Le cravatte Ulturale sono espressione della più alta tradizione sartoriale italiana fin dagli anni ’80.
La famiglia Ulturale operava nel mondo dell’abbigliamento già da diversi anni quando Vincenzo, figlio del capostipite Mario, decise di lanciare la propria linea di cravatte interamente realizzate a mano.
Espressione dell’eccellenza italiana e del paradigma della tradizione sartoriale napoletana, le collezioni Ulturale coniugano allo stile senza tempo delle manifatture e all’eleganza dei preziosi tessuti, dettagli che conferiscono un fascino ammiccante ed irriverente a colui che le indossa.
Interamente tagliate, cucite e finite a mano utilizzando stoffe provenienti dalle più prestigiose case italiane ed inglesi, il brand si inserisce perfettamente nella gamma degli accessori maschili di lusso.
La collezione Autunno/Inverno 2017-18 di Ulturale si struttura in tre segmenti dove i personaggi della novella di Mérimée identificavano i temi di colori, di fantasie e le esigenze di merchandising:
– CARMEN, rappresenta Napoli, la parte più classica e poetica di Ulturale
– DONJOSE’, ufficiale, i toni delle uniformi e dell’Andalusia più sofisticata per un Dandy cosmopolita
– ESCAMILLO, il torero, toni profondi e vibranti, con microfantasie a contrasto che accendono i completi classici dell’uomo
La collezione Ulturale si riflette sulla cravatta e sulla valenza di decoro, tra orgoglio e vanità, che questo oggetto assume nell’abbigliamento maschile; un prodotto storiche può inserirsi con fierezza nel guardaroba contemporaneo lavorando sui codici della sua classicità.
La prima rappresentazione della Carmen in Italia, avviene nella Napoli Borbonica il 15 Ottobre 1879 al Teatro Bellini; nell’opera si confrontano diversi stereotipi di mascolinità: l’operaio, l’ufficiale, il torero… che esprimono il loro valore nel confronto per la conquista dell’oggetto del desiderio. E’ da qui che prende ispirazione, la nuova collezione Ulturale, la bellezza e l’eleganza della natura, i colori metallici del progresso che costruiscono una nuova idea di eleganza maschile.
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Tag: menswear
Pitti 91 – Gabriele Pasini: l’abito 3 pezzi
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P come Pasini che in questo studio connette la natura dei tessuti (naturale-artificiale) e le categorie dell’abbigliamento (formale, informale e militare). Si fondono anche i riferimenti culturali dagli zazous ai rampanti ’90, in uno stile senza un riferimento preciso.
Abiti in 3 pezzi con giacche a doppio petto e pantaloni morbidi; costanti, la camicia e la cravatta a contrasti spiazzanti.
Il panciotto è sempre a doppio petto con rever a scialle e schiena di tessuto operato: una smart jacket senza maniche da indossare anche da sola, non necessariamente col completo. E il 3 pezzi diventa 4 o più pezzi, si può definire senza dubbio uno SMART Gilet.
I check delle fodere dei trench inglesi più iconici, trasferiti sulle superfici dei capi spalla: gli interni diventano “cover” di cappotti e giacche. Linee morbide e vita alta che a tratti ricordano gli zazous: movimento francese che durante la seconda guerra mondiale per protesta al regime nazista parodiava lo stile inglese e dell’America di Hollywood.
I materiali sono lane anglosassoni sempre tagliate con fibre tecnologiche per mischie No stress: poliestere, nylon e poliammide.
“Il 100% non è più contemporaneo nell’era del reale/virtuale”
cit. Gabriele Pasini
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Pitti 91 – Old Randa: Le scarpe da vero Gentleman
Andrea in arte Old Randa, nato nei primi anni 70 a Vigevano, ridente cittadina lombarda che si stava affermando come capitale della calzatura Europea.
Già da molto piccolo i suoi genitori dipingevano suole per calzature e tutte le persone che gli erano vicino avevano lavori “artistici”; il suo nonno paterno era un pittore restauratore, mentre quello materno era artigiano, quindi cresciuto con pennelli, chiodi e tanta creatività. La colonna sonora delle sue giornate era il suono delle macchine da cucire per tomaie e gli odori che lo circondavano erano caratterizzati dalla pungente nota del tenacio.
Le calzature di pregio, sono sempre state nel suo DNA, in primis apprese le procedure da Shoeshiner per poi arrivare a sviluppare “l’arte della Patina”.
La sua collezione di calzature viene prodotta con pellami rigorosamente in crust (bianco neutro) sui quali dipinge e crea la Patina.
La sua passione innata per l’arte e per i dettagli lo porta a lavorare anche fino a dieci ore su un paio di scarpe per eseguire la Patina, il Glacage e dipingerne la suola.
Il progetto Old Randa, incarna a 360gradi tutto quello che nella vita lo appassiona, dalla musica, la regia, la pittura e la sua filosofia di vita.
“Finalmente posso dare al tempo un valore vero, vivere l’emozione di creare ogni volta un pezzo unico e potervi dedicare giornate intere personalizzandolo nei minimi particolari. Nessun paio risulta uguale ad un altro. Ognuno è un vero fermo immagine, una polaroid del momento in qui è stato creato.” – Old Randa
Old Randa al Pitti 91
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MFW – ELEVENTY: I NUOVI CODICI DEL VESTIRE FORMALE
La collezione Eleventy FW 17-18 incontra le necessità dell’uomo cosmopolita contemporaneo e scandisce i momenti diversi della giornata, che diventano i temi della collezione.
Eleventy rivoluziona i codici del formale proponendo, a chi si reca a lavoro, il nuovo stile casual office dove la cravatta lascia spazio al dolcevita, da indossare con giacche formali ma pantaloni sportivi in cotone; le camicie, anche in denim, sono da portare fuori dei pantaloni, il tutto con un pattern davvero incredibile. I cappotti, più lunghi e dai volumi morbidi, sono anche in doppiopetto due bottoni con rever sciallato, in lane cotte o lana/cashmere in microfantasie o tinta unita.
Per l’uomo d’affari che viaggia, il soft formal nel segno di una moderna praticità: le giacche sono destrutturate, da piegare come fossero maglie nei loro pesi leggerissimi; gli abiti, proposti in tonalità chiare, provengono dalla sartoria napoletana e mostrano una linea più morbida nei pantaloni con tessuti dai pesi soft ma preziosi al tempo stesso; e nella ricerca della leggerezza, il cappotto in cachemire ha un peso piuma che riscalda senza sentirlo addosso.
Contaminazioni sportive e militari per i nuovi capi new urban style proposti per il tempo libero, con capospalla in fantasia camouflage o in tinta unita, bomber nei tessuti tecnici dai colori effetto metallizzato e fodere a contrasto, da abbinare con una camicia over dai volumi più ampi, un pantalone baggy e sneakers.
Per il weekend lo stile diventa leisure wear, nel confort di felpe vissute in tinto capo e t-shirt over con scritte che invitano al relax; trench in lana cotta e piumini camou da sovrapporre a giacca-camicia in camoscio, gilet imbottiti, cardigan bicolori, e pantaloni dalla linea morbida alla coscia.
La linea Platinum di Eleventy invece, si arricchisce di due capsule con proposte uniche non replicabili, perché realizzate a mano con lavorazioni altamente esclusive ed artigianali: nascono così i cardigan chiusi da zip a rombi e le maglie a collo alto in cachemire, mai uguali l’una dall’altra, lavorate con i ferri da esperte magliaie toscane e la linea di scarpe su misura realizzate in cavallo da artigiani marchigiani e toscani.
Eleventy propone infine per la collezione Autunno/Inverno 2017/18, una varietà di accessori must have per il gentleman moderno, al passo coi tempi: zaini, borse da lavoro, pochette con doppia zip e piccola pelletteria, tutto realizzato da un artigiano veneto.
L’universo di Marco Baldassarri include anche prodotti per la casa come il plaid, profumatori per l’ambiente rigorosamente bio e candele che riproducono lo scoppiettio della legna che arde. Un Mood quello di Eleventy che colpisce a 360 gradi.
“Abbiamo un legame emozionale con ciò che realizziamo, dettato dalle nostre radici”
Cit. Marco Baldassarri
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L’ispirazione per la nuova collezione A/I 17-18 nasce dalla valigia di cartone usata dal suo bisnonno, Cosimo Inglese nato a Ginosa, che dovette emigrare temporaneamente negli Stati Uniti d’America negli anni ’20.
Le sue foto ed i suoi abiti sono stati gli elementi guida di gran parte delle collezioni G. Inglese Sartoria e ANGELO INGLESE Autunno/Inverno 17-18, nelle quali traspare tutta la storia della vera sartorialità e dell’artigianalità, come la tradizione insegna.
Il prodotto principe, la camicia, viene proposta con tessuti di qualità superlativa: titoli altissimi, filati di cotone egiziano, righe e colli di altri tempi ma rivisitati ed adeguati per i più esigenti e attenti alle mode che cambiano. Incredibile la varietà di colli disegnati ma soprattutto tagliati a mano dai maestri sarti che hanno fatto la storia della sartoria di famiglia e dei principali artigiani delle sua terra.
Davvero interessante la Cravatta proposta dal maestro, un must have per il gentleman moderno che si ispira alle icone del passato, elemento che viene presentato in ogni sua sfaccettatura, per tutti i gusti, in ogni larghezza e lunghezza, con qualsiasi tipo di personalizzazione; persino su misura.
Ripercorrendo gli States, il brand G. Inglese, ha creato una capsule collection con un fotografo e fashion blogger di livello internazionale, Karl-Edwin Guerre, in arte GUERREISM. I due si sono divertiti a creare un confronto tra le culture dei luoghi che hanno vissuto: New York e Ginosa.
L’idea è quella di generare una seconda migrazione dall’Italia all’America, ma questa volta digitale. Il merito e’ di “Mad for Italy”, un’associazione che ha come obiettivo quello di esportare la cultura italiana principalmente in America, in tutte le sue peculiarità: cibo, musica, design e moda.
Attraverso questa grande community, Mr. Inglese, ha realizzato la camicia per il neo Presidente Statunitense, DONALD TRUMP. Si, avete capito bene: e’ stata commissionata una classica e preziosa camicia bianca, consegnata qualche settimana fa direttamente alla Trump Tower e voci di corridoio dicono che sia stata indossata dal neo presidente USA per il suo giuramento.
Lunga vita al Made in Italy
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Il melting pot culturale di Christian Dada
Onirica e trasgressiva la sfilata di Christian Dada, che ha avuto luogo nell’ambito della settimana della moda uomo parigina. Masanori Morikawa, direttore creativo del brand, ha scelto di ispirarsi per la collezione AI2017-18 ai giovani problematici: a calcare la passerella è un enfant terrible che non lesina in droghe ed eccessi di ogni sorta. Ribelle ed anticonformista, il giovane che calca la passerella sfoggia uno stile iconico, in bilico tra eleganza sartoriale e suggestioni streetwear. Morikawa aggiunge anche una nota orientale, che completa il quadro di una collezione altamente sperimentale e ricca di ispirazioni eterogenee. Il gessato assume ora una nuova dimensione, lontana dagli stereotipi che tendono ad associarlo prevalentemente alla quotidianità e a note workwear. Largo ora a pelle e virtuosismi stilistici inusitati, che conferiscono all’intera collezione uno charme unico. “Non mi piacciono le droghe, sono io che piaccio alle droghe”, questo potrebbe essere il leitmotiv dell’autunno/inverno 2017-18 di Christian Dada, che si rivolge ad un giovane paranoico, preda di visioni oniriche. “Il punto focale è un conflitto e la frustrazione”, così Morikawa ha commentato il mood della sfilata. Numerosi i riferimenti alle sostanze stupefacenti, sebbene declinati in chiave ironica: su un maglione rosso spicca la scritta “Eroina”, in una sorta di logo che richiama quello di Coca Cola. Morikawa gioca sui contrasti e sulle sovrapposizioni, tra urban e sartorialità. Ma è un melting pot anche culturale quello che lo stilista punta ad ottenere, come nella riuscita rivisitazione di capi tradizionalmente associati all’Occidente, come i blazer, le giacche di pelle e i cappotti, che vengono sapientemente decostruiti fino ad assumere i tratti orientali che li rendono più simili a kimono. Un’estetica vincente, che si trova perfettamente in bilico tra culture diverse riuscendo nell’arduo compito di coniugare elementi tratti da ognuna di esse.
L’intramontabile charme di Cerruti 1881
Ha sfilato alla Paris Fashion Week la collezione Autunno/Inverno 2017-2018 di Cerruti 1881. Nel 50esimo anniversario dalla nascita del brand, sfila un gentiluomo che omaggia lo stile più classico. Largo ad un revival di pezzi intramontabili, da sempre passepartout del guardaroba maschile: in un tripudio di dandismo in chiave contemporanea, sfila lo stile italiano per eccellenza. Nino Cerruti, storico fondatore del brand, diviene icona di riferimento, grazie al suo stile iconico, che lo ha reso uno degli uomini meglio vestiti al mondo. Correva l’anno 1967 quando Cerruti fondava l’omonimo brand, rendendo omaggio alla fabbrica del nonno, il pregiato Lanificio Fratelli Cerruti, fondato a Biella nel lontano 1881. La sfilata celebra lo stile iconico della maison, nel 50esimo anniversario dalla sua fondazione. Il direttore creativo Jason Basmajian porta sulla passerella parigina 50 look dall’allure evergreen: sofisticato e ricercato l’uomo Cerruti guarda al passato, in un riuscito mix di tailoring e sportswear, molto in linea con lo spirito di Nino Cerruti e non solo: “il modo in cui l’uomo moderno si veste”, così Basmajian ha commentato il mood della collezione. E proprio la voce di Cerruti in persona ha fatto da colonna sonora al défilé, attraverso le registrazioni di interviste in cui il celebre fondatore del brand parlava dell’importanza dei tessuti e della sartorialità. Cerruti, seppur assente fisicamente al fashion show, ne è stato indiscusso protagonista, insieme al Lanificio Fratelli Cerruti, che ispira molti dei capispalla che si alternano sulla passerella. Largo ad eleganza intramontabile nei cappotti con maniche a kimono o nel trench classico. Le silhouette prevedono spalle morbide e pantaloni a vita alta. Non mancano tocchi sportswear, come nei cappotti sartoriali in denim, nei parka e cabans. Una magistrale interpretazione di una delle maison più antiche.
Il nomadismo bohémien di Berluti
Aggressivo e ribelle l’uomo Berluti: la collezione AI2017-18, che ha sfilato durante la settimana della moda uomo parigina, sdogana un’estetica nuova, pregna di risvolti esotici e stile bohémien. I modelli suonano la chitarra e indossano zaini, in linea con lo spirito nomade che caratterizza l’intera collezione. Largo a borse in colori pastello che si alternano a valigette nere. La prima collezione di Berluti disegnata da Haider Ackermann si distingue per un carattere forte e per i colori audaci, come per la poesia e il romanticismo di un nomade in chiave luxury che calca la passerella. Il brand facente capo al gruppo Lvmh porta in passerella capi per lui e per lei dall’aspetto vissuto: le silhouette sono morbide e fluide, l’eleganza è bohémien e disimpegnata. Dopo l’addio di Alessandro Sartori, Ackermann debutta alla direzione creativa del brand conferendogli un’aura androgina e uno charm parisien. Incisivo e graffiante l’uomo Berluti sfoggia capi sartoriali che ricordano l’abbigliamento di un nomade: largo a cappotti morbidi e pantaloni al polpaccio da indossare con stivali in lucertola e backpack d’ordinanza. Un homeless in chiave luxury, che porta con sé la chitarra in ognuna delle sue infinite peregrinazioni. Nel front row della sfilata nomi illustri, da Tilda Swinton, musa dello stilista, a Bernard Arnault. Romantico e struggente l’uomo Berluti sfila in giacche declinate in colori accesi, tra giallo canarino e viola cardinalizio. Largo a note sartoriali e potenti suggestioni boho-chic, per una collezione ricca di ispirazioni eterogenee: “Oggi tutti noi ci scambiamo i vestiti”, ha affermato Ackermann nel backstage della sfilata, che ha avuto luogo nella mirabile cornice del Grand Palais. “Il nomade è sempre dentro di me”, ha commentato lo stilista. La collezione non lesina in tocchi rock’n’roll, per uno stile androgino e ricco di colori e nuance. Astrakan e lana dominano accanto a capi sartoriali. “Indosserei tutto”, ha commentato Marisa Berenson, presente alla sfilata. Chapeau.
L’estetica glam di Sean Suen
Ha sfilato durante la settimana della moda uomo parigina la collezione AI2017-18 di Sean Suen. Un uomo grintoso ed aggressivo calca la passerella, tra tocchi gold e pelle all over: il mood è dark e non mancano note grunge, a partire dai pellicciotti oversize e dagli stivali in pelliccia, che ricordano gli UGG. Il gessato è protagonista assoluto, reinterpretato però in chiave contemporanea, accanto a note Eighties ed ironia. Lo stilista gioca con i tagli boxy e le silhouette decostruite: le spalle dei cappotti e dei blazer sono oversize e i dettagli colpiscono. Tra capi dall’allure minimal ecco inediti coup de theatre come i blouson in pelliccia e i cappotti metalizzati. Sfila un uomo che si atteggia a dandy contemporaneo, sfoggiando capi dall’appeal femminile: per la sua seconda sfilata nella cornice parigina, il designer cinese Sean Suen gioca ancora con i volumi arditi, tra blazer e trench caratterizzati da pelle e principe di Galles. Classico e moderno si incontrano in un mix inedito, che colpisce l’occhio. La palette cromatica gioca sui toni del black & White optical, tra tocchi gold e dettagli rosa. Largo a pantaloni di pelle e pelliccia, tra bomber e tocchi sartoriali. Sperimentazione e teatralità si alternano sul défilé, tra suggestioni Eighties e tocchi glam sfila un uomo versatile e sicuro di sé, dalla personalità spumeggiante. Istrionico e ricco di sfaccettature, lo stile di Sean Suen non lesina in virtuosismi arditi e teatralità, per una moda che strizza l’occhio alla contemporaneità senza perdere di vista il passato. Considerato giovane sitlista di punta della nuova generazione, Sean Suen è nato a Chongqing ed ha vissuto a Shenzhen, Shanghai and Beijing; dopo essersi formato come pittore ed aver avuto esperienze come graphic designer, il giovane è passato alla moda, fondando nel 2012 il brand che porta il suo nome.
Il divo contemporaneo di Jeffrey Rudes
Una collezione di capispalla e sofisticata sartorialità pregna di citazioni rock’n’roll, quella presentata da Jeffrey Rüdes alla settimana della moda uomo parigina. Lo stilista sembra davvero riflettere sulle inclinazioni dell’uomo a cui si rivolge, cercando di studiarne il gusto per poi trasfigurarlo nelle sue collezioni. Per l’autunno/inverno 2017-2018 Rüdes immagina un bohémien californiano, in bilico tra sontuosa eleganza anni hollywoodiana e grunge anni Novanta: la vita di Los Angeles e i fasti di Hollywood divengono location ideale di una collezione che si rivolge ad un divo contemporaneo. La quarta collezione disegnata dallo stilista è stata presentata in un appartamento privato in cui ha vissuto anche mademoiselle Coco Chanel durante gli anni Venti: caminetti in marmo, pavimenti preziosi e dipinti antichi divengono il set ideale per una collezione all’insegna dello stile. Il designer, che ha scelto di trasferire la sua collezione da New York a Parigi, nel tentativo di ampliare i contatti con buyer e stampa europea, ha ammesso di amare l’eleganza dell’appartamento scelto come location della presentazione della sua collezione, e non disdegna l’ipotesi di farne il suo showroom in futuro. La camicia in seta, pezzo forte del suo repertorio, diviene anche qui protagonista assoluta: la ritroviamo declinata in gessati inediti o in stampe artistiche dal piglio rétro. Non mancano inoltre trench classici, per un omaggio allo stile parisien, o cappotti dalle costruzioni ardite. Largo anche a maglioni dipinti a mano con alberi di palme, motivo iconico del brand, che si arricchisce qui di spunti inediti che omaggiano la California, patria spirituale dell’uomo immaginato da Rüdes per la prossima stagione invernale. Un gentleman contemporaneo che non lesina in smoking e suggestioni pop, tra tocchi sporty ed eleganza effortlessy-chic. “Quasi formale”, ha commentato lo stilista, che disegna fianco a fianco con il direttore creativo Lorenzo Marchese. Una collezione caratterizzata da grande portabilità dei capi, dai cappotti alle giacche biker, dai blazer doppiopetto alle camicie in crepe de chine caratterizzate da stampe astratte.
“Chi non vorrebbe assomigliare a Keith Richards?”, ha commentato lo stilista, mostrando una camicia in seta porpora da indossare con un paio di skinny jeans scuri. Non mancano infine i capi pensati per la sera, a partire da una giacca in seta nera e un’altra in lamé e velluto. Per divi contemporanei.
Il fascino noir di Yang Li
Suggestiva e pregna di risvolti onirici la collezione AI2017-18 di Yang Li, presentata a Parigi durante la settimana dedicata alla moda uomo. Ricorda un po’ Freddy Krueger l’uomo immaginato dallo stilista, che trae ispirazione dalla sua passione per i film horror underground e per la musica di Peter Murphy e dei Coil. Il designer cinese residente a Londra getta le fondamenta di un’estetica gotica, in bilico tra note dark e punk e suggestioni Eighties. I tagli netti e le cuciture a vista, da sempre cifra stilistica del brand, si declinano ora in una collezione in cui i capispalla sono gli assoluti protagonisti: largo a bomber in lana e cappotti lunghi, tra tripudio di knitwear e capi sartoriali. Il nero all over domina la palette cromatica, tra tocchi di rosso vermiglio, porpora e arancio. Yang Li mixa materiali come tweed e lana, creando un’estetica nuova, per un lusso sovversivo: irriverente ed inquietante, l’uomo che indossa i capi della sua collezione rifugge le regole precostituite e si impone all’attenzione del pubblico per un fascino noir, che lo rende simile al protagonista di un film horror. Inquietante ed onirica, la collezione riporta alla luce l’Unheimlich di freudiana memoria, che si arricchisce qui di spunti Eighties e citazioni da B-movie: e proprio i poster di alcuni B-movies compaiono ora su stampe patchwork che impreziosiscono alcuni outfit, accanto ai testi di alcune canzoni. I pantaloni in pelle vengono invece impreziositi da stampe raffiguranti scheletri, quasi un omaggio ad Halloween. Yang Li presenta una collezione che non passa certo inosservata per l’ispirazione predominante e per un retrogusto dark che si distingue dalle altre collezioni presentate alla settimana della moda parigina. Un perfetto mix tra portabilità e charme dei capi presentati, la collezione AI2017-18 dello stilista cinese cattura gli occhi e la mente, sdoganando un nuovo concetto di lusso che punta a sconvolgere.