Consuelo Crespi, il glamour italiano nel mondo

La contessa Consuelo Crespi è stata una delle personalità che più hanno influenzato la moda italiana ed internazionale negli anni Cinquanta e Sessanta.

Viso dolce incorniciato da riccioli neri, uno stile bon ton e raffinato, Consuelo Pauline O’Brien O’Connor Crespi nacque a New York il 31 maggio 1928. Cresciuta in Nova Scotia, nel 1945 la graziosa Consuelo posa come modella per Look Magazine.

Due anni più tardi segue il suo debutto in società e nello stesso anno, avviene l’incontro con il conte Rodolfo Crespi detto Rudi. Il matrimonio tra i due fu celebrato l’anno seguente, nel 1948, e dall’unione nacquero due figli, Brando e Pilar Crespi.

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La contessa Consuelo Crespi fu fashion editor di Vogue US e Vogue Italia
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Consuelo Crespi a Manhattan, 1961

 

Consuelo fu fashion editor di Vogue US e braccio destro della mitica Diana Vreeland. Il suo contributo alla diffusione della moda italiana nel mondo fu enorme.

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Rudi e Consuelo Crespi

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Consuelo Crespi in Valentino, 1960


Protagonista del jet set internazionale, mirabile trendsetter e influencer ante litteram, secondo Roberto Capucci Consuelo Crespi fu l’ambasciatrice della moda italiana nel mondo per tutti gli anni Sessanta e Settanta. Dopo aver scoperto Valentino Garavani, i cui abiti indossati dalla sorella gemella di Consuelo affascinarono Jackie Kennedy, notò per le vie della Capitale la bellezza di Benedetta Barzini, mentre a Venezia scoprì Veruschka.

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La Crespi fu modella e braccio destro di Diana Vreeland a Vogue

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La contessa in Valentino per Vogue Italia 1963, foto di Leombruno-Bodi


Spinse Irene Galitzine a debuttare alle sfilate di Palazzo Pitti, nel 1959, e sdoganò negli States il marchio Fabiani, indossando una sua gonna nella Grande Mela di ritorno da uno dei suoi viaggi a Roma.

Un riuscito mix di bellezza e glamour, Consuelo Crespi ottenne la cover di Sports Illustrated nel 1956 be fu redattrice di Vogue Italia dal 1964, scelta personalmente da Diana Vreeland, con cui aveva già collaborato a Vogue US.

Presente al leggendario Black and White Ball organizzato da Truman Capote nel 1966, la Crespi si classificò al terzo posto tra le meglio vestite secondo il New York Dress Institute, dopo la duchessa di Windsor e davanti alla Regina Elisabetta II e ad Audrey Hepburn. Ricordata per la sua dolcezza e per le sue incantevoli mise bon ton, fu inclusa nella prestigiosa International Best Dressed List, lodata per il suo stile dall’eleganza naturale priva di ostentazione o stravaganza. PR ante litteram per diversi designer, la contessa Crespi coinvolse anche il marito nei suoi lavori per Vogue Messico e Vogue Brasile.

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In copertina su Sports Illustrated 26 agosto 1957
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Consuelo Crespi fu influencer e trendsetter ante litteram

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Un ritratto della contessa. I coniugi Crespi lasciarono definitivamente Roma nel 1975


Ma gli anni Settanta videro un declino inesorabile di quell’eleganza e di quel bel mondo che aveva invece caratterizzato i decenni precedenti e un’icona come lei, sensibile alla bellezza, soffrì molto per il cambiamento di vita. “In Italia vogliono essere ricchi ma sembrare poveri”, si lamentava Consuelo, fino alla decisione, nel 1975, di lasciare definitamente Roma per trasferirsi col marito a New York, dove ricevettero i Reagan a casa ai tempi della Casa Bianca, evento pressoché unico nella storia della Presidenza americana.

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La fashion editor fu scopritrice di talenti come Valentino Garavani, Fabiani, Galitzine

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La contessa con la figlia Pilar Crespi, Costa Smeralda 1968


Amatissima per la sua eleganza e stimata sul lavoro, Consuelo è la regina del jet set internazionale. Nominata Cavaliere del Lavoro negli anni Settanta, per il suo prezioso contributo nell’affermazione della moda italiana nel mondo, la contessa si spense nel 2010 nella sua Manhattan, all’età di 82 anni. Il suo amore per il bello è stato ereditato dalla figlia Pilar, che ha lavorato a lungo come editor di Vogue, mentre la nipote Chloé è fotografa di moda. Buon sangue non mente, ça va sans dire.

Summer 2015- Best dressed

Ogni estate che si rispetti ha i suoi trend e anche quest’anno non poteva mancare il gioco della classifica dei look migliori.

Ad aprire la kermesse dei look più belli è la fashion editor di Vogue Anna Dello Russo. In un candido abito Valentino con fantasia floreale su fondo bianco, l’eclettica stylist si è presentata alla sfilata dell’omonima maison che ha avuto luogo lo scorso luglio nella meravigliosa cornice romana. Mirabiliae Romae -questo il titolo del défilé– la serata ha visto elogiare le bellezze della Capitale.

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Anna Dello Russo a Roma lo scorso luglio in Valentino


Un evento in cui di look interessanti se ne vedono molti è sicuramente il Coachella Festival, che si è svolto lo scorso aprile. Stella dell’evento la modella Gigi Hadid, protagonista dell’ultimo calendario Pirelli. La bionda top model è stata avvistata in un abito bianco che ne esalta la carnagione dorata e in turbante di ispirazione gipsy. Un look molto luminoso che si adatta facilmente alle giornate estive.

Gigi Hadid al Coachella Festival 2015
Gigi Hadid al Coachella Festival 2015


Altra stella del Coachella Festival 2015 è stata Kendall Jenner: la top model ha sfoggiato un look aggressivo di ispirazione gipsy: crop top romantico a balze bianche e lunga gonna dagli spacchi molto sexy. Completano l’outfit collane etniche sovrapposte e coroncina hippie-chic.

Ancora Coachella Festival, Kendall Jenner
Ancora Coachella Festival, Kendall Jenner


Scalo a Portofino per Bianca Brandolini d’Adda. La blasonata socialite non poteva non indossare un top con gonna Dolce & Gabbana. Testimonial della maison, la modella appare in forma smagliante. Bellissima la gonna lunga abbinata al crop top nero profilato in pizzo. Look perfetto che può valorizzare praticamente tutte, dalle magrissime alle curvy.

Bianca Bradolini d'Adda per le vie di Portofino in Dolce & Gabbana
Bianca Bradolini d’Adda per le vie di Portofino in Dolce & Gabbana


Socialite e icona di stile, Poppy Delevingne è apparsa raggiante in un abito Valentino alla serata di Tiffany & Co. In perfetto stile bohémien, l’abito a balze con stampa patchwork floreale valorizzava al massimo la Delevingne. Trucco effetto nude e capelli ad onde effetto beach wave per un look semplicemente perfetto.

Poppy Delevingne in Valentino
Poppy Delevingne in Valentino


Altra incontrastata icona di stile e regina del jet set è Alexa Chung. Bellissima in un abito bianco di ispirazione provenzale, la modella è apparsa recentemente in un candido abito bianco di Alessandra Rich. Mood bucolico per uno stile semplice ed essenziale, perfetto da copiare per le sere d’estate.

Alexa Chung
Alexa Chung


In Valentino anche la mitica editor di Vogue Italia Franca Sozzani, apparsa in piena forma al matrimonio più blasonato dell’anno, tra Pierre Casiraghi e Beatrice Borromeo. Seta plissettata su fantasie di ispirazione orientale, il look della Sozzani era completato da piume rosa antico che le incorniciavano il volto.

Franca Sozzani in Valentino al matrimonio di Pierre Casiraghi e Beatrice Borromeo
Franca Sozzani in Valentino al matrimonio di Pierre Casiraghi e Beatrice Borromeo


Neo mamma, star di Gossip Girl e testimonial L’Oréal Paris, Blake Lively ha uno stile che affascina. Lunghi capelli biondi, pelle ambrata e look sempre perfetti, la giovane attrice è apparsa lo scorso maggio a New York in un abito dai colori vivaci. Scollatura importante a valorizzare le sue forme nuove, da neo mamma, e gonna a palloncino, per un outfit spumeggiante.

Blake Lively
Blake Lively


Raffinata come sempre, non sbaglia praticamente un colpo Olivia Palermo. Grande classe nell’outfit scelto dalla blogger e modella per la serata evento per la celebrazione dei trent’anni dalla nascita del brand Tommy Hilfiger in Beijing, Cina, lo scorso maggio. Lungo abito rosso con stampa raffigurante le stelle dell’ultima collezione del brand americano, l’icona di stile appariva raggiante a fianco del marito Johannes Huebl.

Olivia Palermo
Olivia Palermo e il marito Johannes Huebl


Ha incantato tutti gli ospiti del matrimonio del fratello Pierre: sgargiante in un lungo abito a fiori, Charlotte Casiraghi è apparsa più bella che mai. Look perfetto per la principessa, testimonial di Gucci. Lunghi capelli e un filo di rossetto, la giovane è stata una delle sorprese del matrimonio, celebratosi prima in veste civile nel Principato di Monaco e seguito poi dal rito religioso alle Isole Borromee, sul Lago Maggiore.

Charlotte Casiraghi al matrimonio del fratello Pierre
Charlotte Casiraghi al matrimonio del fratello Pierre

Auguri a Inès de la Fressange

Spegne 58 candeline Inès de la Fressange. Iconica musa di Karl Lagerfeld, volto storico di Chanel per tutti gli anni Ottanta, Inès Marie Laetitia Églantine Isabelle de Seignard de la Fressange nasce a Gassin l’11 agosto del 1957, figlia del marchese André de Seignard de la Fressange e della modella argentina Cecilia Sánchez Cirez. Aristocratica eleganza, Inès incarna la quintessenza dell’allure parigina.

Tra le più famose mannequin al mondo, adorata da Karl Lagerfeld, discendente di una famiglia dell’antica nobiltà francese imparentata con i celebri banchieri Lazard, Inès dal 1980 al 1989 lavora in esclusiva per Chanel, in un sodalizio storico con Lagerfeld. I rumours sostengono che l’armonia tra i due si sia rotta in seguito alla decisione della modella di accettare di prestare il proprio volto come Marianna della Repubblica Francese, decisione che sarebbe stata sgradita allo snob Lagerfeld, che riteneva questo un simbolo di provincialismo.

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Volto storico di Chanel e icona di stile
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La modella è stata il volto storico di Chanel dal 1980 al 1989

 

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Uno stile minimal-chic per la ex modella, ora designer di successo


Nel 1990 Inès sposa l’imprenditore italiano Luigi D’Urso, da cui ha due figlie. Rimasta vedova nel 2006, dopo ha lavorato come designer e consulente per Jean-Paul Gaultier e come ambasciatrice per Roger Vivier, mette su un suo atelier al numero 24 di rue de Grenelle, nella celebre Rive Gauche di Parigi: qui vende le sue creazioni come anche opere di amici o di persone conosciute durante i suoi viaggi. I suoi capi -biancheria da notte e costumi da bagno, in primis– rivelano una delicata eleganza di ispirazione provenzale.

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In passerella per Chanel A/I 1989-1990
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Musa di Lagerfeld, Inès de la Fressange è nata a Gassin l’11 agosto 1957
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Ancora in passerella per Chanel
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Impeccabile lo stile della storica maison fondata da Gabrielle Chanel
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Campagna vintage Chanel anni Ottanta
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Alta 1,80 m e dal fisico sottile e longilineo, Inès de la Fressange è stata una delle mannequin più famose al mondo
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Chanel Adv, 1987

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Inès de la Fressange in Chanel, Elle ottobre 1986


La modella, sottile e splendida anche in pantaloni a sigaretta e mocassini, si è dichiarata fortemente contraria alla chirurgia plastica. Emblema di un minimalismo chic dal gusto fortemente francese, è ancora oggi una donna bellissima e affascinante. Che dire, très chic.

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Inès de la Fressange posa come Coco Chanel nell’appartamento di quest’ultima, 1981. Foto di Jean-Claude Sauer
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Inès de la Fressange ha inaugurato il suo atelier suo atelier al numero 24 di rue de Grenelle, nella celebre Rive Gauche di Parigi

Jane Birkin contro Hermès. La diva rinnega la borsa che porta il suo nome

Divorzio storico tra Jane Birkin ed Hermès. L’attrice e modella inglese è stata recentemente al centro di una polemica, dopo aver rilasciato alcune dichiarazioni in cui chiedeva apertamente alla maison francese di togliere il suo nome dalla celebre borsa.

Alla base di tale appello ci sarebbe la causa ambientalista sposata dalla Birkin, la quale ha aderito ad una protesta più generale: ad innescare la miccia sarebbe stato il video diffuso dalla PETA, People for the Ethical Treatments of Animals, celebre istituzione di tutela degli animali, in cui si denunciavano le atroci crudeltà subite dai rettili destinati a diventare pellami.

Successivamente l’attore Joaquin Phoenix avrebbe lanciato una petizione per boicottare i capi di abbigliamento fatti con pellami esotici, a cui la Birkin avrebbe aderito.




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La celebre Birkin Bag fu ideata trentuno anni fa, nel 1984. Si narra che l’idea venne al direttore di Hermès dell’epoca, Jean-Louis Dumas, su un volo Parigi-Londra, in cui si trovò seduto accanto alla diva. La borsa della Birkin, strapiena, cadde, rovesciando l’intero contenuto sul pavimento. Ciò indusse Dumas a dedicarle un omaggio, creando appositamente per lei la Birkin Bag.



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Capiente, pratica e funzionale, ma allo stesso tempo estremamente chic, la Birkin Bag ha segnato un’epoca. Sogno proibito di ogni fashion victim che si rispetti nonché oggetto di culto per intenditori, la Birkin di Hermès è uno dei pezzi più esclusivi e costosi al mondo.
It bag evergreen, declinata in svariati colori e materiali, ha contribuito non poco a decretare il mito di Jane Birkin e ad iscriverla tra le icone di stile mondiali degli ultimi tempi.



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Look acqua e sapone, tomboy ante litteram, Jane Birkin ha incarnato lo stile di un’epoca, gli anni Sessanta e Settanta. In costante bilico tra innocenza e malizia, il suo stile nel vestire è divenuto leggenda. Famosa la sua predilezione per sensualissimi look vedo-non vedo, meglio se in tricot o pizzo trasparente. Bellissima anche senza un filo di trucco e in jeans e mocassini, la frangetta sbarazzina sui lunghi capelli e una fotogenia che ha incantato almeno due generazioni.




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Sensualissima nella sua love story scandalosa con il genio Gainsbourg, grazie alla quale conquistò i rotocalchi e le copertine di mezzo mondo.



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La maison più chic d’Europa le ha dedicato un oggetto di culto divenuto celebre. Oggi però la diva sembra aver dimenticato tutto questo, sebbene in nome di una valida causa, quale è quella animalista. Resta solo da chiedersi come mai non ci abbia pensato prima. Je t’aime, moi non plus, è proprio il caso di dire.

Diana Vreeland. La regina dello stile.

Nasceva oggi il personaggio più eclettico e rivoluzionario della moda. Unica, ironica come nessuna, visionaria, folle. Diana Dalziel poi Vreeland (cognome del marito) nasce a Parigi il 29 luglio del 1903. La madre, la socialite Emily Key Hoffman, vanta una parentela con George Washington e con Pauline de Rothschild.
Allo scoppio della Prima Guerra Mondiale, la famiglia si trasferisce a New York, dove la giovane Diana fa il suo debutto in società nel 1922, comparendo -quasi una premonizione del suo imminente futuro- su Vogue proprio per l’occasione.
Due anni più tardi, il primo marzo 1924, sposa il banchiere Thomas Reed Vreeland, da cui avrà due figli.


Diana


La coppia si trasferisce per un periodo a Londra. Qui Diana apre una boutique che annovera tra le clienti Wallis Simpson. Frequenti sono i viaggi di Diana a Parigi, dove conosce Coco Chanel, nel 1926. Nel 1935 il lavoro del marito li riporta nella Grande Mela.


Diana


L’anno successivo, il 1936, segna l’inizio del mito di Diana Vreeland. Notata per il suo stile nel vestire da Carmel Snow, lungimirante fashion editor di Harper’s Bazaar, le viene proposta una rubrica all’interno del magazine. Nasce così “Why don’t you…?”, la rubrica che fece conoscere al mondo l’ironica Diana.


Diana


Deliziosamente sopra le righe, in bilico tra l’umorismo più sottile e certa leziosità femminile che mai passerà di moda, Vreeland gioca coi suoi lettori, consigliando loro, tra le altre cose, di “tappezzare le camere da letto dei loro figli di stampe tratte dagli atlanti geografici, affinché essi non crescano con un punto di vista provinciale”, o di “esaltare il biondo naturale dei loro capelli lavandoli con lo champagne”.


Diana


Lasciare carta bianca al suo genio fu certamente mossa vincente per la Snow, che di certo contribuì alla creazione di un mito. Diana Vreeland fu talent scout ante litteram. Innumerevoli sono i volti che scoprì, da Lauren Bacall a Marisa Berenson, da Twiggy a Loulou de la Falaise e ancora Penelope Tree, Jane Shrimpton, Veruschka von Lehndorff, Edie Sedgwick.


Diana


Affiancata come nuova fashion editor di Harper’s Bazaar da fotografi del calibro di Richard Avedon, Louise Dahl-Wolfe, Alexey Brodovitch, nel 1962 passò a Vogue: qui ricoprì l’incarico di editor-in-chief dal 1963 al 1971. Pochi anni, se vogliamo, ma durante i quali avvenne una vera e propria rivoluzione culturale. Diana Vreeland è forse la donna che ha maggiormente influenzato l’arte visiva e la cultura visiva del secolo scorso. Non solo una semplice fashion editor ma la protagonista di una vera e propria rivoluzione che ha interessato il panorama culturale in toto. Addentrarsi negli anni Sessanta, i fatidici Swinging Sixties, il decennio in assoluto più rivoluzionario, con una guida così progressista, era garanzia di successo.


Diana


Sopra le righe, certa che “troppo buon gusto fosse noioso e che un pizzico di cattivo gusto serviva a dare un po’ di sapore”, Diana Vreeland odiava le convenzioni e le vecchie ideologie legate allo stile. Il cognome da nubile, Dalziel, in gaelico antico “Io oso”, è già un programma. Celebri, le sue frasi, che ci aprono nuove prospettive.


Diana


Come quando si espresse sul bikini, che definì “l’invenzione più importante dai tempi della bomba atomica”. Una iron lady della moda, granitica e rivoluzionaria. Nel 1965 veniva annoverata dalla Hall of Fame tra le donne meglio vestite al mondo.


Diana


Clamorosamente licenziata da Vogue (ebbene sì, incredibile ma vero!), nel 1971 le venne affidato l’incarico di curatrice dell’Istituto di Costume del Metropolitan Museum of Art. Nel 1984 ultimò la sua autobiografia, “D.V.” e morì nel 1989 per un attacco cardiaco.


Diana


Nel settembre 2011 venne creato il sito a lei dedicato, mentre il suo impero viene oggi curato dal nipote Alexander Vreeland, che lo scorso anno le ha dedicato delle fragranze. Nel settembre 2011 é uscito invece il documentario The Eye has to Travel, a cura di Lisa Immordino Vreeland, moglie di Alexander.