brand, in cui la splendida baby modella ammicca, dichiarando che tra lei e i suoi jeans vi è solo la barriera della pelle nuda. Presenza fissa dello Studio 54 e intima amica di Michael Jackson, forse quel suo volto perfetto e l’immagine che i registi forgiano per lei, in perenne bilico tra innocenza e perdizione, l’hanno privata dell’innocenza dell’infanzia.

Ma Brooke dimostra di essere una ragazza con la testa sulle spalle: nel 1983 si laurea in Letteratura francese alla prestigiosa Princeton University, prendendosi una pausa dalla sua carriera di attrice. Inoltre ha dichiarato di aver conservato la propria verginità fino ai 21 anni. Le sue storie d’amore divennero argomento succulento per i tabloid di tutto il mondo, a partire dal matrimonio con il campione di tennis Andre Agassi. Nel 2005 l’attrice ha dichiarato pubblicamente di aver sofferto di una grave forma di depressione post-partum, dopo avere dato alla luce la sua prima figlia, Rowan Francis.

Brooke Shields in "Pretty Baby" (1978)
Brooke Shields in “Pretty Baby”, scandalosa pellicola diretta da Louis Malle, in cui lei interpretava il ruolo di una baby prostituta (1978)


Su Vogue, foto di Richard Avedon, 1980
Su Vogue, immortalata da Richard Avedon, 1980


Brooke Shields in Valentino, foto di Vittoriano Rastelli, 1981
Brooke Shields in Valentino, foto di Vittoriano Rastelli, 1981



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