La modella curvy Ashley Graham è il nuovo volto di H&M

Se qualche chilo di troppo rappresenta per voi fonte di imbarazzo, preparate a ricredervi. Le curve non sono mai state tanto di moda: anche il colosso svedese dell’abbigliamento low cost H&M ha scelto una bellezza curvy come nuova testimonial. Dopo Caitlyn Jenner come nuovo volto della campagna sport 2016, H&M si affida alla bellezza curvy di Ashley Graham per la linea H&M Studio per l’Inverno 2016, che sarà disponibile nei negozi dal prossimo 8 settembre.

Volto perfetto e fisico burroso, la bella Ashley è già apparsa sulla copertina di Sports Illustrated Swim e ha anche lanciato una sua linea di lingerie. Nata in Nebraska nel 1987, la sua carriera come modella è iniziata 16 anni fa, quando essere curvy non era ancora così richiesto. «Non esiste una definizione standard di bellezza né la taglia perfetta»: queste le parole rilasciate dalla modella in una recente intervista.

Un segnale forte, in tempi in cui essere formose è ancora vissuto come un’onta sociale. Ma la bella Ashley rivendica il diritto ad una bellezza autentica, che vada al di là della taglia, e mostra con orgoglio il suo fisico prorompente, che l’ha resa un’icona di bellezza.

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La top model curvy Ashley Graham è il nuovo volto di H&M



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Il guardaroba di Elisabetta II in mostra

Sovrana storica ed incontrastata icona di stile, Elisabetta II ha da poco spento 90 candeline (qui un pezzo sull’importante compleanno festeggiato lo scorso aprile). Ora ad essere celebrato è anche il suo stile, con tre grandi esposizioni del suo guardaroba reale. I mitici cappellini, i cappotti bon ton ma anche gli abiti indossati nelle occasioni ufficiali e nelle serate mondane: “Fashioning a Reign: 90 Years of Style from The Queen’s Wardrobe” è un evento a dir poco esclusivo. La più grande mostra mai realizzata sul guardaroba di Sua Maestà è stata inaugurata ad Edimburgo lo scorso 21 aprile (compleanno della sovrana), per poi far tappa a Londra e concludersi a Windsor.

La moda secondo Her Majesty: in mostra ben 150 vestiti indossati dalla regina nel corso del suo lungo regno, dal sontuoso abito indossato nel giorno dell’incoronazione ed immortalato da Cecil Beaton in foto storiche fino al celebre vestito da sposa. Un’occasione unica in cui appassionati di storia del costume e amanti della moda possono avvicinarsi allo stile di Elisabetta II attraverso tre mostre esclusive. La curatrice della Royal Collection, Caroline de Guitaut, commenta così l’evento: «In tutto 150 abiti, la più vasta esposizione del guardaroba della sovrana mai allestita». Uno stile evergreen, quello di Elisabetta II: «La regina trascende la moda: fa sì che i suoi abiti riflettano la moda, senza seguirla».

Una full immersion nello stile personalissimo della sovrana più longeva del Regno Unito, in un excursus degno di nota: ognuna delle tappe, che non a caso vengono esposte nelle tre residenze ufficiali della monarca inglese, è dedicata a tre aspetti diversi dello stile della Regina. Ad Holyrood Palace sono stati infatti esposti gli abiti dell’infanzia e della gioventù fino all’incoronazione; a Buckingham Palace si potranno ammirare i preziosi outfit indossati dalla Regina durante gli eventi ufficiali e infine nel castello di Windsor saranno esposte le mise informali sfoggiate da Elisabetta. Molti dei vestiti in esposizione sono stati realizzati da couturier come Norman Hartnell, Hardy Amies e Ian Thomas, fino ad Angela Kelly.

Elisabetta II nel giorno dell'incoronazione, foto di Cecil Beaton, 1953
Elisabetta II nel giorno dell’incoronazione, foto di Cecil Beaton, 1953


La regina in uno scatto risalente al 1968 realizzato da Cecil Beaton
La regina in uno scatto risalente al 1968 realizzato da Cecil Beaton


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La Regina in una foto di Cecil Beaton


Uno stile personalissimo e spesso assai lontano dai fashion trends, quello di Elisabetta II. La regina, pur non seguendo la moda, è riuscita a fare lei stessa moda, dettando spesso tendenza, a partire dagli ormai celebri cappellini, cifra stilistica del suo guardaroba. Nelle tre mostre che ne celebrano lo stile non mancano i capi più iconici, dal vestitino in pizzo indossato dalla piccola Elisabetta nel giorno del battesimo, nel 1926, fino al sontuoso abito indossato nel giorno dell’ascesa al trono, nel giugno 1953: per l’occasione fu Norman Hartnell, suo stilista prediletto, a disegnare per lei un abito in duchesse di seta color avorio, impreziosito da decorazioni di fili d’oro e d’argento raffiguranti i simboli dell’Impero britannico e della Corona. Nascosto tra le sete della gonna un piccolo quadrifoglio portafortuna. Hartnell aveva già disegnato l’abito da sposa di Elisabetta II nel lontano 1947.


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C’è l’intera storia del Regno di Elisabetta, iniziato alla morte del padre, Giorgio VI, nel 1952, ma anche la storia del costume, con i suoi cambiamenti, dalle proporzioni Fifties alle stampe anni Settanta fino alle spalline tipiche degli anni Ottanta. Una sezione della mostra è dedicata gli immancabili cappellini, declinati in ogni colore e forma. Un’altra sezione riguarda invece le 267 visite ufficiali all’estero: Elisabetta II ha visitato ben 116 Paesi diversi, cercando di scegliere il capo giusto nel rispetto delle tradizioni locali. Ogni abito della mostra è accompagnato da una gigantografia della Regina, immortalata mentre indossa quello stesso outfit.

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Lo stile di Elisabetta II viene celebrato in tre mostre esclusive (Foto Scotsmagazine)


“Fashioning a Reign: 90 years of style from the Queen’s wardrobe” ha aperto i battenti lo scorso 23 luglio e sarà aperta fino al 2 ottobre 2016 a Buckingham Palace, Londra (questo il sito ufficiale della mostra: www.royalcollection.org.uk).

Lo stile di Blake Lively

Bionda, bellissima ed elegante come poche: Blake Lively non è solo uno dei volti più famosi del cinema. Negli ultimi anni la protagonista di Gossip Girl è riuscita ad imporsi anche come icona di stile. Divenuta famosa grazie al ruolo di Serena van der Woodsen nella serie cult Gossip Girl, l’attrice ha in seguito collaborato con registi quali Ben Affleck ed Oliver Stone fino a Woody Allen.

Altezza svettante su un fisico da modella, Blake Lively incarna la tipica bellezza americana. Nata a Los Angeles, in California, proviene da una famiglia di attori. Ex cheerleader, il debutto nel cinema ad appena undici anni, in un film diretto dal padre Ernie. Nel 2007 arriva il successo mondiale con Gossip Girl. Nel 2010 l’incontro col collega Ryan Reynolds sul set di Lanterna Verde. Tra i due nasce una relazione che culmina in un matrimonio celebratosi nel 2012. L’attrice ha avuto dall’attore due figli.

Blake Lively ha alle spalle numerose collaborazioni con il mondo della moda. Nel 2011 Christian Louboutin le dedica un paio di scarpe; nel marzo dello stesso anno viene nominata ambasciatrice di Chanel. Nel 2012 viene scelta da Gucci come testimonial della fragranza Gucci Première e nell’ottobre dell’anno successivo diviene nuovo volto L’Orèal Paris.

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Blake Lively ha ottenuto la fama mondiale grazie alla serie cult Gossip Girl



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L’attrice si è imposta negli anni anche come un’icona di stile tra le più apprezzate


Il suo è uno stile ricercato e fresco: largo ai colori, che la giovane attrice e modella sfoggia in ogni occasione. Una palette cromatica vitaminica per outfit sempre accattivanti e copiatissimi dalle tantissime fan sparse per il mondo. Vera fashion icon, Blake Lively incarna al meglio l’American style, complice anche l’aria acqua e sapone. Largo a capispalla importanti ma anche abiti da gran soirée che l’attrice indossa nelle occasioni ufficiali e sul red carpet. Proprio come Serena van der Woodsen, il personaggio a cui deve la sua popolarità, la bionda attrice ama vestirsi in modo chic e sofisticato. Tanta femminilità e attenzione certosina per i dettagli, l’attrice è sempre impeccabile, anche quando ha sfoggiato il pancione.


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Raf Simons è il nuovo chief creative officer di Calvin Klein

Raf Simons è il nuovo chief creative officer di Calvin Klein.

Come anticipato da D-Art.it (potete leggere l’articolo cliccando qui), le voci si rincorrevano ormai da tempo: dopo l’addio di Francisco Costa e Italo Zucchelli, la griffe statunitense era alla ricerca di un couturier in grado di proseguire stilisticamente ed eticamente la filosofia del marchio.

La collezione Haute Couture 2012 segna l'ingresso di Raf Simons in Dior (fonte immagine artslife )
La collezione Haute Couture 2012 segna l’ingresso di Raf Simons in Dior

 

Raf Simons firma l'ultima collezione SS 16 di Dior (fonte immagine i-d.vice)
Raf Simons firma l’ultima collezione SS 16 di Dior (fonte immagine i-d.vice)

 

 

Raf Simons, dopo la gloriosa esperienza lavorativa da maison Dior, terminata con l’addio il 22 ottobre 2015,  aveva proseguito il suo cammino lavorativo in solitaria, concentrandosi sul suo omonimo marchio e presentando durante la scorsa edizione di Pitti Uomo 90, la collezione primavera-estate 2017 (potete leggere l’articolo cliccando qui).

In Dior, dovette succedere al carismatico John Galliano che lasciò un’eredità troppo ingombrante per lo stilista belga. L’eclettismo del Pirata della moda, fu smorzato dal minimalismo di Simons che, dal 2011 fino al suo addio, lasciò non poche controversie fra gli addetti ai lavori.

 

Look collezione Raf Simons presentata durante Pitti Uomo 90 (fonte immagine openmag.it)
Look collezione Raf Simons presentata durante Pitti Uomo 90 (fonte immagine openmag.it)

 

 

La sua arte, quasi silente e maturata nella fredda Anversa, riuscì ad ogni modo a traghettare una maison orfana di un grande stilista.

L’assenza di  eccessi significativi nei progetti creativi di Raf Simons, hanno convinto totalmente il fondatore del marchio, Calvin Klein.  Simons siederà sulla poltrona della maison a partire dal 2 agosto 2016 e guiderà la collezione autunno-inverno 17 che verrà presentata durante la New York Fashion Week.

 

 

Fonte cover qz.com

 

Nasceva 80 anni fa Yves Saint Laurent, genio della moda

Avrebbe compiuto oggi 80 anni Yves Saint Laurent, indimenticabile genio della moda. Innumerevoli le sue rivoluzioni, dal nude look al tuxedo per le donne fino dalla sahariana. Avanti anni luce rispetto alla moda dei suoi tempi, la sua carriera iniziò da Christian Dior. Enfant prodige della moda internazionale dalla sensibilità rara e delicata e dall’aspetto etereo, quasi da elfo, con gli occhiali un po’ nerd, l’indole trasgressiva e nevrotica lo contraddistinse: in perenne bilico tra provocazione e genialità, Yves Saint Laurent ha regnato per quasi mezzo secolo, lasciando impresso un segno indelebile nella storia del costume e non trovando ancora oggi erede valido.

Yves Henri Donat Matthieu-Saint-Laurent nacque ad Orano, nell’Algeria francese, il primo agosto 1936 da Charles e Lucienne Andrée Mathieu-Saint-Laurent. Cresciuto insieme alle sorelle Michelle e Brigitte in una villa che si affacciava sul Mediterraneo, fin da piccolo Yves mostra un talento naturale per la moda: crea bambole di carta e disegna vestiti per la madre e le sorelle. Appena diciottenne si trasferisce a Parigi e viene ammesso alla Chambre Syndicale de la Haute Couture (Camera Sindacale dell’Alta Moda), dove i suoi disegni attirano l’attenzione dei docenti. Michel De Brunhoff, editor di Vogue Paris, sarà deus ex machina dell’incontro che segnerà il debutto di Saint Laurent nella moda: egli infatti lo presenta al celebre couturier Christian Dior. Dior sarà suo mentore e inciderà profondamente nel suo stile.

Yves sotto la sua guida maturò notevolmente e alla morte dello stilista, nel 1957, sarà lui a prendere le redini della maison, sebbene a causa di un esaurimento nervoso sarà sostituito qualche anno dopo da Marc Bohan. Sotto di lui la storica casa di moda vive uno dei periodi più fulgidi della sua storia: indimenticabile l’abito indossato da Dovima nella foto che la ritrae accanto agli elefanti. Nel 1958 la prima collezione, denominata “Trapezio” e presentata nei sontuosi saloni di Avenue Montaigne, è accolta con incredibile entusiasmo: una rottura netta col passato per lo stilista, che fin da subito appare eclettico, rivoluzionario ed irriverente. Le linee sono moderne e il piglio è apertamente politically incorrect. Si intravede già la portata rivoluzionaria del suo stile, che come pochi ha trasformato e modernizzato la moda femminile.

Yves Saint Laurent da Dior, 1958 (AP Photo)
Yves Saint Laurent da Dior, 1958 (AP Photo)


Yves Saint Laurent nacque il primo agosto 1936
Yves Saint Laurent nacque il primo agosto 1936 ad Orano, Algeria francese


Marina Schiano in Yves Saint Laurent, 1971
Marina Schiano in Yves Saint Laurent, 1971


Nel 1960, nel pieno del suo successo, Yves Saint Laurent è costretto ad arruolarsi nell’esercito francese a causa della guerra d’indipendenza in Algeria. Ma dopo appena 20 giorni viene ricoverato nell’ospedale militare, dove riceve la notizia del suo licenziamento da casa Dior. La notizia gli causa un fortissimo shock e viene ricoverato pertanto nell’ospedale militare di Val-de-Grâce, dove viene sottoposto a cure psichiatriche e persino all’elettroshock. Tale dolorosa esperienza verrà sempre ricordata dallo stilista come l’origine dei suoi problemi nervosi e della sua dipendenza da sostanze stupefacenti. Dimesso dall’ospedale nel novembre 1960 cita in giudizio Dior per non aver rispettato i termini contrattuali. Saint Laurent vince la causa e dopo un periodo di convalescenza apre la casa di moda che porta il suo nome, insieme al compagno e socio Pierre Bergé.


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Gli anni Sessanta e Settanta sono quelli della fama mondiale: innumerevoli i successi, dalla sahariana, sdoganata da Veruschka in foto storiche firmate Franco Rubartelli, allo smoking, dal trench al tailleur pantalone, fino agli omaggi all’arte e alla pittura del Novevento, dall’abito Mondrian alle stampe che ricordano la Pop Art di Andy Warhol, fino ai quadri di Matisse, Braque e molti altri, inaugurando il filone moda-arte. Venerato come il nuovo genio della moda, nessuno come lui è riuscito ad imprimere un segno così forte nella moda del Novecento: i suoi tailleur vengono giudicati i migliori dai tempi di Chanel, mentre anche le sue fragranze ottengono successo, come il celebre Opium.

Dopo aver inaugurato la sua boutique sulla Rive Gauche e aver ottenuto tutti i riconoscimenti possibili, nel 1966 firma i costumi del celebre film “Bella di giorno”, dove veste colei che sarà sua musa storica, Catherine Deneuve. Intanto nel 1971 posa nudo per Jeanloup Sieff per il lancio della sua fragranza maschile e si innamora perdutamente di Marrakech, dove trascorrerà numerosi anni nel suo buen retiro tra i giardini di Majorelle.

© KEYSTONE/GRAZIA NERI En septembre 1966, le couturier Yves SAINT LAURENT et le mannequin suedois ULLA portant une de ses creations, devant sa boutique RIVE GAUCHE a Paris.
Yves Saint Laurent davanti alla sua boutique sulla Rive Gauche, settembre 1966 (Foto KEYSTONE/GRAZIA NERI)


Yves Saint Laurent, Elle France, settembre 1971, foto di Hans Feurer
Yves Saint Laurent, Elle France, settembre 1971, foto di Hans Feurer


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Yves Saint Laurent con le modelle della collezione Primavera 1958, da lui disegnata per Dior


Nel 1980 Yves Saint Laurent sarà il primo creatore di moda vivente a godere di una grande retrospettiva del suo lavoro al Metropolitan Museum di New York. Tante le collezioni ispirate dai suoi viaggi, in un tripudio di suggestioni etniche e omaggi al folclore di terre e popoli lontani: ad ispirarlo l’Africa, la Spagna, l’India, il Marocco e la Russia. Tante le sue muse, da Betty Catroux a Loulou de la Falaise fino a Laetitia Casta.

Nel 2002 il ritiro dalle scene: “Mi dico che ho creato il guardaroba della donna contemporanea, che ho partecipato alla trasformazione della mia epoca. Mi si perdonerà di farmene un vanto, perché ho creduto da sempre che la moda non servisse solo a rendere più belle le donne, ma anche a rassicurarle, a dar loro fiducia, a permettere loro di essere consapevoli”, queste le parole che accompagnano il suo commiato.

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La celebre collezione Ballet Russes, 1976


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Yves Saint Laurent Rive Gauche, Vogue America, settembre 1987, foto Gian Paolo Barbieri


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Yves Saint Laurent Rive Gauche, foto di Guy Bourdin per Vogue America, giugno 1987


Il 1º giugno 2008 lo stilista muore nella sua casa parigina, all’età di 72 anni, a causa di un tumore al cervello. Il suo corpo è stato cremato e le sue ceneri sono conservate nei giardini Majorelle di Marrakech, in Marocco, nella villa appartenuta al celebre artista francese Jacques Majorelle e in seguito acquistata e ristrutturata da Saint Laurent e Bergé. Tanti i riconoscimenti al re di Parigi, che ci ha lasciato innumerevoli lezioni di stile. “Non dobbiamo mai confondere l’eleganza con l’essere snob”, diceva monsieur Yves, genio ancora oggi insuperato.

(Foto cover: Yves Saint Laurent in uno scatto di Jeanloup Sieff, 1971)


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Addio a Marta Marzotto, indimenticabile icona di stile

Si è spenta oggi, all’età di 85 anni, Marta Marzotto. Regina incontrastata della mondanità, ex modella, stilista ed indimenticabile icona di stile, la contessa Marta Marzotto ha vissuto una vita romanzesca, ricca di eccessi, amori tormentati e talvolta scandalosi, come la relazione con il pittore Renato Guttuso, di cui fu musa. La sua è la parabola di una giovane cenerentola che dalle risaie diviene regina del jet set internazionale. Una leggenda, un’istituzione: con lei se ne va un pezzo di storia.

L’annuncio della sua scomparsa è stato dato su Twitter dalla nipote Beatrice Borromeo. «Ciao nonita mia», queste le parole della nipote, che accompagnavano la foto di una giovane e sorridente Marta Marzotto. I figli e i nipoti la ricordano come una donna allegra e generosa fino alla fine.

All’anagrafe Marta Vacondio, era nata a Reggio Emilia il 24 febbraio 1931 in una famiglia umile: il padre è un casellante delle ferrovie, la madre una mondina. I primi anni della sua vita la bella Marta li trascorre in Lomellina: è qui che, ancora giovanissima, inizia a lavorare anche lei come mondina, proprio come Silvana Mangano in “Riso amaro”. Una giovinezza difficile, che Marta Marzotto non ha mai dimenticato, restando sempre umile malgrado il successo e andando sempre fiera delle proprie origini. «Mi fasciavo le gambe con le pezze per proteggermi dalle foglie taglienti del riso e dalle punture di zanzare. Le bisce d’acqua e i topi mi sgusciavano tra i piedi nudi affondati nella melma, ero terrorizzata», così ricorderà più avanti quel periodo della sua vita.

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Si è spenta oggi ad 85 anni Marta Marzotto


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La foto con cui la nipote Beatrice Borromeo ha detto addio su Twitter all’amatissima nonna


Marta Marzotto immortalata a Roma da Helmut Newton, 1986
Marta Marzotto immortalata a Roma da Helmut Newton, 1986


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Marta Marzotto era nata a Reggio Emilia il 24 febbraio 1931


Successivamente lavora come apprendista sarta e all’inizio degli anni Cinquanta debutta come mannequin, dapprima presso la sartoria delle sorelle Aguzzi, a Milano, prima di creare una propria griffe grazie ad un senso senso innato per lo stile. E sarà proprio grazie alla moda che la bella Marta nei primi anni Cinquanta conoscerà il conte Umberto Marzotto, vicentino di Valdagno, industriale laniero e tessile. Dopo due anni di fidanzamento i due convolano a nozze il 18 dicembre 1954. Dalla loro unione, durata 15 anni, nasceranno cinque figli: Paola (nata nel 1955, madre di Beatrice e Carlo Borromeo), Annalisa (nata nel 1957 e morta nel 1989 a causa della fibrosi cistica), Vittorio Emanuele (nato nel 1960), Maria Diamante (nata nel 1963) e Matteo (nato nel 1966).

Ma Marta è uno spirito libero; ribelle per natura, ripudia le convenzioni e non riesce a restare fedele al marito. L’incontro con Renato Guttuso sarà la miccia che farà esplodere il suo matrimonio. I due si incontrano nel salotto dei Marchi, a Milano. Tra lei e il pittore nasce una passione fortissima; Marta ne diviene la musa prediletta e viene ritratta in molte delle sue opere, come nella celebre serie delle Cartoline, 37 disegni che immortalano una donna seducente. L’amore tra i due durerà 20 anni. Poi arriverà Lucio Magri, all’epoca segretario del Partito di unità proletaria per il comunismo: la relazione tra i due durò 10 anni e lei lo definì «un rivoluzionario da salotto».

Marta Marzotto con Renato Guttuso
Marta Marzotto con Renato Guttuso


Marta e Umberto Marzotto
Marta e Umberto Marzotto


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Marta Marzotto è stata modella e stilista


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Nata Marta Vacondio, nel 1954 ha sposato il conto Umberto Marzotto


Anche dopo aver divorziato dal conte Umberto Marzotto, Marta continua ad usare il cognome dell’ex marito. Intanto è divenuta una vera leggenda. Incarnazione emblematica dello stile gypset, animatrice di salotti, donna di mondo ed imprenditrice, e ancora stilista e disegnatrice di gioielli, Marta Marzotto è stata una delle più copiate icone di stile. Irriverente come nessuna, amante della vita, il suo stile prediligeva i caftani, capo simbolo del suo guardaroba: dall’animalier alle stampe floreali, la sua eleganza rispecchiava la sua vita e la sua passione per i viaggi, come il suo gusto per l’avventura.

Dopo aver lavorato a lungo come mannequin Marta Marzotto creò diverse linee di abbigliamento ed accessori che portavano il suo nome. Abiti e accessori unici, per un’eleganza sontuosa e un po’ zingara, caratterizzata da un riuscito mix di elementi chic e popolari. E così era anche il suo stile, ricco di contraddizioni, caleidoscopici caftani tribali che lei mixava magistralmente a zibellini e gioielli importanti: croci, cammei e bracciali dal sapore etnico impreziosivano il caftano, passepartout declinato in chiave extra lusso ma anche casual, il suo capo preferito in assoluto, che le valse l’appellativo di “regina dei caftani”. Gioielli come monili preziosi per uno stile gipsy che, grazie a Marta Marzotto, si è imposto nel mondo.


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Donna bellissima e dalla personalità scoppiettante, conquistò centinaia di copertine e fu immortalata anche da Helmut Newton. Dal suo salotto romano con vista su Piazza di Spagna passarono intellettuali e politici, tra cui Moravia, Dario Bellezza, Sandro Penna, Alberto Arbasino. E la Città Eterna la salvò dalla depressione, dopo la morte della figlia Annalisa, scomparsa prematuramente a cause della fibrosi cistica.

Nella vita patinata di Marta Marzotto c’è stata anche una diatriba giudiziaria: la contessa venne infatti condannata in primo grado dal Tribunale di Varese a otto anni di carcere con il beneficio della condizionale per aver riprodotto alcuni quadri che la ritraevano e alcune serigrafie di Renato Guttuso, senza averne titolo. Tuttavia nel 2011 venne assolta con formula piena dalla Corte d’Appello di Milano.

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La contessa è stata una delle più amate icone di stile


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Figlia di un casellante delle ferrovie e di una mondina, Marta Marzotto iniziò a lavorare come mondina prima di fare la modella


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Marta Marzotto in uno scatto del 1969


Contraria alla chirurgia plastica, Marta Marzotto andava fiera delle proprie rughe e definiva orgogliosamente il proprio viso “una faccia da squaw”. Indimenticabili i suoi party esclusivi tra Roma, Cortina e Milano. Eccentrica eppure democratica, sorridente e genuina, indimenticabile fu la festa a cui invitò nel suo yacht in Costa Smeralda i vu’ cumprà della costa, che si presentarono dopo aver ricevuto regolare invito indossando i loro costumi tradizionali. Di Marta Marzotto ricorderemo la simpatia e l’umiltà di chi, al di là del lifestyle e della vita lussuosa, è sempre rimasta una donna semplice e genuina.

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Marta Marzotto prediligeva lo stile etnico


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Caftani e gioielli importanti nello stile di Marta Marzotto


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La contessa Marta Marzotto


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Marta Marzotto in Roberto Cavalli


Consigli di stile: 3 outfit da indossare in casa

Per quale motivo rinunciare alla propria femminilità, con la scusa del “tanto sono a casa, chi vuoi che mi veda?!”

E se dovessi avere un malore? Vuoi che ti colgano impreparata, in disordine, senza trucco, con i capelli arruffati e con un terribile bisogno di fare tappa dall’estetista? Ricordatevi bene cosa diceva Marilyn Monroe: ”

Che vergogna quando arrivò l’idraulico. Io lì, tutta nuda nella vasca… e non avevo lo smalto sulle unghie!

Ecco quindi 3 outfit da indossare in casa, per le freelance, per le casalinghe, per chi semplicemente passa molto tempo tra le mura domestiche ma non vuole rinunciare allo stile.

Evitiamo vi prego babbucce o simili o pantofole De Fonseca con pelo, no ai maglioni logori dal tempo, con buchi sui gomiti, quelli che “non lo butto, lo uso per casa!” – optiamo per qualcosa di comodo, ma con dettagli sexy, che insomma ci ricordi che siamo donne e non sacchi di patate!

Sicuramente nell’armadio tutte avrete una t-shirt bianca e un pantalone tinta unita morbido, magari quello della tuta, un total white perfetto, facile e senza investimenti di denaro.

Per le femme fatale, feline anche a casa e con il desiderio di sentirsi libere, consiglio un body abbinato a maglione large – meglio se di una taglia in più, perfetto se maschile, – caldo, morbido che faccia quasi da vestito e lasci libere le gambe. Per le più freddolose dei calzettoni e si è subito Kim Basinger in “Nove settimane e mezzo“.

Uscite dal letto, volete coprirvi ma non avete sottovesti a portata di mano? Semplice, avete il permesso di rubare la camicia al vostro lui! E’ un indumento sexy, pratico e che vi lascerà il suo profumo addosso.

Unica regola: i capelli devono essere sciolti e ribelli, proprio come dopo una notte d’amore …

 



(foto David Bellemere – immagini dei capi @Trendfortrend)




(foto Helmut Newton – immagini dei capi @Trendfortrend)




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Jean Paul Gaultier firmerà una capsule collection per OVS

Cresce l’attesa per la capsule collection firmata da Jean Paul Gaultier in esclusiva per OVS. La collaborazione tra lo stilista francese e OVS prevede una collezione di abbigliamento ed accessori per lui e per lei.

“Jean Paul Gaultier per OVS” sarà il nome con cui verrà firmata la collezione, il cui lancio è atteso per l’autunno 2016. Si tratterà di circa 60 pezzi disegnati in esclusiva per OVS e disponibili da metà novembre in alcuni store e online sul sito ovs.it.

Tante sono le collaborazioni esclusive lanciate negli ultimi anni da OVS: da Elio Fiorucci a Costume National fino a Kristina Ti, solo per citarne alcuni. Ora tocca a Jean Paul Gaultier: lo stilista francese, che dalla sfilata Primavera/Estate 2015 ha preso congedo dal prêt-à-porter per dedicarsi all’haute couture e ai suoi storici profumi, è da sempre amatissimo per il suo stile inimitabile. L’ex enfant terrible della moda francese si prepara a stupirci ancora.

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Cindy Crawford nuovo volto di Acqua San Benedetto

È Cindy Crawford il volto scelto da Acqua San Benedetto per festeggiare i sessant’anni del brand. La splendida top model simbolo degli anni Novanta è la protagonista del nuovo spot girato a Roma da Gabrielle Muccino. La bellezza imperitura della Capitale si unisce allo charme della modella, ancora in forma smagliante a 50 anni (qui un pezzo su di lei). “San Benedetto, I Love You” è lo slogan scelto per la nuova campagna pubblicitaria: la tradizione italiana si fonde all’immagine di benessere e purezza che da sempre contraddistinguono l’azienda.

“La scelta di una testimonial d’eccezione come Cindy Crawford è strategica perché incarna perfettamente la filosofia di un’azienda sempre più leader nel panorama italiano, in grado di differenziarsi dai propri competitor e proporre nuovi prodotti unici e vincenti”: : queste le parole di Vincenzo Tundo, Direttore Marketing del Gruppo Acqua Minerale San Benedetto S.p.A. Uno spot suggestivo, che riporta un auge l’immagine della Dolce Vita grazie al fascino della Città Eterna e al volto della super modella americana, che incarna la filosofia di Acqua Minerale San Benedetto e il gusto unico ed equilibrato del Thè San Benedetto.

Acqua San Benedetto ha spento 60 candeline lo scorso 10 aprile; un traguardo importante per uno dei marchi storici della tradizione italiana. «Il 2016 è molto importante per noi», ha dichiarato Vincenzo Tundo, «e con la nuova campagna diamo un segnale di vitalità importante per un’azienda che vuole consolidare la sua immagine di leader di mercato. È stato un onore e una grande soddisfazione poter lavorare con tre mostri sacri del mondo della moda, del cinema e della fotografia internazionale» .

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Cindy Crawford è il nuovo volto di Acqua San Benedetto


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La top model nel nuovo spot girato da Gabriele Muccino


Dalla fine di maggio la nuova pubblicità imperversa sulle tv nazionali, mentre la campagna stampa vede gli scatti di una eccellenza della fotografia, quale Marco Glaviano.

Nuovo look per il packaging Louis Vuitton

Cambio di look in casa Louis Vuitton: la maison francese ha appena presentato il nuovo packaging che dal prossimo 16 agosto troveremo nelle boutique di tutto il mondo. Ritorno al passato per lo storico brand, che rispolvera uno dei passepartout dei suoi archivi: il colore scelto per il nuovo packaging è infatti il fatidico Imperial Saffron, una particolare sfumatura di ocra che nel lontano 1923 veniva scelta da André Citroen per equipaggiare le automobili che avrebbero partecipato alla Crosière Noire, con un esclusivo set di 150 bauli firmati Gaston Vuitton declinati nella medesima nuance.

La storia ci tramanda di un viaggio avventuroso che, dall’Algeria, sarebbe poi giunto in Madagascar nel 1925: cinque veicoli a bordo dei quali vi erano ricercatori, medici e professionisti, mentre i bauli col logo della maison contenevano farmaci, munizioni e generi di prima necessità.

Il nuovo packaging in Imperial Saffron sarà contraddistinto da dettagli blu elettrico: anche qui la maison fa un tuffo nel suo glorioso passato, riportando in auge gli storici motivi che accompagnavano un modello di Cabin Trunk risalente al 1928, anch’esso nella medesima tonalità di giallo, contraddistinto da un’elegante banda blu elettrico. Eleganza allo stato puro per uno dei marchi storici tra i più amati di sempre per borse e bagagli.

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Il nuovo packaging Louis Vuitton, disponibile da fine agosto nelle boutique del celebre marchio


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Il baule commissionato nel 1924 da Citroen. (Courtesy: Louis Vuitton)

Zara nella bufera. L’illustratrice Tuesday Bassen denuncia il marchio

 

Bufera non solo mediatica in quel di Zara.

Il colosso spagnolo della moda, è infatti accusato di rubare, per così dire, le illustrazioni altrui, trasmigrandole con fugace velocità nelle sue collezioni.

A lanciare questo monito/accusa, è l’illustratrice americana Tuesday Bassen che utilizza la piattaforma Instagram per “sbugiardare” il marchio.

Come ha dichiarato la ventisettenne illustratrice californiana, il presunto caso di plagio ai danni del suo lavoro, è stato reso noto ad un legale che provvederà a richiamare Zara.

 

 

Il post di denuncia di Tuesday Bassen apparso sul suo profilo Instagram. Fonte immagine Tuesday Bassen IG)
Il post di denuncia di Tuesday Bassen apparso sul suo profilo Instagram. Fonte immagine Tuesday Bassen IG)

 

 

La risposta del marchio, però, non si è fatta attendere: “La mancanza di tratti distintivi, rende molto difficile quantificare la parte di popolazione che associa i disegni in questione a quelli di Tuesday Bassen”, hanno fatto sapere dall’ufficio stampa.

Ma un’assomiglianza, come tutti potranno notare, c’è è come e non solo associando i disegni di Tuesday con quelli proposti dalla griffe low cost.

Sbirciando in rete, infatti, diverse sono le analogie che legano i disegni di Zara, con marchi oramai affermati nel fashion biz ma, come tutti ben sapranno, basta anche solo un tratto modificato, per non incorrere alle accuse infamanti di fake e uscirne indenni da ogni calunnia.

Come terminerà la bagarre tra le due parti, non possiamo ancora saperlo, ma se è vero che l’ispirazione percorre una strada lunga per essere rielaborata, in questa occasione, il percorso è stato, molto probabilmente, “accorciato”.

 

 

Fonte cover Twitter