Il progetto Cuoio di Toscana protagonista delle migliori vetrine italiane

Grande successo per Step into the Green Side: il progetto che vede Cuoio di Toscana protagonista delle migliori vetrine italiane

Il Consorzio ha scelto 10 Corso Como per presentare il progetto con una speciale live performance e una serata allinsegna del Green PretàPorter.

Cuoio di Toscana inizia ufficialmente il suo tour italiano nei migliori negozi con una serie di eventi speciali che valorizzeranno le eccellenze del Bel Paese. Un percorso per il consorzio CDT reso possibile grazie alla partnership con CBI-Camera Buyer Italia rivolta a più obiettivi, primo tra tutti il garantire una conoscenza più approfondita, da parte dei compratori e del pubblico, del marchio creato nel 1985 per diffondere la cultura del cuoio da suola e basato sui principi di sostenibilità, qualità e tracciabilità.

Principi oggi fondamentali per il futuro del fashion system, che verranno veicolati attraverso storytelling e iniziative ad hoc nei top shop del territorio, mettendo in primo piano il talento dei giovani e il valore della materia prima. Il cuoio è infatti un materiale naturale, plastic free e riciclabile, oltre che ottenuto dalla trasformazione di uno scarto dell’industria alimentare, destinato altrimenti alla discarica o all’inceneritore.

Il debutto ha avuto luogo ieri, 18 settembre, in occasione dell’avvio di Milano moda donna e Lineapelle, in 10 Corso Como, storico concept store milanese, simbolo di Milano, del Made in Italy e della creatività internazionale.

Dalle 17 alle 23 la serata è stata animata da una live performance con un artigiano che ha mostrato come lavorare il cuoio, mentre una personal stylist ha spiegato agli ospiti come abbinare i capi presenti in negozio alle calzature in Cuoio di Toscana. Infine, sono stati esposti due look dei designer emergenti Marco Rambaldi SSHEENA vincitori dell’ultima edizione del Cuoio di Toscana Prize, iniziativa on going che ha come obiettivo il supporto dei giovani creativi e dei progetti ecosostenibili. La suola verde, simbolo del marchio, è realizzata seguendo la tecnica di lavorazione della concia vegetale lenta in vasca, che prevede la trasformazione delle pelli grezze in un materiale durevole, riconosciuto in tutto il mondo. A presentare la serata Lucrezia Guidone, giovane attrice e una dei protagonisti della terza stagione di Mare Fuori.

Guardando ai prossimi goal, il Consorzio presieduto da Antonio Quirici, che riunisce sette concerie dei distretti di San Miniato e Santa Croce sull’Arno (Pisa), punta a superare nel 2023 i 200 milioni di euro di fatturato grazie alle aziende virtuose del distretto, che lavorano secondo criteri ecosostenibili. Questi sono regolati da norme stringenti che passano per il benessere animale e la depurazione delle acque, per il riciclo dei residui solidi e l’utilizzo di energia da fonti rinnovabili. Una tradizione simbolo del Made in Italy che oggi vede in prima linea come clienti i mercati europei, tra cui Francia, Portogallo, Germania e Gran Bretagna, fino ad America, Cina e Giappone.

Infine, Cuoio di Toscana ha ribadito l’impegno green nel suo Sustainability Statement, un decalogo in 10 punti che fissa gli standard qualitativi dell’intera filiera italiana del cuoio verso soluzioni rigenerative naturali e la circolarità per un modello no-waste.

“Something À La Mode” Edizione 2.0

Dopo il successo della prima edizione, il formato vincente di “Something À La Mode” trunk show creato dalla Fashion Curator Veronica Sheynina, è tornato a Milano durante la MFW con due nuovi stilisti.


Presentando una collezione eco-sostenibile realizzata completamente in lino il brand made in Russia VOLTRY.

E la stilista Italiana SOFIA ALEMANI che dopo la Montecarlo FW e Alta Roma ha scelto l’evento “Something À La Mode” per presentare le sue nuove eclettiche creazioni.

VOLTRY è un brand Russo eco-sostenibile specializzato da più di 50 anni nella lavorazione del filato di lino ecologico, trasformando i capi in veri trend. Il brand è stato il primo in Russia a utilizzare il filato di lino ecologico per la produzione di maglieria ed è diventata il leader assoluto del settore in Russia.

La produzione è focalizzata sui capi in tessuto di lino con l’uso dei vari metodi di lavorazione a mano che rendono ogni capo VOLTRY unico ed esclusivo.

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La visionaria Designer SOFIA ALEMANI presenta la sua collezione “XXL vs XXS Capsule”, dove il concetto curvy esplode finalmente nella gioia di mille colori e luci di paillettes esibite nel segno del massimalismo.


SOFIA ALEMANI presenta un approccio spontaneo e curioso al tessuto, dove nulla è scontato. Così il diritto lascia il posto al rovescio, creando inedite percezioni e suggestioni tattili inesplorate.


“Con questa speciale capsule di capi prêt a couture ad ispirazione sport chic – spiega Sofia Alemani – desidero ringraziare le mie clienti che sono tutte donne vere e di tante età e taglie diverse. Le ringrazio perché credono ancora nella qualità e nella creatività dei capi sartoriali, fatti su misura e immaginati per valorizzare al massimo la bellezza di ciascuna”.


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Aline Oliveira e LSS PARIS – FW 19

La Maison Romana Aline Oliveira Couture in collaborazione con LSS PARIS, scoperta da Fashion Curator Veronica Sheynina, sbarca nella serata opening della Milano Fashion Week Event Savò dedicata ai Designers emergenti.


Il Brand. Per Aline Olivieira, stilista brasiliana naturalizzata romana, la moda è sempre stata un riferimento importante nella vita. Nata in una città nel Nordest del Brasile, da piccola Aline osservava, con ammirazione, le ricamatrici locali che facevano un lavoro scrupoloso, immaginando quei ricami applicati sugli abiti che lei stessa sognava di creare.


Aline Oliveira prendi spunti da un MoodBoard creato durante un suo viaggio in Messico e dal Castel Sant’Angelo di Roma. La sua collezione è dedicata alle donne determinate e di grande personalità, ispirata dai colori caldi e dal famoso vento Messicano, che lì è molto piacevole perché è gentile, ti accarezza, così come accarezza le numerose palme.


“Dedico questa collezione a donne che, come me, portano avanti le loro famiglie, le case, il lavoro, senza mai arrendersi, credo fermamente che le donne abbiano i superpoteri. Questa collezione è creata per migliorarli “.


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Photo by Saverio Chiappalone


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Photo by Saverio Chiappalone


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Photo by Saverio Chiappalone


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Photo by Saverio Chiappalone


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Photo by Saverio Chiappalone


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Photo by Saverio Chiappalone


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Les Copains tra tradizione e folklore – Spring Summer 2018

Gitana e ancorata alle tradizioni, la donna Les Copains per la Primavera Estate 2018 sfoggia un’estetica folk contaminata dallo urban.

Bohémien nelle strade messicane, la donna Les Copains veste con semplicità abiti che rievocano la tradizione, nell’iperdecorativismo ricercato, nell’uso di accessori e di colori della terra mescolati ai più accesi quali i fucsia e i rossi.

Lo scenario è quello urbano ma intellettuale di Louis Barragan, famoso architetto messicano, che con l’uso di tinte molto intense e di geometrie nette, tagliate, ha lasciato traccia di numerose opere di ambientazione surreale.



La città come Barragan la immagina e la compone, si fa strada sul corpo della donna, che diviene un tutt’uno con l’ambiente. Il cielo è la maglia che indossa, i muri taglienti le gonne e le striature delle strade, gli stivali che le percorrono.



Scaramantiche, ça va sans dire,  portano al collo monili di nobili artigiani, pietre e metalli ed amuleti, scivolano poi le organze di seta, volteggiano le pieghe in chiffon, le bande bicolor vengono ricamate a punto croce, le tuniche in mussole seta-cotone ci ricordano la freschezza della stagione.


E’ una femminilità non banalizzata né idealizzata quella di Les Copains SS2018, ma attenta al dettaglio, con delicati tocchi di eccentricità personale, che si fanno spazio nella libertà delle scelte e in quella che gli abiti regalano.

Non teme l’uso degli orpelli muliebri né di quelli maschili, via libera quindi a fiocchi e cappelli, ma anche agli stivali da cow-boy. I contrasti diventano il nuovo linguaggio.



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Oriente ed arte arte antica dell’ikebana, l’equilibrio Byblos SS2018

Oriente, rigore, compostezza – le parole chiave della nuova collezione Primavera Estate 2018 Byblos.

Dall’arte antica dell’ikebana, la disposizione dei fiori recisi, un tempo offerti agli déi poi divenuta vera e propria vocazione artistica, trova terreno ispirativo il brand Byblos.

La forza della bellezza e la caducità del fiore strappato, la consapevolezza della donna samurai e l’arrendevolezza della geisha, il rigore e la passione, sono i contrasti i veri protagonisti della collezione Spring Summer 2018.


Un orient ride che incontra l’iperfemminilità japan e la comodità occidentale, antipodi che si sposano intrecciando stili e tessuti, trame e intrecci. Spalle in vista e fiocchi di seta, cinture che incastonano scollature e avvolgono il corpo segnando il punto vita; dolci i plissé e più vibranti i cromatismi degli abiti, tracce di colore grafico.

Morbidi gli abiti longuette, trasparenti, volumi vaporosi che lasciano libero il corpo, giacche di ispirazione militare, ampie e con maniche a cerchio.

Del Sol Levante ci sono gli equilibri: non potevano mancare i bianchi e neri, simmetrie, microgeometrie, cerchi e righe, delicati fiori impreziosiscono fianchi e spalle, i tocchi leggeri di verde ricordano quei gambi che si alzano dai vasi, ergendosi verso lo spazio.



Dai pantaloni diritti spuntano i divertenti inseriti in vinile sui fianchi, la palette colori è luminosa nei verdi tendenti al lime, caldi negli amaranto e fucsia, con rilassanti toni naturali che vanno dal cipria cosmetic al nude.



Guarda la collezione Byblos Spring Summer 2018:



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Alberta Ferretti, il ritorno alla semplicità – collezione SS 2018

MILANO FASHION WEEK – COLLEZIONE SS 2018 DI ALBERTA FERRETTI


C’è bisogno di leggerezza, in un periodo in cui Trump allarma il mondo intero di una possibile distruzione della Corea del Nord, c’è bisogno di eleganza, quando si sentono capi di Stato e di Governo insultarsi con espressioni senza precedenti rispetto ai loro precursori. Questo lo si evince anche da quello che ha sfilato in passerella durante la fashion week milanese.

Una su tutte, Alberta Ferretti, che nelle passate collezioni ha messo in scena le pomposità fine ‘800, tra velluti porpora e i grandi manti principeschi, colorando gli abiti delle sfumature veneziane o dei giardini di Giverny tanto cari a Monet, per la collezione Primavera Estate 2018 elimina gli imbellettamenti, niente pizzi o merletti, velluti o maquillage, Alberta Ferretti ci fa dono della semplicità.

Quella del “less is more“, ma carica di luce e di quel fulgore femmineo che la donna Alberta Ferretti sa rappresentare a pieno titolo. E allora la brillantezza del quarzo rosa, quella fiammante del corallo, e quella regale del bronzo, si materializzano in abiti dalla forma pulita ed essenziale, da silhouette lineari ma con volumi inaspettati.


Le scollature sul dorso sono totali, le piume e le paillettes creano un gioco di movimento che segue l’ondeggiare del corpo ad ogni passo, ogni ricamo ci ricorda quanto Alberta Ferretti ama le donne e quanto desidera accontentare il loro desiderio di bellezza.


Nella più pura semplicità, si crea il movimento, grazie ai preziosi ricami e all’effetto dégradé delle paillettes, gli abiti si fanno fluttuosi come le onde, quelle che decantava Virginia Woolf, nell’attesa dell’arresa.





Liquidi e ritmici, come la parola della scrittrice britannica, gli abiti in lurex, declinati nei delicati colori pastello; non mancano chiffon e trasparenze, seta e nylon e la sera il dress code si sdrammatizza con un giubbotto in suède o un parka leggero.



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Milano Moda Donna: Marco de Vincenzo in bilico tra passato e futuro

Inversione di rotta in passerella da Marco De Vincenzo: da sempre fautore di un’estetica irriverente e fortemente proiettata in un futuro dai risvolti onirici e dagli scenari incerti, lo stilista messinese sceglie questa volta di guardare al passato, attingendo le sue ispirazioni da un’epoca lontana. L’ex enfant prodige della moda italiana porta sulle passerelle milanesi una collezione che ne decreta la raggiunta maturità: largo a suggestioni timeless, per una collezione cui il designer si cimenta in un’operazione inedita.

De Vincenzo rielabora infatti i classici del guardaroba femminile attraverso il suo occhio critico: ecco quindi che i pezzi intramontabili dell’armadio di ogni donna vengono sapientemente rielaborati in un sincretismo stilistico tra passato e presente. In bilico tra echi nostalgici rispetto ad un passato non meglio identificato e la coerenza con uno stile fortemente personale, che ha contribuito negli ultimi anni all’ascesa dello stilista nell’olimpo della moda mondiale, la collezione è permeata da un velo di nostalgia rispetto al glamour del passato: è una donna borghese, stretta in cappottini dal piglio bon ton e dalle suggestioni ladylike, la musa a cui si rivolge De Vincenzo.

Lo stilista si inoltra attraverso territori inesplorati, riuscendo a tenere ben salde le redini di una collezione per lui fortemente eclettica: il rigore formale viene stemperato attraverso atmosfere oniriche e quasi surreali, proiettato così in uno scenario futurista. Ecco che sfila il futuro visto da Marco De Vincenzo: un mondo ideale, in cui la creatività tocca vette inusitate, permeate da atmosfere alla Space oddity. Non mera immagine ma rappresentazione allegorica di una riflessione assai profonda sulla contemporaneità: “Ogni volta che qualcuno mi interroga sul futuro della moda, ho molte risposte”, così ha commentato lo stilista. “Questa stagione avevo bisogno di ripensare al passato, a qualcosa di familiare come le pieghe, la pelliccia e le perle che sono considerate un classico del guardaroba di ogni donna, e di aggiungervi un tocco contemporaneo”, ha aggiunto De Vincenzo.

Lo stilista sceglie di rifugiarsi nella rassicurante serenità di uno stile ancorato alla tradizione, che si erge come porto sicuro in cui trovare riparo in un’epoca in cui vige la più totale anarchia e un assordante vuoto di valori, anche estetici. Ma, lungi dal cullarsi in anacronistiche fughe dalla realtà, De Vincenzo apporta un significativo contributo nel tentare di rovesciare i valori del passato sostituendoli con visioni inedite legate alla contemporaneità.

In passerella si alternano gonne al ginocchio in seta plissettata e tartan all over, alternate ad abitini plissé, camicie classiche e vestaglie dalle note homewear. Tripudio di animalier per capispalla bon ton e fur coat in ecopelliccia, percorsi da caleidoscopiche stampe raffiguranti galassie sconosciute e città futuriste. I capi sono impreziositi da decorazioni 3D, come le frange in PVC. Largo a dress che ricordano i grembiuli, tra stampe eccentriche ed iridescenti. Plexiglass anche nei gioielli, come il filo di perle, e nelle scarpe. Note sartoriali per l’uomo, tra tute workwear e coat in ecopelliccia.

Milano Moda Donna: l’artigianalità in chiave luxury di Tod’s

La pelle d’ebano e il volto assorto, i lunghi capelli lasciati liberi e il bianco accecante: la Venere Nera Naomi Campbell è protagonista assoluta di un inedito tableaux vivent che ha impreziosito la sfilata di Tod’s. L’originale instalazzione firmata Thomas De Falco ha accompagnato una collezione che celebra l’artigianalità italiana e lo stile del brand di Diego Della Valle. A calcare la Milano Moda Donna è un caleidoscopio di suggestioni urban, che si sposano all’outdoor, per una donna dinamica e forte. Sfilano accessori dai risvolti luxury in un tripudio di lavorazioni artigianali dal grande impatto scenografico. Negli spazi del Pac-Padiglione di arte contemporanea di Milano si consuma uno show in cui domina uno stile effortlessy-chic, pensato per una donna che ama la vita all’aria aperta. Il comfort diviene il metro di misura di un’estetica che punta sui capispalla, che divengono capi principe del guardaroba, declinati in texture preziose. Largo a trench con cinture in via, ad enfatizzare la silhouette, o ancora coat dalle suggestioni mannish. Tripudio di pelle all over, per capispalla e non solo: originali i pantaloni in pelle effetto second skin o ancora il modello baggy. Sofisticata e strong, la donna Tod’s, che trova incarnazione in Mariacarla Boscono, che irrompe sulla passerella strizzata in una gonna in pelle al ginocchio impreziosita da una rete di intarsi preziosi e una giacca biker dal mood aggressivo. Al polso della top model romana una tote bag, mentre ai piedi fanno capolino inediti stivali con la suola in gomma, che si alternano al mocassino, capo principe del brand, eccellenza di quel Made in Italy capace di conquistare il mondo. Elementi grafici impreziosiscono la Charlotte bag, sovrapponendosi alla doppia T del logo, mentre la stessa doppia T ritorna sui mocassini profilati da pelliccia. Suggestioni biker caratterizzano le maglie con maniche rinforzate, così come le camicie di nappa. Le mini bag da indossare al collo come un gioiello si preannunciano già must have incontrastato della prossima stagione invernale, mentre la Tod’s sella sarà la nuova it bag. Si ispira invece agli arazzi a telaio Wrapping, l’iconica installazione realizzata dall’artista Thomas De Falco: tra intrecci e corde di pelle sbuca la statuaria Naomi, musa di uno stile unico.

Il nuovo divismo 2.0 irrompe sulla passerella di Dolce & Gabbana

Se è vero che ogni epoca ha i suoi divi, di certo il momento attuale vede come figure di primo piano gli influencer, idoli della rete che si ergono ad arbiter elegantiae, incidendo su mode e tendenze, come anche sugli stili di vita. Idolatrati da uno stuolo di teenager ancora in cerca della propria identità, e talvolta privi di una criticità nei confronti del mondo che ci circonda, gli influencer e i personaggi social hanno ormai invaso ogni settore della vita e, non ultima, la Milano Moda Donna: a cavalcare la nuova tendenza sono ancora una volta Dolce & Gabbana.

Il duo di stilisti già da qualche stagione ha scelto come nuovi interpreti dello stile iconico del brand i Millennials, un esercito di giovanissimi influencer, blogger, figli di nomi illustri del cinema e della moda e personaggi a cui i social media hanno conferito la fama internazionale: sagaci trendsetter, Domenico Dolce e Stefano Gabbana accantonano momentaneamente il glamour timeless caratterizzato dalle loro donne mediterranee fasciate in pizzi siculi e trasparenze, per cimentarsi in una sorta di esperimento sociale e affidare ai Millennials il ruolo di profeti dello stile Dolce & Gabbana, declinato in chiave 3.0.

Ecco quindi che, salvo rare eccezioni -come una Bianca Balti con tanto di corona e la nuova musa del duo, Vittoria Peretti- la passerella è invasa da uno stuolo di giovanissimi in cerca dei loro quindici minuti di celebrità, per citare Warhol: e se spiccano in questo pot-pourri bellezze da copertina come Negin Mirsalehi (qui un pezzo sulla blogger) o la biondissima baby top Thylane Blondeau, il resto è una processione di figli di personaggi famosi, che tentano di trovare una propria dimensione, affrancandosi dai successi delle figure materne/paterne: che sia trampolino di lancio o mera occasione per apparire, l’esperimento, contro ogni aspettativa, sembra funzionare, riuscendo persino a ristabilire le sorti di un divismo oggi in netto declino rispetto al passato.

Lucky Blue Smith con la fidanzata Stormi Bree
Lucky Blue Smith con la fidanzata Stormi Bree


Tanti, forse troppi, i nomi che si alternano sul défilé, a partire da Rafferty Law, figlio di Jude Law, Gabriel Kane Day-Lewis, figlio di Isabelle Adjani e Daniel Day-Lewis, Corinne Foxx, figlia del premio Oscar Jamie Foxx, Pamela Anderson e il figlio Dylan Lee: per loro tripudio di capi dalle suggestioni army-chic e dall’eleganza evergreen. In mezzo a tanti “figli di” sfila anche il volto perfetto di Marie-Ange Casta, sorella della più nota Laetitia; largo poi ad Anais Gallagher, figlia di Noel, Destry Allyn Spielberg e Sofia Richie, che sfilano sulle note di Austin Mahone.

La top model Vittoria Ceretti accompagnata dalla madre
La top model Vittoria Ceretti accompagnata dalla madre


Ma il divismo 2.0 si apre poi al culto della famiglia, che vede sfilare sulla passerella interi nuclei familiari, come l’ex top model Marpessa Hennink, indimenticabile musa di Dolce & Gabbana (chi non la ricorda nei celebri scatti realizzati da Ferdinando Scianna in una Sicilia iconica?), che sfila accanto alla figlia Ariel, Andrea Dellal, altra top model storica, che sfila accanto alle figlie Alice e Charlotte, entrambe socialite, e ancora Lucky Blue-Smith, il modello amatissimo dalle ragazzine, che sfila accanto alla splendida fidanzata in dolce attesa, portandosi anche le sorelle Pyper America, Starlie e Daisy, Vittoria Ceretti che sfila con la mamma. Di moda vera e propria, forse ce n’è poca: in un tripudio di fiori, animalier all over e paillettes, si consuma un’osservazione partecipante che conferma ancora una volta il fiuto dei due stilisti nel captare tendenze e cambiamenti occorsi nella società e farli propri. E se la sfilata ha diviso l’opinione pubblica, tra sostenitori dei nuovi divi formato Instagram e detrattori che rimpiangono i tempi in cui le uniche dive erano le supermodelle, di certo resta che, come sottolineato da Umberto Eco, il vero pericolo della generazione social è insito nell’aver dato la parola proprio a tutti.


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Milano Moda Donna: la fairy tale vitaminica di Au Jour Le Jour

È una principessa contemporanea la donna a cui si ispirano Diego Marquez e Mirko Fontana per la collezione autunno/inverno 2017-18 di Au Jour Le Jour: il duo di stilisti, da sempre fedeli ad un’estetica playful e sostenitori di un lusso accessibile, traggono ispirazione dalle favole di Esopo per una sfilata ricca di simbolismi e suggestioni allegoriche. Un’esplosione di colori vitaminici attraversa la passerella della Milano Moda Donna, in un pot-pourri di citazioni, che spaziano da “La volpe e l’uva” a “Il Lupo e l’agnello”: le favole vengono trasfigurate in un’estetica che mixa suggestioni luxury ed iperfemminili ad una vena ironica, da sempre cifra stilistica del brand. Largo ad inserti patchwork che fanno capolino da maglioni a collo alto abbinati a jeans al polpaccio; romanticismo ed acerba sensualità negli abitini in tulle effetto nude look impreziositi da dettagli ironici. Tripudio di knitwear, che si arricchisce di dettagli patchwork, preannunciandosi già come must have della prossima stagione invernale; stampe botaniche fanno capolino da pigiama palazzo e abiti fluttuanti, tra sete preziose e stole in finta pelliccia della Mongolia declinata in irresistibili nuance fluo dall’appeal vitaminico, in cui domina il rosa shocking. Torna in auge l’animalier, per cappottini dalle note ladylike sapientemente smitizzati attraverso cut out che inneggiano al grunge anni Novanta. Non mancano stampe jacquard dalle suggestioni luxury, accanto a note romantiche e silhouette rilassate, che celebrano uno stile effortlessy-chic che strizza l’occhio all’homewear. I racconti di Esopo riletti dal poeta francese Jean de la Fontaine fungono da ispirazione per una collezione suggestiva, in linea con l’estetica del brand: non mancano baby doll infantili e dress da fairy tale, in una cascata di tessuti glitterati, tra tocchi vintage e ricami gioiello, per una moda bon ton che piace proprio a tutte.

Milano Moda Donna: l’American drama firmato MSGM

Atmosfere degne di un noir si uniscono all’american style dei college americani, in un riuscito omaggio a Twin Peaks: Massimo Giorgetti sceglie di ispirarsi alla serie cult di David Lynch per la collezione autunno/inverno 2017-18 di MSGM. Laura Palmer rivive sulle passerelle milanesi, in cui viene trasfigurato un mondo patinato dai risvolti inquietanti. In una sala rosso scarlatto sfilano le modelle di MSGM, ad incarnare figure oniriche rubate alla serie tv I segreti di Twin peaks: «A dicembre ero in vacanza, ho letto un libro di David Lynch e ho iniziato un approfondimento sul mondo di Twin peaks che compie 25 anni e a maggio ritorna», ha commentato lo stilista. «Un mondo di locandine e immagini che è stato completamente tradotto in collezione». L’estetica colorata e glamour di Giorgetti ben si sposa al drama in chiave americana, in un susseguirsi di rimandi e citazioni che trovano apogeo in uno stile pop dai risvolti inquietanti. Le modelle hanno il capo coperto da fazzoletti e sfoggiano gonne a corolla cosparse da fiori e rouches, tra pizzo nero e tulle creato con poliestere giapponese plissettato. È un ritorno alle origini per il brand, che subisce una sorta di involuzione in chiave glamour, riproponendo un mix ben collaudato di note iperfemminili e dettagli hi-tech: strizza l’occhio all’Unheimlich freudiano la stampa presa in prestito dai test di Rohrschach che irrompe prepotentemente sugli abiti in raso. Trattasi della locandine dello spin-off del celebre serial degli anni Novanta. Torna alla ribalta anche il logo di MSGM, con la M che diviene onnipresente stampata su felpe dal mood sporty e berretti da baseball. In un caleidoscopio di simboli, Giorgetti rappresenta l’immaginario estetico dell’America: stelle e strisce dominano su capi dalle suggestioni tailoring e sugli stivali, mentre pon pon rubati alle cheerleader furoreggiano ovunque accanto a motivi Chevron, balze da prom e suggestioni ladylike. Vitaminica la palette cromatica, in un tripudio di giallo limone, verde acido e azzurro; optical e pop l’alternanza di grafismi e pattern cromatici, ad impreziosire abiti da indossare con stivaletti e fur coat. Il romanticismo dal sapore virginale di candidi abiti in pizzo bianco si alterna alle note sportswear di maxi felpe dal mood active. Una prova magistrale per Massimo Giorgetti, che si dimostra fine interprete di una femminilità complessa e ricca di infinite sfaccettature.