Considerata la sua energia da ragazzino, non è facile credere che oggi Elton John compia 70 anni. Al secolo Reginald Kenneth Dwight, il baronetto di Londra è sulla cresta dell’onda da decenni e non accenna a ritirarsi dalle scene. Anzi: il suo tour Wonderful Crazy Night lo porterà in giro per il mondo per tutta l’estate, con un’attesissima tappa a Mantova il 14 luglio. Bambino prodigio, showman istrionico, artista dalla grande sensibilità e dall’immenso talento, Elton John ha vissuto una vita di alti e bassi tra successi e insuccessi, feste in grande, concerti sold out, prestigiosi riconoscimenti e pericolose dipendenze. «Il mio amico Gianni Versace mi raccomandava sempre di assorbire la bellezza della vita come fossi una spugna: mi mostrava come scoprire la meraviglia nelle chiese, in strada, in campagna – raccontava in una lunga intervista al Corriere della Sera negli anni ’90, dopo essere uscito da un periodo di dipendenza – Assorbire la bellezza e trasformarla in arte. Questo faceva lui, questo cerco di fare io. La mia vita è stata una bellissima, surreale corsa sulle montagne russe, densa di riconoscimenti e ricompense che, però, solo ora che sono disintossicato, sono in grado di apprezzare».
Elton John, straordinario pianista che già a quattro anni aveva mostrato alla sua Londra un talento da bambino prodigio, dopo aver formato e sciolto diverse band senza mai raggiungere il successo, nel 1969 pubblica il suo primo album Empty Sky che è subito un successo. La formula magica è data dalla collaborazione con Bernie Taupin, poeta e paroliere che diventerà un grande amico e un collaboratore prezioso. I suoi successi, da Your Song a Rocket Man, da Crocodile Rock a Candle in the wind, lo rendono «la prima grande rockstar degli anni settanta» e l’erede dei Beatles nell’olimpo della musica britannica. Sempre al centro del gossip, Elton John è stato sposato con Renata Blauel negli anni ’80, per poi dichiarare pubblicamente la propria omosessualità. Oggi è felicemente sposato con David Furnish, che gli sta accanto da più di vent’anni, e con lui ha avuto due figli, Zachary ed Elijah.
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MORTO GEORGE MICHAEL: IL MONDO DELLA MUSICA PIANGE ANCORA
Un anno di lutti, dodici mesi di inaspettate morti che hanno etichettato questo 2016 come l’anno nero della musica. L’ultimo ad andarsene inaspettatamente il grande George Michael, icona di una generazione che piange i suoi miti.
“Non troverete mai la pace della mente fino a che non ascolterete il cuore”. Così affermava George Michael in una delle sue turbinose dichiarazioni. Se questa condizione l’avesse o meno raggiunta purtroppo non ci sarà mai dato sapere. Il famosissimo cantante inglese infatti si è spento inaspettatamente la notte del 25 dicembre nella sua abitazione di Goring on Thames, Londra, a soli 53 anni. Una morte inaspettata, causata da un arresto cardiaco confermato dai medici subito sopraggiunti dopo la chiamata del compagno dell’artista, il primo a scoprirne il corpo senza vita.
E così il mondo della musica e dello spettacolo rimpiange l’ennesimo “eroe” perso in questo 2016 denominato, per giusta causa, l’anno nero della musica. Nel giorno in cui il suo Last Christmas veniva suonato nelle case di mezzo mondo George Michael è uscito di scena senza chiedere permesso, un po’ come aveva voluto in questi ultimi anni durante i quali, dopo scandali, arresti e depressioni, aveva optato per l’abbandono della scena pubblica. Suo ultimo grande successo “Symphonia” pubblicato nel 2014, record d’incassi, dopo il quale cause stress, una polmonite e uno stato di depressione si era visto costretto a diminuire le sue apparizioni sul palcoscenico. Una decisione sicuramente non facile per un grande artista che negli ultimi trent’anni ha tenuto testa alle classifiche di mezzo mondo: era il 1981 quanto con Andrew Ridgeley fondò gli Wham! e in breve tempo con la sua zazza bionda divenne l’idolo delle ragazzine al pari del sex symbol Simon Le Bon. In quattro anni gli Wham! pubblicarono quattro album, collezionando un primo posto dietro l’altro con brani quali Club Tropicana, Wake Up Before You Go oltre alla eterna Last Christmas. E fu così che insieme ai Duran Duran e agli Spandau Ballet divennero la colonna di una generazione senza troppi pensieri ma piena di sogni e speranze. Ma la vera natura indipendente di George si fa sempre più sentire e rimanere imprigionato dentro un personaggio che non è più il suo diventa quasi una gabbia per l’artista. Fu così che decise di andare contro tutti, agenti e major comprese, lasciò gli Wham! e decise di continuare la sua carriera da solista. E fu un successo! L’interpretazione ritorna al centro della scena, insieme ad una voce tanto suadente, quanto aggressiva e potente ma allo stesso tempo delicatissima: un mix capace di calamitare l’attenzione dei fans di mezzo mondo. E’ la consacrazione di George Michael come star internazionale, l’inizio di una produzione di successi, sicuramente non tanti come ai tempi degli Wham!, ma incisi ed indelebili.
Cinque album inediti in vent’anni, dall’acclamato Faith, all’ultimo Patience del 2004. In mezzo tantissimi successi tra i quali cover come Somebody to Love dedicata allo scomparso Freddy Mercury o Roxanne dei Police. A tutti questi successi sulla scena si affiancano però i tormenti di una vita personale che lo vede spesso al centro di denunce ed arresti per atti osceni in pubblico, come nel 1998 quando un agente di polizia di Beverly Hill lo condannò per atti scandalosi in un bagno pubblico, così come negli anni per possesso di marijuana e droghe. Una delle cause di tutto questo disagio senza dubbio la difficoltà di dichiarare al mondo la sua omosessualità, così in antitesi rispetto al personaggio pubblico di sex symbol attribuitogli nel corso della vita. Un nodo questo che provocò sempre grande disagio dell’artista, portandolo addirittura ad un litigio con l’amico e collega Elton John che, durante un’intervista, ebbe da ridire circa il tentennamento di George nell’ammettere la sua vera “natura”. Chiaritisi poi nel corso del tempi i due continuarono ad essere legati da amicizia e arte, con un George che, a poco a poco, rivelò al mondo quella verità non troppo facile da dire. Al suo fianco Kenny, il compagno di sempre, lo stesso che due mattine fa ne ha scoperto il corpo esanime. E così un’altro grande della musica se ne va, lasciando il posto al mito che, sicuramente, non ci abbandonerà mai.
Burberry ed Elton John insieme per un cofanetto in vinile
Burberry ed Elton John danno vita ad un’inedita collaborazione per celebrare il Natale 2016: il cantautore inglese e il celebre brand firmano un cofanetto di vinili con sei degli album di Elton John entrati nella storia della musica. Si tratta di una esclusiva limited edition di 800 pezzi. Un imperdibile regalo di Natale per gli appassionati di musica: il cofanetto comprende sei degli album rimasterizzati e pubblicati per la prima volta da Elton John tra il 1970 e il 2001 e un album mai pubblicato in precedenza su vinile.
Un cofanetto esclusivo e un regalo prezioso: Burberry firma l’esclusivo cadeau con una veste sfarzosa, perfetta per l’atmosfera natalizia. Interamente cosparso di brillantini dorati e personalizzato con la firma incisa di Elton John, che fa capolino dal cofanetto in pregiate lettere dorate, gli LP in vinile da 12 pollici da 180 gsm includono i disegni e le note di copertina originali. Gli album sono stati rimasterizzati dalL’ingegnere Bob Ludwig partendo dai nastri originali e il vinile è stato registrato presso i famosi Abbey Road Studios di Londra.
«Scegliere questi sei dischi non è stato semplice; rappresentano in modo speciale la mia produzione degli anni fra il 1970 e il 2001. È stato un piacere lavorare con Christopher Bailey, un caro amico. Produrre questi album è stata una vera fatica d’amore per tutti coloro che hanno preso parte alla sua realizzazione», così si è espresso il cantante.
Burberry ed Elton John non sono alla loro prima collaborazione: l’ultima apparizione di Elton John ha infatti avuto luogo l’anno scorso in occasione della Campagna Burberry Festive ispirata a Billy Elliot. Ad unire la rock star e il celebre brand la comune passione per il supporto dato agli artisti inglesi emergenti in campo musicale. Il cofanetto, in vendita a 295 euro, sarà disponibile nelle boutique di Via Montenapoleone a Milano e di Via Condotti a Roma.
“The Radical Eye”, inaugurata oggi la mostra di foto di Elton John alla Tate Modern
Si inaugura oggi alla Tate Modern gallery di Londra “The Radical Eye: Modernist photography from the Sir Elton John Collection“, che permetterà al pubblico di “entrare” nella casa del cantante inglese e osservare la sua immensa collezione di fotografie artistiche. Si potranno ammirare più di 150 stampe rare della collezione privata d Elton John, appassionato di fotografia dagli anni ’90. Le foto appartengono a 70 artisti e sono state scattate tra gli anni ’20 e gli anni ’50, il periodo d’oro del modernismo. Periodo in cui, tra l’altro, la fotografia cominciò ad essere considerata una vera e propria forma d’arte. La collezione di Sir Elton John è considerata una delle più vaste al mondo fin dal 1991, quando il musicista uscì da un periodo di rehab e si immerse in questa nuova passione. «Comprare fotografie è una dipendenza molto più sana, così ho iniziato a farlo» ha dichiarato.
La mostra alla Tate Modern di Londra sarà visitabile da oggi al 7 maggio 2017 e permetterà di entrare in contatto con stampe solitamente appese nell’appartamento di Elton John ad Atlanta. «È un grande onore per me e mio marito David prestare parte della nostra collezione alla Tate Modern per una mostra che si preannuncia tra le più importanti – ha dichiarato il cantante a proposito dell’imminente inaugurazione – L’era moderna in fotografia è stato uno dei momenti chiave del mio lavoro di collezionista e mi ha regalato tanta gioia nel corso degli ultimi 25 anni. Ognuna di queste foto è stata un’ispirazione per la mia vita, queste immagini ornano le pareti delle mie case e le considero come gemme preziose». Tra gli scatti che saranno mostrati al pubblico c’è Lacrime di Vetro di Man Ray, uno dei fotografi più influenti del periodo dadaista e surrealista. La foto divenne famosa proprio per l’acquisto da parte di Elton John, che per averla pagò la cifra record di £125.000. Il cantante è particolarmente legato alle opere di Ray, molte delle quali saranno esposte alla Tate Modern insieme a quelle di Dorothea Lange, Irving Penn, Berenice Abbott e altre grandi firme della fotografia.
Ph. Ansa.it
Festival di Sanremo 2016: il resoconto della prima serata
Martedì 9 febbraio 2016 ha avuto inizio la 66esima edizione del Festival di Sanremo che, a leggere i dati Auditel, si è rivelata un po’ sottotono rispetto agli anni precedenti. Sono stati infatti solo 11.134.000 i telespettatori che si sono sintonizzata su Rai 1, totalizzando il 49,5% di share.
Ad affiancare il conduttore Carlo Conti alla sua seconda edizione, i tre co-conduttori Virginia Raffaele che ha impersonato Sabrina Ferilli, Madalina Ghenea, splendida negli abiti Alberta Ferretti e l’attore Gabriel Garko.
La bellezza di Garko, secondo alcuni sempre più artefatta, non è bastata per rimediare la sua presenza/assenza sul palcoscenico dell’Ariston: impacciato, insicuro, teso. Nessuna parola di cordoglio in memoria dell’anziana donna deceduta a causa l’incidente avvenuto nella villa in cui soggiornava l’attore e la delusione cresce.
L’effervescente Virginia con un po’ di brio ha risollevato le sorti di un programma che della monotonia aveva fatto il suo punto di forza. E alla faccia di chi l’accusa di fare soldi sulle spalle degli altri; il talento della Raffaele esplode anche quando in un momento delicato in cui in Italia si vota per la Stepchild adoption, dice: “Si lamentano perché la presenza di Elton John sarebbe uno spot al matrimonio gay. E quando arrivano i Pooh allora che è, ‘na marchetta all’INPS?”
La giunonica Madalina, dal canto suo, ha dimostrato di avere la giusta dose di ironia e capacità di adattamento. Ha dimostrato non solo di essere una donna bella e sensuale, ma anche di avere intelligenza da vendere: non a caso parla più lingue lei che del nostro Presidente del Consiglio Matteo Renzi.
Ma passiamo ai cantanti in gara. Nella prima serata si sono avvicendati 10 big della canzone italiana, quattro dei quali a rischio di eliminazione. Irene Fornaciari canta “Blu”, una canzone dedicata ai profughi di guerra che perdono la vita nelle nostre acque. Il messaggio è importante e diretto, ma ciò non basta per salire in alto nelle preferenze. Stessa sorte spetta ai Dear Jack, Bluvertigo e Noemi.
È andata meglio al rapper napoletano Rocco Hunt, Giovanni Caccamo in coppia con l’ex allieva di Maria De Filippi Deborah Iurato, Stadio, Lorenzo Fragola, Arisa e Enrico Ruggeri che per il momento sono salvi.
Il parterre degli ospiti ha visto un Elton John disinvolto che ha preferito tacere sulle adozioni gay preferendo alle inutili polemiche o sermoni, parlare di solidarietà.
Poi arriva lei, la donna dei record Laura Pausini che canta sul palcoscenico dell’Ariston alcuni brani del suo repertorio dagli esordi ai giorni nostri. La cantante di Faenza, emozionata, indossa la giacca della finale del ’93 e in chiusura canta “Simili” un brano che sembra voglia inviare un messaggio di apertura alle unioni civili: “Siamo simili, dobbiamo proteggerci non dividerci.”
In realtà, anche i nastri rainbow posizionati sulle aste dei microfoni avevano il medesimo scopo. Messaggi timidi e velati che sembra non abbiano gradito in tanti.
Infine il trio di comici Aldo, Giovanni e Giacomo che festeggiano i loro primi 25 anni di attività, hanno appioppato al pubblico il solito sketch che non mancava proprio a nessuno e per tale motivo, l’assenza di Checco Zalone è stata avvertita con maggior ridondanza.
Se è vero che il cavallo si vede alla fine della corsa, dobbiamo attendere le prossime serata per affondare un giudizio più veritiero.