La collezione primavera/estate 2017 di John Galliano è un omaggio alla femminilità.
Generose trasparenze sono il fulcro del progetto creativo appena presentato a Parigi. Il romanticismo della griffe John Galliano è stato appurato da abiti baby doll. La lingerie è portata a vista grazie a trasparenze che lasciano ben visibili reggiseno in pizzo e culottes alte.
L’intera collezione gioca su linee mini, su piccole ruches che rivestono l’intera lunghezza dei long dress e sulle asimmetrie.
Alla leggerezza degli abiti, si contrappongono over coats e giacche, quest’ultime arricchite da cintura in vita che valorizza, seppur in brevi termini, una collezione che facilmente potrebbe passare inosservata.
E’ sempre più eco sostenibile ed attenta al benessere degli animali: la griffe Stella McCartney non ha remore nel dichiarare anche sulla passerella appena calcata a Parigi, tutto il suo sostegno alle bestiole rinunciando, di fatto, a tutto ciò che possa recare a loro inutili sofferenze.
Sfilano, così, capi slogan che rafforzano la volontà della stilista; “Girls thanks and no fur, no leather” si legge su un top.
La collezione primavera/estate 2017 di Stella McCartney si sviluppa attraverso linee abbondati. La gonna a sacchetto è stata abbinata a top attillato così da compensare le volumetrie.
Il denim, tessuto onnipresente nei progetti creativi della stilista inglese, disegna un cinque tasche comodo, influenzato certamente dallo street style.
Allo stesso modo, anche le jumpsuits percorrono uno stile metropolitano e glam-chic.
Le spalle sono portate all’estremo quasi a disegnare una donna dal grande temperamento anziché la volontà di esasperare un dettaglio riconducibile al costume degli anni ’80.
L’esordio in passerella del trench abbinato ai cuissard apre una collezione dal sapore rétro con capi in satin e fuseaux effetto seconda pelle.
In una location quasi asettica, sfila il colore: è abbagliante, carico, effervescente. Tinge le bluse abbondanti “tenute a bada” da spille kitsch.
Demna Gvasalia, direttore artistico della maison succeduto ad Alexander Wang, crea una collezione che rompe gli schemi, che non indulge reminiscenze “wanganiane”.
Irrompono in passerella leggings che mettono a dura prova le gambe delle modelle, che calzano oltretutto, come uno stivale.
Il latex evidenzia il senso di avveniristico street style che incede man mano che le modelle calcano la passerella. Tra gli accessori spiccano le maxi bags da portare a mano: scomode ma d’impatto.
“Le donne sono in lotta per il potere, non solo in America, ma in tutto il mondo” ha dichiarato Riccardo Tisci ed è proprio ad una donna “guerriera” che l’eclettico designer di Givenchy ha dedicato l’intera collezione primavera/estate 2017 che concentra la sua essenza sulla natura.
E’ vulcanico e caleidoscopico. E’ un microcosmo di bellezza insolubile: questo défilé è un viaggio nella vena artistica del designer tarantino che indaga, attraverso la natura, l’influenza che la donna ha nella società.
E’ un viaggio che parte dall’agata, una pietra tanto preziosa quanto affascinante. E’ un talismano legato, nottetempo, alle tribù del Tibet e dell’india; difende dalla cattiva sorte ed è un valido alleato per raggiungere gli obbiettivi preposti.
Come un dipinto affascinante, la pietra decora i long dress in seta e si lascia ammirare su una collana che non passa inosservata.
Gli abiti, che diventano i capi cult della collezione, si avvicendano a pantaloni dalle reminiscenze sixties. Sono percorsi da piccole ruches che creano movimento alla loro foggia essenziale ed elegante.
Le sovrapposizioni sono gentili e garbate. I vestiti vengono esaltati da gonne monocromatiche.
Ultra femminili risultano, infine, i tailleur composti da giacca e pantalone resi sgargianti dalle pietre che percorrono tutta l’altezza della giacca donando uno scintillìo inconsueto ma delicato.
A quale samurai dall’anima torbida si è ispirato lo stilista giapponese Yohji Yamamoto?
La passerella che ha visto sfilare la collezione primavera/estate 2017 della griffe Yohji Yamamoto è cupa, orientata a destare senso di inquietudine a chi la osserva.
Gli abiti, a loro modo, incrementano questa sensazione portando lo show ad esiti inusuali, quasi lugubri.
Due sono gli elementi che disegnano la collezione: il total black e le linee abbondanti dei capi, quest’ultimi, voluminosi a dismisura e destrutturati.
L’asimmetria degli abiti viene scandita, in alcuni casi, da un rosso acceso accattivante che alleggerisce, per quanto possibile, l’intero progetto creativo.
Illusorio rimane il bianco di alcuni capi che in alcuni casi si sporca di macchie di colore che ricordano vagamente le tele dell’artista Jackson Pollock.
Quando Maria Grazia Chiuri fu nominata direttore creativo da maison Dior, tutti erano curiosi di conoscere come la stilista italiana avrebbe intrapreso il percorso lavorativo in una delle aziende di moda più altisonanti che il sistema abbia mai conosciuto.
Questo accadeva qualche mese fa (per ritornare alla news lanciata da D-Art.it cliccate qui).
Nella settimana della moda francese, giunta quasi al termine, la catwalk più attesa era appunto quella di Dior.
La trepidante attesa è stata ricompensata da questo défilé?
Maria Grazia ha avuto poco tempo per poter accordare un team creativo oramai assodato e l’influenza di maison Valentino è ancora ben visibile sui capi proposti in passerella. Prova ne è il romantico cuore sugli abiti, tema ricorrente sulla collezione autunno/inverno 14-15 della maison italiana
L’impianto progettuale su cui basa le proprie fondamenta la collezione primavera/estate 2017 ripercorre tutta la storia della maison fondata da monsieur Christian Dior.
Si inizia dalle immagini simbolo della griffe come la stella. Monsieur Dior non era del tutto convinto di fondare una maison di moda. Era un abile sarto, ma la decisione era piuttosto ardua; fu una stella, quella su cui inciampò, a fargli capire che il suo destino sarebbe stato segnato da innumerevoli successi nell’abito della moda.
Ma per delineare il profilo della collezione pret-a-porter appena presentata a Parigi, dobbiamo inevitabilmente far riferimento al New Look (termine coniato da Carmel Snow, caporedattrice di Harper’s Bazaar) lanciato da Dior il 12 Febbraio 1947, al 30 di Avenue Montaigne a Parigi.
Gli abiti in chiffon da grand soiree sono sorretti da un corsetto a vista rimarcando le fogge della prima collezione presentata dal couturier.
L’apporto creativo di Chiuri segna una rottura con il passato, quello che ha visto protagonisti prima John Galliano e poi Hedi Slimane.
Se il Pirata della moda aveva aggiunto maestosa ed intraprendente teatralità alle collezioni, Slimane, al contrario, rimase legato alla tradizione riadattando in ogni suo progetto creativo la foggia dell’iconica giacca Bar.
Come dichiarato dalla designer (la prima a ricoprire questo ruolo in Dior), la collezione primavera/estate 2017 vuole raccontare una donna moderna e indipendente : “Voglio prestare attenzione al mondo e fare moda raccontando le donne di oggi, accompagnandole nelle loro trasformazioni. Nel superamento di quelle categorie stereotipiche: maschio /femmina, giovane/ vecchio, ragione/sentimento, che nella realtà, invece, sono aspetti complementari. La scherma è una disciplina in cui l’equilibrio tra pensiero e azione, la sintonia tra mente e cuore sono fondamentali. L’uniforme delle schermitrici è, con l’aggiunta di protezioni strategiche, calco di quella maschile. Il corpo femminile si adatta alla divisa e allo stesso tempo la divisa appare plasmata dalla forma del corpo femminile”.
A raccontare visivamente il concetto di Maria Grazia Chiuri sono le pettorine imbottite.
In vero, tutto il défilé mostra l’attaccamento allo street style con capi legati al guardaroba odierno di ogni donna depurando, in questo modo, la fisionomia della griffe da sempre legata all’austerità delle linee.
Infine, di notevole raffinatezza appaiono gli abiti da sera che come una tela, mostrano uno zodiaco leggiadro e sfarzoso.
Non convince del tutto il debutto del designer Bouchra Jarrar, fresco di nomina in casa Lanvin dopo l’addio alla maison di AlberElbaz.
L’eredità lasciata dal couturier non è certo facile da fronteggiare e forse Bouchra ha agito come avrebbe dovuto fare un debuttante che ha l’obbligo di convincere una platea orfana di un grande stilista.
La collezione, difatti, appare un gradino sottotono rispetto alla passate proposte dell’azienda.
Seguendo la fisionomia della maison, Jarrar sbircia negli archivi di Lanvin proponendo sulla passerella capi minimalisti, dalla foggia maschile, abiti trasparenti e capispalla (come il chiodo) che donano un allure rock alla collezione.
Criticare l’operato di Jarrar appare dunque ancora primitivo. Il rodaggio di Bouchra sarà giustificato solo con la presentazione della prossima collezione.
La collezione primavera/estate 2017 di Vionnet si presenta all’insegna delle sovrapposizioni. Il denim, tessuto principale di questo défilé, scandisce un progetto creativo basato su sovrapposizioni di svariati tessuti e sui colori tenui.
La femminilità della donna Vionnet si concentra su abiti prettamente casti e minimali. Il soprabito kimono in seta, un vezzo sulla passerella, è stato abbinato ad un top di pizzo e un abito bianco plissettato a maniche lunghe.
Il mood casual della collezione si riflette nelle giacche oversize ma un abito verde con frange,porta la collezione ad esiti estetici desunti dagli anni ’20.
Accenni di sensualità sono stati riservati alla tunica semitrasparente con dettagli gold che caricano l’intera linea di un sufficiente allure sofisticato.
Sensuali risultano i long dress da gran soiree in lussuosa seta che leggeri accarezzano le curve della donna, librando nell’aria.
Già con la collezione autunno/inverno 16-17, maison Saint Laurent aveva mostrato tutto il suo legame per gli anni ’80, filone che oggi è più vivido che mai nella collezione primavera/estate 2017 presentata a Parigi in occasione della Parigi Fashion Week.
Il debutto di Anthony Vaccarello nell’azienda non ha lasciato dubbio alcuno. Gli archivi della maison sono stati scandagliati mantenendo la fisionomia di Saint Laurent.
I capi proposti in passerella hanno un’anima rock, forte e dirompente. Ricordano la bellezza androgina di Grace Jones, modella per Yves Saint Laurent negli anni ’80.
La pelle è stata elaborata per creare goffrature che animano le maniche a prosciutto.
Il fil rouge che lega la collezione è lo scollo a cuore che regala estrema femminilità a top in pelle rigida o resi lucenti da un tripudio di paillettes.
Gli eighties risplendono negli abiti in lurex dorati o negli mini dress da sera costellati da maxi pois gold.
L’immancabile blazer maschile si fa sartoriale e la stampa animalier si tinge di una tonalità green che va in contrasto con il black del tulle.
La collezione primavera/estate 2017 presentata a Milano propone una serie di capi morbidi, femminili e raffinati.
L’ispirazione di Colangelo giunge dalle tele della pittrice americana Dianna Molzan e il risultato è visibile a tutti. Le fogge bon-ton della linea presentata durante la Milano Fashion Week lasciano generosamente spazio alla modernità dei capi squarciati da brandelli di stoffa tagliati ed assemblati per creare intrecci importanti.
La sartorialita’ dei capi è facile da individuare nelle applicazioni in pizzo che percorrono e decorano blazer dal taglio maschile, over coat ed abiti fluidi.
Esasperante sono le lunghezze delle maniche.
Tonalità pure, infine, sono state utilizzate per questa collezione: il bianco ottico si alterna alla carta da zucchero, al tape ed al blu intenso.