OMICIDIO STRADALE: IL SENATO APPROVA

Dopo l’OK del Senato, il provvedimento, che prevede l’introduzione nel nostro ordinamento del reato di omicidio stadale, torna alla Camera. Tanti, però, i voti contrari.

Una fiducia davvero bassa per il provvedimento che introduce nel nostro ordinamento il nuovo reato di omicidio stradale.
Da anni si cerca di approdare ad una precisa individuazione della fattispecie astratta, per meglio muoversi nei casi concreti.
Forse una svolta: il Senato ha approvato il provvedimento (149 SI, 91 NO), il quale ora dovrà passare nuovamente al vaglio della Camera per un’ulteriore lettura.
Perché così tanti voti contrari?
Secondo alcuni Senatori, che hanno esaminato attentamente il testo normativo, si tratta di un provvedimento demagogico, all’interno del quale troppi sono gli abbagli giuridici; secondo altri, addirittura, il provvedimento è del tutto sbagliato e, quindi, incostituzionale.
Approvato con tante polemiche, ma approvato, e quasi sicuramente, secondo voci di corridoio dello stesso Senato, sarà così approvato anche dalla Camera.

COSA PREVEDE LA NUOVA NORMATIVA IN MATERIA DI OMICIDIO STRADALE?
E’ previsto, per prima cosa, un nuovo sistema sanzionatorio, per le specifiche ipotesi di omicidio colposo e lesioni colpose, a seguito di infrazioni del codice della strada.
Il nuovo reato prevede delle pene-base da 2 a 12 anni, con la possibilità, in caso di sussistenza di specifiche aggravanti, di aumentare la reclusione fino a 18 anni.
L’inasprimento della pena riguarda, infatti, delle specifiche violazioni, che possono secondo il legislatore, essere etichettate come gravi.
Ritroviamo, quindi, nella categoria delle gravi violazioni sia la guida in stato di ebbrezza (tasso alcolemico superiore a 0,8 g/l), che la guida sotto l’effetto di stupefacenti, di cui già eravamo a conoscenza.
Ma, a queste due ipotesi, già largamente conosciute da tutti i cittadini, se ne aggiungono altre, che secondo lo stesso legislatore, possono essere considerate decisamente gravi: eccesso di velocità, sia nel centro urbano che fuori città; passaggio con il rosso al semaforo; circolazione contromano; inversione di marcia in zone pericolose, quali curve, dossi o incroci; sorpasso in presenza della doppia striscia continua, ovvero in prossimità delle strisce pedonali, le quali nella maggioranza dei casi sono letteralmente ignorate dai conducenti di autovetture o di qualsiasi altro mezzo di trasporto.
Per tutte, definite come gravi violazioni, le pene base, in caso di omicidio, vanno dai 5 ai 10 anni di reclusione, ad eccezione delle prime due ipotesi, citate in precedenza, per le quali sono state previste pene che oscillano tra gli 8 e i 12 anni di reclusione.
E la pena della reclusione fino a 18 anni in che casi è prevista?
Nel caso in cui, a causa delle violazioni del codice stradale (gravi violazioni) si causa la morte di più persone, ovvero nel caso in cui, alla persona deceduta, si aggiunge un ulteriore ferito.
E per chi si allontana volontariamente dal luogo dell’incidente?
Per tutti coloro che decidono di darsi alla fuga, senza prestare i primi soccorsi, è stato previsto un aumento di pena da un minimo di 1/3 ad un massimo di 2/3.
Quanto finora detto vale anche per tutti coloro che cagionano la morte di una persona, guidando un veicolo senza patente (revocata o sospesa) e per tutti coloro che non hanno una valida assicurazione sul proprio veicolo.
Per tutte le ipotesi fin qui descritte è previsto l’arresto in flagranza obbligatorio.

UNA DOPPIA VISIONE DEL NUOVO REATO
Il nuovo reato di omicidio stradale ha creato diverse polemiche: da un lato, si sono schierate le associazioni, che da anni si battono duramente per ottenere una legge che introduca nel nostro ordinamento il reato di omicidio stradale e quello di lesioni stradali gravi e gravissime ; tali associazioni sono ottimiste e sperano in una definitiva approvazione del provvedimento, al fine di ridurre l’incidentalità stradale e le conseguenti morti, e per evitare che chi commette un tale reato resti impunito.
Dalla parte opposta si schierano i senatori che non hanno dato la fiducia al provvedimento: troppi sono, secondo loro, i punti non chiari, dai quali scaturiscono troppe perplessità, che assolutamente non possono essere ignorate.
I dubbi di portata maggiore si ravvisano in merito alla graduazione delle sanzioni previste per le ipotesi più gravi di reato: perché l’assenza di assicurazione deve rientrare tra le aggravanti?
Chi guida senza assicurazione, perché magari ha dimenticato di rinnovarla, può essere paragonato a chi guida sotto l’effetto di sostanze stupefacenti?
La mancata sottoscrizione di un valido contratto di assicurazione prescinde dal comportamento di guida pericolosa del colpevole.
In altre parole, vengono parificate categorie troppo diverse tra loro, per le quali è prevista la stessa pena.
Ma, i punti di contrapposizione fra i “SI” e i “NO” sono davvero tanti. Per ora il provvedimento viene rispedito, con approvazione, alla Camera per un’ulteriore lettura: la quarta, quella decisiva.

TROPPE INCERTEZZE
Il provvedimento per la definitiva introduzione del reato di omicidio stradale ha alzato un fitto polverone tra i nostri rappresentanti al Senato. Troppi sono i punti, emersi dal recente dibattito, che hanno dato vita ad un vero e proprio clima di tensione tra gli esponenti dei maggiori partiti.
Il campo, all’interno del quale si muove il nuovo provvedimento, è tranquillamente definibile come un terreno di guerra: un vero e proprio campo minato, all’interno del quale è quasi impossibile muoversi con sicurezza.
Tra le tante incertezze, emerge un dato, l’unico certo: il numero, sempre maggiore, dei morti sulle nostre strade.
Un giusto modo per fermare questa terribile piaga e per punire correttamente i colpevoli, deve pur sempre esserci.
I primi passi sono stati fatti. Per ora la fiducia c’è, anche se non è possibile definirla come piena.
Solo a seguito della quarta lettura della Camera si avrà l’ufficiale responso.