Dopo aver monopolizzato l’attenzione durante l’ultima sfilata Bottega Veneta, la splendida Lauren Hutton torna a prestare il volto per il brand, questa volta nella campagna pubblicitaria per la primavera/estate 2017. L’attrice, volto del celebre film
American Gigolo ed icona di stile tra le più amate degli anni Settanta, è l’interprete ideale dello stile sobrio e sofisticato di Bottega Veneta.
E proprio il brand firmava la clutch che lei indossava nella leggendaria pellicola, accanto a Richard Gere. L’attrice appare in forma smagliante: incurante del passare degli anni, Lauren Hutton è la prova di come lo charme non invecchi. Nata a Charleston, South Carolina, il 17 novembre 1943, all’anagrafe Mary Laurence Hutton, l’attrice non ha mai conosciuto suo padre biologico ed è cresciuta a stretto contatto con la natura.
Incarnazione dello stile tomboy e bellezza da copertina (qui un pezzo sull’intramontabile icona), dopo essersi trasferita a New York, la giovane inizia a lavorare come modella, diventando in breve il volto più richiesto. Posa per fotografi del calibro di Richard Avedon, Irving Penn, Francesco Scavullo ed Henry Clarke e diviene presenza fissa allo Studio 54.
LE ALTRE FOTO DELLA CAMPAGNA PUBBLICITARIA:
Considerata da Diana Vreeland il meglio che l’America avesse da offrire in fatto di stile e bellezza, Lauren Hutton ha avuto un successo planetario che l’ha resa un’icona di stile unica: la sua classe innata e un fisico scultoreo l’hanno consacrata in breve nell’Olimpo del fashion system. Tantissime sono le campagne pubblicitarie a cui presta il volto, innumerevoli le cover ottenute.
L’icona lo scorso settembre ha calcato la passerella di Bottega Veneta sfilando accanto a Gigi Hadid, in occasione del 50esimo anniversario dalla nascita della maison e del 15esimo anno che vede Tomas Maier alla direzione creativa del brand. Ora Lauren Hutton posa per l’obiettivo di Todd Hido, sfoggiando un top fucsia e una gonna in pelle. Ancora splendida e sensuale alla veneranda età di 73 anni, la diva ammalia col suo charme imperituro. Tra le altre testimonial scelte dal brand per la campagna pubblicitaria primavera/estate 2017 Joan Smalls, Hannes Gobeyn, Morten Nielsen e l’italianissima Vittoria Ceretti.
Ha incarnato lo stile degli anni Settanta, è stata una supermodella dall’allure intramontabile, uno dei volti più belli di Hollywood ma soprattutto un’icona leggendaria: Lauren Hutton, sublime rappresentante dell’American Style, ha vissuto una vita quasi romanzesca.
Anticonformista e naïf quanto basta per non lasciarsi inghiottire dai meccanismi del potere e dai diktat di Hollywood, l’attrice dall’indole ribelle e dalla bellezza acqua e sapone è sempre rimasta con i piedi per terra. Lei, che è stata una delle supermodelle più pagate della storia, non avrebbe mai intrapreso questa strada se non avesse avuto bisogno di denaro. “Se non fossi stata povera non avrei mai fatto la modella”, ha dichiarato in un’intervista a Town & Country, con la spontaneità di chi nonostante la fama e il denaro è rimasto sempre intrinsecamente estraneo al circo mediatico. Lei che al glamour e alle passerelle ha preferito la vita a stretto contatto con le tribù africane, ha dichiarato con una punta di orgoglio di avere calcato il red carpet solo una volta nel corso della sua lunga carriera.
Carnagione dorata, capelli schiariti dal sole e l’inconfondibile sorriso, Lauren Hutton è nata a Charleston, South Carolina, il 17 novembre 1943. All’anagrafe Mary Laurence Hutton, i suoi genitori si lasciano quando lei è ancora in fasce. Lauren non ha mai conosciuto suo padre e questo avrà profonde ripercussioni sul suo rapporto con gli uomini. La madre si risposa quando lei è ancora piccola e le fa assumere il cognome del patrigno, Hall, sebbene la bambina non sia mai stata formalmente adottata da quest’ultimo. Lauren è uno spirito libero e un autentico maschiaccio, che ai giochi con le bambole preferisce la vita all’aria aperta e l’amore per la natura, trasmessole dal patrigno. La giovane cresce libera da ogni cliché e, come lei stessa ha dichiarato, totalmente analfabeta fino agli 11 anni, quasi un Huckleberry Finn in gonnella. Il patrigno le insegna a correre libera per i prati e a catturare i serpenti velenosi.
Dopo aver conseguito il diploma alla Chamberlain High School di Tampa, Florida, nel 1961, la giovane è tra i primi studenti a frequentare la University of South Florida. Di Tampa dirà che per lei era “un posto magico”. Successivamente si trasferisce a New York con il suo compagno, il dj Pat Chamburs, di 19 anni più grande di lei. Nella Grande Mela la bionda Lauren inizia a sognare l’Africa e prova l’LSD. Avvenente e bisognosa di denaro, trova lavoro come cameriera di Playboy, proprio come Gloria Steinem e Debbie Harry. Ma se queste ultime animavano la vita notturna del mitico club come conigliette, lei prestava servizio lì solo all’ora di pranzo, posizione, questa, che veniva riservata alle ragazze tra i diciotto e i vent’anni. Secondo alcuni aneddoti è grazie a Playboy che Mary Laurence cambia il proprio nome in Lauren Hutton, ispirandosi a Lauren Bacall.
In seguito lei e Chamburs si spostano a New Orleans, dove Lauren frequenta il Newcomb College, all’epoca una succursale della Tulane University. Qui nel 1964 si laurea in Lettere. Tornata a New York inizia la sua carriera nella moda. La classe innata della giovane non passa inosservata nel fashion biz, e in breve Lauren Hutton diventa la ragazza copertina più richiesta. Ma la sua carriera -come da lei stessa dichiarato- inizia in realtà in modo quasi picaresco: la giovane si imbatte in un annuncio sul New York Times in cui s cerca una modella per Christian Dior. Ma, come sempre accade, è richiesta previa esperienza nel settore. Un amico del suo fidanzato dell’epoca la esorta ad andare comunque al provino. E quando ella ribatte di non avere alcuna esperienza, lui risponde, con grande nonchalance: “Certo che ce l’hai”. È così che la diva impara la sua prima grande lezione della sua nuova vita nella Grande Mela: mentire.
Lauren ottiene immediatamente il lavoro da Christian Dior, complice anche l’avere accettato una paga inferiore a quella che veniva offerta inizialmente. È la nascita di un mito: nonostante l’altezza non svettante e il sorriso non perfetto, con il caratteristico spazio tra gli incisivi, che da più parti le viene consigliato di nascondere, Lauren Hutton conquista un numero infinito di copertine e diventa la cover girl per antonomasia. Anni dopo la modella rivendicherà orgogliosamente quel piccolo difetto ai denti, asserendo che le conferiva un’aura familiare che mancava alle altre modelle. Lauren Hutton è un riuscito mix dell’intramontabile e sofisticato stile effortlessy-chic degli Hamptons e delle eccentriche stravaganze dello Studio 54, di cui diviene protagonista assoluta.
Quando incontra Diana Vreeland, alla celebre editor di Vogue basta un solo sguardo per capire che la giovane che si trova di fronte avrebbe fatto strada: “Hai una bella presenza”, le dice. E Lauren risponde, “Si signora, anche Lei”. La sua bellezza acqua e sapone e il fisico atletico la rendono la perfetta incarnazione dell’American Style: poco trucco e abbronzatura d’ordinanza, Lauren ai capi haute couture preferisce lo sportswear. “Lei è il meglio d’America”, disse di lei la Vreeland, consacrandola ad icona di stile. Fu la Vreeland a notarne per prima la fotogenia, dopo che Richard Avedon l’aveva scartata per ben tre volte. La sua bellezza a tratti anticonvenzionale ben presto fu immortalata dai più grandi: in primis proprio Avedon, che la ritrasse in alcuni scatti in movimento, divenuti poi celebri, ma anche Irving Penn, Francesco Scavullo, Henry Clarke. La spontaneità con cui Lauren posa davanti all’obiettivo e la joie de vivre che manifesta le conferiscono di diritto lo status di supermodella. Lauren Hutton appare sulla copertina di Vogue per 25 volte, record assoluto, e ottiene innumerevoli contratti come testimonial. È la prima modella a firmare un contratto a sei cifre con un brand di cosmetici: era Revlon e correva l’anno 1973. Hutton guadagna 400.000 dollari e non ha ancora compiuto 31 anni.
SFOGLIA LA GALLERY:
Lauren Hutton nel 1973, foto di Richard Avedon
Lauren Hutton in uno scatto di Richard Avedon, 1973
Lauren Hutton nel 1971
Lauren Hutton negli anni Settanta, foto di Richard Avedon
Foto di R. Avedon, 1973
Ancora uno scatto di Avedon
Foto di Avedon
Foto di nudo firmata Richard Avedon, 1969
Lauren Hutton in uno scatto di Annie Leibovitz, 1981
Lauren Hutton nel 1980
Lauren Hutton nel 1978
Lauren Hutton nel 1971
Lauren Hutton, foto di Milton Greene, 1966
Lauren Hutton in uno scatto di Bill King, 1972
La modella in uno scatto di Gilles-Marie Zimmermann, 2008
Bellezza simbolo anni Settanta
Lauren Hutton nel 1977
Lauren Hutton, foto di Nicolas Wagner, 2000
Foto di Milton Greene, anni Sessanta
Lauren Hutton in uno scatto di Steve Shapiro, 1970
Lauren Hutton nel 1985
Lauren Hutton in una foto di Arthur Elgort, 1975
Uno scatto di Irving Penn
Lauren Hutton nel 1966, foto di Milton Greene
Foto di Helmut Newton, 1972
Lauren Hutton in una foto di Helmut Newton, 1989
Lauren Hutton fotografata da Helmut Newton, 1973
La bellezza acqua e sapone di Lauren Hutton
Foto di Irving Penn, 1980
Lauren Hutton ritratta da Irving Penn, 1980
Lauren Hutton, foto di John Stember, 1980
Lauren Hutton nel 1977
L’icona nel 1969
Uno scatto di Bettina Rheims
Lauren Hutton in uno scatto di Bert Stern, 1964
Foto di Richard Avedon, 1969
La bellissima icona in una foto degli anni Ottanta
Lauren Hutton nel 1975
Nel 1975 ottiene la cover di People. “She’s Got It All” (Lei ha tutto), recita il titolo di quella storica copertina; un brivido corre lungo la sua schiena nel constatare che ce l’ha fatta. Non è più la ragazza povera venuta dal Sud, ma è ormai un mito. Perfetta interprete dello stile Halston e di Basile, che la vestirà in “American Gigolo”, Lauren è ricca di sfaccettature: sublime incarnazione dello stile tomboy e un attimo dopo sirena dallo sguardo enigmatico e dalla sensualità felina, è ben presto chiaro quanto la carriera di modella le stia stretta. Lei sembra nata per recitare.
Nel 1968 il debutto al cinema in “Paper Lion”, a cui segue nel 1974 “The Gambler”. Tante sono le pellicole che la vedono protagonista, ben 44: in “Permette? Rocco Papaleo” di Ettore Scola recita accanto a Mastroianni. Ma il ruolo a cui deve la fama mondiale e che la consacra ad icona di stile è quello di Michelle Stratton, ricca adultera protagonista accanto a Richard Gere di “American Gigolo”. È il 1980 e il film è un tripudio di eleganza: un ancora semisconosciuto Giorgio Armani veste Gere, mentre lei indossa capi Basile, eccezion fatta per l’iconico trench, firmato Armani, che sfoggia con clutch rossa firmata Bottega Veneta.
Viaggiatrice incallita amante dell’avventura e centaura spericolata, nel 2000 l’attrice ha un grave incidente in moto, che per poco non le costa la vita. Dopo essersi unita ad un gruppo di motociclisti (tra cui spiccano Jeremy Irons e Dennis Hopper), per celebrare L’arte della motocicletta con una mostra al museo Hermitage-Guggenheim di Las Vegas, al confine tra l’Arizona e il Nevada la Hutton sbanda e perde il controllo della sua moto, mentre viaggia ad una velocità di 160 chilometri orari. La diva riporta fratture multiple ad una gamba e ad un braccio, fratture alle costole e allo sterno e un polmone perforato. Dopo quasi un anno di convalescenza si getta in una nuova avventura, creando una propria linea di cosmetici pensati per donne mature, “Lauren Hutton’s Good Stuff”, distribuita negli USA, ma anche in Europa e Sud America.
La vita sentimentale della diva è alquanto turbolenta: nonostante non si sia mai sposata e non abbia avuto figli, Lauren Hutton ha avuto una relazione durata ben 27 anni col il suo manager Bob Williamson, morto nel 1997. Williamson, reo di aver sperperato circa 13 milioni di dollari appartenenti al patrimonio dell’attrice, viene tuttavia ricordato da quest’ultima con sincero affetto. Pare infatti che l’uomo le abbia salvato la vita in cinque diverse occasioni. “Non ho avuto un padre e volevo essere protetta. Non ho mai visto uno strizzacervelli e c’era un disagio psicologico che andava certamente approfondito”, dirà successivamente l’attrice. Nel 1991 l’incontro sul set con Luca Babini, che la definì “una donna coi piedi per terra”. Femminista ante litteram, lo stile per lei coincide con l’essere se stessi. Splendida ancora oggi, ha dichiarato di aborrire il nero dal suo guardaroba. Nel 2013 ha rivelato di essere in procinto di scrivere la sua autobiografia, che secondo i rumours dovrebbe intitolarsi “Smile”, proprio come il suo sorriso, segno distintivo di uno charme senza tempo. Recentemente riportata sulla passerella di Bottega Veneta da Tomas Maier, ha sfilato in trench e clutch rossa, proprio nella mise indossata in American Gigolo, accanto ad una Gigi Hadid che la sovrastava in altezza ma non in stile.
(Foto cover: Lauren Hutton in Halston, foto di Francesco Scavullo, 1975)