L’agenzia immobiliare Corcoran ha messo in vendita l’appartamento di New York in cui David Bowie ha vissuto insieme alla moglie Iman: la dimora (principesca), sita davanti Central Park, nella rinomata Billionaires Row, considerata la via dei miliardari, è stata residenza del Duca Bianco dal 1991 al 2002. L’appartamento, che rientra nel condominio della Essex House, al numero 160 di Central Park South, è stato messo sul mercato per la cifra record di sei milioni e mezzo di dollari. Bowie, icona del rock prematuramente scomparso nel gennaio 2016, era solito comporre i suoi brani, passati alla storia, col suo pianoforte Yamaha, anch’esso in vendita. La dimora, che si estende per 175 metri quadrati, è composta da tre stanze da letto, un soggiorno, cucina in granito e due bagni in marmo, con una vista mozzafiato su Central Park. L’agenzia immobiliare Cocoran, nel prezzo di 6 milioni e 495mila dollari, pari a 6 milioni e 50mila euro, comprende anche le pulizie e il servizio in stanza: il fortunato acquirente del prestigioso immobile si aggiudicherà quindi un pacchetto completo, oltre ad un pezzo di storia, per gli appassionati di musica. David Bowie, all’anagrafe David Robert Jones, era nato a Londra l’8 gennaio 1947. Icona trasformista, incarnazione del glam-rock ed autore di hit indimenticabili, come Life on Mars, Starman ed Heroes, solo per citarne alcune, è scomparso il 10 gennaio 2016, dopo aver combattuto una battaglia contro il cancro. La rockstar convolò a nozze con la modella Iman nel 1992. La coppia ha avuto una figlia, Alexandria Zahra “Lexi” Jones, nata il 15 agosto 2000, ed ha adottato Duncan Jones, figlio di Bowie avuto dal primo matrimonio, con Mary Angela Barnett.
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David Bowie avrebbe compiuto 70 anni, ecco come viene ricordato
Buon compleanno, David Bowie.
Se il duca bianco fosse ancora in vita, sarebbe questo il coro da dedicargli per i suoi 70 anni compiuti ieri 8 gennaio 2017.
In onore del suo compleanno è stato pubblicato un nuovo EP “No Plan” contenente tre nuove tracce registrate per il musical Lazarus: “No Plan”, “Killing a Little Time” e “When I Met You”.
L’omaggio a Bowie non ha rivali e non vede alternative se non quella di ricordarlo nei giorni che intercorrono tra il suo compleanno e la sua scomparsa avvenuta il 10 gennaio 2016.
Così già ieri a Londra si è tenuta una reunion di amici e colleghi in memoria di Ziggy Stardust nella 02 Academy Brixton, mentre Sky ha preparato un programma di eventi e spettacoli per salutare ancora una volta in maniera nostalgica il Duca Bianco.
Dalle 21.15, infatti, Sky Arte HD ha mandato in onda il documentario “Bowie – The man who changed the world” con una serie di interviste esclusive e approfondimenti, il docu-film “Ziggy Stardust and the Spiders From Mars“, per poi concludere la serata con l’episodio di “Video Killed The Radio Star” a lui dedicato.
Anche Premium ha reso omaggio al cantautore con il film su PremiumComedy “Il mio west” nel quale interpretava la parte di un pistolero senza scrupoli.
Dopo i successi de “I laureati” e “Il ciclone”, Pieraccioni decise di mettere in scena nel 1998 una mega produzione western in pieno stile-Sergio Leone.
Il film girato in Garfagnana non ottenne il consenso del pubblico e venne presto dimenticato.
Ma Bowie rimane e rimarrà nel cuore di tutti quelli che lo hanno apprezzato ed amato ed è per questa ragione che questo 10 gennaio VH1, il canale musicale di Viacom International Media Networks Italia (canale 67 del digitale terrestre) manderà in onda la David Bowie Anniversary Night, una notte di intera produzione su Bowie.
E ancora Studio Universal (canale 337 di Mediaset Premium) contribuirà ad alimentare il ricordo del Duca Bianco con il fantasy “Labirynth – Dove tutto è possibile“.
Nel frattempo basterà cliccare sull’hashtag #DavidBowieNight per seguire da vicino l’intero programma.
In mostra a Roma David Bowie visto da Masayoshi Sukita
Ha aperto i battenti a Roma lo scorso 24 ottobre la mostra “David Bowie & Masayoshi Sukita: Heroes”. Dopo il grande successo ottenuto a Bologna, Alba e La Spezia, anche nella Capitale viene celebrato il genio del fotografo giapponese Masayoshi Sukita, maggiore ispiratore e ritrattista del Duca Bianco.
Alla The Sign Gallery fino al 19 novembre sarà possibile ammirare le immagini più iconiche che hanno caratterizzato il lungo sodalizio artistico tra David Bowie e il maestro Sukita: pochi sono riusciti a cogliere l’essenza dell’icona del glam rock in scatti unici ed emozionanti, come Sukita ha fatto per anni. In esposizione le più famose immagini tratte dagli archivi londinesi: trattasi soprattutto di ritratti, realizzati tra Londra, New York e il Giappone tra il 1972 e il 1973.
Un sodalizio artistico e una grande amicizia ha legato i due. Correva l’anno 1972 quando Sukita, vicino alla Factory di Andy Warhol, arriva a Londra. Rimasto folgorato dal carisma di Bowie, restò legato per tutta la vita all’artista. Tanti gli scatti iconici che hanno immortalato le diverse fasi della produzione artistica del Duca Bianco: dal servizio di Heroes, del 1977, ai resoconti di viaggio in Giappone, durante gli anni Ottanta, fino agli scatti più recenti, realizzati tra il 1989 e il 2022 per la promozione dell’album Heathen.
La bellezza efebica e l’espressività di Bowie sono state catturate in scatti dall’intensità rara dal grande fotografo giapponese. La mostra è aperta fino al 19 novembre nella location di Thesign Gallery di via Piemonte 125/a, a Roma. L’ingresso è libero.
David Bowie amava l’arte, collezionista oltre che artista
David Bowie amava l’arte.
Non era solo la personificazione più evidente della sua arte, amava anche quella altrui.
Collezionava e sapeva collezionare quindi, lasciandoci in eredità non solo il suo genio e la sua produzione musicale, ma anche una raccolta imponente di opere britanniche moderne.
Il cantautore, morto questo 10 gennaio 2016, era protagonista assoluto del desiderio terreno di percorrere e precorrere i tempi.
Poliedrico, camaleontico, un dandy che ha fatto della sua musica un vero e proprio teatro scenico, simbolo del passaggio e della nascita di alcuni tra i più disparati generi musicali: glam-rock, punk, new wave, synth-pop, dark-gothic, neo-soul, dance.
Performer e attore della sua stessa maschera, lo si poteva amare terribilmente o odiare maniacalmente.
La sua morte ha prodotto una frattura sentita tra i suoi seguaci, nonostante sia stato il primo a spogliare i termini dello stardom, ovvero il rapporto instabile e ipocrita tra star e fan.
Questi ultimi ancora legati al suo ricordo lunatico, potranno approfittare della colonna sonora del musical Lazarus a breve in uscita.
Al suo interno tre brani inediti registrati prima di morire: When I meet you, No plan e Killing a little time.
Amava l’arte, si diceva, e ne amava soprattutto quella contemporanea africana, inglese e americana, ma non solo.
Sapeva amare anche il design italiano di Ettore Sottsass e del Gruppo Memphis.
La collezione sarà messa all’asta da Sotheby’s Londra per un valore che si aggira dalle 800 alle 2.500,000 sterline.
Tra gli artisti presenti nella collezione, compaiono diverse opere di Henry Moore, Jean-Michel Basquiat e Damien Hirst che si deduce siano stati i suoi artisti preferiti.
Matthew Collings racconta in un video l’arte di David Bowie e quella da lui raccolta e collezionata.
Un ultimo saluto, seppur carico di malinconia, al Duca Bianco.
Parata di stelle per il défilé Saint Laurent tenutosi a Los Angeles
Come tutti ben sapranno, Hedi Slimane ha deciso di cancellare il nome Saint Laurent dalla settimana della moda parigina, optando per una location completamente nuova e suggestiva.
L’11 febbraio scorso, all’interno dell’Hollywood Palladium di Los Angeles si è tenuta la prima sfilata Saint Laurent in America con la collezione uomo autunno/inverno 16-17 presentata contemporaneamente alla pre-fall 2016 dedicata alla moda donna.
Il défilé è stato un vero e proprio evento mondano nato per celebrare i primi cinquant’anni di Saint Laurent Rive Gauche con un parterre di star pronti ad ammirare la sfilata. Nel front-row ad applaudire il lavoro di Slimane, nomi come: Justin Bieber, Lady Gaga, Milla Jovovich, Zoe Kravitz, Jessica Alba, Jane Fonda, Demi Moore, Courtney Love e Pamela Anderson accompagnata dal secondogenito Dylan Lee, di recente chiamato a vestire i panni di testimonial della maison.
Il progetto creativo riconferma i canoni estetici del marchio con pellicce oversize, cappotti lunghi e tuxedo in perfetto allure vintage rock.
Pelle e paillettes sono il leitmotiv del défilé che fa incetta di pelliccia e velluto per rendere voluttuose entrambe le collezioni. Stivali a punta da vecchio west in pelle nera abbinate a giacche militari per lui, gold e animalier per lei, da indossare sotto abiti da grand soirée. Maxi cinture fermano in vita gli abiti sparkling dalla linea midi e over culottes alte in vita.
La sfilata-evento di Saint Laurent, apertasi con alcuni tributi a David Bowie, è un vero omaggio alla cultura rock di fine anni ottanta contaminata da sorprendenti elementi wild.
ANARCHYTECTURE: VIAGGIO AL CENTRO DEL ROCK FIRMATO SKUNK ANANSIE
A pochi giorni dalla sua uscita il nuovo disco del gruppo britannico è già in vetta alle classifiche
Poche parole ma tanti sorrisi. Così gli Skunk Anansie, capitanati dalla loro leader indiscussa Skin, hanno incontrato nei giorni scorsi i loro fans italiani, dopo l’uscita ufficiale lo scorso 15 gennaio di “Anarchytecture”, sesto lavoro della band britannica, secondo dopo la loro reunion avvenuta nel 2012 con l’incisione di Black Traffic.
Quest’anno, ancor più di allora, il rock ritorna a battere forte in ogni singolo pezzo cantato dalla “pantera nera”: in ogni brano intensi riff si uniscono alla voce acuta e profonda di Skin, per dare vita ad una compilation che traccia dopo traccia scuote e infiamma l’anima di quanti amano le sonorità rock. Un rock che in perfetto stile Skunk Anansie amalgama heavy metal con influenze punk rock e ibride funk, proprio come piace a loro che, mai come ora, sono apparsi nella loro forma più splendida con Cass al basso, Ace alla chitarra e Mark Richardson alla batteria. La formazione al completo dunque, capitanata da una Skin che, come sempre, trascina il gruppo, sicura e caparbia come non mai, consapevole di quella sua voce inconfondibile alla quale anche David Bowie, il mito, in una sua performance live, riproponendo Milk is my sugar, (uno dei successi supremi degli Skunk Anansie) aveva riservato il giusto onore con uno “Scusate Skin forse l’avrebbe cantata meglio”. Una sorta di benedizione quella di Bowie che diede ancora più forza ed al gruppo rock britannico.
Con Anarchytecture oggi gli Skunk Anansie ritornano e confermano ancora una volta quell’acclamata bravura e la loro unicità come gruppo che ama l’anarchia pur essendo consapevole di come essa, in fondo, non possa esistere nel nostro sistema. Da queste fondamenta trae origine il titolo del nuovo album, perfetta dichiarazione dell’antitesi tra anarchia e architattura. Un concetto interpretabile da ognuno in modo personale, proprio come per ogni singolo membro della band, per il quale “Anarchytecture” assume significati diversi, pur avendo come perno il concetto dello scontro di due cose diverse, capace di generare vibrazioni che gettano il seme della creatività. E in questa sorta di anarchia mista a razionalità e coerenza il gruppo britannico sta già scalando le classifiche di mezzo mondo, collezionando sold out ai concerti ( il 17 febbraio all’Alcatraz di Milano, il 14 luglio a Pistoia, il 15 a Roma e il 17 a Piazzola sul Brenta) e infiammando i cuori dei fans. Come lo scorso sabato allo store Mediaword del Centro Commerciale le Due Torri di Stezzano, in provincia di Bergamo, dove oltre 600 rockers hanno osannato i loro miti. E loro hanno risposto con sorrisi e gentilezza, dimostrando come anche le rock star hanno un lato tenero. Antitetesi perfetta, un’altra volta… in perfetto stile Skan Anansie.
ph: Daniele Trapletti
I migliori backstage di Milano Moda Uomo: Richmond
Il backstage della sfilata evento, tributo a David Bowie, che documenta la nuova era della casa di moda, oramai diretta da Saverio Moschillo,
E’ la forte creatività pronta a unire miti e icone per una collezione in grado di segnare la storia, parola di Saverio Moschillo, nuovo direttore creativo della Maison. E lo stesso mito di David Bowie accompagna l’ultima sfilata Richmondche gli rende omaggio attraverso la selezione musicale.
China girl per le fantasie geometriche dal sapore asiatico che inaugurano la nuova identità del brand sempre più proiettato a rivisitare i capi essenziali del guardaroba donando loro l’intramontabilità.
E’ una collezione che cromaticamente vive nella Space Oddity grazie alla palette di colori composta dal blu navy, burgundy, rosso denso nero e grigio melange. La fusione della materia avviene grazie alle combinazioni contrastanti presenti negli accessori, come gli stivali e le stringate rinforzati in cuoio naturale con cuciture a vista.
Quello di Richmond è uno Starman che non disdegna il suo lato rock prestando, però, sempre attenzione a uno stile di vita rigoroso, intuitivo e eclettico proprio come quello dell’artista recentemente scomparso.
Scatti in esclusiva di Matteo di Pippo.
Costume National: Ennio Capasa re indiscusso dello stile rock
“Insanity laughs under pressure we’re cracking can’t we give ourselves one more change?”
E non esiste melodia più azzeccata di Under Pressure per “raccontare” il viaggio di un uomo contemporaneo, attraverso una collezione che non enfatizza l’anima rock del suo creatore, ma la esalta.
È un omaggio all’amico David Bowie e al frontman dei Queen, Freddie Mercury attraverso capi di straordinaria sartorialità e dall’incipit, appunto, rockeggiante. Carattere, forza e mascolinità sono state le prerogative di Ennio Capasa in fase di progettazione, avvalendosi di pelle e velluto per rafforzare la dicotomia rock/Costume National come firma del marchio italiano.
L’intera collezione gioca su linee essenziali e affusolate. L’uso sapiente di zip su biker e pantaloni aderenti in pelle, creano un suggestivo movimento visivo sui capi. I maxi coats dalla lunghezza midi si scontrano con gilet aderenti indossati su camicie slim.
Il total black, tanto caro allo stilista salentino, viene affiancato a colori vitaminici come il verde acido e, comunque a tonalità forti come il rosso, il blu e il giallo ocra.
Con le camicie in ciniglia (capo cult degli anni novanta) e i bomber con pattern in lamé, Capasa conferma la vicinanza artistica (e non solo) a due icone della musica rock che hanno impressionato i posteri, ma anche accumunato culturalmente diverse generazioni.
Non si dimentichi però, l’influenza sempre viva che l’Oriente ha su di Ennio e che in questa occasione viene riverita attraverso cappotti e giacche con colletti alla coreana.
Addio a David Bowie, icona camaleontica
È scomparso ieri, all’età di 69 anni, David Bowie. Androgino, trasformista, dandy, iniziatore del glam rock ed icona trasgressiva. The Thin White Duke, Ziggy Stardust, Halloween Jack sono solo alcuni degli alter ego che hanno reso Bowie una vera leggenda. Performer di ineguagliabile bravura, il suo stile ha impresso un segno indelebile non solo nel mondo musicale, ove la sua stella ha brillato per oltre cinque decenni, ma anche nel mondo dell’immagine, rivoluzionando la cultura visiva e la moda.
All’anagrafe David Robert Jones, l’artista era nato a Londra l’8 gennaio 1947. Una carriera incredibilmente variegata lo ha portato a vestire i panni di cantautore, polistrumentista, attore, compositore e produttore discografico. Dal glam rock al folk fino all’elettronica, Bowie sperimentava e osava.
Bellissimo ed efebico, ha giocato sapientemente con la propria ambiguità e con la propria immagine, forte di un talento senza precedenti nella storia. Riservato, schivo, il divo ha vissuto sempre in bilico tra eterosessualità e bisessualità: due matrimoni, con Angela Barnett e con la top model somala Iman, due figli, Duncan e Alexandria “Lexi” Zahra.
Geniale interprete di un’epoca, David Bowie ha incarnato il glam rock e inaugurato una subcultura di moda, che trova nel Duca Bianco mirabile interprete. Il trucco in colori fluo, il celebre lampo disegnato sul viso, e, ancora, i lustrini e le paillettes: indimenticabili le sue mise, tra cui le tutine aderenti di Ziggy Stardust, l’extraterrestre dai capelli arancioni che gli diede il successo a livello mondiale. Suggestive e teatrali le vesti di Aladdin Sane, caratterizzate da volumi oversize, con le tute realizzate dallo stilista giapponese Kansai Yamamoto.
I suoi outfit iconici hanno ispirato innumerevoli shoot e copertine. Kate Moss ha più volte vestito i panni di Bowie: indimenticabile il tributo al Duca Bianco nella cover di Vogue UK di maggio 2003, con la supermodella ritratta da Nick Knight col celebre fulmine rosso disegnato in volto. E, ancora, un omaggio a Ziggy Stardust sulla cover di Vogue Paris di dicembre 2011, in cui Kate Moss veste i panni del celebre alter ego spaziale di Bowie, per degli scatti dal forte impatto scenografico realizzati dal duo Mert Alas & Marcus Piggott. Inoltre la top model nel 2014 si presentò ai Brit Awards per ritirare un premio assegnato al cantante, indossando la stessa tutina di Ziggy Stardust, un capo originale risalente al 1972.
E moltissimi sono gli omaggi e i riferimenti a Bowie, che non ha mai smesso di rappresentare inesauribile fonte di ispirazione per fotografi e designer, a partire dalla collezione di Jean Paul Gaultier, che nella Primavera/Estate 2013 ha dedicato al genio della musica un’uscita del suo défilé.
David Bowie è scomparso prematuramente il 10 gennaio 2016 all’età di 69 anni, dopo aver combattuto un cancro per diciotto mesi: a darne notizia il profilo ufficiale dell’artista su Facebook. Stamane il figlio Duncan ha confermato la tragica notizia. Si susseguono in queste ore innumerevoli messaggi di cordoglio che ricordano l’artista, da Madonna al Vaticano. Ma il suo genio e l’impronta che diede alla cultura pop non verranno mai dimenticati.
NEON PUNK CHIC, la collezione JF LONDON SS2016
-NEON PUNK CHIC-
David Bowie, Andy Warhol, The Sex Pistols, la collezione JFLONDON sfida l’ordinario.
Il nuovo brand Made in Italy, che vede la direzione artistica del celebre creativo Joshua Fenu, si articola in una produzione diversificata proponendo calzature e accessori Uomo/Donna di altissima qualità, oggetti di culto glam e dal design ricercato.
Un logo con una stella a cinque punte e delle iconiche suole pink sono il perfetto biglietto da visita per accessori che si affacciano sul mercato carichi del know-how di un direttore creativo come J. Fenu, già consulente creativo per alcune delle maggiori Maison di moda internazionali.
La collezione donna JF LONDON vanta una moltitudine di modelli: da evergreen decolletè e chanel, a vertiginosi e futuristici sandali per ogni occasione, tronchetti open toe in nappa fino a praticissime slippers logate in suede. Il designer gioca sulla riconoscibilità e sull’attenzione al particolare, contrassegnando i pezzi con piccoli piercing metallizzati, sagome punk di saette a contrasto e della celebre Union Jack, sotto forma di divertenti zip a contrasto.
Per l’uomo, una rilettura eccentrica di ankle boots in suede, anfibi in pelle nera con dettagli fluo, dalla forte ispirazione ‘80s e classiche “clarks” che giocano sul forte contrasto, colore/materiale.
Un omaggio sentito al mentore e grande amico Elio Fiorucci, alla trasgressione della New York anni ’80, che solo il suo genio riuscì a comprendere, di Studio 54, ritrovo di divinità del rock e di quella Milano decadente che solo lui sarebbe riuscito a rilanciare.
SIGNATURE COLLECTION BY FENU
Una collezione di calzature uomo che rispecchia l’attenzione al dettaglio e la manifattura italiana tradizionale.
Una rilettura dei classici modelli Oxford e mocassini in vera pelle, pantofole dai loghi finemente ricamati da giorno e arricchiti da Swaroski Elements, coccodrillo e pelle metal per la sera.
SNEAKERS – THE WALK OF FAME
Una varietà sorprendente di sneakers uomo/donna, di pregiata manifattura italiana: frange e borchie, pelle pitonata, zip over e dettagli di corsetteria si alternano in un vortice creativo di chiara matrice Sporty chic.