L’estetica multiforme di KTZ

Un crogiolo di ispirazioni eterogenee costituiscono l’estetica di KTZ. Il brand di Marjan Pejoski sfila alla fashion week londinese dedicata al menswear con una collezione eclettica e variegata, ricca di spunti e contrasti iconici.

Perfettamente capace di far coesistere nella stessa sfilata spiritualità ed allusioni sessuali, suggestioni tratte dal motocross e kilt scozzesi, fino a richiami all’Antica Grecia, lo stilista sorprende e diverte. Un mix & match di ispirazioni affascinanti, condite da citazioni streetwear che strizzano invece l’occhio al mondo di oggi.

Marjan Pejoski ci conduce attraverso il suo mondo interiore, spaziando tra epoche e stili diversi e spesso in antitesi tra loro. Largo a corsetti da cui fanno capolino giochi di colore optical in black and White: la femminilità viene enfatizzata attraverso sapienti cuciture che esaltano le forme. Le stesse bicromie caratterizzano anche i capi per lui.



Giacche biker si alternano a dettagli che ricordano da vicino le uniformi dei soldati dell’Antica Grecia, tra motivi iconici che impreziosiscono le silhouette e le giacche, le felpe ed ogni outfit, fino ai capispalla. La donna KTZ è aggressiva e si muove sulla passerella come una valchiria metropolitana; l’uomo non lesina in capi dal mood sporty, come le felpe con cappuccio, anch’esse impreziosite da cromie otpical e contrasti.

Non mancano ispirazioni streetwear, come i leggings. Largo a capi genderless: ora è lui ad indossare la gonna, portata con un bomber, mentre sia l’uomo che la donna sfilano strizzati in capi dalle stampe black and White che ricordano la struttura ossea. Ironia ed effetti ottici 3d negli scheletri che sbucano dai vari pezzi, grazie a sapienti virtuosismi cromatici.

Lo stilista macedone, noto per il suo stile trasgressivo ed originale, ci propone una delle sue collezioni migliori: sfrontata, provocante, la sfilata alterna con gusto tocchi fetish e dettagli sadomaso al rigore di un’estetica underground. Largo a maglie e pantaloni skinny da cui fanno capolino piercing metallici con il logo del brand. Per un nuovo lusso.

L’eleganza disimpegnata dell’uomo Phoebe English

Ironica ed anticonformista, Phoebe English ha presentato la collezione autunno/inverno 2017-2018 nell’ambito della fashion week londinese dedicata al menswear. Suggestioni femministe caratterizzano la collezione, che viene presentata attraverso un’installazione iconica in cui i modelli sono impegnati nei lavori domestici tipici di una casalinga: passare l’aspirapolvere, spazzare i pavimenti e pulire non era mai stato tanto trendy.

Pezzi basic di facile portabilità compongono la collezione: gli otto modelli indossano i capi mentre stirano, puliscono ed affrontano le quotidiane incombenze della vita di una desperate housewife. Una realtà surreale quella rappresentata nella performance, che ribadisce una parità di genere talvolta dimenticata.

Londra, baluardo del Sessantotto e patria di Mary Quant, torna a difendere il femminismo e lo fa attraverso una collezione dedicata all’uomo contemporaneo: Phoebe English decreta la scomparsa del macho a favore di un nuovo prototipo di virilità, che non disdegna di farsi carico di quelle che la tradizione di stampo maschilista ha sempre considerato come prerogativa assoluta della donna.



La collezione si caratterizza per un piglio fortemente pratico, che unisce funzionalità e minimalismo in chiave ultra chic. L’uomo veste con capi dalle linee pulite ed essenziali: ispirazioni orientali nel cappotto vestaglia, che ricorda un kimono. Tripudio di fibre naturali per capi basic, tra cotone e velluto. La palette cromatica predilige tinte neutrali, come il blu, il verde militare e il grigio.

Suggestioni military-chic anche nelle scarpe, come gli stivali in pelle, o ancora nelle tinte in cui vengono declinati i capispalla. Una collezione che strizza l’occhio anche a suggestioni sporty sapientemente alternate ad un sofisticato tocco businesswear. “Una collezione radicata nella realtà ed ispirata dagli uomini creativi”, così la designer ha commentato la collezione AI2017.

Il meglio dello StreetStyle del Pitti Uomo 91

Il salone di moda maschile fiorentino diventa sempre di più punto di riferimento internazionale per tutto ciò che riguarda l’abbigliamento maschile, dall’abito agli accessori perfino alla profumeria. Dal classico contemporaneo all’avanguardia, allo street style con particolare attenzione non solo alle glorie collaudate ma anche alla nuova generazione della moda.


Pitti Uomo 91
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Foto di Nasario Giubergia


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Pitti Uomo 90: parlano gli esperti in fatto di stile

Pitti Uomo 91 – Il Best of della prossima Stagione Invernale

La danza è il tema dell’edizione invernale della kermesse fiorentina per le anteprime delle collezioni maschili A/I 2016-17.


“Dimmi come balli e ti dirò come vesti.”


Pitti Dance Off è il tema guida della 91° edizione di Pitti Immagine Uomo di Firenze; i nuovi gesti della danza, Dance Off, sono la metafora di questo Pitti dove i brand, tra vecchi nomi e brand emergenti, si incontrano e scontrano ballando insieme, perché alla Fortezza da Basso del capoluogo toscano si è ballato a ritmo della street dance con scenografie e un allestimento speciali, per questa edizione curati dall’architetto e designer Oliviero Baldini.


Pitti Uomo 91
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Hanno sfilato i buyer provenienti da tutto il mondo, personaggi iconici della piazza del Pitti, alcuni con look più sobri ed altri con outfit decisamente più azzardati.
Un’altissima percentuale di cappotti dai colori panna, cammello e grigi neutri, senza dimenticare il classico 7/8 nei toni del blu. L’uomo della prossima stagione sarà un uomo sempre più attento al dettaglio, curato dalla testa ai piedi.


Il Must per il gentleman moderno è ovviamente il cappello, in feltro di Borsalino, elemento che da solo, esalta il gusto e l’eleganza della figura.


Pitti Uomo 91
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Il cappotto, sarà con grandi rever, a quadri o a righe, sempre rigorosamente nelle tonalità più neutre, dai marroni, ai panna o l’evergreen Blue Navy.
Stesso pattern anche per gli abiti, molto usati il quadro ed il gessato, tonalità neutre anche qui con la scelta che può variare dal monopetto al doppiopetto, il super DoubleBreasted, capo davvero di gran gusto, per chi vive la sprezzatura ogni giorno.


Piti Uomo 91
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Match d’obbligo con le camicie, molto utilizzate anche per questo musthave del guardaroba maschile, le righe, con la possibilità di giocare sui colli, quello alla francese, ha sempre quel quid in più per far risaltare la cravatta, che assieme alla calza in questa edizione sono stati gli elementi più giocosi, tantissime le fantasie ed i colori.


Pitti Uomo 91
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Infine, arrivando ai piedi dell’uomo della prossima stagione invernale, le protagoniste sono state le classiche scarpe da gentleman, i vari doppia fibia, alti o bassi, rigorosamente in pellame pregiato, senza dimenticare frange e nappine per l’uomo più aggressivo. Divertenti, i mocassini trattati con particolari tecniche, che rendono la pelle molto lucida e dai colori accesi, per chi vuole davvero uscire fuori dagli schemi.


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Photo © Nasario Giubergia


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Sfila alla Londra Fashion Week l’uomo Casely-Hayford

Ha sfilato nell’ambito della settimana della moda londinese dedicata al Menswear la collezione Autunno/inverno 2017-2018 di Casely-Hayford. Alla direzione creativa del brand vi è un team composto da padre e figlio: trattasi rispettivamente di Joe e Charlie Casely-Hayford. Il duo creativo ha portato sulla passerella londinese una collezione ricca e variegata.

Non mancano i dettagli iconici, per uno stile che oscilla vorticosamente tra echi nostalgici per un passato remoto e suggestioni che rimandano ad un futuro non meglio identificato. Per la prima volta si alternano sul défilé capi di menswear e capi di womenswear, che attingono all’archivio del brand e alla sua storia lunga 30 anni.

Charlie ha definito la collezione come “un dialogo tra padre e figlio, tra due generazioni”: non mancano capi fatti su misura e dettagli realizzati a mano. Ciò si traduce in una collezione elegante e sofisticata, curata nei minimi particolari. Attenzione certosina per i dettagli e amore per il glorioso passato della maison, per uno stile classico ma fortemente improntato alla contemporaneità.



Le silhouette predominanti sono squadrate ed angolari, come nella giacca indossata con pantaloni al polpaccio a righe. I capispalla sono impreziositi da frange e dettagli preziosi, tra pois e fantasie patchwork. Presenti anche dettagli knitwear, come i cardigan, perfetti sia per lui che per lei. Per le donne sfilano pantaloni a gamba ampia con stampe in 3D.

Già all’inizio della sua carriera, Joe Casely-Hayford -classe 1956- vestiva i Clash e gli U2, mentre lavorava alla creazione del suo brand e sfilava a Parigi, Tokyo e Londra. Il figlio Charlie, diplomatosi presso la prestigiosa Central Saint Martin, ha seguito un periodo di apprendistato nello studio del padre: qui ha appreso le nozioni di storia del costume e le principali competenze tecniche. Il giovane ha iniziato a lavorare all’età di 21 anni. Tra gli amanti del brand attori come Robert Downey Jnr e Michael Fassbender.

Lo stile military-chic di Nigel Cabourn

Ancora una volta la storia militare dell’Inghiterra funge da ispirazione per la collezione AI17 di Nigel Cabourn: lo stilista attinge a pieni mani dallo stile della Royal Air Force e dalla Women’s Auxiliary Air Force, che pattugliavano i cieli durante la Seconda Guerra Mondiale.

La presentazione della collezione AI2017 di Nigel Cabourn, che ha avuto luogo nell’ambito della settimana della moda londinese dedicata al menswear, ha incluso per la prima volta modelli dedicati al womenswear: capo principe della collezione la tuta militare, declinata in varie tonalità e in varie versioni.

Dominano la collezione bomber che ricordano quelli indossati dalle milizie aeree. Capi androgini e genderless, perfetti per lui ma anche per lei, dominano la collezione, pensata per uno spirito indomito e temerario. Largo anche ad ardite sovrapposizioni, che determinano virtuosismi stilistici inediti: ne troviamo traccia nel cappotto bianco indossato sopra una gonna color kaki e pantaloni neri. Suggestioni boyish nei capispalla dalle proporzioni over. Eleganza senza tempo nei dettagli. Non mancano suggestioni knitwear dal sapore rustico.



La palette cromatica indugia in tonalità come il blu, il kaki, il beige, il nero. Camouflage all over nelle tute che richiamano le uniformi dei piloti britannici. Una collezione perfetta per un look a metà tra Top Gun e Ufficiale gentiluomo. Acclamato come uno dei designer più amati d’Inghilterra, Nigel Cabourn lavora nel fashion system da oltre quarant’anni. Le sue collezioni non risentono dell’influenza dei fashion trend stagionali ma sono piuttosto improntate ad un’eleganza evergreen: suggestioni belliche predominano in ognuna delle sue collezioni iconiche. “Non mi considero uno stilista, in quanto non seguo la moda”, ha dichiarato Cabourn.

What We Wear: il brand di Tinie Tempah debutta a Londra

Cantante, autore e rapper, Tinie Tempah è stato per anni ospite dei front row della settimana della moda uomo di Londra. In questa edizione della kermesse l’artista debutta col suo brand, What We Wear.

Un mood pragmatico ed attraente quello della collezione, caratterizzata dal logo con l’iconica doppia w a zigzag. Suggestioni prevalentemente sportswear dominano sul catwalk tra minimalismo e concettualismo. La linea, interamente realizzata a Londra, si compone di capi in jersey: largo a camicie e shorts, capispalla opachi, giacche senza collo.

Tinie Tempah presenta così i frutti di due anni di studio- questo il tempo in cui ha concepito la collezione. Una nuova avventura per il cantante, che ha dichiarato di essersi sempre considerato un creativo. “Quando sei un musicista sei definito da ciò che fai. Io odio l’idea di essere definiti da qualcosa”.

La collezione, considerata un esercizio stilistico, serviva all’artista quasi come una prova di abilità per testare le sue reali capacità nel fashion system. “Volevo vedere se potevo farcela”, così Tempah ha commentato il suo debutto. L’artista ha avuto modo di sviluppare una personale estetica anche grazie alle sfilate a cui ha assistito come invitato, nel corso della sua carriera musicale. Grazie anche ai consigli di alcuni amici stilisti si è quindi gettato a capofitto nella nuova avventura.



Nella collezione prevalgono il bianco e il blu, per capi dalle linee fluide e dal piglio essenziale. Largo a camicie aperte sul petto e pantaloni dritti, per un look dalle ispirazioni esotiche; suggestioni sporty-chic prevalgono invece nei pantaloni con riga centrale da indossare sotto t shirt con logo del brand o ancora nelle sneakers sfoggiate dai modelli che si alternano sulla passerella.

L’eroe impavido di Cottweiler

Spirito indomito per l’avventuriero che sfila da Cottweiler: un eroe 2.0 che non teme le calamità naturali e le avversità, dominando lo Zeitgeist con uno stile unico. Ben Cottrell e Matthew Dainty sfornano una collezione accattivante e ricca di suggestioni.

Nella cornice di Regent Street, all’interno di un ex shopping center ora in ristrutturazione sfila una natura in chiave futurista che accoglie l’uomo Cottweiler. Il duo di stilisti getta le badi una «Cultural geography», tra gigantesche piante sempreverdi e ghiaia. Una natura artificiale, emblema della modernità, che ha assorbito e distrutto la bellezza di paesaggi incontaminati e terre vergini.

L’uomo che calca la passerella tenta di ristabilire un contatto primordiale con Madre Natura, attraverso attività quali il camping o il birtdwatching. Uno stile perfetto per affrontare ogni avversità climatica: largo a parka imbottiti, sneaker da trekking e zaini da arrampicata. Dominano ad ogni outfit suggestioni high-tech per tessuti dal piglio futurista: il capospalla ora è una sorta di sacco a pelo da indossare, tra colori cangianti e dettagli futuristi.



Ardite giustapposizioni si alternano alla più audace sperimentazione, per una sfilata ricca di spunti inediti: un concettualismo che strizza l’occhio agli sport estremi si unisce ad una palette cromatica che indugia in nuance come il viola e il verde brillante. Tripudio di stile nelle suggestioni sportswear che si arricchiscono di dettagli couture, tra luce psichedelica e musica elettronica.

Un défilé interessante, che anticipa la presentazione della prima capsule collection realizzata dal duo creativo in collaborazione con Reebok, che sarà presentata domani nell’ambito di Pitti Uomo 91.

I samurai cyborg di Michiko Koshino

Cosa succede quando lo streetwear si arricchisce di suggestioni spaziali, condite da citazioni manga e rimandi futuristi? Ce lo mostra Michiko Koshino. La designer giapponese si rivela genio visionario, profeta dell’avvento di una nuova era della moda. In uno scenario post-apocalittico in cui a dominare sono i cyborg, l’uomo di Koshino si veste di capi scultorei che omaggiano lo street style in versione futurista.

Ricordano certi guerrieri samurai gli uomini che indossano la collezione AI2017 di Michiko Koshino. Statica e a tratti inquietante la presentazione, che ha monopolizzato l’attenzione della London Fashion Week: nella location dell’Institute of Contemporary Arts si sono alternati modelli maschili e femminili strizzati dentro capi scultura dai rimandi grunge, a metà tra le linee tipiche dei Nineties ed echi avveniristici e post-atomici.

“Ho cercato di creare qualcosa di buffo ma indossabile”, ha dichiarato Koshino durante la presentazione. La designer ha anche ammesso la sua intenzione di riprodurre silhouette che evocassero gli animali interpretati però in chiave cartoon. Suggestiva e colorata, la collezione vede tessuti in colori istrionici, parka oversize e buffi cappucci.



Quasi una corazza indossata sul corpo, i capispalla dalle proporzioni esagerate non lesinano in suggestioni teatrali, ad alto impatto scenografico. La stilista giapponese ha tratto ispirazione dall’origine guerriera della sua famiglia, che vanta antenati samurai. La stilista, classe 1943, dimostra ancora una volta il suo estro e la sua capacità di interpretare i tempi attraverso il suo occhio sagace.

I classici rivisitati di Maison Mihara Yasuhiro

L’eleganza senza tempo di un basco alla francese, suggestioni mariniere e linee sartoriali dominano nella collezione di Maison Mihara Yasuhiro, che ha sfilato nell’ambito della settimana della moda londinese.

La semplicità sembra essere il fil rouge della sfilata: lo stilista giapponese rivisita alcuni degli intramontabili classici, capi passepartout del guardaroba, reinterpretandoli attraverso guizzi stilistici. Dettagli inediti trasformano ora gli stessi capi in qualcosa di nuovo. Il designer ha dichiarato di ispirarsi alla semplicità più autentica come antidoto al caos del mondo contemporaneo.

“La semplicità è spesso vista come basic ma io penso che sia forte, che abbia un grande impatto”, ha affermato Mihara Yasuhiro.
Si alternano sul défilé capi maschili e femminili che condividono il medesimo stile, all’insegna dell’effortlessy-chic. Eleganza senza tempo nei capispalla: solo qua e là l’estro dello stilista si lascia andare a dettagli deformanti, che modificano l’allure originaria di certe creazioni.



Largo a giacche di nylon in kaki dalle proporzioni cocoon, che si alternano a cappotti in lana navy anch’essi oversize. Per la donna linee classiche e rimandi vintage, come nella gonna a vita alta. Tocchi di una sartorialità destinata a non passare mai di moda impreziosiscono gli outfit che sfilano in passerella. Non mancano pantaloni skinny che esaltano le linee del corpo.

Prevale un senso di ribellione, per una Youth culture dal mood rivoluzionario: sembrano quasi ribellarsi ai codici stilistici imperanti, i modelli che si danno il cambio in passerella. Alcuni sfoggiano ai piedi snearker Converse, altri si rifugiano in un passato glorioso. Non mancano i parka impreziositi da faux fur, tra berretti e charme d’ordinanza. Una collezione iconica, che sembra riaffermare il panta rei di eraclitiana memoria. Tutto passa, tutto si trasforma per poi tornare indietro: questa sembra essere la formula che ispira lo stilista giapponese, nostalgico di uno stile oggi forse dimenticato.

I guerrieri urbani di Grace Wales Bonner

Suggestioni esotiche e neocolonialismo in passerella da Grace Wales Bonner, che ha presentato la sua ultima collezione nell’ambito della settimana di moda uomo alla London Fashion Week. Sfila una parata di guerrieri urbani: indossano una sorta di uniforme dalle linee sobrie e pulite, mentre in testa sfoggiano turbanti perfetti per affrontare il caldo del deserto.

Uno stile fortemente urban che si esprime in giacche e capispalla sobri dalle linee minimaliste. I look maschili e femminili che si alternano sulla passerella strizzano l’occhio ad un multiculturalismo che sembra porsi come leitmotiv dell’intero défilé. La designer si è espressa sulla necessità di “dare a culture diverse valori comuni” come anche sul bisogno impellente di “arricchire il linguaggio dello streetwear”.

Tante le collaborazioni illustri alla base della collezione: ad affiancare la stilista Stephen Jones e Manolo Blahnik per gli accessori. L’artista Lynette Yiadom-Boakye ha interpretato il mood della sfilata con il suo personale contributo. Politicamente schierata, Grace Wales Bonner fonda anche la propria estetica in determinati valori, che inneggiano ad una nuova democrazia. La sfilata è pervasa da una spiritualità inedita nel fashion biz, che evoca eroi contemporanei ponendosi come uno dei momenti più intensi della fashion week londinese.



Si alternano sulla passerella codici stilistici eterogenei, che traggono ispirazione da culture ed epoche diverse. La palette cromatica include grigi per cappotti e spolverini in tweed, tra pantaloni in pelle e abiti dalle linee sartoriali. Gli outfit femminili mostrano ispirazioni Forties e linee pulite ed essenziali. Una sfilata altamente evocativa, che coniuga impegno sociale e charme gettando le basi di una nuova era della moda, che si rivolga alle diverse culture promuovendo un dialogo costante e produttivo.