“BAGLIETTO: DAL 1854 L’ARTE DI NAVIGARE” a cura di Antonio Macaruso

“BAGLIETTO: DAL 1854 L’ARTE DI NAVIGARE”: presso la libreria Rizzoli in Galleria Vittorio Emanuele a Milano la presentazione ufficiale del volume a cura di Antonio Macaluso

Dopo l’anteprima all’evento di celebrazione dei 170 anni del brand, si è svolta presso la libreria Rizzoli di Corso Vittorio Emanuele, la presentazione ufficiale del libro dedicato allo storico cantiere Baglietto con i suoi centosettant’anni di tradizione, artigianalità, innovazione. Edito da Rizzoli, il volume porta la firma prestigiosa di Antonio Macaluso, editorialista del Corriere della Sera ed esperto di nautica. All’evento, cui ha fatto seguito il classico “firmacopie”, hanno preso parte anche l’autore, Antonio Macaluso, e l’Amministratore Delegato del cantiere Diego Michele Deprati.

Una lunga storia, quella di Baglietto, un’eccellenza imprenditoriale italiana, una grande maison del lusso, capace di estro e pragmatismo nel creare qualcosa di raro; il perfetto equilibrio tra classico e moderno, tecnica ed estetica, passato e futuro insieme: un binomio vincente.

Dove finisce l’artigianalità e comincia l’arte? Cosa rende qualcosa, un prodotto, un marchio, impermeabile al tempo e alle mode? Sono le domande che ci si pone passeggiando tra il passato e il presente di Baglietto.

È il 1854 quando Pietro Baglietto dà inizio al sogno, fondando gli omonimi cantieri, che a quel tempo si trovavano a Varazze. All’inizio si costruivano piccoli scafi e gozzi ma presto, grazie alla lungimiranza del fondatore, ci si orientò verso lo yachting. Nel 1876, prende il largo la prima imbarcazione da regata: Baglietto costruì Rosy, un cutter di 7,50 m destinato a diventare leggenda. Numerosissime sono state le innovazioni introdotte da Baglietto nel corso della sua storia, sia nel campo delle imbarcazioni ad alte prestazioni e da record, che per impieghi militari e la difesa, come i celebri MAS. Tra gli ambiti in cui con maggiore forza il cantiere del gabbiano ha primeggiato vi è quello degli yacht e della nautica da diporto. Già all’alba del XIX secolo Baglietto realizza yacht di grande dimensione per importanti armatori, tra cui, per citare qualche nome, il re di Spagna Alfonso XII, Guglielmo Marconi, Gioacchino Puccini e Gabriele D’Annunzio, per il quale varerà l’Alcyone.

Dal secondo dopoguerra l’ambito del diporto diviene il cuore della produzione di Baglietto con le imbarcazioni della serie “Isole”, veri e propri punti di riferimento nell’ambito degli yacht di lusso, oggetti del desiderio contesi dai più importanti armatori al mondo, tra i quali si contano capi d’industria come Agnelli o l’Aga Khan, famiglie reali, come i Ranieri di Monaco o personalità del mondo dello spettacolo, tra i quali Peter Sellers, per citarne uno. In questo campo Baglietto porta innovazioni continue, sia dal punto di vista dell’impostazione degli scafi, come ad esempio con l’invenzione del flying bridge che con l’introduzione di materiali nuovi e sempre più performanti alzando sempre di più l’asticella in termini di esclusività, prestazioni e qualità realizzando veri e propri capolavori naviganti.

Nel 2012 i Cantieri Baglietto vengono acquisiti dalla Famiglia Gavio, uno dei gruppi industriali più solidi d’Italia. È l’inizio di una nuova rotta. Esperienza e tradizione si fondono in un incontro tra passato e presente, e guardano verso il futuro per una storia all’insegna delle più grandi conquiste. Un passato di 170 anni sulle cui poderose spalle si costruisce ogni giorno un’appassionante sfida a un futuro fatto di stile, tecnologia, innovazione. Un futuro che non si immagina e non si aspetta: si anticipa. E il gabbiano Baglietto – forte, rispettato e amato – vola instancabile da una parte all’altra del mondo.

Valentino rinuncia alla Galleria, ecco chi è il nuovo arrivato

Valentino e Hugo Boss rinunciano al posto nella Galleria Vittorio Emanuele II di Milano a favore del brand spagnolo Massimo Dutti.
Il brand, facente parte del gruppo Inditex assieme a Zara, Pull&Bear, Bershka, Stradivarius, Zara Home, Oysho e Uterque, possiede già un suo posto all’interno della Galleria anche se meno prestigioso di quello che si è aggiudicato.


Il bando aperto nel 2015 aveva messo all’asta gli spazi occupati dal BarSì e dall’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato e comprendeva, inoltre, lo spazio affidato a Mercedes, il quale però è stato già assegnato a Carlo Cracco in vista di un suo ristorante.


Gli spazi stabiliti saranno occupati da Massimo Dutti solo dopo che egli avrà lasciato quelli che possiede già, così come è stabilito dal bando, in quanto non possono essere esposte insegne già inserite in Galleria.


L’asta aveva posto una base di 977mila euro, vinta da Dutti per una somma di 100mila euro all’anno d’affitto.
Somma che comprende quasi mille metri quadri, sei livelli di sviluppo in verticale e tre vetrine con affaccio sul braccio principale della Galleria Vittorio Emanuele II.


Lo spazio dedicato a Massimo Dutti non sarà, però, solo una boutique.
Ospiterà, infatti, una sala dedicata alla “Storia del Tessuto” che comprenderà una mostra fotografica permanente e un’esposizione di alcune collezioni di capi storici ed iconici sull’evoluzione della produzione e dell’impiego dei tessuti nella storia.
Affinché la “Sala della Storia del Tessuto” non sia un progetto dedicato solo all’Italia e agli italiani, sarà anche adibita un’area dedicata alla storia del tessuto nel cinema internazionale.

fonte foto: www.museomilano.it
fonte foto: www.museomilano.it

Galleria Vittorio Emanuele II: Chanel prende il posto di Viganò

Novità in dirittura d’arrivo all’interno della Galleria Vittorio Emanuele II di Milano. La maison di lusso francese Chanel, prenderà infatti il posto della storica boutique Viganò: l’azienda di accessori e cappelli di lusso, situata al piano terra della struttura, abbandonerà a breve gli spazi occupati fin dal lontano 1919.

La giunta comunale di Milano ha approvato l’ingresso del marchio ponendo però una condizione fondamentale: l’aumento del canone che di fatto passerà da 129.300 annue di Viganò (alle Botteghe Artigianali viene applicato il 10% di sconto) a 314mila di Chanel, con l’obiettivo di incrementare gli introiti della Galleria.

Con questa operazione la redditività del monumento è destinata inevitabilmente ad aumentare. Queste manovre commerciali hanno permesso, infatti, di elevare le entrate per milioni di euro nel corso degli anni; basti pensare che nel 2011 la Galleria era riuscita ad incassare la modica cifra di 11 milioni di euro e che attualmente i canoni introitati ammontano a 27 milioni di euro.

 

La boutique Viganò lascia il posto a Chanel
La boutique Viganò lascia il posto a Chanel

 

 

L’assessore al demanio Daniela Benelli ha così commentato l’accordo: “Ricordo tra l’altro che le maggiori risorse della Galleria vengono investite nei quartieri popolari, in particolare per la manutenzione ordinaria delle case. E non dimentichiamo l’importante contributo dei privati che, con risorse proprie, contribuiscono al recupero e alla manutenzione del complesso monumentale. Mi auguro che anche con Chanel si possa aprire un dialogo su questo.”

Con Chanel, che fiancheggia Prada, Louis Vuitton, Gucci, Tod’s e Borsalino, la galleria incrementa la lista di nomi eccellenti al suo interno e si veste di lusso sfrenato.