A Parigi sfila l’uomo Valentino

Ha sfilato ieri alla Paris Fashion Week la Primavera/Estate 2017 firmata Valentino. Non fatevi ingannare dalla sobrietà e dalla rassicurante eleganza minimal che sembra inaugurare la prossima stagione primaverile: è proprio dalla mancanza di un coup de théâtre che rinasce uno stile sofisticato ed evergreen, lo stesso che ha reso grande la maison.

L’uomo immaginato da Maria Grazia Chiuri e Pierpaolo Piccioli è un ragazzo dal viso pulito che si districa nella vita quotidiana, assumendo quasi il ruolo di un eroe ante litteram. Poesia e delicatezza dominano la collezione, suggestioni urban nei capi che si alternano sulla passerella: l’uomo Valentino adotta una sorta di uniforme con cui affrontare la vita metropolitana. Numerosi sono i dettagli army-chic, specie nei capispalla con tanto di marsine e gradi appuntati sul bavero: e se non esistono più le mezze stagioni, in passerella sfilano quattro cappotti dalle suggestioni couture. Denim all over su tute intere da lavoro si alternano a trench, parka e bomber, fino a sahariane e caban.

Ma protagonista assoluto del défilé è il camouflage. La pantera torna a dominare su capispalla, felpe, parka ma anche sulle borse. Non un mero ricorso alle stampe mimetiche: trattasi invece di grafismi military-chic che profumano di antico. È infatti dagli archivi storici della maison che il duo di stilisti ha ripescato, quasi dall’album dei ricordi, il disegno originale della pantera, creato nel lontano 1967 e sdoganato poi da Veruschka in scatti entrati di diritto nella Storia del costume. Il mood è nostalgico, in una riscoperta dei codici più autentici della maison.

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La collezione è stata ispirata dalla mostra «Unfinished: thoughts left visible» che ha avuto luogo al Met Breuer di New York: così hanno dichiarato Maria Grazia Chiuri e Pierpaolo Piccioli, direttori creativi del brand: «Volevamo raccontare la couture, elemento che ci appartiene, da un lato non glamour. Ma più legato al processo, al non finito come scelta». E la sfilata riesce pienamente nell’intento. Suggestioni couture predominano su un minimal-chic sapientemente tessuto nella tela della ricerca stilistica. Largo a ricami ed applicazioni: ma i capi appaiono quasi in allestimento, come imbastiti e lasciati lì, in un autentico effortlessy-chic che tanto ha da insegnare ai fanatici dell’overdressing. Efebico e quasi timido, l’uomo Valentino avanza indossando dettagli dall’allure femminile, come le collane di catene e i dettagli metallici che impreziosiscono anche gli accessori. Niente è lasciato al caso, in una cura quasi maniacale per il particolare.

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Spiccano tra gli accessori, le borse per lui: tote bag ma anche shopper e postina, mentre lo zaino rivive in chiave rivisitata. Tra i materiali usati il vitello traforato. Nel front row del salone dell’Hȏtel Salomon de Rotschild tante celebrities, a partire dagli attori Yang Yang e Benjamin Walker.

(Tutte le foto sono tratte da Madame Figaro)


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Milano Moda Uomo: Vivienne Westwood a favore di Assange

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A movimentare come di consueto la settimana della moda, ecco Vivienne Westwood: nessuna dietrologia per la stilista britannica, che ha rivendicato dalle passerelle della Milano Moda Uomo la sua ennesima battaglia politica. La designer si è apertamente schierata a favore di Julian Assange, padre di Wikileaks, che vive da cinque anni da rifugiato all’interno dell’ambasciata ecuadoregna di Londra.

Assange, 44 anni, vive dal 19 giugno 2012 all’interno dell’ambasciata dell’Ecuador della capitale inglese per evitare di essere estradato in Svezia per reati di natura sessuale rispetto ai quali si è sempre dichiarato innocente. “Julian Assange non è mai stato condannato, perchè non c’è nessuna prova contro di lui. È tutta una montatura”: niente peli sulla lingua per la stilista, ancora una volta madrina del politically incorrect. Alla base della richiesta svedese, secondo l’hacker australiano ci sarebbero manovre da parte degli USA, dove rischierebbe di essere condannato per lo scandalo Wikileaks, ovvero la pubblicazione di migliaia di documenti riservati che minarono la diplomazia americana.

Parole forti quelle con cui si è espressa Vivienne Westwood sia per quanto concerne la vicenda che vede imputato Assange sia per il tema di Brexit, rispetto al quale si è schierata apertamente firmando una petizione perché l’Inghilterra resti in Europa. Parole di elogio anche per Angela Merkel che, a detta della stilista, sarebbe oggi una delle figure politiche più solide.

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“Je suis Assange” diviene quindi il motto del fashion show, introdotto da un videomessaggio in cui lei, l’indomita stilista, ci mette la faccia, schierandosi a favore del fondatore di Wikileaks. La stessa scritta compare sulla t-shirt che la Westwood sfoggia a fine sfilata. Assange diviene simbolo di una celebrazione a favore della libertà intesa come valore universale. Inoltre tante saranno le mobilitazioni che, in diverse parti del mondo, vedranno la partecipazione di personalità come Patti Smith, Noam Chomsky e Brian Eno. Il gatto di Assange, ribattezzato “the embassy cat”, diviene iconica mascotte della nuova collezione.

Non solo politica ma come sempre tanta moda per la collezione Primavera/Estate 2017 firmata Vivienne Westwood: molteplici le fonti di ispirazione, a partire dalle icone della musica anni Settanta, da Jimi Hendrix a Marianne Faithfull. La disco glam si unisce alle suggestioni neo vittoriane che hanno reso il brand storico. Genderless è la parola d’ordine di una collezione in cui i confini tra i sessi sono in bilico. Punk unisex e fascino ambiguo si trasferisce sui mantelli col cappuccio dal gusto gotico, che ora però è lui ad indossare. Efebico e romantico, l’uomo Vivienne Westwood sdogana l’androginia come nuovo fashion trend ed indossa lunghe tuniche che lasciano scoperto il torace. Fluidità e leggerezza divengono protagonisti di capi sofisticati ed innovativi. La gonna non è più ad esclusivo appannaggio della donna ma diviene passepartout sdoganato anche dall’uomo, che nella stagione estiva decide di svestirsi puntando a pochi pezzi dal grande impatto scenografico. Tricot e crochet impreziosiscono maglie e gonne, tra leggings glitterati e grembiuli floreali con marsine, dalle note folk. Grunge e neoromanticismo si uniscono a note zen delle tuniche, per lui e per lei.

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Torna prepotentemente alla ribalta il gessato, rivisitato in rosa antico. Trasparenze, nude look e sapienti giochi di vedo/non vedo rimarcano l’assenza di confini tra i sessi. La palette cromatica tocca i toni del sabbia, del verde mela e del vinaccia. Qua e là tocchi di viola e rosa. Estro e polemiche, come da copione, per un attivismo politico che si stampa su pull e t-shirt che inneggiano a Madre Natura, alla quale si rende omaggio attraverso scritte iconiche.

Giacche militari tagliate a vivo e red velvet inneggiano ad icone come Marianne Faithfull o i Rolling Stones. I confini tra menswear e womenswear divengono sbiaditi, mentre qua e là tocchi di una pallida estate si incontrano su timide stampe tropical e su ampi parei che l’efebico adone sfoggia sotto canotte glitterate e sovrapposizioni ardite. Giochi pirotecnici di un genio della moda che continua a stupire.

(Foto tratte da Madame Figaro. Foto copertina tratta da Styleandfashion)


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Milano Moda Uomo: Dolce & Gabbana tra jazz e mambo

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Eclettica, irriverente, scanzonata la Primavera/Estate 2017 di Dolce & Gabbana: una sfilata che, pur essendo come di consueto fuori dal calendario ufficiale della Milano Moda Uomo, si riconferma come uno degli eventi più attesi dai fashion addicted.

Sullo sfondo della passerella un’orchestrina jazz che suona dal vivo: l’atmosfera è ricca di rimandi Forties, a metà tra il bar di Casablanca e il Buena Vista Social Club che animava la vita notturna dell’Avana. In questo improvvisato club dalle suggestioni caraibiche si consuma un défilé ironico e colorato. Sulle note swing degli Hot Sardines calca la passerella un giovane uomo che non teme la sua eleganza talvolta sopra le righe. Giovanile e giocosa la collezione e giovanissimi i modelli scelti, spesso famosi figli d’arte, come Presley Gerber, figlio 16enne della sempre splendida Cindy Crawford, e Rafferty Law, figlio 19enne di Jude Law e Sadie Frost.

Felpe hip-pop si alternano a lunghi caftani zebrati e stampe patchwork, con ananas e frutti tropicali che fanno capolino accanto ad animalier all over. Dettagli tribal traggono ispirazione dal filone Afroamericano, mentre suggestioni retrò rimandano alla Beat Generation e agli Hipster.

La musica diviene protagonista indiscussa della sfilata: l’uomo Dolce & Gabbana sfoggia alle orecchie le cuffie, in un mood giovane e spensierato. Eleganza scanzonata per un teenager che indossa fieramente l’ultimo modello di smoking smorzato da dettagli ironici e iridescenti. Pantaloni wide-leg e felpe animalier si alternano a caftani optical e stampe cartoon, in stile Pop Art. Lo stereo portatile diventa must have ed impreziosisce ogni mise; lo smoking è declinato in oro e righe.

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«Ci siamo immaginati di essere in Sicilia, di partecipare a un concerto, un happening sotto le palme o i banani della Favorita o del Giardino botanico», questa l’ispirazione alla base della nuova collezione, come dichiarato da Domenico Dolce e Stefano Gabbana. DGMusica è il fil rouge di un défilé che unisce l’energia della Youth Culture al groove caraibico. Un melting pot culturale che trascende i confini e si traduce in uno stile variegato e multiforme, che attinge molto dal passato: l’esistenzialismo e il jazz si mixano allo streetwear, tra pailettes e swing.

Nel front row spicca la star di Internet Cameron Dallas. Influencer e blogger occupano le prime file, a testimonianza di quanto ancora una volta il duo di stilisti che ha reso fashion la mediterraneità, sappia cavalcare le nuove tendenze. Dolce & Gabbana si riconfermano ancora una volta maestri nel carpire i fenomeni sociali e sdoganarli all’interno di sfilate che somigliano sempre più a live shows.

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(Tutte le foto sono tratte da Madame Figaro)


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Milano Moda Uomo: Versace omaggia Prince

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La Primavera/Estate 2017 firmata Versace si apre nel segno del comfort. L’uomo che calca la passerella non si perde in fronzoli ma punta ad un’eleganza sobria e sofisticata. Tessuti svolazzanti e leggeri, stratificazioni e suggestioni bikers completano un look all’insegna della funzionalità, declinata in chiave sporty-chic.

Energia, movimento e sprint costituiscono il fil rouge di una collezione suggestiva che riporta la maison ai suoi fasti. La sfilata si apre con la proiezione di un cortometraggio girato da Bruce Weber in esclusiva per il brand. Versace gioca con le proporzioni e i materiali usati: bluse lunghe con cappuccio si uniscono a leggings e calzoncini da ciclista, maglie in seta sono lasciate fluide sulla vita e sul torace e indossate con giacche e top.

Via libera a parka ed inediti capispalla leggeri perfetti per affrontare l’estate a bordo di una moto: il trench si porta come una vestaglia, il bomber viene arricchito da stampe all over e da zip. Jersey e nylon dominano la collezione, tra micro borchie, seta e pelle. La palette cromatica è neutrale, il verde militare domina insieme a sfumature che toccano il beige scivolando nei colori più intensi quali blu e viola.

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L’uomo Versace è un wrestler palestrato che non disdegna la giacca sartoriale, unendo ad una mascolinità classica, tanto cara alla storica maison, il piglio da gentleman contemporaneo che indugia in dettagli evergreen che strizzano l’occhio ad un dandismo quantomai interessante. Inserti sportivi impreziosiscono completi destrutturati e pantaloni sartoriali. La stessa location del défilé ricorda un’arena, mentre la musica omaggia Prince, mito del pop nonché intimo amico di Donatella Versace, scomparso lo scorso 21 aprile. Alcuni pezzi inediti di Prince hanno accompagnato le uscite dei modelli.

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(Tutte le foto sono tratte da WWD)

(Foto cover Madame Figaro)

Andrea Pompilio lascia Canali

La notizia circolava oramai da qualche giorno ed ora è ufficiale: Andrea Pompilio, direttore creativo di Canali, ha detto addio al marchio.

Questa decisione, presa di comune accordo da Canali e dal designer, coincide con la naturale scadenza del contratto. Dopo due anni e quattro collezioni, entrambe le parti concordano che sia arrivato il momento per intraprendere una nuova fase della propria storia”, si legge in un comunicato stampa atto diramare dall’azienda, per spiegare la decisione di non proseguire la collaborazione con Pompilio.

 

Canali collezione SS 16 by Andrea Pompilio (fonte thewild-swans.com)
Canali collezione SS 16 by Andrea Pompilio (fonte thewild-swans.com)

 

 

Per il momento, la maison ha fatto sapere che, durante la prossima settimana della moda uomo a Milano, prevista per giugno 2016, sarà presentata la collezione P/E 2017 disegnata dal team interno.

Pompilio, giovane e stimato designer italiano, sedeva sulla poltrona del marchio Canali dal 2015, dopo essersi affermato come designer  per le collezioni menswear da lui disegnate per il suo omonimo brand fondato nel 2010.

 

Andrea Pompilio durante la presentazione della collezione A-I 13-14 a Pitti Uomo 83 (fonte Pitti Immagine Uomo)
Andrea Pompilio durante la presentazione della collezione A-I 13-14 a Pitti Uomo 83 (fonte Pitti Immagine Uomo)

 

 

Nel 2013, fu chiamato da Giorgio Armani a sfilare nel suo Teatro, facendo il suo debutto nella settimana della moda milanese.

Il suo, è uno stile contemporaneo e 100% italiano, che coniuga influenze urban ai canoni estetici sartoriali.

 

 

 

Fonte cover canali.it

San Paolo – The True Colors

Hello guys!

Per chi non la conoscesse, San Paolo è la capitale dello stato omonimo, la città più grande dell’ America Latina, una città che potrebbe sembrare grigia, con i suoi grattacieli e la mancanza di significato apparente, quasi senza vita, ed un immenso via vai di persone che quasi non si vedono.

Ma esiste un arcobaleno non così lontano, in un affascinante intreccio di stradine, piazzette con un movimento sinuoso di persone, un mondo colorato e più easy dove le persone provengono da tutto il mondo, tanti gli accenti e gli incontri.

Mentre facevo degli scatti davanti ad un graffito degli “Stones” un gruppo di Americani che cantavano ad alta voce, ho vistodue donne bionde e alte che parlavano tedesco. Ho visto anche molti italiani, cinesi e stranamente, molti Paulistas (nativi nello stato di San Paolo) e Paulistani ( nati nella città di San Paolo).

Per chi non conoscesse la zona, consiglio di visitare: Vila Madalena / Beco do Batman, il luogo è famoso per i suoi graffiti disegnati ovunque, contornata da un incredibile ecosistema, bar, foodtrucks, negozi di abbigliamento vintage, saponerie artigianali, molti colori e un’infinita gioia. Qui i veri colori di San Paolo sono presentati al completo, la sua diversità e la gioia innegabile e l’ospitalità dei brasiliani.

Il look total è di Zara ed è stato creato pensando a questa gioia e a questo scambio, questo mix tra una San Paolo più austera, centro nevralgico dell’economia, con la sua Avenida Paulista piena di uomini alla moda e quest’altra San paolo più colorata e spogliata.

Photos by: Devair Pierazzo

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ENGLISH VERSION

For those are not familiar, São Paulo, capital of the homonymous state, is the largest city in Latin America and is only a gray city, just another caught skyscraper with apparent meaninglessness, almost lifeless, just a mad stampede people always in a rush time, walking without see anybody around.

But there is a “Over the Rainbow” not so far away, in a charming village of narrow streets, small squares and a lot of movement, a colorful world and less fast. Stop and take pictures whit no time, a lot of people from many places, where the accents of the locals mingle with the national and international tourists, here people see each other and bump each other too, but without getting nervous, full of pleasure and smiles.

While taking a picture in front of a Stone graffiti a group of Nort Americans went laughing out loud, going toward the next graffiti two women, blonde and tall, talking in his expressive German, Italians, Chinese and a lot of “paulistas” (born in the state of São Paulo) and “paulistanos” (Those born in the city of São Paulo).

For those who don’t know I’m talking about, get the tip: Vila Madalena / Beco do Batman, the place very famous for the graffiti that you can see everywhere, around this tight streets there is an amazing things ecosystem, bars, food trucks, cool clothes business, mugs, handmade soaps, lots of color and joy. Here the true colors of São Paulo are presented to the full, its diversity and the undeniable joy and Brazilians hospitality.

This outfit was created thinking about this joy and this exchange, this mix between that São Paulo more austere, nerve center of the economy of Brazil, like the Paulista Avenue full of fashionable men in a tailoring suits and international brands in the composed look, and in the other site “Sampa” that São Paulo more colorful and stripped, enjoyable and full of life color.

Bucobianco: il racconto di un sogno che si tinge di toni pop

Bucobianco è il frutto della mente di Barbara Branciforti e Giacomo Nee.

Segni grafici e colori pop, delineano un brand che emana sogni irreali e suggestivi.

Formiche, occhi, pesci, elementi geometrici e fiori di agave, sono i protagonisti assoluti della linea che si compone di capi basi, accessori e beachwear.

 

 

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Cosa vi ha spinto a creare il marchio?

L’impossibilità di trovare il posto fisso nella vita, ci ha portato a realizzare quello che abbiamo scoperto desiderare.

 

Perché Bucobianco?

Seduti su un grande divano bianco, riflettevamo sul nome del nostro progetto. È’ stata un’ associazione di idee, lo spazio che avevamo preso, il nostro laboratorio artistico; un piccolo spazio bianco che emanasse nello spazio energia e materia, proprio come avviene con un buco bianco nell’universo.

 

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Easy ed estremamente pop: cosa intendente raccontare attraverso il vostro brand?

Le immagini oniriche ci permettono di descrivere situazioni della realtà senza filtri, in modo nitido e colorato. Non è poi così easy Bucobianco; attraverso la libertà del sogno vuole rivoluzionare ciò che l’uomo vive, creando nuove situazioni in cui gli individui possano esprimersi. Per farlo siamo partiti da ciò che l’uomo usa per proteggersi e nascondersi.

 

 

A quale target di riferimento si rivolge Bucobianco?

Agli individui che dimenticano l’importanza di sognare e a quelli che vivono già in un costante Bucobianco.

 

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Qual è il “racconto” a cui siete più affezionati?

Quello che li racchiude tutti.

 

Quali obiettivi vi siete imposti per il futuro?

Sostenere l’uomo nella creazione di una nuova cultura.

 

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Per saperne di più www.bucobianco.com 

 

Photo courtsey Olimpia Rospigliosi Press Office

 

 

 

 

 

Antony Morato – “I am who I am”

La moda si rimodella spesso e si reinventa. E’ il caso di Antony Morato che si ispira al passato per creare nuove tendenze, la Maison italiana si trova in più di 3.000 punti vendita in tutto il Mondo in più di 65 Paesi.


Antony Morato ha il 60% del suo fatturato al di fuori dell’Italia, e nel 2014 è cresciuto del 70% nelle sue esportazioni, si tratta di una Maison recente, creata nel 2007 da Lello Caldarelli e in meno di un decennio con il suo stile e qualità ha sollevato seguaci in tutto il mondo.


Nel 2016 la Maison Antony Morato presenta la sua nuova campagna “I am who I am” (Io sono colui che sono), in linea con le nuove tendenze nel mondo della moda, Morato porta la comprensione del sé, il bisogno di sentirsi bene, di interpretare la sua essenza e attraverso la sua modalità di vestire e presentarsi, in un equilibrio sottile e rivelatore senza paura o eccessi.


Questa proposta di Antony Morato, così come il nome della campagna, mi ha ricordato la diva degli anni ’80, Gloria Gaynor e la sua hit che ha fatto ballare il mondo nel 1984, “I am who I am”, rivedendo il testo di questa canzone mi sono imbattuto nell’essenza diAntony Morato:


“Life’s not worth a damn
Till I can say
I am what I am”



“And so what if I love each sparkle and each bangle
Why not try to see things from a different angle
Your life is a shame
Till you can shout out
I am what I am”



“It’s one life and there’s no return and no deposit
One life so it’s time to open up your closet
Life’s not worth a dam till you can shout out
I am what I am”



Antony Morato ha deciso nel 2016 di puntare su questo incredibile viaggio di sentirsi bene senza scordarsi di essere elegante. Le fotografie di Sofia Malamute, un’argentina che a soli 22 anni, residente negli Stati Uniti ha già lavori pubblicati nella rivista Vogue e altri esponenti dell’arte della fotografia di moda, considerato un esperta nel modo di gestire il gioco tra il nero e bianco, avremo una collezione di alta qualità per la prossima stagione.


Antony Morato si reinventa, portando anche nuove idee per il suo logo, cosa che ha fatto con grande maestria senza perdere l’aspetto storico del brand, ma stampando nel logo la crescita che Antony Morato ha avuto nei quasi 10 anni di esistenza.


Tagli dritti e la miscela di texture e geometria dei capi donano a Antony Morato un tocco vintage, e così siamo tornati alle proposte di moda in questo periodo, osare alleandosi alta moda e tecnologia.


Per saperne di più su Antony Morato qui il link: www.morato.it


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Fashion remodels itself, reinvents itself, recreates itself, the great fashion is inspired, brings new contexts and transform the old one in a new one, in That way goes Antony Morato, the Italian Maison which can be found in more than 3,000 stores around the world and in over 65 countries.


Antony Morato has 60% of its earnings outside of Italy, and in 2014 showed a growth of 70% in exports, is a new Maison, created in 2007 by Lello Caldarelli in less than a decade with its style and quality has raised followers throughout the world.


In 2016 the Maison Morato presents a new campaign “I am who I am”, in line with new trends in the fashion world Antony Morato brings the understanding of the self, the need to feel good, to interpret its essence and through its way to dress and present, in a subtle and revealing balance without fear or excesses.


The Morato’s propose, as well the name of their campaign, reminded me the disco diva from 80s, Gloria Gaynor and her hit that made the world dance in 1984, “I am what I am”, reviewing the text of this song I came across the essence of Morato:


“Life’s not worth a damn
 Till I can say
 I am what I am “



“And so what if I love each sparkle and each bangle
Why not try to see things from a different angle
Your life is a shame
Till you can shout out
I am what I am “



“It’s one life and there’s no return and no deposit
One life so it’s time to open up your closet
Life’s not worth a dam till you can shout out
I am what I am “



Antony Morato decided in 2016 to bet on this incredible journey of feel good while being stylish. The works shown in the photographs of Sofia Malamute, makes see that we can expected for a collection of high quality for the next season. Malamute is a 22 years old Argentina girl, and resident in the United States that already have works presented in Vogue and other exponents of the art of fashion photography, considered an expert in the way to handle the game between black and white.


Antony Morato reinvents itself, including bringing new concepts for your logo, something that made it masterfully to not take the historical aspect of the Maison, but printing the growth that Antony Morato had in these almost 10 years of existence.


Straight cuts, the mixture of textures and geometry of the parts gives to Morato’s collection a Vintage touch, and so we went back to the proposal in fashion for this period, daring allying high fashion and technology.


To check the events of Maison Morato: www.morato.it

Zegna: il ritorno di Alessandro Sartori

Alessandro Sartori è il nuovo direttore creativo di Zegna subentrato dopo la recentissima dimissione di Stefano Pilati. In realtà, quello di Sartori è più che un graditissimo ritorno dato che dal 2003 al 2011 ha ricoperto eccellentemente il ruolo di head of design per la linea giovane Z Zegna del marchio.

Lo stilista biellese classe sessantasei  ha così commento il suo ritorno in azienda: “Desidero ringraziare Gildo e tutta la famiglia Zegna per questa opportunità davvero fantastica. Sono cresciuto osservando e ammirando le loro creazioni e i loro valori, autentici e profondi. Sono entusiasta di poter partecipare con tutto il team Zegna alla scrittura di un nuovo capitolo. Non vedo l’ora di entrare nei favolosi archivi di Trivero, incontrare gli artigiani e cominciare a lavorare sulle nuove collezioni“.

Sartori, che nel frattempo ha abbandonato il team Berluti (maison di lusso dedicata alla moda uomo appartenente al gruppo LVMH) si insedierà nel gruppo Zegna nel giugno 2016. L’obiettivo della maison è mantenere la posizione ai vertici del mercato moda uomo. I mercati esteri rimangono l’obiettivo di Zegna con Cina, Stati Uniti, Giappone in pole position.

 

Alessandro Sartori dopo la collezione primavera/estate 2015 di Berluti a Parigi, 26 giugno 2015.  (PATRICK KOVARIK/AFP/Getty Images)
Alessandro Sartori, immortalato durante una sfilata Berluti (PATRICK KOVARIK/AFP/Getty Images)

 

 

Meta difficile da raggiungere per Alessandro? Certo che no: l’impresa è già stata ampliamente conquistata nella passata collaborazione con il marchio italiano, quando Sartori in pochissimi anni fece lievitare gli introiti dell’azienda che da 30 milioni aumentarono a 100 milioni di euro.

Entusiasta del ritorno di Sartori, l’amministratore delegato Gildo Zegna ha così commentato il rientro dello stilista: “Conosco Alessandro e il suo stile da molti anni e sono molto contento di accoglierlo di nuovo nel nostro gruppo. Il suo talento, la sua creatività, la sua passione e modernità lo rendono perfetto per aiutarci ad accompagnare Zegna nella prossima tappa del suo sviluppo.”

Nel frattempo il designer Pilati si dice onorato di aver avuto la possibilità di lavorare in una azienda famigliare che fa della qualità, dell’eccellenza e dell’artigianalità, il suo punto di forza. Attendiamo, quindi, nuovi sviluppi in merito ad una possibile nomina di Pilati come direttore creativo di una maison di lusso di eguale spessore. I posti vaganti, infatti, aumentano di giorno in giorno.

 

 

 

Santillo 1970 – l’amore per le tradizioni

Cosa manca ad alcuni “artisti” per essere definiti tali? L’amore. L’amore per quello che fanno, per il proprio mestiere, per il pennello che tinge la tela, per il soggetto che stanno fotografando. L’amore come elemento essenziale, come la mezza tinta che rende un quadro perfetto – questo è quello che non manca a Santillo 1970 – l’amore per la propria terra.

Ed è alla loro terra d’origine, la Calabria, che i fondatori  Santillo 1970 dedicano la  nuova collezione autunno-inverno 2016/17 e al progetto speciale Radici Project.

Radici Project pone come obiettivo quello di recuperare le antiche lavorazioni artigianali, utilizzando le materie prime del territorio. La ginestra calabrese, un bellissimo fiore dal giallo intenso, viene mescolata al lino e al cotone, rendendola così più morbida. Il risultato è un tessuto di gran qualità, successivamente lavorato attraverso antichi telai di inizio ‘900 restaurati.  Prodotti unici, autentici, che hanno una “vita da raccontare” quelli di Santillo 1970 – che racchiude, in questa capsule, le lavorazioni croquette per le cravatte “handmade”.

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lo showroom Santillo nel cuore di Milano


Nella collezione autunno-inverno 2016/17 ritroviamo il grande attaccamento di Gennaro e Saverio Santillo per la letteratura e i viaggi, capi dal sapore antico che ci riportano ai romanzi di J. R. R. Tolkien – e allora le sfumature saranno verdi come i boschi incantati, marroni corteccia, rosse come il fuoco e blu intense come i cieli di un paesaggio rurale.

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l’uomo Santillo è amante del buon gusto, dei viaggi, della cultura


Tutto è retrò, compreso lo showroom situato nel cuore di Milano, a Porta Venezia, dove tra i manichini risalta la forza del brand per l’attenzione ai dettagli – polsini, asole, colletti e rifiniture – sempre e rigorosamente realizzati a mano.

 

 

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la tecnica utilizzata per la creazione dei capi, trae ispirazione dalla sartoria napoletana


 

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sapori retrò allo showroom Santillo


Un viaggio dove la classe, l’eleganza e il buon gusto ritornano in auge, radici al passato, verso gli anni ’30 – ’40, anni che, secondo Gennaro Santillo, rappresentano la massima espressione dello stile.

 

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è agli anni ’30 e ’40 che trae ispirazione il guardaroba Santillo


La collezione FW 2016/17 è composta da dieci capi e si distingue per l’utilizzo delle mescole di pregiati filati quali flanella, cachemire, fustagno, cotone nelle due versioni “classic”, gli immancabili monofilo e brillanti come il drill, e “rough”.

New entry per questo nuovo progetto è il capo “daily use” ricercato ma versatile. Una camicia che non è più ancorata alle vecchie rigide regole del dress code. Sempre attuali sono i modelli “cult” dell’azienda calabrese, fra tutti la polo-camicia.

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la camicia Santillo


 

La storia di Santillo 1970 nasce nel secondo dopoguerra nella bella Napoli, e arriva a noi oggi grazie alla loro passione, alle tradizioni, all’ amore per la famiglia e per la propria terra, una storia dove l’etica e le pratiche sartoriali sono il “leitmotiv” del brand.

Santillo 1970 ha ancora molto da raccontare, è il libro che abbiamo appena iniziato a leggere e non vorremmo finisse mai.

 

SUNNEI alla Milano Moda Uomo

SUNNEI FALL WINTER 2016 COLLECTION

La moda è anche un gioco, così presenta la collezione autunno/inverno 2016/17  il brand SUNNEI, con il gioco delle sedie musicali.

In una lussuosa sala anni ’30 del centro di Milano, i modelli ballano attorno alle sedie sfidandosi in un gioco infantile, senza prendersi troppo sul serio.

Un uomo contemporaneo che ama divertirsi e giocare con la moda, i tessuti sono ricercati ma confortevoli, le t-shirt diventano dei fogli bianchi sui quali disegnare.

 

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Colori caldi per la stagione fredda, come il beige cammello accostato alla ciniglia delle tute e alla lana del cappotto/accappatoio.

 

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Blu, bordeaux e una punta di verde smeraldo colorano la collezione SUNNEI che si alterna a righe e quadri, un decumano artistico in collaborazione con Michele Papetti.

 

 

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Tutto è Made in Italy, dalla maglieria in lana alle felpe, per un autunno/inverno caldo e morbido, indossando capi basici, semplici, ma originali.

Non solo abbigliamento, SUNNEI si avvicina al mondo delle calzature introducendo la linea di scarpe con la suola running VIBRAM; un brand a 360 gradi che vuole semplificare e ridurre ai minimi termini una moda artefatta di un’epoca complessa.

Gioia e Gioco tra le parole di Loris Messina e Simone Rizzo, il duo SUNNEI che, ballando insieme ai modelli, hanno divertito gli spettatori con una leggerezza che andiamo perdendo, ma che speriamo di riportare in auge.

(foto di Anna Adamo)