La colpa fa la sua comparsa nella storia. E, con la colpa, le tragiche conseguenze che da quel momento accompagneranno la vita delle singole persone e dell’umana società. Per i credenti il peccato è allontanamento da Dio, cioè allontanamento dalla luce, dalla vita, dalla verità e dalla giustizia.
Il dipinto di Masaccio, nella chiesa fiorentina del Carmine, esprime con una potentissima sintesi questo dramma che si colloca all’origine. È il peccato originale, il primo della storia, che è anche il modello esemplare di ogni altro peccato.
L’affresco riecheggia le dolorose parole della Bibbia: Adamo ed Eva improvvisamente presero coscienza di essere nudi, cioè assolutamente poveri e fragili, privi della grazia di Dio ed esposti a sprofondare in quel baratro dal quale la mano del Creatore li aveva preservati.
La tragedia delle origini si manifesta in un’atmosfera cupa e pesante, su uno sfondo arido e oscuro. L’uomo e la donna hanno perso la loro primitiva bellezza e si riducono a essere delle larve. Eva apre la bocca come una ferita ed esplode in un urlo selvaggio carico di dolore e di disperazione. Adamo abbassa il capo e, poggiando i piedi su una terra ormai diventata ostile, si avvia sulla strada della vergogna. Coloro che Dio aveva creato a sua immagine e secondo la sua somiglianza sono ridotti al livello di una realtà inerte e brutale.
La scena, nella sua essenzialità, è dinamica e fortemente emotiva anche grazie ad una energica illuminazione che modella i corpi dei nostri Progenitori e li definisce in forme statuarie. Il peccato di Adamo ed Eva si trasmetterà all’intera famiglia umana.