Colori audaci, grafismi arditi e lo stile senza tempo di un brand iconico: si apre nel segno della sartorialità la collezione primavera/estate 2017 di Hugo Boss. In bilico tra tradizione ed innovazione, la collezione comprende capi ed accessori declinati in tinte vivaci e materiali di pregio, in un riuscito mix di suggestioni sporstwear e femminilità. Jason Wu, direttore creativo del brand, alla sua sesta collezione, indugia in silhouette e dettagli che strizzano l’occhio alla femminilità più classica, accanto a note fortemente contemporanee, che traggono ispirazione da uno stile sporty-chic. Ecco dunque maxi dress con coulisse in vita e cordoncini alle maniche, tra drappeggi di stampo classico che conferiscono a capi come jumpsuit una femminilità inedita. Silhouette moderne e capi comodi, come il gilet, ora declinato in chiave urban, senza maniche e con ampio colletto. Largo anche a tubini con inserti trasparenti, sandali con cinturini incrociati e materiali come la pelle e il satin lucido, in linea con il mood della collezione, che unisce uno stile sofisticato al comfort. Non mancano asimmetrie e cuciture strategiche, per capi dai tagli contemporanei, declinati in una palette cromatica che predilige il blu elettrico, il rosso scarlatto e il verde brillante, accanto a motivi floreali e stampe jacquard: tra i materiali usati largo a chiffon, organza trasparente e crêpe plissettato. Un occhio di riguardo meritano gli accessori, come la nuova it bag in verde acceso: la borsa, autentico must have di stagione, può essere usata sia come shopper che come pochette, abbinata ad un abito dai sofisticati drappeggi, che sottolineano il punto vita e la femminilità timeless del brand. La borsa BOSS Bespoke Soft è ora presentata in una silhouette pià morbida e rilassata e si tinge di colori accesi. Disponibile in tutte le colorazioni di tendenza della stagione, la morbida borsa BOSS Bespoke Soft è già disponibile in alcuni negozi selezionati e sul sito del brand.
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Valentino rinuncia alla Galleria, ecco chi è il nuovo arrivato
Valentino e Hugo Boss rinunciano al posto nella Galleria Vittorio Emanuele II di Milano a favore del brand spagnolo Massimo Dutti.
Il brand, facente parte del gruppo Inditex assieme a Zara, Pull&Bear, Bershka, Stradivarius, Zara Home, Oysho e Uterque, possiede già un suo posto all’interno della Galleria anche se meno prestigioso di quello che si è aggiudicato.
Il bando aperto nel 2015 aveva messo all’asta gli spazi occupati dal BarSì e dall’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato e comprendeva, inoltre, lo spazio affidato a Mercedes, il quale però è stato già assegnato a Carlo Cracco in vista di un suo ristorante.
Gli spazi stabiliti saranno occupati da Massimo Dutti solo dopo che egli avrà lasciato quelli che possiede già, così come è stabilito dal bando, in quanto non possono essere esposte insegne già inserite in Galleria.
L’asta aveva posto una base di 977mila euro, vinta da Dutti per una somma di 100mila euro all’anno d’affitto.
Somma che comprende quasi mille metri quadri, sei livelli di sviluppo in verticale e tre vetrine con affaccio sul braccio principale della Galleria Vittorio Emanuele II.
Lo spazio dedicato a Massimo Dutti non sarà, però, solo una boutique.
Ospiterà, infatti, una sala dedicata alla “Storia del Tessuto” che comprenderà una mostra fotografica permanente e un’esposizione di alcune collezioni di capi storici ed iconici sull’evoluzione della produzione e dell’impiego dei tessuti nella storia.
Affinché la “Sala della Storia del Tessuto” non sia un progetto dedicato solo all’Italia e agli italiani, sarà anche adibita un’area dedicata alla storia del tessuto nel cinema internazionale.
Svolta in Armani: Re Giorgio dice no alle pellicce
“Sono lieto di annunciare il concreto impegno del Gruppo Armani alla totale abolizione dell’uso di pellicce animali nelle proprie collezioni. Il progresso tecnologico raggiunto in questi anni ci permette di avere a disposizione valide alternative che rendono inutile il ricorso a pratiche crudeli nei confronti degli animali. Proseguendo il processo virtuoso intrapreso da tempo, la mia azienda compie quindi oggi un passo importante a testimonianza della particolare attenzione verso le delicate problematiche relative alla salvaguardia e al rispetto dell’ambiente e del mondo animale”.
Con questo comunicato, Giorgio Armani dichiara al mondo la decisione di abolire all’interno delle sue collezioni, l’uso della pelliccia.
Una scelta storica, quella presa della maison italiana, che si affianca ad una lista di aziende che cresce esponenzialmente di anno in anno e che da tempo combattono contro l’uso di vello di animali nei capi d’abbigliamento: Elisabetta Franchi, Stella McCartney, Calvin Klein, Hugo Boss e Tommy Hilfiger, difatti, hanno abolito ormai da tempo l’uso della pelliccia a favore della faux fur.
Una decisione etica, quella di Re Giorgio, siglata in accordo con Fur Free Alliance e The Humane Society of the United States, che si impegna ad utilizzare fur free a partire dalla collezione autunno/inverno 16-17.
L’addio all’utilizzo della fur è stata accolta con favore dalla LAV (Lega Anti Vivisezione n.d.r.).
Dalle parole di Simone Pavesi, Responsabile LAV Moda Animal Free, possiamo dedurre l’entusiasmo della lega nei riguardi della scelta di Giorgio Armani: “Una decisione che fa onore alla Maison Armani e rafforza una strada già tracciata e consolidata dalla LAV in anni di campagne antipellicce in tutto il mondo, in favore della moda etica, responsabile e sostenibile, e dunque senza utilizzo di animali. Gli estimatori dello stile Armani saranno entusiasti: una scelta di vero stile per il “Re” della moda, amato e apprezzato in tutto il mondo. Un segnale inequivocabile per il settore, da tempo sollecitato a convertirsi verso una produzione non cruenta, considerando che in tutto il mondo ogni anno vengono uccisi circa 95 milioni di visoni e volpi e altri animali per la loro pelliccia, con Europa e Cina che sono i maggiori produttori di pelliccia a livello mondiale.”
La LAV ha recentemente lanciato il progetto Animal Free Fashion che ha l’obiettivo di attribuire una valutazione etica alle aziende virtuose che si sono prodigate ad utilizzare materiale di origine animale all’interno delle loro collezioni.
Per saperne di più sul progetto: www.animalfree.info
Immagine copertina luxuo.com