Una sfilata Missoni è sempre un racconto di famiglia. L’amore tra Ottavio e Rosita, il carattere burbero di lui e quello pratico di lei, i numerosi viaggi dai quali i due traevano ispirazione per le loro collezioni. Materiale conservato negli archivi dell’azienda e nei ricordi di Angela Missoni, che pesca a piene mani dalla tradizione familiare e svela ogni stagione una collezione dalla forte identità. Anche nell’ultima sfilata di moda uomo primavera estate 2017, presentata ieri alla Milano fashion week, la designer ha tirato fuori un aneddoto di famiglia che ispira e diverte.
Quando incontrava i giornalisti, ad Ottavio veniva fatta spesso la stessa domanda. Si chiedevano se fosse infastidito da tutte le copie, che si vedevano ovunque, chiaramente ispirate allo stile Missoni. E lui rispondeva: «Nelle Ande mi copiavano già centinaia di anni fa, quindi lo considero un omaggio carino» con il suo classico tono sarcastico. Da quella frase, e da una giacca che Angela comprò a 15 anni durante il suo viaggio nelle Ande con i genitori, nasce la collezione presentata a Milano Moda Uomo 2016. La sfilata si apre con bermuda e maglie ampie nei caleidoscopio di colori Missoni: tutte le sfumature della terra sudamericana, dal beige al rosso, dall’arancio al blu, dal verde al giallo trovano spazio nelle fantasie a onde e a zigzag che da sempre caratterizzano il marchio italiano. Pappagalli e uccelli del paradiso rinnovano il concetto di camouflage e ravvivano le maglie di cotone. I bermuda lasciano poi posto a pantaloni dal taglio asciutto, svasati e tagliati alla caviglia, abbinati a camicie con zip e giacche gettate sulle spalle. A sottolineare il legame di questa collezione di moda uomo con il luogo a cui è ispirata sono gli accessori: scarpe e cinture di cuoio, sovrapposte a fusciacche colorate. Stringate a punta e cappelli di paglia completano il ritratto di questo moderno cowboy.
La moda si rimodella spesso e si reinventa. E’ il caso di Antony Morato che si ispira al passato per creare nuove tendenze, la Maison italiana si trova in più di 3.000 punti vendita in tutto il Mondo in più di 65 Paesi.
Antony Morato ha il 60% del suo fatturato al di fuori dell’Italia, e nel 2014 è cresciuto del 70% nelle sue esportazioni, si tratta di una Maison recente, creata nel 2007 da Lello Caldarelli e in meno di un decennio con il suo stile e qualità ha sollevato seguaci in tutto il mondo.
Nel 2016 la Maison Antony Morato presenta la sua nuova campagna “I am who I am” (Io sono colui che sono), in linea con le nuove tendenze nel mondo della moda, Morato porta la comprensione del sé, il bisogno di sentirsi bene, di interpretare la sua essenza e attraverso la sua modalità di vestire e presentarsi, in un equilibrio sottile e rivelatore senza paura o eccessi.
Questa proposta di Antony Morato, così come il nome della campagna, mi ha ricordato la diva degli anni ’80, Gloria Gaynor e la sua hit che ha fatto ballare il mondo nel 1984, “I am who I am”, rivedendo il testo di questa canzone mi sono imbattuto nell’essenza diAntony Morato:
“Life’s not worth a damn
Till I can say
I am what I am”
“And so what if I love each sparkle and each bangle
Why not try to see things from a different angle
Your life is a shame
Till you can shout out
I am what I am”
“It’s one life and there’s no return and no deposit
One life so it’s time to open up your closet
Life’s not worth a dam till you can shout out
I am what I am”
Antony Morato ha deciso nel 2016 di puntare su questo incredibile viaggio di sentirsi bene senza scordarsi di essere elegante. Le fotografie di Sofia Malamute, un’argentina che a soli 22 anni, residente negli Stati Uniti ha già lavori pubblicati nella rivista Vogue e altri esponenti dell’arte della fotografia di moda, considerato un esperta nel modo di gestire il gioco tra il nero e bianco, avremo una collezione di alta qualità per la prossima stagione.
Antony Morato si reinventa, portando anche nuove idee per il suo logo, cosa che ha fatto con grande maestria senza perdere l’aspetto storico del brand, ma stampando nel logo la crescita che Antony Morato ha avuto nei quasi 10 anni di esistenza.
Tagli dritti e la miscela di texture e geometria dei capi donano a Antony Morato un tocco vintage, e così siamo tornati alle proposte di moda in questo periodo, osare alleandosi alta moda e tecnologia.
Per saperne di più su Antony Morato qui il link: www.morato.it
Fashion remodels itself, reinvents itself, recreates itself, the great fashion is inspired, brings new contexts and transform the old one in a new one, in That way goes Antony Morato, the Italian Maison which can be found in more than 3,000 stores around the world and in over 65 countries.
Antony Morato has 60% of its earnings outside of Italy, and in 2014 showed a growth of 70% in exports, is a new Maison, created in 2007 by Lello Caldarelli in less than a decade with its style and quality has raised followers throughout the world.
In 2016 the Maison Morato presents a new campaign “I am who I am”, in line with new trends in the fashion world Antony Morato brings the understanding of the self, the need to feel good, to interpret its essence and through its way to dress and present, in a subtle and revealing balance without fear or excesses.
The Morato’s propose, as well the name of their campaign, reminded me the disco diva from 80s, Gloria Gaynor and her hit that made the world dance in 1984, “I am what I am”, reviewing the text of this song I came across the essence of Morato:
“Life’s not worth a damn
Till I can say
I am what I am “
“And so what if I love each sparkle and each bangle
Why not try to see things from a different angle
Your life is a shame
Till you can shout out
I am what I am “
“It’s one life and there’s no return and no deposit
One life so it’s time to open up your closet
Life’s not worth a dam till you can shout out
I am what I am “
Antony Morato decided in 2016 to bet on this incredible journey of feel good while being stylish. The works shown in the photographs of Sofia Malamute, makes see that we can expected for a collection of high quality for the next season. Malamute is a 22 years old Argentina girl, and resident in the United States that already have works presented in Vogue and other exponents of the art of fashion photography, considered an expert in the way to handle the game between black and white.
Antony Morato reinvents itself, including bringing new concepts for your logo, something that made it masterfully to not take the historical aspect of the Maison, but printing the growth that Antony Morato had in these almost 10 years of existence.
Straight cuts, the mixture of textures and geometry of the parts gives to Morato’s collection a Vintage touch, and so we went back to the proposal in fashion for this period, daring allying high fashion and technology.
Cosa manca ad alcuni “artisti” per essere definiti tali? L’amore. L’amore per quello che fanno, per il proprio mestiere, per il pennello che tinge la tela, per il soggetto che stanno fotografando. L’amore come elemento essenziale, come la mezza tinta che rende un quadro perfetto – questo è quello che non manca a Santillo 1970 – l’amore per la propria terra.
Ed è alla loro terra d’origine, la Calabria, che i fondatori Santillo 1970 dedicano la nuova collezione autunno-inverno 2016/17 e al progetto speciale Radici Project.
Radici Project pone come obiettivo quello di recuperare le antiche lavorazioni artigianali, utilizzando le materie prime del territorio. La ginestra calabrese, un bellissimo fiore dal giallo intenso, viene mescolata al lino e al cotone, rendendola così più morbida. Il risultato è un tessuto di gran qualità, successivamente lavorato attraverso antichi telai di inizio ‘900 restaurati. Prodotti unici, autentici, che hanno una “vita da raccontare” quelli di Santillo 1970 – che racchiude, in questa capsule, le lavorazioni croquette per le cravatte “handmade”.
Nella collezione autunno-inverno 2016/17 ritroviamo il grande attaccamento di Gennaro e Saverio Santillo per la letteratura e i viaggi, capi dal sapore antico che ci riportano ai romanzi di J. R. R. Tolkien – e allora le sfumature saranno verdi come i boschi incantati, marroni corteccia, rosse come il fuoco e blu intense come i cieli di un paesaggio rurale.
Tutto è retrò, compreso lo showroom situato nel cuore di Milano, a Porta Venezia, dove tra i manichini risalta la forza del brand per l’attenzione ai dettagli – polsini, asole, colletti e rifiniture – sempre e rigorosamente realizzati a mano.
Un viaggio dove la classe, l’eleganza e il buon gusto ritornano in auge, radici al passato, verso gli anni ’30 – ’40, anni che, secondo Gennaro Santillo, rappresentano la massima espressione dello stile.
La collezione FW 2016/17 è composta da dieci capi e si distingue per l’utilizzo delle mescole di pregiati filati quali flanella, cachemire, fustagno, cotone nelle due versioni “classic”, gli immancabili monofilo e brillanti come il drill, e “rough”.
New entry per questo nuovo progetto è il capo “daily use” ricercato ma versatile. Una camicia che non è più ancorata alle vecchie rigide regole del dress code. Sempre attuali sono i modelli “cult” dell’azienda calabrese, fra tutti la polo-camicia.
La storia di Santillo 1970 nasce nel secondo dopoguerra nella bella Napoli, e arriva a noi oggi grazie alla loro passione, alle tradizioni, all’ amore per la famiglia e per la propria terra, una storia dove l’etica e le pratiche sartoriali sono il “leitmotiv” del brand.
Santillo 1970 ha ancora molto da raccontare, è il libro che abbiamo appena iniziato a leggere e non vorremmo finisse mai.
Il backstage della sfilata evento, tributo a David Bowie, che documenta la nuova era della casa di moda, oramai diretta da Saverio Moschillo,
E’ la forte creatività pronta a unire miti e icone per una collezione in grado di segnare la storia, parola di Saverio Moschillo, nuovo direttore creativo della Maison. E lo stesso mito di David Bowie accompagna l’ultima sfilata Richmondche gli rende omaggio attraverso la selezione musicale. China girl per le fantasie geometriche dal sapore asiatico che inaugurano la nuova identità del brand sempre più proiettato a rivisitare i capi essenziali del guardaroba donando loro l’intramontabilità.
E’ una collezione che cromaticamente vive nella Space Oddity grazie alla palette di colori composta dal blu navy, burgundy, rosso denso nero e grigio melange. La fusione della materia avviene grazie alle combinazioni contrastanti presenti negli accessori, come gli stivali e le stringate rinforzati in cuoio naturale con cuciture a vista. Quello di Richmond è uno Starman che non disdegna il suo lato rock prestando, però, sempre attenzione a uno stile di vita rigoroso, intuitivo e eclettico proprio come quello dell’artista recentemente scomparso.
Gli streetstyler di Z Zegna si esibiscono nelle piazze e nelle strade delle grandi metropoli pronti a scalare le vette più ambite
Lo streetdummer Dario Rossi, famoso per le sue performance musicali con oggetti di uso comune, in grado di produrre ritmi travolgenti, insieme a ballerini di bond, break dance e beatbox danno vita a una performance mozzafiato per accompagnare la presentazione della nuova collezione AI 2016/17 di Z Zegna. La maestria del brand nel fondere la sartoria tecnologica con l’ autentico sportswear viene riconfermata ispirandosi al trekking d’alta quota, per un climber pronto a scalare le vette più importanti.
En plein air pe i motivi grafici che rimandano al mondo della montagna dove le cromie sono perfettamente in linea con quelle delle rocce e degli alberi da vivere indossando scaldamuscoli tricot, scarpe da trekking e zaini rivestiti in montone e lana merino.
Le silhouette allungate dei cappotti in tweed, del tailoring e della maglieria si incontrano con la tecnologia dei i raincoat gommati e termosaldati e dei kagool metallizzati tagliati a laser.
Le innovazioni di Z Zegna non si fermano qui, due le grandi novità presentate per l’occasione: l’ “Icon Warmer”, il primo capospalla progettato per offrire una protezione termica personalizzata, grazie a un avanzato pannello generatore di calore integrato, alimentato da un sistema di carica wireless e l’esclusivo “Techmerino”, un tessuto ad alte prestazioni 100% in fibra naturale.
Accompagnando il tutto con uno styling disinvolto e sofisticato Z Zegna riesce ancora una volta a esprimere al meglio il suo approccio con la moda urbana.
Pulizia, il consueto stile effortlessy-chic e un tocco futurista hanno caratterizzato la sfilata di moda maschile Hermès per la prossima stagione invernale. Véronique Nichanian ha presentato una collezione caratterizzata da un’eleganza disinvolta e rilassata, in linea con lo spirito della storica maison francese. Stile vincente non si cambia, recita un vecchio motto: e in effetti il carattere tipico del brand non viene assolutamente alterato nonostante la designer francese osi, mixando nuance ardite e sperimentando con materiali insoliti.
Nonchalance sembra essere la parola d’ordine per un uomo che, in tempi frenetici e convulsi, sceglie invece di andare controcorrente e rallentare i ritmi: i modelli che si alternano sulla passerella hanno le mani in tasca e indossano comodi pantaloni con elastico in vita. L’uomo Hermès per l’Autunno/Inverno 2016-2017 predilige il parka e i capispalla in pelle. Le silhouette sono gentili, abbondano i colli alti e le sciarpe e la palette cromatica varia dal turchese al mostarda fino al crema, al grigio e al rosa pallido, senza dimenticare l’arancione simbolo della maison, e il cammello. Il nero la fa da padrone, mentre i modelli sfoggiano borse che impreziosiscono la classicità di capispalla come il trench, insolitamente declinati in pelle.
Veronique Nichanian, definita “la sacerdotessa della moda maschile”, coniuga mirabilmente comfort e stile, conferendo all’uomo un tocco di charme moderno e avanguardistico, che non stravolge l’identità del brand. I modelli indossano il consueto foulard d’ordinanza, simbolo per antonomasia della maison francese, mentre ardito risulta a volte il mix & match, specie per quanto concerne la palette cromatica. Inoltre, sempre nel corso della sfilata, è stato presentato il lancio dell’Apple Watch Hermès: dallo scorso 22 gennaio sono disponibili i primi dieci modelli del nuovo nato, con prezzi che variano da 1.300 a 1.780 euro.
Una tempesta di cristalli Swarowski e dettagli preziosi invade la passerella Balmain per la collezione Autunno/Inverno 2016-2017. Un omaggio alla Torre Eiffel e a Parigi, per un défilé ricco di suggestioni. La capitale francese, definita da Olivier Rousteing come “la città della luce”, viene rappresentata in una collezione maestosa e principesca. A calcare la passerella è un vero principe, tra giacche impreziosite da cristalli, arabeschi e bomber dorati.
L’uomo Balmain indossa lunghi guanti in pelle e stivali da fantino, tra stampe e nero all over. Tartan, righe, paisley e rombi esaltano il total black delle uscite. Sulla passerella si alternano modelli del calibro di Jon Kortajarena e Lucky Blue Smith, mentre non mancano top model come Alessandra Ambrosio e Lily Donaldson, che indossano la pre-collezione femminile per il prossimo autunno/inverno.
Opulenza e suggestioni sovietiche caratterizzano la sfilata maschile di prêt-à-porter: tra pantaloni in jersey o suede e giacche che ricordano i kimono, abbondano i ricami e i dettagli preziosi. Il principe della Ville Lumière sfila con fusciacca rigida in vita impreziosita da nappine e stivali e giacche in pieno stile military-chic. La personalità di Rousteing segna un altro colpo, per una collezione altamente evocativa, che intende restituire speranza alla Parigi martoriata dal terrorismo, dopo gli attacchi dello scorso novembre. La palette cromatica omaggia la bandiera francese, mentre certe uscite ricordano molto da vicino Napoleone Bonaparte e i fasti del suo impero. Opulenza è la parola chiave, per un uomo che, come un condottiero, affronta la stagione invernale in uniforme simil militare.
Si è appena conclusa a Parigi la settimana della moda maschile, che ha visto sfilare le proposte moda per il prossimo autunno/inverno. Una collezione all’insegna della libertà, quella presentata da Valentino. Maria Grazia Chiuri e Pierpaolo Piccioli si confermano ancora una volta indiscussi maestri di stile, in un défilé caratterizzato da tendenze eterogenee. Dettagli etnici si sposano al grunge anni Novanta, fino a sfiorare il folk tipicamente Seventies.
Un po’ metropolitano e un po’ bohémien l’uomo Valentino per l’Autunno/Inverno 2016/2017: dal classico vestito nero con cappotto dal taglio sartoriale e dagli ampi revers si passa al denim, per giubbotti impreziositi da decorazioni. Le prime uscite rasentano lo stile gotico: nero all over per capispalla dal respiro classico, per un uomo che sembra incarnare il dandy più autentico. Si continua con loden e giubbotti biker, impreziositi da borchie e decorazioni.
Ma l’uomo che ha calcato la passerella ha un animo folk, è fiero della propria libertà e non teme il contatto con la natura, fosse anche un viaggio on the road, sulla falsariga di Jack Kerouac. Il denim e il tartan ricordano un cowboy, come anche le camicie. Una full immersion tra i nativi americani per le mantelle stampate con motivi aztechi. Stampe simili a coperte Navajo si alternano sulla passerella a giubbotti borchiati, mentre viene sdoganato il poncho come capo principe del guardaroba maschile per la prossima stagione invernale. Suggestioni etniche nei dettagli piumati e nel patchwork di fantasie tribali. La precarietà e l’incertezza che caratterizza i tempi odierni sono state le principali fonti di ispirazione di una collezione che i due stilisti hanno definito esistenzialista. Il mix di stili e tendenze diverse rispecchierebbero infatti un nuovo stimolo per rinnovarsi e trasformarsi. Tra i materiali usati spiccano il cashmere e il camoscio, ma anche la seta e la pelle la fanno da padrone, in una collezione variegata e ricca di fascino. Per un uomo dalle mille sfaccettature.
E così si è conclusa la maratona di quattro giorni della Milan Man Fashion Week con la presentazione delle collezioni autunno inverno 2016/2017, con le tendenze per l’abbigliamento maschile.
Milano non ha accolto solo i grandi brand del mercato mondiale, ma anche figure indipendenti ed emergenti che iniziano in questo difficile percorso verso il successo.
Corneliani e la sua sartorialità più che perfetta, ha dato inizio alle sfilate della Milano Fashion Week, scommettendo su sguardi monocromatici e trame in toni che partono dal petrolio, viola ed un tocco di blu cobalto – oltre a farci vivere un fashion show sobrio e raffinato; le sneackers e i foulards hanno completato i capi, portando una armoniosa atmosfera minimalista con un rimando agli anni 70, scommessa ricorrente alle proposte del MFW.
Perfettamente equilibrato e adattato agli sguardi del casual chic, il brand JFLondon ha presentato una palette di colori a partire dell’argento, rosso, viola e aggiungendo una tonalità più profonda dei neri. I colori saranno i protagonisti nella sua nuova collezione che si concentra su un uso per diverse occasioni, dagli uffici di Canary Wharf di Londra o dai negozi e ristoranti chic di Kensington, ma anche per una rilassante passeggiata attraverso i numerosi parchi della capitale inglese e le grandi capitali cosmopolite del mondo.
Vicino alla cultura orientale, Wabi Sabi in questa MFW, ha presentato un incontro di opposti, colori e tessuti pregiati, eleganza sobria, ma non per questo passa inosservato. Questa la collezione presentata da ELEVENTY con una una magnifica “capsule collection Platinum”, composta da capi di alta sartoria napoletana, realizzati con tessuti pregiati, con una particolare cura per i dettagli.
Al top dell’innovazione Paul & Shark, presentando alla MFW le novità del Fashion Tech, con una fantastica ricerca sulle nuove tecnologie dei tessuti come il Tifone Artic, utilizzato per produrre una giacca impermeabile con un trattamento Waterproof Tyfoon 20000, un sistema in cui la semplice pressione di un pulsante riscalda la giacca. La casa ha inoltre presentato un piumino Eco Down, un piumone senza piume d’oca ma utilizzando una “speciale lavorazione dell’ovatta che risulta morbida, leggera e traspirante quanto la piuma.”
Il brand Silvio Fiorello ha debuttato in questa MFW con una collezione costruita su un look classico, ma con una forte comprensione e visione di esigenze contemporanee focalizzando l’attenzione su un soggetto relativamente inesplorato di accessori maschili. La collezione Silvio Fiorello nasce con il desiderio e il dovere di lasciare il look maschile più ricco senza perdere i suoni di un passato elegante e raffinato, è una collezione pensata per gli uomini che amano farsi notare.
Silvio Fiorello in collaborazione con l’accademia di belle arti “Aldo Galli” del gruppo IED presenteranno per la prima volta una capsule collection di cui i temi principali sono:
Jim Dine / Jim Dine Pop: Concentrata sui motivi maschile e costumi urbani-chic, con sovrapposizione di colori intensi.
Murrine: Un vero e proprio must-have della collezione fornito con giochi geometrici e colori dove donano vivacità a chi lo indossa.
Texture: Un look per l’uomo dandy, interamente dedicato ai tessuti che sono stati ridisegnati e resi quasi impercettibili.
Concludo per adesso con la presentazione di Roberto Botticelli in collaborazione con Monsieur Defustel che ha portato novità del mondo della moda maschile per questa primavera / estate 2016. Secondo brand Botticelli saranno quattro modelli dedicati ad una palette di colori scelte da Defustel: due modelli direzionati per gli uomini d’affari che cercano l’aria classica delle forme, ma allo stesso tempo non lasciano da parte la possibilità di utilizzare materiali e colori che escono un poco dal convenzionale. E altri modelli che portano una interpretazione di un uomo sportivo e informale ma che ama anche sentirsi apprezzato nel modo di vestire.
Interessante partecipare a questo momento unico nella moda maschile mondiale, gli uomini cominciano a riscoprire la possibilità di far risaltare il buon gusto con l’uso di accessori, tessuti e tagli di alta qualità, il tutto miscelato con chiarezza, le idee e le possibilità della tecnologia oltre il fascino indiscusso dell’eleganza maschile di un passato non così lontano, ma polveroso sugli scaffali ora rinnovati in modo esclusivo, raffinato e premuroso.
And so whe have concluded the fashion marathon for four days at Milan Fashion Week with the presentation of the autumn winter 2016/2017 trends for menswear. Milan welcomed not only strongly established brands in the global fashion market but also made room for independent and emerging new faces starting to face the difficult world where a presence is a way of life and not just part of success.
Corneliani and his tailoring more than perfect was the one who initiated the disputed fashion show of “Milano Fashion Week”, betting on monochromatic looks and plots in tones that leave from oil and purple letting permeated with cobalt blue touches the Corneliani fashion show brought a sober and refined pieces, the sneackers and foulards composed the looks, bringing a harmonious, minimalist atmosphere with the scent of the 70s, bet applicant at the proposals in the MFW.
Perfectly balanced and adapted to the looks from casual to luxurious Anche JF London brand presented a color palette starting with silver, red, purple and coming to a deeper shade of black, the colors will star in his new collection which focuses on a use for different occasions, could be at the fine offices of Canary Wharf in London or the shops and chic restaurants of Kensington but also for a relaxing stroll through the many parks of the English capital as well as the great cosmopolitan capitals of the world.
And for the unsuspecting, the oriental philosophy culture, Wabi Sabi would also be seen in this MFW, a meeting of opposites, colors and fine fabrics, a kind of informal elegance, but not for that reason cease to be noticed. Going beyond the Korean collar shirts and many cashmere sweaters, coming here to replace the classic white shirt, by the way with great mastery. This was the collection presented by Eleventy that in its proposal brought a magnificent “capsule collection Platinum”, a precious collection of high tailoring Napoletana pieces, made with fine fabrics, which details makes you realize how in curated all quality process.
At the edge of innovation came Paul & Shark, debuting at MFW landed with news in the Fashion Tech, presenting a fantastic research of tissue technology as the Typhon Artic Heat, used to produce nothing more, nothing less than a jacket with a unique treatment Waterproof typhoon 20000, which is a system where at the touch of a unique button transforms his jacket on a heater. Many news Area Fashion Tech, the house Ovatta presented a winter Eco Down jacket, made with products that heat without prevent sweating, the feeling is the same as using a goose-down blanket.
Among so many comings and goings, between famous names, brands, fashion shows and news certainly what brought me the greatest pleasure was to see and experience the return of the traditional and true Italian tailoring and of unquestionable quality fabrics.
The brand Silvio Fiorello debuted this MFW with a collection built on classic looks, but with strong understanding and vision of contemporary needs, and focused attention on the relatively unexplored subject of men’s accessories. The Silvio Fiorello collection is born with the desire and the duty to let the richest men look without losing the sounds of echoes of an elegant and refined past, is a thoughtful collection for men who like to get noticed. Fiorello’s makes sure to let your customers will bring a mix of ideas where the customer can compose his pieces with his identity, showing versatility and elegance.
This was the first time a capsule collection bears the stamp of the Academy of Fine Arts Aldo Galli from IED group, bringing topics such as:
“Jim Dine / Jim Dine Pop” – with male subjects and urban-chic costumes, overlapping of intense colors;
“Murrine” – A true must-have of the collection comes with geometry games and colors where donate liveliness to the wearer. And finally;
“Texture” – A look for a dandy man, fully devoted to fabrics that are redesigned and almost imperceptible.
We completed our marathon on a high note, with the presentation of the collection from Roberto Botticelli that in collaboration with Mousier Defustel brought news to the men’s fashion world guided in spring / summer 2016. According to Botticelli house will be four models dedicated to color palette selected by Mousier Defustel:
Two models targeted for businessmen who seek the classic air of forms, but at the same time does not leave aside the possibility of using materials and colors to flee rather conventional. And other models bringing an interpretation of the sporting man who exudes informality, but also likes to feel appreciated in the way they dress.
Interesting and deliciously delirious live and participate in this unique moment in world men’s fashion, men began to rediscover their chance to shine highlighting your good taste with the use of accessories, fabrics and high quality cuts, all this mixing with clarity the possibilities ideas technology and the undisputed glamor of male elegance of a not so distant past which was dusty on the shelves now renewed for a inclusive fashion, refined and exquisite.
In ESCLUSIVA per i lettori di D-Art il MAKING OF delle sfilate più belle.
A sfilate della Moda Uomo concluse vi trasportiamo alla scoperta di ciò che avvenuto dietro le quinte.
Uno show dietro lo show dove truccatori, hairstylist, vestieristi e modelli sono nel massimo dell’operatività al servizio del brand. E’ una danza che affascina l’operatore che interviene sollecito ai fini di riportarne i contenuti per i nostri lettori.
A inaugurare tale filone è il backstage del fashion show di Lucio Vanotti, designer scelto da Giorgio Armani in qualità di talento up and coming in grado di meritare l’ambitissima sfilata presso l’Armani Teatro.
Solenne il debutto in linea con l’identità del marchio. L’austerità dell’ abito visto come uniforme, l’alienazione e il distacco dal caos terreno, l’ascetismo estetico a favore di una bellezza cruda e grottesca, presenti nuovamente in collezione, non hanno deluso i suoi estimatori.
Le righe orizzontali sono il leitmotiv che accompagna i corpi svuotati e alleggeriti di ogni vezzo.
No gender per i completi sartoriali, anche versione pijama, i cappotti vestaglia e le coperte militari in qualità di tuniche, elaborati in panno di lana, spigati, velluto 100 righe, cotone garzato e felpa.
A completare la marzialità dei look stivaletti con suole slipper per calcare il suolo di nuovi e inesplorati pianeti del puro essere.
“L’eleganza non è farsi notare, ma farsi ricordare”: è un vecchio monito di Giorgio Armani, assolutamente attuale se si guarda alla sfilata che ha avuto luogo stamane nel quartier generale della maison. Come di consueto è Re Giorgio a chiudere la settimana della moda milanese, con una collezione Autunno/Inverno 2016-2017 che lo stilista definisce “un riassunto dei miei amori”. Finalmente senza più paura di mettersi a nudo, felice di essere se stesso, dall’alto di una rinnovata consapevolezza: alla vigilia del suo 82esimo compleanno, Giorgio Armani dichiara di sentirsi così. Lo stilista ammette di aver attraversato diverse fasi nel corso della sua sfolgorante carriera, forte di una incessante crescita interiore che lo ha portato a vivere innumerevoli stagioni restando sempre protagonista indiscusso della moda italiana.
La collezione per la prossima stagione invernale è un viaggio interiore attraverso il caos della società attuale. Il blu profondo, che lo stilista privilegia a qualsiasi altra nuance, diviene antidoto e cura per i mali di oggi, in primis per quell’esibizionismo e quell’ostentazione spesso priva di contenuti che caratterizzano la moda odierna. Per Giorgio Armani la vera sfida oggi è riuscire a creare capi eleganti senza scadere nell’eccentricità. Meno audace di un tempo, lo stilista ammette il suo intento di voler adattare ai tempi un rinnovato concetto di stile. Inevitabile la critica a certi colleghi, che creano senza preoccuparsi della reale adattabilità dei capi visti sfilare sulla passerella con la vita reale. «Chi è che mette quella roba lì? Per chi lo facciamo? Bisogna piantarla di pensare solo al piccolo giro della moda», puntualizza lo stilista, che auspica il ritorno ad una moda vera, concreta e possibile.
Si prospetta un Autunno/Inverno 2016-2017 nel segno della classicità, per un’eleganza sobria e discreta, che sembra tornare in auge. Re Giorgio è generoso come non mai, e tante sono le uscite per lui e per lei che hanno caratterizzato la sfilata. Il nuovo lusso si sposa al comfort, per linee fluide e capi dall’appeal sofisticato. Il velluto blu è protagonista assoluto per la sera, in una collezione in cui predominano cashmere e alpaca, ma anche lunghi cardigan in lana con motivi etnici, forse l’unica nota colorata che Armani si concede. La palette cromatica varia dal grigio al rosa al nero, in una riscoperta dell’eleganza evergreen dell’uomo vestito di scuro. Il classico doppiopetto dalla linea a scatola si indossa ora con i pantaloni con le pinces, tra capi in montone ecologico che rimpiazzano la pelliccia tradizionale. Audace sperimentazione nelle tecniche di lavorazione dei capispalla, che vedono pellicce ecologiche in kidassia e gilet indossati sul corpo nudo. Suggestioni africane nelle stampe, i ricami pregiati conferiscono un tocco stilistico nuovo al più classico dei completi. Tessuti con fini lavorazioni artigianali completano il classico abito scuro, tra citazioni classiche, quali il cappotto con la martingala. La pelle scamosciata spicca tra i materiali usati, accanto ad alcuni giacconi matelassé. Le bretelle tornano protagoniste, insieme a guanti e altri dettagli tipici del guardaroba maschile, come il gessato. I cappotti con ampi revers si alternano alla giacca, che diviene quasi una guaina perfetta per esaltare la scultorea fisicità dei modelli. Tra gli accessori cappelli fedora, occhiali da sole e cartelle da lavoro, ai piedi scarpe carrarmato. Nel front row non mancano le celebrities: occhi puntati su Russell Crowe, ospite della sfilata e amico di vecchia data di Re Giorgio.