Tante sono le tendenze per l’Autunno/Inverno 2016-2017: non solo moda ma anche accessori a calamitare l’attenzione alle sfilate. Preziosi e sfarzosi o plastificati e coloratissimi, gli orecchini sono i veri must have di questa stagione invernale. Onnipresenti sulle passerelle ad impreziosire ogni outfit, la gioielleria è stata il vero fashion trend delle collezioni per l’inverno 2017.
Largo a tantissimi modelli, perfetti per ogni mise e occasione: la fantasia regna sovrana per orecchini dal forte impatto scenografico o modelli più sobri dalle suggestioni antiche, perfetti per i capi più classici. Tanti sono stati i brand che hanno sposato la tendenza imperante, portando in passerella orecchini che catturavano l’attenzione.
Blumarine punta sul romanticismo e sulle più classiche ispirazioni invernali, portando in passerella modelli con pon pon in pelliccia; da Dsquared2 gli orecchini sono a forma di nappina, mentre Anthony Vaccarello e Lanvin puntano su pendenti classici perfetti per la sera. Suggestioni Eighties da Jeremy Scott, Elisabetta Franchi ed Emporio Armani, mentre Gucci punta al vintage, con monili preziosi che profumano di antico.
SFOGLIA LA GALLERY:
Blumarine
Anthony Vaccarello
Dsquared2
Elisabetta Franchi
Emporio Armani
Salvatore Ferragamo
Gucci
Jeremy Scott
Kenzo
Lanvin
Lela Rose
Louis Vuitton
Maison Martin Margiela
Marni
MSGM
Stella McCartney
Tory Burch
Veronique leroy
Vivienne Westwood
Simone Rocha
Maxi perle in passerella da Marni, mentre Maison Martin Margiela punta alla sperimentazione. Grandi lune di colore rosso sfilano da Stella McCartney mentre MSGM propone orecchini dalle forme bizzarre, in un inedito gioco geometrico. Tessuto e stoffe intarsiate in passerella da Tory Burch e Veronique Leroy mentre l’orecchino secondo Vivienne Westwood è una sorta di amuleto, un talismano dai rimandi misteriosi ed onirici, in bilico tra punk e spiritismo.
«I diamanti sono i migliori amici delle donne» cantava Marylin Monroe nel 1953, ne Gli uomini preferiscono le bionde. A più di cinquant’anni di distanza qualcosa è cambiato, ma l’asta di anelli di diamanti e altre meraviglie di Christie’s affascina sempre. Se investire in diamanti non è per tutti, fantasticare su gioielli il cui prezzo supera i cinque zeri non costa nulla. La casa d’aste Christie’s ha contribuito a questi luccicanti sogni ad occhi aperti presentando in anteprima a Londra i diamanti e le borse che saranno battuti durante gli eventi delle prossime settimane. Un’anteprima inusuale per la capitale britannica, che ha ospitato gioielli grandi come candelabri e borsette dal valore inestimabile.
L’asta biennale di accessori Christie’s si svolgerà a Parigi il prossimo 9 novembre, mentre quella di pezzi unici e storici di gioielleria si terrà a Ginevra il 15 dello stesso mese. La settimana scorsa, però, la casa d’aste ha mostrato in anteprima alcuni degli esclusivi lotti che faranno girare la testa alle signore. Tra i gioielli, meritano una menzione speciale gli orecchini Miroir de l’Amour, con grossi diamanti dal taglio a goccia e la collana Le Jardin d’Isabelle (in foto), capace di attrarre e riflettere tutta la luce di qualsiasi salone. Quelli che lasciano senza fiato sono però gli anelli di diamantiStar of Sierra Leone e Fancy Vivid Pink, con un diamante rosa da 9,14 carati tagliato a forma di pera. La quotazione dell’anello è tra i 16 e 18 milioni di dollari. L’asta di Christie’s, però, soddisferà anche le signore che ai diamanti preferiscono le borsette. Non borsette qualsiasi, si intende: la più preziosa è una Birkin bag di Hermès. Si chiama Shiny Bleu Marine Porosus Crocodile Diamond Birkin, è decorata con diamanti e delicate rifiniture in oro bianco e il suo valore stimato è tra i 100.000 e i 150.000 euro. Giusto in tempo per la lista dei desideri di Natale.
“Un piccolo alveare strapieno: questa era la mia Maison quando presentai la mia prima collezione“. Christian Dior affermò tale pensiero nelle sue memorie.
E le api, delicati insetti regolatori dell’ecosistema e produttrici di un nettare miracoloso, sono state una fonte d’ispirazione per uno dei più grandi couturier che la moda abbia mai conosciuto. Ed è proprio a loro che maison Dior dedica una collezione delicata, la Lucky Dior con un anello sigillo in onice.
A farle compagnia, il quadrifoglio. Dior ne teneva sempre uno nel taschino. Era tra i suoi amuleti preferiti, simbolo di fortuna. In questa collezione lo ritroviamo trasfigurato in un anello in amazzonite.
Il mughetto, simbolo di felicità, veniva cucito dentro l’orlo dei suoi abiti. Christian Dior era un uomo molto superstizioso. Spesso il mughetto è stato reinterpretato nelle sue collezioni e in Lucky Dior lo ritroviamo su un anello sigillo di quarzo rosa.
A proposito di superstizioni, la stella è l’elemento a cui Dior era più legato. Inciampò su una di queste nell’attimo in cui decise di fondare la sua omonima azienda di moda. Per questa collezione, la stella riflette su uno sfondo di occhio di tigre.
La rosa, il fiore che lo stilista coltivò con tanta passione e che lo legò al suo giardino d’infanzia, nella dimora di Granville. Simbolo di saggezza, in Lucky Dior la ritroviamo accostata ad un delicato lapislazzuli blu navy.
Infine l’ovale, simbolo di protezione e armonia è stato l’oggetto di eleganza di monsieur Dior che rivela tutta la passione che il couturier provava per il XVII secolo.
Ha avuto luogo oggi nell’ambito del 62° Taormina Film Festival la presentazione del libro di Gerardo Sacco. “Sono nessuno! Il mio lungo viaggio tra arte e vita”, questo il titolo del volume scritto dal maestro orafo. Un libro intervista scritto a quattro mani con il giornalista Francesco Kostner per i tipi di Rubbettino. Al dibattito hanno preso parte, oltre all’autore, Anthony Barbagallo, assessore Regione Siciliana Turismo Sport e Spettacolo, Maria Grazia Cucinotta, che ha prestato spesso il volto alla maison, Ninni Panzera, Segretario Generale di Taormina Arte, e Tiziana Rocca, General Manager di Taormina Film Festival.
Un libro intervista per raccontare le tappe di una lunga carriera coronata da numerosi successi: tante le dive che, nel corso degli anni, hanno indossato le creazioni di Gerardo Sacco, dalla già citata Maria Grazia Cucinotta, emblema della bellezza mediterranea, a Brooke Shields. Monili preziosi ricchi di fascino realizzati interamente a mano secondo le più raffinate tecniche artigianali dell’alta gioielleria Made in Italy: Gerardo Sacco non ha certo bisogno di presentazioni. Una lunga carriera, la sua, iniziata nel 1963.
L’orafo e imprenditore, nato a Crotone nel 1940, vanta in curriculum collaborazioni eccellenti: nel 1986 Franco Zeffirelli gli affida la creazione dei gioielli per il suo Otello; nel 1988 la collaborazione tra i due prosegue con il film “Il Giovane Toscanini”, con Liz Taylor. Successivamente firma i gioielli per l’Amleto, con Glenn Close e Mel Gibson. Si prosegue con “Immortal beloved”, in cui ad indossare le preziose creazioni del maestro è la splendida Isabella Rossellini. Nel 2007 in “N” Io e Napoleon, Gerardo Sacco impreziosisce i costumi indossati da Monica Bellucci. Numerose anche le produzioni televisive in cui Sacco ha portato il proprio contributo, come “Piccolo mondo antico” di Cinzia TH Torrini ed “Orgoglio”, interpretato da Elena Sofia Ricci.
Lunghi capelli biondi, una bellezza aristocratica e algida, Gaia Repossi è l’ultima fashion icon. La giovane erede dell’impero dei gioielli, nata a Torino nel 1986, si è imposta negli ultimi anni come icona di stile tra le più ammirate al mondo. Regina indiscussa dello street style, immortalata sui magazine patinati più prestigiosi al mondo, la bella Gaia è presenza fissa nel front row delle sfilate. La designer non smette di mietere successi e consensi, anche per i suoi look iconici. Qui un pezzo dedicato ai suoi gioielli.
Il suo è uno stile fresco ma sofisticato, futurista ma intriso di eleganza classica, in cui predominano grinta e personalità: due anni or sono grazie alla sua eleganza effortlessy-chic veniva incoronata dal Financial Times come una delle italiane più eleganti al mondo, ex aequo con la vulcanica fashion editor Giovanna Battaglia. Ma la bionda Gaia da allora ha vissuto una vera e propria escalation nel segno dello stile, che l’ha sdoganata come trendsetter dal gusto impeccabile.
La it girl, figlia del gioielliere Alberto Repossi, è cresciuta tra Montecarlo e Parigi. Dopo una laurea in Belle Arti e due master in Archeologia ed Antropologia, nel 2007 la giovane Gaia prende le redini del brand di famiglia, che rivoluziona radicalmente: la ragazza ha grinta da vendere, non si è lasciata intimorire dal bagaglio storico della maison, che ha impreziosito con tocchi dal sapore tribal e suggestioni punk.
Charme innato, la biondissima Gaia appare impeccabile anche con un semplice paio di jeans. Eleganza disinvolta che non lesina in capi vintage, che abbina con straordinario gusto a tocchi di design contemporaneo. Chanel, Céline, Alexander Wang tra i suoi designer prediletti. Pulizia, sobrietà e minimalismo caratterizzano uno stile sobrio e minimal-chic. Pantaloni capo principe del suo guardaroba, ad evidenziarne la silhouette, ma anche capi dalle proporzioni ampie e teatrali. Black and white e contrasti forti predominano la palette cromatica di un guardaroba che predilige pochi pezzi iconici e strutturati.
Gaia Repossi alterna con disinvoltura il blazer dal taglio sartoriale e dalle suggestioni vintage al tocco modernista di capi strutturati. Perfetta in camicia sartoriale, la vediamo spesso indossare capispalla in pelle e trench dall’appeal disinvolto. Lo stesso equilibrio tra passato e presente è evidente nei suoi gioielli. Tra le sue fan spiccano nomi del calibro di Emma Watson e Chloë Sevigny. Gaia vive tra Parigi e New York ed è fidanzata con un l’artista Jeremy Everett.
Flaminia Barosini nasce a Roma nel 1987. Dopo il diploma in Design del Gioiello allo IED, si trasferisce a Londra per qualche mese dove frequenta il prestigioso Central Saint Martins College of Arts & Design.
Nello stesso anno lancia sul mercato il suo omonimo brand con la collezione Irregular. Seguiranno, successivamente, SecondSkin e Creepers: la collezione 2015 ispirata completamente al mondo della natura e dei rampicanti.
La collezione 2016, Synapses, racconta la maturità stilistica che Flaminia ha acquisito negli anni, con linee pure ed un linguaggio fluido.
In questi giorni, la designer romana sta lanciando la sua quinta collezione Origins.
Flaminia, raccontaci la tua passione per i gioielli.
Ho sempre avuto un debole per gli accessori, fin da piccola.
Quindi qualche anno fa mi sono iscritta all’Istituto Europeo di Design al corso di Design del Gioiello per intraprendere un percorso di studi che ha poi segnato la mia esistenza facendomi avvicinare sempre di più a quello che oggi definirei il mio mondo.
Descrivici il tuo estro creativo in tre aggettivi.
Femminile, originale ed elegante.
Da cosa trai ispirazione?
La natura mi fornisce costanti spunti per dar vita ad oggetti che non abbiano una forma riconoscibile ma che la assumono una volta indossati.
Il tuo mentore.
Trovo moto interessanti le sculture di Arnaldo Pomodoro, ma non ho un vero e proprio mentore.
La tua giornata tipo.
Purtroppo o per fortuna non ho una giornata tipo.
Il mio è un lavoro in costante movimento e credo sia questo il valore aggiunto che condisce con un pizzico di pepe le mie giornate.
Mi occupo di tutto ciò che concerne la parte creativa del mio brand.
In ordine sparso mi occupo della prototipia, fase creativa durante la quale do vita alla collezione sotto forma di sculture in cera.
E ancora: produzione e fase di riproduzione seriale dei pezzi in metallo in seguito alla fusione a cera persa. Lavoro i gioielli a mano uno per uno.
Seguo il sito e le foto, con un team di grafici e fotografi che mi affiancano.
Il tutto alternato da fiere ed eventi che ci vedono protagonisti.
Il tuo gioiello cult.
Lo chevalier, l’anello da mignolo per eccellenza.
L’accessorio che non indosseresti mai.
Il mio detto preferito è mai dire mai. Molto spesso, con il tempo, mi sono dovuta ricredere sui miei gusti.
La tua sfida.
Il mio lavoro è una continua sfida, quando si parla di creatività non si sa mai che riscontro potrà avere una collezione sul pubblico.
Quindi ci sono sempre stimoli nuovi che mi aiutano a sfidare i miei limiti.
Il tuo presente.
Oggi siamo in fase di lancio della mia quinta collezione “Origins” quindi incrociamo le dita.
Il tuo futuro.
Speriamo di riuscire ad ampliare il nostro mercato. Passo dopo passo, stiamo facendo tutto ciò che crediamo sia necessario per raggiungere il nostro obbiettivo.
L’asse Milano – New York, si è dimostrato un crocevia formativo molto importante per Rosa Castelbarco che, dopo una laurea alla Cattolica di Milano e un’esperienza alla N.Y Film Accademy, ha fondato il suo omonimo brand.
Globe Collection, la sua ultima collezione, è ispirata dal cielo. Eleganti e leggeri, i suoi bijoux prendono forma attraverso globi e catene sottili.
Ad aprile la collezione, il modello SOLE, creato da un unico cerchio, ampio e ben definito, protagonista del gioiello. La collana è composta da una lunga catena dorata alla quale viene sospesa la sfera, abbinata ad orecchini e bracciale.
Con LOU si raddoppiano i globi, concatenandosi l’uno dentro l’altro, con un intreccio perfetto, in contempo ricco e light.
Le sfere si moltiplicano nel numero magico, e diventano 3 nel modello ZOE, due piccole, ed una grande, con il materiale satinato dando un tocco più luminoso.
Con LALLA cerchi e sfere si alternano, dando un tocco giocoso e molto light ai suoi pezzi, mentre in ADA la linea si alterna tra ovali lisci e satinati, creando specchi di luce dorati.
Chi è Rosa Castelbarco?
Designer di gioielli milanese, 29 anni, che nel gennaio 2014 ha fondato il proprio marchio a suo nome. Lo stile del marchio rispetta lo stile della designer: essenziale, semplice e contemporaneo: less is more!
Un ricordo che ti lega al tuo omonimo brand.
Sicuramente il fatto che la rosa del logo è uno schizzo che aveva fatto Guttuso per mia zia. Quindi è una storia di famiglia che si tramanda. Così come la passione per il mondo del bijoux che ho ereditato dalla mia nonna.
Tre aggettivi per definire il tuo marchio.
Essenziale, geometrico, leggero.
La tua musa ispiratrice.
Mia nonna che era una donna molto elegante, sapeva mixare gioielli di famiglia ad oggetti più informali con un gusto fantastico. Non sovraccaricava mai i suoi outfit con troppi sfarzi, ma sapeva essere al tempo stesso ricercata ed essenziale.
Il tuo mentore.
Mia mamma, mi ha trasmesso il senso del dovere, a non arrendermi mai e ad impegnarmi.
Mai senza…
Un mio gioiello, ovviamente!
Il tuo ieri.
Ho avuto un’infanzia bellissima. Sono cresciuta in una casa in campagna coi miei genitori, mio fratello e i miei nonni. Tanta natura e tanti animali.
Il tuo presente.
Vivo a Milano, dove lavoro al mio marchio accompagnata in quest’avventura da validi professionisti, artigiani, addetti stampa.
Il tuo futuro.
Mi piacerebbe continuare a svolgere il lavoro che amo, ingrandire il marchio all’estero, e tornare a vivere in campagna. Fare avanti indietro per la città e… avere dei figli!
È colei che ha rivoluzionato il brand di famiglia, rivelando un talento raro nel design di gioielli. Bionda, bella ed elegante come poche, Gaia Repossi è l’ultima erede dell’impero Repossi, celebre maison fondata dal suo bisnonno nel lontano 1920. È il 2007 quando la giovanissima Gaia prende le redini del marchio, divenendo direttore artistico.
Figlia di Alberto Repossi, classe 1986, una laurea in Belle Arti e due master in Archeologia e Antropologia, la giovane non aveva inizialmente alcuna intenzione di diventare una designer di gioielli. La sua è una visione creativa fortemente influenzata dall’arte, dalla pittura, dalla scultura, dall’artigianato e soprattutto dalle influenze provenienti da altre culture. Artigianalità e citazioni antiche si sposano alla giovane sensibilità di Gaia Repossi, che ha rinnegato il design convenzionale ma non l’amore per l’artigianato. Silhouettes etniche e suggestioni tribali caratterizzano gioielli dal design unico, creazioni preziose e sofisticate ma anche ieratiche come monili e amuleti.
Un’identità forte e un apporto fresco e giovane hanno contribuito al nuovo successo di Repossi, che sta vivendo una nuova felice stagione, collezionando collaborazioni illustri, da Alexander Wang a Joseph Altuzarra, da Zadig et Voltaire a Colette Paris.
Gioielli che ricordano nelle tecniche e nella lavorazione gli ornamenti tribali di certi cerimoniali; tra l’oro, l’argento, il bronzo fanno capolino pattern e forme che ricordano i monili delle popolazioni africane. Lo stile di Gaia è a tratti ripetitivo, nella scelta (sempre vincente) di riproporre le medesime forme e i medesimi volumi, scanditi dal diamante. Un minimalismo che si incontra con l’audacia di ispirazioni originali e con un design sofisticato: oro e forme androgine si sposano con tecniche di scultura ed intaglio che ripropongono antiche lavorazioni artigianali oggi rare nella gioielleria; infine l’ispirazione Art Noveau, che si appropria di pizzo e pattern quasi dipinti sulla pelle, realizzati con raffinate tecniche artigianali. Questo lo stile firmato Gaia Repossi, che si riflette in un’estetica complessa, che trae numerosi spunti dall’immenso patrimonio culturale della giovane designer: Baselitz, Twombly, Kiefer, Serra, Franz West sono alcuni dei nomi che più ispirano la giovanissime designer. Il suo stile è minimale e chic, molto francese. E la designer vive infatti tra Parigi, Montecarlo e New York. Architetto del gioiello, Gaia Repossi ha dichiarato più volte il suo amore anche per la pelle nuda.
Divenuta una delle icone di stile contemporanee più apprezzate, il Financial Times l’ha inclusa nella classifica delle donne più eleganti al mondo. Perfezionista, anticonformista e ribelle, il carattere non le manca: alla base della sua formazione vi sono studio e rigore. Collaborazioni eccellenti nel suo curriculum: nel 2007 con Eugenie Niarchos, nel 2010 con Alexander Wang, nel 2012 con Colette Paris. Nel 2013 vince il premio istituito da Elle UK come miglior designer di gioielli dell’anno. Nel 2015 il brand Repossi è stato acquistato da LVMH.
(Foto cover Ezra Petronio per Self Service Magazine)
Il fascino e l’opulenza di pietre preziose e antichi monili, che raccontano di mondi lontani e storie arcaiche, il lusso e lo sfarzo di pezzi unici rubati alle insidie del tempo: Carole Tanenbaum è oggi una vera autorità tra i collezionisti di bigiotteria vintage, vantando un archivio immenso e rinomato.
Nata e cresciuta a New York e attualmente residente a Toronto, la carriera di Carole Tanenbaum è iniziata vent’anni fa. Una formazione a trecentosessanta gradi, che spazia dall’arte alla moda, strizzando l’occhio in particolare alla bigiotteria vintage. La sua collezione è un vero patrimonio per intenditori, il sogno di ogni fashion victim che si rispetti: un archivio immenso, con una selezione di oltre 20.000 pezzi, che includono maison storiche, da Dior a Chanel, da Lanvin a Sherman.
La passione di Carole Tanenbaum per la bigiotteria vintage è iniziata per caso, 35 anni fa, quando si imbatté a Londra in una bellissima collezione di gioielli vintage. Rimasta fortemente colpita dalla creatività di quei pezzi, dai colori accesi e dal design ardito, decise che quella sarebbe divenuta la sua più grande passione. Ma non aveva ancora considerato una carriera nel settore, almeno finché non acquistò oltre 3500 pezzi per la sua collezione privata. Ma, resasi conto che non avrebbe mai potuto indossare quella mole immensa di gioielli, neanche nell’arco di una vita intera, decise quindi di condividere la sua collezione col pubblico.
Un occhio esperto e vigile, sempre pronto a carpire le nuove tendenze e soprattutto, la bellezza, in ogni sua forma, Carole Tanenbaum è un’attenta critica della moda contemporanea, attiva sui social network, dove è seguitissima, e da dove non perde occasione di dare i suoi consigli di stile, sempre azzeccatissimi. Il suo sito, caroletanenbaum.com, è fonte inesauribile di bellezza e stile. Fondamentali nel suo guardaroba i pezzi della collezione: lei stessa ha dichiarato di scegliere prima il gioiello da indossare, e, in base a questo, l’outfit.
La collezione include edizioni limitate, pezzi unici realizzati a mano, che sono apparsi su pubblicazioni prestigiose, dalle riviste patinate più famose, in primis Vogue ed Elle, fino a film e serie tv di successo, a partire da Sex & the City. Collane, orecchini, bracciali, spille, anelli dal design glamour e dalle linee originali, ma anche accessori per capelli e altri pezzi unici, per maison storiche quali Trifari, Haskell, Schiapparelli, Hobe, Boucher e molte altre. Disponibili su Moda Operandi, da Seedhouse a New York ed in molte altre boutique online, tra le fan di Carole Tanenbaum spiccano nomi del calibro di Sarah Jessica Parker e Michelle Obama.
Rinomata e famosa in tutto il mondo, Carole Tanenbaum ha dato lezioni sulla storia della bigiotteria vintage presso il Royal Ontario Museum e l’International Society of Appraisers ed è spesso chiamata in causa come una delle maggiori esperte mondiali nel campo. Il suo libro, Fabulous Fakes: A Passion for Vintage Costume Jewelry, disponibile su Amazon, traccia una storia dei pezzi più belli della bigiotteria vintage, dall’età Vittoriana fino ad oggi. Carole Tanenbaum ci accompagna in un indimenticabile viaggio nella sua collezione privata, corredato da splendide fotografie e da un’attenta critica sulla storia del costume e della moda. Il suo smisurato archivio è oggi una delle collezioni più rinomate del Nord America, con gioielli collezionati nel corso di oltre venticinque anni di attività, per un totale di oltre 20.000 pezzi, dall’età Vittoriana fino agli anni Ottanta. Stili, design e forme differenti per una collezione ricca di fascino e charme. Con tre figli e dodici nipoti, Carole Tanenbaum è anche una nonna felice, che condivide col marito Howard la sua passione per il collezionismo.
Suggestioni surrealiste, visioni oniriche che ricordano l’arte dei più grandi, da Picasso a Salvador Dalí, si uniscono a dettagli pop art, per creazioni moderne, futuriste e sofisticate: Delfina Delettrez non ha certo bisogno di presentazioni. Artista apprezzata a livello internazionale, la giovane rampolla di casa Fendi ha già alle spalle tanti successi.
Personalità esplosiva e rara sensibilità artistica, Delfina è l’ultima erede della dinastia Fendi, di cui rappresenta la quarta generazione. La ragazza ha carattere da vendere, e rifiutare un posto nell’azienda di famiglia per inseguire la propria strada è solo fisiologico sbocco di un’esigenza naturale che si impone attraverso la spontanea e dirompente creatività dell’artista. È il 2007 quando Delfina esordisce come designer, presentando la sua prima collezione da Colette, a Parigi, tempio dello stile. Le sue creazioni catturano immediatamente l’attenzione, grazie ad un’estetica nuova, caratterizzata fin dagli esordi da un vasto uso di iconografie surrealiste e naturaliste: mani, occhi, bocche fanno capolino da collane e monili pregiati, insieme ad api ed elementi naturali.
Gioielli dal fascino ieratico, quasi degli amuleti declinati in chiave rock, talismani dal sapore vittoriano e dal design futurista; scenografici e al tempo stesso intimisti, a volte ermetici, più spesso ironici, i gioielli firmati Delfina Delettrez si caratterizzano per un appeal originale e per il forte impatto visivo, in un continuo gioco di rimandi e citazioni. Grandi occhi scuri dall’espressività struggente, Delfina ci porta nel suo immaginario, tra teschi e mani scheletriche, che sembrano indagare l’Unheimlich, il perturbante, il lato oscuro che alberga in ognuno di noi.
Alla base della ricerca stilistica della giovane designer vi è un sapiente connubio di antiche tecniche orafe ed una costante ricerca attraverso l’uso di materiali innovativi. Sperimentazione sembra essere la parola chiave delle ultime collezioni, che vedono la pietra preziosa tornare alla ribalta, protagonista assoluta di collezioni che ancora una volta si ispirano ad un surrealismo indagato in chiave cyber, attraverso un audace gioco di illusioni ottiche, per gioielli che sembrano sospesi sul corpo, grazie ad appositi cantoni fantasma. L’antica tradizione artigianale italiana si sposa ad una visione post atomica, senza rinunciare alla cura per il dettaglio realizzato a mano. Creazioni cinetiche dal fascino atemporale e dalle suggestioni post-apocalittiche, come i bracciali e gli anelli “Tourbillon”, costituiti da centri concentrici in metallo prezioso che roteano in maniera autonoma l’uno dall’altro, ma anche bracciali e collane estendibili, che inaugurano una nuova visione del gioiello, che ora è possibile manipolare e trasformare a seconda dell’occasione. Via del Governo Vecchio, a Roma, è la sede dell’atelier di Delfina, una fucina di idee e progetti sempre nuovi, per una carriera in continua ascesa.
Tanti sono i riconoscimenti che la giovane è riuscita ad ottenere, affermandosi come una dei più promettenti designer della nuova generazione. Sicura di sé, forte di una personalità dirompente, nel 2010 le creazioni di Delfina Delettrez sono entrate a far parte della collezione permanente del Museo delle Arti decorative del Louvre di Parigi. Innumerevoli le personali dedicate alla sua opera, tra installazioni futuriste e tocchi vintage, nel segno dell’antica tradizione orafa italiana. I suoi gioielli sono tra i più amati dalle celebrities, a partire da Madonna, Anna Dello Russo e molte altre. Elegante ed impeccabile, Delfina non sbaglia un colpo e con i suoi look si è imposta anche come icona di stile, mentre una sua boutique è stata inaugurata a Mayfair, Londra. Le sue creazioni sono online sul sito www.delfinadelettrez.com.
Federica Tosi nasce a Roma nel 1978. Precedentemente al suo lavoro nell’ambito della moda, studia Lingue e accumula esperienze in ambito commerciale.
Nel 2013 lancia il suo omonimo brand, l’evoluzione del marchio Luxury Fashion fondato nel 2007.
Federica Tosi è un brand dalla visione innovativa e contemporanea. Minimalismo e carattere sono gli elementi base della collezione, arricchita da elementi Swarovski per effetti sparkling sorprendenti.
Un viaggio negli States si rivela un’importante svolta nella tua vita: raccontaci di questa straordinaria esperienza che ti ha cambiato la vita.
Era il 2006 e camminando per le vie di Miami ho notato una certa calca attorno alla bancarella di una ragazza che customizzava cellulari con pietre e piccoli dipinti. Osservandola, ho pensato che il segreto di tanto successo derivasse dalla scelta di un oggetto di uso comune e quotidiano. Così, una volta tornata in Italia, ho provato a replicare il fenomeno, utilizzando però pietre più preziose come gli Swarovski. In seguito al passaparola, le mie creazioni sono state notate da Eleonora Sermoneta, titolare di una celebre boutique romana. E’ stata lei la prima persona a vedere del potenziale in me: mi ha spinta a trasformare quello che era un hobby in un lavoro. Ho così iniziato a personalizzare moltissimi oggetti secondo il gusto e le richieste delle clienti, inclusi alcuni bijoux. Di lì a poco ho fondato una vera e propria società con un’amica, che in breve tempo ha catturato l’attenzione degli addetti del settore e non.
Il tuo omonimo brand è in realtà l’evoluzione di Luxury Fashion, progetto sartoriale nato nel 2007. Cosa ti ha spinta in questo cambio di rotta?
Il cambio di rotta è avvenuto nel 2013 in seguito alla proposta da parte di una nota azienda di produzione di realizzare una capsule di abbigliamento in licenza. E’ scaturita, da qui, l’idea di affiancare alla bigiotteria anche alcune proposte ready to wear. Nel 2015 ho deciso poi di intraprendere più concretamente questa strada che mi appassiona, abbandonando l’identità societaria in favore di un progetto più personale.
Da cosa trai ispirazione?
Traggo ispirazione da tutto ciò che mi circonda: dalla mia città (Roma) e dai tutti i luoghi che ho la fortuna di visitare grazie al mio lavoro, ma anche e soprattutto dalle donne: amiche, clienti o sconosciute incrociate per strada. Penso che lo stile sia oltre la passerella e che gli spunti più stimolanti arrivino dal vivere quotidiano.
Il brand prevede anche una selezione di gioielli creati da te: parlaci di questo progetto.
Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, i gioielli costituiscono il vero fulcro di ogni collezione. Ogni pezzo è caratterizzato da un design minimale ed è realizzato con l’ausilio di materiali preziosi – quali oro e argento – e cristalli Swarovski. Questa scelta stilistica è dettata proprio dalla volontà di “fondere” il gioiello con ciascun capo di abbigliamento in un unicum sofisticato e non convenzionale.
Qual è il momento della tua giornata in cui ti senti più creativa?
Sicuramente la sera, dopo cena. E’ il momento della giornata in cui posso rilassarmi e dar sfogo a tutta la mia creatività.
Se tu non fossi diventata una fashion designer, cosa saresti oggi?
Se non avessi intrapreso questa strada, mi sarei sicuramente accostata all’ambito commerciale. Ho sempre avuto un certo spirito imprenditoriale. In realtà faccio già un altro lavoro al quale dedico tutte le mie energie: sono madre di tre figli.
Chi è la donna che indossa le tue creazioni?
E’ una donna alla ricerca del nuovo, degli ultimi trend. Una donna che può avere trenta, ma anche cinquant’anni, e che ama vestire con stile.
Guardiamo al futuro: come ti vedi da qui a cinque anni?
Mi vedo super impegnata con il mio brand. Spero davvero che diventi una realtà di riferimento nel fashion system!