Pauline de Rothschild: l’incarnazione dello stile

Quando si parla di moda e stile, la si venera come una dea. La baronessa Pauline de Rothschild è stata una delle più longeve ed influenti icone di eleganza. Uno stile a trecentosessanta gradi, che comprendeva diversi settori dell’arte e della cultura, dal momento che la celebre icona è stata anche scrittrice, fashion designer e traduttrice di diverse opere, dalla poesia elisabettiana ai testi teatrali di Cristopher Fry.

Pauline Fairfax Potter Leser nacque il 31 dicembre del 1908 nel quartiere parigino di Passy da due americani espatriati, originari di Baltimora e successivamente stabilitisi a Parigi. La madre di Pauline è Gwendolen Playford Cary, una pronipote di Thomas Jefferson nonché lontana cugina dei Lord britannici Falkland e Cary, mentre suo padre è Francis Hunter Potter, un playboy nipote di Alonzo Potter, vescovo della Chiesa Episcopale di Pennsylvania. Nipote di Francis Scott Key e diretta discendente di Pocahontas, la celebre principessa indiana protagonista di svariate leggende e film, Pauline Potter era esponente di una delle famiglie più antiche degli Stati Americani del Sud, che vantavano una lunga discendenza a partire dal XVII secolo.

Il padre abbandona lei e la madre, e quest’ultima diviene in breve tempo preda dell’alcolismo. La piccola Pauline viene quindi spedita da alcuni cugini a Baltimora: elegante ed ambiziosa, la ragazza è un pesce fuor d’acqua in quell’ambiente. “I want to have a more interesting life”, “voglio avere una vita più interessante”, dichiara ancora giovanissima. Pauline si colora le unghie, compra mobili in stile bohémien e coltiva una propria eleganza, assolutamente inadeguata a quel contesto provinciale. Bella ma non in modo convenzionale, una pelle imperfetta, una statura smisurata per l’epoca e lineamenti che sfuggivano ai canoni estetici classici, la giovane ha una voce che incanta e una grande cultura. La sua ambizione è quella di sposare un uomo provvisto di titolo nobiliare, ed è disposta a grandi sacrifici pur di ottenere il suo scopo.

image
Pauline de Rothschild è stata socialite, icona di stile e fashion designer di successo


image
All’anagrafe Pauline Fairfax Potter Leser, la futura baronessa Rothschild nacque nel quartiere parigino di Passy da due genitori di origine americana


image
La baronessa ritratta da Horst P. Horst nella celebre camera da letto del suo appartamento parigino


image
Gli splendidi interni dell’appartamento parigino arredato dalla baronessa


Ancora giovanissima, paga lo scotto di uscire dall’angusta realtà di Baltimora sposando Fulton Leser, un giovane di buona famiglia: ma il matrimonio naufraga in fretta a causa delle scarse doti amatorie del giovane. Enigmatica come Greta Garbo, la sua attrice preferita, grandissimi occhi su un viso severo e capelli biondi, chi pensa che Pauline debba tutto al suo matrimonio con il barone Philippe de Rothschild, celebratosi nel 1954, ha molto da studiare: l’icona di stile era già un’eminente firma del Baltimore, svolgeva già brillantemente la professione di personal shopper ante litteram a New York, dirigeva negozi a Palma de Mallorca, lavorava negli stores di Elsa Schiaparelli a Londra e Parigi ed era una fashion designer di successo, capo del dipartimento ordini presso l’impero di Hattie Carnegie, nel cuore di Manhattan. Quest’ultima, al secolo Henrietta Kanengeiser, riconobbe immediatamente il talento della giovane Pauline, che lavorò lì dal 1945 al 1953 e si stima che fu una delle donne più pagate dell’epoca, negli Stati Uniti. Una self-made woman in piena regola, insomma, per la quale il matrimonio con un uomo del calibro di Rothschild era forse l’unica unione possibile, in un connubio di eleganza e cultura.

image
Insuperato capolavoro di stile che rispecchia in pieno il gusto di Pauline de Rothschild


image
Una foto dei baroni


image
Il matrimonio tra il barone de Rothschild e Pauline Potter fu celebrato nel 1954


image
Bellezza anticonvenzionale, Pauline de Rothschild con la treccia da un lato, l’acconciatura che la rese celebre


image
Pauline ritratta da Shaun Thompson


Socialite amata e venerata, fu ritratta, tra gli altri, da Cecil Beaton e Horst P. Horst. Il suo stile fu sdoganato ufficialmente a seguito delle sue nozze, quando fu immortalata da Vogue, Harper’s Bazaar, Towm & Country e Women’s Wear Daily. Vero e proprio idolo della moda, la sua figura divenne celebre e fu accostata a nomi come Jacqueline Kennedy Onassis, Diana Vreeland, Coco Chanel e la Duchessa di Windsor.

Ossessionata dai capi Balenciaga, Courrèges e Yves Saint Laurent, Pauline era anche una fine intellettuale, nonostante il tempo speso nei camerini a provare i capi più lussuosi delle maison dell’epoca. Il suo stile tuttavia si esprime anche nella sua incredibile capacità di arredare gli interni delle sue sontuose abitazioni: celebre è diventata la camera da letto del suo appartamento di Parigi, piena di uccelli variopinti stilizzati alle pareti. Le sue sale da pranzo erano decorate con letti di muschio, sul modello dei dipinti giapponesi del Diciassettesimo secolo. Il suo appartamento londinese era pieno di tappeti di taffettà, e la baronessa era solita svegliarsi ogni mattina in mezza dozzina di camelie in fiore, su ispirazione dei palazzi di San Pietroburgo immersi nel paesaggio invernale. Porte multicolore direttamente importate dalla Spagna, letti di rose e giochi cromatici blu e oro che monopolizzavano l’attenzione. La sua lontana cugina Diana Vreeland mantenne intatte quelle pareti nel salotto dell’appartamento newyorchese dei Rothschild.

image
Pauline de Rothschild in uno scatto di Horst P. Horst, Vogue, 1 marzo 1950


image
Pauline de Rothschild è stata anche traduttrice della poesia elisabettiana e dei testi teatrali di Cristopher Fry


image
La baronessa in uno scatto che ne immortala l’intramontabile eleganza


image
Pauline de Rothschild in uno scatto di Cecil Beaton, anni Cinquanta


image
L’icona di stile prediligeva capi Balenciaga e Yves Saint Laurent


“L’ultima esteta”, la definì il decoratore Russell Bush, capace di organizzare la sua sfera privata in modo artistico e sublime. Incarnazione dello stile, Pauline de Rothschild aveva un’attenzione certosina per i dettagli. Certo, il tempo e il denaro per soddisfare le proprie fantasie, anche le più ardite, non mancavano di certo a casa Rothschild. Ma l’estro non è qualcosa che si può acquistare col denaro, d’altronde. E se è vero che l’eleganza è innata, la baronessa scrittrice dalla lunga cosa di cavallo intrecciata su una spalla, e dall’amore per le stampe indiane e l’interior design, di eleganza ne aveva da vendere. Scomparsa nel 1976, la sua eredità stilistica è ancora oggi mirabile esempio di un’intramontabile eleganza e il suo ricordo è vivo più che mai.


Potrebbe interessarti anche:
Adele: quando la bellezza è curvy

Moda must have pellicce – Dellera autunno/inverno 15/16

Dellera Pellicce apre così il suo laboratorio artistico e innovativo a una donna sempre più trasversale, senza tempo, senza età, ricca di stile e personalità.
Il fascino di capi e accessori che han fatto la storia della pelliccia si accompagnano a interpretazioni di rara intensità, in uno scenario “caldissimo” di tagli unici e colori esclusivi.

1

Un emozionante intercalare di accattivanti look mini, midi, maxi, che spaziano da giubbotti a giacconi (in castor rex, visone o lapin), a cappotti, giacche, gilet, scialli, coprispalle, colli, cagoule, stole, colbacchi, cappelli, nelle lavorazioni artigianali a tricot, a fiori, condite da preziosi tessuti (chiffon e shantung di seta).

2

Una collezione ispirata alle tinte di sempre (nero, marrone, grigio, bianco) e arricchita da quelle più nuove e sfiziose (blu scuro, “ottanio”), fino a spingersi al giallo e blu china di due capi icona: il gilet murmansky e il micro cappotto in lana e cashmere.

3

In ultimo una sorpresa in linea col fascino e la tradizione Dellera: una linea esclusiva di scarpe e borse sviluppata insieme a Daniele Amato, giovane ed emergente designer italiano.

Guarda qui tutta la collezione Dellera: 

Carine Roitfeld: vita da fashion editor

Uno sguardo tagliente e grandi occhi azzurri brillano su un viso dai lineamenti particolarissimi e su una figura longilinea: se esiste lo charme, lei ne ha da vendere.

Controversa, amata ed odiata in egual misura, venerata dai creativi di moda e detestata da molti altri, Carine Roitfeld nel fashion biz è un’autorità indiscussa, da più di un ventennio a questa parte.

La celebre ex direttrice di Vogue Paris, la Bibbia della moda, è una figura centrale della moda contemporanea: icona snob per antonomasia, ex modella, parigina doc, Carine Roitfeld è nata il 19 settembre 1954.

image
Un primo piano di Carine Roitfeld
image
Figura controversa del fashion biz, la Roitfeld è stata direttore di Vogue Paris
image
Musa iconica di Karl Lagerfeld e Tom Ford, ha collaborato a lungo con loro

image
Capi ed accessori in pelle immancabili nel suo guardaroba


Figlia di un produttore cinematografico trasferitosi a Parigi, appena diciottenne l’atletica Carine viene notata per le strade della capitale francese da un fotografo britannico, e inizia a lavorare come modella. Segue un impiego come scrittrice e stilista per l’edizione francese di Elle.

Open-minded e ribelle nella vita privata come sul lavoro, la fashion editor instaura una lunga relazione, mai sfociata in un matrimonio, con Christian Restoin: il rapporto dura più di trent’anni e vede la nascita di due figli, Julia Restoin Roitfeld, nata nel 1980, e Vladimir Restoin Roitfeld, nato nel 1984. La figlia Julia nel 1990 viene fotografata da Mario Testino per Vogue Bambini.

Carine Roitfeld e Mario Testino iniziano una frequente collaborazione, firmando alcuni tra i servizi più famosi di Vogue America e Vogue Parigi. Intanto la Roitfeld inizia un fruttuoso sodalizio artistico anche con Tom Ford quando quest’ultimo è alla direzione creativa di Gucci e di Yves Saint-Laurent. Nel 2001 si concretizza per lei il sogno di qualsiasi fashion editor: il direttore di Condé Nast Jonathan Newhouse le offre la direzione di Vogue Paris. È la consacrazione ufficiale a guru della moda.

Gli shooting e le campagne pubblicitarie da lei curati a volte sortiscono l’effetto di vere e proprie bombe mediatiche, cui seguono talvolta infinite polemiche: un esempio è lo shoot in cui la fashion editor si schiera apertamente a favore delle pellicce, con una Raquel Zimmermann che mostra il dito medio agli ambientalisti, in una lussuosa mise in pelliccia. Un’eleganza sofisticata immediatamente riconoscibile nei lavori firmati Carine Roitfeld, che mostrano donne come dive: personalissimo il suo styling, che esalta la femminilità più autentica.

image
Camicia e gonna bodycon in pelle con borchie: lo stile Carine Roitfeld è borghese con un tocco rock’n’roll
image
Icona di stile e stylist tra le più famose al mondo, Carine Roitfeld è stata modella
image
Capispalla importanti e nero passepartout per la fashion editor
image
Immancabili le pellicce nel suo guardaroba

image
Collaborazioni con Elle ed esperienze come modella nel curriculum della Roitfeld, prima di approdare a Vogue Paris


Nel 2006 alcune indiscrezioni la vogliono alla guida di Harper’s Bazaar, al posto di Glenda Bailey, ma nulla accade fino al 2010. Il 17 dicembre di quell’anno, dopo dieci anni alla direzione di Vogue France, Carine Roitfeld rassegna le proprie dimissioni a seguito delle polemiche suscitate da un suo shooting con protagoniste bambine, che ammiccano in pose ritenute troppo provocanti, considerata l’età. Il suo posto alla direzione del celebre magazine viene preso da Emmanuelle Alt, già redattrice moda sotto la direzione della stessa Roitfeld. Carine Roitfeld torna quindi a lavorare freelance, collaborando alle campagne Autunno/Inverno 2011 e Primavera/Estate 2012 di Chanel. Nello stesso anno esce il suo libro Irreverent, edito da Rizzoli.

image
Amata ed odiata, la fashion editor è una figura chiave nel fashion biz

image
Carine Roitfeld è stata per dieci anni direttrice di Vogue France


Ultimamente si parla fa tanto di ladylike: lo stile di Carine Roitfeld rispecchia in pieno questa definizione. Sobria ma sempre stilosa, la stylist predilige pencil skirts e camicie, per una femminilità discreta e un’eleganza minimale. Nero passepartout nei suoi outfit, ricercati ma minimal-chic. Perfetta nelle sue mise a tubino, come anche negli outfit più eccentrici, che non scadono mai in banale esibizionismo. Cappotti voluminosi e pellicce a pelo lungo si mixano a gonne discrete ma sexy che valorizzano la sua figura esile in modo gentile. Uno stile molto francese: “Avere cattivo gusto in modo elegante” è la sua massima in fatto di eleganza. Musa iconica di se stessa, vera e propria diva del fashion biz, la giornalista non lesina in capi ed accessori di pelle, pellicce (con buona pace degli animalisti!) e tacchi a stiletto. Lei stessa definisce il suo stile borghese ma con un tocco rock’n’roll.

Catherine McNeil per CR Fashion Book, styling di Carine Roitfeld
Catherine McNeil per CR Fashion Book, styling di Carine Roitfeld
Daria Strokous ritratta da Steven Meisel per Dior Golden Jungle, Autunno/Inverno 2012. Styling di Carine Roitfeld
Daria Strokous ritratta da Steven Meisel per Dior Golden Jungle, Autunno/Inverno 2012. Styling di Carine Roitfeld
Raquel Zimmerman fotografata da Mario Testino per Vogue Paris, agosto 2008. Styling di Carine Roitfeld
Raquel Zimmerman fotografata da Mario Testino per Vogue Paris, agosto 2008. Styling di Carine Roitfeld

Aymeline Valade ritratta da Mario Testino per V Magazine Aurunno 2011, stryling di Carine Roitfeld
Aymeline Valade ritratta da Mario Testino per V Magazine Aurunno 2011, stryling di Carine Roitfeld


Ora la signora dello charme parigino ha fondato CR Fashion Book, un magazine semestrale che porta le iniziali del suo nome, quel CR tanto caro ai lettori di Vogue, con cui era solita firmare i suoi editoriali. La rivista, prestigiosa e dalla linea editoriale estremamente sofisticata, ha aperto i battenti a settembre 2012. Acclamata nel front row delle sfilate più importanti, reduce da una collaborazione con la catena giapponese Uniqlo, per cui ha firmato una collezione, lo stile Roitfeld è assolutamente da copiare.


Potrebbe interessarti anche:
Alber Elbaz lascia Lanvin

Alber Elbaz lascia Lanvin

Non si può mai star tranquilli, è proprio il caso di dirlo: dopo l’inaspettato divorzio tra Raf Simons e Dior tocca ora a Lanvin creare scalpore.

Aber Elbaz, dopo quattordici anni alla direzione creativa della celebre maison francese, ha lasciato il suo incarico.

A dare per primo la notizia è stato il sito Women’s Wear Daily: secondo rumours fidati, il designer israeliano avrebbe maturato la decisione di abbandonare la maison a causa degli ormai insormontabili contrasti con la dirigenza aziendale del marchio, in primis con Shaw-Lan Wang e Michèle Huiban, CEO di Lanvin.

image
Classe 1961, Alber Elbaz è nato a Casablanca

image
Lo stilista israeliano era alla guida della maison dal 2001


Una riunione straordinaria convocata questo pomeriggio tra i vertici del brand e i dipendenti avrebbe visto Elbaz fare già le valigie e lasciare il suo studio in Rue du Faubourg Saint-Honoré. Ora riflettori puntati sul suo successore.

Certo è che questi divorzi in seno alle maison più autorevoli del panorama internazionale non sono passati inosservati agli occhi degli addetti ai lavori. Se è vero che la moda è una tra le più nobili forme d’arte, assai difficile appare talora il connubio tra le strategie di marketing e le ispirazioni -mutevoli e assolutamente scevre dalle logiche di mercato- dei loro direttori creativi. Una piccola rivoluzione che sta suscitando clamore nel fashion biz, ma che auspichiamo possa magari riportare le case di moda a riscoprire la propria essenza più autentica.


Potrebbe interessarti anche:
Fashion trend Autunno/Inverno 2015: Venere in pelliccia

BLONDIEFULL FOR D-ART

Fino a qualque tempo fa il vinyl aveva una brutta reputazione, nel senso che nella moda era considerato un materiale poco chic.
Sono contenta di poter dire che le cose sono cambiate, ed il vinile è diventato finalmente un trend. Io lo adoro.
Oggi si possono trovare accessori e abbigliamento in vinile: pantaloni, gonne, giacche, cappotti, scarpe, stivali, borse, e anche cappelli.

Un total look in vinile è eccessivo, ma combinando i giusti pezzi, darà quel tocco in più al tuo outfit.

Io per esempio ho optato per questo pantalone (non tanto lucido) a vita alta.
E’ proprio il pantalone che rende il look meno serio di quello che sarebbe stato con un pantalone nero normale, con questo accostamento è sempre elegante, ma chic.

Probabilmente molti di voi penseranno che il vinile non sia così semplice da portare. Io non vi consiglio certo di imitare le grandi pop star, tipo Lady Gaga o Nicky Minaj, che nei loro video appaiono super coperte da vinile…loro possono permettersi tutto proprio perché sono delle pop-star!
Apparire è bello, sì, ma non nel modo sbagliato.

Cerchiamo piuttosto di combinarlo con dei pezzi più classici: una blusa, una t-shirt con una giacca o anche un bel maglione.
E vedrete che il vostro unico pezzo in vinile si noterà (anche se solo un accessorio) e farà diventare il vostro look più originale.
Potete combinarlo all’ infinito senza stancarvi. Io rimango una fan del vinile!

E voi siete pronti a provarlo?

Love B

ENGLISH VERSION

 

Until some time ago vinyl had a pretty bad rap.It wasn’t considered fashionable chic;)

But I am happy  that things have turned around and vinyl has become a huge trend and I love it.

You can find all sorts of vinyl clothing. You name it, it is out there: pants, skirts, coats, jackets, boots, shoes, bags and even hats.

Of course to put a whole vinyl look together would be a bit much but combined in the right way I think it will give that extra flavor to your outfit.

 

I for example opted for this highwaisted comfortable (not so shiny) vinyl pants.

And I think the pants is what makes this whole look a bit less serious then for example it would be with normal black pants. But still remaining classy and chic.

 

Now most of you think it is hard to wear but it really isn’t. Of course you need to like it to wear it but  it is important how to combine it without going in the wrong direction.

I wouldn’t suggest you’d try and imitate pop stars like for example Lada Gaga or Nicky Minaj in their videos ‘cause… well they are pop stars and can get away with anything.

Now you want to stand out but obviously not in the wrong way.

 

Try to combine it with more classic pieces if you will, a blouse, a T-shirt with a jacket or even a nice big sweater.

And you will see that your one vinyl piece (even if it would be only an accessory) will stand out and actually make your look chic.

It can be combined endlessly and it will not tire.. I am fan.

Are you willing to give it a try?

Love B

 

Cape/Mantle @ HENRY COTTONS

Blouse @ HENRY COTTONS

Pants @ SUOLI

Shoes @ CESARE PACIOTTI

Bag @ SERAPIAN

Glasses @ RAYBAN


PH BY HENRIK HANSSON    WWW.HSZPRODUCTIONS.COM


1

2

3

4

5

6

7

8

9

N.MERAVIGLI COLLEZIONE PRIMAVERA/ESTATE 2016

N.MERAVIGLI PRIMAVERA/ESTATE 2016

In occasione della settimana della moda milanese, la giovane designer Ana Almeida e Pedro Melo, suo compagno, hanno presentato il loro primo progetto creativo, nella splendida cornice di Palazzo Turati, in via Meravigli.
Qualità e attenzione per i dettagli sono l’anima di questo giovane brand che vuole identificarsi in uno stile sofisticato che rispecchi l’immagine di una donna moderna e con un forte spirito romantico. Una filosofia creativa che trae ispirazione dall’haute couture, applicata al design di una collezione prét-a-porter che unisce modernità e tradizione sartoriale, ricercatezza e qualità.

12017596_1638221323127506_8511668903918166391_o

Natural Wonder è la parola chiave. L’ispirazione è la bellezza naturale.
Profili zoomorfi si trasformano in patterns tridimensionali su trasparenze leggere, gli abiti dal taglio sartoriale, si ispirano ad una donna cosmopolita, amante dell’eleganza in ogni occasione.
I capi si colorano di stampe finemente accennate, che giocano con trasparenze e con colori che ricordano le tonalità naturali del sabbia e del corallo, del blu navy e del bianco.

12030318_1638221083127530_8942965133544295137_o
I pantaloni delineano silhouette leggere, disegnate su asimmetrie impercettibili ma essenziali, sintomo del sottile legame tra tradizione sartoriale e innovazione.
Le giacche in seta, materiale che predomina la collezione, si arricchiscono di fodere in nuance e zip metallizzate a contrasto, gli abiti cadono leggeri, destrutturati da plissé in perfetto accordo con l’anima sporty-chic del brand.

12029698_1638220843127554_7915108457241305637_o

È proprio il plissé l’elemento principe, dona al capo leggerezza e tridimensionalità, il ricamo si pone come struttura portante, accentuando i volumi. Un design innovativo ma permanentemente legato alla tradizione.

 

SARTORIAL TOUCH 2.0 – Una serata dedicata al Gentleman Contemporaneo

SARTORIAL TOUCH 2.0
Una serata dedicata al Gentleman Contemporaneo


IL 21 ottobre 2015, in occasione del Festival del Cinema, nella lounge del Regina Hotel Baglioni di Via Veneto, una serata ad alto tasso di eleganza per celebrare il gentleman contemporaneo e la sua estetica.

unnamed-18
Panetta Sartorial Touch 2.0


Eternalshoes.it, il primo sito online a proporre servizi di riparazione di scarpe di lusso , insieme alla storica sartoria Panetta Tailor, atelier del lusso maschile per antonomasia, Agalma Medusae, Kinloch e altri brand legati al mondo sartoriale e Made in Italy, hanno presentato le proprie realtà all’interno della splendida cornice dell’Hotel.

Manuel Martinelli, Ceo e founder di Eternalshoes, ha colto l’occasione romana per presentare la nuova linea di calzature artigianali firmate Eternalshoes, in vendita nel sito www.eternalshoes.it, e da settembre disponibili anche presso la sartoria Panetta Tailor e l’e-store dell’atelier sartoriale.

Panetta Sartorial Touch 2.0
Panetta Sartorial Touch 2.0


Ambasciatore della serata l’attore di fiction Ernesto D’Argenio che è arrivato con auto d’epoca indossando uno spezzato doppiopetto verde, stringate Eternalshoes e accessori Kinloch e Agalma Medusae (gemelli in pietra lavica). E ancora il blogger Giorgio Giangiulio, fino all’attrice Nathalie Rapti Gomez, solo per citare alcuni nomi tra le personalità e vip presenti all’evento.

Panetta Sartorial Touch 2.0
Panetta Sartorial Touch 2.0


Guarda le foto dell’evento: 

Il lusso “Made in Italy” firmato Serà fine silk

Serà fine silk
Made in Italy for you – la collezione in edizione limitata  “this is not a tie”


Serà fine silk, antiche sete da cravatteria danno vita a preziosi nuovi accessori: sciarpe e pochette.
Serà fine silk, brand emergente di accessori di lusso da uomo – tra cui sciarpe, pochette e cravatte – realizzati a mano in seta, appositamente prodotti in un piccolo laboratorio artigiano italiano incentra il proprio business sulla migliore seta italiana, quella dell’area di Como.

Dalla passione viscerale della creatrice di Serà fine silk, Francesca Serafin, nascono delle collezioni dedicate all’italianità e al desiderio di far vivere o rivivere una piccola esperienza italiana ogni volta che si indossa un suo accessorio.
Ogni prodotto è realizzato in Italia in numero limitato, con antiche sete rifinite rigorosamente a mano e caratterizzato per materiali di alta qualità, stampe dai colori accesi e dai motivi raffinati.

OLYMPUS DIGITAL CAMERA

OLYMPUS DIGITAL CAMERA

La prima collezione era dedicata ai vini italiani, filone che viene ripreso anche per la fw15 con due nuovi modelli ispirati ad abbinamenti cromatici e olfatti connessi a vini italiani.
Per la FW15 Serà fine silk ha studiato una collezione in edizione limitata di sciarpe e pochette realizzate con tessuti vintage da cravatteria chiamata appunto “this is not a tie”.

Il concetto è modulato sulla creatività degli italiani e sulla loro abilità di reinventare personalizzando, e così un’antica stoffa da cravatta può diventare una sofisticata sciarpa o una pochette. La particolarità di questa collezione non è data solamente dall’idea sottostante e dalla pregiata seta di Como utilizzata, ma anche dalla versatilità.
Ogni sciarpa è infatti costituita da 4 pannelli differenti, associati in modo da creare un lato più estroso – realizzato con fantasie più grandi e colorate – ed un altro più sobrio – caratterizzato da fantasie piccole e classiche – consentendo alla sciarpa di poter essere utilizzata in ogni occasione e di poter assumere colorazioni diverse con la complicità del vento. I loro nomi sono ispirati ad alberi italiani, ai loro colori e profumi per evocare emozioni legate alla natura.

serafinesilk_mirto_1
Serà fine silk Mirto


serafinesilk_melograno
Serà fine silk Melograno


serafinesilk_sughera
Serà fine silk Sughera


Le pochette vengono poi declinate nelle fantasie delle sciarpe con gli orli realizzati rigorosamente a mano, così come le cravatte, dalla lavorazione tricot, presentano dettagli in seta stampata.
L’etichetta recita “Made in Italy for you”, poiché la cura per i dettagli ed il desiderio di unicità emerge non solo dalla scelta di tessuti ricercati e dalle finiture a mano, ma anche dalla presenza di una piccola guida disegnata a mano che illustra 6 diverse piegature possibili, accuratamente riposte in una scatola blu fatta a mano, chiusa da un nastro di velluto e da un sigillo a cera lacca.
Le collezioni, nonostante abbiano un marcato taglio maschile, strizzano l’occhio anche a lei. Le pochette, infatti, possono diventare accessori per capelli o raffinati bracciali, così come le sciarpe possono essere utilizzate da una donna alla ricerca di un abbinamento inusuale o da una ragazza che decida di prenderla dall’armadio del fidanzato.

OLYMPUS DIGITAL CAMERA

Raf Simons lascia Dior

La notizia è arrivata come un fulmine a ciel sereno: Raf Simons lascia la direzione creativa di Christian Dior. È Sidney Toledano, CEO della celebre maison francese, a darne conferma in un comunicato stampa diffuso questo pomeriggio. Lo stilista belga avrebbe motivato la sua scelta affermando di volere concentrarsi sulla sua linea e sulle sue passioni.

Direttore creativo di Dior dallo scorso 2012, Simons subentrò a John Galliano, licenziato per le sue affermazioni antisemite. Un fatturato in continua crescita per la storica maison, grazie anche all’operato di Simons.

Si chiude quindi con la collezione Primavera/Estate 2016, appena presentata a Parigi, la parentesi Raf Simons per Christian Dior. Adesso ci si interroga su chi prenderà il suo posto: tra i nomi più papabili sembra ci siano Riccardo Tisci, direttore creativo di Givenchy, e Phoebe Philo, attualmente alla guida di Céline.

image

BLONDIEFULL FOR D-ART

Viviamo in un’epoca in cui tutto è pubblico e alla luce del sole. Tutto è concesso, si può vedere e nulla rimane segreto, nemmeno quello che indossi sotto i vestiti.
Stars come Rihanna sono state grandi fan della moda trasparente, lei stessa è stata pure bannata da Instagram per averci fatto vedere troppo…
Il vedo-non vedo adesso è di tendenza sulle passarelle e nei giornali, e sembra lo ritroveremo ancora, date le nuove collezione estive.

Sappiamo tutti che le sfilate sono dei veri e propri show, una specie di mondo surreale. Nel mondo reale ovviamente un look trasparente è difficile da portare, ma allora in che modo riproporli dalla passerella alla vita reale?

Prima di tutto occorre un bel po’ di coraggio, e se accostata nella maniera giusta la trasparenza può essere molto fine e chic.
Anzitutto si potrebbe iniziare con il paneling, ad esempio unire una blusa con un mini top sotto e/o una giacca sopra, una blusa con le maniche trasparenti o un vestitino cocktail con zone trasparenti o che ne dite di una gonna trasparente con una mini sotto? Le combinazione sono infinite…
Ma prima di tutto dovrete fare un piccolo investimento in un negozio di intimo e acquistare tanta bella lingerie – necessaria per questo look!
Nelle prossime stagioni la moda vuole scoprirci e lasciar vedere un po’ di pelle; io dico “se non puoi batterli, unisciti a loro ma solamente alle tue regole”  😉



Love B

ENGLISH VERSION

We live in an era where everything is public and out in the open…Everything is out there for everyone to see and nothing is a secret anymore, not even what you wear underneath your clothes. Big stars like Rihanna have been fans of the sheer trend and even got banned of Instagram because of sharing too much info.
We’ve been seeing the transparency/sheer trend for a while now on the runways and in the magazines, and it seems it won’t be going anywhere according to the new summer collections.

But we all know that the runway shows are called shows for a reason, they are some kind of fantasy world. In real life this transparency look is a bit harder to pull off, ‘cause I definitely wouldn’t suggest anyone to wear the sheer trends without anything underneath like they do on the runways..So how can we bring it from the runway to real life?

First of all you’ll definitely be needing some guts, but if done in the right way the sheer trend can be very classy and chic.
You could work with paneling..And single pieces…For example: a sheer blouse with a little top underneath and/or a jacket on top,
a blouse with just see through sleeves or a cute cocktail dress with sheer paneling, or what about a sheer skirt with a mini underneath?
The combinations are endless….
But one thing is for sure you need to drop by the lingerie store and invest in some nice underwear because you will be needing them with this look.
In the upcoming seasons they want us to be showing some skin, I say if you can’t beat’em then join em..but only under your own conditions;)

Love B

Long sheer dress and fur jacket @MARCO BOLOGNA
Lingerie @INTIMISSIMI
Boots @ZARA

PH BY HENRIK HANSSON WWW.HSZPRODUCTIONS.COM

1

2

3

4

5

6

7

8

L’elegante modernità di Domenico Cioffi

ZEELAND –  COLLEZIONE PRIMAVERA/ESTATE 2016 DOMENICO CIOFFI 

L’approccio alla moda di Domenico Cioffi è straordinariamente sperimentale, audace, dal sapore artistico. Abiti come opere d’arte per la collezione Primavera-Estate 2016 ispirata al film “Lezioni di piano” di Jane Campion del 1993, vincitore della Palma d’oro al 46º Festival di Cannes e di tre Premi Oscar nell’edizione del 1994: migliore attrice (Holly Hunter), migliore attrice non protagonista (Anna Paquin) e migliore sceneggiatura originale (Jane Campion).

una scena tratta dal film “Lezioni di piano”


« C’è un grande silenzio dove non c’è mai stato suono, c’è un grande silenzio dove suono non può esserci, nella fredda tomba, del profondo mare »

I costumi d’epoca, l’atmosfera, la fotografia e l’ambientazione diventano il linguaggio con cui Domenico Cioffi realizza i suoi abiti, a partire dai modelli in taffettà di seta e mikado, ampi e rigorosamente black.

2

La pelle torna protagonista in crop top finemente arricciati e abiti azzurro polvere ampi che il designer arricchisce di tagli geometrici netti, abbinandoli ad ampie gonne svasate a vita alta in contrasto con capi in vernice nera.
Pieghe che si trasformano in sfrontati profili di piume nere, cucite su organza, richiamo simbolico delle popolazioni indigene Maori, presenti nel film della Campion.

1 3

Romantico, ma lontano dalla dipendenza nostalgica, Domenico Cioffi utilizza materiali tecnici e lavorazioni moderne; nella collezione troviamo dettagli di ruches sulle tasche e sulle spalline, nastri di raso, piume e organza, in antitesi alla onnipresente vernice nera delle gonne e dei top.

5

Destinata a un’identità artistica, la collezione spring-summer 2016 si colora di atmosfere Vangoghiane.

Il richiamo all’Olanda è forte in Domenico Cioffi che vive tra Amsterdam e Napoli, la prima, una città dal forte spirito creativo dove nascono collaborazioni tra fotografi, artisti e lo stesso designer.

Dalle immense distese di campi di grano, Cioffi riprende i colori e come su una tela nascono abiti dal taglio seventies in tessuto jacquard, maglie ampie e strutturate, sovrapposizioni di volumi scultorei dando spazio ad eleganti mikado blu Klein, al giallo ocra e al blu elettrico.

Ad una delle più belle campagne nord europee, la Zelanda, Domenico Cioffi dedica questa collezione, dove si riconoscono l’intelligenza emotiva legata all’avanguardistico uso della contrapposizione dei tessuti. Tutto diventa il contrario di tutto, seppur così poeticamente perfetto.

(colonna sonora Michael Nyman – The heart asks pleasure first)



Campo di grano con volo di corvi, olio su tela, 50,3x103 cm, 1890, van Gogh Museum, Amsterdam
“Campo di grano con volo di corvi” Van Gogh 1890


4

Guarda tutta la collezione primavera – estate 2016 di Domenico Cioffi: