Annunciato pochi mesi fa, il progetto di Dior legato all’arte entra nel vivo: è stato infatti inaugurato il pop up store di Beverly Hills che ospiterà le inedite reinterpretazioni dell’iconica borsa cult Lady Dior.
La it bag più amata della maison è stata rivisitata da sette artisti britannici, che ne hanno fornito una propria interpretazione personale, attraverso la loro estetica. Il risultato è una esclusiva limited edition, battezzata Dior Lady Art. La capsule collection sarà in vendita nello store di Los Angeles e nelle boutique Dior di Miami, Londra, Dubai e Parigi e arriverà a breve anche in Cina e Corea.
Un progetto che sposa arte e moda: le inedite reinterpretazioni della celebre Lady Dior (qui un pezzo al riguardo) si caratterizzano per stampe ardite, cromie accese, trompe d’oeil e nuance fluo. Ma per acquistare i pezzi dovrete affrettarvi: non saranno disponibili più di 100 modelli di ogni versione.
Oggetto di culto e accessorio tra i più iconici in assoluto, la Lady Dior si tinge ora di inedite stampe, grazie ad un progetto che vede la celebre maison di moda francese collaborare con l’artista inglese Marc Quinn: il risultato è una limited edition che vede la celebre it bag interpretata da sette diversi artisti. Stampe ardite, cromie accese, trompe d’oeil e nuance fluo per un colpo d’occhio sensazionale: non saranno disponibili più di 100 modelli di ogni versione.
Largo a stampe floreali, tessuti iridescenti, petali, orchidee, stampe optical e veri e propri quadri d’autore: la Lady Dior vieen reinterpretata dall’occhio di sette artisti, provenienti da Gran Bretagna e Stati Uniti: si va dal fotografo Matther Porter, che si ispira al design automobilistico, con grafiche in bianco e nero, al creativo britannico Mat Collishaw, che ripropone pattern naturalistici tra ali di farfalle e suggestioni pastello.
Non manca l’estro creativo di Jason Martin, che declina la celebre it bag in un’inedita versione 3D. Ian Davenport fa dell’iconica borsa culto la propria tela su cui dipinge magistralmente col suo tocco unico. Chris Martin si ispira alla sua opera Frog 1.
SFOGLIA LA GALLERY:
Daniel Gordon
Jason Martin per Dior
(Photo courtesy Dior)
Ian Davenport
Marc Quinn
Matt Collishaw
Matthew Porter
Chris Martin
Il progetto, che ha visto la luce solo pochi mesi fa, è gia divenuto virale su internet, dove spopolano le foto delle borsette con l’hashtag di riferimento #DiorLadyArt. L’idea, partorita dalla mente dell’eclettico Marc Quinn, è nata in concomitanza con l’inaugurazione della boutique Dior a Londra. Le borse dipinte dai sette artisti saranno in vendita nelle boutiqye di Miami, a Los Angeles, in Corea, in Cina, a Londra, Dubai, Parigi. Inoltre l’iconico accessorio sarà esposto in un’installazione durante la Art Basel di Miami, dal prossimo 29 novembre.
Ormai è tendenza nelle Maison di lusso: rivisitare le borse iconiche in versione Nano.
A lanciare questa moda, Louis Vuitton, che trasformò le iconiche Speedy e Noe in misure più ridotte, seguite poi da altri modelli come Pallas, Turenne e Alma, proposte sia in pelle che in tela Monogram.
Questa attitudine è stata riconfermata da un altro marchio francese, che ha rimpicciolito il modello di punta della casa: la Lady Dior.
Dior, ha appunto reinventato la borsa emblematica della Maison. Nata nel 1994 con nome in codice <<Chouchou>>, solo nel 1996 viene ribattezzata Lady Dior per omaggiare la sofisticata eleganza della principessa Lady Diana.
Negli anni è stata vestita di magnifici effetti sparklings, decorata con grafismi leggiadri, confezionata in pelle di agnello, in alligatore (patinato o satinato), in pitone e infine in Galuchat.
L’obiettivo di Dior è quello di accattivare anche una fetta di mercato inusuale per il marchio. Diversamente da quanto proposto da Louis Vuitton, la borsa in miniatura è stata progettata per le piccine che si affacciano per la prima moda nel fashion che conta.
La versione Nano, non ha nulla a che invidiare con la sorella maggiore. La borsa, presenta il motivo “Cannage” e le quattro lettere del Charm che compongono il nome Dior sono rivestite in pelle.
La palette scelta si declina nelle tonalità pastello: argento sfavillante, rosso tulipano, blu acquatico e rosa scintillante.
A noi un dubbio rimane: siamo sicure che questo lusso in miniatura non verrà indossato anche dalle fashion addict più adulte?
Se ne andava tragicamente il 31 agosto 1997, a causa di un incidente automobilistico avvenuto sul tunnel dell’Alma, a Parigi, Lady Diana Spencer.
La principessa triste, così come viene ricordata, è stata il simbolo di un’epoca. Bella ed infelice, è stata a lungo al centro delle cronache per il suo matrimonio con il principe del Galles. È una favola al contrario, quella di Diana. Lei, fine aristocratica, sposando giovanissima Carlo diviene futura regina di un regno che sembra non appartenerle. Dalla bellezza assai più delicata rispetto alla rivale Camilla Parker Bowles, Diana è stata un’icona di stile tra le più ammirate degli anni Novanta. Una sensualità castigata che forse quel matrimonio infelice tendeva a reprimere; ma bastava un tubino ed il suo sex appeal veniva fuori.
Amata da Versace e Valentino, Diana si è distinta anche nel sociale: numerose le sue opere di beneficenza. Struggenti le note di Elton John che hanno accompagnato la cerimonia funebre. Resteranno sempre impressi nella nostra memoria quei versi originariamente dedicati a Marilyn Monroe, altra diva tormentata e fragile, poi cambiati in onore della Rosa d’Inghilterra, prematuramente scomparsa.
Lo stile di Lady D. era figlio dei tempi: una principessa moderna, dalla grande personalità, e forse per questo in triste contrasto con l’etichetta imposta alla corte della rigida Elisabetta. Da film il suo ballo alla Casa Bianca con John Travolta, durante una cena ufficiale. Immortalata per Vogue da Mario Testino, la principessa è stata oggetto del gossip più sfrenato, durante gli ultimi mesi di vita, a causa della sua relazione con Dodi Al-Fayed, scomparso con lei nel medesimo incidente avvenuto a Parigi.
Bellissima in jeans e camicia, indimenticabile il buffo abito da sposa, in perfetto stile Eighties, sontuoso, quasi una meringa, stemperato dalla dolcezza dei lineamenti della principessa triste. Tante le mise con spalline, must-have degli anni Ottanta. Una linea perfetta che rendeva la principessa impeccabile in tailleur, nonostante la bulimia che l’attanagliava. Perfetta in LBD, come nel celebre modello Valentino. Famosa la sua predilezione per Tod’s, di cui era solita indossare il modello passato alla storia come D-Bag, e per la Lady Dior, spesso paparazzata tra le sue mani.
Numerosi sono gli outfit di Diana citati dalla nuova principessa, Kate Middleton, dal 2011 sposa di William. Un’eredità pesante che forse trova il più naturale sbocco nell’affetto sincero che il popolo britannico sembra provare nei suoi confronti.