Editoriale

EDITORIALE
2024 Fiction/Reality

Passiamo una vita a cercare di decifrare il carattere delle persone – Sarà onesto? Starà dicendo la verità? E’ buono? E’ invidioso? Sono i quesiti di chi cerca di proteggersi, in amicizia, al lavoro, in famiglia, da tutte quelle persone che, prima o poi capita a tutti, ci hanno deluso, persone a cui abbiamo dedicato noi stessi, la nostra amicizia, il nostro amore, il nostro tempo. Quando si rivelano, sappiamo solo allora, se abbiamo vissuto nella Realtà o nella Finzione di una relazione, sia essa sentimentale, amicale, lavorativa. FICTION e REALITYsono esattamente i temi di questo nuovo numero di SNOB, che accoglie ospiti speciali come la grande attrice Pia Lanciotti, nota al pubblico internazionale grazie alla serie tv di successo “Mare Fuori” distribuita in 20 paesi del Mondo; la stilista Chiara Boni, vera rivoluzionaria della moda; lo Chef pluristellato Andrea Berton che ha fatto del gusto il vero protagonista dei suoi piatti.

Nell’era dell’Intelligenza Artificiale, se sia Finta o Reale un’immagine ce lo si chiede sempre più spesso, ora che le applicazioni si fanno più intuitive e complete; ce lo dimostra il magnifico lavoro di Alessandro Bavari, che in “Latina Città Invisibile” ci racconta un mondo onirico e complesso totalmente costruito istruendo l’AI da diversi anni.
Alla domanda “E’ un bene che l’AI subentri in maniera così netta all’interno dei lavori creativi?” risponde il massimo esperto in Digital Reputation e Cyber Securiy Matteo Flora; e il Dr Marco Iera, Specialista in Chirurgia Plastica, Ricostruttiva ed Estetica, ci porta una fotografia cristallina di quelle che sono le richieste di uomini e donne sui modelli di bellezza che i social network e le tv impongono.

Di Reale oggi sembrerebbe rimanga ben poco, l’inquietudine di una grande fotografa, Francesca Woodman, che possiamo leggere dal suo ritratto scattatole da Stephan Birigidini, “Woman with a large plat”, un’immagine importante che ci accompagna in quella stanza, attraverso le parole di Maria Vittoria Baravelli. E il coraggio, quello di Max Papeschi, artista d’arte contemporanea di fama internazionale, che fa dell’ironia dissacrante e della provocazione, la sua firma, e che per noi di SNOB ha creato un’opera unica che trovate in copertina, autenticata da un microchip a cui è possibile collegarsi avvicinando il proprio cellulare. Vi si aprirà il Digital Passport di SNOB, dove trovare tutte le informazioni utili sull’opera e sul magazine. SNOB è tra i primi magazine al mondo ad utilizzare questa tecnologia che certifica il prodotto come una vera e propria opera d’arte.

Il divario tra FICTION e REALITY è profondo, sebbene nella verità possiamo confermare ci siano personalità, carattere, forza, vita. L’AI sta già influenzando le nostre vite, soppiantando gli umani con dei robot, i taxi a San Francisco si guidano da soli, i creativi vengono sostituiti da ChatGPT…
Quando capiremo il valore dell’essere umano, che nella sua individualità regala differenze, curiosità, creatività, allora, solo allora, potremmo definirci evoluti. Perchè l’evoluzione è un processo che arriva da dentro, la specie si può solo che elevare moralmente, eticamente, spiritualmente.
La tecnologia corre veloce, l’essere umano cerca di stare al passo, ma rischia di rimanere indietro.

M. MIRIAM DE NICOLÒ
EDITOR IN CHIEF

miriam@snobnonpertutti.it

ENGLISH VERSION

We spend a lifetime trying to decipher people’s characters – Will they be honest? Will they be telling the truth? Are they good? Are they envious? These are the questions of those who seek to protect themselves, in friendship, at work, within the family, from all tose people who, sooner or later, disappoint us, people to whom we have dedicated ourselves, our friendship, our love, our time. When they reveal themselves, only then do we know if we have lived in the Reality or in the Fiction of a relationshiop, be it sentimental, friendly or professional. FICTION and REALITY are exactly the themes of this new issue of SNOB, which welcomes special guests such as the great actress Pia Lanciotti, known to the international public thanks to the successful TV series “Mare Fuori” distributed in 20 countries around the world; the fashion designer Chiara Boni, a true revolutionary of fashion; the Michelin-starred Chef Andrea Berton who has made taste the true protagonist of his dishes.

In the Era of Artificial Intelligence, the question of whether an image is Fake or Real is increasingly asked, now that applications are becoming more intuitive and comprehensive. This is demonstrated bv the magnificent work of Alessandro Bavari, who in “Latina città invisibile” tells us about a dreamlike and complex world entire constructed by instructing Al for several years.
To the question “Is it a good thing that Al is so clearly taking over creative work?” answers the foremost expert in Digital Reputation and Cyber Security, Matteo Flora; and Dr. Marco lera, Specialist in Plastic, Reconstructive and Aesthetic Surgery, provides a clear picture of the demands of men and women regarding te beauty standards imposed by socia networks and television.

Today, very little of the Real seems to remain, as evidenced by the unease or a great photographer, Francesca Woodman, which we can read from her portrait taken by Stephan Brigidi, “Woman with a large plat”, an important image that accompanies us in that room, a large plat.” an important image that accompanies us in that room through the words of Maria Vittoria Baravelli. And then the-re’s the courage, that of Max Papeschi, an internationally renowned contemporary artist, who makes irreverent irony and provocation his signature, and who has created a unique work for us at SNOB, featured on the cover, authenticated by a microchip that you can connect to using your phone. The SNOB Digital Passport will open up, providing all the relevant information about the artwork and the magazine. SNOB is among the first magazines in the world to utilize this technology, certifying the product as a true work of art.

The gap between FICTION and REALITY is deep, even though in truth we can confirm there are personalities, character, strength, life. Al is already influencing our lives, replacing humans with robots, taxis in San Francisco drive themselves, creatives are being replaced by ChatGPT…
When will we understand the value of being human, who in their individuality brings differences, curiosity, creativity, only then, can we define ourselves as evolved. Because evolution is a process that comes from within, the species can only elevate morally, ethically, spiritually.
Technology is advancing rapidly, humans are trying to keep up, but they risk falling behind.

Addio ad Edmonde Charles-Roux, biografa di Chanel

Il giornalismo di moda perde una delle sue firme più autorevoli: si è spenta a Marsiglia, all’età di 95 anni, Edmonde Charles-Roux. Pioniera della comunicazione di moda e costume e scrittrice di fama mondiale, Edmonde Charles-Roux è stata una storica editor di Vogue Paris ed uno dei padri fondatori della rivista Elle.

Un’infanzia trascorsa tra Roma e Praga, a seguito del padre, François Charles-Roux, ambasciatore membro dell’ Institut de France e ultimo presidente della Compagnia del Canale di Suez, la Seconda Guerra Mondiale la vide servire la patria come infermiera volontaria, prima di prender parte alla Resistenza. Decorata con la Croce di guerra, riceverà anche la Legion d’Onore.

La carriera di Edmonde inizia nel 1946, quando la giovane fu assunta dalla neonata rivista Elle, di cui divenne in breve la firma più celebre. Nel 1950 passò a Vogue Paris, la Bibbia della Moda, assumendo quattro anni più tardi, nel 1954, il prestigioso incarico di editor-in-chief. Talent scout ante litteram, mise in luce il talento di fotografi del calibro di Irving Penn e Guy Bourdin, contribuendo col suo lavoro alla fama di Christian DiorYves Saint Laurent ed Emanuel Ungaro. Nel 1966 fu cacciata da Vogue, con l’accusa di aver messo in copertina una modella di colore, all’epoca fatto scandaloso. Nello stesso anno esordì come scrittrice, con il celebre romanzo Oublier Palerme (tradotto in italiano da Rizzoli col titolo di Dimenticare Palermo), da cui nel 1989 Francesco Rosi trasse l’omonimo film. Quest’opera le valse il Prix Goncourt, uno dei premi letterari più prestigiosi.

Edmonde Charles-Roux ritratta da Irving Penn
Edmonde Charles-Roux in un celebre scatto di Irving Penn


Seguì la biografia di mademoiselle Coco Chanel, donna che da sempre affascinava Edmonde. È il 1974 quando la giornalista pubblica L’Irrégulière ou mon itinéraire Chanel: della celebre stilista Edmonde amava soprattutto la libertà e l’emancipazione, gli stessi elementi che oggi il ministro francese della cultura, Fleur Pellerin, esalta in lei. Nel 2004 un nuovo volume dedicato a Chanel, dal titolo Le Temps Chanel. Presidente dell’Académie Goncourt dal 2002 al 2014, Edmonde era vedova dell’ex ministro dell’Interno Gaston Deferre, del governo Mitterand. Definita da Didier Grumbach, ex presidente della Federazione della della moda francese, come “la gran dama della moda” e ammirata universalmente per la sua cultura e il suo stile, Bernard Henry Lévy ha detto di lei: “Che stile! Che allure!”. “Per me, la moda non è mai stata una cosa frivola”, scriveva la giornalista nel lontano 1967. Un concetto che fa riflettere, soprattutto se a dirlo era una donna di tale cultura. I funerali di Edmonde Charles-Roux sono stati celebrati oggi nella sua Marsiglia.

Lo stile di Emmanuelle Alt

Editor-in-chief della Bibbia della moda, Vogue Paris, stylist di successo ed icona di stile di fama mondiale: Emmanuelle Alt è uno dei nomi più influenti del fashion biz. Perfetta incarnazione del Parisian chic contemporaneo, la sua è stata una scalata inarrestabile che l’ha portata ad assumere in pochissimi anni uno degli incarichi più prestigiosi al mondo, quale è la direzione dell’edizione francese di Vogue.

Classe 1967, Emmanuelle nasce a Parigi sotto il segno del Toro. La piccola respira stile ed eleganza già nell’ambito familiare: la madre Françoise era una mannequin molto in voga a cavallo tra gli anni Sessanta e Settanta, volto di maison del calibro di Lanvin e Nina Ricci, mentre il padre era un coreografo noto in ambito artistico e teatrale.

La carriera di Emmanuelle Alt inizia giovanissima: subito dopo il diploma conseguito presso l’Institut de l’Assomption di Parigi, non ancora diciottenne, nel 1984 Emmanuelle ottiene un impiego come assistente stylist per Elle France.

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Emmanuelle Alt è nata a Parigi il 18 maggio 1967

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Dal 2011 la Alt è editor-in-chief di Vogue Paris

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Pochissimo trucco e minimalismo per la fashion editor


Stylist molto richiesta, collabora come fashion consultant per Isabel Marant. Nel 1998 assume la direzione del magazine Mixte. Ma è nel 2001 che arriva la svolta, quando viene ingaggiata come style editor di Vogue Paris pochi mesi prima dell’arrivo di Carine Roitfeld. Emmanuelle diventa in breve tempo il braccio destro della Roitfeld e tra le due nasce un sodalizio artistico che sforna alcuni tra i redazionali più celebri e controversi mai realizzati dalla testata Condé Nast. Con la collaborazione di nomi del calibro di Mario Testino e Patrick Demarchelier il duo segna una pagina nuova della moda francese, ispirandosi ad un’estetica patinata coniugata ad un immaginario erotico. Gli editoriali firmati Roitfeld-Alt destano scalpore e non lesinano in nudi e allusioni sadomaso.

Alla fine degli anni Duemila, Emmanuelle firma il rilancio di Balmain, assieme allo stilista Christophe Decarnin. È all’estro creativo della stylist parigina che dobbiamo alcuni dei fashion trend che hanno segnato il ritorno in auge della celebre maison francese: ribelle e moderna, forte della propria personalità, la nuova donna Balmain veste in giacche biker di pelle, skinny jeans ricamati con Swarowski e blazer dall’appeal grintoso. Il successo è assicurato e molti dei pezzi del brand diventano must have adorati dalle fashion victim.

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Emanuelle Alt predilige il total black e la sobrietà

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Camicia bianca e jeans skinny sono l’uniforme adottata dalla stylist

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La carriera nella moda di Emmanuelle Alt è iniziata a soli 17 anni

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Il look minimal-chic adottato dalla stylist ha rivoluzionato lo streetstyle


Il 2011 è l’anno della consacrazione per la fashion editor, che assume la direzione di Vogue Paris dopo le dimissioni di Carine Roitfeld. Sobria ma decisa, al Telegraph che le chiede di definire la futura linea editoriale del magazine più chic per antonomasia, lei risponde che tutto sarà “uguale ma diverso”. Poche sibilline parole che riassumono perfettamente la linea che la celebre rivista assumerà sotto la sua direzione: uno stile sofisticato e sensuale ma a tinte più sobrie rispetto al passato. Protagonista resta lo charme tipico della donna francese contemporanea, per un’estetica che non teme la sensualità ma solo se funzionale allo stile. Fashion shoot firmati da nomi del calibro di Testino, Mert & Marcus, ancora Demarchelier, ma ora accanto a top del calibro di Kate Moss, Daria Werbowy e Lara Stone troviamo icone come Sophie Marceau e Charlotte Casiraghi.

Il fil rouge del manifesto stilistico di Emmanuelle Alt è uno: ricercatezza. “Non voglio essere un’immagine”, ha dichiarato sempre al Telegraph la nuova direttrice di Vogue Paris. Una delle poche editor-in-chief a firmare lo styling del servizio portante di ogni issue del magazine. Stakanovista come poche, grande professionista della moda, Emmanuelle Alt ha fatto dell’effortless chic la propria cifra stilistica. Frangetta scura e avversione per il make-up, la Alt non ama ostentare: discreta e riservata, sappiamo in verità molto poco della sua vita privata.

Sublime incarnazione del minimalismo-chic e dello stile parisien, la vediamo spesso in camicia, skinny jeans, blazer e cappotti dal taglio sartoriale. Sfegatata amante del total black, la sua altezza svettante (sfiora il metro e ottantasette centimetri) le permette flat e ballerine dallo charme francese, che sovente preferisce ai tacchi alti. Il suo è uno stile pulito ed essenziale: jeans skinny e camicia sono divenuti quasi uniforme iconica della Alt, che ha rivoluzionato lo streetstyle con la sua garbata eleganza.

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Altezza svettante per la Alt, che sfiora il metro e ottantasette centimetri

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Approdata alla redazione di Vogue Paris nel 2001, la Alt è stata per anni braccio destro di Carine Roitfeld

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Emmanuelle Alt è mamma di due bambini ed è sposata con Franck Durand, direttore creativo di Isabel Marant

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Lo stile rock-chic di Emmanuelle Alt predilige skinny jeans e giubbotti di pelle


Emmanuelle Alt piace perché non è una fashionista in senso stretto, non ostenta loghi e aborre gli outfit esagerati tipici invece di molte sue colleghe fashion editor. Banditi assolutamente dal suo guardaroba abiti e gonne, la stylist ha dichiarato che la donna più elegante “è quella sicura di sé” e che “la naturalezza è sinonimo di sicurezza in se stessi”. Linee pulite ed essenziali si sposano in lei a suggestioni rock-chic e ad un’anima grintosa: amante della velocità e dei motori, la stylist è anche una mamma. Sposata con Franck Durand, direttore creativo di Isabel Marant, la Alt ha due figli, Antonin and Françoise. Un blog intitolato “I want to be an ALT” segue ogni passo della vita dell’icona parisienne. Umile e acqua e sapone, il suo salario annuale alla direzione di Vogue Francia non arriva neanche minimamente a sfiorare quello di Anna Wintour, editor-in-chief dell’edizione americana del magazine. Less is more, è proprio il caso di dirlo.


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Carine Roitfeld: vita da fashion editor

Uno sguardo tagliente e grandi occhi azzurri brillano su un viso dai lineamenti particolarissimi e su una figura longilinea: se esiste lo charme, lei ne ha da vendere.

Controversa, amata ed odiata in egual misura, venerata dai creativi di moda e detestata da molti altri, Carine Roitfeld nel fashion biz è un’autorità indiscussa, da più di un ventennio a questa parte.

La celebre ex direttrice di Vogue Paris, la Bibbia della moda, è una figura centrale della moda contemporanea: icona snob per antonomasia, ex modella, parigina doc, Carine Roitfeld è nata il 19 settembre 1954.

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Un primo piano di Carine Roitfeld

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Figura controversa del fashion biz, la Roitfeld è stata direttore di Vogue Paris

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Musa iconica di Karl Lagerfeld e Tom Ford, ha collaborato a lungo con loro

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Capi ed accessori in pelle immancabili nel suo guardaroba


Figlia di un produttore cinematografico trasferitosi a Parigi, appena diciottenne l’atletica Carine viene notata per le strade della capitale francese da un fotografo britannico, e inizia a lavorare come modella. Segue un impiego come scrittrice e stilista per l’edizione francese di Elle.

Open-minded e ribelle nella vita privata come sul lavoro, la fashion editor instaura una lunga relazione, mai sfociata in un matrimonio, con Christian Restoin: il rapporto dura più di trent’anni e vede la nascita di due figli, Julia Restoin Roitfeld, nata nel 1980, e Vladimir Restoin Roitfeld, nato nel 1984. La figlia Julia nel 1990 viene fotografata da Mario Testino per Vogue Bambini.

Carine Roitfeld e Mario Testino iniziano una frequente collaborazione, firmando alcuni tra i servizi più famosi di Vogue America e Vogue Parigi. Intanto la Roitfeld inizia un fruttuoso sodalizio artistico anche con Tom Ford quando quest’ultimo è alla direzione creativa di Gucci e di Yves Saint-Laurent. Nel 2001 si concretizza per lei il sogno di qualsiasi fashion editor: il direttore di Condé Nast Jonathan Newhouse le offre la direzione di Vogue Paris. È la consacrazione ufficiale a guru della moda.

Gli shooting e le campagne pubblicitarie da lei curati a volte sortiscono l’effetto di vere e proprie bombe mediatiche, cui seguono talvolta infinite polemiche: un esempio è lo shoot in cui la fashion editor si schiera apertamente a favore delle pellicce, con una Raquel Zimmermann che mostra il dito medio agli ambientalisti, in una lussuosa mise in pelliccia. Un’eleganza sofisticata immediatamente riconoscibile nei lavori firmati Carine Roitfeld, che mostrano donne come dive: personalissimo il suo styling, che esalta la femminilità più autentica.

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Camicia e gonna bodycon in pelle con borchie: lo stile Carine Roitfeld è borghese con un tocco rock’n’roll

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Icona di stile e stylist tra le più famose al mondo, Carine Roitfeld è stata modella

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Capispalla importanti e nero passepartout per la fashion editor

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Immancabili le pellicce nel suo guardaroba

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Collaborazioni con Elle ed esperienze come modella nel curriculum della Roitfeld, prima di approdare a Vogue Paris


Nel 2006 alcune indiscrezioni la vogliono alla guida di Harper’s Bazaar, al posto di Glenda Bailey, ma nulla accade fino al 2010. Il 17 dicembre di quell’anno, dopo dieci anni alla direzione di Vogue France, Carine Roitfeld rassegna le proprie dimissioni a seguito delle polemiche suscitate da un suo shooting con protagoniste bambine, che ammiccano in pose ritenute troppo provocanti, considerata l’età. Il suo posto alla direzione del celebre magazine viene preso da Emmanuelle Alt, già redattrice moda sotto la direzione della stessa Roitfeld. Carine Roitfeld torna quindi a lavorare freelance, collaborando alle campagne Autunno/Inverno 2011 e Primavera/Estate 2012 di Chanel. Nello stesso anno esce il suo libro Irreverent, edito da Rizzoli.

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Amata ed odiata, la fashion editor è una figura chiave nel fashion biz

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Carine Roitfeld è stata per dieci anni direttrice di Vogue France


Ultimamente si parla fa tanto di ladylike: lo stile di Carine Roitfeld rispecchia in pieno questa definizione. Sobria ma sempre stilosa, la stylist predilige pencil skirts e camicie, per una femminilità discreta e un’eleganza minimale. Nero passepartout nei suoi outfit, ricercati ma minimal-chic. Perfetta nelle sue mise a tubino, come anche negli outfit più eccentrici, che non scadono mai in banale esibizionismo. Cappotti voluminosi e pellicce a pelo lungo si mixano a gonne discrete ma sexy che valorizzano la sua figura esile in modo gentile. Uno stile molto francese: “Avere cattivo gusto in modo elegante” è la sua massima in fatto di eleganza. Musa iconica di se stessa, vera e propria diva del fashion biz, la giornalista non lesina in capi ed accessori di pelle, pellicce (con buona pace degli animalisti!) e tacchi a stiletto. Lei stessa definisce il suo stile borghese ma con un tocco rock’n’roll.

Catherine McNeil per CR Fashion Book, styling di Carine Roitfeld
Catherine McNeil per CR Fashion Book, styling di Carine Roitfeld

Daria Strokous ritratta da Steven Meisel per Dior Golden Jungle, Autunno/Inverno 2012. Styling di Carine Roitfeld
Daria Strokous ritratta da Steven Meisel per Dior Golden Jungle, Autunno/Inverno 2012. Styling di Carine Roitfeld

Raquel Zimmerman fotografata da Mario Testino per Vogue Paris, agosto 2008. Styling di Carine Roitfeld
Raquel Zimmerman fotografata da Mario Testino per Vogue Paris, agosto 2008. Styling di Carine Roitfeld

Aymeline Valade ritratta da Mario Testino per V Magazine Aurunno 2011, stryling di Carine Roitfeld
Aymeline Valade ritratta da Mario Testino per V Magazine Aurunno 2011, stryling di Carine Roitfeld


Ora la signora dello charme parigino ha fondato CR Fashion Book, un magazine semestrale che porta le iniziali del suo nome, quel CR tanto caro ai lettori di Vogue, con cui era solita firmare i suoi editoriali. La rivista, prestigiosa e dalla linea editoriale estremamente sofisticata, ha aperto i battenti a settembre 2012. Acclamata nel front row delle sfilate più importanti, reduce da una collaborazione con la catena giapponese Uniqlo, per cui ha firmato una collezione, lo stile Roitfeld è assolutamente da copiare.


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