“Ennesima”, una mostra di sette mostre sull’arte contemporanea italiana

Da oggi novembre 2015 al 6 marzo 2016 la Triennale di Milano presenta Ennesima,una mostra di sette mostre sull’arte italiana, a cura di Vincenzo de Bellis. Un viaggio espositivo organizzato in sette percorsi che esplorano gli ultimi cinquant’anni di arte contemporanea in Italia raccogliendo oltre centoventi opere di più di settanta artisti dall’inizio degli anni Sessanta ai giorni nostri. L’allestimento si estenderà sull’intero primo piano della Triennale di Milano.

Giulio Paolini  “Intervallo”, 1985-1986 Calchi in gesso, basi bianche opache / Plaster casts, matte white bases due calchi / two casts: 63 x 60 x 18 cm, 58 x 64 x 20 cm; due basi / two bases: 160 x 50 x 20 cm ciascuno / each Courtesy Galleria Christian Stein, Milano e / and Archivio Giulio Paolini, Torino © Giulio Paolini Photo: Robert Keziere
Giulio Paolini
“Intervallo”, 1985-1986
Calchi in gesso, basi bianche opache / Plaster casts, matte white bases
due calchi / two casts: 63 x 60 x 18 cm, 58 x 64 x 20 cm; due basi / two bases: 160 x 50 x 20 cm ciascuno / each
Courtesy Galleria Christian Stein, Milano e / and Archivio Giulio Paolini, Torino
© Giulio Paolini
Photo: Robert Keziere

 

Il titolo prende ispirazione da un’opera di Giulio Paolini, Ennesima (appunti per la descrizione di sette tele datate 1973), la cui prima versione è suddivisa in sette tele. Da qui il numero di progetti espositivi che compongono la mostra: sette mostre autonome, intese come appunti o suggerimenti, che esplorano differenti aspetti, collegamenti, coincidenze e discrepanze, nonché la grammatica espositiva della recente vicenda storico-artistica italiana.

 

Liliana Moro "Aristocratica", 1994 Still da video Courtesy Castello di Rivoli – Museo d’Arte Contemporanea, Rivoli (TO)
Liliana Moro
“Aristocratica”, 1994
Still da video
Courtesy Castello di Rivoli – Museo d’Arte Contemporanea, Rivoli (TO)

 

Sette diverse ipotesi di lavoro con cui poter interpretare e rileggere la nostra arte anche attraverso l’analisi di alcuni dei formati espositivi possibili: si passa infatti dalla mostra personale all’installazione site-specific, dalla collettiva tematica alla collettiva cronologica, dalla collettiva su uno specifico movimento alla collettiva su un medium fino ad arrivare alla mostra di documentazione. Come una piattaforma che permette la compresenza di diversi formati, senza creare forzatamente connessioni tematiche e stilistiche, cronologiche o generazionali.

 

Carol Rama “Trittico. Idilli”, 1993 Tecnica mista su tela da capote, tre elementi / Mixed media on automotive canvas, three parts 130 x 70 cm ciascuno / each Courtesy Collezione privata / Private collection, Köln
Carol Rama
“Trittico. Idilli”, 1993
Tecnica mista su tela da capote, tre elementi / Mixed media on automotive canvas, three parts
130 x 70 cm ciascuno / each
Courtesy Collezione privata / Private collection, Köln

 

 

Il percorso inizia così con la collettiva tematica dal titolo Per la scrittura di un’immagine – incentrata sull’analisi della centralità dell’iconografia nella produzione artistica italiana dagli anni Sessanta a oggi – per proseguire con la mostra collettiva su un movimento artistico intitolata L’immagine della scrittura: Gruppo 70, poesia visuale e ricerche verbo-visive e dedicata alla Poesia Visiva, e ancora con Alessandro Pessoli: Sandrinus, il tutto prima delle parti, che rappresenta la prima mostra personale dell’artista in un’istituzione pubblica italiana.

 

Alessandro Pessoli  "Figure che aspettano", 2014 Panca in acciaio, ceramiche smaltate / Bench in steel, glazed ceramics 118 x 189 x 74 cm Courtesy Xavier Hufkens Gallery, Brussels
Alessandro Pessoli
“Figure che aspettano”, 2014
Panca in acciaio, ceramiche smaltate / Bench in steel, glazed ceramics
118 x 189 x 74 cm
Courtesy Xavier Hufkens Gallery, Brussels

 

Spartiacque del percorso è la mostra collettiva su un medium: La performance dal tempo sospeso: il tableau vivant tra realtà e rappresentazione, che si concentra sulla performance con un focus sul sottogenere del tableau vivant, a cui segue L’archivio corale: lo Spazio di via Lazzaro Palazzi, l’esperienza dell’autogestione e AVANBLOB, mostra di documentazione che propone un primo tentativo di storicizzazione, poiché rende omaggio al 25° anniversario delle attività del gruppo di artisti attivi a Milano.

 

Francesco Vezzoli "Embroidery of a Book: Young at Any Age", 2000 33 stampe laser su tela in bianco e nero con ricami in filo metallico Collezione Gemma De Angelis Testa, Milano

Francesco Vezzoli
“Embroidery of a Book: Young at Any Age”, 2000
33 stampe laser su tela in bianco e nero con ricami in filo metallico
Collezione Gemma De Angelis Testa, Milano

 

A concludere il percorso è la mostra collettiva generazionale 2015: tempo presente, modo indefinito, una sezione che presenta le opere di una selezione di artisti nati tra la metà degli Anni Settanta e Ottanta. L’intero allestimento è infine costellato di interventi site-specific in punti cruciali del percorso espositivo, raccolti sotto il titolo di Qui, ora e altrove: Site-Specific e dintorni, che si inseriscono trasversalmente rispetto alle altre sei mostre.

 

Marisa Merz Senza titolo, 1986 Grafite su carta Courtesy dell’artista Fondazione Merz, Torino
Marisa Merz
Senza titolo, 1986
Grafite su carta Courtesy dell’artista Fondazione Merz, Torino

 

Ennesima privilegia, rispetto a una visione univoca, delle prospettive multiple: sette tentativi, sette suggerimenti, sette possibili analisi e interpretazioni dell’arte italiana contemporanea. Diversi approcci ben distinti e separati che, nella loro parzialità, anche lo spettatore percepirà sia come autonomi e autosufficienti ma anche come parte di una visione ampia che li comprende tutti.

 

Luca Vitone "Crêuza", 2000 Legno, mattoni, pietre Courtesy Galleria Pinksummer, Genova Photo: Giulio Buono
Luca Vitone
“Crêuza”, 2000
Legno, mattoni, pietre Courtesy
Galleria Pinksummer, Genova
Photo: Giulio Buono

 

Lo studio, l’analisi e l’omaggio a grandi rassegne di un passato più o meno recente rende così “plurale” la natura di Ennesima, una vera e propria meta-mostra, ovvero una mostra che riflette su se stessa, sulla pratica espositiva, sui meccanismi che la regolano. Una mostra che svela tutti gli ingredienti – diversi ma uniti – che compongono un affresco composito dell’arte contemporanea italiana in tutte le sue diverse specificità e sfumature.