Olivia Palermo: la ragazza dal guardaroba perfetto

È la it girl più amata in assoluto. Con il suo stile si è guadagnata il titolo di icona fashion e con la sua fotogenia è richiestissima come testimonial dei brand più famosi. Oltre 2 milioni e mezzo di followers su Instagram, Olivia Palermo è figlia della New York più chic, quella delle copertine patinate e dei party esclusivi.

Origini italiane, nata a Greenwich il 28 febbraio 1986, Olivia Toledo Palermo è diventata famosa nel 2009, in seguito alla sua esperienza come attrice nel reality show di MTV “The City”, che documenta la vita di Whitney Port.

Socialite e trendsetter, Olivia è figlia di un ricco costruttore e di una interior designer. Cresciuta tra l’Upper East Side di New York e Greenwich, nel Connecticut, Olivia ha frequentato le scuole più prestigiose, a partire dalla Nightingale-Bamford School.

Nel 2009 la famosissima agenzia Wilhelmina Models le offre un contratto come modella. Olivia Palermo ottiene la cover di Elle Messico e compare in magazine come Marie Claire UK, Tatler, ASOS Magazine.

Eletta nel 2010 da ASOS “nuova regina dello street style”, è stata testimonial Hogan e ora è il volto di Max & co. per l’autunno/inverno 2015-2016. Inoltre ha posato per Mango nella campagna autunno/inverno 2010, in compagnia del suo attuale marito, Johannes Huebl. Nello stesso anno ha lanciato una linea di gioielli insieme a Roberta Freymann ed è diventata testimonial di Carrera y Carrera.

L’anno seguente, nel 2011, il celebre brand Stuart Weitzman le chiede di disegnare una linea di scarpe per beneficenza. Inoltre diviene guest editor per Paperlime.com e partecipa in qualità di giudice alla nona stagione di Project Runway.

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Icona di stile e it girl, Olivia Palermo è nata a Greenwich il 28 febbraio 1986
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Olivia Palermo per Cosmopolitan Portogallo, gennaio 2015

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In posa per Cosmopolitan Messico


Nell’ottobre 2011 lancia il suo sito (www.oliviapalermo.com), in cui documenta i suoi viaggi e i suoi fantastici outfit: avviene così la consacrazione dello stile di Olivia Palermo. Eletta nel 2012 dal New York Post la meglio vestita della Grande Mela, ha al suo attivo diverse partnership con siti di e-commerce. Attualmente scrive per Vogue UK la sua rubrica personale, dall’esauriente titolo “Today I’m wearing”. Soprannominata “la ragazza dal guardaroba perfetto”, il suo stile conquista in modo garbato e sofisticato.

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Un’immagine simbolo dello stile di Olivia Palermo
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Origini italiane, la Palermo è l’icona di stile più seguita

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Maxi gonne, frange: Olivia Palermo predilige i look bohémien


Dallo stile iperfemminile, Olivia è la tipica ragazza americana dell’Upper East Side. Classe da vendere, la sua corporatura minuta (non arriva al metro e settanta) le permette di indossare qualsiasi capo al top. Viso dall’eleganza antica, lo stile di Olivia Palermo è invece pienamente contemporaneo. Abiti lunghi, che tradiscono una predilezione per il mood boho-chic. Gonne maxi, indossate con ballerine e camicie in seta. Grande femminilità nella predilezione per minigonne, Olivia Palermo mantiene sempre un’allure perfetta.

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Durante la fashion week di New York, settembre 2014
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Alla sfilata di Burberry, Londra, settembre 2014
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Fashion blogger, attrice e modella, Olivia Palermo è contesa come testimonial dai brand più famosi
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Poncho Burberry personalizzato e cuissardes
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Mood boho-chic per la maxi gonna indossata su ballerine pitonate e camicia in seta

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In maxi dress Mango, Brand di cui la blogger è stata testimonial nel 2010


Suggestioni Seventies nei maxi abiti boho-chic, come quello di Mango, brand per cui Olivia è stata testimonial. Stampe jacquard o paisley anche nei suoi outfit Burberry. Svettanti le sue gambe in minigonna e cuissardes indossati sotto il poncho Burberry con le iniziali personalizzate.

Considerata una dea della moda, contesa dalle maison e dai magazine, Olivia Palermo è la prova vivente di quanto la classe sia evergreen. Mai sopra le righe, la sua eleganza sempre discreta non sbaglia un colpo.

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Camicia e maxi gonna a stampa foulard
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In giro per New York in mini abito a stampa paisley
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Giacca da biker e maxi gonna a balze
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Total look in denim
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Olivia Palermo in Mango

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Salopette declinata in modalità chic per l’icona di stile



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Lo stile di Alexa Chung

Babe Paley: luci e ombre di un’icona di stile

Il suo volto è impresso nella memoria di intere generazioni. Il suo stile ha rappresentato per tutto il Novecento la somma eleganza. Una vita vissuta tra copertine patinate e abiti extralusso: ma di Babe Paley, a distanza di un secolo dalla sua nascita e di quasi quarant’anni dalla sua scomparsa, non resta solo questo. La parabola di una donna che ha modellato tutta la sua esistenza all’insegna dell’eleganza e della bellezza, scontando sulla propria pelle le conseguenze delle proprie scelte.

Barbara Cushing detta Babe nasce a Boston, in Massachusetts, il 5 luglio 1915. Figlia di un rinomato neurologo, cresce in un ambiente raffinato. Babe fa il suo debutto in società nel 1934, durante la grande depressione. Inizia così per la giovane, dotata di grande fascino, una clamorosa scalata sociale. Le sue due sorelle sposano uomini molto facoltosi, tra cui il figlio del presidente Roosevelt, ma per Babe, socialite ante litteram dalla bellezza altera, si prospetta una vita ancora più brillante.

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Babe Paley ritratta da Richard Avedon
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Babe Paley in abito Paquin e gioielli Van Cleef & Arpels, foto di John Rawlings, Vogue 15 novembre 1946

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Foto di Erwin Blumenfeld, 1947


Nel 1938 Babe inizia a lavorare come fashion editor per la Bibbia della moda: Vogue America. Qui conosce l’ereditiere Stanley Grifton Mortimer Jr., con cui convola a nozze nel 1940. Ma è il 1941 l’anno in cui Babe Paley entra nel mito: viene assunta dal Times nell’olimpo dell’eleganza, seconda solo a Wallis Simpson. Nel 1945 e nel 1946 viene invece collocata al primo posto della classifica delle Best Dressed Women, divenendo a tutti gli effetti un modello di eleganza.

Grazie al suo lavoro per Vogue, Babe è corteggiatissima dai designer dei brand più lussuosi, che spesso le prestano le loro ultime creazioni, data la visibilità di cui gode la fashion editor. Impeccabile in ogni occasione, Babe predilige Chanel, Balenciaga, Givenchy, Valentino, Charles James e i gioielli di Fulco di Verdura e Jean Schlumberger.

Viso lungo e sottile, collo da cigno e classe senza precedenti fanno di lei una vera icona. Un’immagine che incanta, nessun dettaglio lasciato al caso, ogni outfit è un successo per Babe. “Aveva un solo difetto: era perfetta”-dirà di lei Truman Capote, che la incluse tra i cosiddetti “cigni” dell’alta società, insieme a Gloria Guinness, Marella Agnelli e C. Z. Guest. Forse la prima fashion icon nel vero senso del termine, Babe ha un gusto innato nel vestire ed è in grado di mixare i capi in modo fantastico. Tutto ciò che indossa diviene immediatamente oggetto di culto. Capace di abbinare pezzi di haute couture ad accessori economici, Babe diviene una trendsetter ammirata a livello internazionale. Sarà anche la prima donna famosa a dichiarare guerra alle tinture, perfetta anche nel suo tentativo di sdoganare i capelli bianchi come nuovo fashion trend.

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Babe Paley in un abito da sera Charles James fotografata da Serge Balkin, Vogue 15 ottobre 1948
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Foto di John Rawlings, febbraio 1946
Babe Paley in un abito Traina-Norell fotografata da Horst P. Horst per Vogue America febbraio 1946

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Barbara “Babe” Cushing Mortimer Paley nacque a Boston il 5 luglio 1915


I lustrini della vita pubblica di Babe lasciano però il posto a numerose delusioni nella sfera privata. Dopo aver dato alla luce due figli, Amanda Jay Mortimer e Stanley Grafton Mortimer III, Babe decide di separarsi dal marito. Tante sono le indiscrezioni che svelano un rapporto praticamente inesistente tra i due, e tante sono le voci che dipingono Babe come un’avida arrampicatrice sociale, totalmente dipendente dal marito dal punto di vista economico e troppo a suo agio in un certo stile di vita per non proseguire la sua ricerca di un secondo buon partito che potesse garantirle quegli stessi standard.

La ricerca durò poco: nel 1946, appena dopo la separazione da Mortimer, Babe incontra William S. Paley, fondatore della CBS. Segni particolari: milionario. La donna, esponente di spicco dell’alta società newyorchese grazie anche al suo prestigioso lavoro nel fashion biz, può offrire a Paley l’opportunità concreta di far parte di quella élite da cui finora l’uomo si è sempre sentito escluso. Lui dall’altra parte può offrire a Babe una sicurezza materiale vissuta dalla donna come un’esigenza fondamentale. La coppia convola a nozze nel 1947 e ha due figli, Kate e Bill Jr.

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Babe Paley fu una socialite ed icona di stile tra le più imitate
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Babe Paley al St. Regis in abito Givenchy, 1963
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Ammirata per il suo stile, Babe Paley fu a lungo inclusa nella International Best Dressed List
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Babe Paley in Givenchy, 1963
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Modella per Horst P. Horst, 1939

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Sul set di Erwin Blumenfeld per Vogue America, 15 settembre 1946


Babe e il nuovo marito Bill Paley formano una coppia semplicemente perfetta: mondani, eleganti e pieni di charme, i due non si perdono un evento e si fanno fotografare nelle occasioni ufficiali più disparate, raccogliendo favori per il loro stile. Inoltre acquistano un sontuoso appartamento all’Hotel St. Regis e affidano il compito di arredarlo secondo il loro gusto al famoso interior designer Billy Baldwin. Contemporaneamente la coppia acquista una tenuta principesca a Long Island: Kiluna Farm si estende per una superficie immensa e comprende un giardino curato dai più famosi architetti paesaggisti. Una sorta di Eden di lusso, il ritiro più lontano –Kiluna Nord, nel New Hampshire– divenne meta del jet-set internazionale, ospitato dalla coppia, nonché location per film di fama mondiale come “Sul lago dorato”, del 1981.

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Babe Paley nel 1963
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New York City, 1955
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Babe Paley ritratta da Richard Avedon, 1960
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Babe Paley ritratta da Clifford Coffin per Vogue UK, dicembre 1946
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Babe Paley all’Hotel St. Regis, foto di Lord Snowden, 1958

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Babe Paley col marito William Paley nel loro cottage in Giamaica, foto di Slim Aarons, 1959


Tuttavia anche il secondo matrimonio si rivela infelice e le numerose relazioni extraconiugali di Paley gettano Babe nell’occhio del ciclone mediatico: lei, che della perfezione aveva fatto uno stile di vita, si vede ora pubblicamente tradita ed umiliata. Costretta a mantenere il suo status di icona della moda, Babe si ritrova a vivere una vita che non è quella che desiderava. Lontana da quel paradiso di cartone mirabilmente documentato dalle foto di Slim Aarons, che la immortala spesso a bordo piscina intenta a sorseggiare drink, confinata nella torre d’avorio che lei stessa si è costruita, Babe accumula forti tensioni che la spingono a fumare due pacchetti di sigarette al giorno. Presto arriva la diagnosi più terribile: nel 1974 le viene diagnosticato un cancro ai polmoni.

Il suo bisogno di controllare tutto -ennesimo tentativo di conferire ordine e bellezza alla realtà circostante- non la abbandona nemmeno negli ultimi giorni, quando Babe pianifica con sconcertante lucidità ogni particolare del proprio funerale, arrivando a scegliere persino i piatti che sarebbero stati usati per il servizio funebre. Inoltre la fashion editor elabora un codice quasi segreto per stabilire a chi dovesse toccare la sua eredità: numerosissimi i gioielli e gli oggetti personali che amici e parenti dovettero distribuire dopo la sua morte.

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Foto di John Rawlings, 1947
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Babe Paley ritratta da Clifford Coffin per Vogue UK, 1946
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Barbara “Babe” Paley, foto di Horst P. Horst, 1964
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Babe Paley fu la prima donna del fashion biz a rinunciare alle tinture, sdoganando i capelli grigi come fashion trend
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La Paley morì il 6 luglio 1978 per un cancro ai polmoni.

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Babe e Bill Paley in uno scatto del 1965


Babe Paley si spegne il 6 luglio del 1978, il giorno dopo il suo sessantatreesimo compleanno. Ancora oggi la sua figura leggiadra continua ad ispirare generazioni di designer e registi. Ricordata anche nel celebre film “Colazione da Tiffany” come la musa di Truman Capote, la moda rende ancora omaggio a questa donna tanto perfetta quanto infelice.



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Gloria Guinness: la donna più elegante del mondo

Nasceva il 27 agosto Gloria Guinness, icona di stile mai dimenticata. Il buon gusto innato e la vita alquanto avventurosa ne fecero un mito che ancora oggi non smette di affascinare.

Socialite, icona d’eleganza e contributing editor di Harper’s Bazaar dal 1963 al 1971, Gloria Rubio Alatorre nacque a Veracruz, Messico, il 27 agosto 1912.

Un’aura di mistero avvolge molte fasi della sua vita: si dice che da giovanissima lavorò in un night club, prima di sposarsi, per ben quattro volte.

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Gloria Guinness nel 1970
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La Guinness fotografata da Cecil Beaton per Harper’s Bazaar, 1966
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Gloria Rubio Alatorre nacque il 27 agosto 1912 a Veracruz

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La Guinness fu socialite, icona di stile ed editor di Harper’s Bazaar


Affascinanti i suoi matrimoni, rigorosamente blasonati: dal conte Franz-Egon von Fürstenberg-Herdringen nacque la figlia Dolores; successivamente convolò a nozze col principe Ahmed Abdel-Fettouh Fakhry e in quarte nozze con il capitano Thomas Loel Guinness, magnate dell’omonima birra ed appartenente ad una ricchissima famiglia di origine irlandese. Tra i suoi amanti vi furono l’ammiraglio David Beatty e il politico britannico Duff Cooper, che la descrisse come una donna dalla passionalità indomabile.

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Gloria Guinness a Palm Beach, 1972
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Gloria Guinness ritratta nella sua villa sulla spiaggia di Acapulco, Messico, febbraio 1975
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Secondo Eleanor Lambert, Gloria Guinness era la donna più elegante al mondo
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Gloria Guinness apparve nella International Best Dressed List dal 1959 al 1963

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Una vita avventurosa, quattro matrimoni e uno stile unico


Definita da Eleanor Lambert la donna più elegante al mondo, dal 1959 al 1963 Gloria Guinness fu presenza fissa nella International Best Dressed List, ideata dalla Lambert nel 1940. E dal 1964 conquistò il podio, superando, in fatto di stile, teste coronate e stelle del cinema.

Predilesse abiti Balenciaga, Elsa Schiaparelli, Yves Saint Laurent, Hubert de Givenchy, Chanel, Christian Dior, Valentino Garavani, Antonio del Castillo, Halston e Roger Vivier per le scarpe. Fu tra le prime ad indossare i pantaloni capri proposti da Emilio Pucci e poi sdoganati da Jackie Kennedy. Apparve in riviste come Vogue e Harper’s Bazaar, di cui fu editor; posò per Cecil Beaton, Richard Avedon, Horst P. Horst, John Rawlings, Toni Frissell, Henry Clarke e fu ritratta da artisti del calibro di René Bouché, Kenneth Paul Block e Alejo Vidal-Quadras.

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Gloria Guinness ritratta con la figlia Dolores
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Contributing editor per Harper’s Bazaar, numerose sono le donazioni fatte da Gloria Guinness a vari musei

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Secondo diversi rumours, Gloria Guinness fu una spia durante la Seconda Guerra Mondiale


Numerose le sue donazioni al Victoria & Albert Museum, che comprendono diversi abiti da sera: capi di Cristóbal Balenciaga, Jeanne Lafaurie, Marcelle Chaumont, Antonio del Castillo, Hubert de Givenchy, Yves Saint Laurent, André Courrèges, Christian Dior. Altri capi di Balenciaga ed Elsa Schiaparelli vennero invece donati al Costume Institute del Metropolitan Museum of Art di New York.

Brillante editor per Harper’s Bazaar, celebre è un suo aforisma apparso nel numero di luglio 1963 del celebre magazine, in cui afferma che “l’eleganza risiede nel cervello, nel corpo e nell’anima. Gesù Cristo è l’unico esempio che abbiamo di un uomo che le possedeva tutte e tre nello stesso tempo”.

Gloria Guinness si spense nella sua casa in Svizzera nel 1980, all’età di 68 anni. Ma il suo stile rimarrà per sempre come un mirabile esempio di eleganza.