Una storia che racconta sofferenza e dolore, ma anche rinascita e libertà, questa è la collezione di Soocha presentata a Altaroma.
SooJung Cha
Una collezione che ha il profumo della speranza, di conquista, di rinascita, un grido di libertà!
“Atti Umani/Human Acts”, è la nuova collezione del brand Soocha, nato dall’estro creativo di SooJung Cha, e presentata ad Altaroma nel corso della seconda giornata di moda.
Per la collezione A/I 2018/19, Soocha s’ispira al secondo capitolo dell’omonimo romanzo della scrittrice coreana Han Kang, portando in passerella outfit che raccontano un pezzo di storia, brutale ma al tempo stesso ricca di speranza, la repressione militare che subì la Corea del Nord nei tumultuosi anni ’80.
Anni che videro il paese in una ripresa lenta e difficile, senza però perdere mai la speranza di un mondo migliore, questo è il messaggio che SooJung Cha ha voluto portare ad Altaroma, un invito per non farla mai morire.
Atti umani/Human Acts è una collezione fatta di verticalità e leggerezza, lane classiche e leggere si amalgamano a fluttuanti organze e twill di cotone, la morbidezza della seta s’interseca in un gioco di patchwork colorati misti a tessuti imbottiti e stampe personalizzate.
Proprio i patchwork sono il punto chiave della collezione, rappresentano un elemento fondamentale poiché racconta la vita e il vestiario tipico di tutti i giorni che i coreani indossavano in quegli anni. Gli outfit dallo stile maschile e femminile, si mischiano per rappresentare una donna fuori dalle convenzioni, che racconta un percorso duro ma non invalicabile, e dove le tendenze urbane si sposano con i dettagli femminili, creando un gioco di contrasti armoniosi.
I giubbotti militari nascono a nuova vita con sete, e stampe; e poi ancora, balze, raso, scialli imbottiti, twill di seta stampati.
Non è un compito facile, raccontare una storia difficile ma fatta di speranza, attraverso una collezione, Soocha c’è riuscita, perché come afferma SooJung Cha: “La speranza davvero non muore mai. E a volte come una pianta ostinata, si ostina a vivere e a crescere anche nel più inospitale dei terreni.”.
Photo credit: LG – web
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Corea: il futuro del lusso è qui
Occhi puntati su Seoul: la Corea si conferma crocevia di talenti e avamposto prediletto per la nuova corrente dello stile. Moda, arte, design, tecnologia, il lusso passa da qui. A carpire la tendenza non poteva essere che Vogue America: nel paese asiatico ha infatti avuto luogo l’ultima International Luxury Conference di Condé Nast, intitolata “Future Luxury”. A presentare la manifestazione la celebre firma del giornalismo di moda Suzy Menkes, che ha accolto sul palco i principali esponenti della moda e dei social network.
Una due giorni di talk ininterrotti, per definire il futuro della piazza virtuale e del luxury. Sul palco si sono alternati Olivier Rousteing, direttore creativo di Balmain (seguito su Instagram da circa 4 milioni di followers), Eva Chen, incaricata alla fashion partnership del social network in questione: con i due si è discusso del ruolo dei nuovi media nella trasformazione del lusso e dei mercati, grazie alla nuova possibilità offerta dai nuovi strumenti di comunicazione di mettere al centro il consumatore.
All’orizzonte si starebbe quindi profilando un nuovo concetto di moda, sempre più democratico, che punta ai social per incrementare le vendite invitando da vicino il cliente attraverso sapienti strategie di marketing neanche troppo velato: non c’è più la classica distanza che intercorreva dal fashion show al consumatore, che ora può vivere in diretta i backstage, le sfilate, i party. Complice anche l’avvento della filosofia see-now-buy-now, il mondo oggi gira ad un ritmo frenetico e la velocità di acquisto dei capi presentati in sfilata è centuplicata. Nasce quindi la necessità di meccanismi di produzione nuovi, che rendano i capi immediatamente disponibili all’acquisto.
Sul palco della conferenza si è trattato anche il tema dell’eco-sostenibilità: in particolare si è posto l’accento sull’acqua, con un’opera di sensibilizzazione globale ad opera della famiglia Swarowski, che, partendo da India, Brasile, Cina e Uganda, punta all’eduzione affinché vengano evitati gli sprechi. Presente anche Nicola Formichetti, direttore creativo di Diesel, che ha sottolineato l’importanza della moda che travalichi i confini di gender: particolarmente sentita in Asia l’esigenza di creare una moda che sia aperta e fluida, per una condivisione tra ragazzi e ragazze. Ora l’appuntamento è in Oman nel 2017.