Elezioni in Austria: niente di fatto. Sono stati annullati dalla Corte Costituzionale i risultati del ballottaggio dello scorso 23 maggio, in cui Alexander Van der Bellen aveva ottenuto la vittoria sull’avversario Norbert Hofer. Si tratta del primo caso di annullamento delle elezioni presidenziali in Austria. I primi sospetti si erano palesati poco dopo il ballottaggio, vinto da Van der Bellen per lo 0,7% di voti: il partito avversario Fpö sospettava che nel conteggio dei voti ci fossero state delle irregolarità. I verdi hanno sconfitto la destra alleandosi in una sorta di “patto repubblicano” con altri grossi partiti tradizionali, proprio con l’obiettivo di evitare la vittoria del candidato euroscettico, nazionalista di destra accusato di xenofobia e populismo.
Dopo l’elezione di Alexander Van der Bellen, che avrebbe dovuto prestare giuramento l’8 luglio, la Fpö ha subito espresso dubbi su presunti brogli durante le elezioni, in particolare in merito alla conta dei voti arrivati via posta. Così l’8 giugno il partito di destra ha annunciato un ricorso per irregolarità e la Corte Costituzionale ha avviato le indagini. Sono state registrate irregolarità in 94 dei 117 collegi elettorali, diverse schede sono state aperte prima dell’inizio ufficiale dello spoglio e i dubbi maggiori sono stati proprio quelli in merito ai voti arrivati per posta. Non un dettaglio da nulla dato che si tratta di 740.000 schede, determinanti per la sconfitta di Norbert Hofer. «Le elezioni sono il fondamento della nostra democrazia e il nostro compito è di garantirne la regolarità. La nostra sentenza deve rafforzare il nostro Stato di diritto e la nostra democrazia», ha detto a Vienna il presidente della Corte costituzionale Gehrart Holzinger prima di pronunciare la sentenza.
Dopo la decisione di annullare il ballottaggio, le elezioni in Austria dovranno essere ripetute in autunno, probabilmente il 25 settembre o il 2 ottobre.