Tre look per tutti i giorni

TRE LOOK PER TUTTI I GIORNI


Definire il proprio stile include, oltre che un certo tipo di guardaroba, un determinato make up. Non deve necessariamente essere un trucco naturale. Deve accordarsi al proprio carattere e risultare in armonia con i tratti del viso. Esistono infinite varianti, di seguito le tre più rapide e glamour allo stesso tempo.



BASICO E INVISIBILE

L’ultimo anno è stato il boom del “no make up-make up”: il trucco che non si vede. Un inno alla naturalezza e al limitarsi al solo definire e migliorare i propri lineamenti. In particolare si punta ad un look molto bon ton, che prevede un colorito salutare ed un incarnato radioso.



Dopo l’idratazione si procede all’ultilizzo di una BB cream abbastanza coprente in modo da limitare l’uso dei correttori. Applicata con i polpastrelli risulterà molto leggera, mentre con un pennello piatto aiuterà a nascondere maggiormente le imperfezioni. Aspettando che si asciughi, procedere con piegaciglia e riempimento delle sopracciglia se necessario. Picchiettare del blush in crema rosato al centro delle guance sfumandolo in direzione delle tempie finché sembrerà appena percettibile. Questo regalerà quell’aria fresca e giovane che tutte desiderano. Fissare tutto con una cipria leggera. Completare il look con un filo di matita color burro nella rima inferiore per svegliare letteralmente lo sguardo. Al contrario della matita nera non rimpicciolisce l’occhio, e al contrario di quella bianca non risulta troppo artificiale. Blistex sulle labbra per renderle morbide e setose. Et voilà.


1. Smasbox, Camera ready BB cream SPF 35 € 34,00

2. Pupa, Like a Doll cipria compatta effetto pelle nuda € 17,50

3. Collistar, Kajal Shock Col.02 Burro € 16,00

4. Max Factor, Miracle touch Creamy blush Col.18 € 11 circa

5. Blistex, protezione labbra rinfrescante € 6,50

 


LABBRA D’IMPATTO

Base pulita, occhio total nude e labbra dai toni più In della stagione. Un aspetto sexy ma allo stesso tempo adatto alla luce del sole



La pelle deve essere impeccabile, nessuna imperfezione ammessa. Il rossetto infatti tende a far saltare fuori qualsiasi rossore legato a brufoletti o stanchezza. Fondotinta e correttore sono quindi d’obbligo, e un tocco di bronzer aiuterà a scaldare l’incarnato e scolpire i volumi. Con una matita in tinta col rossetto, contornate le labbra per delinearle e passatela poi sull’intera superficie per garantire una base anche nel momento in cui il colore sbiadirà. I colori decisi si applicano con un pennellino, trasformatevi quindi in professioniste per evitare di dover ricorrere a cotton fioc e struccante aprendo una battaglia infinita contro le sbavature. Può essere utile rifinire i contorni con una matita per labbra trasparente, pratica in quanto crea un confine ceroso oltre il quale il colore non riuscirà a depositarsi. La particolarità di questo look è data non tanto dalle labbra in se’, quanto dall’accostamento ad un occhio quasi struccato: ombretto color carne applicato con un pennello morbido e un filo invisibile di mascara.


1. Maybelline NY, Fondotinta Fit Me nr 115 € 13,20

2. Mac, Correttore Pro Longwear NW15 € 19,20

3. Sephora, Ombretto mat nr 207 Lazy Afternoon € 9,90

4. Givenchy, Rouge interdit satin, Candide Tangerine € 28,50

5. Bobbi Brown, Lip liner red € 22,90 circa

6. Urban Decay, Matita trasparente Ultimate Ozone € 15,00



EYELINER FELINO E LABBRA FRUTTATE

Adottare un grande classico come look di tutti i giorni: una sottile ma definita linea di eyeliner che

dona uno sguardo felino allungando l’occhio conferendogli profondità.



A rendere moderno e attuale questo look è ancora una volta la matita color burro lungo la rima inferiore. La definizione si concentra solo nella parte superiore degli occhi. Dopo aver perfezionato la base, tamponare con i polpastrelli un primer occhi color carne così da cancellare capillari o discromie. Con un pennello da sfumatura (a setole lunghe e morbide) intensificare la piega della palpebra mobile utilizzando un colore neutro. Illuminare l’angolo interno con una polvere chiara e opaca aiutandosi con un pennello piccolo a punta. Riuscire a tracciare un riga di eyeliner precisa non è così difficile. Basta un po’ di pratica e qualche accorgimento. Sicuramente stare sedute e con il gomito appoggiato aiuta a mantenere la mano ferma. La linea guida è quella delle ciglia, e il consiglio per le principianti è quello di usare una matita ben appuntita e non un eyeliner liquido o in gel. Per non sbagliare con la codina, il pennello angolato è miracoloso: basta appoggiarlo sul tratto finale e tirare per qualche millimetro. Farà tutto da solo. Pulire eventuali sbavature con un correttore in penna o un cotton fioc a punta. Le labbra sono calde e naturali. Scegliere un rossetto cremoso di un colore leggermente rosato e sfumarlo utilizzando le dita. Il gioco è fatto.

 

1. Dolce&Gabbana, Intense liquid eyeliner nr 03 Dahlia € 31,00


2. Clinique, Chabby stick intense € 18,90


3. Elizabeth Arden, Advanced eye-fix primer € 26,70


4. Sigma, Pennello da sfumatura E25 € 12 circa


5. Sephora Collection, Pennello pro angled nr 22 € 14 circa

Riccardo Tisci per Givenchy: un alchemico bilustro di croci e delizie

Dopo l’amarcord attraverso le emozioni suscitate da John Galliano per Christian Dior qui, D-Art, in occasione del decennale del designer italiano per la maison di moda francese, vi conduce, grazie a 5 video, nel ricordo delle sfilate più memorabili.


Ci si aspettava un designer con una forte impronta italiana, ricco di positivismo e opulenza quando, circa dieci anni fa, Riccardo Tisci debuttò sulle passerelle parigine dell’Haute Couture, lasciando tutti senza fiato.
La Maison Givenchy stava fallendo e l’unica ancora di salvezza era risollevarne le sorti affidandosi a un talento che stava proiettando la sua personale visione sul mondo.
Scoperto alla settimana della moda milanese, nell’autunno 2004, Tisci decise di portare in passerella il lato oscuro della moda, sperimentando materiali innovati e volumi decostruiti, ricchi di riferimenti al mondo dell’arte sacrale e al gotico grottesco. Un anticipatore di tendenze in grado di spianare la strada a quello che sarebbe stato il trend degli anni a seguire.
La melanconia, la forte religiosità, l’infanzia segnata dalla perdita del padre e l’aura della femminilità che pervade le sue giornate, grazie alle otto sorelle, mix esplosivo e fonte ispirazionale costante. Il designer è riconosciuto anche per l’italianismo soffuso, mai invadente, che, però, ha sempre celato una critica al panorama politico e sociale.
E’stato lui stesso a sdoganare il fenomeno “no gender” iniziando, anni orsono, a giocare con l’ambiguità e la varietà razziale.
Sin dalla sua prima collezione, 8:30, The Procession, elaborata come progetto finale per la Central Saint Martins School di Londra, frequentata grazie a una borsa di studio, ha, inoltre, denotato una forte sensibilità per il mondo delle arti.
Proprio per questo motivo, sceglie da sempre la collaborazione di Marina Abramović, Antony Hegarty, Vanessa Beecroft e Erykah Badu.
E grazie alla sue forte identità, i riconoscimenti da parte del mondo dello spettacolo sono cresciuti a dismisura. Maria Carla Boscono, Madonna e Donatella Versace che, nonostante fosse una concorrente, ha posato per una delle ultime campagne Givenchy, solo alcune delle sue estimatrici.
La moda di Tisci, inoltre, è democratica. Basti pensare che, dieci anni dopo il suo ingresso nell’ufficio stile, è diventata anche social: 1200 gli inviti estesi alla gente comune per la sfilata celebrazione a New York, lo scorso 11 settembre.


Una notizia che spiana la strada all’excursus attraverso i 5 show evento che, in questi anni, hanno fatto breccia nella collettività:

Un video inedito per ricordare il debutto per la casa di moda con l’Haute Couture Primavera/Estate 2006.

Il leitmotiv è il leopardato. Una giungla pagana, quella di Tisci, che bandisce la religiosità portando in passerella, per la prima volta, un transgender: Lea T.

Con l’utilizzo dell’iconografia neo gotica dà il via a uno dei trend dell’ultima decade.

E’ Path McGrath, make up artist di fama mondiale, a celarsi dietro ai volti tribali visti in passerella. Una scelta stilistica che, tutt’oggi, identifica gli show Givenchy.

Haute couture e Ready to wear si fondono in un’unica visione. E’ il percorso della casa di moda negli ultimi dieci anni. La femminilità viene mixata agli elementi del guardaroba maschile bandendo il technicolor.

Buon compleanno, Mariacarla

Spegne oggi 35 candeline Mariacarla Boscono, una delle più famose top model italiane degli ultimi anni. Sguardo profondo, lunghi capelli scuri e fisico androgino, la top model ha già all’attivo una lunga carriera costellata di successi internazionali.

Nata a Roma il 20 settembre 1980, Mariacarla nella sua infanzia viaggia moltissimo a causa del lavoro del padre. Prima della sua nascita i genitori vivevano in Thailandia e in America, prima a Providence e poi a Key West, Florida. Mariacarla inizia a frequentare la scuola negli States, salvo poi rientrare in Italia per volontà dei genitori, che pensano sia opportuno che la bambina torni a casa. Ma questo dura poco: quando Mariacarla ha appena 9 anni la famiglia si trasferisce in Kenya, tra Malindi e Mombasa. La top model ricorda questo come il periodo più fantastico della sua vita.

Influenzata dalla cultura americana e da quella africana, poliglotta e cittadina del mondo, Mariacarla a diciassette anni viene notata da un fotografo amico di famiglia, durante una cena. La madre è favorevole ad una carriera della figlia nella moda ma la ragazza preferisce terminare prima gli studi. La scelta si rivela saggia e nonappena conseguita la maturità la futura top model vola a New York City, dove firma immediatamente un contratto con la DNA Model Management.

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Mariacarla Boscono è nata a Roma il 20 settembre 1980
Mariacarla Boscono ritratta da Zoe Ghertner per Hermès, autunno 2013
Mariacarla Boscono ritratta da Zoe Ghertner per Hermès, autunno 2013
Fisico androgino e volto unico per la top model romana
Fisico androgino e volto unico per la top model romana

Mariacarla Boscono in una foto di Txema Yeste per Harper's Bazaar Spagna, marzo 2015
Mariacarla Boscono in una foto di Txema Yeste per Harper’s Bazaar Spagna, marzo 2015


Gli occhi scuri, il viso affilato e drammatico, lo sguardo intenso: in breve la Boscono diventa la modella prediletta da Karl Lagerfeld ed una diva a livello internazionale. Regina delle passerelle, contesa dai brand più prestigiosi, Mariacarla Boscono ottiene numerose cover di Vogue e prende il posto di Kate Moss come testimonial di Hennes & Mauritz.

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Musa di Riccardo Tisci e amata da Karl Lagerfeld, Mariacarla Boscono è una delle top model più famose al mondo

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La top model da piccola ha vissuto tra Stati Uniti e Africa


Musa di Riccardo Tisci per Givenchy, amata dai più famosi fotografi al mondo, Mariacarla è una delle top model più famose al mondo: in pochissimi anni diventa il volto di Chanel, Blumarine, Etro, Moschino, Yves Saint Laurent, Alessandro Dell’Acqua, Marc Jacobs, Dolce & Gabbana, Roberto Cavalli, Salvatore Ferragamo, solo per citarne alcuni. Inserita nel 2005 da Forbes nella classifica delle modelle più pagate al mondo, tre anni dopo diventa testimonial di Emilio Pucci, Hermès, Moschino e John Galliano.

Fotografata da Peter Lindbergh per Vogue Italia, febbraio 2014
Fotografata da Peter Lindbergh per Vogue Italia, febbraio 2014
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La Boscono è stata selezionata da Vogue Paris tra le trenta modelle più famose degli anni Duemila

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Nel 2006 la modella ha debuttato come attrice teatrale a New York


Divisa tra Roma e New York -sua seconda patria- la modella ha all’attivo anche tre edizioni del calendario Pirelli, precisamente l’edizione del 2003, 2004 e 2009, scattata dal grande Peter Beard e ambientata nell’Africa che l’ha vista crescere. Inserita da Vogue Paris tra le 30 modelle del 2000, l’espressività del volto della supermodella non lascia indifferenti: nel 2006 Mariacarla ha debuttato come attrice teatrale con uno spettacolo di Jean Genet presso il Lee Strasberg Theatre Institute di New York. Sposata con l’imprenditore italiano Andreas Patti, dal quale ha avuto una figlia, Marialucas, Mariacarla Boscono è una delle italiane più famose all’estero. Una bellezza decisamente interessante.


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Babe Paley: luci e ombre di un’icona di stile

Il suo volto è impresso nella memoria di intere generazioni. Il suo stile ha rappresentato per tutto il Novecento la somma eleganza. Una vita vissuta tra copertine patinate e abiti extralusso: ma di Babe Paley, a distanza di un secolo dalla sua nascita e di quasi quarant’anni dalla sua scomparsa, non resta solo questo. La parabola di una donna che ha modellato tutta la sua esistenza all’insegna dell’eleganza e della bellezza, scontando sulla propria pelle le conseguenze delle proprie scelte.

Barbara Cushing detta Babe nasce a Boston, in Massachusetts, il 5 luglio 1915. Figlia di un rinomato neurologo, cresce in un ambiente raffinato. Babe fa il suo debutto in società nel 1934, durante la grande depressione. Inizia così per la giovane, dotata di grande fascino, una clamorosa scalata sociale. Le sue due sorelle sposano uomini molto facoltosi, tra cui il figlio del presidente Roosevelt, ma per Babe, socialite ante litteram dalla bellezza altera, si prospetta una vita ancora più brillante.

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Babe Paley ritratta da Richard Avedon
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Babe Paley in abito Paquin e gioielli Van Cleef & Arpels, foto di John Rawlings, Vogue 15 novembre 1946

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Foto di Erwin Blumenfeld, 1947


Nel 1938 Babe inizia a lavorare come fashion editor per la Bibbia della moda: Vogue America. Qui conosce l’ereditiere Stanley Grifton Mortimer Jr., con cui convola a nozze nel 1940. Ma è il 1941 l’anno in cui Babe Paley entra nel mito: viene assunta dal Times nell’olimpo dell’eleganza, seconda solo a Wallis Simpson. Nel 1945 e nel 1946 viene invece collocata al primo posto della classifica delle Best Dressed Women, divenendo a tutti gli effetti un modello di eleganza.

Grazie al suo lavoro per Vogue, Babe è corteggiatissima dai designer dei brand più lussuosi, che spesso le prestano le loro ultime creazioni, data la visibilità di cui gode la fashion editor. Impeccabile in ogni occasione, Babe predilige Chanel, Balenciaga, Givenchy, Valentino, Charles James e i gioielli di Fulco di Verdura e Jean Schlumberger.

Viso lungo e sottile, collo da cigno e classe senza precedenti fanno di lei una vera icona. Un’immagine che incanta, nessun dettaglio lasciato al caso, ogni outfit è un successo per Babe. “Aveva un solo difetto: era perfetta”-dirà di lei Truman Capote, che la incluse tra i cosiddetti “cigni” dell’alta società, insieme a Gloria Guinness, Marella Agnelli e C. Z. Guest. Forse la prima fashion icon nel vero senso del termine, Babe ha un gusto innato nel vestire ed è in grado di mixare i capi in modo fantastico. Tutto ciò che indossa diviene immediatamente oggetto di culto. Capace di abbinare pezzi di haute couture ad accessori economici, Babe diviene una trendsetter ammirata a livello internazionale. Sarà anche la prima donna famosa a dichiarare guerra alle tinture, perfetta anche nel suo tentativo di sdoganare i capelli bianchi come nuovo fashion trend.

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Babe Paley in un abito da sera Charles James fotografata da Serge Balkin, Vogue 15 ottobre 1948
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Foto di John Rawlings, febbraio 1946
Babe Paley in un abito Traina-Norell fotografata da Horst P. Horst per Vogue America febbraio 1946

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Barbara “Babe” Cushing Mortimer Paley nacque a Boston il 5 luglio 1915


I lustrini della vita pubblica di Babe lasciano però il posto a numerose delusioni nella sfera privata. Dopo aver dato alla luce due figli, Amanda Jay Mortimer e Stanley Grafton Mortimer III, Babe decide di separarsi dal marito. Tante sono le indiscrezioni che svelano un rapporto praticamente inesistente tra i due, e tante sono le voci che dipingono Babe come un’avida arrampicatrice sociale, totalmente dipendente dal marito dal punto di vista economico e troppo a suo agio in un certo stile di vita per non proseguire la sua ricerca di un secondo buon partito che potesse garantirle quegli stessi standard.

La ricerca durò poco: nel 1946, appena dopo la separazione da Mortimer, Babe incontra William S. Paley, fondatore della CBS. Segni particolari: milionario. La donna, esponente di spicco dell’alta società newyorchese grazie anche al suo prestigioso lavoro nel fashion biz, può offrire a Paley l’opportunità concreta di far parte di quella élite da cui finora l’uomo si è sempre sentito escluso. Lui dall’altra parte può offrire a Babe una sicurezza materiale vissuta dalla donna come un’esigenza fondamentale. La coppia convola a nozze nel 1947 e ha due figli, Kate e Bill Jr.

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Babe Paley fu una socialite ed icona di stile tra le più imitate
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Babe Paley al St. Regis in abito Givenchy, 1963
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Ammirata per il suo stile, Babe Paley fu a lungo inclusa nella International Best Dressed List
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Babe Paley in Givenchy, 1963
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Modella per Horst P. Horst, 1939

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Sul set di Erwin Blumenfeld per Vogue America, 15 settembre 1946


Babe e il nuovo marito Bill Paley formano una coppia semplicemente perfetta: mondani, eleganti e pieni di charme, i due non si perdono un evento e si fanno fotografare nelle occasioni ufficiali più disparate, raccogliendo favori per il loro stile. Inoltre acquistano un sontuoso appartamento all’Hotel St. Regis e affidano il compito di arredarlo secondo il loro gusto al famoso interior designer Billy Baldwin. Contemporaneamente la coppia acquista una tenuta principesca a Long Island: Kiluna Farm si estende per una superficie immensa e comprende un giardino curato dai più famosi architetti paesaggisti. Una sorta di Eden di lusso, il ritiro più lontano –Kiluna Nord, nel New Hampshire– divenne meta del jet-set internazionale, ospitato dalla coppia, nonché location per film di fama mondiale come “Sul lago dorato”, del 1981.

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Babe Paley nel 1963
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New York City, 1955
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Babe Paley ritratta da Richard Avedon, 1960
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Babe Paley ritratta da Clifford Coffin per Vogue UK, dicembre 1946
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Babe Paley all’Hotel St. Regis, foto di Lord Snowden, 1958

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Babe Paley col marito William Paley nel loro cottage in Giamaica, foto di Slim Aarons, 1959


Tuttavia anche il secondo matrimonio si rivela infelice e le numerose relazioni extraconiugali di Paley gettano Babe nell’occhio del ciclone mediatico: lei, che della perfezione aveva fatto uno stile di vita, si vede ora pubblicamente tradita ed umiliata. Costretta a mantenere il suo status di icona della moda, Babe si ritrova a vivere una vita che non è quella che desiderava. Lontana da quel paradiso di cartone mirabilmente documentato dalle foto di Slim Aarons, che la immortala spesso a bordo piscina intenta a sorseggiare drink, confinata nella torre d’avorio che lei stessa si è costruita, Babe accumula forti tensioni che la spingono a fumare due pacchetti di sigarette al giorno. Presto arriva la diagnosi più terribile: nel 1974 le viene diagnosticato un cancro ai polmoni.

Il suo bisogno di controllare tutto -ennesimo tentativo di conferire ordine e bellezza alla realtà circostante- non la abbandona nemmeno negli ultimi giorni, quando Babe pianifica con sconcertante lucidità ogni particolare del proprio funerale, arrivando a scegliere persino i piatti che sarebbero stati usati per il servizio funebre. Inoltre la fashion editor elabora un codice quasi segreto per stabilire a chi dovesse toccare la sua eredità: numerosissimi i gioielli e gli oggetti personali che amici e parenti dovettero distribuire dopo la sua morte.

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Foto di John Rawlings, 1947
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Babe Paley ritratta da Clifford Coffin per Vogue UK, 1946
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Barbara “Babe” Paley, foto di Horst P. Horst, 1964
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Babe Paley fu la prima donna del fashion biz a rinunciare alle tinture, sdoganando i capelli grigi come fashion trend
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La Paley morì il 6 luglio 1978 per un cancro ai polmoni.

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Babe e Bill Paley in uno scatto del 1965


Babe Paley si spegne il 6 luglio del 1978, il giorno dopo il suo sessantatreesimo compleanno. Ancora oggi la sua figura leggiadra continua ad ispirare generazioni di designer e registi. Ricordata anche nel celebre film “Colazione da Tiffany” come la musa di Truman Capote, la moda rende ancora omaggio a questa donna tanto perfetta quanto infelice.



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The soloist of Performance Art

La macchina infernale delle settimane della moda donna, al via tra pochi giorni, è in fermento per la collaborazione che vedrà la “madre” dell’arte performativa mettersi al servizio del brand Givenchy , per la prima volta sulle passerelle della Grande Mela.

Storica amica del direttore creativo, Riccardo Tisci, a lei sarà affidata la direzione artistica del fashion show.
Indiscrezioni svelano che sarà un tributo alla famiglia e all’amore, nel segno della passionalità e del crudo realismo a cui l’artista ci ha abituati.
E per celebrare tale evento di attualità, D-Art dedica alla performer serba un editoriale fotografico, ripercorrendone i lavori da solista che hanno fatto la storia, dal 1973 al 1976 e dal 1989 a oggi. In ogni performance, dove il corpo diventa soggetto e medium, vengono esplorati i limiti fisici e mentali resistendo al dolore, all’esaurimento e alla pericolosità, unicamente per cercare una trasformazione emotiva e spirituale.

Così ritroviamo il gioco del coltello di Rythm10; l’offrirsi agli spettatori che, con strumenti di qualsiasi foggia, potevano abusare della sua presenza fisica in Rythm0; le bruciature della stella a cinque punte, elemento simbolo della performance Rhythm 5 e la gestualità di spazzolarsi infinitamente i capelli alla ricerca della perfezione, sino a rasentare la follia, di Art must be beautiful. Freeing the body, Freeing the memory e Freeing the voice ricordano, invece, le opere performative estreme che hanno fatto scivolare la Abramovic in uno stato di totale incoscienza. Nella prima muovendo senza sosta il proprio corpo, avvolgendo il capo in una sciarpa nera; nella seconda risucchiando parole dalla propria mente fino a dimenticarle e nella terza urlando fino a restare senza voce. Si arriva a Dragon Heads, dove la performer si è esibita con cinque pitoni sul suo corpo e all’interattiva The Artist is present, quando ha salutato e condiviso le emozioni con il pubblico per tutta la durata della sua personale al Moma di New York.

E’il desiderio di condivisione del Metodo Abramovic a far nascere il MAI (Marina Abramovic Institute), un istituto statunitense unico al mondo, in grado di formare e supportare l’arte performativa. Un luogo dove vengono promosse collaborazioni nel segno dell’arte, della scienza e della cultura, all’ interno di un programma ricco di seminari e workshop. Il MAI è, inoltre, la sede dove vengono insegnati una serie di esercizi, studiati e messi a punto nel corso della carriera quarantennale della poliedrica artista.
Colei che viene riconosciuta democraticamente per le profonde analisi sociologiche e psichiche, senza disdegnare collaborazioni con il mondo della moda, una delle più intense e patinate delle arti.

Photographer Miriam De Nicolò
Fashion Editor Alessia Caliendo
Make Up Michael Mic
Hair Tavin Liu
Model Yifei Li, Women Model Management Milan
Graphic Designer Maria Lombardi
Fashion assistants Caterina Castello, Federica Masci

Tunica e pantaloni over Malloni  Slip on Superstar Adidas
Tunica e pantaloni over Malloni
Slip on Superstar Adidas

 

Giacca tuta training Adidas
Giacca tuta training Adidas

 

Abito lungo Marta Martino
Abito lungo Marta Martino

 

Camicione rigato Lucio Vanotti
Camicione rigato Lucio Vanotti

 

Pantaloni in lana Lucio Vanotti
Pantaloni in lana Lucio Vanotti

 

Abito in pelle Trussardi Stola copricapo Malloni
Abito in pelle Trussardi
Stola copricapo Malloni

 

Tunica e gonna longuette Malloni Stivaletti sportivi Fratelli Rossetti
Tunica e gonna longuette Malloni
Stivaletti sportivi Fratelli Rossetti

 

Felpa a costine Ilaria Nistri Felpa a costine Ilaria Nistri Abito strutturato Marta Martino
Felpa a costine La Roque 
Abito strutturato Marta Martino

Rivoluzione democratica da Givenchy

Svolta democratica in casa Givenchy: la maison più antica e prestigiosa apre al pubblico le sue prossime sfilate. In tempi in cui le tendenze partono dal basso e in cui il fenomeno dello streetstyle e il lavoro dei fashion blogger hanno reso la moda a portata di tutti, la celebre casa di moda francese ha annunciato che le sfilate per la Primavera/Estate 2016 saranno aperte al pubblico.

Una vera e propria rivoluzione a misura d’uomo, che fa riflettere non poco sul sistema del fashion: se a fare questa scelta è un brand storico ed elitario, nato dal genio del conte Hubert de Givenchy, è segno che qualcosa va cambiato: la moda non può più essere ad appannaggio di una ristretta élite.

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Givenchy ha già fatto molto parlare di sé per aver ingaggiato come testimonial Donatella Versace

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Una foto della campagna autunno/inverno 2015/2016 con Donatella Verdace come testimonial


Dopo aver infranto un altro tabù, ingaggiando come testimonial per la campagna autunno/inverno 2015-2016 la “rivale” Donatella Versace, Riccardo Tisci si dimostra ancora una volta genio del marketing con questa scelta coraggiosa.

La sfilata, che avrà luogo il prossimo 11 settembre, avrà scopo didattico, in quanto vedrà la partecipazione degli studenti delle principali scuole di moda americane. Inoltre sono stati già resi noti i siti web in cui anche la gente comune può procurarsi i biglietti.


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Madonna, auguri alla Regina del Pop

È la pop star che ha maggiormente influenzato la cultura visiva e musicale nonché la moda degli ultimi trent’anni. Simbolo di trasgressione ma anche raro esempio di come si possa gestire con intelligenza un successo senza precedenti, quando si ha faticosamente lavorato per raggiungerlo.

Madonna Louise Veronica Ciccone compie 57 anni il 16 agosto, ma non è invecchiata affatto dai suoi esordi. La stessa sfrontata esuberanza di Holiday, il suo primo grande successo del 1983 e la stessa sensualità di Like a Virgin, canzone che l’ha resa un mito.

Madonna ha creato un nuovo modo di concepire la bellezza: non particolarmente alta, l’origine italiana appariva chiara nei suoi lineamenti marcati e nelle curve, ha costruito un’immagine di sé sofisticata e glamour, mirabile manager di se stessa ed esempio vivente di come una grande self-confidence possa tradursi in reale bellezza fisica.

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È il carisma a fare la differenza e lei ne ha sempre avuto da vendere. Icona del post femminismo e della fratellanza universale, dell’amore gay e promoter dichiarata di valori come il rispetto e l’amore per il prossimo, Madonna è un’artista da record, entrata anche nel Guinness dei Primati come la donna ad aver venduto di più nella storia della musica.

Arrivata a New York nel 1977, appena diciannovenne, compare in Born to be alive di Patrick Hernandez. Sensualità prorompente, ironia e autoironia, nel 1985 recita da protagonista in Cercasi Susan disperatamente. Nello stesso anno, ancora acerba ma perfettamente consapevole, posa nuda per Playboy e Penthouse e cita la Marilyn de “Gli uomini preferiscono le bionde” nel video di Material Girl. Indimenticabili le sue performance, come il tour scandalo in cui si fa crocifiggere. Capace di trasformare in arte la più sfrontata ma mai sterile provocazione: in Like a Prayer fa scandalo con un video giudicato sacrilego dal Vaticano, in cui simula amplessi con una statua sacra e riceve le stigmate. Tra le suggestioni mediterranee e blasfeme del videoclip, censurato in Italia, la diva anticipa anche lo stile tipico di Dolce & Gabbana, di cui sarà per molti anni musa iconica e testimonial.

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Ape regina per vocazione ed indole, influencer e trendsetter, Madonna ha rivendicato sempre valori quali l’autonomia e la fratellanza. Splendida musa di Jean Paul Gaultier, lo stilista creò per lei il corpetto a cono nel 1990, protagonista indiscusso del tour Blonde Ambition Tour.

Nel 1995 arriva la memorabile interpretazione di Evita Perón per la regia di Alan Parker, che si rivela un inaspettato successo di pubblico e critica. Nello stesso anno posa per le celebri foto di Mario Testino e poi di Steven Meisel, che la immortala come una biondissima dea in abiti peplo firmati Gianni Versace, per la campagna pubblicitaria di quest’ultimo. Una diva patinata dalle forme esplosive e dalla vita costantemente sotto i riflettori: un’immagine non molto diversa dalla realtà.

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Il 1996 è l’anno della maternità: nasce la prima figlia, Lourdes Maria, avuta dal personal trainer Carlos Leon. Nel 1998 arriva l’amore per il regista inglese Guy Ritchie, presentatole da Sting. Ritchie nell’agosto del 2000 la renderà nuovamente madre, con la nascita del secondo figlio, Rocco.

Arriva il Duemila e se tante sono le meteore che si succeguono nel mondo della musica senza lasciare traccia di sé, Madonna è ancora lì, granitica e più che mai in auge, capace come nessuna di reinventarsi, in una perenne trasformazione. Confessions on a Dance Floor, album del 2005, ce la ripropone tonica come non mai, strizzata in body rosa shocking dalle suggestioni glam anni settanta. In bilico tra un viscerale bisogno di trasgredire e un desiderio di meditazione spirituale, dopo il divorzio da Ritchie ha sdoganato i toy boy. Oggi è musa di Givenchy di Riccardo Tisci e di Fausto Puglisi.

Bellissima anche nella maturità, continua a regalarci emozioni con il suo ultimo album dal titolo evocativo, Rebel Heart. Profetica iniziatrice di un nuovo mondo, negli scenari post atomici proposti nel video di Ghosttown, e giocosa nel duetto con Nicki Minaj, Madonna continua ad essere la Regina indiscussa del pop.

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Givenchy a Parigi esalta la femminilità

Alle sfilate parigine dedicate alle collezioni autunno – inverno 2015 / 2016 di certo non poteva mancare Givenchy e il tocco di Riccardo Tisci.

 

In soli undici capi il direttore creativo della maison francese ha dato vita ad una collezione ultra femminile capace di risaltarne la sensualità della donna fasciata sia in abiti lunghi ricamati in pizzo ed arricchiti di piume, che in capi prettamente maschili come il gessato, che tirano fuori tutta la forza e vitalità della donna del ventunesimo secolo.

 

La donna Givenchy osa con i bustier abbinati a gonne lunghe a sirena, suit d’alta sartoria, sottovesti che per l’occasione diventano abiti haute couture, il tutto giocato con accessori esagerati in forme, come gli orecchini a cerchio e i rosari da portare al collo.

 

Per l’autunno / inverno 2015 / 2016 Givenchy propone giochi di trasparenze e pizzi per un tocco di vedo – non vedo che suscita un velo di malizia, alternati a tessuti molto eleganti come lo chiffon, il tulle, il Sangallo e ancora lana e maglia, arricchiti di Swarovski, perline e cristalli per una collezione preziosa, tinti in rosa antico, nero, azzurro e giallo che invece ne conferiscono una vena romantica.

 

Ai piedi, stivali open toe da abbinare anche al gessato.

 

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(foto: vogue.it)

Yellow wish list

Non c’è blu senza giallo e senza arancione, e se si aggiunge del blu,

bisogna aggiungere anche del giallo e dell’arancione.
Vincent van Gogh


E’ il giallo il colore tendenza di questa stagione. Il colore che illumina, il colore dello smile che accompagna i nostri messaggi, il colore dei girasoli di Van Gogh; lo ritroviamo sulla felpa SpongeBob proposta da Moschino, in versione fluo per lo smalto Givenchy, in giallo canarino per la bag firmata Manurina.

Differenti le sfumature del giallo, che tornano dal passato con la lampada-icona del designer canadese Verner Panton disegnata per l’albergo Astoria a Trondheim in Norvegia: la Topan VP6.

Moderno invece nel modello Chamomilla, frutto della collaborazione tra Lasvit e il moderno designer Philippe Starck. Chamomilla è un prezioso lampadario in vetro soffiato a mano dalle sfaccettature chiare e oro, oggetto di design, prezioso come un diamante.


1. MOSCHINO felpa SpongeBob


2. TOPAN VP6 lampada a sospensione gialla – &Tradition – € 192,00


3. Carta da parati


4. TOLIX CHAISE A PER INTERNI – GIALLO TXSEDIAV € 212,00


5. Arredo murale giallo Smile Maisons du monde  € 29,99


6. ALESSI – Atomium Portauovo – € 16,00


7. Iphone 5C giallo base € 429,00


8. IKEA STOCKHOLM Comodino, giallo € 79,90


9. MANURINA bag


10. MOSCHINO beachwear


11. Lampadario Chamomilla


12. LE VERNIS GIVENCHY –  € 20,00


13. Set di 2 bauli gialli € 59,99 – Maisons du monde

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