James Dean: il fascino del “Bello e Maledetto”

James Dean, riassume nella sua persona il titolo del suo più celebre film: Gioventù Bruciata. Pellicola nella quale ricopre il ruolo di un adolescente ribelle, dal nome Jim Stark. La sua incredibile popolarità deriva da soli tre film di cui è stato protagonista: La valle dell’Eden, Gioventù Bruciata ed Il gigante. Egli rappresenta una celeberrima icona culturale, sicuramente senza tempo, da cui ancora oggi molte persone traggono spunto sia per l’intramontabile classe nell’abbigliamento e sia per il suo atteggiamento da “Bello e Maledetto”.


James Dean


Studiò recitazione, frequentò l’Actors Studio e fu scelto, a soli 20 anni, per interpretare il personaggio di Cal Trask, nel film La valle dell’Eden. A James Dean si aprirono immediatamente  le porte del successo e fu presto considerato un eroe della gioventù americana, rappresentante del suo straniamento e della sua incomprensione: portavoce di un’intera generazione.


James Dean
James Dean



Lo stile di James Dean era semplice e pratico, rispecchiava i tempi che stava vivendo: contrario al conformismo e agli status sociali. Pettegolezzi dell’epoca sul suo conto lo ritraggono come un ragazzo amante del pericolo e bisessuale: frequentò i letti di molti personaggi di spicco del suo tempo. Una delle sue più grandi passioni fu quella per le auto, in particolar modo per le Porsche. Fu proprio su uno di questi veicoli brillanti che trovò la morte a soli a soli 24 anni, la sera del 30 settembre 1955 per la precisione, quando la sua Porsche Spider non poté evitare la collisione con un altro veicolo che aveva invaso la corsia che stava percorrendo.


James Dean
James Dean



Il suo motto fu:


“Sogna come se potessi vivere in eterno, vivi come se dovessi morire oggi”


I capi che lo contraddistinguono sono:


– I jeans Lee 101 Riders a sigaretta, taglio classico


– La polo a maniche corte bianca


– Giubbino di pelle nero


– Maglioni dalle tonalità marrone e ocra


– Completi eleganti sartoriali, dalle linee morbide


– Converse e stivaletti classici


James Dean
James Dean



Uno stile easy-chic, casual senza mai apparire indossato per caso, ma ancora impregnato di quella carica eversiva che gli ha regalato Dean, che torna a conquistare la moda. Le giacche a vento, perfetto connubio tra sport ed eleganza cittadina, capospalla ideale nei climi di transizione, hanno volumi definiti, lineari, ma la consistenza di materiali iper-moderni, neoprene e tessuti impermeabili di ultima generazione e si colorano di nuance accese, vitaminiche. L’abbinata perfetta è con il jeans a gamba dritta, dalle venature che gli regalano un’allure vissuta. Sono proprio i pantaloni il centro focale del look; sportivi con il giubbotto a vento, assumono un’aria di rilassata nonchalance se abbinati ad un blazer in tweed, la t-shirt coperta da una camicia di un bianco immacolato, come J. Compendio essenziale, boots in pelle, Chelsea e stivaletti.


James Dean
James Dean



James Dean rappresenta l’adolescente tipico con la sua espressione mutevole di un’età che custodisce gli stupori dell’infanzia, nella loro disarmante spontaneità, e l’asprezza di chi si affaccia al mondo incomprensibile degli adulti e cerca di abbatterne quelle convenzioni soffocanti, provando ad affermare quell’io ancora sfuggente a se stesso. Un’età senza età, la prima età in cui l’uomo comincia a vivere e che non dura mai abbastanza, quell’età immersa in mille pensieri e la cui profondità dello sguardo si perde in un orizzonte che solo pochi riescono ancora a vedere o forse non hanno mai visto. James Dean incarna l’età che da sempre irrita i conservatori per quella spasmodica ricerca di risposte sul motivo della nostra esistenza su questa terra, in cui i sentimenti vengono estremizzati, l’amore idealizzato e l’umore diventa vittima altalenante di ribellioni urlate ed altre ostinatamente silenziose.


James Dean
James Dean



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A tu per tu con: Luca Boiocchi – Il Personal Stylist

Sardo di nascita e milanese d’adozione, Luca Boiocchi è un professionista eclettico: personal stylist, brand manager, Pr e redattore moda. Luca divide il tempo tra lavoro nello showroom di famiglia, pubbliche relazioni, consulenza di immagine, cool hunting e styling.
E’ quindi un professionista dello stile che osserva l’universo moda da punti di vista differenti, collabora con vari magazines di moda e cura lo stile di numerosi Vip, confermandosi uno dei personal stylist tra i più creativi del momento.


Luca Boiocchi con Le Donatella
Luca Boiocchi con Le Donatella



Le sue consulenze da personal stylist sono richiestissime e stanno diventando sempre più un must per chi vuole stare al passo con le ultime novità dalle passerelle. «Non ho competitor in Italia, è vero – ammette con semplicità e senza la minima traccia di arroganza –. Alle spalle, però, ho molti anni di rodaggio»
Il 90 per cento delle aziende con le quali Luca Boiocchi collabora sono aziende di moda, il suo primo amore, ma si fanno ormai sempre più frequenti le proposte da parte di marchi di accessori, tecnologia, addirittura nel settore food, tant’è che la rivista Good Life gli ha dedicato una copertina.


Luca Boiocchi con Gianluca Vacchi
Luca Boiocchi con Gianluca Vacchi



– Luca, come è nata la tua figura professionale nel mondo della moda?


E’ nata nel 98, cominciai come commesso a dire la verità, in un famoso negozio in centro a Milano, davanti al Duomo, ma fin da subito bello ambizioso, sono riuscito a diventare responsabile del negozio occupandomi più della parte visual fino a diventare vetrinista. Poi in quegli anni mentre ero docente alla UpToDate Fashion Accademy, facendo le mie ricerche per essere sempre aggiornato, sono venuto a contatto con questa parola “il Personal Stylist”; erano gli anni di Britney Spears, Robin Williams per intenderci, e sono rimasto completamente affascinato da questa figura che seguiva a 360 gradi questi personaggi, in tutto e per tutto. Incuriosito, mi sono subito attuato per aggiornarmi ed evolvermi in quello che oggi è il mio attuale lavoro.


– Chi sono i tuoi clienti?


Come Personal Stylist lavoro con uomini o donne che vogliono andare a colpo sicuro con un outfit adatto per la loro occasione speciale o semplicemente sentirsi a proprio agio tutti i giorni con un look giusto, ribadisco a 360 gradi, dall’outfit al lifestyle, quindi persino alla scelta dell’automobile per esempio. Ho iniziato con persone facoltose ma non famose, poi nel tempo, facendo parecchie interviste e apparizioni in tv dove spiegavo il mio ruolo, sono stato contattato anche da personaggi del mondo dello spettacolo, politici e dello sport, calciatori in primis.


– Luca, come si fa a consigliare una persona su “come vestirsi”?


Non è facile, ma se poi il risultato è buono, paga. Soprattutto perché il “cliente” ha un buon risultato in termini di immagine e di soddisfazione personale. Il mio modo di lavorare parte prima di tutto dalla conoscenza del mio cliente. Conoscere a fondo la sua personalità, i suoi gusti ed anche i suoi “difetti”, mi consente di capire quale capo di abbigliamento, accessori e stile potrebbe aiutarlo a rafforzare la propria immagine e a presentarsi in pubblico in maniera “vincente”.
Grazie poi alla mia attività in showroom riesco a percepire prima di altri le nuove tendenze e le mode che il mercato nazionale ed estero ha pensato per le stagioni successive, questo è un grande vantaggio per il mio lavoro di consulenza di stile. Perché gli attribuisce sempre una marcia in più.



– Potresti farci un esempio?


Molte volte è l’accessorio che fa la vera differenza nel look di una persona. Si può apparire con un’immagine ed uno stile vincente e forte anche solo grazie ad un dettaglio, se questo è quello giusto. Non per forza essendo estroversi. Un dettaglio prezioso o vintage insieme a capi di abbigliamento più semplici, può avere un grande impatto e dare all’immagine e allo stile di una persona quel quid che ne rafforza l’immagine ed il look.


Luca Boiocchi nel suo Showroom
Luca Boiocchi nel suo Showroom



– Cosa vogliono gli uomini moderni?


L’uomo di oggi è molto aggiornato, curioso ma soprattutto vanitoso; vuole vestirsi bene nell’ambiente lavorativo e vuole sempre essere al passo con i tempi e desiderato. Ma c’è uomo e uomo. L’uomo “giusto” ricerca la qualità dei capi, possiede un guardaroba essenziale ma di qualità, per questo uomini e donne sono estremamente diversi, per la donna la parola “essenziale” non esiste!


– Lavorando da tantissimo tempo in questo mondo sicuramente hai visto la moda cambiare nel tempo, cosa ne pensi di queste nuove figure come i Blogger e gli Influencer?


Bella domanda… Mi è già stato chiesto parecchie volte. Personalmente conosco parecchi blogger, soprattutto quelli che vanno di più al momento; è un lavoro che da quando sono nati i social sta prendendo sempre più piede, la figura del blogger è nata oltreoceano con l’esperienza dei giornalisti che facevano ricerca nel proprio settore, ricordiamo che il blogger può essere di moda, food, travel ecc… Qui in Europa la figura del blogger si è trasformata, soprattutto nella moda, come una vera e propria vetrina dove ragazzi e ragazze mostrano dei look “fai da te” con lo scopo di raggiungere followers e popolarità. Personalmente sono contento che esista questo movimento, d’altra parte mi dispiace che negli ultimi due anni, ti faccio l’esempio dell’Italia, leggevo su un noto quotidiano, ci sono 221.000 blogger solo nel nostro paese; in sostanza la maggior parte di queste persone sono improvvisati, gente che non ha mai studiato, legge informazioni dalla rete e poi ripropone in vetrina in maniera più o meno corretta la propria visione, per non parlare poi di quelli che per far la marchetta al brand mettono su outfit o accessori improponibili. Lo si può fare costruendo un outfit non forzato ovviamente, ma in quel numero esorbitante sono davvero pochi a riuscirci… Io credo che le aziende dovrebbero dare senso solo a chi ha senso.


Luca Boiocchi nel suo Showroom
Luca Boiocchi nel suo Showroom



– Qual’è il capo o l’accessorio di cui non puoi fare proprio a meno?


Il mio accessorio indispensabile è il cappello. Nei primi del ‘900 era simbolo di eleganza, si usava nel tempo libero come per le cerimonie. Nato come copricapo per le intemperie, poi è diventato importante per uso estetico e dal valore sociale, in quanto storicamente differenziava i ceti. A me piace perché è elegante e completa il look.


– Qualche tips per l’uomo moderno?


Per chi mi segue sui miei canali social, sono un amante del Dandy Style, mi piace molto questo uomo un po’ British ma non necessariamente troppo eccentrico, mi piace molto il dettaglio della cipolla (l’orologio con catenina), la scarpa importante, una bag di un bel pellame, il papillon magari in legno. Secondo me la bretella tornerà aggressiva, è ciclica come cosa, come molti capi nella moda, già ora si comincia a notare ma sono sicuro che tornerà prepotentemente nel mercato, sarà un Musthave.


Luca Boiocchi con Mariano Di Vaio
Luca Boiocchi con Mariano Di Vaio



Luca Boiocchi nel suo Showroom
Luca Boiocchi nel suo Showroom


 

Al Pascià dal 1906 – La storia della pelle made in italy

A Milano, nel cinquecentesco Palazzo Casati Stampa di via Torino al 61, da più di un secolo, si trova il negozio Al Pascià.


Al Pascià ha ottenuto il riconoscimento di “negozio di storica attività” dalla Regione Lombardia e di “Bottega Storica” dall’Amministrazione Comunale in segno di apprezzamento per l’attività svolta da oltre cento anni nella città di Milano.


E’ un quesito vecchio come il mondo: l’accessorio “giusto” riesce a conferire maggior completezza ad un outfit? Da un lato un elemento ben confezionato dona all’uomo un’aura di determinazione e sicurezza; dall’altro carisma e autenticità traspaiono con forza anche al di là delle apparenze. Una persona carismatica, ottiene un effetto ancor più dirompente quando si impegna ad avere un aspetto curato, affidabile e professionale. Non è, quindi soltanto questione di capi d’abbigliamento, bensì un’accurata ricercatezza dei dettagli della psicologia dell’abbigliamento.


Pelleteria Al Pascià
Pelleteria Al Pascià



Jackie Kennedy diceva che la borsa è un accessorio imprescindibile sia per la sfera femminile, che quella maschile. A questo proposito la borse AP COLLECTION – Al Pascià, sono state create appositamente per rispecchiare l’affermazione di questa grande donna.
La collezione Al Pascià, offre soluzioni per le più svariate categorie di persone: dal gentleman moderno all’uomo d’affari, piuttosto che la teenager che sfoggia una pochette ad un evento mondano oppure la coppia di amici che passa un weekend fuori porta.
Bag, pochette, porta PC e shopper personalizzabili in quanto la linea offre più opzioni per rendere unico il prodotto.


Pelletteria Al Pascià
Pelletteria Al Pascià



NOVITA’ DI STAGIONE


Da quest’anno la chiusura a ricciolo rappresenta il dettaglio portante della collezione, disegnata dal team Al Pascià e realizzata interamente a mano da artigiani italiani specializzati che si occupano di seguire in ogni passo la produzione di tutta la pelletteria del brand.


Portafogli in pelle pregiata con chiusura a ricciolo
Portafogli in pelle pregiata con chiusura a ricciolo



Per esempio i portafogli in nappa pregiata di vari colori, sono dotati di due strisce di pelle che aderiscono al corpo dell’accessorio per mezzo di un automatico nascosto.
Non può mancare nel lifestyle di un gentleman il porta sigari in pelle che Al Pascià ripropone in una versione elegante ma dalle linee semplici: mono sigaro o con più posti.
Graffiante invece la nuova linea Curvy Gilet, di porta pipe in pelle dai colori vivaci ad un prezzo smart.


Porta Pipa in Pelle - Al Pascià
Porta Pipa in Pelle – Al Pascià



Porta mezzo toscano in Pelle - Al Pascià
Porta mezzo toscano in Pelle – Al Pascià

SPFW TRANS N42

Precedentemente chiamata San Paolo Fashion Week primavera/estate e autunno/inverno, la settimana della moda più gettonata di quest’anno in America Latina ha deciso di seguire le tendenze mondiali, è diventata SPFW TRANS N42.


La parola TRANS è stata inclusa nel nome per accentuare questo momento di transizione e trasformazione, oltre al fatto che le sfilate cominciano con il trend “vedere ora, acquista ora”, un’ altra moda delle sfilate di dare al visitatore la possibilità di acquistare allo stesso tempo alcuni dei modelli visti in passerella.


Questa edizione della SPFW TRANS N42 ha voluto anche la presenza di due mostre fotografiche, una intitolata “La costruzione dell’immagine” del designer Lino Villaventura, in collaborazione con il fotografo Miro, e la mostra “Essenza” con le fotografie di Rodrigo Bueno.


Nel 2000 la SPFW è stata la prima settimana della moda a trasmettere in diretta su internet le sue sfilate, sono 22 anni di trasformazione, è stata anche la prima settimana della moda ad adottare il modello Carbon Free, abbracciando il tema della sostenibilità.


Ora vediamo cosa hanno proposto i designers brasiliani.


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Cotton Project


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Osklen


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Osklen


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Joao Pimenta


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Joao Pimenta


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Ratier


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Ratier


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Iodice


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Iodice

Robert Redford : nato nell’anno degli Uomini Alfa

Andiamo verso la stagione autunnale e mi sembra doveroso consigliare agli uomini che vogliono farsi ispirare dalle vere icone di stile, un capo reso celebre da un certo signore, Robert Redford.
Il capo in questione è il Caban, un classico intramontabile, il cosiddetto giaccone da marinaio, diffuso ampiamente fra la gente di mare, pescatori e marinai, fin dal Settecento, dal Nord Europa al Nord America. In panno blu abbastanza pesante (circa 800 gr), presenta questi dettagli classici:


– doppiopetto con sei grossi bottoni;


– ampi revers che si possono chiudere e allacciare con un sottogola;


– maniche a giro;


– due tasche scaldamani verticali;


– linea dritta, confortevole;


– lunghezza a metà coscia.


Robert Redford - Caban
Robert Redford – Caban



Robert Redford - Caban
Robert Redford – Caban



Il 18 agosto del 1936 nasceva Robert Redford, uno degli attori e registi più carismatici e talentuosi di sempre, aiutato anche da un fascino che non passava inosservato… occhi azzurri, capelli biondi e un viso spigoloso che ancora oggi riscuote tanto successo, malgrado qualche ruga e la chioma imbiancata.
È facile dirlo adesso, ché è arrivato a 80 anni e quindi è ovvio tirare le somme, ma i tipi alla Robert Redford sembrano nati per contraddire e per avere, alla fine, sempre ragione loro. Sarà che è nato in un anno da uomini alfa, il 1936, lo stesso di Papa Francesco e di una pletora di fondatori di imperi. Sarà che al cinema ha messo assieme un bel campionario di outsider, personaggi ben determinati a smontare il sistema (da “La stangata” a “I tre giorni del Condor”). Sarà che viene da una famiglia scozzese-irlandese, ma il punto è: in quanti, Redford a parte, sarebbero riusciti ad impiantare un festival cinematografico sotto la neve dello Utah, nella terra dei Mormoni, una cosa nata con 13 volontari e che oggi attira 50 mila spettatori?


Robert Redford
Robert Redford



Redford possiede il fascino della sua terra, la California: indomito, primordiale, ribelle. Un luogo insieme elitario e popolare, con un’atmosfera incomparabile che nasce da un tormento interiore, impetuoso come le onde marine e il vento che smuove le cime dei pini marittimi. Robert Redford è l’esponente perfetto di un’estetica senza fronzoli e orpelli, che si nutre dell’essenziale, donando una luce particolare e personale ad ogni cosa.
In gioventù visse un periodo turbolento: figlio di una casalinga e di un lattaio, quando la madre morì, all’età di 19 anni decise di sperimentare la vita bohèmienne degli artisti europei, girando per l’Italia e la Francia. La delusione scaturita da questa esperienza fu così forte che tornò negli Stati Uniti e dopo l’incontro con la prima moglie, smise di bere e si iscrisse nel 1958 al “Prat Institut” di New York per studiare arte. Nello stesso anno uno dei suoi professori gli affidò il primo ruolo a Broadway e nel 1962, dopo alcune esperienze televisive, fece il suo debutto cinematografico come protagonista in “Caccia di Guerra” per la regia di Denis Sanders.


Robert Redford
Robert Redford



Robert Redford
Robert Redford



Consapevole del suo aspetto, estremamente americano, da ragazzo della porta accanto, è riuscito con il tempo a trasformarlo in un punto di forza, con un tocco di ironia che ha permeato ogni suo personaggio, anche quelli più drammatici. Robert Redford sapeva di essere un cliché vivente, la versione a tre dimensioni del nebuloso “sogno americano”, e su questo lavorava e attraverso questo si divertiva a stravolgere stereotipi e a demolire certezze. Cominciando dallo stile, del tutto diverso da quello che ci si sarebbe aspettati da un uomo con la sua fisicità e la sua presenza: un po’ British, un po’ reporter d’assalto, composto da giacche e berretti di tweed abbinati a jeans leggermente scampanati, completi sartoriali con camicie sportive, occhiali da aviatore con lenti fumé.


Robert Redford
Robert Redford



Robert Redford
Robert Redford



Robert Redford
Robert Redford



Nei suoi film, dava il meglio di sé nelle vesti di gentiluomo rampante, un po’ sprezzante, come il personaggio che interpretò ne “Il Grande Gatsby” nel 1974, vestito interamente da Ralph Lauren con abiti su misura e come non ricordarlo nei panni di John Gage in “Proposta Indecente” con la stupenda Demi Moore.


Robert Redford - The Great Gatsby
Robert Redford – The Great Gatsby



Robert Redford e Demi Moore - "Proposta Indecente"
Robert Redford e Demi Moore – “Proposta Indecente”



Non si può far finta di non vedere.
La moda maschile di questi tempi è zeppa di citazioni prese dal passato. Il lascito è evidente come un tratto genetico. Dal peacoat stile Robert Redford nei “Tre giorni del condor”, al giubbotto di James Dean in “Gioventù bruciata”. E poi il cappotto cammello di Richard Gere in “American Gigolò”, al berretto sempre di Redford nella “Stangata”. Uno stile cha fa venir voglia di aprire i bauli e tirare fuori pezzi d’epoca. Vintage va bene, anche perché potrebbe dare quel quid in più di personale allo stile, che stuzzica la sensibilità (modaiola) femminile, ma non bisogna esagerare. Altrimenti si rischia di sembrare un simpatico signore agé in gita a Las Vegas.
Banditi gentiluomini, miliardari libertini, giornalisti, cacciatori: Robert Redford ha dato volto e stile alle icone maschili di tre generazioni.


Robert Redford - "Proposta Indecente"
Robert Redford – “Proposta Indecente”



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Gucci: ora l’uomo indossa le ballerine

Ha monopolizzato l’attenzione della Milano Fashion Week: con il suo stile eccentrico e retrò, è impossibile non amare Alessandro Michele. Ma il nuovo direttore creativo di Gucci non lesina in stravaganza: a sfilare alla Milano Moda Uomo è stato un uomo che ai piedi sfoggia delle inedite ballerine declinate in chiave maschile.

Dandy ed efebico, stravagante ed irriverente, l’uomo Gucci ha sorpreso tutti con ballerine che ricordano molto da vicino quelle sfoggiate dalle donne. Colori fluo e lacci sul collo del piede, le ballerine per lui stanno facendo molto discutere gli addetti ai lavori e i fashion addicted: ci si interroga sull’effettiva necessità di tale scelta stilistica mentre imperversa il più ovvio dibattito circa la totale perdita di virilità dell’uomo presentato sulle passerelle.

Le ballerine, emblema dell’eleganza femminile, simbolo del bon ton, rappresentano da sempre uno stile evergreen che fa subito pensare ad Audrey Hepburn e a certe icone degli anni Sessanta: ma cosa succede se è l’uomo ad indossarle, rubandole al guardaroba di lei? Il dibattito resta aperto. Ma agli occhi dei più la scelta di Alessandro Michele appare azzardata.

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Le ballerine per uomo viste in passerella da Gucci (Foto: Grazia.it)


ballerine uomo gucci
L’uomo Gucci by Alessandro Michele sfoggia delle ballerine rubate al guardaroba di lei


(Foto cover Deejay)




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Paul Smith omaggia Bob Marley e inneggia alla pace

Ha sfilato nell’ambito della Paris Fashion Week il fascino british firmato Paul Smith. Una Primavera/Estate 2017 all’insegna del colore: una full immersion nelle nuance caraibiche, per una collezione che non disdegna i colori fluo: dall’arancio al giallo canarino fino al verde mela per giacche dal taglio sartoriale e camicie.

Ironico e frizzante, l’uomo Paul Smith avanza sulla passerella come fosse direttamente uscito da un’ambientazione giamaicana: e proprio sulle note di Bob Marley che prende vita una sfilata ricca di suggestioni. E accanto alla stampa caleidoscopica che ricorda l’arcobaleno è onnipresente su bluse e profilata nei dettagli, ecco sbucare da ogni dove il simbolo della pace, che sembra costituire il leit motiv dell’intero défilé: lo ritroviamo nelle cinture come logo stampato all over.

Tra jeans ricamati e tute da lavoro che sembrano rubate alla working class ecco la sartorialità tipica del brand inglese, con completi classici sapientemente sdrammatizzati attraverso le nuance fluo. Torna prepotentemente alla ribalta un must have evergreen della stagione estiva: il pantalone bianco, da indossare qui coordinato a capi coloratissimi. Ai piedi dell’uomo Paul Smith ironiche espadrillas anch’esse declinate nei colori dell’arcobaleno.

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Stampe tropicali imperversano tra decorazioni floreali e denim all over. Audaci ed iconiche le nuance scelte, tra un tartan in chiave Seventies e citazioni tecno. L’uomo visto da Paul Smith è ricco di verve e personalità e affronta la stagione estiva con classe ed eleganza, in bilico tra passato e presente.

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(Tutte le foto sono tratte da Madame Figaro)


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Ha sfilato a Parigi la Primavera/Estate 2017 firmata Ann Demeulemeester: un défilé ricco di suggestioni, dal gotico ad un inedito romanticismo vissuto in chiave dark. Sébastien Meunier, direttore creativo della maison, sembra proprio aver lasciato il cuore in questa collezione: e proprio il cuore diviene simbolo che, attraverso un sapiente uso di immagini iconiche, va ad impreziosire bluse e top.

La frase “I am red with love” diventa motto della collezione: lo ritroviamo ovunque, stampato su cardigan come una bandiera, o appena accennato, come un dettaglio, che fa capolino tra le maniche di lunghe casacche. In nome dell’amore, si potrebbe dire. Ma l’immaginario punk-rock a cui il brand ci ha da tempo abituati non viene scalfito dai cuori.

Sfila un uomo selvaggio che si perde dentro seta e chiffon dal piglio delicato, sapientemente smorzato dai pantaloni aggressivi. Non mancano perle e foglie, indossate su collane che rendono l’uomo Ann Demeulemeester quasi efebico, un eroe romantico degno del miglior romanzo ottocentesco. Suggestioni army-chic sbucano tra le giacche militari e le cinture avvitate che esaltano il portamento.

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La camicia bianca viene declinata in chiave vittoriana, perduta dentro stratificazioni e un riuscito costruttivismo. Eleganza classica e sofisticata dal retrogusto ribelle e scanzonato, per l’uomo che calca la passerella. Meunier, alla guida della maison dal 2014, sembra in bilico tra il rispetto dei codici tipici della maison ed un’urgenza impellente di dare sfogo alla propria personalità e al proprio estro, che in questa collezione vengono fuori in mirabile equilibrio con la tradizione.

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(Tutte le foto sono tratte da Madame Figaro)


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Doriani Cashmere al Pitti Uomo 90

Al Pitti90 un tocco Hi-tech alle eleganti proposte Doriani Cashmere per la P/E 17

Lo stile Doriani per la primavera-estate 2017, conferma la filosofia di “cashmere appeal” che il marchio sviluppa per comunicare un concetto di qualità, abbinata ad un’ampia palette di colori per un’eleganza unica e contemporanea.

Il marchio che ha fatto del colore e dell’eccellenza produttiva una filosofia di prodotto, presenta per la P/E 17 molteplici colori e filati pregiati con un occhio alle nuove tecnologie.
Accanto ai classici toni del marchio, si nota una forte presenza del colore verde nella tonalità green bottle e del marrone medio.
Il protagonista della nuova stagione è il Denim, versatile e comodo che viene proposto anche con particolari stampe fiorate.

Doriani Cashmere
Doriani Cashmere


 

Per la stagione estiva, vengono proposte varie combinazioni di filati per ottenere un effetto light, realizzando capi in cashmere super leggeri: modelli in seta e cashmere estremamente morbidi, con effetto pettinato per il 70% cashmere e 30% seta, al contrario, per un effetto cardato.
L’abbinamento con il cotone è perfetto per i momenti di eleganza dégagé, comodo e raffinato.

Le molteplici combinazioni sono disponibili in oltre 40 colori e fino a 20 modelli di pull, dal girocollo alla felpa con cappuccio staccabile. L’expertise Doriani Cashmere nella lavorazione dei filati si tramanda da oltre 40 anni, utilizzando metodi di produzione d’avanguardia per esaltare la naturalezza del capo.

Doriani Cashmere
Doriani Cashmere


 

Tra le nuove tecnologie inserite nella lavorazione dei capi, la wash&wear delle wind jacket, un must del brand, in nuovi materiali traspiranti ed impermeabili; la stessa tecnologia viene applicata anche sulle polo e le camicie in piquet super light dove per la stagione estiva si fanno largo fantasie liberty.

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Doriani Cashmere


 

Doriani Cashmere è ricco di proposte per un total look maschile e tra le numerose novità elencate, troviamo una nuova linea di calzature casual e sneaker, perfette per i momenti di relax, in suede e cervo che grazie ad uno speciale trattamento risultano impermeabili.

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Doriani Cashmere


 

Infine, per la stagione calda, non potevano mancare i costumi da bagno, anche questi trattati con una particolare tecnologia brevettata, che consente un’asciugatura immediata appena usciti dall’acqua, e gli occhiali da sole, totalmente Made in Italy, realizzati a mano con lenti infrangibili ed antigraffio con una montatura in resina di ultima generazione, proposti in ben 18 varianti.

Doriani Cashmere
Doriani Cashmere


Pitti Uomo 90° Compleanno

Pitti Uomo quest’anno Festeggia il suo 90° compleanno. E’ la Kermesse fiorentina completamente dedicata alle nuove tendenze per la moda uomo.

In questa edizione vediamo un uomo moderno e sempre più informale ma allo stesso tempo sofisticato.

Il tema di Pitti è stato Pitti Lucky Numbers, raccontato attraverso i numeri e la loro simbologia, la qualità estetica e grafica.

Ecco… vediamo cosa sarà e non di tendenza per la primavera / estate 2017.

In anteprima al Pitti, un nuovo brand per tradurre una filosofia in tre collezioni: Be The Bridge, Be Black! Sono tre linee destinate a lasciare il segno: B_Rec Collection, B_Hydro Collection e Be_Go Collection.

Propongono Accostamenti di materiali insoliti ma dirompenti e giovani, cuoio e pelle abbinati a tessuti naturali o mixati a materiali tecnici come il canvas spalmato o il pet riciclato, sempre nell’ottica del rispetto dell’ambiente e dell’ecosostenibilità.

Nella nuova collezione di accessori di The BridgeTotal Black”, possiamo vedere i dettagli super curati e pieni di raffinatezza che hanno la funzionalità estrema di assecondare tutte le necessità del viaggiatore urbano e frenetico.

TheBridge_B_GO
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TheBridge_B_Hydro
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Se sei alla ricerca della sartoria di alta qualità non potete non apprezzare la bellissima storia di Barba, nata nel 1965 in un piccolo studio artigianale da Antonio Barba.

Con una reputazione internazionale di più di 20 anni. La camicia Barba parla su un stato che va al di là della necessità di indicare le tendenze nella moda. La sua originalità e l’autenticità senza tempo è per la qualità che si fonde ad un tessuto tagliato nella continua ricerca dell’innovazione.

Con il suo sviluppo del business per un marchio internazionale di lifestyle, Barba aggiunge il concetto di total look per la produzione di pantaloni sia in denim che in cotone, giacche, maglieria, biancheria intima, accessori, calzature, camicie e pantaloni anche per la donna.

Il loro processo di realizzazione si basa su decenni di conoscenze e competenza nella sartoria di alta qualità.

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Barba Napoli Company


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Barba Napoli Company


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Barba Napoli Company


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Barba Napoli Company


Già per gli ammanti degli accessori sofisticati come pochette da taschino, Fefè propone una collezione rivisitata in chiave moderna, rivoluzionante nello stile, nella presentazione e nell’essenza. Una collezione di qualità elevata abbinata a colori e design innovativi.

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Fefè


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Fefè


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Fefè


Con un secolo e mezzo di tradizione , passione e qualità c’é Campanile che ha iniziato il suo percorso dietro ad un piccolo laboratorio artigianale nel rione sanità.

le sue impronte sono quelle di seguire le tendenze che cambiano di continuo, però restando sempre fedeli alla tradizione.

La loro impronta è quella di entusiasmare i loro clienti con un prodotto di qualità completamente artigianale.

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Campanile


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Campanile

Sfila a Parigi il gioco delle silhouette firmato Balenciaga

Da Balenciaga occhi puntati sul nuovo direttore creativo Demna Gvasalia, che debutta alla Paris Fashion Week con la sua prima collezione di menswear per la celebre maison. La Primavera/Estate 2017 firmata Gvasalia parte con irresistibile humour britannico: le proporzioni over conferiscono ironia e brio a capispalla e panciotti, la cui classicità viene sapientemente sdrammatizzata.

La parola d’ordine è sartorialità. E proprio dal tailoring il nuovo direttore creativo intende partire, in una sorta di continuità con l’identità primigenia della maison: «Cristobal era un sarto. E mi sembrava giusto iniziare dal tailoring», così si è espresso Gvasalia, «ma non in una percezione classica perché Balenciaga è sinonimo di sperimentazione nelle silhouette e nelle forme. E nella realizzazione, rimettendo tutto quello che deve esserci nelle giacche».

Nella location scelta, una scuola gesuita con vista sui tetti di Parigi, ecco uno spettacolo curioso destinato a non lasciare indifferenti. Largo a capi sartoriali dalle suggestioni couture esasperate però dalle dimensioni rigorosamente oversize. Antico e moderno si fondono, per un’eleganza scanzonata e ribelle. I pantaloni in principe di Galles divengono ora dei bermuda, gli stivali da equitazione e i calzini alti rivelano un’attenzione al dettaglio. Classicismo e dandismo dominano il guardaroba di un gentleman country. Tuttavia il piglio ironico e scanzonato scade in un mood schizofrenico lasciando visibilmente perplessi quando, attraverso un coup de théâtre inatteso, le proporzioni fino a quel momento over divengono improvvisamente slim.

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Nessuna via di mezzo, banditi i chiaroscuri: si alterna senza sosta sulla passerella il gioco delle silhouette. Se le spalle dei primi cappotti sono over, quasi robotiche, in un costruttivismo esagerato, ecco poco dopo l’effetto slim di completi con pantaloni skinny. Un gioco di architetture e visioni bidimensionali alterna, quasi in un caleidoscopio, volumi teatrali a capi stretch. Non entusiasmano gli accessori, occhiali da sole basic e sciarpe ricamate, mentre gli stivali zeppati sono rubati al guardaroba di lei. I pantaloni hanno la vita alta e il fondo elastico e si indossano con giacca Harrington.

La palette cromatica sembra indugiare inizialmente su nuance neutrali come il beige e il nero, salvo poi sbocciare in cromie scure e pesanti, come il rosso cardinalizio e il viola papale. Non mancano velluti e broccati, accanto a stampe jacquard e ad una certa severità quasi ecclesiale. Dalle tasche dei capi sartoriali fa capolino il biglietto da visita “Balenziaga”: ironia e serietà si rincorrono ed è difficile decretare chi avrà la meglio. Di certo non manca la personalità.

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(Tutte le foto sono tratte da Madame Figaro)


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