Futurismo in chiave hentai da Grinko

Ad aprire la Milano Moda Donna la collezione Primavera/Estate 2017 di Grinko. Rivisitazioni e patchwork di ispirazioni nella collezione di Sergei Grinko: il designer anglo-russo mixa mirabilmente stili ed epoche diverse, partendo dalla trasgressione della New York anni Sessanta passando per gli eccessi della Milano da bere anni Ottanta fino al minimalismo della Londra anni Novanta. La sfilata, che si intitola “Hard-core Revolution”, parte da una riuscita contaminazione di culture avanguardistiche.

Ad animare la collezione è una surreale coccinella che anima l’underground, realizzata dall’artista grafica Irina Matyuschenko, che ha tratto ispirazione dallo stile dei cartoon Hentai, in cui il soft porno dei manga giapponesi si sposa con elementi bondage. Il mood prevalente del dèfilé è sporty-chic, per tute, felpe con cappuccio e materiali techno: crogiolo di stili e tessuti diversi, tra cotone, seta, lino, viscosa e denim. Sbucano abiti in jacquard mentre delicate rouches impreziosiscono giacche in denim. Suggestioni streetwear e tocchi classici nei broccati.

Piglio spaziale e futurista nei tessuti iridescenti, che proiettano riflessi quasi fatati, come dentro un cartoon, mentre i marsupi anni Novanta e le borse in pelle con frange omaggiano lo stile sporty. Grande attenzione ai dettagli, come gli stivali da cowboy, che rivelano un inedito tacco. Eclettica e irriverente, la donna Grinko sposa una filosofia globetrotter, tra riflessi argentei e atmosfere bohemienne. Mood da space oddity nei bomber hi-tech, mentre la silhouette è enfatizzata da hot pants e gonne trasparenti, per non rinunciare mai alla femminilità.

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Esplosione di femminilità in passerella da N°21

Tripudio di femminilità in passerella da N°21. La Primavera/Estate 2017 disegnata da Alessandro Dell’Acqua è ricca di contaminazioni e contrasti, per una donna che riscopre la propria essenza. Rouches e volant divengono protagonisti, in un gioco di caleidoscopiche sovrapposizioni; disinvolta e spensierata, la donna che calca la passerella riscopre la propria essenza tra gonne plissettate ricoperte da una cascata di paillettes, dettagli piumati e iper-femminili.

Largo a maglie con decorazioni pon pon da indossare con gonne ricamate e sottogonne in rete; si prosegue tra frange, paillettes, dettagli in tulle, macramé e duchesse. Raffinate suggestioni folk nelle gonne a stampa patchwork, che profumano di Est, tra ricami delicati e dolci trasparenze. Romanticismo nei pizzi, per una femminilità nuova, declinata in chiave contemporanea. Non mancano suggestioni glam nelle paillettes e nelle decorazioni laminate che impreziosiscono molti degli outfit, mentre un mood sporty-chic è presente negli accessori e nei dettagli, come gli zaini in macramè e le platform con suola running, o ancora nelle decolleté con lacci da trekking.

Una bambola, la donna immaginata da Dell’Acqua indossa sandali con fiocco che rimandano ad immagini di un’infanzia lontana, tra balze e rouches ecco spuntare macro fiocchi. Intorno è un’esplosione di chiffon, organza, popeline e crepe de Chine per abiti fluttuanti e stratificati, che parlano di culture lontane. Un melting pot culturale per un riuscito esperimento stilistico.

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Antonio Berardi in bilico tra sartorialità e sperimentazione

In passerella da Antonio Berardi un work in progress che rivela il sapiente processo creativo di una collezione accattivante. Una Primavera/Estate 2017 all’insegna della fusione tra elementi femminili e pezzi presi in prestito dal guardaroba maschile.

Sperimentazione è la parola chiave, in un gioco di contrasti in cui costruzioni unfinished si sposano ad una femminilità strong. Elementi boudoir, come nel corsetto, si fondono con tagli sartoriali e pantaloni da smoking, per uno stile sospeso tra due stati. Tagli sartoriali contraddistinguono una collezione raffinata e dinamica, in cui abbondano dettagli chic e preziosi, come piume di marabù e sete delicate.

Largo a broccati in stampa paisley, pelle e decorazioni che impreziosiscono abiti da cocktail dalle linee a trapezio. Splendidi i lunghi abiti da sera che chiudono il défilé. La palette cromatica indugia sulle varie sfumature del blu, del lillà, tra bianco splendente che illumina capi dal taglio sartoriale.

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(Foto: Madame Figaro)

Temperley London: boho-chic in chiave Art déco

Romanticismo in chiave estiva in passerella da Temperley London. La collezione Primavera/Estate 2017 disegnata da Alice Temperley conquista la London Fashion Week con una parata di iconici caftani, lunghi abiti dal piglio boho-chic, pantaloni palazzo e sandali platform. Un look che sembra pensato per un party sulla spiaggia, tra vene nostalgiche e tocchi hippie.

Come di consueto si alternano sulla passerella colori vivaci, per un caleidoscopio di stampe. Sciarpe e gilet impreziosiscono lunghi abiti bohemien dalle suggestioni Seventies. Tripudio di femminilità nei lunghi abiti svolazzanti, con balze e ricami. I pattern cromatici ricordano l’art-déco, per inedite combinazioni e mirabili giochi cromatici.

I caftani profumano di Marocco e di destinazioni esotiche: largo a jumpsuit declinate nei colori dell’arcobaleno, impreziosite da dettagli in paillettes, maxi gonne dal sapore gipsy, giacchine e lunghi abiti impalpabili. Raggi di sole illuminano la palette cromatica: largo a giallo, arancio, porpora e toni audaci che via via diventano pastello.

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(Foto: Madame Figaro)

Romanticismo e note rétro da Erdem

Romantica e altamente evocativa la collezione Primavera/Estate 2017 di Erdem. Trame storiche per un’elegia di ricordi sbiaditi, che ci portano in un’atmosfera antica velata da nostalgici rimandi ad epoche lontane. La donna che calca la passerella ricorda certe fanciulle degli anni Venti immortalate nelle foto di Gustave Gain in una spiaggia della Normandia. Ad ispirare Erdem Moralioglu è un evento storico documentato, che viene trasfigurato dal suo estro creativo in fantasiose speculazioni.

Galeotto fu il ritrovamento, annunciato lo scorso aprile, di un abito risalente al XVII secolo, che era rimasto sepolto sui fondali del Mare dei Wadden, in Danimarca, per ben 400 anni: trattasi di un capo del 1642, che pare facesse del guardaroba della contessa di Roxburghe, Jean Kerr, dama di compagnia di Henrietta Maria, consorte di Carlo I. All’inizio della guerra civile inglese, che portò alla decapitazione di Carlo I e all’instaurazione del regime di Oliver Cromwell, Henrietta Maria salpò verso l’Olanda con una flotta di 12 navi per portare la figlia Maria, di appena dieci anni, dallo sposo, Guglielmo II d’Orange. Questa era la motivazione ufficiale di quel viaggio per mare: ma in realtà la regina voleva vendere i gioielli della Corona inglese per finanziare l’arruolamento di un esercito di mercenari e difendere il regno. E fu proprio durante una di queste traversate per mare che avvenne un naufragio, nel corso del quale il guardaroba della sovrana e quello di Jean Kerr finirono in mare. Come in un romanzo storico, veniamo trasportati nel paesaggio desolato che segue il naufragio.

Il designer canadese immagina una suggestiva armata di donne sbucate dal passato, che fanno ritorno dopo 300 anni: quasi un déjavù dal fascino apocalittico, per una donna che sfila in abiti destrutturati, ricchi di riferimenti anni Trenta, come nei fiocchi, nella vita impero, nelle giacchette in jacquard. Romanticismo e note rétro abbondano, come negli orecchini con cammei, nei nastri e merletti che ricordano certi abiti delle nonne, nelle ruches dal sapore vittoriano. Largo a nostalgici prendisole dall’aria vintage, abiti in pizzo lavorato, mousseline perfette per un picnic, balze all over, sete lavorate e pattern orientali.

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Dominano sfumature di azzurro che ricordano l’oceano, grigio argentato, bianco e nero e colori sfumati che sembrano omaggiare le tele di Van Dyck, tra tocchi porpora e giallo limone. Fascino vintage nei broccati preziosi e nei fiocchi di velluto, mentre i pantaloni sono in stile edoardiano e le gonne ricche di balze e volant toccano la caviglia. Appeal teatrale nella vita alta e nelle ruches sulle maniche, per tocchi in raffinato stile napoleonico. Ai piedi platform dal tacco svettante, forse solo tocco moderno di una collezione suggestiva come poche.

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London Fashion Week. Mary Katrantzou omaggia la Grecia

La collezione primavera/estate 2017 di Mary Katrantzou è un omaggio alla sua terra, la Grecia: un luogo magico dove il folklore è l’anima di una nazione.

Colori psichedelici colorano una variegata ed eclettica collezione composta da capi comodi e femminili.

Il mito incontra la Pop Art ed il risultato è stupefacente. Abiti fascianti tromp-l’oleil, tuniche e giacche coloratissime.

“Non so perché ma ho sentito che volevo creare una collezione che fosse fedele alle mie radici e che esprimesse tutto quello che ho costruito nella mia carriera lavorando con le stampe e i disegni” ha commentato la stilista greca a fine sfilata.

Illusioni ottiche sorprendenti che strizzano l’occhio alla civiltà minoica. Splendide colombe inducono a credere che la pace nel mondo sia ancora possibile.

Silhouette sexy ed eleganti come un tempo erano i costumi dell’Antica Grecia riadattate alla disco music anni ’70: il défilé di Mary Katrantzou non è passato inosservato durante la London fashion Week.

 

 

Fonte cover Madame Le Figaro

Fonte gallery vogue.com

Charlotte Olympia omaggia Carmen Miranda

In passerella da Charlotte Olympia sfilano atmosfere carnevalesche che omaggiano Rio: Carmen Miranda, coi suoi copricapi lussureggianti, sembra rivivere sul catwalk di una collezione ricca di colore e allegria. La sala da ballo del Grand Hotel Sheraton di Londra è stata trasformata per l’occasione in un club anni Quaranta, dove si esibisce dal vivo la cantante brasiliana Bebel Gilberto.

Tripudio di frutta tropicale per la sfilata che illumina la settimana della moda londinese con un caleidoscopio di suggestioni esotiche. Dopo capi che inneggiano ad una Primavera/Estate 2017 sofisticata, tra colori neutri e turbanti, le modelle chiudono il défilé abbigliate come frutti: ecco sfilare a ritmo di samba, in un’iconica masquerade, ananas, banane, angurie e fragole.

Le calzature più amate da socialite e icone di stile -da Kate Moss a Sarah Jessica Parker- sfilano come di consueto tra grande ironia e grande classe. Il brand lanciato nel 2008 presenta tacchi laminati, stiletto, sandali flat, platform altissime e glamour all over, mentre le borse profumano di vintage, tra pappagalli, tucani e uccelli del paradiso. Una full immersion nel colore per atmosfere carioca: tra coriandoli e dettagli floreali ecco una parata di ballerine danzare in costumi paillettati con enormi banane in mano, in una coreografia irriverente e rétro.

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(Foto: Madame Figaro)

Alla London Fashion Week sfila la vestale dark di Gareth Pugh

Teatrale, suggestiva e maestosa la sfilata Gareth Pugh, che ha monopolizzato l’attenzione della London Fashion Week. Ad ispirare la collezione Primavera/Estate 2017 dello stilista inglese sono i fasti della Roma imperiale.

In passerella sfila una dark lady ieratica che indossa copricapi istrionici e misteriosi: quasi una vestale, silenziosa depositaria di verità segrete, rende omaggio al sole, in un suggestivo gioco di rimandi. Strizzata in mantelli e tailleur ricamati con decorazioni che omaggiano al sacro fuoco tanto caro a Vesta, la donna di Gareth Pugh ricorda una dea o un’amazzone, con le lunghe gambe lasciate scoperte sotto a capi dagli spacchi hot.

Largo a righe optical su capi e accessori, mentre la palette cromatica è dominata da tinte scure, per una femminilità algida, mai rivelata. Il sole domina il défilé, decorato sui copricapi e sugli outfit: fiamme sembrano inneggiare a scenari bellici, tra mosaici dal piglio regale e suggestivi giochi cromatici. Forse più simile a un dramma che a un fashion show, la sfilata evoca immagini tragiche e suggestive. Nero all over e porpora lasciano il posto a trench bianchi decorati con motivi che ricordano i raggi solari: mood orientale per i trench, mentre i tailleur hanno spalle oversize. Ai piedi stivali aggressivi completano il look.

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(Foto: Madame Figaro)

L’elegante passato di Burberry sfila durante la London Fashion Week

Nel cuore di Soho (più precisamente nella Marke House) è andata in scena la spettacolare collezione autunno/inverno 16-17 di Burberry.

Seguendo il concetto del see now by now, la celeberrima casa di moda londinese ha deciso di proporre, contrariamente alla maggior parte dei marchi presenti durante la kermesse londinese, la stagione corrente e di venderla subito dopo il défilé nelle boutiques monomarca della griffe e online.

Ispirata dal celebre romanzo “Orlando” della scrittrice Virginia Woolf, questa collezione rappresenta un ponte tra il vecchio ed il nuovo, “una lettera d’amore per il passato e la storia inglese” come l’ha definita lo stilista Cristopher Bailey subito dopo la sfilata.

Tessuti preziosi come il cachemire e la seta confezionano abiti di alta sartoria: dalle “vecchie” robe de chambre agli abiti sottana, dai caban ai pantaloni.

Le proposte per lei e per lui sono accomunate dalla stessa intenzione della maison di portare per strada tutto l’heritage british in chiave glamour.

Come la trama del romanzo “Orlando”, i capi proposti in passerella hanno tutto il fascino dell’epoca vittoriana.

Si acutizzano i colori; sono cupi come i celebri ritratti di Sir Joshua Reynoids. Una palette di tonalità variopinta che spazia dal blu intenso al bordeaux fino ai colori terra ed i delicati rosa pastello e azzurro.

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Fonte cover Madame le Figaro

Fonte immagini gallery vogue.com

Paul Smith: botanico contemporaneo in chiave astratta

Grande attesa alla London Fashion Week per la sfilata Primavera/Estate 2017 di Paul Smith. Lo stilista torna alle origini, rispolverando gli archivi del glorioso passato della maison e riportando in auge le stampe floreali. Suggestivo il contrasto tra la location scelta per il défilé -un capannone industriale dietro la stazione di Kings Cross- e i pattern naturalistici che caratterizzano la collezione. Semplice, eterea e raffinata la donna che calca la passerella.

Non manca un appeal maschile ai capi dal piglio sartoriale: funzionale e casual, sfila un’eleganza fluida, funzionale e casual. Espadrillas ai piedi per un’eleganza effortlessy-chic, in una riuscita interpretazione impressionistica. Tra wild e modernismo ecco far capolino un nuovo concetto di artigianalità, sapientemente declinato in stampe disegnate a mano e frammenti di fiori che sbucano all over dai capi dalle suggestioni tailor. I pattern si ispirano all’opera di Hilma Af Klint, esposta fino a pochi mesi fa alla Serpentine Gallery di Londra.

Botanico contemporaneo declinato in una palette cromatica che indugia in verde acido, giallo zafferano e stampe jacquard. Texture accattivanti sfociano in cromatismi audaci per una nuova arte astratta. Dettagli urban nella morbidezza delle giacche, negli ampi trench e nelle coulisse che impreziosiscono i pantaloni ma anche certi abiti. Largo a seta e capi fluidi, per una femminilità che predilige il comfort.

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(Foto: Madame Figaro)

I contrasti stilistici di J.W.Anderson

Tagli asimmetrici e tocchi futuristi in passerella da J.W.Anderson: alla London Fashion Week sfila una donna forte e moderna per una collezione Primavera/Estate 2017 all’insegna dei contrasti. Inediti bomber oversize dal piglio strong vengono declinati in chiave femminile con ruches e merletti, che ne smorzano l’aggressività. Le proporzioni sono over e cocoon: i bomber ricordano da vicino certe giacche indossate dai motociclisti, da cui fanno capolino maniche scomposte, che sembrano uscite da un’armatura medievale.

La donna che calca la passerella è una combattente in chiave contemporanea: tra elementi vittoriani e dettagli minimal-chic largo a gonne asimmetriche in stampe degradé che creano silhouette insolite. La parola chiave sembra essere contrasto, per connubi inaspettati che creano uno stile originale e nuovo. Appeal androgino nelle scarpe, che mixano stivali stringati dal piglio western a ballerine con lacci dal mood iperfemminile.

Protagonisti della sfilata i colori pastello declinati in chiave sfumata, come le stampe sperimentali che strizzano l’occhio alla pop art. Largo anche a tuniche fluide e giacche con dettagli borchiati, mentre i bordi della maglieria sono asimmetrici. Concettuale e ricca di suggestioni, la collezione di Anderson è un potpourri di elementi eterogenei che si uniscono in un sincretismo accattivante.

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(Foto: Madame Figaro)