I processi psichici vanno considerati come delle energie, delle forze della mente, che possono essere orientate verso un oggetto. È evidente che una tale impostazione allude a un concetto della fisica: la capacità di un corpo a compiere un lavoro. Anche l’energia psichica si colloca in questa linea. Il lavoro è qualsiasi prodotto mentale, cioè non solo l’attività conoscitiva, ma anche tutto ciò che concerne la sfera emotiva che precede, accompagna e segue la conoscenza, tutto quel mondo di precomprensioni, pregiudizi, aspettative intenzioni, desideri, motivazioni, interessi e così via.
Le principali forme di energia sono la libido e l’aggressività. Esse hanno un’origine innata e biologica e, pertanto, sono presenti sin dalla nascita. La libido è un’energia costruttiva orientata alla vita; l’aggressività possiede invece una qualità distruttiva. La meta è la soddisfazione della pulsione, l’oggetto è il mezzo di cui si serve la pulsione per raggiungere la soddisfazione.
In Al di là del principio del piacere del 1920, Freud definisce la posizione teorica finale, secondo la quale esistono due istinti contrapposti: l’istinto di vita e l’istinto di morte; la pulsione aggressiva è una componente di quest’ultimo. La realtà della morte, dunque, è intrinseca al dinamismo psichico. È un istinto che alla nascita è rivolto contro di sé, poi viene deviato verso l’esterno tramite l’influenza della libido, del Super-Io e dell’Io.
Freud precisa che le forze dinamiche sono tendenze orientate verso un fine. Il fine ultimo dell’attività psichica è ricercare il piacere ed evitare il dolore. L’accessibilità alla coscienza spesso è interdetta dalla rimozione, che è lo sforzo di mantenere pensieri specifici al di fuori della consapevolezza per evitare spiacevolezza o dolore.
Proprio perché presenti fin dalla nascita e, per giunta, influenzati dal Super-Io, questi dinamismi fanno sì che il passato influisca sul presente del soggetto. Tale prospettiva identifica degli elementi significativi per l’analisi del passato, del presente e perfino del futuro. Pertanto, alla base della nevrosi adulta non di rado ci sono traumi infantili: perciò il sintomo negativo potrà essere eliminato solo risalendo alla sua genesi e al suo sviluppo nell’età infantile. La psicoanalisi permette di tornare indietro da una struttura psichica a un’altra che l’ha preceduta e dalla quale si è evoluta.
Le origini di conflitti, aspetti del carattere, nevrosi ed elementi strutturali della personalità sono da collocarsi negli eventi e nei desideri dell’infanzia e nelle fantasie che essi hanno generato.
Quando la personalità è molto disturbata, il contatto con la realtà appare del tutto compromesso: è il caso della psicosi.
Le origini di conflitti, aspetti del carattere, nevrosi ed elementi strutturali della personalità sono da collocarsi negli eventi e nei desideri dell’infanzia e nelle fantasie che essi hanno generato.
Le energie possono entrare in contrapposizione tra loro, sfociando in un conflitto. Se non si riesce a risolverlo, di solito sorgono i sintomi della fobia o sintomi fisici (come una paralisi isterica). La contrapposizione principale è tra pulsioni di morte e pulsioni di vita (in cui si pone la libido): eros e thanatos. «Se eros tende a creare organizzazioni della realtà sempre più complesse o armonizzate, thanatos tende a far tornare il vivente a una forma d’esistenza inorganica», ribadisce Freud.
Alla luce di queste riflessioni generali, appare non solo legittimo ma altamente valido il ricorso all’indagine psicoanalitica. Esso consisterà non tanto in una particolare tecnica psicoterapeutica, finalizzata al trattamento di disturbi neurologici, quanto in uno sguardo sistematico critico sulle conoscenze che un determinato fenomeno è in grado di focalizzare.