Isabelle Huppert torna al cinema con un film controverso, che celebra il sex appeal di una delle dive più amate del cinema francese. Una pellicola forte, che inizia come un pugno nello stomaco, con lo stupro subito dalla protagonista davanti agli occhi del gatto: in un piano sequenza che si concentra sullo sguardo del felino, assistiamo impotenti ad un dramma che si consuma nell’abitazione della protagonista.
Paul Verhoeven firma un film destinato ad essere ricordato: quel che è certo, è che se n’è parlato davvero tanto e lo scopo di impressionare lo spettatore è stato certamente raggiunto. Trasgressione, ironia, emozioni estreme dominano nella pellicola, in cui la magistrale interpretazione di Isabelle Huppert cattura ed affascina lo spettatore fin dalla prima sequenza.
Sessantaquattro anni compiuti lo scorso marzo, sguardo tagliente, fisico minuto e fascino francese, Isabelle Huppert incarna da sempre la donna più enigmatica del cinema d’autore europeo: nella pellicola di Verhoeven l’attrice appare sofisticata e volitiva, nel rendersi protagonista ed artefice del proprio destino. E’ un film strano Elle, in perenne bilico tra dramma e commedia: protagonista assoluta è l’interpretazione della Huppert, tagliente ed amorale nei panni di Michelle Leblanche, donna in carriera che si trova suo malgrado negli scomodi panni di vittima di uno stupro.
Tuttavia la donna sceglie di non denunciare l’accaduto e di continuare la propria vita, imperturbabile: per non turbare la propria quotidianità, Michelle sceglie di fare un bagno caldo e di attendere il figlio per cena come se nulla fosse successo. Ma ben presto il suo stupratore torna a farsi vivo ed inizia con la sua vittima un gioco al massacro, che si svolge in bilico tra una sottile ed inconscia attrazione per il male ed un post-femminismo inedito, che traccia ruoli del tutto nuovi riequilibrando i poteri tra i due sessi. Cinica oltre ogni limite, Michelle è una donna estrema, come sono da sempre le eroine predilette da Isabelle Huppert: indimenticabile la sua interpretazione del controverso film “La pianiste” o ancora “Une affaire de femmes” di Claude Chabrol, dove recitava nei panni di un’ostetrica clandestina.
Definita dal Guardian “la regina di ghiaccio”, l’attrice interpreta mirabilmente Michelle: più ancora della violenza fisica, a distruggere la donna è l’anaffettività che contraddistingue da sempre la sua vita, impendendole di vivere i sentimenti, fino a renderla prigioniera di se stessa, in un viaggio nei meandri più oscuri dell’animo umano. Il film, tratto dal romanzo «Oh…» di Philippe Djian, è una delle rivelazioni assolute del 2017. Da non perdere.