La settimana della moda di New York si sta svolgendo in un momento particolarmente delicato e sembra che ogni designer abbia voluto imprimere nella collezione del prossimo autunno inverno il proprio impegno (o disimpegno) nelle questioni sociali e politiche degli Stati Uniti. Shane Gabier e Christopher Peters hanno scelto la seconda via per la sfilata di Creatures of the Wind. I due stilisti hanno tratteggiato una comunità ideale, fatta di bellezza e amicizia, serenità e valori condivisi e su questo idilliaco angolo di salvezza dalle brutture del mondo hanno creato abiti pratici ma dai dettagli raffinati. «Abbiamo iniziato a cercare nei luoghi di appartenenza, di vita comune e anche nelle sette – ha spiegato Peters nel backstage della sfilata – Non nel loro aspetto negativo, ovviamente, ma in quello idealistico».
Proprio una comune, con i suoi membri intenti a svolgere un rito di purificazione, è diventata la stampa principale della collezione, quella che ha aperto la sfilata della settimana della moda di New York. Ma altri dettagli dei vari look rimandano a un concetto di protezione, amicizia, salvaguardia di un bene comune, cioè la bellezza. Ci sono i capispalla in pelliccia cuciti al rovescio: la fodera è visibile e la pelliccia è all’interno, ad abbracciare e a proteggere dalle brutture del mondo. E poi dettagli casuali, che sembrano formare un codice segreto di cui solo pochi conoscono il significato. Simboli misteriosi dal potere evocativo. Molto belli i look per la sera, in seta verde stampata con un motivo di rose che torna al romantico ideale della comune e del contatto con la natura. La collezione di Creatures of the Wind, per quanto bucolica e ancestrale, non rinuncia al tocco raffinato e contemporaneo. Elegantemente drappeggiati, minidress e top asimmetrici si accompagnano ad abiti lievi che giocano con l’effetto vedo-non-vedo ed estrosi accessori di piume.