Atelier Versace: sfila a Parigi una nuova couture

Una valchiria dall’allure sofisticata sfila tra drappeggi da dea greca e sapienti tagli sartoriali: Atelier Versace apre la settimana dell’haute couture parigina con una sfilata che riporta la maison ai suoi albori. Sensualità felina ma stemperata da una dolcezza inedita: la femminilità aggressiva da sempre emblema della maison sembra cedere il posto ad un’eleganza senza tempo. La donna Atelier Versace è una diva contemporanea, che incede sulla passerella sicura di sé e forte del proprio sex appeal.

Capispalla sartoriali si alternano ad abiti da diva: aprono il défilé cappotti preziosi più simili a kimono declinati in colori pastello: suggestioni Forties nelle silhouette, mentre il double di cashmere e seta a contrasto è impreziosito da una pioggia di cristalli Swarovski.

Gli abiti da sera rivendicano il potere seduttivo, tra nude look e profonde scollature. Il potere della donna e del suo fascino: questo sembra essere il fil rouge della collezione haute couture. Duchesse di seta e drappeggi, ma anche asimmetrie e tagli innovativi che spezzano col passato alla ricerca di una nuova couture. Abiti lunghi ma anche corti, caratterizzati da tasselli di raso multicolor.

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Karen Elson per Atelier Versace


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Capispalla sartoriali si alternano ad abiti da diva


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Tagli asimmetrici e tasselli di raso sfilano da Atelier Versace


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Irina Shayk calca la passerella di Atelier Versace


Parata di top in passerella: dalla rossa Karen Elson ad Irina Shayk a Bella Hadid, fino a Mariacarla Boscono e Carolyn Murphy. Nel front row appaludono Bradley Cooper, fidanzato della Shayk, con la ex collega di serie tv Jennifer Garner e la pantera nera Naomi Campbell. Ispirazioni disco si alternano alla nuova couture inaugurata dalla Medusa: e l’aggressività che manca ai capi che si alternano sulla passerella sembra concentrarsi invece nel make up, che, tra rossetti borgogna e sfrontata femminilità.

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Drappeggi e veli per una donna forte


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Bella Hadid per Atelier Versace


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Sensuale e graffiante la collezione che ha sfilato a Parigi


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Sinousa e sofisticata la donna Atelier Versace


(Tutte le foto sono tratte da Madame Figaro)


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Schiaparelli: un tuffo nel passato

Schiaparelli: un tuffo nel passato

Ha sfilato nell’ambito dell’Haute Couture parigina Schiaparelli. Un défilé ricco di suggestioni antiche ma evergreen, con un tuffo nel glorioso passato della maison: è infatti alla celebre collezione Circus del 1938 che Bertrand Guyon si è ispirato per l’Autunno/Inverno 2016-2017.

Dall’aprile scorso alla direzione artistica delle collezioni Haute Couture e Prêt-à-couture, lo stilista riporta in auge il surrealismo che rese celebre Elsa Schiaparelli. Un’eredità pesante che però Guyon reinterpreta in modo mirabile, riuscendo nell’arduo compito di traportare l’eccentricità e la poesia della mente creativa di madame Elsa in una collezione che strizza l’occhiolino anche al mondo contemporaneo.

Suggestioni surrealiste sfilano fin dalla prima uscita: occhi e bocche, ma anche profili femminili fanno capolino da abiti asimmetrici. Largo a stampe caleidoscopiche, a partire dalla stessa location, che ricorda essa stessa i tendoni di un circo. Capi intrisi di sobria eleganza rivelano nella lunghezza maxi e nelle proporzioni un inedito ritorno agli anni Trenta. Velluto nero e maniche a sbuffo strizzano l’occhio ad un minimalismo che viene impreziosito dai ricami: è il circo con la sua stravagante eleganza e il suo immaginario ricco di meraviglie ad essere rappresentato sulla passerella. Animali fantastici, elefantini acrobatici, angeli, arabe fenici, costellazioni mitologiche ed esoteriche, e ancora farfalle e arte astratta: queste sono le stampe che sbucano da lunghi abiti scuri ma anche da minidress dall’appeal moderno. Motivi floreali e astrologici si alternano all’ironia di grandi cuori rosa shocking che sbucano da maxi dress da dea. Attenzione quasi maniacale per i dettagli, che diventano istrionici. Pellicce su minigonne audaci vengono decorate con animali fantastici che ricordano i bestiari medievali.

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Infine sfilano pepli in raso caratterizzati da sofisticati drappeggi e lunghi abiti da gran soirée ricoperti di paillettes. Organza e sete preziose per abiti da red carpet, che controbilanciano l’austerità delle giacche sartoriali e dei cappotti in jacquard.
Nel front row spiccano Isabelle Adjani, Marina Hands, Maria Grazia Chiuri e Pierpaolo Piccioli di Valentino, che non commentano le ultime news circa il passaggio della Chiuri alla direzione creativa di Dior.

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(Tutte le foto sono tratte da Madame Figaro)


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Paris Haute Couture. Il debutto di Francesco Scognamiglio

“C’è anche un senso religioso nella collezione – dichiara Francesco Scognamiglio a fine sfilata – e le facce velate dai pizzi di certe modelle sono il ricordo mio dell’infanzia e della devozione delle donne alla Madonna di Pompei.”

 

Model on the catwalk

 

 

Plauso più che meritato, per lo stilista partenopeo che, alla sua prima sfilata Haute Couture ha dimostrato grande vena artistica.

E’ Napoli con tutto il suo fascino, l’ispirazione di questo progetto creativo; i suoi vicoli affamati di corolle, la sua religiosità bramosa e sentita dalla sua gente.

Francesco, esprime con questa collezione, tutto il suo attaccamento alla sua terra d’ origine, elargendo la sue collezione, ad esiti chiaramente lussureggianti.

 

Model on the catwalk

 

 

Abiti scultura e fiori rigorosamente 3D: questa è la sontuosità di Scognamiglio. La seta, disegna generosamente le forme della donna, graziandole. C’è un accenno di sfrontata audacia negli abiti di Francesco: mostrano un capezzolo, poi ancora la lingerie, attraggono per la loro sensualità, ma nulla in questo progetto appare volgare.

 

Francesco Scognamiglio Couture Fall 2016

 

 

Alla sua prima volta a Parigi, Scognamiglio propone abiti scultura con dettagli plissettati, piume applicate e ricami dorati di ricercata opulenza; cristalli luminescenti che donano la giusta allure ad una collezione divisa tra il sacro e il profano.

 

 

 

 

 

Fonte immagini WWD

Alberta Ferretti debutta nell’Alta Moda parigina

La scelta di sfilare per la prima volta durante i giorni della Haute Couture rappresenta un’evoluzione naturale della mia moda. Pur non essendo una collezione di pezzi unici, rispecchia il desiderio e la necessità di creare abiti sempre più esclusivi per soddisfare le necessità delle mie clienti più esigenti”.

 

Alberta Ferretti si ispira al  XVIII secolo per la collezione presentata nel luglio 2015 nell'atelier di Parigi
Alberta Ferretti si ispira al XVIII secolo per la collezione presentata nel luglio 2015 nell’atelier di Parigi (fonte Vogue.it)

 

 

Parola di Alberta Ferretti, entusiasta per la nuova avventura che si appresta a vivere la maison.

La sfilata è prevista per il prossimo 3 luglio nella sede parigina di Alberta Ferretti, al 43 Rue du Faubourg Saint-Honoré.

 

Alberta Ferretti collezione limited edition 2016 (fonte lesfacons)
Alberta Ferretti collezione limited edition 2016 (fonte lesfacons)

 

 

La collezione Alberta Ferretti Limited Edition, nata solamente cinque anni fa e presentata per la prima volta durante Pitti Immagine, risulta più ricca nei dettagli ponendo l’attenzione sulla fusione tra prêt-à-porter e Haute Couture: l’onnipresente animalier, impronta della maison italiana, viene affiancato da sovrapposizioni, tagli laser, laminature in platino e pizzo. Ispirata alla marchesa Luisa Casati, la collezione si veste di un’area estremamente raffinata ed elegante, basata sull’attenzione sartoriale che la maison ha sempre affidato alle creazioni.

 

 

 

Fonte cover glamouriablog.blogspot.com

Francesco Scognamiglio debutta a Parigi con l’Haute Couture

Francesco Scognamiglio debutterà nel calendario ufficiale dell’Alta Moda di Parigi, in qualità di membre invité della Chambre Syndicale de la Haute Couture francese.

Lo stilista napoletano, che ha vestito celebs dal calibro di Lady Gaga, Beyoncé, Rihanna e Madonna, dopo diciott’anni di duro lavoro, vede avverarsi il suo più grande sogno: sfilare con una collezione Haute Couture a Parigi.

 

Abito in pizzo dentelle con rouches in satin di seta, impreziosito da un gilet in mourmanski nera con maniche imbottite di cristalli Swarovski, pezzo unico della collezione pre fall AI 2011-12 (fonte blogosfere)
Abito in pizzo con rouches in satin di seta, gilet in mourmanski  e cristalli Swarovski, pezzo unico della collezione pre fall AI 2011-12 (fonte blogosfere)

 

 

Abito bianco a più strati indossato  in occasione dei BRIT Awards 2010 (fonte mydiamondblog)
Abito bianco a più strati indossato in occasione dei BRIT Awards 2010 da Lady Gaga (fonte mydiamondblog)

 

 

Il défilé è previsto per il 3 luglio, primo giorno ufficiale di apertura della kermesse. In passerella sfileranno 15 look, ispirati dall’Alta Moda del passato.

La notizia è stata lanciata dallo stesso couturier sul profilo Instagram maisonfrancescoscognamiglio: “Cari tutti, sono qui ad annunciare ufficialmente che un sogno durato 18 anni oggi diventa realtà. Dopo aver superato tanti ostacoli, con mille sacrifici e vissuto e condiviso molti silenzi, sono felice di annunciare che questo prossimo luglio la mia prima collezione di Alta Moda sfilerà a Parigi. Questo è il profilo di un sognatore. Di un uomo semplice ed umile che non ha mai chiesto nulla a nessuno e ha sempre portato con sé, i veri affetti di coloro che lo hanno sostenuto emotivamente, da sempre. La moda vive di figure costruite dietro il nulla o magari supportate da una politica che oramai non ha più alcun potere .

 

Backstage collezione Francesco Scognamiglio FW 16 (redmilkmagazine)
Backstage collezione Francesco Scognamiglio FW 16 (redmilkmagazine)

 

 

Collezione  Primavera/Estate 2016
Collezione prêt-à-porter Primavera/Estate 2016

 

 

Orgoglioso delle sue origini, ha poi aggiunto: “Io sono qui, napoletano ed orgoglioso di esserlo e di portare per la prima volta nella storia, la mia tradizione sartoriale a Parigi. Quella verità che mi ha portato a realizzare solo con il mio amore e il mio credere… Il sogno della mia vita. Grazie a tutti i miei amici e alla mia famiglia, per essermi vicino e grazie anche a coloro che con il silenzio hanno sorriso a questa mia gioia.”

 

Lindsay Lohan in abito Francesco Scognamiglio (fonte vanitifair)
Lindsay Lohan in abito Francesco Scognamiglio (fonte vanityfair)

 

 

Francesco Scognamiglio Autunno/Inverno-2015 (fonte i-d.vice)
Francesco Scognamiglio Autunno/Inverno-2015 (fonte i-d.vice)

 

 

Un messaggio, questo, che sa molto di rivalsa.

Francesco, sfilerà per la prima volta a Parigi e, soprattutto, accanto a nomi illustri come Chanel, Valentino, Dior, Schiapparelli e Giambattista Valli.

 

 

 

Fonte cover i-d.vice

 

La Family Couture di Gattinoni

Ha sfilato fuori dal calendario ufficiale di Altaroma la collezione Primavera/Estate 2016 di Gattinoni. Cosa succede se il Settecento francese, con le sue crinoline e i merletti, si unisce al rock degli anni Settanta, tra borchie e suggestioni metal? Ce lo insegna Guillermo Mariotto, che mette a segno un altro successo per la storica maison dell’alta moda italiana.

Gattinoni presenta la sua RocKcocò collection, intrisa di elementi boho-chic che si sposano mirabilmente a suggestioni francesi. La collezione ha sfilato presso lo Studio Orizzonte, in via Barberini, storico studio fotografico di Antonio Barrella, vincitore del Premio Internazionale della Fotografia 2015: la location si è trasformata per l’occasione in un immaginario giardino delle meraviglie, che ricorda Versailles. In una scenografia fiabesca ha sfilato la donna Gattinoni, in un gioco psichedelico di specchi e rami d’albero stilizzati, tra suggestioni rococò ed elementi pop.

Una collezione che il direttore creativo di Gattinoni ha dedicato, in modo deliberatamente provocatorio, al Family Day, che sfilava contemporaneamente nella Capitale. Ma Mariotto è avanti anni luce rispetto alle polemiche che si susseguivano in piazza, e ha sdoganato in passerella la sua Family Couture, che strizza l’occhio alle coppie gay. Una famiglia tutta al femminile, in un tributo alla donna e ai sentimenti più autentici: le due mamme che stringono tra le braccia la figlia appena nata e coccolano il cagnolino, sono aplomb nelle loro mise in pizzo, tra velate trasparenze, giochi di alta sartoria, intarsi e ricami.

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La donna Gattinoni è una reincarnazione delle dame del Settecento francese, che animavano i salotti, tra eccessi e scandali di corte, tra risate e piume, chiffon e leggera voluttà. Il rococò rivive declinato in chiave rock, per una moda che si schiera politicamente a favore delle coppie gay e delle unioni civili. Sensuale e irraggiungibile, l’austera nobildonna cede al fascino bohémien degli anni Settanta, e scende in piazza a manifestare, perfetta figlia dei fiori direttamente uscita dalla contestazione giovanile e dagli anni di piombo. La palette cromatica predilige le tinte pastello, in primis il rosa cipria. Tripudio di pizzo bianco, chiffon, organza e gazar, tra tanti ricami e punti croce, spalle arrotondate per abiti dalla vita impero e linee fluide e morbide. Ma l’anima rock emerge nei jeans scampanati, nelle frange e nelle paillettes, nei pantaloni ampi e drappeggiati, nei gilet e nelle t-shirt. Nel parterre della sfilata evento spiccano la neo presidente Rai Monica Maggioni, il presidente onorario della Camera della Moda Mario Boselli, ma anche nomi del mondo dello spettacolo, come Milly Carlucci, Massimo Giletti e Gloria Guida.

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“Una collezione dal sound profondo come la chitarra di Jimi Hendrix, sensualissima come la musica di Mozart, Vivaldi, Albinoni”: così Mariotto descrive il mood della collezione. La sfilata è stata mandata in diretta sul web, segno di apertura della storica maison alle nuove tecnologie. Aperta contestazione rispetto alla stessa manifestazione dell’alta moda capitolina, di cui Gattinoni, nella veste del Presidente della maison Stefano Dominella, dichiara di non condividere più l’essenza, ma anche moda interreligiosa e pacifista, come si evince dai gioielli che hanno accompagnato la collezione: Gianni De Benedittis di FuturoRemoto dedica un pensiero a tutte le religioni del mondo e alle diverse civiltà, per una moda che si apre al diverso. Croci gioiello si alternano sulla passerella a bracciali e anelli in radici di rubino e zaffiro, che impreziosiscono il pizzo onnipresente sui capi indossati dalle mannequin. Spicca l’anello-burqa, in oro e diamanti neri, accanto a piccole croci in filigrana.

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Il giardino di Raffaella Curiel incanta Altaroma

Il giardino di Raffaella Curiel incanta Altaroma

L’ultima edizione dell’alta moda capitolina si è aperta con la sfilata di Raffaella Curiel. Un tripudio di fiori e suggestioni botticelliane hanno caratterizzato il défilé, per una collezione all’insegna della delicatezza. La couturier milanese apre la porta del suo giardino segreto, riscoprendo l’innocenza.

In un mondo in cui la violenza sembra essere all’ordine del giorno, la sfilata alta moda Primavera/Estate 2016 di Raffaella Curiel sembra volersi porre come un monito, per osservare il mondo attraverso gli occhi di un bambino: ingenuità e candore, virginale eleganza e leggiadra bellezza calcano la passerella tra delicato chiffon e sete preziose.

Joie de vivre per il miracolo della natura, che si rinnova ad ogni stagione: sfilano ricami e lavorazioni artigianali, passamanerie di antica tradizione sartoriale italiana e fiori all over. Ortensie, rose, nontiscordardime, papaveri, ranuncoli, iris, peonie, viole diventano stampe preziose per capi delicati dall’antica eleganza. Gonne-bocciolo e abiti-tulipano, ma anche abiti da cocktail, gonne a ruota, tailleur e corpetti ricamati. Suggestioni Fifties enfatizzano il punto vita, stretto in cinture e fusciacche, tra ricami artigianali che rappresentano boccioli di rosa e lo stelo di un anemone. Il défilé ricorda un garden party in cui inneggia un messaggio di pace e speranza. La sfilata Curiel è un inno alla vita e alla bellezza della natura, in una full immersion tra i roseti in fiore: le 45 uscite che si alternano rappresentano la rinascita, tra sete plissettate, gonne lunghe fluide, gonne di petali.

La palette cromatica abbraccia la natura che germoglia, dal verde prato al ciclamino, all’azzurro e rosa, al lilla, fucsia e rosso papavero. Nel front row della sfilata spiccano nomi storici della politica italiana, tra cui Donna Assunta Almirante, Lella Bertinotti e Isabella Rauti, l’ambasciatore americano in Italia John Phillips, Fabiana Balestra, la Presidente di Alta Roma Silvia Venturini Fendi, il Presidente Onorario di Camera Moda Beppe Modenese, lo scrittore Cesare Cunaccia. La couturier si presenta abbracciata alla figlia Gigliola e al figlio Gaetano, alla fine di una sfilata iniziata all’insegna delle polemiche: Raffaella Curiel è stata infatti vittima di una vera e propria aggressione ad opera di un gruppo di animalisti, che hanno manifestato davanti ai cancelli dell’ex Dogana di Roma, nuova sede di Altaroma. «Quando entravo mi hanno aggredita e spintonata – racconta Lella Curiel – e mi sono impaurita fino alle lacrime. Però ho detto ai manifestanti: guardate che io do da lavorare a gente che le pellicce non se le può proprio permettere!».

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L’alta moda di Dolce & Gabbana omaggia la Scala

Per la prima volta nella storia il Teatro alla Scala si è trasformato nella location di una sfilata di moda: nella giornata di ieri l’alta moda di Dolce & Gabbana ha sfilato nel tempio della lirica.

Sono stati i primi a raccogliere molte sfide, indomiti ribelli, fieramente anticonformisti, spesso anticipatori dei tempi: con un défilé interamente dedicato all’arte del ben canto, Domenico Dolce e Stefano Gabbana hanno portato l’haute couture italiana alla Scala, luogo pregno di storia e tradizioni. Un omaggio al Bel Paese e a Giacomo Puccini, le cui musiche hanno accompagnato le uscite delle modelle. Dalle struggenti atmosfere della Turandot, fino a Madama Butterfly, dalla Bohème alla Tosca: il patrimonio musicale italiano viene omaggiato dai due stilisti, da poco divenuti sostenitori del teatro, che considerano un'”istituzione simbolo della cultura italiana in tutto il mondo”.

Una sfilata evento conclusasi con una standing ovation di cinque minuti e con il duo di stilisti in lacrime, tra gli applausi degli ospiti, affascinati dalla sublime arte che ha calcato l’insolita passerella, in primis Alexander Pereira, sovrintendente alla Scala. Dopo la sfilata ha avuto luogo un’esibizione degli studenti dell’Accademia.

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Gli stilisti hanno commentato la sfilata come “la realizzazione di un sogno”. Ottantotto uscite emozionanti, tra le musiche di Puccini. Astenersi detrattori: il tempio della lirica non è stato in alcun modo profanato, ma si è viceversa aperto ad abbracciare una delle arti italiane più importanti a livello mondiale, quale è la moda.

Una donna casta e raffinata ha calcato la passerella: nessuna scollatura, bandite le trasparenze ed ogni tocco eccentrico. Una collezione all’insegna della sobrietà e dello stile più sofisticato. Trionfo barocco nei broccati di seta, tra LBD d’ordinanza e tailleur in tweed e cachemire. Infine, eccola, quasi una visione onirica, la donna di Puccini, che sfila maestosa tra corpetti e abiti ricchi di fascinazioni storiche e regale sontuosità. Come un ballo, tra paillettes, pietre e ricami preziosi, tra le crinoline e i velluti trova nuova vita la sublime incarnazione dell’eroina pucciniana, tragica e appassionata, che sfoggia smoking maschili rubati alla linea uomo. Tripudio di barocca eleganza negli orecchini chandelier e nelle pietre preziose che scintillano addosso alle mannequin. Un omaggio al teatro stesso, ma anche a Milano, con le sue bellezze, dal Castello Sforzesco al Duomo, che vengono rappresentati sui cappelli.

La trasgressione in chiave couture di Jean Paul Gaultier

Il fumo di una sigaretta offusca l’aria di una gelida notte parigina; due mani si sfiorano, tra risate sommesse e sguardi furtivi, che fanno capolino sotto il make up pesante. Lo smoking lascia intravedere la linea gentile del punto vita, mentre il tacco dodici reclama la sua parte in questo gioco seduttivo; gli occhi di lui sembrano spogliare quei fisici scultorei nascosti sotto veli di chiffon; occhi a mandorla dalle lunghe ciglia sembrano tremare mentre le mani bramano carezze sempre più audaci. La mente vaga senza fermarsi, e l’inaspettato ménage à trois apre la porta a giochi proibiti e segreti inconfessabili. Quella è la notte giusta, la notte in cui osare, in cui la Ville Lumière riserva dolci sorprese e promesse d’amore. Basta un’occhiata complice, e le due donne entrano insieme nel locale dall’aria invecchiata, mentre l’insegna al neon recita un nome indimenticabile.

La collezione haute couture Primavera/Estate 2016 di Jean Paul Gaultier inizia così, con un tributo alla libertà sessuale e allo stile degli indimenticabili anni Settanta, incarnati in Edwige Belmore, regina del punk scomparsa lo scorso anno, protagonista indiscussa della nightlife parigina fino agli anni Ottanta. Le atmosfere audaci rivendicano una voglia di perdizione in chiave patinata, in bilico tra le paillettes e i lustrini di un cabaret e le suggestioni sadomaso di un club privé.

E quale migliore location iconografica se non Le Palace, tempio della musica e della vita notturna parigina, dove, a cavallo tra gli anni Settanta e gli Ottanta, si potevano trovare tutti: da monsieur Yves Saint Laurent, fedelmente accompagnato dalle sue muse Loulou de la Falaise e Betty Catroux, a Paloma Picasso; lì dove Bianca Jagger ballava sui tavoli e Grace Jones improvvisava striptease. Un’intera generazione che non temeva gli eccessi, ricordata come Generation Palace. Jean Paul Gaultier ripropone sulla passerella la stessa atmosfera di promiscuità sessuale, rigorosamente in chiave chic, che si respirava in quella che era la versione francese del celeberrimo Studio 54.

Le mannequin che calcano la passerella aspirano il fumo da sigarette e bocchini anni Trenta, e, tra baci saffici e risate, sorseggiano flûte di champagne. Ambigua e androgina, la donna Jean Paul Gaultier è perfettamente a suo agio nell’atmosfera dei nightclub; un vero animale notturno, ricorda una Katherine Hepburn fasciata in smoking nero impreziosito da fusciacca rigida chiusa da nappine in seta, che diviene quasi una sorta di corsetto ad alto tasso erotico. Misteriosa come le dive dei film anni Quaranta, eccentrica ed iconica, si muove sinuosa tra cristalli e abiti paillettati, che esibisce distrattamente sotto blazer dal taglio sartoriale distrattamente appoggiati sulle spalle. Trionfo di glitter tra jumpsuit e pigiami da sera metallizzati, da indossare sotto trench che ricordano vestaglie. I leggings vengono sdoganati praticamente ad ogni uscita, sia in pelle nera che in fantasie a righe, mentre sono nude le gambe sotto alle piume di marabù bianco; il pinstripe diviene la fantasia prevalente, per capispalla in raso di seta, più simili ad un négligé, mise perfetta per questa diva dell’avanspettacolo in chemisier dorate, strizzata in corsetti e tute in lurex, tra elementi circensi e chinoiserie da bordello cinese.

Polvere di stelle nelle tuniche preziose indossate sotto al biker d’ordinanza dalle suggestioni punk e trompe-l’oeil che fa capolino tra gli omaggi a David Bowie e al glam rock: la donna Jean Paul Gaultier indossa abiti a sirena tempestati di paillettes sotto boleri dai colori fluo e dal piglio ribelle. Nel front row spiccano Fergie, Christian Louboutin, Farida Khelfa e Amanda Lear, che si esibisce alla fine del défilé.

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Fascino scandinavo per l’haute couture di Chanel

Una immensa distesa di prati verdi su cui si erge solitaria una costruzione astratta in legno scandinavo, che sembra attrarre i raggi di un pallido sole del Nord: si presenta così il Grand Palais di Parigi, per accogliere il défilé Haute Couture di Chanel. Una collezione Primavera/Estate 2016 ricca di suggestioni, in bilico tra opulenza e minimalismo. La luce tenue dei paesaggi nordici si unisce al lusso tipico della maison francese, tra ricami preziosi, gioielli, chiffon e ruches. Ad aprire la sfilata è Mica Arganaraz, la nuova musa di Kaiser Karl, seguita da top model del calibro di Kendall Jenner, Mariacarla Boscono, la burrosa Gigi Hadid con la sorella Bella.

Il tradizionale tailleur in tweed, emblema della maison, si coniuga ad abiti insolitamente minimal, dall’appeal quasi monacale, tra inediti colletti da educanda e maniche balloon: semplicità e pulizia si arricchiscono dell’unico vezzo costituito da un fiocco bon ton. Si continua con bluse e gonne in seta: torna prepotentemente in auge la gonna longuette, con caviglie scoperte, mentre per la sera il mood è sparkling, tra cascate di cristalli, frange, gonne plissettate e oro all over. L’opulenza sembra essere la parola chiave, per un’eleganza che attinge molto dal Sol Levante. Certi capi drappeggiati ricordano i kimono, mentre le linee sembrano ispirarsi ai costumi delle imperatrici orientali. Anche il make up delle mannequin omaggia il Giappone: i capelli vengono raccolti in uno chignon basso con riga centrale, mentre profuma di Oriente il trucco degli occhi, evidenziati da due linee nere parallele.

Neutrale e sobria è la palette cromatica, che predilige avorio, paglia, nude e beige, insieme al bianco, al nero e al blu navy, mentre piccoli guizzi di colore si ottengono con azzurro e rosa shocking che qua e là fanno capolino su tailleur e abiti. Zeppe in sughero sembrano omaggiare la magia dei paesaggi scandinavi, per una moda eco-friendly, che usa materiali quali la rafia.

La donna Chanel è austera come le donne orientali, rispettosa della natura e dei suoi elementi, ma capace di ostentare un lusso quasi barocco, come l’abito da sposa con strascico, che chiude il défilé. Suggestiva e come sempre teatrale la conclusione della sfilata, con le modelle che si raccolgono nella costruzione in legno su due livelli, quasi una casa di bambole dal sapore scandinavo, dove fa capolino anche Karl Lagerfeld.

Ospiti della sfilata Cara Delevingne, una prorompente Monica Bellucci strizzata in inediti leggings, Gwyneth Paltrow, Anna Wintour, l’italianissima Alessandra Mastronardi e la sempreverde Inès de la Fressange, musa storica di Lagerfeld.

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La valchiria di Atelier Versace conquista Parigi

Una valchiria in abito da sera è la protagonista della sfilata Atelier Versace, che ha inaugurato l’Haute Couture parigina. Donatella Versace riporta la maison ai vecchi fasti, proponendo una collezione Primavera/Estate 2016 sofisticata e grintosa.

Atletica, sinuosa, sicura di sé, la donna Versace calca la passerella esibendo una self-confidence fuori dal comune: come una dea, tra drappeggi, spacchi vertiginosi e nude look mozzafiato, esibisce fieramente la propria femminilità e le curve. L’intero défilé è un tributo alla bellezza femminile. E tante sono le bellezze che si alternano sulla passerella, da Irina Shayk a Rosie Huntington Whiteley, da Mariacarla Boscono a Gigi Hadid a Joan Smalls. Testimonial della sfilata è Rita Ora, strizzata in un mini abito arancione, che enfatizza il suo fisico scolpito.

Atelier Versace restituisce alla donna il potere derivante dalla seduzione: la femme fatale che sfila in passerella sfoggia colori vitaminici che esaltano le curve vertiginose. La palette cromatica indugia in nuance fluo, dal giallo fluorescente all’arancio al blu cobalto, alternati al bianco e nero optical. Nude look enfatizzano il corpo attraverso sapienti cuciture e intrecci strategici: i virtuosismi non si contano, tra reti traspiranti e lacci bondage, per capi ad alto tasso di seduzione. Come una ragnatela, piccoli spiragli di pelle vengono lasciati sapientemente in vista, mentre lunghi abiti da sera in georgette di seta svolazzante conferiscono alla donna un’allure da diva. Colori accesi anche per i mini dress, mentre i bustier enfatizzano le curve femminili. Una haute couture che si ispira all’atletica e alle uniformi degli sportivi, riuscendo contemporaneamente ad enfatizzare la femminilità. Tra i materiali usati spicca su tutti il silicone, tra micropaillettes e giochi cromatici.

Nel front row della sfilata spiccano illustri colleghi designer, da Alexander Wang ad Anthony Vaccarello, che cura la linea Versus, fino a Riccardo Tisci, che ha recentemente scelto Donatella Versace come testimonial Givenchy.

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