Il concetto d’inconscio è al centro della teoria e della pratica psicoanalitica.
Va notato, anzitutto, che, a differenza di quanto accade a livello di consapevolezza, l’inconscio non segue le leggi della logica. In modo particolare, viene abolito il concetto di tempo, così che qualsiasi evento può essere rivissuto a prescindere dai suoi legami con una reale sequenza cronologica: un ricordo, un’impressione, un impulso risalente al passato può produrre un effetto più incisivo di uno recente o viceversa.
Nell’inconscio, soprattutto, viene meno quello che è il principio-base di ogni conoscenza, cioè ilprincipio di non contraddizione. È nota la formulazione classica di questo principio proposta da Aristotele: una cosa non può nello stesso momento essere e non essere sotto lo stesso aspetto. Ebbene, è proprio questo che, al contrario, si verifica nella sfera dell’inconscio: in essopossono mescolarsi e coesistere impulsi tra loro opposti senza che essi si annullino reciprocamente.
Per l’inconscio, perciò, non è valida la stessa critica razionale che si applica alle idee del sistema conscio. Questo significa che un soggetto non è capace di affrontare un impulso inconscio, a meno che questo impulso non venga portato alla coscienza. Pertanto, le pulsioni inconsapevoli posseggono una enorme forza di condizionamento rispetto alla volontà della persona.
Nella mente nulla avviene per caso. Ogni fatto psichico è connesso per via causale agli eventi che l’hanno preceduto; perciò ognuno di essi ha un suo significato e una sua importanza nella vita psichica. Non necessariamente, però, questi eventi si compiono all’interno di una piena consapevolezza, ma si svolgono come processi inconsapevoli. Pensieri, sentimenti e impulsi sono fenomeni ed eventi concatenati e casualmente connessi.
Naturalmente, non tutti i fenomeni inconsci sono inconsci allo stesso livello: alcuni, più propriamente detti preconsci, sono facilmente richiamabili alla memoria mediante uno sforzo di concentrazione; altri, invece, richiedono un impegno terapeutico per superare il muro che impedisce l’accesso alla coscienza.
Mediante libere associazioni, in cui il soggetto riferisce all’analista qualsiasi pensiero gli venga in mente evitando ogni censura, sipuò dedurre cosa passi inconsciamente nella mente del paziente. Il lavoro analitico, pertanto, permette di studiare i processi mentali e giungere alla costruzione di un complesso d’ipotesi sul funzionamento normale o patologico della mente. Le attività mentali inconsapevoli non possono essere osservate direttamente, ma se ne possono osservare gli effetti, i derivati, e da questi risalire alle cause.
L’inconscio può essere considerato sotto due aspetti: riguardo al suo contenuto, esso rappresenta tutti quei fenomeni della psiche che non raggiungono la coscienza; riguardo al «luogo» del suo manifestarsi, invece, esso è il deposito di quei contenuti della coscienza che sono diventati oggetto di rimozione. Solo attraverso l’indagine dell’inconscio è possibile risalire a eventi psichici di solito traumatici che sono stati rimossi nel tempo.