Drappeggi su raso e seta preziosa, co-ords ricamati con pietre preziose e giacche biker su abiti di seta: da Fausto Puglisi sfilano pepli declinati in chiave rock, per una collezione ad alto impatto scenografico.
Impalpabile chiffon di seta PER abiti da sera da sogno direttamente ispirati ai pepli dell’antica Grecia. Drappeggi ed intarsi per delicatissimi abiti monospalla: tra una dea greca e una diva di Hollywood, la femminilità rock proposta da Fausto Puglisi incanta e stupisce.
Una Primavera/Estate 2016 vissuta con grinta ma senza rinunciare allo stile: in bilico tra disco-glam anni Settanta e Barocco siciliano, il brillante designer siciliano rivendica le proprie origini.
Assoluta genialità nel declinare in chiave 2.0 la perfezione ellenistica, con lunghe gonne plissettate effetto 3d e motivi jacquard.
Superbi pezzi ispirati alle mirabili vestigia greco-romane si tingono di uno charme ormai perduto, rievocando la Hollywood anni Cinquanta, con le sue dive dall’allure intramontabile.
Gli stivali da cowboy sdrammatizzano gli outfit più sofisticati, conferendo un tocco rock che fa parte della personalità della maison. Una donna audace, sfrontata dea contemporanea che percorre la passerella con lunghe falcate aggressive.
Rievocazioni e classicismo, come nel Laocoonte decorato su iconici shift dress. O, ancora, disco-glam nel jersey lucido e plissettato. Chiodi finemente decorati e mood rock per una sfilata che ha incantato Milano.
Lo Spazio Sanremo di Milano ha ospitato venti opere su tela a tecnica mista, sculture ed installazioni multimediali di Mariano Franzetti artista argentino che ora vive in Italia. Lo scopo della mostra è stato quello di creare un rapporto tra la sua patria e la nostra e dal successo che ha riscosso il messaggio è arrivato!
Il titolo della mostra “Choripan”, un preparato gastronomico di origine argentina costituito da due fette di pane che contengono chorizo accompagnato da salse, rappresenta qui l’unione, il concetto universale di condivisione sul piano dei valori umani. Mariano durante l’intervista illustra la sua idea di come interpreta questo alimento e lo vede come l’unico elemento che unisce in quanto è mangiato da tutti indistintamente che siano borghesi o individui della favela. Alcune sue opere sono collegate all’Expo e trattano il tema della nutrizione essendo l’Argentina uno dei più grandi esportatori di prodotti agricoli del mondo.
Entrando nello spazio espositivo sembra di essere atterrati nella “sua” terra grazie all’ambientazione e all’originalissima idea di esporre le opere secondo un percorso bifronte. Esso si struttura in due dimensioni differenti: una parte folkloristica un po’ pop dove esce il lato ironico e stravagante dell’artista che comunica attraverso questo canale e una paesaggistica ricca di colori dove si ammirano deserti aridi, paesaggi suggestivi, una pampa sconfinata e spettacolari salares – resti salini di antichi laghi. Si è davanti a una terra dura e difficile, ma anche intrigante e dispensatrice di profonde emozioni.
Colpisce ancora la sua ricerca dei materiali inusuali. Un esempio è l’opera “Mano larga”, una scultura che raffigura due mani unite e rimanda al messaggio di condivisione, essa è stata realizzata utilizzando un tipo di argilla molto particolare raccolta dove il fiume fa una curva durante un viaggio in Umbria. Dopo la cottura questa argilla prende un colore insolito che affascina ed incuriosisce.
Franzetti mi ha accompagnata in questo viaggio artistico e concettuale dove tutte le sue opere hanno una storia da raccontare. Vi invito a continuare questa esplorazione su
Esigenza estetica e funzionalità a servizio della femminilità che ama coccolarsi in movimento.
Un po’ Audrey Hepburn in Colazione da Tiffany, un po’ suadente ospite di un hotel a 5 stelle, la donna della prossima Primavera/Estate di Simonetta Ravizza vive elegantemente rilassata.
Globe trotter cosmopolita ama riproporre i capi per la loro multifunzionalità e accessoriarsi di mule ultrapiatte in antilope abbinate a mascherine da notte. Ancora una volta il brand ampia la propria visione progettuale con capi in seta da mixare con il core business della pelliccia e della pelle.
Lo styling la fa da padrone ed ecco, quindi, il gioco di sovrapposizioni che vede i lunghi chemisier dalla silhouette pulita accompagnare pellicce effetto vestaglia, in 20 diverse gradazioni.
E’ la palette arcobaleno, che si concede i toni naturali come il terra, il peonia e l’arancio, a chiudere la sfilata. Le modelle, infatti, si dispongono una accanto all’altra indossando capispalla nelle differenti cromie di Xiangao.
Icone moderne che si concedono il lusso del comfort.
L’Art Deco incontra la disco anni ’80 per una sfilata nel segno dell’etica.
A inaugurare la settimana della moda milanese è Genny che coglie l’occasione per lanciare un messaggio nel segno della sostenibilità e della responsabilità sociale . Il fashion show, infatti, si apre con uno short movie in cui il direttore creativo del brand, Sara Cavazza Facchini, evidenza il rispetto per i lavoratori dell’azienda e il basso impatto ambientale dei prodotti.
La donna della Primavera/Estate 2016 vive gli anni Venti ma sbarca nel glamour degli anni Ottanta. L’Art Deco è riconoscibile attraverso la geometricità delle stampe ispirate alle opere di Sonia Delaunay mentre il richiamo allo Studio54 è tangibile nella fluidità degli abiti, corti e lunghi, dalla silhouette impalpabile. La palette cromatica gioca sui toni del bianco e dell’oro e esplode con un’unica nota di colore acceso: il verde smeraldo.
La brand identity è riconoscibile soprattutto nell’ utilizzo dei ricami di castoni e nella proposta del tessuto “cellophane” che ritroviamo anche nelle clutch e nelle calzature.
Uno show perfettamente in sincronia con l’heritage del marchio arricchito di un significato che non può certo passare inosservato.
Alla vigilia della fashion week milanese torna la notte dedicata allo shopping: il 22 settembre a Milano è prevista l’edizione 2015 della Vogue Fashion’s Night Out. La sesta edizione della notte bianca promossa da Vogue Italia coniuga la passione per lo shopping ad eventi charity. Amanti della moda fatevi avanti, con un obiettivo solidale.
Inserita per quest’anno all’interno di “Expoincittà” e patrocinata dal Comune di Milano, la VFNO prevede l’apertura straordinaria fino alle 23 delle boutique e degli store del centro e del quadrilatero della moda: da Brera e Corso Como a Corso Vittorio Emanuele fino a Corso Venezia, Corso Genova e Porta Nuova, con Piazza Gae Aulenti. Un fitto calendario di eventi esclusivi, con un parterre d’eccezione, esponenti del jet set internazionale e celebrities, insieme ad eventi dal vivo.
La notte bianca si inaugura con un cocktail offerto a Palazzo Morando da Martini, partner ufficiale dell’evento. Tra un cocktail e un altro largo a veri e propri percorsi di stile, come quello ispirato alla Belle Époque curato da Elisabetta Invernici che si terrà nella location di Palazzo Castiglioni, in Corso Venezia.
La Terrazza Martini, punto di incontro per gli amanti della Milano by night, viene celebrata da quattro fotografi selezionati all’interno del progetto di Photo Vogue con un’esposizione dei loro scatti presso il Padiglione Italia di Expo Milano 2015.
A Piazza Meda, nel Salone Centrale della Banca Popolare di Milano, Vogue Talents espone le opere di cinque designer. Per gli amanti del vintage sarà organizzata una sfilata di abiti d’epoca promossa dalla Regione Abruzzo. Un connubio di glamour e charity con un obiettivo solidale: l’intero incasso della notte bianca della moda quest’anno sarà devoluto all’Istituto Monzino per la ricerca sulle malattie cardiovascolari. Tantissime le boutique che hanno aderito all’iniziativa: la lista completa è online sul sito di Vogue Italia. Una serata da non perdere, per fare le ore piccole con stile.
Alle soglie dell’apertura degli anni accademici e, a seguito di una nazione, l’Inghilterra, nominata al top delle classifiche mondiali per le migliori università di moda, D-Art porta gli aspiranti professionisti alla scoperta dei piani formativi delle realtà italiane.
The Business of Fashion, nella sua top ten annuale riguardante le scuole di moda mondiali, mette ai primi posti le realtà britanniche dei record.
Tra tutte la Central Saint Martins, seguita dalla Kingston, dalla Westminster e dal London College of Fashion. Un panorama dinamico e eclettico quello della prima scuola di moda al mondo che, da anni, sforna talenti destinati alle luci della ribalta, come Alexander McQueen, John Galliano, Stella McCartney e Riccardo Tisci.
Il suo è un piano formativo variegato e allettante, coadiuvato da costanti iniziative, opportunità e sinergie. Fashion, Fashion Design With Knitwear, Fashion Design With Marketing, Fashion Design Menswear, Fashion Design Womenswear, Fashion Print, Fashion Communication, Fashion Journalism, Fashion Communication and Promotion sono i corsi di laurea di primo livello che vanno a ampliarsi con due master ad hoc.
Per i wannabe che non hanno modo di provare con il plus ultra mondiale non resta che virare verso ciò che offre il nostro Paese.
Unico rappresentante nella top five di The Business of Fashion è il Polimoda.
L’istituto fiorentino offre una formazione e una metodologia di lavoro altamente specializzate. Suddiviso in due dipartimenti, Design & Technology e Business & Communication,il Polimoda forma competenze professionali come il Brand e Communication Manager, il Buyer, o quelle più creative come l’Art/Creative Director, il Fashion Designer, il Fashion Illustrator, il Fashion Stylist, il Footwear & Accessories Designer, senza dimenticare le nuove figure per il web, il Digital Strategy Planner, il Web Content Curator, il Social Media Manager, fino a quelle più vicine alla produzione e allo stile, come il Product Development Manager, il Patternmaker e il Samplemaker.
Forte del suo primato non può che spianare la strada agli altri istituti italiani che, seppur non menzionati nella classifica, riescono a mantenere alta la qualità formativa, documentata dai placement e dalla soddisfazione degli ex allievi.
Per citarne di storici approdiamo nell’universo dello IED Moda a Roma che, come la Central Saint Martins, vanta ex diplomati di tutto rispetto. Maria Grazia Chiuri e Pier Paolo Piccioli, direttori creativi di Valentino, Giambattista Valli e Marco De Vincenzo,sono solo alcuni degli allievi che hanno elaborato manufatti nelle proprie aule. Fashion Design, Fashion Stylist E Editor e Designer Del Gioiello, i corsi triennali che vanno a affiancarsi ai master in Comunicazione E Marketing Per La Moda, Luxury Marketing Management, Fashion Design Management, Jewelry Design e ai corsi di formazione avanzata in Costume Design e Stylist Per La Moda.
Un’offerta ampia che troviamo anche presso l’Istituto Marangoni di Milano, un luogo dove da sempre la teoria si affianca alla pratica e dove la creatività viene costantemente nutrita e stimolata.
Nascono così corsi, prevalentemente in inglese, aperti agli studenti di tutto il mondo. Luoghi dove la sinergia e il networking rendono la scuola fiore all’occhiello del patrimonio italiano. Fashion Design, Fashion Styling, Fashion Business, Fashion Communication E New Media e Accessories Design anticipano i master e le specializzazioni in Fashion Design Womenswear, Fashion Design Menswear, Knitwear Design, Fashion Styling & Portfolio, Fashion Photography & Film, Fashion Promotion, Communication & Media, Fashion & Luxury Brand Management, Fashion Buying, Fashion Product & Production Management, Fashion Retail Management, Fashion & Law, Digital Fashion Design, Luxury Accessories Design & Management, Fashion & Luxury, Business Administration e Fashion Elite.
Unica università statale presente nell’excursus, con i suoi corsi triennali e magistrali in Design Della Moda e Moda E Arti, è lo IUAV di Venezia.
Quella che più spesso è stata definita come la “piccola Anversa” offre agli studenti costanti e importanti opportunità, non ultima la collaborazione con le manifatture Bonotto e Riopele. In occasione di Milano Unica, infatti, 4 selezionati neodiplomati, Alessia Beraldin, Giovanni Nordio, Gregorio Nordio e Filippo Soffiati,hanno realizzato installazioni tessili in bilico tra performance e opere d’arte, esposte durante un evento presso Palazzo Durini.
Come la Central Saint Martins molte delle realtà appena illustrate offrono la possibilità di interagire grazie a corsi brevi. Un modo per orientarsi, approfondire già consolidate esperienze e subire l’imprinting emanato da ognuna di esse.
Fino al 22 settembre alla libreria Hoepli di Milano (Via Ulrico Hoepli, 5), sarà esposta un selezione di immagini di Zambian Portraits, il nuovo libro fotografico di Paolo Solari Bozzi – edito da Skira – che segue la prima pubblicazione dell’autore (Namibia Sun Pictures, Tecklenborg 2013), e che è un’ulteriore testimonianza del suo amore per la poesia dell’Africa e dei suoi popoli.
Per quattro mesi, nel 2014, Paolo Solari Bozzi ha viaggiato a bordo del proprio fuoristrada in compagnia della moglie Antonella attraverso lo Zambia, in totale autonomia, coprendo oltre diecimila chilometri, per lo più su strade sterrate e spingendosi fino alle zone più remote e sconosciute di questo affascinante Paese, comprese le paludi del Bengweulu, dove gli abitanti non hanno quasi mai incontrato un viaggiatore europeo.
Utilizzando macchine fotografiche meccaniche di medio formato e grandangoli, Paolo ha immortalato in 122 immagini in bianco e nero – sviluppate e stampate personalmente nella sua camera oscura – le persone incontrate, nel loro naturale habitat, per lo più lavorativo. Nel tentativo di captarne lo stato d’animo, il fotografo si è concentrato sulle loro espressioni facciali, in particolare sui loro sguardi.
Dopo aver viaggiato a varie riprese nei Paesi desertici del Maghreb, Paolo Solari Bozzi si è invaghito dell’Africa Australe, a tal punto da acquistare due lodge (Sausage Tree Camp e Potato Bush Camp), situati in Zambia in un Parco Nazionale, lungo le sponde del fiume Zambesi. In Zambian Portraits, il fotografo ritrae alcuni aspetti “di un Paese meraviglioso e sconfinato, ricco di meraviglie umane e naturali, e di cultura” come ha spiegato lui stesso.
Durante i 70 giorni di viaggio trascorsi in Namibia nel 2010 e nel 2012 e i 4 mesi trascorsi nel 2014 in Zambia, Paolo Solari Bozzi ha affrontato ogni scatto “con quel rispetto dovuto a chi ti ospita e non, come spesso vedo fare oggi, stravolgendo la scena e “mettendola in ordine”, insomma piegando gli scenari ai dogmi imposti dalle riviste patinate”.
L’uso del bianco e nero, “s’inserisce nel lungo filone di quei grandi fotografi e registi (uno per tutti: Ingmar Bergman) che hanno scelto la profondità, il dettaglio e la magia viva della monocromia per i propri capolavori. Sono sempre stato convinto che il colore, per quanto stupendo, distragga e non possa restituire l’animo delle persone, le loro cicatrici e sofferenze, il loro amore”.
L’edizione di Milano Moda Donna in programma dal 23 al 28 settembre 2015 prevede 70 sfilate in calendario con le novità di Damir Doma e Daizy Shely, oltre alla conferma di Arthur Arbesser e Vivetta, marchi emergenti che hanno esordito nelle ultime stagioni. Al prestigio del calendario contribuiscono tre importanti debutti: Peter Dundas per Roberto Cavalli, Massimo Giorgetti per Emilio Pucci e Arthur Arbesser per Iceberg.
Completano il calendario 105 presentazioni e 26 eventi.
Il nuovo Fashion Hub di Milano Moda Donna sarà situato presso l’UniCredit Pavilion di Piazza Gae Aulenti, nell’affascinante edificio progettato da Michele De Lucchi. Piazza Gae Aulenti è inoltre la cornice di Panorama, la suggestiva videoinstallazione che celebra la bellezza italiana nata dalla collaborazione tra Ministero dello Sviluppo Economico, Agenzia ICE, SIMEST, Comune di Milano, Camera di Commercio di Milano, Fondazione Altagamma, Camera Nazionale della Moda Italiana, Salone del Mobile Milano, con il patrocinio di Expo Milano 2015 e in collaborazione con Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo.
In occasione di Milano Moda Donna inaugura all’interno del Fashion Hub la prima edizione del Fashion Hub Market, il nuovo progetto di CNMI a sostegno di nuovi brand di abbigliamento ed accessori italiani ed internazionali. Ai 17 marchi selezionati, che potranno presentare per la prima volta durante la fashion week le loro collezioni a stampa e buyer, CNMI offre un’occasione di visibilità ma soprattutto di networking e business.
In prossimità del Fashion Hub si trova The Mall, che contiene un’ampia sala sfilata ed uno spazio presentazioni, gestiti da CNMI. Rimane confermata anche la location della Sala delle Cariatidi di Palazzo Reale, concessa dal Comune di Milano al fine valorizzare e promuovere i giovani designer.
Camera Nazionale della Moda Italiana patrocina inoltre le mostre “Bellissima. L’Italia dell’alta moda 1956 – 1968” curata Maria Luisa Frisa, Anna Mattirolo e Stefano Tonchi e “Missoni, L’arte, il colore“, curata da Luciano Caramel, Luca Missoni ed Emma Zanella, dando la possibilità agli ospiti internazionali di prenotare delle visite guidate.
“Il rinnovato programma di Milano Moda Donna presenta sei giorni pieni di presentazioni e eventi che per l’economia di Milano è simbolo stesso dell’immagine della nostra città, ambasciatori nel mondo del nostro stile di vita, della nostra cultura capaci di coniugare ricerca, gusto e innovazione” , spiega l’assessore alla Moda e Design Cristina Tajani. “Con Camera della Moda e tutti gli operatori – conclude l’assessore – abbiamo rinnovato il nostro impegno a sostegno della valorizzazione dei giovani talenti e per una moda attenta ai temi dell’etica e della sostenibilità sia per quanto riguarda la qualità del prodotto sia in tutti i processi della filiera produttiva”.
“Per questa edizione abbiamo pensato di lavorare sull’innovazione, dando spazio ai nuovi brand, non solo con sfilate, presentazioni ed eventi ma con la creazione del Fashion Hub Market, uno spazio dedicato alla presentazione dei nuovi brand i loro prodotti alla stampa e ai compratori. Abbiamo anche lavorato molto sul concetto di accoglienza, con varie iniziative, tra cui spicca la Milan Fashion Week- Survival Guide realizzata con JJ Martin, che svelerà una Milano inedita.” Commenta il Presidente di Camera Nazionale della Moda Italiana Carlo Capasa.
La Fashion Week milanese potrà inoltre essere seguita attraverso il sito milanomodadonna.it con video, streaming delle sfilate, fotogallery delle collezioni e attraverso uno speciale diario su instagram curato da JJ Martin . Lo streaming delle sfilate e contenuti editoriali sempre nuovi saranno trasmessi anche attraverso il megaschermo posto in Via Croce Rossa, oltre che sul grande schermo dell’Unicredit Pavilion in piazza Gae Aulenti.
È in libreria Milano il volume fotografico di Carlo Orsi edito da Skira. Il capoluogo lombardo, oltre ad essere ritratto in bianco e nero dall’occhio di Orsi, ospiterà anche una mostra con gli scatti raccolti nel libro.
Un lavoro che lo stesso Orsi realizzò nel 1965, esattamente cinquant’anni fa, quando era un giovane fotografo. La prima edizione – oggi praticamente introvabile – mostrava una Milano tra luci e ombre, miserie e nobiltà, confronti e contraddizioni. Frammenti di città, cui Dino Buzzati accosta altri frammenti, parole come scatti di un obiettivo fotografico.
Oggi eccoci nel 2015, cinquant’anni dopo. Carlo Orsi non è più un ragazzo di talento ma un uomo navigato diventato un grande fotografo a livello internazionale. Milano invece, che torna a catturare con la sua macchina, è invece come allora, tra luci ed ombre, miserie e nobiltà, confronti e contraddizioni. E con la stessa sensibilità di allora, le parole danno sostanza alle immagini, questa volta attraverso la penna di Aldo Nove.
Questo nuovo libro, identico nel formato e con l’identica confezione di quello del 1965, raccoglie 65 immagini inedite di Milano. Nuovi scatti che sono esposti all’Unicredit Pavilion, il nuovo spazio polifunzionale di UniCredit aperto alla città in piazza Gae Aulenti. La mostra fotografica, allestita all’interno della “Passerella dell’Arte” sarà aperta nelle seguenti date e orari: – 4-5-6-8-10-11-12-13-14-17 settembre, dalle ore 10:00 alle ore 19:00; – 7-9-15 settembre dalle ore 10:00 alle ore 13:00; – 16 settembre CHIUSO
Al rientro dalle vacanze la città apre le porte a una delle più importanti mostre dell’anno
Gli ultimi baluardi delle ferie d’Agosto portano un evento da segnare in agenda “Giotto, l’Italia”. La mostra sarà aperta al pubblico dal 2 settembre 2015 fino al 10 gennaio 2016, in concomitanza con la chiusura dell’Esposizione Universale, presso il Palazzo Reale di Milano.
La celebrazione del fondatore dell’arte figurativa italiana è coordinata da un prestigioso Comitato Scientifico, composto dalle istituzioni che, nel corso degli anni hanno tutelato e alimentato la conoscenza dell’operato giottesco; tra cui tutte le Sovraintendenze, il Ministero dei Beni Culturali e del Turismo, i Musei Vaticani e la Galleria degli Uffizi. 13 le opere inedite per la città, tutte tavole mai esposte prima in sinergia, atte a documentare il viaggio del pellegrino Giotto. Passo dopo passo il pittore fiorentino ci trasporta attraverso i luoghi più belli della Penisola. Partendo dalle opere giovanili, prodotte durante l’attività tra Firenze e Assisi, si arriva alla Cappella degli Scrovegni, dove viene documentato il suo periodo padovano.
Non manca, inoltre, il trionfo del Polittico Stefaneschi, realizzato per l’altar maggiore della Basilica di San Pietro che conduce il visitatore verso la fase finale della carriera rappresentata dal polittico di Bologna e da quello Baroncelli, situato nell’omonima cappella fiorentina.
Arte, scienza e visionarietà si uniscono, dunque, nel segno giottesco per festeggiare le eccellenze italiane che, nel corso dei secoli si confermano punta di diamante per il patrimonio artistico mondiale.
Spogliatosi del frac, Francesco Maria Colombo alla direzione dell’Orchestra Verdi, il 3 agosto ha inaugurato la serata dedicata alla Svizzera presso l’Auditorium di Milano. La rassegna musicale “Around the world” continua quindi in “vesti estive e casual”, rallegrando gli spiriti dell’accaldato milanese.
Una serata in cui la musica è il comune denominatore tra le 14 nazioni scelte, più di 50 partiture, altrettanti compositori e alcuni famosissimi brani tra cui il “Guglielmo Tell” di Rossini proposto in questa occasione.
Pur non essendo svizzero, il Rossini nazionale ha comunque dedicato il suo estremo capolavoro a questo paese. L’ouverture del Guglielmo Tell, per antitesi, è stata scelta a chiusura del concerto, un finale di grande impatto emozionale, che ha strappato tanti applausi e un’orchestra presente, esilarante, perfettamente accompagnata, per una esecuzione dinamica, senza il minimo accenno di debolezza.
Non da meno, ma sicuramente difficile l’esecuzione raffinata e intellettuale di “Die vier Elemente” dello svizzero-tedesco Frank Martin: uno tra i suoi lavori più riusciti ispirato ai quattro elementi. Aria – acqua – fuoco e terra didatticamente spiegati dal maestro Francesco Maria Colombo attraverso un’analisi live con l’orchestra.
Di Arthur Honegger sono stati eseguiti due brani, entrambi con una precisione ed un meccanismo prettamente svizzeri; il primo – Pacific 231 – è quasi una lettera d’amore alle locomotive – una passione ch’egli paragonava a quella che gli uomini generalmente hanno per le donne; il secondo – Rugby – vuole esprimere i bruschi movimenti degli arti umani impegnati in uno sport estremo.
Entrambi i brani ci ricordano la freddezza tecnica della musica svizzera, che per gli stessi autori doveva essere semplice e assolutamente anti-romantica.