I misteri della luce: ecco il punto focale del progetto che IED Roma, in collaborazione con le sedi IED Milano e IED Cagliari, presenterà all’edizione 2016 della Maker Faire Rome. Unica tappa europea nell’evento internazionale dedicato alle invenzioni, Maker Faire 2016 si svolgerà nella capitale il prossimo weekend, dal 14 al 16 ottobre. Come già nelle passate edizioni, IED – Istituto Europeo di Design, Moda e Arti Visive sarà presente con i suoi piccoli spazi di luce, pronto a illuminare con invenzioni e progetti l’evento che celebra l’innovazione.
IED Light District è il nome del progetto che IED Roma presenta insieme alle sedi di IED Milano e IED Cagliari, tutto dedicato allo studio della luce nel senso più ampio del termine. Molte delle idee presentate riguardano infatti l’illuminazione. Lampade d’ambiente in raffinato e leggerissimo vetro di Murano, lumi da comodino che creano piccoli spazi di luce nell’intimità di una camera da letto, ma anche lanterne da esterno dalle forme bucoliche e romantiche, adatte a riprodurre morbidi cerchi di luce in giardino. Spazio anche agli accessori per chi vive davanti a uno schermo: si chiama Lumino la lampada che si collega al pc e ricorda all’utente di bere la giusta quantità d’acqua per sopportare le lunghe ore di lavoro. Tra i progetti presentati dallo IED alla Maker Faire Rome anche Mold, un sistema di piatti, bicchieri e posate personalizzati per chi ha problemi alle articolazioni o disabilità; Next to me, l’accessorio indossabile che analizza e rileva la temperatura, l’umidità, l’intensità della luce e la qualità dell’aria; un amplificatore per smartphone realizzato con gli scarti del travertino usato nell’edilizia, e tanti altre idee votate all’innovazione. Tutti i visitatori del IED Light District, infine, avranno la possibilità di giocare con la fantasia disegnando cerchi di luce attraverso la tecnica del light painting ed esplorare così insieme agli studenti IED tutti i misteri della luce.
Photo Courtesy Ufficio stampa IED Roma
Tag: ied roma
E dove sono le fucine di talenti creativi Made in Italy?
Alle soglie dell’apertura degli anni accademici e, a seguito di una nazione, l’Inghilterra, nominata al top delle classifiche mondiali per le migliori università di moda, D-Art porta gli aspiranti professionisti alla scoperta dei piani formativi delle realtà italiane.
The Business of Fashion, nella sua top ten annuale riguardante le scuole di moda mondiali, mette ai primi posti le realtà britanniche dei record.
Tra tutte la Central Saint Martins, seguita dalla Kingston, dalla Westminster e dal London College of Fashion.
Un panorama dinamico e eclettico quello della prima scuola di moda al mondo che, da anni, sforna talenti destinati alle luci della ribalta, come Alexander McQueen, John Galliano, Stella McCartney e Riccardo Tisci.
Il suo è un piano formativo variegato e allettante, coadiuvato da costanti iniziative, opportunità e sinergie.
Fashion, Fashion Design With Knitwear, Fashion Design With Marketing, Fashion Design Menswear, Fashion Design Womenswear, Fashion Print, Fashion Communication, Fashion Journalism, Fashion Communication and Promotion sono i corsi di laurea di primo livello che vanno a ampliarsi con due master ad hoc.
Per i wannabe che non hanno modo di provare con il plus ultra mondiale non resta che virare verso ciò che offre il nostro Paese.
Unico rappresentante nella top five di The Business of Fashion è il Polimoda.
L’istituto fiorentino offre una formazione e una metodologia di lavoro altamente specializzate.
Suddiviso in due dipartimenti, Design & Technology e Business & Communication, il Polimoda forma competenze professionali come il Brand e Communication Manager, il Buyer, o quelle più creative come l’Art/Creative Director, il Fashion Designer, il Fashion Illustrator, il Fashion Stylist, il Footwear & Accessories Designer, senza dimenticare le nuove figure per il web, il Digital Strategy Planner, il Web Content Curator, il Social Media Manager, fino a quelle più vicine alla produzione e allo stile, come il Product Development Manager, il Patternmaker e il Samplemaker.
Forte del suo primato non può che spianare la strada agli altri istituti italiani che, seppur non menzionati nella classifica, riescono a mantenere alta la qualità formativa, documentata dai placement e dalla soddisfazione degli ex allievi.
Per citarne di storici approdiamo nell’universo dello IED Moda a Roma che, come la Central Saint Martins, vanta ex diplomati di tutto rispetto.
Maria Grazia Chiuri e Pier Paolo Piccioli, direttori creativi di Valentino, Giambattista Valli e Marco De Vincenzo, sono solo alcuni degli allievi che hanno elaborato manufatti nelle proprie aule.
Fashion Design, Fashion Stylist E Editor e Designer Del Gioiello, i corsi triennali che vanno a affiancarsi ai master in Comunicazione E Marketing Per La Moda, Luxury Marketing Management, Fashion Design Management, Jewelry Design e ai corsi di formazione avanzata in Costume Design e Stylist Per La Moda.
Un’offerta ampia che troviamo anche presso l’Istituto Marangoni di Milano, un luogo dove da sempre la teoria si affianca alla pratica e dove la creatività viene costantemente nutrita e stimolata.
Nascono così corsi, prevalentemente in inglese, aperti agli studenti di tutto il mondo. Luoghi dove la sinergia e il networking rendono la scuola fiore all’occhiello del patrimonio italiano.
Fashion Design, Fashion Styling, Fashion Business, Fashion Communication E New Media e Accessories Design anticipano i master e le specializzazioni in Fashion Design Womenswear, Fashion Design Menswear, Knitwear Design, Fashion Styling & Portfolio, Fashion Photography & Film, Fashion Promotion, Communication & Media, Fashion & Luxury Brand Management, Fashion Buying, Fashion Product & Production Management, Fashion Retail Management, Fashion & Law, Digital Fashion Design, Luxury Accessories Design & Management, Fashion & Luxury, Business Administration e Fashion Elite.
Unica università statale presente nell’excursus, con i suoi corsi triennali e magistrali in Design Della Moda e Moda E Arti, è lo IUAV di Venezia.
Quella che più spesso è stata definita come la “piccola Anversa” offre agli studenti costanti e importanti opportunità, non ultima la collaborazione con le manifatture Bonotto e Riopele.
In occasione di Milano Unica, infatti, 4 selezionati neodiplomati, Alessia Beraldin, Giovanni Nordio, Gregorio Nordio e Filippo Soffiati, hanno realizzato installazioni tessili in bilico tra performance e opere d’arte, esposte durante un evento presso Palazzo Durini.
Come la Central Saint Martins molte delle realtà appena illustrate offrono la possibilità di interagire grazie a corsi brevi. Un modo per orientarsi, approfondire già consolidate esperienze e subire l’imprinting emanato da ognuna di esse.