Helmut Newton e la tensione erotica dei corpi femminili

Helmut Neustädter, il vero cognome del corrispettivo inglese Newton, nasce a Berlino il 31 ottobre del 1920.


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All’età di solo otto anni, il fratello lo accompagna ad un quartiere a luci rosse dove lavora anche la nota Red Erna. La frequentazione di questi ambienti degradati segnerà profondamente la visione di Helmut e la sua passione fotografica.


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Gli inizi fotografici risalgono, in particolare, al 1961 quando si trasferisce a Parigi e ha la fortuna di collaborare per French Vogue. I suoi scatti faranno in breve il giro di tutto il mondo, affascinando per il loro grande potere provocatorio per l’epoca. Collaborerà, inoltre, con le riviste di moda più importanti di sempre.


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Fin da subito, dimostra un interesse per le donne: alte, slanciate, spesso sui tacchi alti, forti, sicure di sé e del proprio corpo. Il corpo femminile è catturato dal suo sguardo in pose provocatorie, ma al tempo stesso estremamente eleganti. Helmut è il primo fotografo a introdurre il nudo nel mondo della moda, non senza polemiche.


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Immediatamente, ci prese gusto a costruire intorno a sé l’immagine di colui che intende provocare. Lo spettatore diviene, pertanto, un voyeur involontario intento a spiare centimetri di pelle scoperta di modelle e donne note. A distanza di anni, Helmut resta uno dei fotografi più noti e interessanti, continuando a incantare e ad essere emulato.


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Nonostante ciò, egli resta unico nel suo genere: ogni singolo scatto continua incessantemente a coinvolgere, a raccontare e a sprigionare tensione erotica, anche in un mondo dove il nudo è a portata di mano e la capacità immaginativa scarseggia.


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Le donne di Helmut Newton rivivono nella sfilata di Elisabetta Franchi SS17

Le donne di Helmut Newton rivivono nella sfilata di Elisabetta Franchi SS17

 

All’uomo che ha raccontato la donna come simbolo di desiderio, musa irraggiungibile e dal carattere forte, sexy oltre misura, si è ispirata Elisabetta Franchi per la collezione primavera estate 2017, a Helmut Newton va questo omaggio.

Helmut Newton, fotografo di origini tedesche, ha lasciato nell’immaginario collettivo una donna che molti oggi cercano di emulare, attraverso immagini, dipinti, fotografie, ma senza la magia di chi la donna  la vedeva realmente come essere superiore.  Si dice sia la madre di Newton la vera fonte di ispirazione, e che i quartieri a luci rosse, visitati col fratello maggiore a soli otto anni, abbiano fatto il resto.

Da lì l’occhio di Newton partorisce donne con stivali alla caviglia, guanti lunghi fino al gomito, fruste, tacchi a spillo e quell’aria altera e sprezzante che le rende spaventosamente sexy.

Erotismo che calca la passerella da Elisabetta Franchi, che ha stupito tutti con una collezione dal carattere algido e dal potere seduttivo, donne che ammiccano, donne che lasciano intravedere i seni, attraverso le trasparenze o, sfacciate, indossando body a rete.

 

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sx Elisabetta Franchi – dx foto di Helmut Newton


La donna Elisabetta Franchi conosce perfettamente le sue armi e le usa! Stringe la vita per esaltarla con cinture importanti e sandali altissimi che lasciano il piede nudo; il corpo diventa il mezzo attraverso cui esibirsi.

Ovviamente la palette colori comprende il rosso lacca, il nude e l’oro, con presenza del nero, fil rouge della collezione.

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sx Claudia Schiffer fotografata da Helmut Newton – dx abito Elisabetta Franchi


 

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sx foto di H.Newton – dx Elisabetta Franchi SS17


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sx foto di Helmut Newton – dx long dress Elisabetta Franchi


Capi scultorei e strutturati, decoltè in vista e micro top fascianti, le lunghezze sono maxi e le giacche oversize, perché la donna E.F. ha quel lato mascolino che non vuole nascondere.

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ai lati collezione Elisabetta Franchi SS17 – al centro una foto di Helmut Newton


Lo scintillìo dei dettagli laminati ricordano le serate glamourous degli anni ’80 e delle dive hollywoodiane.

Rivive in questa collezione SS17 Elisabetta Franchi la “femme fatale” newtoniana e speriamo che ci rimanga.

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sx foto di H.Newton – dx Elisabetta Franchi SS17


 

Sfoglia la gallery Elisabetta Franchi primavera estate 2017:

 



 

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Helmut Newton in mostra a Venezia

Helmut Newton approda a Venezia con una serie di scatti che ci illumineranno sul  percorso artistico del fotografo tedesco.

Dal 7 aprile al 7 agosto 2016, sarà possibile esplorare i cunicoli mai pretenziosi delle fantasie erotiche (ma non solo) dell’artista, nella sede espositiva Tre Oci.

La mostra “Helmut Newton. Fotografie” è stata organizzata ponendo l’attenzione sul focus dell’interesse artistico di Newton, la donna, e si suddivide in tre macro sezioni: White Women, Sleepless Nights e Big Nudes, entrambe nate dopo la supervisione dei volumi pubblicati alla fine degli anni settanta, inizi anni ottanta.

Il volume White Women, composto da 42 immagini a colori e 39 in bianco e  nero, è definito da tutti la prima rappresentazione di nudo artistico legata alla moda. Corpi sinuosi e nudi, fotografati con maestria senza avvolgere la donna di un benché minimo alone di volgarità.

 

Scatto della serie White Women (fonte tpi.it)
Scatto della serie White Women (fonte tpi.it)

 

 

In Sleepless Nights ( volume pubblicato nel 1978) una serie di contaminazioni stilistiche ergono la vena artistica del fotografo a livelli di eccezionale visione estetica. Ritratti superbi, che catalizzano l’attenzione non solo sulle modelle ma anche sugli abiti, tanto che, l’editoria di moda si contende i suoi scatti.

 

Sleepless Nights. Helmut Newton (fonte sciameinquieto)
Sleepless Nights. Helmut Newton (fonte sciameinquieto)

 

 

Con Sleepless Nights, Helmut Newton si aggiudica un’onorificenza del tutto meritata divenendo il primo fashion photography  che la storia della moda abbia mai elargito ed onorato.

Infine, con Big Nudes (volume pubblicato nel 1981) l’acclamato e osannato fotografo, “sbarca” nei musei e nelle gallerie più importanti del mondo con gigantografie di nudo integrale, ispirati dai manifesti diffusi dalla Polizia tedesca per rintracciare alcuni esponenti di un gruppo terroristico del RAF.

 

Scatto serie Big Nudes, ispirato dai manifesti della Polizia tedesca alla ricerca di terroristi del RAF
Scatto serie Big Nudes, ispirato dai manifesti della Polizia tedesca alla ricerca di terroristi del RAF

 

 

 

Per tutte le informazioni inerenti alla mostra, visitate il sito  www.treoci.org

 

 

 

 

Per la cover fonte 10thstreetrevival

 

 

Charlotte Rampling: i 70 anni di un mito

Enigmatica, androgina, sensuale: Charlotte Rampling spegne oggi 70 candeline. L’attrice britannica, divenuta celebre a seguito della sua interpretazione nel film di Liliana Cavani Il portiere di notte, è ancora oggi un sex symbol.

Nata a Sturmer, nell’Essex, il 5 febbraio 1946, all’anagrafe Tessa Charlotte Rampling, l’attrice è figlia di un ex atleta olimpico e di una pittrice. Un’infanzia vissuta tra Inghilterra e Francia e i primi lavori come modella. Il suo fascino torbido e la sua fotogenia la rendono un’icona.

Posa, tra gli altri, per Cecil Beaton, David Bailey ed Helmut Newton, che immortala la sua bellezza in scatti che coniugano magistralmente il suo charme sofisticato alla sua potente carica erotica. Ancora bellissima nonostante il passare degli anni, l’attrice ha posato per Peter Lindbergh, Bettina Rheims, Paolo Roversi e molti altri, ed è apparsa su magazine del calibro di Vogue, Interview, Elle, solo per citarne alcuni.

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Charlotte Rampling ritratta da Bettina Rheims a Parigi, Settembre 1985
Charlotte Rampling in una foto di Clive Arrowsmith, 1970
Charlotte Rampling in una foto di Clive Arrowsmith, 1970
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L’attrice è nata il 5 febbraio 1946 in Essex

Charlotte Rampling in una foto di Helmut Newton per Vogue, gennaio 1974
Charlotte Rampling in una foto di Helmut Newton per Vogue, gennaio 1974



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Nel 1965 il debutto cinematografico con il film di Richard Lester Non tutti ce l’hanno, vincitore della Palma d’oro al Festival di Cannes. L’anno seguente si apre per Charlotte un periodo buio, a causa del suicidio della sorella, che le viene nascosto dai familiari e che l’attrice scopre solo pochi anni fa. La giovane si prende una pausa dal cinema e si dedica alla meditazione, ritirandosi in un monastero in Scozia.

Due anni più tardi, nel 1968, recita ne La caduta degli dei di Luchino Visconti, che le affida il ruolo tragico di una madre deportata in un campo di concentramento con i suoi due bambini. Ma è con Il portiere di notte di Liliana Cavani che Charlotte Rampling ottiene la fama a livello internazionale: indimenticabile il suo ruolo intriso di suggestioni sadomaso e la straripante sensualità che l’attrice conferisce al suo personaggio. Lucia Atherton è un’ebrea che inizia una relazione sadomaso col suo aguzzino: la bellissima attrice in quella pellicola appariva inguainata in lunghi guanti in pelle nera e bretelle che fanno capolino sui seni nudi, mentre il volto enigmatico è coperto dal berretto tipico delle Schutzstauffeln. Fu così che Charlotte Rampling entrò di diritto nell’immaginario erotico.

Charlotte Rampling ritratta da David Bailey, 1973
Charlotte Rampling ritratta da David Bailey, 1973
Charlotte Rampling in Marlowe, il poliziotto privato, di Dick Richards, 1975
Charlotte Rampling in Marlowe, il poliziotto privato, di Dick Richards, 1975
Charlotte Rampling in un celebre scatto di Helmut Newton, Hotel Nord Pinus, Arles, 1973
Charlotte Rampling in un celebre scatto di Helmut Newton, Hotel Nord Pinus, Arles, 1973
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L’attrice ne Il portiere di notte, 1974
CHARLOTTE RAMPLING Photographed by Helmut Newton in Paris, 1984
Charlotte Rampling ritratta da Helmut Newton a Parigi, 1984
Charlotte Rampling ritratta da Cecil Beaton, 1972
Charlotte Rampling ritratta da Cecil Beaton, 1972

Charlotte Rampling, foto di Sofia Sanchez e Mauro Mongiello
Charlotte Rampling, foto di Sofia Sanchez e Mauro Mongiello


Nella vita privata fece scandalo il suo ménage a trois con il fotografo Randall Lawrence e il migliore amico di quest’ultimo, l’agente pubblicitario Brian Southcombe, che nel 1972 sposò la Rampling dandole un figlio, Barnaby. Il matrimonio finì quattro anni dopo. Nel 1977 al Festival di Cannes l’incontro con il secondo marito, il compositore francese Jean Michel Jarre, da cui ebbe altri due figli. Ancora affascinante e scandalosa, la ritroviamo nel 2003 nella pellicola diretta da François Ozon, Swimming Pool.

Nel 2015 vince l’Orso d’argento come migliore attrice al Festival di Berlino con il film 45 anni di Andrew Haigh, al fianco di Tom Courtenay (anch’egli premiato come migliore attore). Grazie alla pellicola la Rampling viene candidata all’Oscar 2016 come migliore attrice protagonista. Il prossimo 28 febbraio sapremo se la celebre statuetta sarà sua.