Aggressiva e sensuale la donna Isabel Marant è protagonista assoluta della settimana della moda parigina, in una sfilata pervasa da note Eighties: come una valchiria metropolitana, la musa della stilista percorre con falcate sicure la passerella, sfoggiando capi dal sapore boho-chic. Come una diva patinata, con tanto di spalline over, la vediamo indossare tailleur di netta ispirazione anni Ottanta, che ricordano le atmosfere di Dynasty, e lo stile iconico dei personaggi interpretati da Joan Collins. Tuttavia il mood viene sapientemente smorzato da tocchi bohémien dal forte impatto scenografico, che cedono talvolta il posto a tocchi folcloristici, declinati in chiave luxury. Tripudio di giacche e top in velluto, tra capispalla e blazer sartoriali e lunghi abiti impreziositi da cinture in suede. Le silhouette sono fluide e femminili, tra giochi di sete plissé che decorano lunghe gonne dalle suggestioni Seventies da indossare con stivali e cuissard. Camaleontica e pratica, la collezione intende interpretare gli innumerevoli modi in cui si possono indossare capi timeless, che travalicano la mera stagionalità, senza perdere di vista un senso di comfort e stile. Le lunghezze diventano importanti e i materiali usati prediligono tessuti caldi e morbidi, per affrontare al meglio il rigore invernale. Potente e sensuale, la donna di Isabel Marant ostenta una sfrontata femminilità, che trova concreta rappresentazione nei jeans impreziositi da cristalli, negli abitini animalier e negli stivali glitterati. Tripudio di denim e note rock, tra smoking oversize indossati con camicia sbottonata e abitini argentati dai riflessi siderali: scanzonata ed eclettica, la musa di Marant ha il volto di supermodelle del calibro di Amber Valletta, mirabili interpreti di uno stile iconico.
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Grinta floreale da Isabel Marant
Ha sfilato nell’ambito della Paris Fashion Week la collezione primavera/estate 2017 di Isabel Marant. Aria nuova in passerella, per volumi over e citazioni sporty-chic. Il brand francese, passato al fondo Montefiore Investment, coniuga il romanticismo di pattern floreali alla grinta di proporzioni cocoon e materiali techno. Sfilano capispalla come bomber imbottiti dalle spalle oversize, addolciti da iper femminili fusciacche a strizzare il punto vita in modo strategico: ricordano l’obi giapponese da indossare sopra il kimono. Sulla passerella fa capolino una sorta di bustier a conferire un tocco sexy anche alla tuta da lavoro. Suggestioni working e tocchi mannish dominano, tra colori scuri e stampe effetto camouflage in chiave floreale. Una femminilità contemporanea arricchita di romanticismo, per le micro shirt e le gonnelline o i top monospalla impreziositi da strategiche rouches. Largo a raincot metallici e baggy pants per citazioni boyish. Non mancano i must have da sempre proposti dall’estetica della stilista francese: ecco i pantaloni a vita alta con fascia corsetto e i capispalla che sembrano rubati all’armadio di lui. Parata di top in passerella, dall’onnipresente Gigi Hadid a Doutzen Kroes.
(Foto: Madame Figaro)
Paris Fashion Week: Isabel Marant ritorna agli anni ’80
Se vi dicessero che la moda anni ’80 sta per ritornare? Le spalline imbottite, i capelli cotonati e le minigonne in vinile: dite la verità, non sareste terrorizzate? Considerati dai fashionisti puri la decade più brutta della storia della moda, meritevole di eterno oblio, gli ’80s hanno rappresentato comunque un periodo spensierato, divertente e in qualche modo “libero”. Almeno così la pensa Isabel Marant, la stilista che da anni decide cosa sia cool e cosa no nel panorama della moda parigina.
La Paris Fashion Week 2016 è turbata e adombrata da una cupa insicurezza: gli attentati terroristici di pochi mesi fa non hanno ancora allentato la stretta sul cuore di chi ama la Ville Lumière. Così Isabel Marant ha pensato che fosse necessario presentare in passerella una moda easy e spensierata. «Dopo i tristi eventi di Parigi, mi è sembrato che fosse il momento giusto per fare festa e divertirsi – ha dichiarato la designer – Sono tornata indietro con la memoria a quel periodo di metà anni ’80, quando sgattaiolavo fuori casa per andare ai punk club». Nella collezione autunno inverno 2016-17 questa ispirazione è evidente, senza scadere però nel revival nostalgico. I pezzi chiave della moda anni ’80 mantengono il loro brio, ma sono rivisitati in chiave contemporanea. Così i pantaloni in vinile si abbinano a cappotti over in tessuti maschili, l’esuberanza delle mini rosso lacca è attenuata da maglioncini bon ton, gli abitini cortissimi e vaporosi si indossano con calze a rete e sandali bassi. Isabel Marant apre uno squarcio di spensieratezza sulla Paris Fashion Week, con una collezione divertita ma non sguaiata: state pur certi che in molti la seguiranno!
Foto da vogue.com
Lo stile di Emmanuelle Alt
Editor-in-chief della Bibbia della moda, Vogue Paris, stylist di successo ed icona di stile di fama mondiale: Emmanuelle Alt è uno dei nomi più influenti del fashion biz. Perfetta incarnazione del Parisian chic contemporaneo, la sua è stata una scalata inarrestabile che l’ha portata ad assumere in pochissimi anni uno degli incarichi più prestigiosi al mondo, quale è la direzione dell’edizione francese di Vogue.
Classe 1967, Emmanuelle nasce a Parigi sotto il segno del Toro. La piccola respira stile ed eleganza già nell’ambito familiare: la madre Françoise era una mannequin molto in voga a cavallo tra gli anni Sessanta e Settanta, volto di maison del calibro di Lanvin e Nina Ricci, mentre il padre era un coreografo noto in ambito artistico e teatrale.
La carriera di Emmanuelle Alt inizia giovanissima: subito dopo il diploma conseguito presso l’Institut de l’Assomption di Parigi, non ancora diciottenne, nel 1984 Emmanuelle ottiene un impiego come assistente stylist per Elle France.
Stylist molto richiesta, collabora come fashion consultant per Isabel Marant. Nel 1998 assume la direzione del magazine Mixte. Ma è nel 2001 che arriva la svolta, quando viene ingaggiata come style editor di Vogue Paris pochi mesi prima dell’arrivo di Carine Roitfeld. Emmanuelle diventa in breve tempo il braccio destro della Roitfeld e tra le due nasce un sodalizio artistico che sforna alcuni tra i redazionali più celebri e controversi mai realizzati dalla testata Condé Nast. Con la collaborazione di nomi del calibro di Mario Testino e Patrick Demarchelier il duo segna una pagina nuova della moda francese, ispirandosi ad un’estetica patinata coniugata ad un immaginario erotico. Gli editoriali firmati Roitfeld-Alt destano scalpore e non lesinano in nudi e allusioni sadomaso.
Alla fine degli anni Duemila, Emmanuelle firma il rilancio di Balmain, assieme allo stilista Christophe Decarnin. È all’estro creativo della stylist parigina che dobbiamo alcuni dei fashion trend che hanno segnato il ritorno in auge della celebre maison francese: ribelle e moderna, forte della propria personalità, la nuova donna Balmain veste in giacche biker di pelle, skinny jeans ricamati con Swarowski e blazer dall’appeal grintoso. Il successo è assicurato e molti dei pezzi del brand diventano must have adorati dalle fashion victim.
Il 2011 è l’anno della consacrazione per la fashion editor, che assume la direzione di Vogue Paris dopo le dimissioni di Carine Roitfeld. Sobria ma decisa, al Telegraph che le chiede di definire la futura linea editoriale del magazine più chic per antonomasia, lei risponde che tutto sarà “uguale ma diverso”. Poche sibilline parole che riassumono perfettamente la linea che la celebre rivista assumerà sotto la sua direzione: uno stile sofisticato e sensuale ma a tinte più sobrie rispetto al passato. Protagonista resta lo charme tipico della donna francese contemporanea, per un’estetica che non teme la sensualità ma solo se funzionale allo stile. Fashion shoot firmati da nomi del calibro di Testino, Mert & Marcus, ancora Demarchelier, ma ora accanto a top del calibro di Kate Moss, Daria Werbowy e Lara Stone troviamo icone come Sophie Marceau e Charlotte Casiraghi.
Il fil rouge del manifesto stilistico di Emmanuelle Alt è uno: ricercatezza. “Non voglio essere un’immagine”, ha dichiarato sempre al Telegraph la nuova direttrice di Vogue Paris. Una delle poche editor-in-chief a firmare lo styling del servizio portante di ogni issue del magazine. Stakanovista come poche, grande professionista della moda, Emmanuelle Alt ha fatto dell’effortless chic la propria cifra stilistica. Frangetta scura e avversione per il make-up, la Alt non ama ostentare: discreta e riservata, sappiamo in verità molto poco della sua vita privata.
Sublime incarnazione del minimalismo-chic e dello stile parisien, la vediamo spesso in camicia, skinny jeans, blazer e cappotti dal taglio sartoriale. Sfegatata amante del total black, la sua altezza svettante (sfiora il metro e ottantasette centimetri) le permette flat e ballerine dallo charme francese, che sovente preferisce ai tacchi alti. Il suo è uno stile pulito ed essenziale: jeans skinny e camicia sono divenuti quasi uniforme iconica della Alt, che ha rivoluzionato lo streetstyle con la sua garbata eleganza.
Emmanuelle Alt piace perché non è una fashionista in senso stretto, non ostenta loghi e aborre gli outfit esagerati tipici invece di molte sue colleghe fashion editor. Banditi assolutamente dal suo guardaroba abiti e gonne, la stylist ha dichiarato che la donna più elegante “è quella sicura di sé” e che “la naturalezza è sinonimo di sicurezza in se stessi”. Linee pulite ed essenziali si sposano in lei a suggestioni rock-chic e ad un’anima grintosa: amante della velocità e dei motori, la stylist è anche una mamma. Sposata con Franck Durand, direttore creativo di Isabel Marant, la Alt ha due figli, Antonin and Françoise. Un blog intitolato “I want to be an ALT” segue ogni passo della vita dell’icona parisienne. Umile e acqua e sapone, il suo salario annuale alla direzione di Vogue Francia non arriva neanche minimamente a sfiorare quello di Anna Wintour, editor-in-chief dell’edizione americana del magazine. Less is more, è proprio il caso di dirlo.
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