Galleria Vittorio Emanuele II: Chanel prende il posto di Viganò

Novità in dirittura d’arrivo all’interno della Galleria Vittorio Emanuele II di Milano. La maison di lusso francese Chanel, prenderà infatti il posto della storica boutique Viganò: l’azienda di accessori e cappelli di lusso, situata al piano terra della struttura, abbandonerà a breve gli spazi occupati fin dal lontano 1919.

La giunta comunale di Milano ha approvato l’ingresso del marchio ponendo però una condizione fondamentale: l’aumento del canone che di fatto passerà da 129.300 annue di Viganò (alle Botteghe Artigianali viene applicato il 10% di sconto) a 314mila di Chanel, con l’obiettivo di incrementare gli introiti della Galleria.

Con questa operazione la redditività del monumento è destinata inevitabilmente ad aumentare. Queste manovre commerciali hanno permesso, infatti, di elevare le entrate per milioni di euro nel corso degli anni; basti pensare che nel 2011 la Galleria era riuscita ad incassare la modica cifra di 11 milioni di euro e che attualmente i canoni introitati ammontano a 27 milioni di euro.

 

La boutique Viganò lascia il posto a Chanel
La boutique Viganò lascia il posto a Chanel

 

 

L’assessore al demanio Daniela Benelli ha così commentato l’accordo: “Ricordo tra l’altro che le maggiori risorse della Galleria vengono investite nei quartieri popolari, in particolare per la manutenzione ordinaria delle case. E non dimentichiamo l’importante contributo dei privati che, con risorse proprie, contribuiscono al recupero e alla manutenzione del complesso monumentale. Mi auguro che anche con Chanel si possa aprire un dialogo su questo.”

Con Chanel, che fiancheggia Prada, Louis Vuitton, Gucci, Tod’s e Borsalino, la galleria incrementa la lista di nomi eccellenti al suo interno e si veste di lusso sfrenato.

Series 4: la nuova campagna pubblicitaria SS16 di Louis Vuitton

Nomi eccelsi, quelli scelti da Nicolas Ghesquière (direttore artistico delle collezioni donna della maison francese Louis Vuitton) che ha affidato la campagna pubblicitaria spring/summer 2016 a fotografi di fama mondiale come Bruce Weber e Juergen Teller e al creatore di videogiochi e manga giapponesi Tetsuya Nomura di Square Enix, ideatore di Lightning: l’eroina di Final Fantasy che per l’occasione diventa modella per Louis Vuitton.

 

L'Eroina Lightning modella per Louis Vuitton
L’Eroina Lightning modella per Louis Vuitton

 

 

Series 4 è una campagna che tocca l’estremo della realtà e si trasfigura nel mondo virtuale: “L’estetica virtuale del video-game è chiaramente predominante in questa collezione. Lightning è l’avatar perfetto di una donna-eroina globale in un mondo in cui i social network e le comunicazioni sono intrecciati in modo indissolubile alle nostre vite. È anche il simbolo di un nuovo processo pittorico. Com’è possibile creare un’immagine che vada al di là dei principi classici della fotografia e del design? Lightning rappresenta una nuova era dell’espressione”.

Un’accurata spiegazione, quella di Ghesquière che ha scelto la sofisticata tecnologia virtuale per raccontare una collezione composta fra le molteplici proposte da giacche biker bicolore, bluse ricamate, gonne in popeline di cotone, collane rigide dal forte richiamo al mondo dei videogiochi e sandali platform.

 

Jaden Smith fotografato da Bruce Weber
Jaden Smith fotografato da Bruce Weber

 

 

La trilogia di Series 4 vede anche la presenza di Jaden Smith, figlio del celebre attore americano Will Smith, fotografato da Bruce Weber. Smith è stato scelto perché “Rappresenta una generazione che ha assimilato i codici per la vera libertà, una generazione libera da proclami e domande sulle questioni di genere. Indossare una gonna gli viene naturale proprio come accadeva molti anni fa alle donne, quando si sono concesse di indossare un trench maschile o un tuxedo. Jaden trasmette un messaggio molto interessante sull’integrazione di un guardaroba globale. Ha trovato un equilibrio stilistico naturale che rende la sua straordinaria attitudine una nuova norma. E questo mi ha molto ispirato nel disegnare questa nuova collezione.

 

L'attrice coreana Bae Doona immortalata da Juergen Teller
L’attrice coreana Bae Doona immortalata da Juergen Teller

 

 

Infine, sembrano sospese nel cielo blu di Miami, le modelle che Juergen Teller ha voluto catturare con il suo obiettivo, tra queste, l’attrice coreana Bae Doona, così raccontata dallo stilista francese: “Ho scoperto l’attrice coreana Bae Doona nel film d’azione di fantascienza The Host. Mi ha colpito il suo carattere e la sua misteriosa bellezza. In tutti i suoi film interpreta personaggi molto particolari: da un campione di tiro con l’arco a un pugile esperto (nella serie TV di fantascienza Sense8), o nel ruolo di una bambola gonfiabile (in Air Doll). Mi affascina la sua bravura nell’incarnare ruoli diversi e la sua immagine mi ha ispirato molto nella creazione di questa collezione. Irradia forza e sensibilità artistica, valori preziosi alla Maison.”

Sia la campagna che i film, sono disponibili sul sito del brand e sulla app Louis Vuitton Pass.

Louis Vuitton P/E 2016: manga e hi-tech

La collezione Louis Vuitton Primavera/Estate 2016 è un’esplosione di hi-tech. La celebre maison francese si apre al digitale e vede sfilare in passerella un’eroina dei manga: sembra uscita direttamente dal videogioco cult degli adolescenti, “Mine Craft”, la guerriera futuristica che calca la passerella tra luci cibernetiche, giochi di neon e maxischermi.

Alla Fondazione Louis Vuitton la mirabile scenografia firmata Es Devlin, pluripremiata set designer britannica, ricorda le atmosfere di Matrix: una realtà fantascientifica viene ricreata sulla passerella, che accoglie principesse degli anime dai lunghi capelli rosa e dai diademi cibernetici. L’hi-tech si mixa al monogramma tipico della maison, per una collezione dalle suggestioni cyber-punk.

La pelle è protagonista, per top, minicappe, gilet: il monogramma della maison diviene must-have incontrastato, per nuove rivisitazioni futuriste.

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Stratificazioni e stampe optical, il Giappone e Internet regnano nella collezione di Nicolas Ghesquière, che ha più volte sottolineato come la frontiera del digitale sia ormai una realtà consolidata entrata di diritto a far parte della nostra quotidianità. Bermuda e pantaloni, collier tribali e pelle declinata in chiave manga, tra chiodi rosa e tute, per una donna bionica.

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La tecnologia è il fil-rouge della sfilata, a partire dalla colonna sonora, firmata Daft Punk e presa in prestito dal film “Tron Legacy”. Il logo LV ora è borchiato e digitalizzato, mixato ad altre fantasie, per inedite stampe patchwork, in un mood alla Blade Runner: tra 3D all over ed accessori che ricordano i meteoriti, con Louis Vuitton entriamo nel futuro della moda.


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Eleganza dandy per la notte

Eccentrico, elegante, intellettuale, snob, nostalgico, sprezzante, superiore, esteta, anticonformista, indifferente, raffinato, questi gli ingredienti del dandy dal lontano ‘ 700 ad oggi.

Il dandy, il cui motto è “vivere la vita come fosse un’opera d’arte” è il ricercatore dell’estrema eleganza e perfezione, dall’atteggiamento allo stile di vita, dal culto dell’intelletto alla cura nel vestire.


Oscar Wilde, Charles Baudelaire, il conte Montesquiou de Fezensac, Gabriele D’Annunzio e primo tra tutti George Bryan Brummel, i dandy più famosi della storia. Fu proprio il lord George Bryan Brummel detto “il bello” ad istituire la moda del “dandy”, inserendo l’uso dei pantaloni lunghi a tubo, delle giacche da frac, delle cravatte bianche inamidate e delle vestaglie e giacche da camera. Non solo eleganza in società quindi, ma cura e ricerca estetica anche per la notte, la stessa cura che il brand Villa Delmitia valorizza per portare il lusso all’interno di casa.

Le collezioni Villa Delmitia sono destinate ad un pubblico esigente e ad una clientela dai gusti classici e raffinati. Capi destinati ad importanti brand quali Lanvin, Louis Vuitton, Christian Dior, Hermes.


Villa Delmitia utilizza materiali nobili quali la seta ed il cashmere ed è presente non solo in Europa ma in USA e Russia.

Il modo di vestirsi è la rappresentazione esteriore della nostra filosofia della vita.” Charles Baudelaire

Qui i capi Villa Delmitia:


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Robert de Montesquiou
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Oscar Wilde