Si è aperta lo scorso 5 aprile alla Tate Gallery la mostra Queer, prima retrospettiva che celebra l’arte LGBT: una suggestiva selezione di opere datate dal 1861 al 1967 che celebrano l’identità gay e lesbo e il mondo trans e queer. La mostra celebra il 50esimo anniversario dalla depenalizzazione parziale dell’omosessualità in Inghilterra e Galles. Un affascinante excursus dell’arte in cui veniamo proiettati nell’estetica di artisti appartenenti ad ogni orientamento sessuale: accanto ad opere intimiste ecco lavori destinati invece al grande pubblico. Opere importanti per il loro contributo nel forgiare un’identità gay e nel conseguente riconoscimento della comunità omosessuale da parte della società inglese. Fondamentale appare in tal senso l’utilizzo del termine “Queer”, come evidenziato dalla stessa Tate Gallery: “Gli storici della sessualità hanno sostenuto che il termine Queer è preferibile ad altri termini per indicare la sessualità in quanto riesce a mappare al meglio le identità sessuali moderne. La mostra è stata pensata e ideata grazie anche alla consulenza che abbiamo svolto con Stonewall e diversi enti di beneficenza LGBT insieme ai focus gruop con persone LGBT”. Saranno esposti dipinti, disegni, fotografie e film di artisti come John Singer Sargent, Dora Carrington, Duncan Grant, Frances Bacon, Cecil Beaton e David Hockney. Tra le opere in mostra anche un ritratto di Oscar Wilde: come dimenticare la condanna ai lavori forzati a cui il celebre scrittore fu sottoposto, solo in virtù della sua omosessualità? Correva l’anno 1895 e Wilde venne imprigionato a Reading, dove venne condannato a due anni di lavori forzati. La mostra intende esplorare tematiche varie, dal piacere alla trasgressione, in un percorso che abbraccia la sfera pubblica e privata. Sarà possibile visitare Queer fino al primo ottobre. Una mostra imperdibile, che coniuga tematiche fortemente attuali alla bellezza senza tempo di opere entrate nel patrimonio culturale ed artistico mondiale.