La sensibilità di Alberto Zambelli si scrive sugli abiti della collezione Autunno Inverno 2016/17.
Sfiorando diverse epoche, tra la Vienna dei ’40 in “The woman in gold” e la Copenaghen dei ’20 in “The Danish girl“, Alberto Zambelli ci fa rivivere personalità dal sapore romantico in una visione contemporanea e moderna.
I tessuti gold ricordano le tele klimtiane, mixate con preziosi jacquard art nouveau stampati – i colori sono vitaminici e i dettagli ricordano la vita elegante di un estroso pittore.
Nella libertà e liberazione del corpo di Einar Wegener (Lili Elbe) – primo transessuale della storia – la collezione si sprigiona e si ispira in un nude look dai colori cipria, bianco, moutarde, clinique con sete e veli decorati da preziose micropaillettes.
Il maschile e il femminile vengono mescolati in una moda che non è solo rappresentazione di sesso, razza, religione, cultura, ma che diviene parte di un unico io, sublimato all’essenza, all’Es.
Guarda qui l’intera collezione Alberto Zambelli F/W 2016/17:
Il loro motto è “Lavora duramente per raggiungere la perfezione. E se non ci riesci, prova ancora.”
I loro abiti sono rigorosamente prodotti a mano ed ognuno è realizzato da 45 sarti; cravatte alta moda e completi da uomo sono la forza del brand. Stiamo parlando di Kiton, casa di moda e sartoria industriale napoletana.
Per la collezione Uomo Autunno/Inverno 2016/17Kiton non si smentisce e presenta delle eccellenze in fatto di sartoria, sportswear, accessori, denim, con la grande novità del termico.
Il progetto si chiama CULTO ed unisce l’evoluzione dell’arte sartoriale all’avanguardia delle tecnologie. Il risultato è la creazione di capispalla sartoriali termici che grazie ad alcuni materiali eleganti e leggeri, fungono da valvola termica. Quindi addio alla pesantezza dei tessuti invernali, sì alla comodità e alla vestibilità sempre in un capo caldo e moderno.
Forza e preminenza nella formalità Kiton, che torna con un must di stagione nell’abito tre pezzi: il gilet.
I tessuti utilizzati dalla maison sono sempre sinonimo di raffinatezza: il 13.2, il 13.5, il 14 micron – così come le giacche (monopetto e doppiopetto) in filato di puro cashmere che si combinano alla vicuna (la fibra più fine e rara al mondo che si ricava da un piccolo camelide che vive selvaggio sulle Ande – la vigogna) e al guanaco (fibra ricavata da un camelide affine al lama diffuso in Sudamerica – il guanaco presenta un manto doppio: uno più ruvido all’esterno e uno più soffice all’interno. Quest’ultima copertura è molto pregiata).
Le camicie, da sempre il “terzo occhio” delle capacità sartoriali, divengono strutturate con delicatissime filature a “microdisegni”; la selezione cromatica dei pantaloni è ricca ed in velluto di cotone. Grandi protagonisti sono il blu e il grigio in ogni sfumatura, in aggiunta delle note intense bordeaux, verdi e dei classici bianco e nero.
Esclusività anche nel capo più sportivo al mondo: il jeans.
Per la linea denim Kiton sceglie il jeans giapponese Kurabo, prodotto con cotone biologico, lavorato ad alta intensità su antichi telai, proposto in versione slim europea e comoda americana.
Si contraddistinguono per la doppia cucitura con gli iconici bottoni in smalto rosso e sono disponibili in una ricca gamma di blu, per ogni occasione. Un capo indispensabile per l’uomo Kiton che non vuole rinunciare alla comodità, ma lo fa con gusto.
Anche gli accessori vestono la raffinatezza Kiton, dalle scarpe da smoking in coccodrillo lucido nero con stringhe in grois di seta colorate (anche in giallo fluo per i più audaci – ai set di borse da viaggio, shopping bag e zaini.
I colori della collezione sono l’ardesia, il testa di moro, il whisky, il verde felce ed il bordeaux – i metalli utilizzati per le scarpe classiche sono il palladio e l’oro, mentre le fibbie sono in rutenio dark, oro rosa, oro e palladio.
Gli showroom Kiton sono presenti in tutto il mondo e tramandano con grande passione il valore e la tradizione dell’antica sartoria napoletana, da sempre la migliore.
E così si è conclusa la maratona di quattro giorni della Milan Man Fashion Week con la presentazione delle collezioni autunno inverno 2016/2017, con le tendenze per l’abbigliamento maschile.
Milano non ha accolto solo i grandi brand del mercato mondiale, ma anche figure indipendenti ed emergenti che iniziano in questo difficile percorso verso il successo.
Corneliani e la sua sartorialità più che perfetta, ha dato inizio alle sfilate della Milano Fashion Week, scommettendo su sguardi monocromatici e trame in toni che partono dal petrolio, viola ed un tocco di blu cobalto – oltre a farci vivere un fashion show sobrio e raffinato; le sneackers e i foulards hanno completato i capi, portando una armoniosa atmosfera minimalista con un rimando agli anni 70, scommessa ricorrente alle proposte del MFW.
Perfettamente equilibrato e adattato agli sguardi del casual chic, il brand JFLondon ha presentato una palette di colori a partire dell’argento, rosso, viola e aggiungendo una tonalità più profonda dei neri. I colori saranno i protagonisti nella sua nuova collezione che si concentra su un uso per diverse occasioni, dagli uffici di Canary Wharf di Londra o dai negozi e ristoranti chic di Kensington, ma anche per una rilassante passeggiata attraverso i numerosi parchi della capitale inglese e le grandi capitali cosmopolite del mondo.
Vicino alla cultura orientale, Wabi Sabi in questa MFW, ha presentato un incontro di opposti, colori e tessuti pregiati, eleganza sobria, ma non per questo passa inosservato. Questa la collezione presentata da ELEVENTY con una una magnifica “capsule collection Platinum”, composta da capi di alta sartoria napoletana, realizzati con tessuti pregiati, con una particolare cura per i dettagli.
Al top dell’innovazione Paul & Shark, presentando alla MFW le novità del Fashion Tech, con una fantastica ricerca sulle nuove tecnologie dei tessuti come il Tifone Artic, utilizzato per produrre una giacca impermeabile con un trattamento Waterproof Tyfoon 20000, un sistema in cui la semplice pressione di un pulsante riscalda la giacca. La casa ha inoltre presentato un piumino Eco Down, un piumone senza piume d’oca ma utilizzando una “speciale lavorazione dell’ovatta che risulta morbida, leggera e traspirante quanto la piuma.”
Il brand Silvio Fiorello ha debuttato in questa MFW con una collezione costruita su un look classico, ma con una forte comprensione e visione di esigenze contemporanee focalizzando l’attenzione su un soggetto relativamente inesplorato di accessori maschili. La collezione Silvio Fiorello nasce con il desiderio e il dovere di lasciare il look maschile più ricco senza perdere i suoni di un passato elegante e raffinato, è una collezione pensata per gli uomini che amano farsi notare.
Silvio Fiorello in collaborazione con l’accademia di belle arti “Aldo Galli” del gruppo IED presenteranno per la prima volta una capsule collection di cui i temi principali sono:
Jim Dine / Jim Dine Pop: Concentrata sui motivi maschile e costumi urbani-chic, con sovrapposizione di colori intensi.
Murrine: Un vero e proprio must-have della collezione fornito con giochi geometrici e colori dove donano vivacità a chi lo indossa.
Texture: Un look per l’uomo dandy, interamente dedicato ai tessuti che sono stati ridisegnati e resi quasi impercettibili.
Concludo per adesso con la presentazione di Roberto Botticelli in collaborazione con Monsieur Defustel che ha portato novità del mondo della moda maschile per questa primavera / estate 2016. Secondo brand Botticelli saranno quattro modelli dedicati ad una palette di colori scelte da Defustel: due modelli direzionati per gli uomini d’affari che cercano l’aria classica delle forme, ma allo stesso tempo non lasciano da parte la possibilità di utilizzare materiali e colori che escono un poco dal convenzionale. E altri modelli che portano una interpretazione di un uomo sportivo e informale ma che ama anche sentirsi apprezzato nel modo di vestire.
Interessante partecipare a questo momento unico nella moda maschile mondiale, gli uomini cominciano a riscoprire la possibilità di far risaltare il buon gusto con l’uso di accessori, tessuti e tagli di alta qualità, il tutto miscelato con chiarezza, le idee e le possibilità della tecnologia oltre il fascino indiscusso dell’eleganza maschile di un passato non così lontano, ma polveroso sugli scaffali ora rinnovati in modo esclusivo, raffinato e premuroso.
And so whe have concluded the fashion marathon for four days at Milan Fashion Week with the presentation of the autumn winter 2016/2017 trends for menswear. Milan welcomed not only strongly established brands in the global fashion market but also made room for independent and emerging new faces starting to face the difficult world where a presence is a way of life and not just part of success.
Corneliani and his tailoring more than perfect was the one who initiated the disputed fashion show of “Milano Fashion Week”, betting on monochromatic looks and plots in tones that leave from oil and purple letting permeated with cobalt blue touches the Corneliani fashion show brought a sober and refined pieces, the sneackers and foulards composed the looks, bringing a harmonious, minimalist atmosphere with the scent of the 70s, bet applicant at the proposals in the MFW.
Perfectly balanced and adapted to the looks from casual to luxurious Anche JF London brand presented a color palette starting with silver, red, purple and coming to a deeper shade of black, the colors will star in his new collection which focuses on a use for different occasions, could be at the fine offices of Canary Wharf in London or the shops and chic restaurants of Kensington but also for a relaxing stroll through the many parks of the English capital as well as the great cosmopolitan capitals of the world.
And for the unsuspecting, the oriental philosophy culture, Wabi Sabi would also be seen in this MFW, a meeting of opposites, colors and fine fabrics, a kind of informal elegance, but not for that reason cease to be noticed. Going beyond the Korean collar shirts and many cashmere sweaters, coming here to replace the classic white shirt, by the way with great mastery. This was the collection presented by Eleventy that in its proposal brought a magnificent “capsule collection Platinum”, a precious collection of high tailoring Napoletana pieces, made with fine fabrics, which details makes you realize how in curated all quality process.
At the edge of innovation came Paul & Shark, debuting at MFW landed with news in the Fashion Tech, presenting a fantastic research of tissue technology as the Typhon Artic Heat, used to produce nothing more, nothing less than a jacket with a unique treatment Waterproof typhoon 20000, which is a system where at the touch of a unique button transforms his jacket on a heater. Many news Area Fashion Tech, the house Ovatta presented a winter Eco Down jacket, made with products that heat without prevent sweating, the feeling is the same as using a goose-down blanket.
Among so many comings and goings, between famous names, brands, fashion shows and news certainly what brought me the greatest pleasure was to see and experience the return of the traditional and true Italian tailoring and of unquestionable quality fabrics.
The brand Silvio Fiorello debuted this MFW with a collection built on classic looks, but with strong understanding and vision of contemporary needs, and focused attention on the relatively unexplored subject of men’s accessories. The Silvio Fiorello collection is born with the desire and the duty to let the richest men look without losing the sounds of echoes of an elegant and refined past, is a thoughtful collection for men who like to get noticed. Fiorello’s makes sure to let your customers will bring a mix of ideas where the customer can compose his pieces with his identity, showing versatility and elegance.
This was the first time a capsule collection bears the stamp of the Academy of Fine Arts Aldo Galli from IED group, bringing topics such as:
“Jim Dine / Jim Dine Pop” – with male subjects and urban-chic costumes, overlapping of intense colors;
“Murrine” – A true must-have of the collection comes with geometry games and colors where donate liveliness to the wearer. And finally;
“Texture” – A look for a dandy man, fully devoted to fabrics that are redesigned and almost imperceptible.
We completed our marathon on a high note, with the presentation of the collection from Roberto Botticelli that in collaboration with Mousier Defustel brought news to the men’s fashion world guided in spring / summer 2016. According to Botticelli house will be four models dedicated to color palette selected by Mousier Defustel:
Two models targeted for businessmen who seek the classic air of forms, but at the same time does not leave aside the possibility of using materials and colors to flee rather conventional. And other models bringing an interpretation of the sporting man who exudes informality, but also likes to feel appreciated in the way they dress.
Interesting and deliciously delirious live and participate in this unique moment in world men’s fashion, men began to rediscover their chance to shine highlighting your good taste with the use of accessories, fabrics and high quality cuts, all this mixing with clarity the possibilities ideas technology and the undisputed glamor of male elegance of a not so distant past which was dusty on the shelves now renewed for a inclusive fashion, refined and exquisite.
Si apre con una fila di moto Yamaha la sfilata Dirk Bikkembergs alla Milano Moda Uomo; rombo di motori e Marilyn Manson con “Sweet Dreams“, un’esplosione di adrenalina e forza per presentare la collezione autunno-inverno 2016/17.
Un uomo virile, sportivo, amante del pericolo, con uno stile biker che indossa tute in pelle second skin, chiodi, denim, tute da motociclista dai tessuti tecnici mixati, dettagli in rete e sfoggia tatuaggi dal rimando orientale – non a caso l’ad del brand Maurizio Pizzuti, mesi fa ha ceduto il pacchetto di maggioranza al gruppo cinese Guangzhou Caudillo.
A tutta velocità l’uomo Dirk Bikkembergs vola con mantelle e cappe profilate di cerniere, regge caschi/teschio e si assicura con pantaloni in pelle rinforzati; ma non trascura, su corpi scultorei, l’eleganza della pelliccia sui cappotti, cardigan tricottati e non ultimo il tailoring sparkling per sfrecciare con classe nelle notti più buie.
Riceve gli applausi in passerella un uomo coperto di casco …chi si cela dietro questa sagoma?
«Questa è una controfigura, ma vi comunicheremo presto notizie in merito» spiega l’azienda.
Who knows?
Guarda qui la gallery della sfilata Dirk Bikkembergs Autunno/Inverno 2016/17:
Desiderio di un ritorno alla vera eleganza, dove anche il minimo dettaglio racconta il lusso e il gusto per il bello, sfila in passerella con DAKS.
E’ un uomo dandy, che ricorda Chéri, il bellissimo amante di Colette, un giovanotto con una sfrenata passione per perle e stravaganze; un uomo che non teme l’ostentazione e ne fa uso attraverso camicie in chiffon, smoking con colli e polsi in pelliccia, gioielli vistosi a incoronare gli abiti.
Un’eleganza serale quella di DAKS che ha presentato la sua collezione autunno-inverno 2016/17 in Piazza Duomo allo Scalone Arengario – una sfilata dal gusto antico, accompagnata da un’orchestra in scena.
Tutto è prezioso a partire dalla maglieria: cashmere, alpaca e mohair. I cappelli di lana sdrammatizzano l’outfit con pon pon di pelo, i fiocchi e nastri di gros-grain sono applicati sul rever della giacca e le spille, illuminate dai cristalli, ricreano i colori dell’iconico house-check Daks.
Sfilano mantelle color ruggine e maglie in lurex e bronzo sull’eleganza british, so british anche la scelta dei modelli, dai capelli rossi e la pelle diafana.
L’uomo DAKS veste l’eleganza anche dentro casa, giacche da notte con rever in velluto, ricordano lo sfarzo della dimora Brideshead, dove il fragile e ricchissimo Sebastien si innamora dell’amico Charles, il fascino dell’arte e della passione.
Velluto, sigillo di classe, sui pantaloni, sulle coccarde, ma anche mantelle in velluto e struzzo, astrakan, cavallino, shearling pettinato e pelle plongé nera.
Filippo Scuffi, direttore creativo di Daks, porta l’heritage inglese su un pubblico young. Lode meritata.
Guarda qui tutta la collezione DAKS autunno/inverno 2016/17:
Suggestioni Swinging Sixties hanno caratterizzato la passerella di N°21. La collezione Autunno/Inverno 2016-2017 disegnata da Alessandro Dell’Acqua presenta capi dalla linea militare, che attingono al passato. Il parka diviene protagonista assoluto, in un revival Mod, tipicamente anni Sessanta.
Note colorate per capi in canvas, dall’eskimo al giubbino, per un mood military declinato in chiave chic. Una sfilata all’insegna degli opposti: il nuovo Mod coniuga mirabilmente il lato strong e prevalentemente maschile, evidente nei pantaloni combat, con un’anima eterea e femminile. Un tocco sporty-chic è evidente nei capispalla che giocano con i dettagli, come le grandi tasche, ricamate in un finto trasandato che le fa apparire quasi sfilacciate. Le sneaker ai piedi sembrano parimenti consumate.
Una collezione gentile, per un uomo che attinge spesso e volentieri al guardaroba femminile. Le camicie in seta disordinate sono emblema dell’effortlessy chic, mentre i cappotti furry sono un vezzo rubato all’armadio di lei. Torna prepotentemente alla ribalta l’animalier rivisitato su maglioni pesanti. Il maculato più classico fa invece capolino sui cappotti. Audace sperimentazione nei dettagli e nei materiali usati, come il pizzo che sbuca fuori dalla lana, mentre i cappotti in montone rovesciato aiutano a combattere il rigore invernale.
Dell’Acqua ha pensato proprio a tutto, e l’inedito parka da sera conquista il nuovo Mod. La collezione sembra voler imporsi come un monito per andare alla riscoperta di valori ormai perduti. Basta con l’uomo macho, Dell’Acqua manda in passerella un uomo gentile, che non teme le donne ma le ama. In tempi in cui la misoginia sembra essere tornata prepotentemente alla ribalta, l’uomo gentile è quantomai fashion.
Viviamo in un’epoca in cui tutto è pubblico e alla luce del sole. Tutto è concesso, si può vedere e nulla rimane segreto, nemmeno quello che indossi sotto i vestiti.
Stars come Rihanna sono state grandi fan della moda trasparente, lei stessa è stata pure bannata da Instagram per averci fatto vedere troppo…
Il vedo-non vedo adesso è di tendenza sulle passarelle e nei giornali, e sembra lo ritroveremo ancora, date le nuove collezione estive.
Sappiamo tutti che le sfilate sono dei veri e propri show, una specie di mondo surreale. Nel mondo reale ovviamente un look trasparente è difficile da portare, ma allora in che modo riproporli dalla passerella alla vita reale?
Prima di tutto occorre un bel po’ di coraggio, e se accostata nella maniera giusta la trasparenza può essere molto fine e chic.
Anzitutto si potrebbe iniziare con il paneling, ad esempio unire una blusa con un mini top sotto e/o una giacca sopra, una blusa con le maniche trasparenti o un vestitino cocktail con zone trasparenti o che ne dite di una gonna trasparente con una mini sotto? Le combinazione sono infinite…
Ma prima di tutto dovrete fare un piccolo investimento in un negozio di intimo e acquistare tanta bella lingerie – necessaria per questo look!
Nelle prossime stagioni la moda vuole scoprirci e lasciar vedere un po’ di pelle; io dico “se non puoi batterli, unisciti a loro ma solamente alle tue regole”😉
Love B
ENGLISH VERSION
We live in an era where everything is public and out in the open…Everything is out there for everyone to see and nothing is a secret anymore, not even what you wear underneath your clothes. Big stars like Rihanna have been fans of the sheer trend and even got banned of Instagram because of sharing too much info.
We’ve been seeing the transparency/sheer trend for a while now on the runways and in the magazines, and it seems it won’t be going anywhere according to the new summer collections.
But we all know that the runway shows are called shows for a reason, they are some kind of fantasy world. In real life this transparency look is a bit harder to pull off, ‘cause I definitely wouldn’t suggest anyone to wear the sheer trends without anything underneath like they do on the runways..So how can we bring it from the runway to real life?
First of all you’ll definitely be needing some guts, but if done in the right way the sheer trend can be very classy and chic.
You could work with paneling..And single pieces…For example: a sheer blouse with a little top underneath and/or a jacket on top,
a blouse with just see through sleeves or a cute cocktail dress with sheer paneling, or what about a sheer skirt with a mini underneath?
The combinations are endless….
But one thing is for sure you need to drop by the lingerie store and invest in some nice underwear because you will be needing them with this look.
In the upcoming seasons they want us to be showing some skin, I say if you can’t beat’em then join em..but only under your own conditions;)
Love B
Long sheer dress and fur jacket @MARCO BOLOGNA
Lingerie @INTIMISSIMI
Boots @ZARA
Se prediligete i look androgini e non amate perdervi in fronzoli e vezzi, astenetevi da quest’articolo. Era stata scelta lo scorso anno da Re Giorgio Armani per sfilare nel suo Armani Teatro; ora si riconferma come una delle designer più originali del panorama italiano. Lei è Vivetta Ponti, in arte Vivetta: non una neofita della moda, dal momento che le sue creazioni -dallo stile sofisticato e delicato- sono da anni in vendita nelle più prestigiose boutique del mondo, come la parigina Colette.
La designer umbra, classe 1977 e una lunga esperienza alle spalle in brand del calibro di Roberto Cavalli e Daniele Alessandrini, propone una full immersion nella femminilità più autentica con un tocco di chic parisien e tanta ironia per una collezione raffinata e fresca. Suggestioni anni Cinquanta nei volumi, in particolare nelle gonne a ruota, negli occhiali da diva e nei colori, dal rosa baby al light blue; omaggiano invece i Sixties gli abitini a trapezio declinati in delicate stampe vichy.
Fil rouge della collezione il gatto: gatti piacioni stesi sul divano fanno capolino dagli angoli di uno shift dress per inedite suggestioni surrealiste di sofisticata eleganza, o diventano inconsapevoli protagonisti di cammei dal sapore antico. Un tocco di romanticismo nei cigni innamorati, che ricordano i celebri disegni di Peynet, come anche nei fiorellini che tempestano abitini e gonne.
Una collezione che trae spunto dagli scatti del fotografo dei divi, Slim Aarons, esimio rappresentante del jet set internazionale a cavallo tra gli anni Cinquanta e i Settanta. Indimenticabili le sue foto con i divi all’epoca più famosi intenti a sorseggiare cocktail a bordo piscina nelle loro ville hollywoodiane, che sprizzavano glamour da tuti i pori. Omaggi allo stile neoclassico di residenze come quella di C.Z.Guest vengono sapientemente riposti nei capi profilati con stampe che ricordano i fregi dei monumenti ellenistici.
Sofisticata la scelta dei materiali usati: prevalgono il popeline, il crêpe de Chine e l’organza di seta. Dettagli iperfemminili negli abiti con gonna a ruota, nei fiocchi e nell’immancabile colletto, segno distintivo della maison. Per uno stile delizioso.
Disimpegno e cronache di viaggio hanno caratterizzato la passerella di Trussardi, per la collezione Primavera/Estate 2016. Colori caldi, sahariane, camicie in seta pregiata e pantaloni fluidi con tuxedo in vista, pashmine etniche e comfort, per una sfilata intensa ed emozionante.
Mood da “via della seta” per una donna cosmopolita, una cittadina del mondo che usa il viaggio come mezzo per arricchire la propria cultura e -perché no- il proprio guardaroba di inedite suggestioni.
La palette cromatica va dal sabbia all’ocra al giallo zafferano fino al grigio elefante e ai toni dell’azzurro, per fantasie tribali e decorazioni luxury.
Spirito bohémien, finto trasandato che fa sempre chic, Gaia Trussardi stupisce con una collezione suggestiva ed iconica, che trae spunto dal film “Tracks”, che tratta della traversata del deserto australiano in solitaria di Robyn Davidson, già documentata nel 1977 da un reportage fotografico realizzato dal National Geographic.
Ci riportano ai viaggi di Marco Polo documentati nel suo “Milione” le cromie dei capi, le sovrapposizioni che profumano di antico, i caftani di pregio e le stoffe preziose finemente decorate, come anche gli orli fintamente consunti. Mirabili tagli a vivo realizzati in hi-tech e gli accessori, che rivelano una certosina cura per il dettaglio, dalle borse come portaborraccia alle catenine con ciondolo raffigurante la Madonnina, forse unico omaggio alla cultura occidentale.
Un viaggio antropologico verso popoli lontani: la sahariana diventa capo principe del guardaroba, rivisitata in chiave extralusso e abbinata a gilet con frange, blazer in garza di lino e dettagli in rafia per un mood indian, completato da sandali flat e proporzioni oversize.
Effortless chic, verrebbe da dire, guardando questa viaggiatrice dallo spirito indomito che non rinuncia alla classe. Il Levriero di casa Trussardi colpisce ancora.
Una turista in giro per il Bel Paese armata di souvenir e smartphone è la protagonista della Primavera/Estate 2016 di Dolce & Gabbana: “Italia is Love”, si legge ad inizio sfilata su un chiosco che profuma di un’Italia antica ma mai dimenticata: qui vengono elencate a caratteri cubitali le meraviglie -forse un po’ stereotipate- del nostro Paese.
Inediti contrasti tra passato e presente si mixano in una collezione che è un viaggio alla scoperta di luoghi simbolo dell’Italia.
I motivi storici del brand ci sono tutti: ma dai consueti pois ora sbucano iconiche rappresentazioni del Colosseo, della Torre di Pisa, dell’arena di Verona e di altri luoghi storici della cultura italiana. Non mancano gli omaggi ai carretti siciliani e a Taormina, alle maioliche di Caltagirone e ai Pupi, a cui si aggiungono souvenir da Capri, Portofino e dalla costiera amalfitana, fino a scorci di Firenze e Venezia.
La donna di Dolce & Gabbana mantiene l’anima mediterranea, con l’immancabile pizzo nero -simbolo della maison– riproposto in austeri tailleur di antico sapore siculo o in sexy tubini velati che profumano di Barocco. Ma la sua donna ora si apre al mondo e si trasforma in una turista straniera, magari dagli occhi a mandorla, che si aggira con deliziosa nonchalance per le strade del Bel Paese in pigiama di raso a stampa floreale, o indaffarata a fare shopping e a postare i suoi selfie sui social network, indossando shift dress di stampo Sixties recanti inequivocabili motti come “W l’Italia”.
Il duo di stilisti si rivela arguto osservatore dei tempi, sdoganando il selfie in passerella, per modelle che posano realmente per l’autoscatto perfetto, in un edonismo ormai nobilitato a fashion trend.
Inediti caftani conferiscono nuova allure alle stampe fruttate, mentre limoni ed agrumi diventano orecchini e la borsa si trasforma in un cestino da campagnola luxury, per un mood da diva contemporanea. Suggestioni anni Cinquanta nelle gonne a ruota, che ricordano l’eleganza di attrici protagoniste del jet-set internazionale in giro per la Riviera; e ancora sfarzo principesco nei lunghi abiti di impalpabile chiffon dalla stampa floreale.
Dal vintage, protagonista anche della colonna sonora della sfilata, al trionfo della tecnologia: i selfie scattati dalle modelle in passerella vengono prontamente postati in tempo reale su Instagram sull’account ufficiale della maison. Dolce & Gabbana si rivelano ancora una volta brillanti manager di se stessi: più che una trovata pubblicitaria, la loro è una dichiarazione di stile, su cui si basa il successo di numerose iniziative del brand, seguitissimo sui social network e non nuovo a provocazioni simili.
Gli stilisti auspicano l’avvento di una nuova monarchia, con Sophia Loren come sovrana incontrastata: altra mossa vincente l’aver scelto la celebre diva italiana, simbolo incontrastato della bellezza mediterranea, come testimonial per il loro ultimo rossetto. Che dire, viva l’Italia!
La suggestiva location dell’ Armani Teatro si apre ad ospitare l’estro creativo di Daizy Shely.
Giovane designer israeliana amata da Re Giorgio, vincitrice dell’edizione del 2014 di Who’s On Next?, fucina creativa che ha sfornato talenti del calibro di Stella Jean, Daizy Shely (all’anagrafe Aliza Shalali Deizy) non ha deluso le aspettative, presentando una collezione fresca, dall’impatto vitaminico e dall’imprinting unico.
La collezione Primavera/Estate 2016 presentata dalla stilista nell’ambito di Milano Moda Donna ha confermato una personalità forte, a cui la designer non rinuncia, per virtuosismi stilistici e per una femminilità sfacciata ed ironica, unita ad un design fortemente improntato alla contemporaneità.
Una tavolozza di colori accesi con accenni fluo per un rainbow mood, da Daizy Shely si respira la libertà dell’oceano: co-ords con ruches ed audaci spacchi, per una sirena iridescente e metropolitana, si alternano in passerella a righe in satin brillante per maxi gonne e pantaloni da indossare sotto cappe profilate di pelliccia. E chi se importa se la collezione è primaverile, la sua donna è una diva in soffici piume di marabù -un must del brand- meglio se declinate in colori fluo.
Lurex e paillettes si mixano perfettamente per una California girl capitata per caso nel freddo milanese. Crop top metallizzati si uniscono a gonne a listini, camicette e hot pants si alternano a pellicce oversize per un neo grunge, e romantici dettagli in pelliccia che impreziosiscono anche le scarpe si alternano ad inediti ankle boots da cowboy rigorosamente abbinati a gonne romantiche, per ottenere riusciti contrasti all’insegna dell’ironia.
Tutto è in mirabile equilibrio: le stampe optical irradiano lunghe gonne plissettate da indossare sotto inedite giacche biker glitterate addolcite dai toni dell’azzurro e del rosa baby. Candide balze di infantile memoria impreziosiscono abiti chemisier.
La donna di Daizy Shely ama giocare coi contrasti, forte di una femminilità gioiosa e semplicemente deliziosa. Un’esplosione vitaminica per una donne ben consapevoli di quanto la moda sia essenzialmente un gioco.