Che Prada non fosse solo una casa di moda italiana lo si sapeva. La signora Miuccia, insieme al marito Patrizio Bertelli, non ha mai nascosto la sua passione per l’arte, l’architettura, la cultura in generale. Così dal 2013, in collaborazione con Giangiacomo Feltrinelli editore e Luxottica, bandisce il concorso letterario Prada Journal. Scrittori esordienti provenienti da tutto il mondo si sfidano a colpi di pensieri e parole, ogni anno trattando un tema diverso. L’edizione del concorso letterario 2016 partiva dal prompt “Luci, ombre e miraggi. Non sempre cose e persone sono come le vediamo”. Un argomento piuttosto complesso, che ha messo a dura prova i partecipanti con stimoli tangibili e onirici, realtà e finzione, maschere e volti da svelare. Indossando un paio di occhiali da vista Prada, realizzati in collaborazione con Luxottica, per vederci chiaro.
Le opere di oltre diecimila scrittori sono state lette e valutate da una giuria d’eccezione in questa edizione 2016 del concorso Prada Journal. Il regista Gabriele Salvatores; Carlo Feltrinelli, proprietario della casa editrice; la scrittrice A. M. Hobbes e il designer e scrittore Craig Mod si sono tuffati in un oceano di pensieri e parole per uscirne con i nomi dei quattro vincitori. Kei Matsushima (Dialogando con un’ombra), Flávio Vinicius Moreira Costa (Tenente Marcus), Billie Phillips (Non v’è più balsamo in Galaad) e Maria Laura Rodriguez (L’ora del lupo) si sono aggiudicati la vittoria nel concorso indetto da Prada e Feltrinelli. Quest’anno, però, Prada Journal ha introdotto un’importante novità: estratti dai racconti dei vincitori sono stati messi in scena da undici attori in due diverse ambientazioni per un’esperienza di teatro digitale che rende visibili le parole, dalla carta allo schermo del pc. Basta collegarsi al sito web ufficiale del concorso per sperimentare la visione di queste rappresentazioni teatrali. Ad accompagnare la proclamazione dei vincitori, come ogni anno, una collezione di occhiali da vista Prada e Luxottica. Da indossare mentre si guardano i corti, ça va sans dire.