La designer umbra Vivetta, che da circa un decennio ci trasporta nel suo fantastico mondo fatto di reminescenze vintage, fa vivere la sua nuova collezione, ancora una volta, negli anni ’20.
E’la cineasta tedesca Lottie Reiniger , deus ex machina delle più belle favole per bambini sul grande schermo, l’ispirazione di questa stagione.
E così che, attraverso un viaggio temporale, si vola nelle stanze ottocentesche ricche di tappezzerie orientaleggianti, conducendo nell’epoca in cui le favole venivano scritte e, talvolta, ambientate.
I personaggi fantastici incontrano i broccati e si posano, grazie ai ricami delicati e alle stampe tromp l’oeil, sulle camicie e sulle bluse dagli iconici colletti.
I tessuti dell’altissima artigianalità sono scelti ancora una volta da Vivetta per celebrare la tradizione e l’eccellenza: pizzo sangallo, merletti dal sapore vittoriano e tessuti naturali, ricamati sapientemente a tombolo, rivivono negli abiti bon ton ispirati a quelli delle viziate e viziose aristocratiche dell’epoca.
E per le ferie estive non possono mancare le idee see-sucker, fine tessuto rigato, caratterizzate sulle orme della designer che, per abbellire le sue proposte, ha collaborato anche con Swarovski, Adidas e Super Duper.
Fashion editor Alessia Caliendo
Video director Matteo Di Pippo
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I migliori backstage di Milano Moda Donna: Anteprima
Il fashion show di Anteprima stupisce per le sue note glam rock in netto contrasto con lo storytelling delle precedenti collezioni.
E’ una collegiale che abbandona lo stereotipo di brava ragazza pronta a lasciarsi andare con bomber e maxi cardigan abbinati a abiti e gonne longuette, e a divertirsi con giacche dal taglio maschile, senza disdegnare orecchini maxi e stringate.
E’ una delicata ribelle che ama il giallo, pantone di punta della prossima primavera estate, e i maxi pois.
La forza del carattere conduce fino alla fine dello show che può definitivamente segnare una svolta del brand dallo stile italo giapponese.
Fashion editor Alessia Caliendo
Video director Matteo Di Pippo
I migliori backstage di Milano Moda Donna: Luisa Beccaria
Il Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia, è stata la location scelta da Luisa Beccaria per creare una connessione tra il futuribile e il suo personale mondo onirico.
Fluttuanti ninfe contemporanee hanno calcato la scena omaggiando “le mille sfumature dell’acqua” e l’iconografia impressionistica.
Il lino effetto denim e il cotone arricchito di sangallo i tessuti presenti negli abiti da giorno, di ispirazione Seventies, mentre l’ organza e lo chiffon hanno dato vita ai look serali, fatti di pepli e di tuniche con ampie maniche a mantella.
Varie le lunghezze da indossare con la scelta di calzature: dai tacchi bassi leggermente alla schiava, fino a quelli squadrati e a stiletto in suede, in vernice o realizzati con gli iconici pattern ricamati della Primavera-Estate 2017.
Fashion editor Alessia Caliendo
Video director Matteo Di Pippo
“Crafting the Future”: la mostra dedicata all’artigianato italiano
Crafting the Future è una mostra di Camera Nazionale della Moda Italiana con il supporto del Ministero dello Sviluppo Economico e ICE Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane.
Il progetto, curato dal direttore di Vogue Italia, Franca Sozzani con l’ausilio di Sara Maino e diretto da Luca Stoppini con il coordinamento di Federico Poletti, intende mettere in mostra tutta l’eccellenza dell’artigianato italiano.
Una serie di progetti sono stati affidati a professionisti del settore che hanno elaborato creazioni in grado di dialogare tra loro.
Per l’esposizione che si tiene a Milano al MUDEC dal 21 settembre al 13 ottobre 2016 sono stati interpellati: Lineapiù (per le capacità di lavorare la maglia con effetti 3D sorprendenti), Candiani e Canepa (per i tessuti sostenibili), Bonotto Editions (intervenuti con installazioni di tessuti artistici), Bottonificio Padano e Fondazione Arte della Seta Bisio.
Ad incrementare il parterre di eccellenze sono intervenuti, peraltro: Aurora Pettinari (celebre per l’arte del ricamo), Rosso Venezia, Mazzanti Piume, Sciarada e figure artigianali come la talentuosa Benedetta Bruzziches e Claudio Cutuli, il virtuoso delle stampe e della tintoria di genere.
Per maggiori informazioni visitate il sit www.mudec.it
Fonte cover mudec.it
Stasera a Milano torna la Vogue Fashion’s Night Out
Evento imperdibile stasera a Milano, dove torna la Vogue Fashion’s Night Out. La capitale della moda italiana è teatro dell’ottava edizione della VFNO. Non solo shopping ed eventi ma un obiettivo solidale al centro della notte bianca della moda di quest’anno: il ricavato della serata sarà infatti devoluto alle popolazioni di Amatrice, colpite dal terremoto dello scorso 24 agosto.
Feste e dj set imperdibili illumineranno Milano, tra musica dal vivo, workshop ed eventi, esclusivi cocktail party e capsule collection create appositamente per l’occasione.
Dalle 19 alle 22,30 il quadrilatero della moda sarà location di eventi da non perdere: negozi aperti in via Montenapoleone, via Manzoni, via della Spiga, Corso Venezia, Corso Vittorio Emanuele, Corso Genova, Corso Como, Piazza Gae Aulenti, Porta Nuova fino all’intero quartiere di Brera. Si comincia alle 21 con l’esibizione live di Alvaro Soler da OVS in via Torino. Musica live anche da 10 Corso Como, che festeggia il venticinquesimo anniversario in un’atmosfera chic: qui sarà possibile sorseggiare un drink tra le note di un pianoforte. Da Anna Ravazzoli, in corso Genova, sarà possibile farsi truccare con prodotti Givenchy. Saranno inoltre presenti Eleonoire Casalegno, Giulia Valentina e Chiara, direttamente dall’ultima edizione di Amici. Uno spettacolo di live painting sarà organizzato da Biffi B Contemporary, sempre in corso Genova: i primi 50 clienti che porteranno in negozio un capo vintage del loro guardaroba, con un contributo di 50 euro (che saranno devoluti in beneficenza) potranno personalizzare il loro outfit. Inaugurazione della mostra “Collage” presso la Pasticceria Cucchi: protagonisti gli eroi dei fumetti con le opere dell’artista Alessia Graziani. La mostra resterà aperta fino al 30 ottobre 2016.
Se volete posare come modelle, stasera sarà possibile da Seghezzi: qui ogni ragazza potrà scegliere un outfit ed essere fotografata. Le foto saranno poi postate online sui principali social network e saranno votate per una settimana: la vincitrice riceverà un buono d’acquisto del valore di 150 euro da spendere nello store. Evento imperdibile anche da Luisa Spagnoli, dove sarà messa in vendita una limited edition di t-shirt con stampa iconica vintage. Inoltre nella boutique sarà presente il mâitre chocolatier della Perugina.
La fashion blogger Alice Campello sarà protagonista del dj set promosso da Alfieri & St. John, in corso Venezia. In via Montenapoleone sarà proiettata un’installazione a cielo aperto, con il progetto Through My Eyes: Vogue Italia e Fashion Film Festival sponsorizzano 10 registi che hanno girato altrettanti fashion film dedicati a 10 brand emergenti. Partner dell’evento sarà Huawei.
BEAUTY – Milano moda uomo ss17 : Tra brufoli e bellezza
BEAUTY – Alla settimana della moda maschile di Milano, la teoria secondo la quale i brufoli non sono eleganti, e’ stata rivalutata. Il designer malese Moto Guo ha reinterpretato la bellezza in modo del tutto stravagante ed innovativo: per la sua sfilata, il requisito fondamentale della selezione dei modelli e’ stato proprio l’acne.
Pare che il designer abbia selezionato i modelli dalla pelle arrossata, acneica ed imperfetta, inoltre non si sa se l’ acne fosse veritiero o un effetto esagerato con il trucco. Il pubblico e’ rimasto colpito e senza fiato, dato che le aspettative erano del tutto differenti, ed i feedback della critica non sono stati del tutto positivi, ma dubbiosi su cosa voglia comunicare questo look.
La WWD (women’s wear dealy, detta anche la bibbia del fashion) ha descritto l’aspetto dello show come “grooming nerd “, tendenza d’origine londinese che nasce dall’anti-grooming, ovvero il trend del no-makeup.
Il perché di questa scelta? Secondo lo stilista, la pelle imperfetta conferisce un volto adolescenziale, e mette in mostra la loro bellezza naturale.
Quindi, se ti sei svegliato con l’acne, non ti preoccupare, si può solo dire alla gente che è una dichiarazione di moda e stile!
viktor Boyko/Getty images
Guo ha dotato modelli di camicie decorate ad arco, pantaloncini morbidi, e ricami floreali. L’accessorio che ha legato l’intera collezione insieme sono stati proprio i brufoli.
viktor Boyko/Getty images
viktor boyko/Getty images
viktor Boyko/Getty images
Guo, in realta’, ha fondametalmente dato delle precise direttive ad un’équipe di truccatori per coprire questi modelli maschili con acne cistica ed un doloroso aspetto .
Come, infatti, ci rivela la Key makeup artist Roberta Betti, sono del tutto finti. I brufoli sono stati ricreati dal team della Mac cosmetics.
Ecco dei frammenti direttamente dal backstage:
from pictaram.com
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Il ramen più buono di Milano? Da Casa Ramen !
Dove mangiare il ramen più buono di Milano?
A Casa Ramen, in zona isola. Lo chef Luca Catalfamo ci racconta la sua storia.
Le dichiarazioni d’amore hanno forme e sapori differenti. Il cinema, la settima arte, dichiara per gli occhi attraverso le immagini, la cucina lo fa per soddisfare tutti e cinque i sensi. E’ con la vista che apprezziamo d’impatto un piatto, la sua composizione; con l’olfatto ne possiamo valutare gli odori, che ci riportano magari a lontani ricordi; con il tatto ne confrontiamo le forme, la ruvidezza o le viscosità; con l’udito stimiamo la croccantezza del cibo, lo sfrigolìo dell’olio bollente e infine con il gusto ne stimiamo i sapori.
Luca Catalfamo, chef del ristorante Casa Ramen – che si trova nel centro di Milano in zona Isola – ha fatto la sua dichiarazione d’amore, con un atto di fedeltà …per il ramen!
Casa Ramen è ormai l’indiscusso luogo dove mangiare il ramen più buono di Milano.
In una location che conta 20 coperti totale, arredamento ridotto ai minimi termini, si trova il piatto tipico dello street food giapponese, a base di “tagliatelle stirate a mano” dentro un brodo di carne o pesce insaporito. Ogni località ha la sua ricetta, così che Luca Catalfamo ha deciso di crearne una propria: ha personalizzato il ramen cucinandolo con prodotti italiani, rendendone più delicato il sapore e tenendo alta la bandiera del made in Italy.
Il personale è gentile e preparato e descrive ogni piatto con cura certosina, bandite le prenotazioni che obbligano ad una lunga attesa poi ampiamente ricompensata dalla qualità del cibo e dalle specialità inserite in menu dallo chef – è ora il periodo dei panini al vapore ripieni di kakuni, cipolla in agro, arachidi tostate.
Ogni piatto raggiunge un equilibrio gustativo fatto di contrasti, contrapposizioni dove, poche volte, alcune sensazioni prevaricano su altre – è il caso del Miso on Fire costituito da brodo tonkotsu 100% maiale, mais, cavolo cinese, chashu, bamboo, cipollotto e naruto. Se non avete il palato di una roccia non osate!
I sapori sono sempre decisi e confortevoli, con punte di diamante – è il caso del tiramithe, un dolcetto delizioso al tè verde matcha con lamponi e sesamo nero.
Se per le strade giapponesi si sorseggia il brodo caldo tra una corsa e l’altra al lavoro, qui a Casa Ramen potrete sedervi comodamente sul lungo tavolo al lato della sala e fare conversazione con gli ospiti – non è raro trovare una forte percentuale di asiatici, sostenitori del ristorante.
Come in Tampopo, pellicola cinematografica di Jûzô Itami, Luca Catalfamo fa rifiorire un locale che era ormai in disuso da oltre un anno, trovato quasi per caso in zona Isola – e anche qui la protagonista è la squisita “minestra di spaghetti” – il ramen. Ci racconta la sua storia:
Quando è stata la prima volta in cui hai assaggiato il ramen?
Sette anni fa, prima di allora non sapevo dell’esistenza del ramen.
Mi trovavo a New York, dove lavoravo, ero stanco e solo, camminando vidi una lunga fila fuori da Ippudo, un famoso e riconsociuto ristorante di ramen della Grande Mela. Dopo mezz’ora di attesa avevo di fronte la mia minestra calda di spaghetti, l’odore di uova, la consistenza della carne … e mi sono subito sentito a casa. Da allora è iniziata la mia ricerca ossessiva sulla ricetta del ramen.
Sono arrivato ad assaggiarne anche cinque al giorno, viaggiando tra Londra, Sidney e Giappone. Ma è a Londra che ho avuto i primi contatti con le tecniche e i segreti del piatto, perchè i proprietari del ristorante dove lavoravo erano giapponesi.
La sintesi del tuo ramen?
E’ l’insieme delle varianti assaggiate in tutto il mondo.
Tonkotsu è il brodo che più mi soddisfaceva (brodo fatto con ossa e carne di maiale cotte a lungo, servito con zenzero sotto aceto) e ho cercato di replicarlo, ma dal primo giorno di apertura ad oggi, il gusto è cambiato, tra fallimenti e sperimentazioni.
Direi grandi soddisfazioni, visto che hai aperto un ristorante anche in Giappone.
Grandi soddisfazioni, nel maggio dell’anno scorso sono stato invitato dal Museo del Ramen di Shin-Yokohama ad aprire un nuovo ristorante. E’ sempre stimolante poter parlare con dei maestri del ramen!
Quando nasce la passione per la cucina?
Ho i genitori siciliani, quindi per tradizione la domenica è sempre stata la giornata delle grandi abbuffate. Le preparazioni dei piatti richiedevano tempo, ricordo quand’ero piccolo aiutavo mia madre o mia nonna in piccole faccende, girare la besciamella, tagliare la pasta, sbattere le uova …sono gesti tornati alla memoria solo ora, perchè li vivo quotidianamente.
Il piatto della tua infanzia?
La pasta con le melanzane.
Da cliente, qual è il tuo ristorante tipo?
Un posto non troppo formale, mi piace sentirmi a mio agio, ritrovare il gusto e la semplicità nel piatto, evitando il minimalismo. L’educazione in sala è fondamentale ma senza pressione. Mi piace l’atmosfera di respiro internazionale, piatti originali, eclettici e la sensazione di stare a casa.
Progetti futuri?
Una nuova sfida personale: l’apertura di un ristorante a Milano legato alla cucina asiatica, rimanendo fedeli alla zona ma più spazioso, dove poter ampliare il menu; ovviamente il ramen, il mio primo amore, non mancherà!
Casa Ramen oggi vanta una clientela internazionale, con un picco di 60% asiatica nella stagione estiva, persone abituate a mangiare zuppe calde anche a temperature alte – le varianti estive proposte dalla casa sono senza brodo.
Nella grande affluenza di pubblico, tra l’impiegato milanese e la ragazza alla moda, sempre più spesso curiosi e addetti al settore si fiondano nella ciotola alla ricerca del tanto decantato ramen. Tra questi, un ipotetico Anton Ego – il cinico critico gastronomico di Ratatouille – potrebbe arrivare con l’intento di rovinare la piazza, ma sono sicura, anzi ne sono certa – che ritroverà quei sapori e quegli odori in grado di regalargli ricordi sopìti, quelli della dimenticata e innocente infanzia.
Casa Ramen conquista proprio tutti !
(testo e foto di Miriam De Nicolo’)
I migliori backstage di Milano Moda Donna: San Andres
Il viaggio nel Centro America, attraverso il quale ci guida da anni, è di nuovo il fulcro per le novità San Andres Milano
Una comunità di indigene, intente a trasmettere i propri credo attraverso variopinte cromie e trame iconografiche, le Muzahua, è il leitmotiv che aleggia nella collezione Autunno/Inverno di San Andres Milano.
Intente a danzare al suono della fisarmonica e della chitarra fanno vibrare gli abiti realizzati in cady e georgette e ricamati con cristalli swarovski, gli stessi che ritroviamo nei capispalla dalla duplice anima in lana e mohair. A completare questi ultimi opulenti colli di volpe che svelano sofisticati dettagli, come le calze in pizzo indossate con sensuali Mary Jane.
La “Mujer Muzahua” rivendica, così, anche sulle passerelle milanesi il suo profondo legame con l’estetica.
Fashion editor: Alessia Caliendo
Video: Christian Michele Michelsanti
Photo: Matteo Di Pippo
I migliori backstage di Milano Moda Donna: Au Jour le Jour
I giochi enigmistici scendono in passerella per la nuova collezione Autunno Inverno Au Jour le Jour
I 5 sensi sono operativi per soddisfare la curiosità dell’animo umano, che vive di giochi cifrati e simbologie note.
Questo è il concept su cui si basa la prossima stagione autunno/inverno di Au Jour le Jour.
I macro ricami tornano alla ribalta mentre il panno di lana e il Principe di Galles si alternano alla leggerezza del tulle e dell’organza. Per caratterizzare le pellicce, inoltre, vengono utilizzate giocose paillettes in plexiglass.
La stagione fredda sceglie cromie neutrali e stimolanti accessori per far rivivere il lato ludico di ogni donna.
Fashion editor: Alessia Caliendo
Video: Christian Michele Michelsanti
Photo: Matteo Di Pippo
I migliori backstage di Milano Moda Donna: Vivetta
L’orientalismo e gli anni 20 incontrano l’estro della designer che per la prossima stagione si ispira ad Ertè
Gli anni Venti e Trenta e il trionfo dell’Art Decò contestualizzano la prossima collezione della designer umbra Vivetta, oramai catapultata sulle passerelle milanesi. Uno show, il cui styling è curato dall’editor di fama internazionale Leith Clark, tributo ad Ertè, artista noto per le sue illustrazioni come quelle presenti sulle cover di Harper’s Bazaar.
L’Oriente e il military, ispirazioni e temi cari ad Ertè, si riconoscono nelle lunghe vestaglie stampate e negli alamari presenti sugli abiti, senza disdegnare la fusione con l’arte surrealista di Vivetta.
I colletti e gli abiti bon ton, core business della designer, si arricchiscono di minuscoli bouquet ispirati alle tappezzerie di un tempo.
Con un salto di cinquanta anni si approda agli anni ’70 grazie alle lunghezze mini e midi e alle silhouette smilze.
L’organza, il tulle di seta, il velluto di cotone e il delicato frisottino sono i tessuti scelti per la collezione che vanta cromie messe a contrasto: il cammello, il nero, il celeste “Ertè” e il rosso intenso incontrano i colori pastello, l’oro, il bianco e il verde inglese.
Uscita da ritratti e illustrazioni d’epoca vezzose e opulente la donna Vivetta della prossima stagione è destinata all’eleganza senza tempo.
Fashion editor: Alessia Caliendo
Video: Christian Michele Michelsanti
Photo: Matteo Di Pippo
I migliori backstage di Milano Moda Donna: Richmond
Una killer queen placcata in oro calca le passerelle di Richmond sulle note della cantante americana, nonchè testimonial d’eccezione, Eve
Opulenza VS evanescenza sono i due mondi che si incontrano e scontrano nella nuova collezione Richmond.
Un viaggio al cardiopalma tra cromie decise, pelli, sete stampante, pellicce, broccati e grafiche raffiguranti gotici corvi.
Mille culture e credo si incontrano nel segno di preziosi e ricercati dettagli accompagnati dai migliori successi di Eve, cantante rap americana, che ha deciso di supportare la collezione con la propria performance.
Fashion editor: Alessia Caliendo
Video: Christian Michele Michelsanti
Photo: Matteo Di Pippo