Le 4 migliori location della Milano da bere

Con l’avvento del social sharing i luoghi di tendenza per l’happy hour vengono presi d’assalto non solo per deliziare il palato con l’ultima variante del Moscow Mule ma, grazie alla particolare attenzione nei confronti dell’interior design, diventano ambite mete per immagini da condividere sui network. Scoprite, quindi, insieme a D-Art, quali sono le 4 imperdibili location milanesi dove dare appuntamento agli amici o organizzare un meeting nel segno delle ultimissime tendenze del lifestyle.

Nella centrale Porta Venezia sorgono Eppol e il Bar Basso.
Il primo, riaperto da poco, prende vita in una delle più belle strade della capitale lombarda, Via Marcello Malpighi, culla dello stile Liberty. In linea con ciò che lo circonda è arredato con una particolare attenzione ai dettagli. Nato come liquor bar, adesso Eppol offre variegati menù da gustare a tutte le ore, senza dimenticare le intolleranze e la scelta vegetariana. Il locale è anche luogo d’arte visiva e musicale, infatti, nei suoi angoli più intimi, troviamo i testi e i quadri di SOLO vinili | libri da consultare e ammirare.

La saletta di Eppol Milano
La saletta di Eppol Milano

Spostandosi verso Viale Abruzzi ecco sorgere un altro iconico bar meneghino.
La ricerca che, da anni, rende il Bar Basso unico nel suo genere conduce il cliente alla scoperta dei primi drink degli anni 30 fino a quelli delle mode più attuali.
Nato nel 1967, nel pieno dei moti rivoluzionari, ai suoi esordi offriva proposte esclusive in bicchieroni dall’aria pop mixandole alla tradizione alcolica italiana.
E’ qui che sono nati gli esperimenti in puro stile “Milano da bere” come il Rossini, il Negroni Sbagliato e il Fragolino.
Frequentato assiduamente dai baluardi dello stile e dell’ intelletto è il luogo prescelto da designer, giornalisti, stilisti e da chi lavora nel mondo della comunicazione per i propri incontri lavorativi e il tempo libero. La particolare attenzione e il rispetto per la creatività hanno ispirato il Bar Basso nella produzione di oggetti di design, come la collezione di bicchieri di vetro soffiato a mano e il maxi cubettone di ghiaccio che, per merito del designer Jacopo Pavesi, che ne ha progettato lo stampo, è inserito nei drink come firma esclusiva del bar.

La storica insegna del Bar Basso
La storica insegna del Bar Basso

Andando verso Porta Romana si giunge in uno spazio che, con le sue proposte gourmet, ci invita a vivere il fascino di un’antica drogheria intenta a vendere tabacchi.
A ideare la Tabaccheria Giacomo è l’omonimo chef Bulleri, da oltre 50 anni uno dei più rinomati in città, che propone una formula easy per degustare le sue prelibatezze.
Dalla colazione all’aperitivo, i grandi classici della cucina italiana, scoperti dallo stesso nei meandri della Penisola, sono accompagnati dai migliori vini senza tralasciare la vendita diretta. Ottime le idee regalo da esporre e fotografare, corredate di un elegante packaging con l’effige di Giacomo, che spaziano dalla colatura di alici di Cetara al pecorino bagnolese alla passata di pomodoro giallo, dal burro al tartufo bianco di Gubbio al profumato olio extravergine di oliva di Spello.

Un angolo della Tabaccheria di Giacomo Bulleri.
Un angolo della Tabaccheria di Giacomo Bulleri.

Dal fascino della tradizione italiana al glam di ispirazione newyorkese dell’American bar Ceresio7 diretto da Dario Gentile e situato sul tetto dell’ ex palazzo Enel, oramai divenuto sede del gruppo Dsquared2.
E’ lo skyscraper della nuova Milano, quella sorta grazie all’Expo, a accompagnare uno dei luoghi più cool della città. Due le piscine sulla sua terrazza, tante le preziose selezioni di super alcolici e drinks miscelati nel migliore dei modi grazie alla lungimirante esperienza dei barman.
Aperto dalle 18,30 alle 1,00, è ideale per lo sharing del dopo lavoro di coloro che vogliono concedersi momenti di lusso informale, lontani dallo stress ma sempre connessi grazie allo smartphone.

L'American bar Ceresio7 e la sua vista mozzafiato
L’American bar Ceresio7 e la sua vista mozzafiato

Un panorama in evoluzione, quindi, quello degli ambienti curati nei minimi dettagli per mettere a proprio agio gli ospiti 2.0, intenti non solo ad esaltare il gusto personale ma anche a catturare l’apprezzamento dei propri followers.

I 4 negozi vintage più vantaggiosi di Milano

I 4 negozi vintage più vantaggiosi di Milano

I negozi vintage della capitale italiana dello stile si adeguano alle tendenze mondiali offrendo allettanti servizi per i propri clienti. Ecco, dunque, in esclusiva per D-Art, le quattro migliori boutique dell’usato selezionato presenti in città e non solo.

Il vintage è da sempre una parabola altalenante, vi sono i cultori e coloro che acquistano il second hand perchè spinti dall’ultimo trend. Milano è una città che da anni ospita tali categorie di acquirenti, residenti e non. E’ un mercato, quello della seconda mano, in continua evoluzione e è per questo che i negozi di ultima generazione e quelli storici hanno cercato di adeguarsi ai concorrenti sparsi nelle strade di tutto il mondo.
Ecco le quattro realtà che, nel 2015, possono vantare idee al passo con i tempi.

1. Aperto meno di due anni fa, Bivio pullula di clienti a ogni ora del giorno. Il motivo? La sua innovativa formula di shopping ha risolto i problemi di spazio di molti cittadini . Lo store, infatti, compra da privati che hanno armadi straripanti. Si tratta di una formula che da sempre esiste negli Stati Uniti e che in Italia consente di percepire il 30% del prezzo di vendita in contanti o il 50% in buono acquisto.
I capi e gli accessori, tutti sapientemente selezionati ai fini di una variegata proposta, vengono rimessi in vendita a prezzi decisamente vantaggiosi.
Per scoprire i giorni e le ore delle campagne acquisti basta consultare costantemente il sito e non aspettare altro che trarre vantaggi economici dal proprio guardaroba.

Bivio la salvezza di molti fashion addict
Bivio la salvezza di molti fashion addict

2. Dall’eclettismo a portata di tasche di Bivio alla storicità di Cavalli e Nastri. Conosciuto da sempre per l’accuratezza delle proprie selezioni, dagli anni ’20 a oggi, il negozio, nelle sue 3 sedi, funge anche da archivio per gli appassionati e gli addetti del settore.
La ricerca che lo contraddistingue viene effettuata nei vari angoli del globo e ogni location milanese dell’attività ha la sua particolarità. Nel negozio di Brera si possono trovare le scelte degli ultimi 50 anni come l’altissima sartorialità delle Sorelle Fontana e Balenciaga affiancate ai recuperi creativi dei designer emergenti.
In Via Mora 12 e 3 si trovano rispettivamente ciò che possiamo definire collezionismo, vale a dire selezioni dalla fine dell’800 agli anni ’70, le idee per l’uomo e gli oggetti di modernariato.
Anche Cavalli e Nastri, forte della sua selettività acquista da privati. I propri esperti ricevono su appuntamento oppure si recano direttamente a casa dell’interessato.

Un angolo del rinomato negozio Cavalli e Nastri
Un angolo del rinomato Cavalli e Nastri

3. Nel panorama cittadino del vintage, che resta comunque variegato e più o meno innovativo, vantando innumerevoli esponenti, si sta facendo strada Sine Modus.
Uno spazio nato nel 2012 come contenitore di capi senza tempo aggiornati secondo le attuali tendenze. Per le due titolari le fedeli alleate sono la macchina da cucire e tanta pazienza utili per ridar vita all’usato selezionato rendendolo contemporaneo.
Da negozio vintage e di recupero all’utilizzo delle stoffe, ricercate in tutta la Penisola, per la realizzazione di turbanti in varie fogge.
Proprio smontando gli abiti presenti in magazzino, Sine Modus ha iniziato a produrre copricapi divenuti ben presto feticcio di molte appassionate, tanto da essere eletti come simbolo del brand. Prodotti in una prestigiosa modisteria sono rivenduti nello store di Via Sirtori e anche online, dove il brand ha un’intensa attività social offrendo spunti e consigli per tutte le donne alla ricerca dello stile quotidiano.

Selezioni vintage e turbanti presso Sine Modus
Selezioni vintage e turbanti da Sine Modus

4. E’ proprio sul web che opera la boutique Ricerca di Arezzo, (e Milano) un piccolo paradiso nel centro della città toscana, che ha ramificato la propria realtà su varie piattaforme. La signora Rita Cantarelli, con il suo savoir faire, vi porterà alla scoperta degli accessori di nicchia più esclusivi e sarà disponibile nel reperimento delle borse che avete sempre desiderato, come le 2.55 di Chanel, la Kelly di Hermès e le Louis Vuitton limited edition. Nel caso di Ricerca è disponibile il servizio di conto vendita. Stanche dei vostri accessori di lusso? In poco tempo la signora Cantarelli provvederà a venderli garantendovi un’ottima provvigione.

Lusso second hand press Ricerca
Luxury second hand presso Ricerca

La moda e il riciclo diventano, quindi, carburante economico per un Paese che non ha mai smesso di reinventarsi, dando vita a dinamiche realtà che dal capoluogo meneghino faranno di sicuro breccia nel cuore dell’intera popolazione.

Starbucks apre in Italia: quando il caffè è glamour

La catena di caffè più amata dalle star di tutto il mondo sta per arrivare in Italia. Simbolo del lifestyle americano, sdoganato persino sulle passerelle di Milano nel lontano 2009, ora Starbucks apre il suo primo negozio a Milano.

La catena americana di caffetterie starebbe per aprire i battenti nella capitale lombarda: protagonista dell’operazione è l’imprenditore bergamasco Percassi. L’accordo, che dovrebbe essere concluso entro Natale, prevede l’apertura nel 2016 del primo punto Starbucks in Italia.

Numerosi i rumours che si rincorrevano a tale proposito, già da due anni a questa parte. Il famoso marchio americano, leader nella caffetteria, fondato da Howard Schultz, vanta un fatturato di circa 9 miliardi di dollari.

La top model Lara Stone fotografata per Terry Richardson
La top model Lara Stone fotografata per Terry Richardson
Magdalena Frackowiak, foto di Terry Richardson per Harper’s Bazaar US
Magdalena Frackowiak, foto di Terry Richardson per Harper’s Bazaar US
Coco Rocha
Coco Rocha

Una modella con la celebre tazza di Starbucks durante la sfilata di Dsquared2, Milano, marzo 2009, foto di  Vittorio Zunino Celotto/Getty Images)
Una modella con la celebre tazza di Starbucks durante la sfilata di Dsquared2, Milano, marzo 2009, foto di Vittorio Zunino Celotto/Getty Images)


Una nuova sfida, quella di portare il brand in Italia, patria per antonomasia del caffè: e fu proprio l’Italia la location che diede a Schultz l’ispirazione per la sua celebre catena. L’atmosfera dei caffè italiani, in cui ci si rilassa, si legge il caffè e si dibatte dei temi di attualità, portò il manager americano a tentare di adattare la formula al mercato americano. Impresa non facile, data la differenza culturale tra i due Paesi: tante sono le differenze tra il caffè lungo abbinato al latte, che incontra il gusto tipicamente yankee, e la classicità dell’espresso italiano. Largo uso della tecnologia in locali rigorosamente free wifi: su questo puntò inizialmente Schultz per imporsi sul mercato. Genio del marketing, i celebri bicchieroni extralarge in carta per l’asporto di bevande, simbolo del brand, sono entrati così nel mito.

La top model Alessandra Ambrosio
La top model Alessandra Ambrosio
Lily Aldridge con un cappuccino Starbucks

La top model Heidi Klum per le strade di Beverly Hills con la figlia Leni e cappuccino  Starbucks
La top model Heidi Klum per le strade di Beverly Hills con la figlia Leni e cappuccino Starbucks


I bicchieroni extralarge simbolo della catena Starbucks, sono ormai entrati nell’immaginario collettivo americano: numerosissime le celebrities paparazzate con questo status symbol stretto tra le mani. Immortalata anche in numerosi fashion shoots, la celebre tazza di carta è stata fotografata dall’obiettivo di celebri fotografi di moda, in primis da Terry Richardson, dopo aver calcato le passerelle della Milan Fashion Week, grazie all’estro di Dean e Dan Caten, celebri direttori creativi di Dsquared², che la scelsero come accessorio principe della loro collezione Primavera/Estate 2010.

Jessica Alba con buste di Starbucks per le strade di New York City
Jessica Alba con buste di Starbucks per le strade di New York City
Taylor Swift con bevande Starbucks
Taylor Swift con bevande Starbucks
Miley Cyrus
Miley Cyrus

Lindsay Lohan esce da Starbucks
Lindsay Lohan esce da Starbucks


Ora Antonio Percassi, bergamasco doc ed ex calciatore, si pone come il franchising partner dell’operazione di lancio del brand nel nostro Paese. La strategia di marketing dovrebbe coniugare al gusto della tradizione italiana le nuove tecnologie. Largo quindi al caffè americano, unito al free wifi e alle suggestioni tipicamente americane. Buon Frappuccino a tutti.


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“The New Faces of Africa”, il reportage fotografico di Davide Scalenghe in mostra a Milano

All’Hotel Boscolo Milano (Corso Matteotti 4/6) sarà aperta al pubblico fino al 16 ottobre la mostra The New Faces of Africa di Davide Scalenghe, fotografo e video reporter che dal 2007 dedica la sua professione a inchieste e reportage internazionali.

 

Tribu Allevatori di cammelli Adama (Etiopia)
Tribu Allevatori di cammelli Adama (Etiopia)

 

L’esposizione presenta 25 scatti realizzati durante il viaggio che ha portato Scalenghe in alcuni Presidi in Marocco, Senegal, Etiopia, Kenya e Tanzania, al fianco di Steve McCurry.  L’occasione è stata data dal progetto documentaristico e fotografico da cui nasce il calendario Lavazza 2015 The Earth Defenders realizzato dal fotografo statunitense, nato dalla collaborazione tra Lavazza e Slow Food, con la direzione creativa di Armando Testa.

 

Ragazzi all'entrata del mercato di Mbour Senegal
Ragazzi all’entrata del mercato di Mbour Senegal

 

I temi portanti di Expo 2015 sono il filo conduttore della mostra, curata nell’allestimento da Michela Alquati: nutrizione e cibo, bisogno primario dell’uomo, ma anche simbolo di libertà per quelle terre in cui la produzione rurale rappresenta il settore che dà lavoro a interi villaggi e che mette gli uomini e le donne africani al centro del proprio destino.

 

Bimba in bianco Mercato popolare di Yirgalem Etiopia
Bimba in bianco Mercato popolare di Yirgalem Etiopia

 

Scalenghe – attraverso i volti dei popoli che ha incontrato, le straordinarie atmosfere dei territori, l’equilibrio delicato della vita che ruota attorno al cibo e a come procurarselo – racconta in questo lavoro di backstage storie esemplari di alcuni protagonisti. Nelle loro espressioni vediamo l’orgoglio e il desiderio di essere protagonisti di un domani libero e indipendente.

 

Venditore al mercato di Mbour Senegal
Venditore al mercato di Mbour Senegal

 

A partire dal Marocco, dal laboratorio di Nadia, imprenditrice come ce ne sono tante in Africa –forti, concrete, combattive – che lavora le bacche per produrre l’olio di Argan; per proseguire esplorando i metodi di pesca in Senegal, con le caratteristiche canoe, i Cayucos, un tempo usate per cercar fortuna verso il vecchio continente; passando per il Kenya dove si estrae il sale da un’erba che cresce sulle rive fiume Nzoia.

 

Bambini della scuola di Yirgalem Etiopia
Bambini della scuola di Yirgalem Etiopia

 

E poi approdando in Etiopia con i suoi allevatori di cammelli; per giungere in Tanzania, all’interno di una delle comunità di produttori di caffè coinvolte nel progetto ¡Tierra! Lavazza, dove grazie alla collaborazione della Fondazione Lavazza con l’Associazione Kirua Children è stata realizzata la MaseRing Nursery School che consente ai bambini un’istruzione adeguata e una crescita consapevole.

 

Ora di inglese - Presidio di Padre Peter - Kilimangiaro Tanzania
Ora di inglese – Presidio di Padre Peter – Kilimangiaro Tanzania

 

E sono proprio gli sguardi dei bambini catturati negli scatti di Scalenghe a rappresentare il futuro del continente africano, supportato dalla solidità dei Presidi (oltre a quelli di Lavazza e Slow Food sono oltre 450 quelli sostenuti dall’Unione Europea per 13.000 produttori) che proteggono le tradizioni locali e garantiscono, attraverso politiche più rappresentative, un modello e un futuro sostenibili.

 

Mamma con bambino Yrgalem Etiopia
Mamma con bambino Yrgalem Etiopia

 

Molte delle comunità coinvolte nei Presidi sono cresciute notevolmente in questi anni e oggi hanno raggiunto la piena autonomia: i coltivatori sono in grado di vendere il prodotto direttamente, senza l’intervento degli intermediari, aumentando il guadagno diretto da destinare al mantenimento del proprio nucleo famigliare.

 

 Ritratto di bambino - Yrgalem -  Etiopia
Ritratto di bambino – Yrgalem – Etiopia

MILANO FASHION WEEK: IL “FUORI SFILATA” DA ROBERTO CAVALLI

Tripudio di celebrities e fashion blogger alla sfilata di Roberto Cavalli. Un indice positivo, per celebrare il ritorno del direttore creativo Peter Dundas

Il rinnovamento è avvenuto in casa Roberto Cavalli e il perché lo dobbiamo alla sapiente esperienza dell’ex direttore creativo di Emilio Pucci che, tornato alla casa di moda fiorentina, ne ha sconvolto le linee creative fino alla scorsa collezione in essere. Il risultato una collezione che mescola elementi sportivi ad elementi più eleganti per delineare lo stile di una nuova donna sportiva ma nel contempo una donna di classe. Tutti segnali evidenti di un cambiamento decretato da subito come un vero successo, avallato anche dallo stuolo di celebrities, vip e fashion blogger presenti. Come vi mostriamo nella gallery la sfilata di personaggi famosi è stata più che esauriente, a partire da lei, la super top model Natasha Poly (in black dress) a Renzo Rosso, da Afef alle fashion influencer Anna Dello Russo e Candela Novembre.
Un vero e proprio tripudio di stili, più o meno minimali, ma sempre e solo cool.
Gustatevi le nostre immagini inedite!

ph: Daniele Trapletti

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Milano Fashion Week: la collezione San Andrès Milano SS 2016

Il Messico non è solo Chavela Vargas e la sua ranchera, ma è anche gioia e colore, ed è la tavolozza più variopinta rappresentata da San Andrès Milano nella collezione primavera-estate 2016.
Il verde smeraldo, il giallo focoso, il rosso acceso, il corallo ed il bluette sprigionano tutta la loro energia su capi dalle forme geometriche, con accenni fifties dati dalle gonne a ruota a segnare il punto vita o dal tubino dai colori floreali.

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Il designer messicano Andrès Caballero è fieramente radicato alle sue origini, la sfilata procede a ritmo di “Cumbia”, tradizionale musica latina che sottolinea il sentimento e il folklore tipico del popolo messicano, in uno scambio di culture e luce – così nasce la collaborazione straordinaria con SWAROVSKI: cristalli applicati ai capi che donano una lucentezza e una preziosità unici.

Ogni capo cattura luce, ogni capo è sinonimo di forza, grazia e bellezza; le forme a trapezio si alternano ad abiti attillati e plissé romantici, grandi fiocchi adornano i colli, i materiali si adagiano sul corpo senza fasciarlo, le sete sono esclusive, le organze di seta rigata creano un divertente effetto ottico.

Tutto è pulizia, luce e colore, per una donna il cui canto è un inno alla gioia!

Guarda tutta la collezione P/E 2016 San Andrès: 

Speciale Fashion Week: Leitmotiv Primavera/Estate 2016

La donna proposta dal duo di designer fugge alla ricerca della felicità.


La studio dei pattern e dei ricami, che contraddistingue da sempre le collezioni Leitmotiv, nella prossima stagione fa un salto nell’arido deserto dell’Arizona.
Il solleone, però, rende la natura del luogo un posto incantato. Ed è così che il cactus vede invadere il suo habitat naturale da cavallucci marini e gorilla. Un parco giochi dove i fiori si mescolano a rotaie e a pastiglie della felicità e il logo del brand , il cervo, vede le proprie corna trasformarsi in tronchi di alberi dove volano insetti e libellule.
Le modelle sfilano attraverso un’istallazione dell’atelier Wandschappen; si tratta di piante macro in linea con l’immaginario dei capi, proposti in denim, popeline, filati laminati, organze, cadì, seta e mikado stretch.


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Le distese di sabbia offrono spunti cromatici di notevole impatto ma, ancora una volta, i Leitmotiv preferiscono i colori intensamente accesi.
Una sfilata che ambisce alla sensibilizzazione e all’impegno sociale nei confronti dei temi di attualità. Infatti, il messaggio esteso al pubblico è quello di rompere i reticolati e i fini spinati per fuggire verso i paradisi del pacifismo e della tolleranza.


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MILANO FASHION WEEK: SOUVENIR DA DOLCE & GABBANA

Una turista in giro per il Bel Paese armata di souvenir e smartphone è la protagonista della Primavera/Estate 2016 di Dolce & Gabbana: “Italia is Love”, si legge ad inizio sfilata su un chiosco che profuma di un’Italia antica ma mai dimenticata: qui vengono elencate a caratteri cubitali le meraviglie -forse un po’ stereotipate- del nostro Paese.

Inediti contrasti tra passato e presente si mixano in una collezione che è un viaggio alla scoperta di luoghi simbolo dell’Italia.

I motivi storici del brand ci sono tutti: ma dai consueti pois ora sbucano iconiche rappresentazioni del Colosseo, della Torre di Pisa, dell’arena di Verona e di altri luoghi storici della cultura italiana. Non mancano gli omaggi ai carretti siciliani e a Taormina, alle maioliche di Caltagirone e ai Pupi, a cui si aggiungono souvenir da Capri, Portofino e dalla costiera amalfitana, fino a scorci di Firenze e Venezia.

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La donna di Dolce & Gabbana mantiene l’anima mediterranea, con l’immancabile pizzo nero -simbolo della maison– riproposto in austeri tailleur di antico sapore siculo o in sexy tubini velati che profumano di Barocco. Ma la sua donna ora si apre al mondo e si trasforma in una turista straniera, magari dagli occhi a mandorla, che si aggira con deliziosa nonchalance per le strade del Bel Paese in pigiama di raso a stampa floreale, o indaffarata a fare shopping e a postare i suoi selfie sui social network, indossando shift dress di stampo Sixties recanti inequivocabili motti come “W l’Italia”.

Il duo di stilisti si rivela arguto osservatore dei tempi, sdoganando il selfie in passerella, per modelle che posano realmente per l’autoscatto perfetto, in un edonismo ormai nobilitato a fashion trend.

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Inediti caftani conferiscono nuova allure alle stampe fruttate, mentre limoni ed agrumi diventano orecchini e la borsa si trasforma in un cestino da campagnola luxury, per un mood da diva contemporanea. Suggestioni anni Cinquanta nelle gonne a ruota, che ricordano l’eleganza di attrici protagoniste del jet-set internazionale in giro per la Riviera; e ancora sfarzo principesco nei lunghi abiti di impalpabile chiffon dalla stampa floreale.

Dal vintage, protagonista anche della colonna sonora della sfilata, al trionfo della tecnologia: i selfie scattati dalle modelle in passerella vengono prontamente postati in tempo reale su Instagram sull’account ufficiale della maison. Dolce & Gabbana si rivelano ancora una volta brillanti manager di se stessi: più che una trovata pubblicitaria, la loro è una dichiarazione di stile, su cui si basa il successo di numerose iniziative del brand, seguitissimo sui social network e non nuovo a provocazioni simili.

Gli stilisti auspicano l’avvento di una nuova monarchia, con Sophia Loren come sovrana incontrastata: altra mossa vincente l’aver scelto la celebre diva italiana, simbolo incontrastato della bellezza mediterranea, come testimonial per il loro ultimo rossetto. Che dire, viva l’Italia!

(Foto Madame Figaro)


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Speciale Fashion Week: Antonio Marras Primavera/Estate 2016

Una triade di visionari al servizio della moda che verrà.


Prendendo l’eclettica veridicità di Antonio Marras e unendo la stessa alle suggestioni provenienti dai lavori del regista armeno Sergej Iosifovič Paradžanov e dell’artista iraniano Mahmoud Saleh Mohammadi si ottiene la miscela esplosiva che ha commosso e incantato gli addetti del settore presenti al fashion show della prossima collezione.
Idee che hanno profonde radici in Oriente e rami in Occidente, parafrasando un’affermazione di Mohammadi.
Tutto nasce da un incontro ispirazionale avvenuto nel 2007. Il girovago Marras si trovava a Parigi e, per puro caso, si imbattè nella personale di Paradžanov, le Magnifique. Il romantiscimo del personaggio, collezionista d’arte e di oggetti ornamentali evocativi, ricchi di folcore caucasico, segnò profondamente il suo animo.
Molti anni, e tanta elaborazione delle informazioni percepite durante la mostra, dopo il designer ha deciso di rievocare l’esperienza vissuta dedicando al regista e a tutti i popoli drammaticamente in fuga la Primavera/Estate 2016.
Contro ogni banalità e uniformità si concede l’eccentricità di dar vita a creazioni ricche di ornamenti, stratificazioni e incrostazioni . La sovrapposizione di applicazioni in tessuto, pizzo e materiali di recupero vede nascere accostamenti anomali, connessioni inedite e intrecci sbalorditivi.
Le linee sono asimmetricamente fluide e contrapposte, molte delle quali arricchite di jabot, balze e rouches e l’elaborazione stessa di tali creazioni ha la maniacalità della couture.
Il baule di tessuti che concede tale vezzo contiene il taffetà, il lino lavato, lo shantung stretch, il rigato stuoia, l’organza, il crepe fluido, il broccato, il damasco e la pelle laminata.


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Come la ricca palette del Gran Bazaar in essa si susseguono colori della terra ossidati alternati da esplosioni cromatiche vive e brillanti.
A arricchire tale sensazione è l’installazione in passerella di Mohammadi, “Touch with Eyes”. Interamente composta da tappeti persiani di varie fogge invita gli spettatori all’utilizzo dei sensi. Il tessuto dei tappeti riesce, infatti, attraverso le percezioni sensoriali a essere vissuto anche solo con gli occhi.
Una violenza visiva che raggiunge il culmine con il gran finale dello show quando, le modelle, in total white, escono trionfalmente confondendosi con l’atmosfera.


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Speciale Fashion Week: Tod’s Primavera/Estate 2016

La girl band del marchio è pronta a influenzare lo stile mondiale.


Ad accogliere il pubblico di Alessandra Facchinetti sono 15 forti icone testimonial, tra cui Tea Falco, Lizzy Jagger e Julia Restoin Roitfeld. A ritrarre il loro lato più agguerrito, invece, è l’altrettanto poliedrica fotografa Sonia Sieff.
In qualità di operatrici della creatività esse sono musiciste, performer e attrici unite dal fil rouge dell’individualismo impegnato.
Accompagnate dalla chitarra, amica degli sfoghi emotivi, rappresentano le leader e le fedeli groupie di sé stesse. Biker patch, t-shirt come seconda pelle e camicie annodate con massima naturalezza, presenti in collezione, sono in grado di accompagnare la poliedricità femminile in ogni momento della giornata.
Alle stampe e agli intarsi floreali su seta e pelle, simbolicamente identificabili nei capisaldi della proposta creativa della Facchinetti, si affiancano dischi lp, chitarre, spartiti e note musicali.


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Il classico gommino Tod’s si plasma al mood della collezione arricchendosi con borchie, cristalli e ricami e, passo dopo passo, inaugura il nuovo logo con la doppia T in acciaio.
Lo stesso è presente nelle borse, tutte aspiranti “It Bags”.
L’ampia scelta tra le varianti proposte, la maggior parte con tracolla chitarra intercambiabile, degna dei migliori rocker, proclama il suono del brand assolutamente innovativo, rivoluzionario e estraneo ai restanti trend della prossima stagione.


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MILANO FASHION WEEK- MARCO DE VINCENZO: SOL LEVANTE CHIC

Suggestiva, sofisticata e a tratti ermetica la collezione di Marco De Vincenzo, protagonista della Milan Fashion Week. Una sfilata Primavera/Estate 2016 ricca di riferimenti iconici e dettagli da studiare.

Uno dei designer più ammirati, fine interprete dei nostri tempi, lo stilista siciliano ci incanta tra omaggi al Sol Levante e una cura minuziosa per i dettagli. De Vincenzo si rivela maestro nel coniugare una formazione classica ad una sperimentazione nei materiali usati, di alto design.

Ricordano le piante acquatiche, coi loro movimenti e le loro infinite sfumature, le strisce verticali di PVC ad effetto dégradé che impreziosiscono gonne plissé, conferendo loro piacevoli effetti 3D; suggestioni orientali nei dettagli optical omaggio all’opera di Victor Vasarely e stampe jacquard si mixano a tuniche svolazzanti e abiti da cocktail con oblò sexy che conferiscono un’aura di mistero e charme alle modelle che si alternano sulla passerella.

La palette cromatica dei capi sembra conferire a questi ultimi vita autonoma e movimento, per illusioni ottiche derivate dal sapiente uso di materiali quali il latex, le pelli metallizzate e il crêpe georgette di seta.

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Sovrapposizioni e giochi stilistici che strizzano l’occhio al futuro, dimensioni oversize nelle cappe e nei giubbotti che profumano, ancora una volta, di Oriente. Accessori di grande impatto scenografico, come le lenti come gemme colorate per occhiali da sole iconici. Femminilità nelle gonne plissettate e nei bustier con tanto di stecche, a conferire un tocco fetish. Il Monte Fuji protagonista assoluto delle felpe, i capispalla in pelle traforata e metallizzata si alternano alle gonne attraverso mirabili bicromie derivanti dall’uso di due diverse fantasie nelle stampe.

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Interessanti le calzature, che rivelano inediti tratti di ironia, come i sandali in marabù con tacco-scultura o le ciabatte flat effetto matelassé o ancora le scarpe con inserti di pelliccia. Una magistrale lezione di stile contemporaneo per una donna camaleontica e sicura di sé.

(Foto Madame Figaro)


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