Eastpak e Paul & Joe firmano una capsule collection

Spirito d’avventura e romanticismo nella capsule collection che segna la collaborazione tra Eastpak e Paul & Joe. Complementi da viaggio esclusivi caratterizzati da stampe originali ed iconiche: borse, trolley, marsupi e zaini che saranno in vendita a partire da marzo e che vedono l’inedita partnership tra il brand francese e il colosso del lifestyle americano.

“Viaggiare è lasciarsi ispirare” è il motto di Sophie Méchaly, direttrice creativa di Paul & Joe, che per l’occasione ha creato due stampe inedite, rivisitando il più classico camouflage nei toni del verde militare, del kaki e del marrone, come anche del verde scuro impreziosito da delicate farfalle rosa.

Chic e contemporanea, la collezione è stata creata per un viaggiatore incallito dall’anima globe-trotter, che ama girare il mondo con bagagli comodi e al contempo raffinati. Un universo in cui il topos del viaggio si arricchisce di spunti nuovi, grazie all’unione dello stile Paul & Joe e della funzionalità, da sempre cifra stilistica di Eastpak.

Amore per l’avventura e il rischio ma anche romanticismo pervadono la collezione: Méchaly, grande appassionata di viaggi, imprime alla collezione un mood in cui suggestioni urban si uniscono a note romantiche ed evocative. Femminilità e brio nelle farfalle rosa che si posano con grazia sullo sfondo di camouflage all over, per uno stile militare rivisitato in chiave contemporanea. Tra i pezzi della collezione spicca il Tranzshell, un bagaglio a mano rigido, il Tranverz, una borsa pieghevole; entrambi i modelli sono declinati in diversi formati. Renana, Springer, Oval Case e Wyoming sono le altre proposte, ideate da Paul & Joe per Eastpak. La collezione sarà in vendita da marzo. I prezzi variano da 32 a 189 euro.

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Il sincretismo stilistico di Edward Crutchley

La collezione AI2017 di Edward Crutchley è stata presentata nell’ambito della London Fashion Week Men’s. Oriente e Occidente si incontrano, tra stampe patchwork e tapestry floreale, in un crogiolo di ispirazioni eterogenee in costante bilico tra passato e presente. Una collezione emblematica, che riesce a districarsi con incredibile nonchalance alternano suggestioni elisabettiane e dettagli pop, mixando mirabilmente streetwear e sportswear con virtuosismi barocchi di stampe che omaggiano la pittura rinascimentale. Tripudio di broccati di seta pregiati, di richiami alle vestigia greche che lasciano il posto al grunge di pantaloni cargo e di volumi Nineties, in bilico tra un quadro pre-raffaellita e un programma di MTV.

Chic e contemporaneo, l’uomo Crutchley ama mixare, dando vita ad un sincretismo iconico che non teme audaci accostamenti e bizzarri mix & match stilistici. Sembra di scorgere il celebre Rainbow Portrait di Elisabetta I eseguito da Isaac Oliver accanto ai tessuti preziosi di Anna Maria Garthwaite fino ai dipinti di Bruegel: un simbolismo denso che travalica i capi sporty per lasciarsi andare a suggestive epifanie stilistiche. Largo a sete jacquard in stampa tecnica e iridescente, tra nylon funzionale e cashmere: tra bomber oversize e sapienti dettagli sartoriali, veniamo proiettati in una realtà sospesa nel tempo, dai rimandi quasi onirici.

I gioielli sono firmati da Hannah Martin, mentre gli occhiali da sole sono realizzati in collaborazione con Blyszak. Volumi rilassati per capi oversize dalle sovrapposizioni audaci: non mancano tute in velluto declinate in cammello e cioccolato, come anche capi che ricordano i pigiami in seta. Eleganza disimpegnata e intarsi preziosi ispirati al Giappone dominano tra le maglie stampate.

Blood Brother omaggia Londra

Blood Brother, il brand londinese di streetwear, presenta alla London Fashion Week Men’s una collezione di capi basic dalle linee sartoriali: texture iconiche e ricche caratterizzano capispalla e pezzi dal mood sporty-chic. I designer Nicholas Biela e James Waller rendono omaggio ai ragazzi di strada che nel 18esimo e nel 19esimo si riversavano sulle sponde del Tamigi: mercanti, spazzini, traghettatori. Una collezione ricca di charme, per un AI2017 che guarda anche alla cartografia di Londra, esplorandone scorci iconici e segreti.

Ecco sbucare tra le stampe un riferimento alla Battersea Power Station, che viene trasfigurata in una giacca nera, attraverso stampe dalle linee geometriche, da indossare con un berretto da baseball. I pantaloni sono caratterizzati da silhouette oversize da indossare con magliette blu. La mappa rivive anche in un cappotto nero impreziosito da dettagli iconici. Non mancano dettagli knitwear con logo intarsiato sulle maniche di una maglia da indossare con gilet e pantaloni arancioni. Ispirazioni astratte dominano l’intera collezione, che guarda anche agli edifici londinesi e al passato della città. Non mancano suggestioni biker nelle giacche da motociclista in nylon declinato in tinte neon. Forte e sublime, la collezione omaggia e rivisita la sartorialità, unendola ad inediti giochi stilistici, per un’anima bifronte.

Il brand Blood Brother presenta collezioni di menswear, footwear ed accessori dall’anima British. I fondatori Nicholas Biela e James Waller, entrambi diplomati presso il London College of Fashion, vantano nel loro curriculum collaborazioni con Jean Pierre Braganza, Diesel, CSM Design Lab e J. Lindeberg. L’estetica del brand è forte e ben definita e unisce un mood funzionale a costruzioni sartoriali e alla sperimentazione nell’uso di materiali innovativi.

Arashi Yanagawa: dal ring al menswear

Evocativa ed intensa la collezione AI2017 di John Lawrence Sullivan, che ha sfilato nell’ambito della London Fashion Week Men’s. Forti richiami sartoriali si uniscono a suggestioni Weimar, in una collezione ironica che trae ispirazione dai paesaggi europei, in particolare dalla Germania.

Arashi Yanagawa indugia sulla Repubblica di Weimar come leitmotiv per una collezione che si caratterizza per una palette cromatica affascinante e variegata, che si esprime in note cioccolato, porpora, nere e verdi. Le linee sartoriali si uniscono a proporzioni over specie nelle spalle di giacche e cappotti dal taglio timeless, insieme a pantaloni ampi.

Yanagawa cita l’opera dell’artista Nancy Grossman, nota per le sue sculture di pelle che ricordano maschere iconiche. Lo stilista si ispira proprio a queste maschere nel suo uso originale delle zip, come si evince dal bomber in nylon indossato con maglione a collo alto giallo e pantaloni sportivi mostarda, come anche nelle zip parallele che attraversano un maglione verde bottiglia e pantaloni in pelle nera.



La collezione è pervasa da una vena feticista, evidente nei capispalla in pelle declinati nei toni del borgogna, del nero e del grigio. Non mancano riferimenti alla cultura dei centauri, come negli outfit da motociclista in colori neon, come giallo e argento. Note grunge si uniscono alla classicità timeless del principe di Galles che impreziosisce blazer e cappotti. Citazioni streetwear pongono la collezione nella contemporaneità, sebbene in essa siano presenti numerosi guizzi vintage, citazioni Seventies ed Eighties e rimandi ad epoche lontane.

Ex pugile professionista, Arashi Yanagawa giunge alla moda nel 2003, quando fonda il brand John Lawrence Sullivan. Lo stilista posiede un’estetica inedita, che trova espressione in collezioni affascinanti e sofisticate, perfette per un uomo forte, indipendente e che non teme le sfide.

Ivanka Trump: addio alla moda

Cambiamenti in casa Trump: Ivanka Trump, la figlia del neo presidente degli Stati Uniti d’America, Donald Trump, ha deciso di lasciare la fashion house che porta il suo nome, controllata dalla Trump Organization. Una decisione che si è resa necessaria dati i crescenti impegni politici della giovane Ivanka, che è stata costretta a rinunciare alla sua carica managerial-creativa all’interno del board dell’azienda paterna, dove ricopriva dal 2005 il ruolo di executive vice president of development & acquisitions. Cessa così ogni rischio di dar vita a possibili conflitti di interesse, data la nomina del padre alla Casa Bianca.

Bionda e procace, la splendida Ivanka Trump (all’anagrafe Ivanka Marie Trump), è nata a New York il 30 ottobre 1981. Imprenditrice, modella e personaggio televisivo ma anche socialite e protagonista del jet-set internazionale, la giovane è figlia del 45º Presidente degli Stati Uniti Donald Trump e dell’ex-modella Ivana Trump.

Dopo aver frequentato la The Chapin School a New York, Ivanka si è diplomata al Choate Rosemary Hall a Wallingford, Connecticut. Successivamente si iscrive alla Georgetown University, che però frequenta solo per un biennio, prima di trasferirsi alla Wharton School of Business della University of Pennsylvania, dove si laurea cum laude in economia nel 2004.

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Ivanka Trump è nata a New York nel 1981


Volto splendido e curve sinuose, Ivanka viene ben presto notata dal fashion system, che la vuole come modella: già nel 1997 la giovane diviene ragazza copertina per il magazine Seventeen. Successivamente Ivanka ottiene numerosissime cover, da Forbes, Golf Magazine, Avenue Magazine, Elle Mexico, fino ad Harper’s Bazaar, Page Six e Philadelphia Style. La giovane sfila per Versace e Thierry Mugler e presta il volto alle campagne pubblicitarie di Tommy Hilfiger e Jeans Sassoon. Il suo fisico prorompente viene inoltre immortalato da Sports Illustrated.

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Prima di entrare nell’azienda di famiglia, Ivanka Trump ha lavorato per Forest City Enterprises e ha creato una linea di gioielli, fondando il brand che porta il suo nome. In seguito la sua attività ha incluso anche una linea di scarpe e borse fino all’abbigliamento. Nel 2004 l’esordio televisivo: insieme al fratello Donald jr. Ivanka partecipa come giudice al reality The Apprentice, prodotto e presentato dal padre Donald e trasmesso dalla NBC. Madre di tre bambini, nati dal matrimonio con Jared Kushner, ora la figlia del Presidente è balzata nuovamente agli onori delle cronache ed è uno dei personaggi più chiacchierati del momento.

Ni Ni, il volto asiatico di Gucci eyewear

È l’attrice cinese Ni Ni il volto scelto da Gucci per la nuova linea eyewear. La splendida attrice è ambasciatrice del brand per l’Asia e testimonial della campagna primavera/estate 2017 che verrà lanciata nel continente asiatico a partire da febbraio. Ni Ni è stata immortalata in tre immagini, scattate dall’obiettivo di Glen Luchford.

“Le collezioni di Alessandro Michele mi hanno affascinata, la sua passione per una bellezza che appartiene al passato e il modo in cui manifesta il suo linguaggio poetico attraverso creazioni che esaltano l’individualità di ognuno mi hanno conquistata. Far parte di questo nuovo capitolo di Gucci è davvero entusiasmante”, ha commentato l’attrice, nuova ambassador Gucci e musa di Alessandro Michele.

La diva cinese è stata immortalata mentre sfoggia tre modelli: il volto perfetto di Ni Ni è stato incorniciato dalle lenti tonde glitterate in acetato, dal modello oversize con silhouette cat-eye in acetato e astine decorate e da un modello da vista color havana. Eleganza timeless nei tre modelli, che recano anche il simbolo della tigre, emblema della maison Gucci, e il logo della doppia GG.

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Ni Ni è la nuova ambassador Gucci per l’Oriente


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La splendida attrice è nata l’8 agosto 1988


Ni Ni, nata l’8 agosto 1988, ha conquistato la fama per il suo ruolo nel film del 2011 The Flowers of War diretto da Xhang Yimou, dove recitava nel ruolo della protagonista. Laureata presso la Communication University of China, Ni Ni deve la fama mondiale alla pellicola di Zhang. Acclamata in Cina come una vera diva, la splendida attrice è perfetta per incarnare in Oriente l’estetica Gucci: lo stile ironico e versatile, con citazioni vintage e suggestioni rétro, tanto caro ad Alessandro Michele, trova nell’attrice asiatica sublime incarnazione.

I MODELLI GUCCI EYEWEAR INDOSSATI DA NI NI:

Pitti Uomo, 10 nuove tendenze dallo street style

La 91esima edizione del Pitti Uomo investe in tendenze dal gusto bon ton, intellettuale, aristocratico.
Vediamo insieme le novità dello street style più in voga nel panorama moda uomo.

1. L’ABITO

Celebrato come capo cerimoniale o d’occasione, l’abito padroneggia le strade fiorentine in una rivisitazione glamour che vede l’uomo protagonista della sua lussureggiante vita.
L’immagine più condivisa rappresenta la figura del dandy, dell’uomo di successo.
La galanteria è il mood della 91esima edizione promossa da alcune eccezioni nell’indossare l’abito, simbolo d’eleganza maschile.
Monotema blu con risvolto sui pantaloni, camicia rigorosamente bianca, cravatta a fantasia e pochette colorata.

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2. LA SCIARPA A FANTASIA

Lasciata cadere morbida sulla giacca, annodata al collo o appesa alla borsa, la sciarpa a fantasia è un must al Pitti Uomo.
Di diversi colori, con trame sovrapposte, la sciarpa è declinata secondo fantasie floreali, optical e geometriche.

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3. I GUANTI NEL TASCHINO DELLA POCHETTE

Non il fazzoletto da taschino ma i guanti.
Per combattere il freddo, basterà portare con sé un paio di guanti neutri da infilare nel taschino superiore della giacca.

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4. IL CAPPELLO BORSALINO, TRILBY

Il trilby prevede una tesa corta leggermente incurvata verso l’alto che percorre l’intera circonferenza della testa puntando leggermente verso il basso nella parte anteriore del cappello.
Al Pitti un vero gentiluomo indossa il cappello.

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5. IL COLORE POTTER’S CLAY

Pantone ha stilato la classifica dei colori dell’autunno/inverno 2016, tra questi il potter’s clay.
Simile al colore “terra di Siena”, si presenta al pitti in color block.

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6. IL TOTAL DENIM

Mai dimenticato, torna in auge il total denim: il tessuto di jeans.
Fa da colore nel caso del cappello e della camicia, ma è utilizzato per la giacca e per la lunga pashmina ricavata da pezzi differenti di tessuto di jeans cuciti tra loro.

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7. PALETTE PASTELLO

Nessun indugio per la palette pastello in stile Wes Anderson.
Il Pitti Uomo è anche colore, estro, creatività e armonia.

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8. COAT

Tra i modelli visti al Pitti Uomo, emerge il chesterfield coat: lungo fin sotto al ginocchio, è spesso e largo. Si presenta in due versioni: doppiopetto e monopetto.
Popolare anche il montgomery e il polo coat.

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9. LA CARTELLA DA UOMO

Fa tanto school life ma è un utile accessorio.
Al Pitti la cartella da uomo si presenta in bianco candido, puro, elemento di ghiaccio in contrasto col total black.
Abbinato alle calzature anch’esse bianche.

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10. LE CALZATURE SIGLATE

Non solo sulle Louis Vuitton, anche le scarpe posseggono – se si vuole – la sigla del proprio nome o, addirittura, il nome per intero.

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Sfila alla Londra Fashion Week l’uomo Casely-Hayford

Ha sfilato nell’ambito della settimana della moda londinese dedicata al Menswear la collezione Autunno/inverno 2017-2018 di Casely-Hayford. Alla direzione creativa del brand vi è un team composto da padre e figlio: trattasi rispettivamente di Joe e Charlie Casely-Hayford. Il duo creativo ha portato sulla passerella londinese una collezione ricca e variegata.

Non mancano i dettagli iconici, per uno stile che oscilla vorticosamente tra echi nostalgici per un passato remoto e suggestioni che rimandano ad un futuro non meglio identificato. Per la prima volta si alternano sul défilé capi di menswear e capi di womenswear, che attingono all’archivio del brand e alla sua storia lunga 30 anni.

Charlie ha definito la collezione come “un dialogo tra padre e figlio, tra due generazioni”: non mancano capi fatti su misura e dettagli realizzati a mano. Ciò si traduce in una collezione elegante e sofisticata, curata nei minimi particolari. Attenzione certosina per i dettagli e amore per il glorioso passato della maison, per uno stile classico ma fortemente improntato alla contemporaneità.



Le silhouette predominanti sono squadrate ed angolari, come nella giacca indossata con pantaloni al polpaccio a righe. I capispalla sono impreziositi da frange e dettagli preziosi, tra pois e fantasie patchwork. Presenti anche dettagli knitwear, come i cardigan, perfetti sia per lui che per lei. Per le donne sfilano pantaloni a gamba ampia con stampe in 3D.

Già all’inizio della sua carriera, Joe Casely-Hayford -classe 1956- vestiva i Clash e gli U2, mentre lavorava alla creazione del suo brand e sfilava a Parigi, Tokyo e Londra. Il figlio Charlie, diplomatosi presso la prestigiosa Central Saint Martin, ha seguito un periodo di apprendistato nello studio del padre: qui ha appreso le nozioni di storia del costume e le principali competenze tecniche. Il giovane ha iniziato a lavorare all’età di 21 anni. Tra gli amanti del brand attori come Robert Downey Jnr e Michael Fassbender.

Gli echi nazionalisti di Matthew Miller

Una collezione sofisticata e politicamente impegnata, quella presentata da Matthew Miller nell’ambito della London Fashion Week Men’s. L’autunno/inverno 2017-2018 dipinto da Miller vede echi nazionalisti e bandiere che inneggiano ad Albion: in uno scenario post-apocalittico l’uomo che calca la passerella col viso dipinto sembra uscito da guerriglie urbane e da guerre per l’indipendenza.

Suggestioni belliche attraversano l’interno défilé, intitolato non a caso “Fear Itself”. Ispirato da agitazioni militari e politiche che hanno caratterizzato la storia recente, lo stilista concentra la sua attenzione nei dettagli. Ecco sfilare una giacca da pilota combattente risalente al 1941: le tasche diventano inserti per l’artiglieria, perfette per nascondere munizioni e bombe a mano. In attacco o in difesa, gli uomini e le donne che si alternano sul catwalk sembrano usciti da una guerra di trincea, guerriglieri solitari di una battaglia in nome dello stile.

Vesti da combattente in nylon si alternano a giacche biker in pelle dal mood aggressivo, prontamente stemperato da lunghi cardigan fluidi indossati sotto. C’è un senso di poesia e struggente dedizione ad alti ideali di giustizia, che prevale nell’intero défilé: la causa universale viene sposata dai modelli, che sembrano sfilare tra le barricate. Non mancano le sovrapposizioni, come le due maglie indossate l’una sopra l’altra. Largo anche a tagli sartoriali, che rivelano la maestria di Miller nel destreggiarsi con classe tra ispirazioni eterogenee pur mantenendo il British style d’ordinanza.



“Non ho mai visto la bellezza come un oggetto fisico. Vedo fondamentalmente la bellezza come un momento, un sentimento fugace, una cicatrice, un ricordo, un’esperienza, il senso di libertà”, con queste parole lo stilista saluta dal suo sito internet. Ricca e versatile la sua estetica, che coniuga ribellione e poesia.

(Foto: WWD)

Mugler celebra i 25 anni di Angel

Mugler celebra il 25esimo anniversario di Angel, la fragranza iconica della maison. Fino al 19 febbraio sarà possibile visitare il Jardin étoliée, l’installazione luminosa allestita all’interno del nuovo Grand musée du parfum di Parigi. Un’opera monumentale, per la creazione della quale sono stati utilizzati oltre 8mila cristalli Swarovski.

L’installazione, inaugurata lo scorso 5 gennaio, celebra la celebre fragranza reinterpretandone lo stile angelico. Un’esposizione temporanea che consacra lo storico profumo creato da Olivier Cresp. Correva l’anno 1991 quando Mugler lanciava la sua fragranza dal mood celestiale: tante sono state negli anni le testimonial del profumo, da Estelle Lefébure a Jerry Hall, da Eva Mendes a Naomi Watts fino a Bianca Balti e Georgia May Jagger.

Nella serata dello scorso 5 gennaio sono accorsi numerosi ospiti, da Miss Francia Alicia Aylies ad Iris Mittenaere, da Sylvie Tellier a Julie Depardieu. In mezzo ai cocktail scintillavano le boccette della celebre fragranza, rappresentata da un’iconica stella. L’installazione, a metà tra un museo sensoriale e un’opera d’arte futurista, omaggia il profumo nel suo 25esimo anniversario.



Angel, considerata la prima essenza gourmet nella storia della profumeria, si è imposta come una fragranza cult: non solo l’olfatto ma anche la vista sono i sensi stimolati dal celebre profumo, grazie anche alle campagne pubblicitarie che, dagli anni Novanta ad oggi, hanno consacrato Angel, tra modelle d’eccezione e foto entrate di diritto nella storia del costume.

Eterea e suggestiva l’installazione che omaggia la fragranza feticcio di Mugler: tra candelabri sospesi nel vuoto e insegne luminose, sono stati utilizzati 8.850 cristalli per circa 150 ore di lavoro. Angel si ispira a ricordi infantili di Thierry Mugler: tra le nore di bergamotto e mandarino, troviamo un cuore di vaniglia, caramello, cioccolato e patchouli. Nel corso degli anni tante sono state le varianti della fragranza, compresi “Angel Aqua Chic”, “Angel Eau Sucrée”, “Angel Sunessence” o ancora “Angel Liqueur de Parfum”.

L’eroe impavido di Cottweiler

Spirito indomito per l’avventuriero che sfila da Cottweiler: un eroe 2.0 che non teme le calamità naturali e le avversità, dominando lo Zeitgeist con uno stile unico. Ben Cottrell e Matthew Dainty sfornano una collezione accattivante e ricca di suggestioni.

Nella cornice di Regent Street, all’interno di un ex shopping center ora in ristrutturazione sfila una natura in chiave futurista che accoglie l’uomo Cottweiler. Il duo di stilisti getta le badi una «Cultural geography», tra gigantesche piante sempreverdi e ghiaia. Una natura artificiale, emblema della modernità, che ha assorbito e distrutto la bellezza di paesaggi incontaminati e terre vergini.

L’uomo che calca la passerella tenta di ristabilire un contatto primordiale con Madre Natura, attraverso attività quali il camping o il birtdwatching. Uno stile perfetto per affrontare ogni avversità climatica: largo a parka imbottiti, sneaker da trekking e zaini da arrampicata. Dominano ad ogni outfit suggestioni high-tech per tessuti dal piglio futurista: il capospalla ora è una sorta di sacco a pelo da indossare, tra colori cangianti e dettagli futuristi.



Ardite giustapposizioni si alternano alla più audace sperimentazione, per una sfilata ricca di spunti inediti: un concettualismo che strizza l’occhio agli sport estremi si unisce ad una palette cromatica che indugia in nuance come il viola e il verde brillante. Tripudio di stile nelle suggestioni sportswear che si arricchiscono di dettagli couture, tra luce psichedelica e musica elettronica.

Un défilé interessante, che anticipa la presentazione della prima capsule collection realizzata dal duo creativo in collaborazione con Reebok, che sarà presentata domani nell’ambito di Pitti Uomo 91.