Due donne diverse, di età diverse e personalità diverse, hanno raccontato la stessa triste storia. Entrambe vittime di bullismo da ragazzine, Kate Winslet e Selena Gomez hanno parlato ancora una volta della propria adolescenza difficile, invitando chi è vittima di bullismo a farsi forza e reagire. Kate Winslet ha raccontato spesso di essere stata maltrattata per il suo fisico imperfetto dai compagni di scuola e perfino dall’insegnante di recitazione, che a 14 anni le disse «potrai fare bene solo se ti accontenterai dei ruoli da ragazza grassa». Oggi attrice acclamata, premio Oscar, radiosa e bellissima al naturale, la Winslet è stata ospite dell’evento benefico We Day U.K. Dal palco ha parlato ai ragazzi delle scuole, raccontando le sue ferite di ragazzina considerata diversa. «Mi prendevano in giro e spesso finivo spesso chiusa dentro un armadio – ha raccontato – Da lì li sentivo ridere di me. Avevo la sensazione di non essere abbastanza, non riuscivo ad andare avanti. E tutto questo perché non rientravo nell’idea di “perfezione” di qualcun altro. Il mio corpo non era perfetto e raramente sentivo qualche commento positivo». Ma Kate non si è arresa, ha imparato ad abbracciare i propri difetti, a difendere la propria identità e a lottare per ciò che voleva. «Dovete essere indistruttibili» ha detto agli adolescenti inglesi.
Tutt’altra storia quella di Selena Gomez, giovanissima stellina di Disney Channel oggi ventiquattrenne che ha raccontato il lato oscuro della vita da baby star. In un’intervista al The New York Times ha parlato di Disney Channel come del «liceo più grande del Mondo», che non le ha risparmiato il bullismo. «Mia madre ha dovuto affrontare i bulli più volte in passato – racconta – Crescendo mi ha raccontato le storie di quanto è accaduto». Per questo, Selena ha deciso di riadattare il libro Thirteen Reason Why di Jay Asher, una storia di bullismo che arriverà su Netflix il prossimo 31 marzo. Ancora oggi, Selena Gomez racconta di dover cancellare l’app di instagram dal proprio smartphone almeno una volta a settimana. «Ti concentri sui commenti negativi, è come se volessero far del male alla tua anima».
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The Dressmaker: la moda sbarca al cinema
È il film del momento, apprezzato dai cinefili ma anche dagli amanti dello stile. The Dressmaker sdogana l’eleganza senza tempo degli anni Cinquanta. La pellicola, uscita nelle sale italiane lo scorso 28 aprile, è una full immersion nello stile Fifties, con una splendida Kate Winslet come protagonista.
Un tocco di rossetto rosso lacca, curve da capogiro strizzate in mise sensuali, tra corpetti ad alto tasso di seduzione e gonne a ruota: Kate Winslet non è mai stata tanto bella. La storia, ambientata nel 1951, descrive il riscatto di Tilly Dunnage, stilista che torna dopo tanti anni nella sua terra natia, in un immaginario paese australiano, popolato da poche anime. Dopo tanti anni trascorsi nella Parigi dell’haute couture, la prorompente sartina destabilizza l’equilibrio dei suoi concittadini, cercando di aiutare le donne a sviluppare il loro senso estetico.
Dopo aver lasciato il Paese molti anni prima, per salvarsi da una situazione pericolosa, la ragazza studia nei più grandi atelier parigini. Tornata a casa, la donna appare oltremodo eccentrica, quasi una minaccia, per l’angusta e provinciale realtà del luogo. L’unica eccezione è Teddy, interpretato dal sexy Liam Hemsworth.
La rivalsa sociale della bella sarta è tutta in una missione: disegnare abiti su misura per mettere in risalto le forme delle donne. La moda diventa quindi un’arma e un mezzo per riscattarsi da un misterioso passato. Il film è tratto dal romanzo d’esordio di Rosalie Ham: la regia è di Jocelyn Moorhouse. Protagonisti assoluti del film sono i costumi curati da Marion Boyce, pluripremiata costumista hollywoodiana. Mirabili i vestiti da lei disegnati per la protagonista del film: il glamour imperituro degli anni Cinquanta rivive sul grande schermo, riproposto con grande dovizia di particolari. Tra guantini e cappellini bon ton c’è spazio per l’esplosione di curve da vere pin up, ad esaltare la femminilità di ogni donna.
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Steve Jobs: la rivoluzione dell’informatica
Il 5 ottobre 2011 scomparve Steve Jobs, noto fondatore della Apple Inc., nonché inventore del mouse, delle icone, dell’iPhone, dell’iPod e dell’iPad. Un imprenditore visionario che ha saputo ispirare il genio creativo del regista inglese Danny Boyle. Nasce così Steve Jobs – Il film, fresco d’uscita nelle sale cinematografiche italiane grazie alla Universal Pictures. Un’opera biografica con un cast d’eccezione, in cui spicca Michael Fassbender nei panni del compianto informatico statunitense.
Siamo nel 1984 e il conto alla rovescia per il lancio del primo Macintosh è partito. Quattro anni più tardi toccherà al NeXT, mentre nel 1998 sarà la volta del iMac. Costantemente accompagnato dalla fedelissima Joanna Hoffman (Kate Winslet), Steve Jobs (Michael Fassbender) dovrà affrontare gli imprevisti dell’ultimo momento, i classici ed immancabili contrattempi che puntualmente fanno la loro comparsa sotto le sembianze di alcuni personaggi: Lisa, la figlia diciannovenne (Perla Haney-Jardine), Chrisann Brennan, madre di Lisa (Katherine Waterston), Steve Wozniak, il partner da sempre collaboratore fin dagli inizi di Los Altos (Seth Rogen), John Sculley, amministratore delegato della Apple (Jeff Daniels) ed Andy Hertzfeld, l’ingegnere del software (Michael Stuhlbarg).
Il film di Danny Boyle (di cui ricordiamo Trainspotting, The Millionaire e 127 ore) è dotato di un’ottima ed intuitiva idea grafica. D’altra parte non poteva essere altrimenti, dato che stiamo parlando di un inventore informatico che ha fatto dell’anomalia il suo credo principale. Ispirato alla biografia di Walter Isaacson, Steve Jobs – Il film è altresì basato sul punto di vista del drammaturgo Aaron Sorkin, il quale, lungi dal raccontare la classica storia a tutti già nota del successo professionale affiancato dagli insuccessi nel campo privato, mischia le carte in tavola, mettendo in primo piano il successo umano ottenuto attraverso numerose fatiche e inanellando diversi momenti di decadenza personale, rappresentata da sogni andati in frantumi e addirittura da umiliazioni pubbliche. Tutto ciò non deve farci ingannare. Steve Jobs è un uomo caparbio, arrogante e anticonformista. Egli è altresì perfettamente consapevole dei suoi limiti e dei lati deboli del suo carattere, ma altrettanto saldo nei suoi difetti. Tuttavia, proprio grazie a queste qualità e a questi lati negativi della sua personalità, egli riuscì a creare prodotti imperituri e rivoluzionari. È proprio in questo contesto che Jobs viene dipinto come un leader a cui non interessa il gradimento della folla. Per lui ciò che conta è lasciare un segno indelebile nella storia. In fin dei conti il popolo, col passare del tempo, capirà, e Lisa, in rappresentanza della critica del volgo, farà lo stesso.
La pellicola è completamente ambientata dietro le quinte. Attraverso le lenti degli occhiali del protagonista Michael Fassbender, il pubblico prenderà visione di un artista le cui doti personali hanno fatto la differenza nel mondo dell’informatica. Steve Jobs era un mix di tecnica e capacità interpretativa, una sorta di direttore d’orchestra in grado di far suonare ogni singolo strumento in perfetta armonia con la propria concezione dell’arte.
Approfondimenti e curiosità
Steven Paul Jobs nacque a San Francisco il 24 febbraio del 1955. Egli fondò la Apple Inc. e la società NeXT Computer. Fu inoltre amministratore delegato di Pixar Animation Studios (prima dell’acquisto da parte della Walt Disney Company). Una delle sue invenzioni più importanti e rivoluzionarie fu l’”Apple Lisa”, il primo Pc dotato di mouse. Jobs fu uno dei primi informatici ad intuire le diverse funzionalità e potenzialità del mouse e dell’interfaccia a icone presenti sui Xerox Star arrivando a realizzare il Macintosh.
Il 2003 segna l’inizio della parabola discendente della salute di Steve Jobs. A causa di una rara forma di tumore maligno al pancreas da poco riscontrata, egli sviluppò il diabete di tipo 1, lasciando temporaneamente il posto di amministratore delegato di Apple a Tim Cook per circa due mesi.
Nell’aprile del 2009 Jobs subì un trapianto di fegato nel Tennessee.
Il 17 gennaio 2011 Apple annunciò che Jobs aveva richiesto un nuovo congedo medico.
Il 5 ottobre dello stesso anno, a soli 56 anni, Jobs morì a causa di una recrudescenza del carcinoma con conseguente arresto del sistema respiratorio.
Il 12 febbraio 2012, in occasione della cerimonia di consegna dei Grammy Awards, la National Academy of Recording Arts and Sciences insignì Steve Jobs con un’onorificenza ufficiale postuma per aver fortemente contribuito alla creazione di prodotti e tecnologie che hanno saputo trasformare le modalità di ascoltare la musica, guardare la televisione e i film e leggere i libri.
Le nomination della 22ma edizione dei SAG Awards.
Gli Screen Actors Guild Awards sono premi che vengono consegnati ogni anno dal sindacato statunitense che rappresenta più di 150000 attori di cinema e televisione, lo Screen Actors Guild appunto.
E’ uscita la lista dei nominati della 22ma edizione del premio, che avrà luogo il 30 gennaio 2016 a Los Angeles.
Il riconoscimento, nonostante sia stato ideato da poco ( ovvero negli anni Novanta), è molto prestigioso ed è importante poiché chi vince The Actor (questo il nomignolo affibbiato alla statuetta del SAG Award) molto spesso poi porta a casa anche l’Oscar.
Anche se i SAG Awards premiano anche le migliori produzioni e le performance di attori in televisione, parleremo qua del grande schermo.
Nella categoria Miglior Cast troviamo:
– Beasts of no Nation ( parabola drammatica di un bambino costretto ad arruolarsi con un plotone di soldati in un paese africano dilaniato dalla guerra).
– La grande scoperta ( storia di un gruppo di investigatori che scopre i loschi movimenti all’interno del mercato finanziario che hanno portato alla prima grande crisi mondiale del 2007).
– Il caso Spotlight (film che affronta la tematica scottante di Chiesa e Pedofilia)
– Straight Outta Compton (l’inarrestabile ascesa di Dr.Dre, leggenda del rap a stelle e strisce, dal ghetto al successo).
– L’ultima parola – la vera storia di Dalton Trumbo (biopic dello sceneggiatore americano degli anni Quaranta che fu messo nella lista nera di Hollywood a causa delle sue amicizie comuniste, ma che scrisse sotto pseudonimo altre sceneggiature celebri).
Nella categoria Miglior attore protagonista troviamo:
– Bryan Cranston, l’ultima parola – la vera storia di Dalton Trumbo
– Johnny Depp, Black Mass
– Leonardo DiCaprio, The Revenant
– Michael Fassbender, Steve Jobs
– Eddie Redmayne, The Danish Girl
Nella categoria Miglior attrice protagonista troviamo:
-Cate Blanchett, Carol
– Brie Larson, Room
– Helen Mirren, Woman in Gold
– Saoirse Ronan, Brooklyn
– Sarah Silverman, I Smile Back
Nella categoria miglior attore non protagonista troviamo:
– Christian Bale, The Big Short
– Idris Elba, Beasts of No Nation
– Mark Rylance, Bridge of Spies
– Michael Shannon, 99 Homes
– Jacob Tremblay, Room
Nella categoria miglior attrice non protagonista troviamo:
– Rooney Mara, Carol
– Rachel McAdams, Spotlight
– Helen Mirren, Trumbo
– Alicia Vikander, The Danish Girl
– Kate Winslet, Steve Jobs
La stagione dei premi cinematografici è ufficialmente iniziata!