La Milano fashion week ha svelato quello che saranno le tendenze più trend per la primavera estate 2017. Abbiamo visto sfilare molti capi dallo stile urban casual, per alcuni brand come Junli, Christian Pellizzari, che ha portato nelle passerelle linee pulite piuttosto decise con colori sobri come il grigio nelle sue diverse sfumature e il nero.
Mentre il vero must have continuano ad essere i destroyed jeans, quelli strappati con segno di una vita lunga, senza alcun dubbio le giacche con patch saranno il vero trend della futura stagione.
La vera sorpresa è lo stile country, ovvero le stampe scozzesi, ma in questo caso riportata ad un stile più metropolitano creando nuove geometrie.
Certamente uno dei nuovi trend è lo sport chic, più che altro per le giacche e maglioni destrutturati. Andranno anche per la maggiore il bermuda con diverse stampe e colori forti come il rosso fuoco e il verde.
Molto sofisticata e elegante la collezione di Daks, che ha portato l’odore e il colori della lontana India, un vero incrocio di sentieri e strade. Passando da un grigio quasi argento che si mescola con il bordeaux e il verde. Tutto questo facendo buon uso dei tessuti come il lino, la seta e il cotone.
Qui nella nostra gallery potrete vedere molte idee che non potranno mancare nel vostro guardaroba per la prossima stagione Primavera Estate 2017.
Ha sfilato nell’ambito della Paris Fashion Week il fascino british firmato Paul Smith. Una Primavera/Estate 2017 all’insegna del colore: una full immersion nelle nuance caraibiche, per una collezione che non disdegna i colori fluo: dall’arancio al giallo canarino fino al verde mela per giacche dal taglio sartoriale e camicie.
Ironico e frizzante, l’uomo Paul Smith avanza sulla passerella come fosse direttamente uscito da un’ambientazione giamaicana: e proprio sulle note di Bob Marley che prende vita una sfilata ricca di suggestioni. E accanto alla stampa caleidoscopica che ricorda l’arcobaleno è onnipresente su bluse e profilata nei dettagli, ecco sbucare da ogni dove il simbolo della pace, che sembra costituire il leit motiv dell’intero défilé: lo ritroviamo nelle cinture come logo stampato all over.
Tra jeans ricamati e tute da lavoro che sembrano rubate alla working class ecco la sartorialità tipica del brand inglese, con completi classici sapientemente sdrammatizzati attraverso le nuance fluo. Torna prepotentemente alla ribalta un must have evergreen della stagione estiva: il pantalone bianco, da indossare qui coordinato a capi coloratissimi. Ai piedi dell’uomo Paul Smith ironiche espadrillas anch’esse declinate nei colori dell’arcobaleno.
Stampe tropicali imperversano tra decorazioni floreali e denim all over. Audaci ed iconiche le nuance scelte, tra un tartan in chiave Seventies e citazioni tecno. L’uomo visto da Paul Smith è ricco di verve e personalità e affronta la stagione estiva con classe ed eleganza, in bilico tra passato e presente.
Ha sfilato a Parigi la Primavera/Estate 2017 firmata Ann Demeulemeester: un défilé ricco di suggestioni, dal gotico ad un inedito romanticismo vissuto in chiave dark. Sébastien Meunier, direttore creativo della maison, sembra proprio aver lasciato il cuore in questa collezione: e proprio il cuore diviene simbolo che, attraverso un sapiente uso di immagini iconiche, va ad impreziosire bluse e top.
La frase “I am red with love” diventa motto della collezione: lo ritroviamo ovunque, stampato su cardigan come una bandiera, o appena accennato, come un dettaglio, che fa capolino tra le maniche di lunghe casacche. In nome dell’amore, si potrebbe dire. Ma l’immaginario punk-rock a cui il brand ci ha da tempo abituati non viene scalfito dai cuori.
Sfila un uomo selvaggio che si perde dentro seta e chiffon dal piglio delicato, sapientemente smorzato dai pantaloni aggressivi. Non mancano perle e foglie, indossate su collane che rendono l’uomo Ann Demeulemeester quasi efebico, un eroe romantico degno del miglior romanzo ottocentesco. Suggestioni army-chic sbucano tra le giacche militari e le cinture avvitate che esaltano il portamento.
La camicia bianca viene declinata in chiave vittoriana, perduta dentro stratificazioni e un riuscito costruttivismo. Eleganza classica e sofisticata dal retrogusto ribelle e scanzonato, per l’uomo che calca la passerella. Meunier, alla guida della maison dal 2014, sembra in bilico tra il rispetto dei codici tipici della maison ed un’urgenza impellente di dare sfogo alla propria personalità e al proprio estro, che in questa collezione vengono fuori in mirabile equilibrio con la tradizione.
“Lanvin vuol dire romanticismo” ha dichiarato Lucas Ossendrijver, da 10 anni esatti direttore creativo della moda uomo della maison. Frase che stona un po’ con una sfilata di moda tutta cinghie ed elementi metallici. Ma a ben guardare, il romanticismo c’è: rose come tatuate sulle camicie, frecce di cupido che fanno da fibbia alle cinture o da decorazione ai maglioncini, versi di poesie d’amore attorno alla cinta dei pantaloni. Dettagli poetici in una collezione di moda uomo in cui il protagonista è l’accumulo (apparentemente casuale) di strati, capi e tessuti. Sulla t-shirt a girocollo si indossa una camicia di seta aperta, e sopra ancora un leggerissimo parka. I capispalla sono stati creati da Ossendrijver e dallo staff creativo di Lanvin con una cura maniacale, per poi essere schiacciati sotto una pressa appena prima della sfilata. Eleganza noncurante, negazione della bellezza, mortificazione di tessuti preziosi hanno reso questa sfilata di moda un po’ originale e molto destabilizzante.
La stessa maison Lanvin è di fatto un territorio destabilizzato, un campo minato il cui equilibrio è stato appena sconvolto da un tornado. Dopo il burrascoso addio dello storico direttore creativo Alber Elbaz, la nuova designer Bouchra Jarrar attende il debutto ufficiale con la sfilata di moda donna del prossimo settembre. I riflettori sono puntati sulla stilista e sulle possibili rivoluzioni che apporterà all’estetica femminile del brand, e i dubbi sul futuro della maison non potevano non coinvolgere anche la moda uomo. “Sono tempi strani per la moda, e per il mondo in generale – ha dichiarato diplomaticamente Lucas Ossendrijver commentando la sua collezione – Ho deciso semplicemente di essere creativo. Non c’era molto altro che potessi fare“. Ed eccolo allora a presentare una sfilata stratificata, in cui visioni estetiche e messaggi si accumulano e si confondono per festeggiare i suoi primi 10 anni alla guida della divisione maschile. Qualunque cosa accada a Lanvin nella prossima fashion week, questo è stato il primo traguardo di Ossendrijver e difficilmente permetterà a dubbi e polemiche di rubargli la scena.
Niente rappresenta la moda francese, incrollabilmente chic, come una sfilata di moda Hermès. Nonostante la maison sia famosa in tutto il mondo per la pelletteria, i suoi capi d’abbigliamento sono sempre l’incarnazione del buongusto e della raffinatezza. Non a caso, sono immensamente costosi: chi compra Hermès appartiene a un’élite e desidera dimostrarlo in ogni occasione. Niente eccentricità, niente orpelli. Come ha scritto Vogue America appena dopo la sfilata, “Si tratta di uomini che possono appendere un quadro astratto in casa propria, ma non vogliono indossarne uno“. Véronique Nichanian, direttore creativo di Hermès per la moda uomo, sa bene fin dove può spingersi e sa dosare con equilibrio innovazione e sobrietà. Le linee sono quelle di un classico guardaroba maschile, i tessuti quelli che un gentiluomo indosserebbe nel tempo libero, gli accostamenti eleganti e misurati.
La fantasia della stilista si scatena nella palette di colori. Tonalità neutre, dai nomi evocativi, che creano immagini di un esotismo chic da gentiluomo in vacanza. Selce, baobab, porpora di Tiro, che sono in realtà particolari nuance di marrone e di viola. Ma ad attirare gli sguardi è il color limoncello, un giallo tagliente, quasi charteause, che invade giacche e t-shirt e regala un twist vitaminico agli accessori. Hermès, simbolo dell’eleganza francese, con questa collezione di moda uomo ha dimostrato di poter portare in passerella qualcosa di nuovo senza far storcere il naso ai signori di Parigi.
Riccardo Tisci ci ha abituati a una moda uomo molto virile, che mescola streetwear e alta sartorialità, e con la sfilata Givenchy di ieri sera alla Paris Fashion Week non ci ha delusi. Il motivo dominante, come per molte altre collezioni di moda uomo primavera estate 2017, è il camouflage. Rivestita di un’aura esoterica, la classica stampa militare rinasce sotto forma di banconote americane e occhi della Provvidenza sparsi su t-shirt e giacche a vento. Anche la fantasia damier in bianco e nero, presente nella scenografia, si ripete su giacche e sneakers. Il verde oliva si abbina al rosso brillante, come Tisci aveva già anticipato dalla resort collection. I pantaloni morbidi con banda laterale arrivano dallo sportswear, così come molti accessori: maxi-tasche in tessuto tecnico si innestano a completi gessati e un cappello alla pescatora in versione deluxe fa capolino direttamente dagli anni ’80. E poi occhiali da sole fascianti e zip all-over, borselli e marsupi, e l’ingombrante corredo di orecchini ormai immancabile nelle sfilate Givenchy.
Riccardo Tisci ha scelto di mescolare alla moda uomo un piccolo anticipo della haute couture che a breve sarà protagonista della Paris Fashion Week. Dodici modelli in bianco, nero e verde oliva, indossati da quelle che sono ormai le muse del direttore creativo di Givenchy: Mariacarla Boscono, Kendall Jenner, Bella Hadid, Greta Varlese hanno calcato la passerella fasciate in meravigliosi abiti da sera. Ci sono un abito di seta total white con colletto e camicia un po’ mannish dal quale fa capolino una sottogonna di rete e pizzo, bustier monospalla ricchi di ruches, paillettes e frange, tute e abiti lunghi impreziositi da una lavorazione plisseé che ricorda i lavori magistrali di Mariano Fortuny.
Dries Van Noten è uno dei nomi più interessanti della Paris Fashion Week, capace di portare in passerella collezioni che sono pura poesia. Colta, raffinata, la sua ricerca estetica volge lo sguardo sempre al passato, all’arte e alla libertà espressiva. Con la moda uomo primavera estate 2017, conquista definitivamente un posto nel cuore di chi ama la moda e l’arte. “Non volevo usare le palette e le applicazioni usate in passato, così ho cercato di trovare nuovi elementi nei volumi, nelle forme, nell’accostamento dei tessuti – rivela lo stilista belga – Ho studiato tantissimo l’arte e i tessuti, e quegli artisti tessili degli anni ’60 e ’70 che oggi suscitano grande interesse“.
Il risultato è una moda uomo lieve, che unisce stampe romantiche e poetiche a tessuti ariosi e finemente decorati. Silhouette del Rinascimento italiano e immagini floreali rivelano un nuovo camouflage, che abbinato a fantasie art deco crea accostamenti inusuali. Accostamenti che funzionano, come sempre sulla passerella di Dries Van Noten. Non è la prima volta, infatti, che il designer attira i riflettori della Paris Fashion Week con fantasie romantiche, spirito vintage e un gusto raffinato nel cogliere ispirazioni dall’arte. Dries Van Noten presenta anche per la prossima stagione una moda uomo colta, concettuale, il cui simbolismo si spinge oltre la mera creazione di vestiti. Sulla sua passerella della Paris Fashion Week si indossano poesie.
Pitti Uomo quest’anno Festeggia il suo 90° compleanno. E’ la Kermesse fiorentina completamente dedicata alle nuove tendenze per la moda uomo.
In questa edizione vediamo un uomo moderno e sempre più informale ma allo stesso tempo sofisticato.
Il tema di Pitti è stato Pitti Lucky Numbers, raccontato attraverso i numeri e la loro simbologia, la qualità estetica e grafica.
Ecco… vediamo cosa sarà e non di tendenza per la primavera / estate 2017.
In anteprima al Pitti, un nuovo brand per tradurre una filosofia in tre collezioni: Be The Bridge, Be Black! Sono tre linee destinate a lasciare il segno: B_Rec Collection, B_Hydro Collection e Be_Go Collection.
Propongono Accostamenti di materiali insoliti ma dirompenti e giovani, cuoio e pelle abbinati a tessuti naturali o mixati a materiali tecnici come il canvas spalmato o il pet riciclato, sempre nell’ottica del rispetto dell’ambiente e dell’ecosostenibilità.
Nella nuova collezione di accessori di The Bridge “Total Black”, possiamo vedere i dettagli super curati e pieni di raffinatezza che hanno la funzionalità estrema di assecondare tutte le necessità del viaggiatore urbano e frenetico.
Se sei alla ricerca della sartoria di alta qualità non potete non apprezzare la bellissima storia di Barba, nata nel 1965 in un piccolo studio artigianale da Antonio Barba.
Con una reputazione internazionale di più di 20 anni. La camicia Barba parla su un stato che va al di là della necessità di indicare le tendenze nella moda. La sua originalità e l’autenticità senza tempo è per la qualità che si fonde ad un tessuto tagliato nella continua ricerca dell’innovazione.
Con il suo sviluppo del business per un marchio internazionale di lifestyle, Barba aggiunge il concetto di total look per la produzione di pantaloni sia in denim che in cotone, giacche, maglieria, biancheria intima, accessori, calzature, camicie e pantaloni anche per la donna.
Il loro processo di realizzazione si basa su decenni di conoscenze e competenza nella sartoria di alta qualità.
Già per gli ammanti degli accessori sofisticati come pochette da taschino, Fefè propone una collezione rivisitata in chiave moderna, rivoluzionante nello stile, nella presentazione e nell’essenza. Una collezione di qualità elevata abbinata a colori e design innovativi.
Con un secolo e mezzo di tradizione , passione e qualità c’é Campanile che ha iniziato il suo percorso dietro ad un piccolo laboratorio artigianale nel rione sanità.
le sue impronte sono quelle di seguire le tendenze che cambiano di continuo, però restando sempre fedeli alla tradizione.
La loro impronta è quella di entusiasmare i loro clienti con un prodotto di qualità completamente artigianale.
Ha sfilato ieri alla Paris Fashion Week la Primavera/Estate 2017 firmata Valentino. Non fatevi ingannare dalla sobrietà e dalla rassicurante eleganza minimal che sembra inaugurare la prossima stagione primaverile: è proprio dalla mancanza di un coup de théâtre che rinasce uno stile sofisticato ed evergreen, lo stesso che ha reso grande la maison.
L’uomo immaginato da Maria Grazia Chiuri e Pierpaolo Piccioli è un ragazzo dal viso pulito che si districa nella vita quotidiana, assumendo quasi il ruolo di un eroe ante litteram. Poesia e delicatezza dominano la collezione, suggestioni urban nei capi che si alternano sulla passerella: l’uomo Valentino adotta una sorta di uniforme con cui affrontare la vita metropolitana. Numerosi sono i dettagli army-chic, specie nei capispalla con tanto di marsine e gradi appuntati sul bavero: e se non esistono più le mezze stagioni, in passerella sfilano quattro cappotti dalle suggestioni couture. Denim all over su tute intere da lavoro si alternano a trench, parka e bomber, fino a sahariane e caban.
Ma protagonista assoluto del défilé è il camouflage. La pantera torna a dominare su capispalla, felpe, parka ma anche sulle borse. Non un mero ricorso alle stampe mimetiche: trattasi invece di grafismi military-chic che profumano di antico. È infatti dagli archivi storici della maison che il duo di stilisti ha ripescato, quasi dall’album dei ricordi, il disegno originale della pantera, creato nel lontano 1967 e sdoganato poi da Veruschka in scatti entrati di diritto nella Storia del costume. Il mood è nostalgico, in una riscoperta dei codici più autentici della maison.
La collezione è stata ispirata dalla mostra «Unfinished: thoughts left visible» che ha avuto luogo al Met Breuer di New York: così hanno dichiarato Maria Grazia Chiuri e Pierpaolo Piccioli, direttori creativi del brand: «Volevamo raccontare la couture, elemento che ci appartiene, da un lato non glamour. Ma più legato al processo, al non finito come scelta». E la sfilata riesce pienamente nell’intento. Suggestioni couture predominano su un minimal-chic sapientemente tessuto nella tela della ricerca stilistica. Largo a ricami ed applicazioni: ma i capi appaiono quasi in allestimento, come imbastiti e lasciati lì, in un autentico effortlessy-chic che tanto ha da insegnare ai fanatici dell’overdressing. Efebico e quasi timido, l’uomo Valentino avanza indossando dettagli dall’allure femminile, come le collane di catene e i dettagli metallici che impreziosiscono anche gli accessori. Niente è lasciato al caso, in una cura quasi maniacale per il particolare.
Spiccano tra gli accessori, le borse per lui: tote bag ma anche shopper e postina, mentre lo zaino rivive in chiave rivisitata. Tra i materiali usati il vitello traforato. Nel front row del salone dell’Hȏtel Salomon de Rotschild tante celebrities, a partire dagli attori Yang Yang e Benjamin Walker.
Non sempre una sfilata di moda si ispira a capolavori dell’arte o della letteratura, a metafore esistenziali o elaborati concetti filosofici. A volte è semplicemente un racconto, ed è tanto più potente se tocca personalmente chi lo mette in scena. Così Massimo Giorgetti parte da un ricordo della sua gioventù per creare la moda uomo primavera estate 2017 di Msgm: il ricordo dei rave party e delle serate in discoteca degli anni ’90. Quelle notti che iniziavano tra le luci psichedeliche di un locale sulla riviera romagnola e finivano aspettando l’alba sulla spiaggia in pieno hangover. «Ho pensato a me – ha raccontato Giorgetti nel backstage della sfilata – alle serate passate insieme agli amici, serate di puro divertimento e di allegria, in pieno stile Msgm».
La sfilata Msgm alla settimana della moda uomo di Milano diventa un party coloratissimo e un po’ crazy, illuminato da stampe psichedeliche e colori fluo. I ragazzi vanno al club indossando felpe, jeans acid washed e sneakers. T-shirt e camicie si sovrappongono e si indossano con impermeabili di nylon dalle tonalità sgargianti, i volumi si fanno esagerati. Gli accessori sono studiati ad arte per una moda uomo molto furba: gli occhiali maxi coprono i segni della nottata in bianco, borselli e moschettoni permettono di ritrovare le chiavi di casa anche dopo qualche drink di troppo. A Milano Moda Uomo sfila il divertimento un po’ folle dei ragazzacci degli anni ’90.
Eclettica, irriverente, scanzonata la Primavera/Estate 2017 di Dolce & Gabbana: una sfilata che, pur essendo come di consueto fuori dal calendario ufficiale della Milano Moda Uomo, si riconferma come uno degli eventi più attesi dai fashion addicted.
Sullo sfondo della passerella un’orchestrina jazz che suona dal vivo: l’atmosfera è ricca di rimandi Forties, a metà tra il bar di Casablanca e il Buena Vista Social Club che animava la vita notturna dell’Avana. In questo improvvisato club dalle suggestioni caraibiche si consuma un défilé ironico e colorato. Sulle note swing degli Hot Sardines calca la passerella un giovane uomo che non teme la sua eleganza talvolta sopra le righe. Giovanile e giocosa la collezione e giovanissimi i modelli scelti, spesso famosi figli d’arte, come Presley Gerber, figlio 16enne della sempre splendida Cindy Crawford, e Rafferty Law, figlio 19enne di Jude Law e Sadie Frost.
Felpe hip-pop si alternano a lunghi caftani zebrati e stampe patchwork, con ananas e frutti tropicali che fanno capolino accanto ad animalier all over. Dettagli tribal traggono ispirazione dal filone Afroamericano, mentre suggestioni retrò rimandano alla Beat Generation e agli Hipster.
La musica diviene protagonista indiscussa della sfilata: l’uomo Dolce & Gabbana sfoggia alle orecchie le cuffie, in un mood giovane e spensierato. Eleganza scanzonata per un teenager che indossa fieramente l’ultimo modello di smoking smorzato da dettagli ironici e iridescenti. Pantaloni wide-leg e felpe animalier si alternano a caftani optical e stampe cartoon, in stile Pop Art. Lo stereo portatile diventa must have ed impreziosisce ogni mise; lo smoking è declinato in oro e righe.
«Ci siamo immaginati di essere in Sicilia, di partecipare a un concerto, un happening sotto le palme o i banani della Favorita o del Giardino botanico», questa l’ispirazione alla base della nuova collezione, come dichiarato da Domenico Dolce e Stefano Gabbana. DGMusica è il fil rouge di un défilé che unisce l’energia della Youth Culture al groove caraibico. Un melting pot culturale che trascende i confini e si traduce in uno stile variegato e multiforme, che attinge molto dal passato: l’esistenzialismo e il jazz si mixano allo streetwear, tra pailettes e swing.
Nel front row spicca la star di Internet Cameron Dallas. Influencer e blogger occupano le prime file, a testimonianza di quanto ancora una volta il duo di stilisti che ha reso fashion la mediterraneità, sappia cavalcare le nuove tendenze. Dolce & Gabbana si riconfermano ancora una volta maestri nel carpire i fenomeni sociali e sdoganarli all’interno di sfilate che somigliano sempre più a live shows.